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sare come Dal tesimonii , et ei Signor deue subito far portar uno Euangelio, et dire ; Venite ausmi, giurate GP cosy, co-Mὸ il sero aduocato his ditis per uoi', et loro si de ueno ingenochiare per fare et sacramento et set querellato li vora contradire, b diffidar per segno de battaglia in alcuno de ii sopraditii modi, et pia fare,com'ξ specificata di sopra in questo libro, che debba fare chi uot diffidar testimonio per segno di battaglia; et signor deue rece uer ii pegni, et quando li hauera receis uitti deue dire a la sua corte che quella cognosca, come se die far quella battaglia, et a quat termine, et la corte parmi de-ue cognoscer che la si a ii tergo giorno, et cos1 armati, et a parechiati come dice inquesto libro, che li campioni dei sassii namento deueno ester, et ei querellante de-iae render et querellato morta, b pentito inspacio de una hora; per che non mi par differentia tra it famulamento, et i homicidio, ecce ito questo che rhi trio pub sare, et prouare et dis fido det saginamento con la sua persona, et quello del.homicidio conui en pro uallo per testimonii, et pe-rb deue esser me nato runo come r altro intuite te cose, eccet to ne la proua ch'Ediuersa da personat mente a testimonii; et
quando ditii campioni hau eranno dato is uoi pegni at Signor, et tu i ii receue, altiora deue guaesar ambi dui bene, et de-ue simit mente et Signor far guardar bene colui che fa et diffido, 3 il suo cananion sino at tergo giorno, i de ueno venir per offerir, si come quelli det fassinamento, et fare, et dire quel cli' e specificato in que sto libro, che li campioni de fastinamento
deueno fare, et dire fino at sacramento;& et sacramento che far anno deue esser tale; colui ch'e querellato de P homicidio de-ue yiurar per meZo at camp3 sopi a r Euangelio che non his at tale, et lo nomini, dato et colpo, δ li colpi per li ereali his re euuto morte; & colui che r ha querellato deue subito prenderio per il pugno, didire; Tu menti, io te leuo come sperimvo, iuro sopra 'questi fanti Euan elii, che tu li hui dato et colpo, δ ii colpi per Ii quali his receuuto morte; & pol ii guar diani det campo li de ueno menar ad una parte dei campo, Sc partirli et sole, & fare tui te te alti e cosse che sono specificate
di sopra, che si deue fare di campioni checonabat teno per sallinamento; & de coluich'ε vinto, b pentito deue et Signor farfare Iustitia, com'ὶ ditio di sopra, simit mente de colui, b colei che fa et diffido, se ii suo campion ε vinio; &s' et querellato de homicidio oppone uno de ii testimonii, & dice chel non δ miga tale chepos si portar testimonianda contra di tui, &se osterisse prouarto, si come la corte terminara, b cognoscera chel deue prouar, et Ja corte terminata, b cognoscera chel de-
ue pro uar per do testimon i leali de la te ge de Roma, et testimonio che sara cssi oppolo, die manten tria sua te alta, & pubdiffidar qualunche vora de ii testimonii chetestificano contra de lui, & combat ter ieco; & se non to vora diffidar per segno dibattaglia, & lo vora cauar 1 non portanquella testimonian Za contra di tui, lo pubfare, si cona' e specificato di sopi a che si deue sar tat cosa; et cos; potra ester diste-1 ita longa mente la cosa di testimonii contra testimonii, tanto che alc uno de ii testimonii che vaeli ono cauar da la testification glia diffidar a te uno de ii testimoniiche voleno testificar la causa per la qualde hae effer cauato da la testification , et atachami seco a battaglia; et peib io fit, preditio ch'ε dissicile a ccmbat ter con altro per homicidio, quando et si sa guardar, per che tui fara cader la battaglia sopravnb de ii testimonii, set vora opponer al-cuno di testimonii che vorano testificar contra di tui de l' homicidio imputat olli. II . Come si pti3 batiet pii ι battagiis de Uno occiso, c52 his molli copi. CXUII. Io dissi in questo libro che vir'
homo a naaZZa in altro modo che per sal
sinamento, se l'ha piu colpi puol hau ermo e battaglie , et per che tib dechiarito pol come ii pub fare querellar d' homicidio , voglio qui specificar come si pub ha- uer piti battagite de via' homo che ii 'ama Zato, cona' δ preditio, ii quale habbia piucolpi; il modo e tale; quando ὀ portato
in corte, et la c rte ii mera visto i colpi, et referiti ai Signor com'e pii editio, et colui che vol farta querella de l' homicidio si querella at signor contra colui che si volquerellar, et non si querella, se non de uno de ii colpi, et che vora dire esser stacausa de receuer la morte, dica; Si nor, io mi qm rello is υoi contra det tal che te at tale tal colpo, per il quale M re ituto morte I et dica quat colpo; et pol dica, et saccia quel ch'e ordinato di sopra,che si deue fare, et faccia secondo i a te Zedet dis fido de homicidio; et da pub que
cuno altro homo persegno di batta lia vienatianti ai Signor, et domanda consigito, et ii dice ; Signor, io mi querello voi contra et tale, che fece at tale et lai cobo con arma MDu ta, oe de tal arma I et
dica che li parer a meglio chel colpo si a stato, b de spada , b di coitello, bd 'altr'arma, et dica quale sa, Et se to nega, is
seu pronio di prouarto, come la corte terminaris cognosce, cs'io et deflba prouar I et se colui et consessa, sta k l' arbitrio dei signor per la assisa , b vsanga de farti ta-gliar et pugno destro, et se to nega, coluiche si ha querellato contra egit, et clauα prouar per do leat testimonii, et tui pubjeuar runo, et combat ter seco, b cauallo
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d, la testification, oueramente sera Conuinto, et ii sara tagitato et pugno si comehb preditio, et cosὶ si pub fare per cadauridi colpi che ha roeciso; et perb dissi,
che de uno homo occiso che ha piu colpi, si pub hauer molle battaglie, per ch'io non
credo che sia alc uno che piu testo non si diffenda contra un' altro per se, b per campion set Lisse tal che si do ueste dissenderper campion in che lassarsi lagitar et pugno
destro, et E giusto, et ragione uole, et benpare che rhomo pub et deue dissender persegno di battaglia via suo membro, pisit0sio che solsrir k perderio; gia che rhomo per differentia d' una marcha d' argento sipub, et deue dissender per battaglia, Emolio piu grande, et graue la differentiadi perder via membro che de una marchad' argento; et chi fa querella d' homicidio deue saper che cosa E l' homicidio, accibsime ita in tristi pegni quando se et diffido.
hlica mente in presentia de te gente conmissi anga, b sena a missi anga; et rhomicidio non si pub prouar personat mente, m1 conuiento pro uar per testimonii; et la pro-u 1 di testimonii E troppo dissicile a farti
vegnir battaglia a chi sesa diffender, et lo vol fare, et ε dechiarito assai in questo libro come, et per che, et non Voglio horaptu declitari rio.
uando si querella d' homo per tradimento, quello non δ euidente, tui se digeris dissenaee, to persona mente contra la tua persona, ev porge it suo sequo, come, o quando es Signor piιὸ fare la battaglia.
