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bi quesb Epostavnivagostpggia etin mand 'artificio salibrato se chela, congiunge tuticiquestoedificio. tulisse poste, egit antedetti Pila, ' stridat pauimento insino a questo fictaio,1onci 4eparcti turte dies eccellenti tautae di marmo crostate, Ie quali sono dii larghetin vine sei pen inscuna, e per long heaeta piedi diecis essendo anche
D starvna et altrali frego di marilao rileuati , stale quali ven 'e udo is di mereto piede etatio alia mesaica . Certamen tecosa mairoe singos Iare. Sostentano gli antedestii Fuastri una volta at Ia morςsci eoqM 1trotto, si come una Bigna, maconcauata, cosa in vero molio arti
ficiosa. In meteto di quelli dot saeelleti che sono calli luci se e ivno victu Ne nulla sonte dot artificiosit scaloni di blanco marisci se si glati molio solii Imente alta Mosai ι' Nella sommita di ci est uno una bella pigna di marmo. Nes meaeo delle quali da vn artifici '' soschisone det metalloesce gram copia hac qua .dE cosa queritam chiara acqua con g tam vagheZZa. de gli astanti cadendo sopra Hai cunestriate piet: e di marmo,da graia rumore, e mormorio scordeci
' do per quelle platre striate. Nel fine pol ragunandosi assienie pasiari saper uno arti iosa ruscet letto, come pol ditia ostrarem. Sopradello Schisone, da cui estono deite acque vedesi una bellissima v Aquila da finissimo musai compatia,sopra di cui si v edeno anche,, due vaghi patinni sottodi vn bimcodrappo, cloe uno perciascuniatme net mezZo due huomini con glaresti test mirando a certi aurn gellaui, che sono seprati rami di vn.albero per saggittarIi , c pretuito questo quadro di meZZo macrolata volta. E tutioil pavi P mento di esset di aiiadrato pietro di blanco marmo ; neI mezm dicui passano i 'acque deli antedella fontana per uno artificios nu-scellet to di candido marino per poco is patio , cd entrano in v bello,o misurato quadro di quattro piedi,e meZZo per lato; pur an chegli di finissimo marmo fregillato con alc uni curiosi lavori assa musaica. licui lando e condotio asci cantoni, sta Ie quali per Iera chiarissime, e transparenti acque vegsonsi pesci finii di diuersemaniere assa inausaica molt sottit mente composti, ii quali secondo il mouimento desie cmare acque anch exlino psono m uouersi.
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Vscendo quest' acque anch'elle di quindi scorrono per in altro ruisseelletio simit mente Latio come it primo; ed entrano in maltra quadro satio parimente a somigii Za deli altro, e di quindi at tem , eto con marauigliosa deletiatione. Da questo terZo quadro anche per vn ruscellet topassano queste acque, ed alquaeso passate perrvn soti erraneo cuniculo sono condotte ad una larga, e prolanda Peschiera edificata auanti a quesio palaZZo, come pol destriuere- , mo.In vero ellae cosa molto vaga,e diletteuole di vedere,ed inire is
queste fiesche, e chiare acque di continouo precipitos amente scedere contanto diletteuole crepito dellante det to Siphone, che 'capgionano nel cascare sopra de Iartificiose, e striate pietre, e potraguntas assieme, e correre per detio bello rus licito, ed entrare di quadro in quadro, e vedere rappresentare quelle vaghe figure di musaica,come deito. Eglic ben vero, che vicino es quadro di is me Ero vi e una miserata pietra di candido marino di piedi tre mi lato, da quattro artificiosamente lavorati capitelli dat pauimento non molio alia sostentata, sopra di cui con gran placere mangiare si puo . Appresso di questi diletteuoli Iuoghi, econ non minor deletiatione gustar si puoiIsresco vino portato conli vasi deste cor. rarenti acque per detii ruscet letti per in sino a questo quadro . Nel quale essendo condotii pare vogitono sta se combattere cosi agita 'ti dati acqua,o piu, o meno secondo I impeto delle correnti aeque is
di esse. In uero di quindi iaci linente giudicare si puo, fosse questo
