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Le pure ed appressar tranquille Vatio D' almo sapere chi rico a ui sonte , Vedi , i'ulme di vos lia a corror plene Che par lor tardo ancora Sten proute.' Quat porge mano e serma heu la speiae, E quat natiove parole elette e colate , Quanta piove dolaeZZa , e qu: hi serene Aure non monda Ia spirata fronte lD' alti intelletti quel parIar SORVe , Quel mansuet0 e schietto undare umile , Qual si a Iungo caminin sanno meu grave, Di poggio in possio OP va, spirio geutile , La gente che per sola e sOuno o grave Rovitii a vallo inouorata e Vile.
. E questo si verrh a sare aperto dat te molte opere tra notines Se a Stampa in questi ultimi templ. Quanto valgati di falli
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n ullo scienete es alite it Pros. Carmelo La Farina it Pros. Gaetano Ruggeri e I'lArch. Gia como Flore lutti sel sanno, e quanto que-st' ultimo senta in esse assai innanti Io mostra quel suo dotio arti colo inserito in vari numeri dello Spellatore Zancleo nel quale discorse sulle Osservari otii a Biot det Pros. Agatino Longo EIa chimica si h volt a per te cure det D. r Francesco Arrosto adiscopi ire te alter agioni Delle esse nete e ne i succhi de gli agrumi
Mono gratia de gli Agrumi Part. V. di mani era da venit ne alch. Autore grandi Salina Iode da un Brugnatelli Biblioteca Italiana I e belle e multiplici sco verte iitiologiche dei Pro Anastasio Cocco gli hanno procurato da uia Cuvier il Domo disu aut , e dat Principe di Musignano amplissime lodi Fauna
Italica) ; e si h reso pure bene merito delle scien Ze Daturali ili'. e Frances co Arrosto per la prima Parte delia sua Monogras ado gli agrumi nella quale mollissime Duove variet 4 con assai di diligenta deserisse , non che ii Sig. diccolo Prestandrea chegiovane ancora ha posto in bella luce tit cuni cinus tacei per Io in-Danti sco nosci uti , si che meri id di esser noverato fra i membri doli' Accademia Francese in sieme a Pietro Campanella , che has atte Dori Poche ScoVerte geologiche ; at quali Domi va unito que l-bo det Pros. di Bolanica nella nostra Universith, ii si g. Antonino
Arrost y, Primo cultore cli questa scien Za Delia nostra citia , edat quale mollissime Diiove Piante avremmo nutate de Scrit te, ovenatural timide ZZa non to a Vesse satio indugia re a re carie in pub- Llico E hastere libero i Domi di uia Pros. Natale Catanoso chetia meritate te pili belle lodi sino dat giornali in glesi , o di uti
Pros. Carmoto Pugii alti per mostrare che dotii cultori si abbia in Messiti a Ia chirurgia , ambid ne autori di dot te e pregia te opere - Gli opuscoli det D. r Lore rigo Maj sano oggi levato allacat te ira di Medicina Pratica, quelli det D. r Anastasio Cocco checon tanto decoro liene la cattedra di Materia Medica, te memorio dello Scudery dello Arrosto dei Mirali clui Lombardo e dimolli altri che per brevith mi passo dat noverare danno aperta
ete , te quali sem pre pili si gioveranno det tu dot te sati che di unas hiera di gi ovant che crescono a consorio della patria e delia histratiata umanita - Nh andei 5 per te distese ragio nando delle scien re siloso si che o morali , perci ocho dei Ioro riti novamento in
Sicilia discors e coti pro solidith di ve lute ii dotio Pros. I cdeschi
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da Calania in vari numeri dolio Stos coro , non dimenti cando illio me det Provi uciale P. Luigi Carna ara da Mossina ; oggiunge