CXVIII. Chi vol querellar contra alcu-no de tradimento che non e euidente, sapi sel si attachara seco seneta terminationde corte per odio, b per disperto, b pervoglia che ha di conabat ter seco, et deue nominar et tradimento dei quale si querella, et die cost in presentia di colui contraii quale si vol querellare; Signor, et tale,& lo nomini, h9fatio come salso, distealel tal tradimento contra el tale, b sa Signor, b altro, et nomini tuiti doi, et iltradimento, et dica pol Et se to ne aris, io son prout o di prouargielo con la miape sona contra la sua, o penderis morto, δ entito in Dacis de una hora, Ne ii qui ei miο pegno I deue ingenochi arsi in presentia det Signor, & porgerii ii suo pegno dc se colui, eli'. cosὶ diffidato, si Vora at achar con quel che lo diffida personat men-re, porgera it suo pegno at Signor; & selo fa, et Signor pub rece uer ii pegni Uolendo, 3c se non li vora receuer, ii deuedire che lor se offerisseno per qualche inimicitia , dc tui non Vol per altiora, che inla sua corte sia impegnata battaglia, se non E per termination, b per cognition di eo
sto, non si hauera battaglia alcuna, per cher cire ei rechi eder1 termination, b cognition decorte d'hauer battaglia, Sc la querella, Sc
corte non terminara, nὰ cognoscera che deb-
ba effer battaglia, pub per rassisa ni
per rus anga, per che battaglia non puolesser de tradimento, s' et tradimento non εeuidente; ma s'el Signor receue i pegni, la battaglia non pub restar se non perconsentimento de te parte det Signor dei querellante, de dei querellato, per cli' et Signor non la pub distare se alcula de ii can pioni vora, dc sapera naenaria a quel cheptaol per termination; per che s' et querellante volesse relaxare la sua querella, torsit Zoso in corte, & il querellato si tenisse satisfatho, 3c facesse no pace in sieme,la battaglia non potria restar senga la volunt a det Signor pol che l' ha re cerauto i pegni,
per che la doue la volunta dei querellante ,δc dei querellato se accordano in sieme al dArdi pegni, dclo offerisseno at Signor, δc metieno te loro voliuata in quella det Signor, sequella det Signor se accorda con la loro at rece uer di pegni, Jc tu i ii receue, let revolum, se unisseno inseme, & fanno Vna volunt , & vn inelesimo consentimento , perche ben consente ii querellato la voluntadet querellante, quando si atacha a conabat-ter seco sena a termination, & senZacriniation di corte, 8c seneta effer astretio da larason, & eel Signor et consente, ben si contenta a la volunta di dot quando rece-ue i pegni seliga termination, b senZa cognition de corte, et senZa effer astretio darassisa, nδ da la usanZa, che la rason nonio astre age, i a Iustitia lo fasser questo,doue ben concede la battaglia in corte, et unisse la sua volunta con te sue, quandolui di sua propria volunta receue ii pegni,
et la cosa concessa, et fatia in corte non
pub effer disconcessa, nὴ dis atra per rason , se non E per volunta de tui te te parte chel anno interesse in quella cosa, et unito lesue volunta insieme come cosa consentita,
et satra in corte, pol cli' et Signor, et querellante, et ei querellato hanno fiatio in co te te predit te cose; per ii che non mi pare che la b attaglia possa restare pol che lipegni sono dati, et receuuti cona' e preditro, per et Consentimento, et volunta deletre parte; et se alcun dice che li Signori hanno diffatio battagite cost impegnate, et che lo ponno fare, io dico che Pel hanno satio, ε stato per termination, b per c
gnition di corte, di pol che si ha disse so,
et contra stato in corte per alciano de licam pioni si come si douetia, per che quelche fa et Signore, nE termination di co te, non ε miga assisa, ni deue effer ma tenuio , come assisa, se rhomo puot mo-strar rason in contrario tal chela corte rei
mina, b cognosca che quel ch'ε sta fatio
alti e volte, non doueua altiora farsi per lerason dit te in contrario, per che la corte non deue far termination, nὀ cognition,
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se non de te parole che t 'homo dice quai do si pone sopra la corte. CVL Quando uno querella contra un aiam de Gadimento, o quello non e eum dente , O tui non se Coi arachar seco, come is deve fare. CXIX. Colui ch'l querellato de tradimento s' et tradimento non e euidente, et tui non si vol Atachar a conabat ter cori et
querellante, deue diib che mente de pa- rota in parota di quanto li ha imputato, et ii puni dire, et cargare de molle villante brutte, et pol dire che tui h prompto de diffenderii dei tradimento imputa oli co-
si come la corte termina', b cognoscera che si deue dissender, et mettersi a la te mination di corte, saluando te sue rason; et la corte non terminara credo ) ehe vi
habbia battaglia di tradimento, se quello
XC . Conie , di ch i tradimento e euidente , CXX. Chi vol sar querella de tradimen . to euidente, leue saper che cosa ὀ et tradimento euidente, & di che si pub queretular de tradimento euidente, dei quale non si pud dissendet de non si atachar a con halter per termination, b cognition di cor- te ; sel Signor ha uno castello, d forte agache li si a robata, b tradita, b che alcim rhauesse trad1to, b vendulo ad altri seneta licentia sua, b per alculi altro modo la somtegeta li lasse tradita, et tradimento e euidente dei castello, b de la sortegra chel Signor ha perso, & sinuo querellar de quel
tradimento contra Chi si Vora, Cc imputa
era dentro che per sua procuration E stalatio quello tradimento, pol che perlui
mi che vi hy battaglia de la sorte Aga persa, che ii querellante imputa at querellatoche per lui e sta procurato, & futo quel tradimento, & non mi par che si possa diffender per termination, ne per cognitiondi corte, che per quel tradimento non liconuenisse diffendersi per battaglia; & Hel Signor E sta serito, b assiliato, b aspellato da gente armata nella via per la quale pasti , b doue ua passar, b se homini a
mali non amici det Signor si an veniati secreta mente ne la casa det Signor, b in altra parte dou' era et Signor, b de doue breue mente sen' era partito de di, bden otte, se non stan veniati per suo commandamento, b per bisogno publico che li conuenilia venir armati, & alc uno imputa a r homo det Signor che li homini preditti venero per sua procuration la doue son stati persaminar, b prender et Signor, et tradimento e apparente de ii homini armati che venero, & non se potra miga diffender per termination de corte et querellato di questradimento set vien diffidato, anai li con-