artificioso Patarro stato satio da potente, ingenioso, ed ancheno.- 'bile signore. Vscendo mori di questo luogo ritrouansi dot usti non molio grandi, cloe uno at Ia destra, e l'altro alla sinistra, perli qualin passa per salire soprasci Palaχχo. Equivi veggonsi alcu. ne scale salte a limaca di treta otio scaloni di clascuna per insino alprimo suolo, oue si ritro uano perciascun lato questi edificij. It perri 'che narrando d vn lato ii simile si potra intendere, che sia detral - istro. Salito dunque alia destra per deita scala entras primieramente in una sala dodici piedi larga, trenta longa,e quindici alta. Nel 'cui caporitrouasi una Camera di piedi quin dici. Corrispondono is a questo edificio quelli dot primi senestroni, quali dicessimo essernelia sacciata sopra di una di quelle pone d alii lati della porta mag giore. Eda queste due habitationi per passare allat tre due detr- altro lato delia maggior porta,vedesi vn adito di piedi quattro lar go,che passa fra i alterga delia volta, che e sopra della sontana, e la facciata dei palar Eo. Pol per un'altra scala salta a simighanχa del-l altra di scaloni trenta si salisce, in capo di cui vi e vn chiostretto '
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disopra aperto aillaria di piedidieci per Ogni lato. E simit mente M anche vn altrodest altro lato sivede. E di quindi si passa nolisci i. zodi tutio I'edificio sopra della sontana, oue e vn chiostro os lata, ' corto parimente Iongo, o largo venti piedi. In cui da trelati vegia: is gonsi tre sacelletti, cloe uno perlato dilarghea a perciasenninpiedi cinque, edi dieci in long heaeta, pra de qua Iiseno te volwὸ ' alIa moresta falle, come inanZidimostrassim o . Son sostentate E,i voIte d'intorno di questo chiostro da quattro helleicolonne die unissimo marmodi altea et a di piedi dieci per cia se una. spira nei meet Eo di de reo chiostro laria. Pen sossero posti in quei sacelletri li, Dei di desti pagani. Appresso di clascuno di questi chio stretti vi e V vna sala di piedi trema in lan ghezra, e tredici in largheZZa, e ven-.ti tre in alter Ea. alle quali cortispondono pane delle senestre, clam. dicessimo elsere sopra det steggiodulla sacciata, e parte di quelle, ' che nodalli lati deli edificio. Sono tulte det te senestre conices colonia elle lavorate alta Moresca. E ciascuna di queste sale ha una cameretra congiuata, a cui corresponde una di decie senestre. Si '' puo passare div nanetrali rastantia. Appresso delli do i chiost retti. dalli lati ve gonsi te scale da salire prata sommita dei palaχχo, laquale tuitae copertadibitume. Sono anche deite scale alum acae di gradi trent orto per clascuna. Fu satio molio artificiosa mente detio astricato con it quale e coperto tutio questo edificio suo ,
desti chiostri. Con tanto magistero su fatio questo edificio , chem si vede tutio eger di grosse mura fabricato, che no nella semmitadi grossereta di piedi cinque , concatenato di grossissimi r raui di' quercia fiale mura poste, si tome in piu luoghi arieari rouinati siri vede. Egli erastrico di cui coperto I'edi fieto, come hodetto, satio con grand artificio, che non si puo comprendere, olue simo Ii mea- ti, per Ii quali scendanol'acque,che quiuidat raria castano. In uero, ,. come ho scritto,e questo superbiis mo, ed artificiosissimo edificio.
Huiusce ad cy minuta planc ac nimis exam descriptio, m vides es Ilia certe me consolatur, ac recreas ,quod ea non ab Pavor tanι visi,sdab Itaoscriptoris fonte prosuxit. Nulla Uentastanis timenda eLi uota, nullum mentum,aus commentum tota tota deliter exscripta. quam vel ea ratione d Dus latinitate mn donaui, ne orae qui bi inhaec Omma
vel per sperbolem dicta, vel scrip a Isbi suadereι- Pr ara, ni fauor,
inopeia, at res CD aetopclam vincit. Σω fidelibus eam oculis non juhκ-crems, animis concipera non possunι. bed alterum iam , eodem scriptore me prosequamur .P ιι ille . nos missequi.
