Orazione di Domenico Ventimiglia da Messina : per la solenne inaugurazione della ripristinata Universitá degli studi di Messina

발행: 1839년

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23lui nate, ira lignato dat primo e Santo Suo Scopo, Sorprende vat mortali sitio uel pensi ero , c dei pensi ero saceva uti delitio per punirii. XXII. E con che degne parole potrd io ricordare , OS ignori, ii nome di Placido Reina che con si decorosa luce reggeva la cattedra di silososia Θ Caldissimo come era di an

sello per questa terra clic gli su patria a SSai cara, Ora ne so-Ste neva te prerogative col suo libro che s' in litota K Idra decapitata, Ora mos trava la gius ligia di una risorma ne i go-

verno di Sicilia con te Ragioni apologetiche a pro det Senato di Messina *η , ora ne distendeva con sitiale cura lasua storia civile ; che se alla prima opera non Sorri se it glu-digio dei posteri perelisi ii vovi lenapi e nuove condigioni si Volsero Su queste parti , abbiam O perd uri nobile e sempio Delia terga dei come debbasi det tare I' istoria civile di unpopolo. E voi che te memorie de gli avi studia te in quelle pagine per trariae utili legioni , voi me glio che me it sapete quanta sapienZa in esse si accolga , e di che luce serena dicritica vadano irradiate. E della sua indole cristiana , delia sua sede religiosa , deli' intere ga dei suoi virginei costumici sari lucida testimoni anga i suoi Des oti pensieri nei qualisi trallene a uir seroo di Diο : durevolo documento che la era sapienZa non sa diiungat si da quella via, che ii Salvatore d' Isdraello segnava agit uomini assi an candoli dati a colpa , con farsi miserevole e dolente spei lacolo ad una genteacca neggiata e truculenta.

XXIII. Nd poli b lacermi dei Messi ne se Bartolomeo Castelli seliga aver richiamo di triste dimenti caneta. Medico dottissimo a tui bastera la lode di aver prima di Ogni altro

disteso con bell'ordine un Lemicon Medicum GrecO- linunt; che se ii visi vo acume di operosa critica ebbe a vili ovarvi in queli' opera considere volt lagunc, se per il progredire cliele scien re medicite secero ne d venula men o la sua importan-ra , non ceSSera di esser xiguardato come it primo tentativo

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satio in tal genere. I det Ia dolii tua det Castelli si avram OVO argo mento ponsando come a tui confida vasi ii carico dat nostro Senato d' inaugurare la Messinese Universita 3 al- lora tuo no la sua voce sotio te arca te volte dei templo iniit , lato tu S. Domenico, aliora egit, se non con leggi adriadi dire con verila almeno e caldo asset lo , addit , at professori l 'alta missione alia quale erati chlamati, musti d ai glo- varii che vasto campo loro si a prisse d' innanti , e comeda esSi avesse a raccogliere la patria utilissimi frutti e duraturi. Ed in vero su questo pel Castelli grandissimo onore, meritato pero ; dappo ichis non Oscuro ed in orato Suo nava trano i ii suo nonae, usi per turpi opere dat te quali risugge chisente amore per P onesto cerco salire ad una cattedra , manon chi edonte veni v a chia malo dat volo dei suo i conciliadi Di, e la Messi ne se Universita inaugurava perci si an lava noverato si a' pili graudi professori che in ossa ritussero. Edoli , lasciate mi che libera mente io ii dica, ob si desser Sem pre te calledre a citi ha saputo meritarie vegliando sinci si producesi ii glorno ad alia sera i classici delle nagioni , emetiendo al pubblico opere onore voli alia patria, e non sos-scr cosi perpetuati gli scandali , e messi in volt a i chiari in gegui , e sino te lettere reia lute vilissima merce a chi pili S a compi arta , di che certo non so se esser debba pili grande it fremito od ii dolore lXXIV. E quanto si conoscesse di leggi canonicbe Alberto Piccolo che in questa sacolla animae strava i giovani daper uoi siessi it pol rete , Accademici chiarissimi , conosceres volgendo la sua dolia dissertagione messa a stam pa De antiquo jure Ecclesiae Sicti P. E maggiore argomento di sua

clesiastica , opera sulla quale corso in fallo it Mongitore rapportando la come pubblicata. Eloquenlissimo olli e ogni di re su Medulo condurre a termine con sc lice risui lamento dis- scilissime sacen de , o Roma ammiro la sua sapienIa , e le