dre, d la Brella det Signor sosse robbate, o presse violentemente, & menate fucira dela casa, b de la sorteaga det Signor, bdela doue te ha messo, b lassato in guardia,
Signor fiasse pressi, & occiso a tradimento, et tradimento E euidente dei casio fatio, &Operato contra et Signor, per che rutti sono cosi propinqui det Signor che sono cosi come la sua carne, & lui me desimo; &dequesti casi, & molli altri simili assai mi
pare che vi sia battaglia de tradimento se alcuno diffida l'altro seirga potersi dissen-der per termination di corte, pur che colui che fa et ditio dissido non fia de quelli che non hanno voce, nE resposta in co te, per che te cose son state, & sono euidente, che se r imputa de tradimento; pe-rb che se non vi fulse battaglia di tradimento chi volesse si pol rebbe distender per termination di corte, per cli' et tradiment che rhau esse fatio non potria esier euidente in corte, set non faceste in corte, b se non to confessasse in corte, b set non fusi e conuinto, b prouato, che rhauesse fatio et tradimento, per termination, b cognition di corte, & sel sulse cosi conuinto,b prouato d'hauer fatio et tradimento, bio confect isse in corte, et non incoreria nien te a combalter, per che colui che de Virae
de te dite cosse E conuinto si deue impiccλ- re, come traditoc s' et Signor lo puoi ha uere, Sc li suoi heredi dis hereditati in perpetuo, come heredi de traditor per termination, b cognition de corte, cel Signorvork da pol te predit te cose commanda a lasua corte che li sacci a termination, b cIgnition 3 c. XCVIIL Chi mos fur querella de tradimento, come la deue fare. CXXI. Chi de sic una de te predit te cinse, b d'alctin' altra simile a esse di et elli adimento ε manifesto vol far querella, deue venir in presentia det Signor in cox- te, & di mandar consultore ; & quando ha- uela consultore, se colui contra chi se volquerellae de uadimento non E presente in corte, deue clire at Signore; Signor , vij aper ch' et tale, & nominario, traditor vosro, come colui che fece et taι tradimenso contra di voi, & dire che et mandi a chia mare; quando fara venulo nvostra corte , set vora 1 Nar quesio ch' sor imputo , is gliel pronao con la personamia contra la sua I 3c et Signor et deue mandar fi chlamar, & sel sugge essendo suo homo, et deue far chlamar, & citar perire de ii suoi homini, i' uno in suo loco,& li altri do come corte, & quelli Ue et
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do rhaueranno trouato, colui cli h in lo-
eo det Signor, ii deue dire in questo modo: Tale, s 3c nominario in io vi cito da parte dei mio Signor tale che sol sate et tal giorno in presentia sua, vel tal loco,
δc nominar et giorno, & et loco, per δε- chiaris tu i aliis Nostra con et tale, dei tradimento che vi ha imputato, & dir lotradimento che li ha imputato in corte V di pol redire questo medesiimo attre do volte;
te , dica a gli altri do che son veniati contui come corte, Iovi chiam oper testimonio,
nominario ); & pol deueno venir auanti alSignor in corte, & colui che sece la cita tion, la deue reserire in presentia det Si gnor in corte, & li altri do che son staticon tui sit far de la citation de ueno assir maria; & quando sara fatio questo, et Si gnor deue auisar 1 colui che imput bet ira dimento r altro, et di, che hanno cita to quello at quale lui imputb ii tradimen to, & lui deue effer in corte quel giorno;& se colui ch'ε citato in questo modo non Vieri quel giorno in corte, b non manda adi notat et suo impedimento, comesi deue, parmi chel e conuinto dei tradimento im
putatoli, & et Signor puol da quella hora fare de la sua persona, & det suo seudo,& de tui te te attre cose sue, cosi comed' homo conuinto de tradimento; ma deue
prima dire a la sua corte, come li su imputato et tradimento, dc quale, & chi,& cona' et fece citar de venir a dichiari ria sua lealta a termine nominato, & lui non E venulo, mandato dinotar ilsuo impedimento, & rechie derii de cogno
lia ditio, & lui non e verruto a declitari ria sua lealta dei tradimento imputatoli, mandato a dinotar il suo impedimento si come dolaeua, chel pub fare de tui, et dele sue cose, come de homo conuinto de tradimento: et se et vien quel giorno in co te, colui che si ha imputato et tradimento deue effer, et deue sar dire per et suo consultore at Signore in presentia de coluiche ha imputato per traditore; Signor, ei
tale vi dice, io per lui, ch'el tale et Io nomini in e vostro iraditor det tal tradiamento che fece contra dica quale se io nega, egit e prompto de prouargiis ocon Ia persona contra Ia sua, ct renderio morio, δ pentito in Dacio d' una hora,vedi qui ei suo pe no I et altiora colui chesa la querella deue andar auanti, et inZenochi arsi in presentia det Signor, et porgerii ii suo pegno, et conui en cli' et tradimento sia manifesto, eo ε specificato di pra; et quel cli' E cosi querellato de tradimento deue dimandar consultore , et quando rhauera, colui ch'E suo consultore de-ue dire; Silanor, et tale ba consultore', sele a uiro che vos lia dire alatina cina contradi tui, ral iris, respondera, araquei che deue I et pol et querellante deuedire; Signor, et tale et lo nomina j si fa hyper, is per tui, chel iule et lonomina) e traditor subodel tes tradimentoche fece contra di voi, o fe is neea, e Iie pronio de prouargileto con la persona contra la sua, renderu morio, δ pentito in
gno I et dica che tradimento e quel che l' imputa; et altiora et querellante et si Zenochia in presentia det Siguor, et li porge ilsuo pegno; et pol colui ch 'ε at consulto dei querellato deue dire, se la cosa de laquale vien imputato per traditore E manufesta; Siguor, et is dissende, ne a deparola in parola et tradimento che li υieu imputato, o tui se ne mente de parota in parola, e prompto de distende, si con lassa persona contra quella de lui , Ο υμ
rellato si fis auanti, et s' in Zenochia in presentia det Signor, et ii porge it suo pegno; et pol et querellante deue dire; Ei io su