Mendendo pol, sic habet, dat deito palaeteto vedesi auanti la
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Ia maggior porta per poco spatio una vaga quadrata peschi erata is reata dest acque . Coc ella e formata. Gira in torno ducentopladi,che danno cinquῖnta per Ogni quadro essendo quadrata at-' torniata di artificiose reticulari muta. Nel cui meZZo vedin v . bello, e vagoedificio anchegli di quadrata figura. A cui entrinper vn piceiolo ponte di pietra,nes capo deI quale vi e una portata, disper Ia quale si passa in una satella di dodici larga,e sei longa,voltata in croce, con due senestre cloe una per clascun lato, dalle quali si 'possono vedere si vivi pesti per l'acque nuolare. Pol di quindi si is passa in una mi furata,ed artificiosa stan Za dilarghe22a di otio pie di, e larga dodici. E quiui ritrouansi tre belle, e mistrate senestre
eloe una per Ogni lato,e nefa fronte latereta, che mira at palaχEo. Nel meetro dicialc una di estisostenta dolpiccioli archi una striata colonnella di finissimo marmo. Cuone questastanaa una super- ba,ed eccellante volta alta Moresca Iauorata. Ilpauimento di Ia- uorate pirare di marmo molio diligentem ente composto si vede benche ora stan parte di effo e rotanato. Quivi in questa habita- istione si presentaliano te signore, e dasse fenestre pigilatano suoi Ilaceri vedendo vargare ii peici tra l'acque chiare. Neli altra ha- 'itatione rimane uanole Ioro donetelle,Iequali pote uano anchelleis da quelle due fenestre hauere parimente umili deIritationi. Nella peschima si pote ua scendere per alcnni scaloni di marmo. lator - no a essa peschiera eraui vn vago sardino di limoni, cedri, Na- istanzi,e di altri simili stultiferi alberi, di cui alquanti vestigi ancors veggono per una parte delle rocinate muraidalle quali era intor- niato. Ancor si scorgono in questi contorni asses vestigii di edi si ise ij,ed anche parte di essi in pi edi, perii quali si puo giudicare lasse ro qui ui grandi, e superbi edificij si per seruiggio delia famiglia .
delli Signori, come per hospitio delli rastieri, che di continouo ventuano adessi. In uero io credo non possa verun animo genero-Vsovedere questi edificii parte rouinati, e parte che minacciano ro Guina seneta grauedis placere di animo. Parimenteio credo suffero
querit altri due palaZEi, ii quali quasi totalmente ro uinati glaccio. no non molio da questo discosti. Acti sono dimorato nella destrittione di questi edificij vscendo dei principiato nostro intento;
pur e parulo a me di destriuere questo edificio per sedis attion de curiosi in gegni, ed acci oche mancando tanta labrica, come mi ἀnaceia per no esserui alc uno di animo generoso, che Ia conserui nopolendosi pol veder in piede almeno rimanga Ia memoria nessa scrittura. Hactenus ille ,& nos cum illo hactenus.
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Illud vero monitrum hoc loco te volo; quod licet haecaedificia sint
asso ia ex parte hodierna luce collapsa, tua tamen pulchritudine ιj' ae maiestate non carent; cum in ij. regiae, auitaeque vestigia nobili. . . tatis elucescant; quaequς suapist sponte testamur Panormitanae Veia bis gloriam ita singularem existere, ux gloriosior, ubique videatur. Vidi antiquissimum M.S.apud Haeredes D. Iosephi Casgii S. Ni colat ab Albergaria Parochi vitae integritat ac do inae excellen tia prestantis. Legi arcem illam Fonti maris dulcis propemodum imminentem temporis diuturnitate dirutam , cuius tantum ho diema die vestigium extat, a Sarraceno Rege constriinam; cui fiasia, talearioris ille indidi incunen ulla huiusce rei inuestigationem adhibui summam diligentiam .elurimos dies, noctesque plurimas
elucubrando consumpsi. Non inueni. Praeclarior caeteris cum sit Ioeus, maximisque delicijs resertuS id suadet. Locus regius est; acaedi se ij vestigia,quae non exiguam terrae intercapedinem continet, ct coercent,resiam commendant liberalitatem. Ara aquis septa balneas, piscinasque gremiu confovebat suo, ad quaa Rex vel lauatum, vel explicatumTum veniret, per varios aedificii meandrus delitescentibus gradibus in ea loca deueniret. In ea obsoleta papyro haec. Autumant nonnulli extare libellulum,qui Siciliae itinerarium inscribitur, ab Hebreo exaratum, in eoqde legisse Regem una cum liberis,ac uxore in cymba ex ebore facta expiscari sol itum. Is nun-ram ad me peruenit. Sit penes eos fides, mw .n. incerta scribe- 1 pro certis. testis dumtaxat auries, non oculatus. De L .uba meo minit Bo accius in Decamerone, cum eo plerique alis, quos, si
lubet, consula. Atque haec de aedificis a sint latis.