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25Spagne ii videro alia Corte di ne Filippo III. sos tenere id ii iiii della patria. Delle istorie sacre e prosane grandem ente si piacque , e dii ei precur Sore di una novella scuola florida iraeva da gli antichi monumenti lume e guida, onde condiligente cura raccolse, ed Ordinatamente sermo a se un bello e ricco museo. Amato a tuiti , per tuiti Onorato trapassa va da ques la tirrena vita ad altra lietissima ed et erua frail comptanto dei suoi conciliadini, che di solenni esequie lo

XXV. Th uomini solo chiari nelle severe discipline e be la nostra Universi tu , dappoichὲ noi leviam voce per uni eo nardo Pald prestante in gegno non pure nelle scien Ze, chenelle dolei condigio ut degli ameni studi delle lettere. E disi forente intellet to si ha molli versi in greco latino e volgar det talo , i quali , come porta vano i tempi che gia de-chinando dat loro splendorc rompevansi alte pili sbrigliatet perboli , non mancano di quel falso barlumo , che non fuluce che a quella sola perversa e scapi gli ala elli , ne dird iodi siesa mente deli' oragione con la quale egit it Pald inaugurava l' Accademia della Fucina furta tra noi per opera diuti Cario De Gregorio at mu ver dei 1639, nh dei suoi versi locchei d io per i scri itura , o delle varie sentenge in cheson ventili i dotii : dirb che alle amen ita delle gragiose lettere con bello accordo uni prosonda conosce neta delle cose s-I osche e giuri diche , on de tenne l' alto seggio di Maestro Rota j o nel tribunale det S. Uiugio , e su Proto papa delia Cattolica Chiesa , e Vicario Generale deit' Archimandrita. XXVI. Ma at grave usticio imposio mi di diseorrer lavita degli illustri professori della nostra Universita mal si

convelagono i termini ai quali va alligata ura' orarione ; do- vi et ancora ricordarvi i nomi e le Opere di via Iacopo Gallo , di uri Francesco Faraone , di uta Leonardo Campagua,

di uia Gio, an Leonardo Αma relli , di uti Nicola Antonio Col0sso , di uti Salvadore Marchese , di vii Giuseppe Gau-

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26dioso , di un Pietro Paolo Pisano , di uia Michele Lipari ,

di uia Nicola Maria Gennaro . di uia Pictro Marcheso , di uir Giovan Giacomo Laetrari, di uia Giovan Battis la Cortesio , di uia Antonio Olivero, di uti Paolo Russo e di alcu- ni altri , o si gli a questa che ci d dolce e carissima patria , o qui di ospigi evol ricovero meritati. A questo debito satissei b aliora che rechero in pubblico te memorie hiografichedei professori della nostra Universilli *9. Qui vi basti lo aver salto ricordo dei nomi perchd vediate da per uoi Stessiche la Messinese Universi in non sit in degna di quel secolon et quale sui se . Ed in maggior certegga verrete fida lamentea riposai vi vellendo usciti dat te pubbliche nostre scitote uno Alcssandro Burgos chiarissimo sentio ne ite cose filos , sche epoetiche : un' Audi ea Adonnino letterato : ini Cario Gallia c-cio, ed un Do monico La Scala medici : un' Antonio Magri, an clemente Lardia , uti Francesco Anda loro , uia Leonardo Lor datio e molli altri leologi : via' Andrea Cirino aut )xc di molle e disparate opere : uia Andrea Minut 0lo , unDecio De Marco, con mollissimi altri cultori dei gentii poetare : un Cario Cirino ed uti Francesco Alibrando lodali oratori : uii Flaminio Palli ed u i Sera suo Mauro storici : e per non andar pili per te disiese uia Andrea Giusliniano , uia Bene det to Dini , un Franccsco Cavalore , ura Gia como Longo e cento altri pro uili giureconsulti. i persuadere te pure che su degna dei suo secolo quando sa prelo clic uti Aiiii rea Trimarchi , uri' Antonio Brancaccio , uti Cesare Spatas ora , uri Paolo Varvesio, usi' Antonio Celi erano quegli uo-

mi ui ai quali cons lavasi P alto ministero di Priori nella nostra Universi id ; in gegni tulit assai chiari per sama di sa-Picu Za, sitire consulti medici leologi letterati storici poeti celebralissimi. Ricordiam O , o Λccademici , questi nomi , ricordiam o lauta luce di sapienga , e prendia mone norma pernoi , e s jaci ogni memoria uri perenne e Sacro depOSilo On

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nelle lettere , e perclid non seguite Ie glorie antiche diventano obbrobrio ed acre rim provero alle novelle generaZioni.