to in Dacis de una horis, o Dedi qui elmio pegno; et set querellato dira; Et lason pronio de dissenderint con la mia persona contra Ia tua , Ο renderis morio, d
ei mio pegno, ii Signor deue altiora rece-uer i pegni, et commandar a la sua corte de cognoscer, come si deue far quella battaglia, et a che termine, et di che, et come deueno esser armati in campo; et lacorte deue cognoscer che Ja battaglia deue effer 1 cati allo it quadragesimo di, et cheli campioni de ueno esses armati, come licam pioni Cauaglieri di battaglia, et cosideueno effer in tal querella, et ii modo come i de ueno effer i specificato qui a presso in questo libro, et come si deueno offerirauanti; et quando la corte havera saltaque sta cognitione, et Signor deue commandar a li campioni, che sano a ii quaranta di in presentia sua a parechiati con ca- ualli, et arme si come la corte ha cognosci uto, pronii de fare quel che cadauno si offerse fare, et ii deue nominar et loco do-ue vole che siano in presentia sua quel glor-no , et loro deueno esser per offerirsi, et
per far te alti e cosse che conuelagono farei
campioni, et lo deueno fare, si come inquesto libro e specificato che si debba fare , Ia doue si traita di queste cose .XCLX. Come si puδ haver fallax lia pertirare contra ii suo Signor net suos udo cosa che non Ii era. CXXII. Il modo come si ptib haver battaglia per tirare alc una cosa net suo seudo contra it suo Signor E tale, che se vi Eal-
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esan de gli homini det Signor, che contrati suo Signor h1 tirato iret suo seudo alchina cata che ha , et liene, che non si a delsuo seudo , et ei Signor la donianda, ethtii dice, che quella cosa e dei suo seudo, et che rha tollo at suo seudo, et E pronio de fare sopi a cib quel che de re, che quello d det suo seudo, si come ha ditio, et Signor li deue dire; Fate a fontha Dprsci 3 uel che et oi douete per ι' assisa I et altiora deue gi urar sopi a li senti, che quelehe lui h, tirato iret suo fetido, e dei suo seudo, & et Signor non gliel pub piu di- mandar; ma se vi E alchino de ii homini det Signor che sappia che tui ha satio sacramento falso di questo, et deue leuarco me speriuro, & mentitor di sede verso ilsuo Signor, Jc olfilii si a pro uario con lasea persona contra quella di tui, & renderio morio, d pentito in spacio d' una hora, dc porger il suo pegno at Signor in Zenochion; dc colui che ha satio et ditio piuramento, & ch'ε cost diffidato, deue res
ponder a colui cli' et diffida, di dire; Tu menti, io son prento a dissendet mi conia mi a persona contra la tua, Sedi qui et mio pegno I porger il suo pegno alSignor; & quel homo det Signor che nonsa et dis fido sol raditio, sapendo che rat-tro sece sacramento falso di questo, et mente la sua sede verso it suo Signor, A sevi E aleun de ii homini det Signor che non
sit presen e at sar dei sacramento sopi adit to, & tui sa che vn' altro ε speriuro, ro-lendo contra et suo Signor alc una cosa in suo seu do che non era, egit et deue di fidat quando et sapera n et preditio modo ;& se colui che havera tollo Alcmaa Cosa uel suo seudo che non era conti' at scio signor,
conuinto, b prouato per battaglia, bal tramente, et Signor deue recuperar quelche havera tollo net suo seudo, & di tui pol far Iustitia, come mentitor di sede. C. Chi Col dis dar Cn homo per cina chrhabbi totis in suo feodo contra it suo
Signor, come lo deue fare. CXXIII. Chi vol diffidar via homo percosa che habbi testo in suo seudo contra ilsuo Signore la quat non era, deue veniri ncorte in presentia det Signor, di mandarconsultore , I pol sar due per et suo con
ιa era parte det suo seu o contra Coi, chesete sub Sigrior, oe is cui e olligato def de , O lo ui δ, ha mentito .i quel giuramento come falso, dis eat, mentitor de sede verso et i, se to nega e li e proniolae protini glielo con la sua persona contra quella de tui, renderio i, to, δ pentiato in Dacio ου' una hora, et edi qui ilsuo pegno I & altiora colui che fa et diffi-
diffidato deue dimandar consultore, & pol per il suo consultore far dire cli' et mente parota per parota, Sc osteri risi a disses a conia sua persona contra quella de lui, &pois' ingenochia, & porgi ii suo pegno at Signore; δοῦ et Signor deue rece uer lipegni,& commandar a la corte che quella cognosca come , & a che gioino quella battagi ad eue ester, & la corte deue cognoscer chela deue effer da rhora a quar anta di, redouer esser armati, & apparechiati a com balter, & osterii si cosὶ, cona' δ specificaro a presso che li campioni d' ait re querelle chedes assinamento, ouer homicidio deuenqfare. CI. Come tui te te forte de Campioni deus no esser armati, quando vanno perogenisi is lis batta lia . CXXIV. Questo δ il modo come tuitili Campioni Cauaglieri, Sc alliri de ueno
comb.ittes, Sc come si deiieno prima osteri r at Signor, A doue. Sc come, di di quat arme defieno venir armati in coire per osteri r si a comb. alter, et come, et diquat arme deueno elier armati ai campo, bc se la batta lia E a cauallo come, & diche deueno effer couerti si cari alii. CH. Come i Causa ieri deueno esser armati Go coniseat teno per fassinamento, come per ali re qVerelis, comP dcturno
CXXV. Li Cauaglieri, che conabatten per fassinamento, b per homicidio, deue-no conabat ter a plecti, Sc seneta scussa, &effer totati a la rotonda, Jc vestiti de velle vermi glie, b sopi aueste , b eam isse decenda lo vermiglio, cur te fino at Zenochio, dc te maniche cui te filio at bra Io, & ha- uer calce rosse de panno, b de seda 1 coprii se, δc non piu, & Vna larga, che sichiam a charaZZe, che si a pili grande di hi irneZo piε, ouer uno palmo, in la quale habbia do busi de commune grandeZZa acason chel possa vederit suo aduersario per quelli biis, δc deue haver una langa, R due spade r una cinta che habbia la fodi atagiata sino a te cerace , dc l' altra at achata at suo schudo, tal che la possa hauer quando sara his gno; Sc non ha piti de tre gio ni de spacio de tal battaglia, da pol dati, Sc rece aut i ii pegni; δc quando ii Campi ni che hanno dat' i pegni de tal battagliae si voleno offerir ii di dela battaglia, i de-