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E C abs re quidem est Mensitis iam regius aedificiis r i xςmpi cta un in panormitana planicie vel a Regi-
.s i l l iis, bus, vel a cereris Regum vestigiis insistentibus, cre
gium .n panormitanum genus est extructa breui o- α ad rationis anfractu vel proponere vel describere,cum semper ex unaquaque re panormitans urbis regia maiestas luculenter existat . Et debebatur planc Aureae Conchae templorum decus,
ac ornamentum, cum ea tamquam adamantini lapides eiusdem aureae Conchae monila; perinde.n. graecum hoc verbum sin sonat, siue regium caput collustrent, comant, coronent.
Atque ut hinc prosperis, ac feliciter ordiamur satis seio in Gui-lelmi secundi Circo illo regio, seu saltu, quem hodie communiori vocabulo Parcum populares appellam, Gulielinum Regem vena tioni frequenter induvisses qui profecto cum id tempori s multiplices ferarum faetus aleret, ac educaret, tagularem venaticis canibus praedam offerret, ac praecipuam Regis animo delectationis materiem suppeditaret. Hoc ergo loco progrediente tempore a Ii ridetrico secundo Siciliae Rege templum est conditum, ac D. Mariae sacrum,quod Cistercientis familiae sacerdotes colunt. In huiusce templi parte Virginis Deiparae simulacrum visitur aspectu augustius humano. Sacram illam aedem nemo adit,quin suplex Virginem
adeat, ac pietate commotus lacrimas pietatis non effundat. Carnobium illi adiunctum in praecaelso , editoque colle collocatum. Hic summam aduentanti voluptatem creat loous. is .n. cum&cae si elementia,& volucrum concentibus,& florum odoribus, diari, horum varietate evarnetur materiem voluptatis subministrat, & ad deponendas cura omnes cordis tyrannides inuitat. Totum pa- normitanum aequor uno lustratur aspectu, unoq; aspectu varijs, iucunctissimisque rerum sere omnium imaginibus affatim aduenae, in colaeue desiderium satiatur. Vndequaque fontes erumpunt, vo-dequaque etiam, ut innui,vernat & auis, ut post haustum beneficii
non immemor loci delitium cantu reddat amaenius, vel loci deliatium Dissiligod by Cooste
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tium ingeminato carmine consalutet . In eo nihil est, cur quispiam
i E regione respohdet,sons Regasis, Ubi, ait Fahelus, temptam en
' ingens, m uo opere, aedium superbissimarum I ructura toto orbe celeberrimum. vaguscentis lamare D. Mariam re e otium D. Bened B Sacerdotibus aerei um, qkia Gulielmussecundus bicilis Rex ma gnis impensis loco iuxta Micharcia acreorum Pagum paulo supra Sanctam Risiacam a fandamentis erexit omnibusfanis no lum Italia id meo miam rem timoris rigati; eogenera Piructurae emissimi Eli
da multitudo innidum pro mari rix , Panormique Lam illustris ci iratis vicinia non contemnendum esseras . qaodessem Regis liberalitas pauloma in emitatem Merropolim concedente Lucis σουrvs Rominis renum evexis. Hic locus hariorum umeritate UasHὸ solium plane manan
tiam aquis, O missimo in rotam panormitanam sibi fiubi tam puniri rem, omne is Urbem Efam , ac.mare Tyrrhenum prosperita, aret Melamen rapuisberrimus m eqsra, ct ob frequenses Regum secessus , quine
animi relaxanae gratia Ne femeflebantMons Regatis iure optimo appellaris. Haec ex Faaelo. Breui oritus iam notis. rudique, ut aiunt
minerua templum huiusce urbis deseriptum considerasti, considera quaeso nunc mecum illud ipsum ex P. F. Leandro Alberto paulo accuratius, ac diligentius adumbratum ; ut, si terrarum orbis taneam tanti templi maiestatem, tam singulare,tantamque Regis muni
ficentiam si minus potest oculis inspicere,adamussim literis expressum,characteribus efformatum contempletur. Quae sane magnificentia cum paene sit toto terrarum orbe singulatis, singularem etiam urbi Panormitanae affert laudem, cum id suerit tum a pio, tum a praepotente Rege constructium, qui suum in Conchae Aureae theatro domicilium collocarat, eoque loci, in quo assuerat animi curas, molestiasq; subinde deponere, ne diuinis se rebus orbaret, sacellum quasi agreste sibi condiderat,quo nihil, ut dictum est, orbis terrarum vel magnificentius, vel par fortasse cognoscit. Nec igitur diutius praestolante F. Leandrum Albertum Italum detineamus , aures commodemus . consentaneum .n. est, ut quiuis huma nam hanc exteri hominis ex longinqua regione aduentantis oratio