XXVII. Giovani cari e cortesi mi ei compagni , soriamo gli abbati donati simulacri di questi antichi, spargiamone

di corone te loro tombe , perchὁ quelle Ombre benedette a' spetiano di esser placate da una tarda, ma pentita posterita; clid a noi illi miti aure prosum a te di cedri , Iid manca S0rriso di candidissimo cieto , nd pili nuovi dilagamenti, O pe Stilenge seroci , o arsioni e saccheggi han satio diserte queste belle contrade, che angi la citia d venuia in soritegeta,c gl' in gegni son pronii , e gli animi non vili o caduti da gloriose sperange ; e la Messinese stoa per te nuove museche ci apri ranno te porte delia sapienga di perenne vita stara.

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Ho riunito ed ordinato in queste note tuiti qLei

documenti che taon ferina base alla storia delia Messinese Unioersitis di maniara che si aVesse in un Sol Molume quanto tropasi spatras nei nostri storici , non trascurando Puredi metiere in chlaro lume quelle notitie letterarie, che piuda Uicino panno alligate alia storia per me Segnala. Cosὶ lalla concessione di Al onso talia a Messina ino at decreto di Re FARDINANDO II. Medranno i letiori che non hotrasandata cosa, conlechὰ di placol momento si otalia, chepossa aper relaetione alte picende delia nostra antica e celebrata Uni ei sitis degit Studι. . Il giorno 4. Novembre i 858 nulla Biblioteca Pubblica

inauguravasi la rinnovellata Universita Messinese , c d avasi incominciamento at quovo anno Scolastico. Certo che queSto erauia grande avveni mento , era una sesta religiosa mente citiaditia

e doVeVa essere celebrata con ogni mantera di pubblica gioia. Si su per cib che la 4. Classe delia Pelori tana Accademia siri uni it gloria o 8 deli' istesso mese Della gran Galleria dei Palageto delia Comune e con apposita oragione che io leSSi, e concauti sesteggio cosi lieta ricorrenga. Sulla porta della gran Salaleggevasi questa iscrigione che ii Padre Maestro V.Fed. Poguisclidei Minori Conventu ali deitava:

FERDINANDI. IL PRINCIPIS. INDULGENTISS.

MUNIFICENTIAM COMVFI. CELEBRAT. VOTO

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Presed eva ali ' Accademica riunione it Presidente Mons ignor Arci vesco vo , ii Segretario-Gener te Pro f. Carmelo La Farina ,ed ii Diret tore Vice-Diret tore e Segretario dolia Classe. Le Au

tortili tui te civili e municipali, i Capi delle Religioni, i Proscssori deli' Universilli v' interveni vano , ed una calca immensa digente riem piva Ia spagiosa sala magnifica mente illuminal a , ediu sondo alia quale sorge va ii trotio con l' effigie det Re Da

va incomitici amento alia ragunanga una breve e sorbita prosa

det Diret toro delia Classe ii P. D. Flaminio Proto-Filangi erin ella quale toccava a breve salo delio Scopo deli' unione, e m straVa come giu Sta ed universale do vesse esser quella gio ja cheprende va gli animi de gli Accademici ; pol veniva leti a la oragione, ed in sine molle poesie si a te quali , comechis tui te belle parvero bellissimi due Sonetti dei ch. Pros. Gio vanni Saccano ed una Cangone con Ia quale pose termine ali ' Accademia ilsig. Felice Bisagga , nome assai caro alle Inu Se e riverito e lo-

dato ovunque Suona ii bel si . Ed h per soddissare at pubblico voto cho io qui metto a stam pa questi componimenti, dati' amo revole cortesia dei loro Autori gentilineu te douatimi.

Ed in megeto titia Voce

Sulle torri ou eggio I' aurata croce E lo dotine gettar P ombro dei veli , E gravar d' clino te tenere cuiOme , E croce e patria e celi Non diventar che uti nonae 3 Oh non o ancor dismesso II dolce amor delle vogitate Scuole, E P intreccia 1' aIloro anche a1 cipresso ZAmorosa di candide violeSi ει ancor I' aspra rena ISpuuta Dai Vopri ancor limpida vena Oh a tanta alba Ie Iuci apro giocoude, Ed es puro e latin lume clie iusiora Fostre diserte sponde Bin aetio , ed a quest' ora , Che sa permesso a vergin Iabbro uia canto E iI laue in nappi duile poppe espresso omi che sol ne resta amore e Plauto lSpingenii feroci aI vincitore nitaresso iCOme nuotando passa Neli' aer per color fauosi raro Flammella che di se grati riga Iassa, Su noi si Volse accesamente at paro

Insorarouo i gelidi ripost Dei Padri, dei fratelli e desii sposi.

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