a b solo a questo nome quelli cli uti Guglielmo Gullisa cit qualumi lega et orna gratitudine di disce polo , di uia Antonio Bra 'cati , e di uia Antonio Sarao per non dire di molli altri gio vaniche sannoci apri r l' animo iti holle o licte sperange per i ' avue Dirc - E has terebbero alia gloria letteraria di uia paese i Domidi Dia Felice Bisagga pol quale sarebbe vana ogni mi a lode do poquelle raccolle da uia Botta da uti Giordani da uti Niccolini datin Cantii da un Cassi da uia Montanari ita uti MeZZano ite da uia Lampredi e c. come pure saret, he sospetia da che tuiti sanno quale grato animo io nutra per lui che mi su lume o scorta Delia carrier a delle lettere ; basteret, bero dico i nomi di uti Prosessor Giovanni Saccano critico di sino intendimento ed elegante scri l-tore , di uti P. Flaminio Proto Filangieri autore di hellissimus acre ora gioni , di uti Gius eppe La Farina gio vane amantissimoclelle lettere ed nutore di Iodate sortiture , di uia Vince neto d'Amore dat quale molle cose attende l' italiano coturno, di uti 'Antonio Galatii che ha re cate at pubblico molle tragedie , di ian Cario Gemelli lodatissimo cultore deli' cllenica favella , di uti Leiterio Stagno amatore delle italia ne muse e di cento altri glo- anissimi in gegni consorto e speranga alta novella elli. Guarda tegit e disic1 messi in pie nulla citra nostra, leg ge tene te is origioni
positivi a memoria e Verrete in certerga che Non mano della italiana favella coltiva si qui quella lingua pulla quale it mondo Vide coronato in Climpido glio it Petrarca. E quali caldi operosic felici cultori delia lingua det Lagio saraiano ricordali od ii Sac: Antonino Gai usi ed ii Sac : Placido Vasta , dei quali , non
si ard in sorsu di dirio, racco gliendo e Pubblicando in Dra sol corpo riunile e te latine i scri gioni od i latini versi si sat ebbo opera utilissima alle lettere ed ono revole alia Patria. E cento Ocento altri nomi poli et io ricordare di tanti al tri in gegni giova
Dissimi ancora, ina che d alle loro sortitur e mo Sirano a PCrto quanto gloriosa si v quella corona che prepai Ario a quCSta No Stra terra.
E dulle scieriae, e dat te a munita delle gragiose lettere alle arti Lelle trapasso uiso con che degiae parole poti 5 ricordare i Domi di Michol e Panehiatico e di Gin como Conti pittoriZ con che degne parolepotro ricordare it tuo o Tommaso Aloijsio che Deli' arte δ' incidere stat a tuiti primo in Sicilia 3 Ea accre ono onore a MeS-
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sinn un Leiterio Suhba lodato pittore , un Leiterio Lavia in i sore diligentissimo di caret teri, uti Placido Tardy che ritoria era in breve tra tioi dat suo i lunglii viuggi perchis questa terra cheil vide nascere sacesse toforo di quella sapienZa che to adorna, 1in Arisb scultore di belle sperange che sta educandosi alta scuolad et Tenerant in Roma , uri Benigni ed tin Falconi eri architelli, in gegni tuiti pei quali te arti dei bello tengon si a Dot secura esplendida stanea. Ed ulla Storia delle arti non poco han gloVato colle loro opere Gic eppe Grosso Cacopardi, e Carmelo La Farina conoscitato pure abbas tanga in Italia per dot te sat che archeologicbe ; e pol chh sono in sui dire di artistiche Scritture sareb be colpa it tacet mi di Cario Falconi eri , ut quale ni uno potrato gliere it vanio cli soliti critico uelle cose artistiche. Ed al- Io cure dei Pros. La Farina dolibi amo pure l' istallagione di uti Mus eo e di una Pinacoteca ; era egii di falli che pol primo ne saceva proposta alia Pelori tana Accademia, ed at suo clivis amento a V eva Soccorrevole it Cassi ne se Pr. Clanciolo : i posthi oggettii accolii vennero in aliora ordinati Delle stange vicine ait 'Archi-Vio Nolarile , e poscia suron tras portati ai Collegio degli Studiper opera dei La Farina : ed h a queli' epoca da ferinarsi lo sta bilimento della Pinacoteca , furta come disse per te cure dei La Farina uel 18 i5 , anno che successe a quello Dei quale mancocilla vita ii Cianciolo ; dat che parant si saccia aperto l' errore diquelli che vogitono ii Cianciolo solidatore dei Mus eo e delia Pi-
Duile arti helle alle arti me canicho trapassa udo dourb ri cordare con to de la sabbi ista di euo jam i cloi Fratelli Ottavianis uli' usum pio dolia quale molle alti e De Sora Venute in Piede ,