nem benignis auribus accipiat, ac ceteris, si qui sunt, qui obstrepe tent, silentium imponat. Sona Patremo, sic exorditur ille, quavis milia via τώ serelli o mem, e vicine ii cossi Apicιio stello di Moreale da lat Mons re garis, Diqiti Cooste
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te vaso dimontra choasse Ura da Re niagnanimo,e H grande inrigno. Non mi Dia dumque graue per si cinis ingegni deseriuere Mnis degna ope pii. breuemente saxa possibile. Prima egu ba una molto bella,ed artigisci a porta di marmN,edem Is neste inper quesiasta pressu no sieartani di colome di furata presse a di sim mimarmi, chesmo noue per partein qualis evano calie mura crustate iam arca parte fatria a Atire,e parte designate ali abesca, inde Gene adessis que D templo in
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rasono sessa di Guglielmo malo, cosi detio per se male opere,che fere.Apieri
marmo erasute. fora a man d ira eum vnsuperbo moni iero, ii quale ha -bel Gigro can quattra forane molio degramente di marmo laus. rare emὸ una fontana in cias u lato. Haec Leander . Omnia quidem egregia, Pra clara.
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Sed iuuat hoc loco subscribere vel quae Leander omisit, vel quae
Archiepiscoponim pietas ad implum hoc exornandum adiunxit ut tota,integraquα descriptio suis absoluta numeris habeatur. ae omisit, haec sunt. ltis .i mo. Non exiguarmagnitudinis Valuae triusque 4anuae, quae tam ad serum vergit,quam ad D. Castri Carnobium spectat,ex aere
Secundo. Parietes Deum Osit. Max. suo nutu creantem munet
dum, ac cetera, quae consecuta ipsa die sunt, usque adt Christum uDominum pro humani generis instauratione decumbentem praes
runt mira arte elaborata ingenio persectos cran kl i i i
Tertio Gulielmus Rex prouolutus in genua Z'ni templum mania Deiparae Virgini pius ossori, animo dicat, uousti. 3 lQuae vero Archiepiscoporum reis ioperi ruiti ea. ID IIllustrissimus ac Reverendissimul D. Ludauitus Torres, duius memoria in benedictione est, qui Montem Regalem unice dilexit, ac templum, dempto illo S.Ioannis Baptistae simulacroin1mulacrum aliud ex aere laetium supposuit. . In Porphyretae columnae tripaliri
Eportae regione ad forum vergentis sacellum extruxit magnificum , ac nobile. ornamentis ditauit, imagini R insigniuit. ire ei, D. Castri Capsa asseruatur relitiosissime. ΤΠ ui . . IlSenis candelabris argenteis templum illustrauit ἰ aram maxiniam exornauit; quae cum primum Montem Regalem appulerunr, alec. inuisenda factus est undique ingeris hominum concussus,eusiam. id tempus' simile quidpiam Siculi conspexerant nihil . . t ii
Ad Sanctorum reliquias ea qua par est pietate se mandas locum augustissimo Dominici corporis altari prouisiim'ebndidit dem luit; in eo quidem templo nihil:qiiod vel ad eius malestatem cele)brandam,vel ad eiusdena perfectionem commmdandam laciat,de assideratur . adito, scrutator .. habeto oculis fidem. 'i
Iam si Panormum versus iter instituatur, in tempIum D.Virgini offendes sacrum,quae cum lapidi superioribus innis insideret , in hunc nobiliorem locum translata ab eo nomest traxit. de vel lim dierna luee nuncupat ut Ia Madonna della Rocta. Huic adiu uintest amplissimum, celeberrimumque caenobium D. Hieronymi W-nero,aclyeua Montis Regalis Archiepiscopi sumptibus exeitatum. Id colunt S. Adriani Sacerdotes Augustinianae familiae instaurat res . Vndequaque ad lioc omnes omnium aetatum vithismin piEt
codiluunt interuatim . Si quis opis indigas Dei parae homen , ac N numen Diuili ed by Corale