ueno venir a piedi tra la prima, δc ter-Za, ne la casa det Signor, et qiuerellanto prima cosi vestito, δc calgato com'e de-chiarito di sopra, Τοῦ far portar auanti tui
molle rarpe, et molle lanZe, et molles 'a
de, acit, chel possa pigliar a P intrar in campo quelle che vorix, per che se cadauno non presentasse pili it 'ima, et quella susse rotta , b persa , b peggiorata in alculi modo auanti che scisse in campo, et non
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potria hauer pol ne sun'altra, eccetio quella che presento at Signor, et a la corte et ei querellante se deue offeri r prim .i, et dire cos', quando vegia ira in la corte dei
risco fornis quel che mi Qersi fare in labattvlia, cle hδ dato it pegno, contra eliale et nominario ); et altiora et Signor
deue fare venir tulte te arme, et mos rar- Ie a la sua corte, se quelle sono cosi, CO- me deueno esser, et pol consegnar te armel li suoi homini, et commandar at Cam- pion che vadi in campo, et quelli chepor- rino te arme con tui; et ei querellato de-Ue pol venir ad offerirsi, si com'ε ditio disopra det querellante, et et Signor deue fardi re tui come disse at querellante, et se una de te lange h piu longa de te attre, et Signor te deue tatare, et farie d' una grandeZZa, et deue far guardar bene ii dot Campioni andando in campo che alcun Sessi non scampa, b si asconda, et alcu-no li faecia male, b dis placer in la persona, nὴ honta, b villania, et ei Signor lideue far custodir de tutio questo, per chesono in sua custodia; et quando sat anno ambidui ai campo, et Signor deue me iter
de ii suoi homini per custodir il campo, et r uno di quelli deue dire auanti de lial tri a cada in de ii Campioni; Ete se dele Tob re arme quelle che voret e bauer per
far Ia battaglia I et loro deueno regni rincampo quelle, et leuar te attre; et pol deueno far che gitari cadaun de ii Campioni , che non portano bleue, ne charactera,
incanti, ne seceno per quella battaglia, b fatio fare, altri per loro chel sapiano, ha donato, b promesso a persona alc una quat si si a alcuna sorte de robbe per far breue, b incanti, bcharactere, bscongi uri, che li pota alutar in quella batta-glia, b nocer il suo aduersario, et che non ha attre arme adosso che quelle che la corte ha v isto; et pol de uena inenar i Campioni in campo, et in m eZo at campo h uer uno Euangelio, et ei querellato deuegiurar prima sopra li sanit in Zenochiato, Ia man destra sopra P Euangelio, et direcosi traluti Idio, et ii fanti Euangelii, co-nae lui non ha fassi nato et tale et lonomini J, et ei querellante deue dire chelmente , et cli' et leua come speriuro, et pi-gliario dat pugno, et leuario, et g iurar subito che cosὶ i'ai uti Idio, et ii santi Euangelii, come colui ha fassi nato et tale et lonomini ); et dapub questo ii custodi deue-no menar clascun de ii Campioni in una arte dei campo, et la crida deue effer pulicata in ii quatro cantoni det campo, tale che non ardisca alcuno sta di che nationsi untia de fare, b dire cosa per la quale r uno, b li dot Campioni iusseno in au
e una cosa alutati, b adsedisti, lo pos- fano, et s alcun lo sera it suo corpo , et ii suo hauer incorera in ta mercede dei Signor; et sel saginato E presente deue esserin una parte dei campo tutio discoperto, et se vi ε homo, b donna che sece et diffido per Campion, deueno esser te persone loro in tal modo che non possino nocer, alutar alcuna de te do parte, nὶ in ditio, in fatro, ne in continentia, eccet
to di pregar Idio in tal modo che li Campioni non possano aldire; et te arme delvinto, et quelle che caZeno at vincitore rorte, b integre, deueno effer det Signor,
et se ui ha Contestabile, det Contestabile ;et se sar, salta pace pol che sono lassatiandar in eme, et allaune arme de qualumque si sia ε rotta, b cade at campo, quelle sono det Signor, b dei Contestabile, selvi ἡ; et pol li custodi dei campo deueno partir et sole, si che non si a 1 r incontropiti de runo che de raltro; pol deue dire runo de ii custodi al Signor; Signor,
che commandate mi P haxemo fatio quanto
doueuamo fare I et ei Signor deue di eat hora; Lassiali andar inseme, tirat euitu Gna parte det campo, o lassali irauar-s: et fel Campion porta arme ascose, al-tre che quelle che la corte ha ville, et sives alutar per nos er ii suo aduersario, et
ii eustodi dei campo lo saperanno, et de- ueno prender subito, et ei Signor deue famli come de sagino; et se runo prende ipaltro, et se batteno, li custodi dei campo si de ueno tirare in quella parte, et effer ilpiu a presso che potranno a loro, si che sel'un dice la parota dei pentire che li pos- sano aldire; et sela dice, et ii aldano, de- ueno dire a l'altuo; Havete fulto assi Pet subito pigliario, et dario a l' arbitrio dei Signor; et ei Signor subito et deue far strasinar de la fin a te forche, et impicario per la gola, et smil mente colui che sara
occiso, ancor che non habbi ditio, Mi pento I et chi vol sar diffido de fassinamento, et non E Cauaglier, et deue far dire tui tele cose, si cona' δ ditio di sopra, eccerto solamente che li Campioni de ueno effer al- tramente armati che li Cauaglieri, et de- ueno effer cosi armati, et haver tui te learme, coin'ε apresso specificato, che Campion , altro che Cauaglier, deue haver, perche li fanti a pie conabat teno in tuiti licasi altra mente che li Cauaglieri. CIII. Quanto termine υi ὸ a combat ter
CXXVI. De tui te Ie sorte de battaglia, ecce ito de fassinamento, et homicidio, vie quaranta giorni de termine, da pol ches aran dat' i pegni; et at quadragesimo glor-no tra la prima, et la terZa hora, det leno li campioni venir a offerirsi nella casadet Signor, et querellante prima, et ii querellato pol, et se sono Cauaglieri de ueno
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venir 1 cauallo, ne la casa det Signor per
offerirsi, et deueno hauer calciate te calced arme, et ii suo i spalangi adosib, et de- ueno far me nar ii caualli copertati, et d'ogni altra cosa apparechiati, si come s' intra in campo, & far portar te attresue a me de te quat si deue armar at campo, &deueho effer armati ai campo con loriche,& calce, & elint con visiere, Sc cadauno
conabat reno at campo d' impegnata batta-glia deueno effer cOSi falle, est tanto grande come voranno loro, pur che non siano