quella dei tessuti di coit , ne dei si alelli Ruggeri e t ultra dei si utelli Ainis, la sabbrica di solerte di Michel angelo M angario usi ii assai bene ordinata e 1 ove non pure si trae la feta dat
Lonetoli ma vi si operano ancora tessuli cli Ogui mani era , lam ac chiria a vapore per la trat tura dolia sula furta con sondi
provinciali e dire ita dat Ferrana che utilissimi mi gliora menti vilia sortuti , e molle alti e sabbriche minori che assui iungo Sa-xebbe ii noverare. Is dei progresso che trai no i ii inuo satio leorti meccuni che ed industriali clanno lucida pruova i lavori clis irro ricerchi si uo da gli stessi in glesi, i tentativi coronati da se-lice risulta me uto det Suii toro per ottenere I 'acciaro , i mi glio-
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vamenti portati dat Campanella Dei Iambico per Io spirito divino , cd i fori artificiali da Rassaelo Cappadonia e cla molli
altri operati si che ci si uncano dalia dura necessita di ricori cretii si ancesi si mi distender b iungamente a dire delle cose Dostre agricole , dappo ichh da tuiti si su quanti Diiovi metodidi cultura, quante Duove plantagioni Siansi in questi ultimi tem pi intro dot te: in cultura clegii agrumi di salti si h satia univer- scite, quella det Celso delle Filii pine Va graude mente numentandosi , cd i pomi da terra , per non dir di altro , sotio dive nute una delle pili grandi agricole risorse ; at quali progressi di noupo eo giovamento su la pubblica gione dei nonitore Economico- Tecnologico- rario ricco de gli arti coli det Cocco dello Arro stodello Scudery dei Nicolaci o di tanti altri ; ed h a desiderare
che cosi utile opera periodica venisse di nuovo messa a luce dat-la nostra Societ si Economica come a quei tempi che ii Cav. Pao- Io Cumbo, luce suprema delia nostra giurisprudenZa, tela QVa inessa 1'ono revolo usicio di P esidente, perci occhis it Monitore ora come ii mergo di transigione si a' dotti di tui te te parti delle saliche dei quali si giovava od i nostri coloni ; cosi Ved rem in o di certo sem pre pili progredire t ' agricoltura , progressi chesar an si maggiori dat lo stabilimento di un campo agrario e diuna cattedra di agricoltura , coge gia serinate dat pro Uvido nostro Consi glio Provinciale. Ora chi sara cosi invido o maligno
da negare a noi una pagina nella storia det moderno europeo in civili mento Z partano abbas tanga in favor DOStro tante opere ,
partano i molli gloria ali che han avulo vita nella patria nostra in questi ultimi tempi o dedicati a studi severi ed a dot te Iucubragioni come ii Earo , od alia amen ith delle graetiose lettereo delle scien ge pure e delle arti come lo SPellatore Zancleo , I' Amico delle Donne, l'Innominato ed ii Maurolico, od inter a mente volti ali' utile come ii Monitore, o dedicati ai commercio come t 'Agente Doganale l' Osseruatore Pelorilano e li applaudito Postigiione di Sicilia. L' amore delia lettura satio si universale, la pili gentii parte deli' iam an genere dive nuta pili culta , Sono 3perta pruOva dei progresso nostro ; cogi anche noi porti amo latio stra pietra ali' immenso odisicio della civillli, cho giunto che sinalia sua alterga copri rh deli' amica Ombra i popoli e consoler ligit fguardi assannosa mente rivolii a quel Segno. . L' anno 1829 non essendo capace la prima scuola stabili-
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ta nul 182o a ricevere i sanci ulli su d' uopo aprirne una secon-du; oggi la due scutile normali sorgotio a' due es tremi della citia , e ne accoIgotio tuiti i sanci ulli. E levi alii pure vanio diuti a scuola secondo it metodo di Lancas ter per te doniae surta ira noi per opera di quella Flavia Grosso, che diret diventitaclitudina di questa ridente pati in nostra volge tui te te Sue Cure Percli si la morale progredisse cli eguale passo alia is triagione della mente uelle nostre doniae.