tali che possiano passar te magi te de te loriche, senga tagliar, b rona per la magiia,& deue haver nel cerchio de re imo atoriano atomo vn cerchio de serro con agui de
ferro , b ras adori, tanti quanti vota, & ne istudo deue haver dot agui, rhino in mego dei seudo, & tr altro at cauo de sotto, &deueno effer de tal grosse ZZa quat voranno,& tanto longi quanto vn pi ede, & non piu, & atorno at studo da i' altra parterante broche, agui, & ras adori quanti v
ranno; et cauallo deue effer coperto conlecoperte de serro, & hauer una testiera deserro, & in mego la testiera vii chiodo,
dauno at orno te coperte de serro caden elonge quanto vora per coprir, & guardar
la pleni de cib ch'el vol, ma amn de co- se che positano noscer et suo aduersario, Scpub coprir et suo cauallo d' alti e coperte
pra quelle de serro tal quale vota; et auanti che ii quadrigesimo gloria I sia, et Signor deue far fare et campo fuor de lacita, ma a presso, et deue effer et campo de quat anta canne quadro, et Vatigato bene circundato con sosse, et pali che' sanoatorno ligate corde, si che per me Zo li pali habbia corde tra ligate, acthche s'alc uno
cauallo lasse duro de bocca, non potessessi a portar il suo Signor suor dei campo, perche sara vinio et campion che sara suor delcampo, b che sara caetuto a quat modo sista fili che la battaglia si a finita, b si a fatio pace; et ii quadragesimo gloria o deuenovenit a offeririi in la casa det Signor trata prima, et la terZa hora, et querellante prima , et ii querellato pol, et deue cad Mindi loro bauer piu caualli coperti, si cona' esopi aditio, et far portar de te predit te a
me d'ogni sorte acti, per che set non po tara piu d'una, et non fara me nar piu θ' uno cauallo, et quel cauallo sara morto , bimpedito, Ouer alcuna de te arme mal posta, b mal condicionata, et non pub recuperar altra, pol che tui te ha presentate ala corte; & quando et querellante vien in presentia det Signor deue dire, b far dire;
Signor, io seu venulo at termine che voi,
sol commandi I et pol se di δ tirar a vir canto nella casa det Signor; et quando et querellato vi en auanti ai Signor deue far diresim it mente, coni' ε preditio dei querellante; et quando saranno cost offerti, et Signor deue commandar prima at querellante che vada at campo, et pol at querellato, et deue mandar de ii suoi homini per acompagnarii fino at campo, et guardar chealcun de loro non scampi, ne alchano ii dica, b facta mal, DE Oltragio, n)villania;
quando vegnii anno apresso at campo, ognitano deue hauer pauiglioni tes, b loge fallefuor dei campo la doue i Parmano; et et Signor deue venir la con li suoi homini,
et constituit de ii suoi pili prouidi homini
per guardar et campo, et deue haver molli homini armati de ii suoi atorno at campo per guardar che a torto n) forZa, ol tragio non sia fatio a sua Signoria, DE ad alcian de ii campioni; et quando saranno Venuti la, et Signor deue far venir liprimi campioni in sua presentia, et dir acada uno: sual e ii vos ro cauasio spra et
quale solere, δ douete combalter, doue Jon te Cosse arme con te quat volet e com- balter P et loro te deueno mostrar; et et Signor te deue far pigliar, et mostrar a lasua corte, se quelle sono tale quale conuen-gono per far quella opera; et altiora laco te deue messerar te lange, et se runa Epiu longa de r altra scuri arta, et farie egule, et s'alchana de te spade, b il ferro dele lanZe e tale che post a passar la magii a de te loriche seirga romper, b tagliar lamaglia, si deue far cambiar, et tuor attresi co E preditio, che deueno essere; et quando sera fatio questo, et signor deuedire a li campioni che si vadino ad armare de tui te te lor arme, eccetio rei mo, et laudo, et Ia langa, et ei Signor deue commandar a li suoi homini che siano me- nati ai campo, et che siano me nat' i suoi caualli auanti loro, et suoi studi, et te sue lange, et ii suoi elmi, et de ueno intrar api edi at campo, et esser me nati da parte cadauno separata mente; & quando sara fiat
ro questo, quelli homini cli' et ignor h1 statuito per custodiret campo, de ueno pol x p
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tar uno Euangelio, et far gi urar classetinde ii campioni da per si chel non porta adosso, ne sopra it suo cauallo alc una armacon la quale possa nocer et suo ne mico, attre che quelle che la corte ha villa,sa chel porta sopra de si, b dei suo cauallo breue, ne carta, incanti, ne altriper lui chel sappia; et da pol questo gliar
mento deueno far veniri per meZo at cam
po ii dot campioni, et haver perim ego alcampo uno Euangelio che uno de ii gua diani det campo deue tenire, et dire alquerellato nise auanti , O gis, a qt ei che . fovete I et tui .se di ingenochiar, et me iter la man sopra i 'Euangelio, et dire; Cosὶ me adititi Idis, qu L santi Euangelii ch io non h) mai fatio et tradim ut ocs et tal me imputa ; et lo nomini; et ilquerellante et deue prender dat . pugno subito, & dire: Tu sei periuro, stoli letioeome periuro, iuro che cosὶ m aluti Idis, er questi sonti Euangelii che tu baifatio ii ira inleuto cV io te imputo I et polli custodi de ueno me nar cadaun de ii campioni in una parte dei campo, &commandar che sa crida sia publicat 3 nelle quatro parte dei campo, si com'ε preditio che si deliba publi car te cride nelle quatro parte dei campo, di deueno fare che ogia uno deli campioni monti sopra it suo cauallo, di pol lasar et suo studo, 3c la sua langa, cc li custodi de ueno te ni r ii campioni perii freno dei cauallo, & li altri li de ueno partir et sole; & quando sarae partito et sole, & te cride publicate deueno dire at Signor il quale deue esset suor dei campo a cauallo Signor, noi sartemo fatio quanto Gueuamo, che commandate P & et Signor
quelli che ii tengono ii de ueno l .iisar an-dar, & si deue mouer runo contra rat-tro, fare et meglio che sapera; &s'al- cun de ii campioni port' arme ascose , . tetraZe suora per nocer il suo aduersario, si deue fare come hau emo ditio, lado uepai
lassimo det saginamento, & homicidio chesi debba fare colui che sara morio, b pentito de questi dot at campo, et Signor de-ue farto stra smar, & impicare, & et canalio, & te arme dei vinio deueno esserdet Contestabile, simit mente quelle delvincitore che sar anno rotte, b caaude alcampo; & se sera fatia pace de la batta-glia pol che li campioni sono lassati andarinsteme, tui te te arme che saran caZude in terra rotte, & intrege deueno esser dei Contestabile, Jc se non ha Contestabile quelle deueno effer det Signor; & s' et querellato per tradimento e vinio, egit ἡ conuinto dei tradimento, per che li E sta protiato si come si doue ua, dc deueno effer dis hereditati ii suoi heredi, come heredi de traditor conuinto, et prouato per traditore; ete et Signor vol hau er et seudo di colui ch conuinto, et prouato per traditore com' ὀTom. V. preditio, quando procedera oltra, et Ja Iustitia far, fatia, et deue far radutiar la sua corte, et dire, cona' et tale, et nominai
lo, e sta querellato per traditore, ii quale ἡ sta conuinto, come colui at quale gli e staprouaro per battaglia, et ii quale tala vinto, et techie der a la sua corte, chequella cognosca se ii suoi heredi sono dis hereditati dat seudo che fu de colui ch'ε sta conuinto per traditore hau endoglielo prouato in campo per battaglia, et la corte deue
redi'siano dishereditati dat flaudo che te- niua, et de tutio quanto che da luili pote ua peruenire, si come heredi de traditor conuinro, et prouaro per traditore, et alliora et Signor pilol hauer et possesso det suo se ado, et tenario, et far d 'esso tui te lesuevoglie, come suo, pol che rha hau uto co-
si per tς imination, b per cognition di
CIV. Come si deue querellar de rapina. CXXVII. Chi vol querellar de rapina, b de danno di ili ad a, b de violentia co- me si sia, b de una marcha d' argento, bde pila, b d 'altra cosa per la quale deue perdei'. vita, b membro chi. E conuinto, bprouato, deue sar dire at Sigia r in presentia di colui ch'ὸ querellato; Signor, io mi querello a voi dei tale et lo nomini ha salta la tale cofa , et dica quai, Ieia nega, io Ion Pronto di ρ ou.Mila, C s
isio pegno I et raltro deue dimandar c n-sultore, et far dice at Signor; Signor, is uego, contradico tutio quel che in Mimputato, si mente da parma is parota ,s io Jon pronis 3 disendet mi tuito cos,
ome la corte ter nis a ch' io ini diffvda, s me i qui ei mio terno I et la corte serminara che colui che si offerse pro uario,
et debba pro uare per dot leat testimonii dela lege di Roma, et colui contra ii quale si vol pro uar alcuna de te dit te cosse per testimonii possa torii , et diffidar quel chevole de ii testimonii; et chi vol leuar, bbuttar testimonio da la testimonian Za, f. cia cosi coiis E ordinato di sopra in questo libro che si deue fare contra testimonio, che si uol leuar de cosa che ui ha dis fido de battaglia, b rebutiar, et leuar de testimoni nZa; et se la querella e de costa chemerita morte a chi sara conuinto, b prouato, et ii testimonio sara vinio, et tui, et esso per et quale fa ta battaglia sarai no impicati; et fel testimonio ε tal chel ossa met ter campion per se, si cons preditio, et lo metre, et ii suo campion sa-Ia Vinio, turri tre sat anno impicati; et se domia si la querella, et ii suo testimonio, et suo campion sara vinio, let sara arsa, et ii testimonio combattendo impicato, es
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sel 1 ne itera per se campion, et quel seravitato, saranno ambi dui impicati, et ladontia arsa; et se la battaglia e per querella tal che non si deue rece uer morte,
colui, b colei per ii quale combat te, delquale et campion sarii vinio, perdera lacausa, et Voce, et resposta in corte, et
CLXVlII. Se alc uno si querella per al- cuna cosa contra donia a che ha marito, &lui la voi di sender, la puot dissender conia sua pei sona, di sel non la vol diffender, let si puli dissender per un' altro campion, si come la donna che non ha marito, &il suo marito non la pub obstare, nε contradire; per che sel si querellasse contra ladonna de fassinamento, b d' atri a cosa, dela quale si douesse dissender, de ii suo marito non la volesse diffender con la sua persona, la potesse obstare che la non si sacesse diffender per via' altio homo, te iseia rebbe conuinta; Ouera mente non si potere h-be querellar contra donna per delicto chelei facesse, e et suo marito non volesse; lequat cose sariano contra la rason, & equita, & pero deue esser, Sc e cosi come ishb preditio per rassisa det Rea me di Hierusalem; Sc sel suo campion sara vinio te id eue effer arsa, dc ii suo campion impicato, di qualunque querella che si lia, et campion vinio deue effer impicato per passisa, d l' usanra det Rea me; & se donia a mari-dbria Vora far querella de sustitiamento , bd' homicidio, b de rapina, b de danno de Drada, b de cosa che vi ε battaglia chenon si a de disserentia d' una marcha d'argento , et suo marito puot intrar per leti et campo se vole & se tui non vol, Scput la lassa sar la querella , lei puot metier campion, pur che questo sia con licentia dei suo marito, per che la donna non pub far querella senta licentia dei suo marito, per te rason ch'io dissi di sopi a ; 3t se ii suo campion sera vinio, sara farto dilei, 8c dii suo campion, si coni'ε predit
to; ma Pel marito non vora sostir che ladon ira facia la querella, let non la poti a fare, impero che non ii sera risposto se imae a consentimento dei suo marito; per che sieli su se risposto senaa consentimento dei suo marito, dc la battaglia sosse impegnata, Scel marito non volesse che la battaglia fustse, et potria partir sua in Oglie senZa farbatraglia, cel dicesse che lei non ha libe ia de far niente senga sua licentia; δc pe-rb non si deue responder a donna che hamarito in querella che lei facia, set suo marito non consessa prima in corte eger disuo consentimento che lei facia quella que-xella , bc ccncedendolo non pud pici obuiare la sua minite di fare la querella, nὶ poti a dissare la querella che havera falladisuo consentimento, per che cosa fatia in corte non deue pol effer disi atta, ne distitia.
CP L. Qual persone si ponito dessendet
CXXIX. Queste sono te persone che seponno deffender per campion; donna, homo guasto, homo che ha pastato la et a de se-santa anni; Si se ii suo campion sara Vinto, sara fatio de tuiti dot si com'd specificato di sopra.
u. Chi se querella δε υiolentia , O nou se Merisce prouarta, per il che , se
ii querellato nou ὸ renuto de negaria.