ma ancora coi precet tori e disce poli era largo di piceioli desi- Dari ; dei quali cosi lascib scritto ii Panormitu : is Memini cum aliquando Messanae Virgilium legeremus pueros, Vel humilh-
inde condictionis qui modo , discendi causa accederent usque , tu interiorem palatii recessum , ubi post caeliam legebatur , γ, edicto Alphon si omnes admissos fuisse , exclusis eo loco ea - a que hora amplissimis atque ornatissimis viris. Cunctisque qui legendi causa , Non adessent. Finita vero lectione , potio , Hispaniae rerum more, Regi asserebatur. Ministrabat Rex sua manu Preceptori ipsi Seu Poma, seu Saccara cupedia : condi- Scipulis vero ΡurPuratorii in aximi. Post potiovem , quaestio a proponebatur, ut plurimum Philosophide : aderantque Semper di, doctissimi , atque clarissimi viri. Extendebatuo nox Sua Vi SSi- mis atque honestissimis colluctationibus usque ad horam serme γγ Septimam. Exinde suam quisque domum repetebat letus Re- γ gisque gratia , ac benignitate plenus. - Ρer questo Si Ver-rci is stare aperto come gia molte scuole fossero qui ai tempi di Alsou So, e come Messina pria che ogni alli a Siciliana cit tu sos se statu sollecita ad erudire in sapienga i suoi si gli. Ed a tem pipiti antichi ris alendo abbiam O da Plutarco Delia vita di Timole orae, che quando questi mosse verso Ia Sicilia onde disca cciare i tiranni o ri turre alia prisca liberi a te citia greche i Messi Desi sint vano Dei te atro Ippone loro tiranno alla presen et a dilutati disce poli , che u scili utille scuo te trassero a V edere quel Sara Suin OSO SI'et lucoso. E baster ebbero inoli re i soli Domi di Ex emero Aristocle Dicearco Jbico Dolic leto , i quali undarono in Atene e nulla Magno Grecia, ove si ortu uno te accademie dei si-loso si, oude cssere et uditi nolle dotiri ne di quoi tum pi, per m05trare che uomini sossero i primi precet tori che tennero si a uol
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seu te. Ed era qui che l' Imperatore Federigo II. a priva quella celebrato Accademia, delia quale era primo e diret unico scopola cultura od ii ripuli mento dei bellissimo nostro idioma, che nato si a te prosum ut e Siciliane contrade ebbe a primi e caldi cultori uti Guido delle Coloniae ed uti Caloria, onde disse ii Sam- puri nulla sua Messina Illustratu Tom. I , pag. 457 Fede-
is rici II. Imp. et Siciliae Regis rivo , Messanae primum Acca-D demia sub ejusdem Imperatoris Auspiciis ex eruditissimis viris D constata ad linguam italicam ira meliorem sormam redigendam, i, et praeceptionibus illustrandam , ac perpuliendam instituta D est , in qua Guidus de Columnis, Jacobus Leontinus et Tho- γ mas quidam Francisci Petrarchae pernecessarius Nobiles Mes-D Sanen SeS tam noviter Se geSSere , ut tamquam primi hujus italici idiomatis paretites inter reliquos habeantur D - Dei
quali primi cultori della nostra lingua cosi scrive va ii Ρetrarcadat Samperi Delle riseii te parole citato :Eceo i duo Guidi che gili suro in preZZo , Onesio Bolognese , e Siciliani Che sur gili primi e quivi eran da se ago : T . d'Amor Ied in altro luogo delle sue poesie ove sa men gione deli' amico suo dilettissimo , Tominaso Caloria : .il huon Tommaso Che orno Bologna, ed or Messinu impingua. r. d'Antos. Questo avvenne at m vovere dei 1454 trovandosi Alsonso in Palernio ; ed era che in quella citia spedivan si dat Messi nesi ad Ambasci adori uia' Andrea Staiti , ed uti Girolamo Ango ita , iquali a Dorne delia citili richiesero Alsonso d' interporre la sua autori id presso it Romano Ponte fice accio si degnasse esser gra-gioso di accordare a Messina I' Universita degli Studi ; od Al- sonso benigna mente decretava ii uo Novembre a 454: Placet Domino Regi, et de hoc scribet Domino Pum eggasi Cajo Donaenico Gallo, Apparato agi' Anuali di Messina Vol. I. Q, so g. 8o. 6. Il Gallo Dei centiato tuo go stando fuit' autor illi det Sam-peri coSi Scrive: ab Non sorti 1' esset to la Messinese Universita o perchh il Re applicato ad alti e cure tralascid di scri vere alPontefiee , o percho te dissocolth in sorte neli' eregione deli' o - Pera , da Per se stessa grande , impedito lo avessero. I nVera cagione pero per la quale la nostra Universita nou su a