CXXX. Chi se querella de violentia, deue dire di quat cosa li su satio violentia, dc o ferirse a prouaria si come la corte terminara, b cognoscera che la deue pr Uar, alti amonte non e obligato ii querellato de violentia 1 negaria, per che non lanegando, non fit 1 gia conuinto se non lanomina, Sc offerisca protiar si come la cor te terminara, b cognoscera che la deliba
prouar, cloε secundo l' assisa, b i' usanradet Reame de Hierusalem; Sc ii querellato de violentia, anchor che rhomo si of serisca a prosaria si com ἡ preditio deue limandat termine hila'prima di manda,
singa negar la violentia, per che se la nega senaa di mandar termine, et non porra pol hau er termine , per che li1 resposto ala di manda quando ha negato la Violentia , pePb che la di manda era de violentia, & chi nega la violentia hauera respo-
sto a la di manda; in1 se at termine chela corte ii dara non la nega, se l' homo si offerisce prouaria, dc dira de chi ii hὶ fatio violentia, dc tui sara conuinto, b pr uato, cade alia mercede det Signor la persona, Sc faculta sua; δc se la nega, lacorte deue terminar, & cognoscer che sidebba prouar per dot leat testimonii de lalege di Roma, dc che ii querellato posita
leuar uno quel che vora, & conabat ter seco, b contradire, ouer opponer, si com'ε specificato di sopra che si debba fare . CVIII. Conae desens effer armate tui te lesorte de gente che impe uauo bat inglia,
CXXXI. Tut te te sorte de gente, alti iche Cauaglieri, per qualuiaque querella chesi sia, de ueno conabat ter a piedi consopra, ii est e de cendado blauo, b rosso, δc calce imbragate, si com'E vsan Za che li campioni h pie di te hanno, tos adi 1 la retonda, dc effer, & hauer scudi, Sc has ede combatenti, 3c chi non te pub hauere, alti e haste che siano d' una longeκκa; et de learnae dei vinio, et det vincitor sara fatio
at modo specificato di sopra; dc querella
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suta de sessinamento, b de homicidio non ha spadio dat di che saran dati, et rece-uut' i pegni infino at di de Ia battaglia, senon Ire Zorni; et de tui te te attre querelle fino at di de la battaglia qua Panta glor-ni; et ii di che li sera dato per il Signor,
et per la corte a combalter, deueno venirper offerirsi in casa det Signor apparecta iati, si come dice in questo libro cli et Signor lo deue fare; et quando saranno alcampo, ii iuramenti, et la crida, et te al-tre cosse dit te di sopra deueno essier falle per li vardiani det campo, si com'E specificato di sopra in questo libro .
li subi pegni ι' et no contra falliro. CXXXII. Egli ε assisa al Rea me de Hierusalem, cli' et Signor non deue rece iter lipegni dei padce col figliolo, det figliolo col padre , ne dedo fratelli, run contra restro.
CX. Che deue far dire chi vol imputar de fastu la corte, et a chi la imputa desipia con parole , come, et per che rutti Ii bomini de ι' alia corte deueno dechiari, iis sua Iealta. CXXXIII. Chi vol impii tar de falsitata corte, et dir che la sententia, b la termi-vation, b la cognition, b il record o chela corte sece, E falsa, b diste alimen re fat-ta , b che non si a fati a con rason, b in
alcula altro modo la vorri imputar de falsita, contradicendo alc una dele predit tecO- se che la corte havera sat te, bscrit te, tut-ti quelli de la corte deueno subito dii gecti' et mente, et offerita 1 dcchiarir la leal-t1 sua in corte con te persone loro, contra la sua, et se la vol imputar de falsita, ii conuien combat ter con tiitti li homini di quella corte coir vn dapo i 'altro, et simit mente con quelli che sono stati ala cognitione, b a la termination di quella corte, b al far det ricordo, come conquelli che rhaueran fatia , per che Pel imputa de salsita la corte, et non imputas lamente quelli che seceno la rei mination, b la cognition, b it ricordo, naa tuiti quelli che sono homini di quella corte; et pe-rb che t 'honor, et la vergogna di quella Corte E commune a tuiti quelli che sono diquella corte, deue cadauia che sia di quella corte doffenderia, et declitari r la sua lealta con la sua persona contra colui chela vol imputar per falsa, per che corte cheliauera falsificato non pud piu fare termination, nε cognition, nὶ recordo che sia valido, se alcun la vora contradire, perb checosi come rhomo conuinto, et Vinio de falsita non piab pid portar testimonianZache sita valida, volendo contra stare alcuno, cosi la corte falsaria non pub pili fare termination, cognition, ne ricordo che si a Tom. V. valido, chi Vora dire ii contrario , et tuiti quelli di quella corte hanno perso persem pre Voce, et resposta de corte, et non pubpiu alcula d 'est portar leat testimoni nZa et per o b deue cadatin prender l, sal tas opta di se, det sopi aditio m)do; et CO-lui che ha ditro alcula a de te predit te cinse contra la coite per far falsaria la corte, coni 'e preditio, et porge it suo pegno contra tuiti quelli de la corte, et ei Signorio receue, et quando sono at campo per far battaglia, qui deue ester a ruria parredet campo, et rutti li altri homini da raltro, et Viro de gli homini quel che ele-Zerano deue combat ter prima da solo a solo; & se colui che si partira sara vitato , subito deue venir via' altro in quel esse reche colui che imputa per falsa la corte sa-ra; & s' et vendera qtier altro, vn' altro subito deue venir; &cosi combat ter con turti, ad Vno, ad uno, Sc deue ven certi tui ii in via giorno; & se non ii vencera tuit' in V n giorno, deue ecter impicato; et se alculi dira de quelli de la corte da pol chelor haueranno fatio una de te dit te cose, et scritio che tui ha fatio questo, et non mention de la corte, i 'altro pub ben di-
mente, et distea mente, et se voi is voleste ne ear, is fou pronio de pro uarteio con iamia per va contra Ia tua, o , le tur, se sono piu, et venderui morti, δ penitii iu acis r una fora, et veri qui ei mio pri no I et Io porgi at Signor, et con tuiti quelli che haveranno ditio questo punico m-b alter senga imputar de falso la corte, et se colui, b quelli elie sat anno cosi imputati de falso non se deflendeno, et de hi riste no la loro Iealta con te fite persone, sono conuinti de fallita, et diste alta, et haveranno perso voce, et resposta in corte per seinpre; et se i sono piu, deue com-bat ter con rutti, ad Vn ad via, cona' ὀ preditio; et se ii vincera tuiti, per questo lacorre non sara falsa, ni perdera niente dei honor stio, et la sententia che sece δ se ma, et tuiti quelli cli' et vincera saranno impicati; et sando vinio tui, sara impicato; et se pili δ' uno dii anno, Mi fessem νquesto, tui et pub sare a quat vole de quelli che haveranno ditio cosi, perchi et non disse niente contra la corte, et s' et se attacha con piu, et non li Vuot in via gio no tuiti quelli contra i quali deue combat-ter, et deue esser impicato, et tuiti quelli che tui vincera deueno esser simili uel Ne et per alciano de quelli cli' et vincera, selivincesse tuiti, non deue restar che la rermination, b cognition farta per la cor se non debba ester te nuta, per che tui non hagia imputata la corte de falsita; et per lerason s 'pradit te, et per naol te attre deue no tuiti quelli, che varanno fare termina-