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queti' epoca stabit ita sta nelle sorti contes e suscitate si s a ii Reed ii Ponte sice , conlesu alle quali posesi termine do po lungo negoetiare ; Dh si pub ammettere it ri tardo dello stabilimento della UDiversith si a stato prodotio dati a dissico illi deli' impresa , perci och si Messina non da Papa Eugenio IV. obhe te richi es te bol e , si bene d alia fantita di Paolo III. Forso pure da parte det Re questo ri tardo devest alle gravi e dissicili guerre che e gli do ve so Stenere per la morte della Regina Gio vanna, la qualedopo aver Elello Alsonso a suo successore ne to spo glio iuvesten done Luigi d ' Angib. Conae si fosse rotia a tui te dissolute ZZe Gio vanna, chi non h assatio digi uno delle istorie ben Io corio sce, onde sur visti con varia vicenda lanti suo i fovoriti ora in cima dei potere ora misera mente trucidati, come a vvenne a Sergi anni Caracdiolo. Per Ia morte di Luigi Ia Regina et esse alia successi otio dei rea me ii di tui si glio Renato, e poco dopo ella Stessa
mori. Renato SOStenne iunga guerra con Alsonso, ma sinat metite
entrali per un acquid otio gli Aragonesi in Napoli secero gri dare Re Alsonso I. - Ε a questo guerre ad utique , ed in cib cou-Vengo col Gallo , ed alle inimici Zie corse col Papa da riserii sila vera cagione deli' indugio si apposto allo stabilimento delia Universith de gli Studi' in Messina. 7. A Catania bustera i 'onore per gli antichi lenapi di axere pria di Ogni altra citili in Sicilia aperta una Universita , usi iobo avulo in mira con queste mi e puro te di me nona arte una lo-
de si gius tamente do via tale; prendo perb giusta ed onesta silan et a di aver chia ramente mos traio che it primo pensi ero di apri re in Sicilia uia pubblico studio vetines dat nostri padri , ed ilper messo di che t occat nella quinta nota segnato it uo Novem -hro 1454 h di molio precedente a quello ottentato da Catania ,
cd alle bolle da Papa Eugenio IV. natio vendo it i 444 speditet e.
Chu pol la Catane se Universita sit me schina Hel Suo DaScere eche tui si mantenne per alcula tempo h uti satio, dei che si polrli venire in certe ZZa scorrendo la Biblioteca Sicula dei Mon-gitore ; ni uno purd poli a Dogare olla Universit a Catanese quella gloriosa corona di che si citi se negli ultimi tenapi, o delia quale Va Oggi pure superba , on de merite monte si ede at nostri giortii si a te prime Univorsita di Europa: lode graudissima e meritata, Is quale non per volgersi di tempo o di venture potra venio metio, e che tutio di va sem pre pili crescendo per la copia dei
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dotii uomini cliti riem piono quelle eat tedro , nomi tuiti nou solo onorati in Sicilia ma con ogni mani era di encomi ripe tuti ol- tremonii. Siano in tanto queste mie parole solenne argo mento diquella veneragione in che io tengo la Universilli di Catania, ne
vos liano i maligni con salse interpetrarioni sar tralignare la sau-tita delle nate opinioni. 8. Volgendo i 'anno 1459 veniva supplicato da Filippo Cam- polo Maestro Rationale det Real Ρatrimonio e da Bariolo meo Lombardo quali Ambasci adori di Messina it Serenissimo Re Gio- vanni perchh degnassesi di concedere a questa citia it privilegiodi apri re uia pubblico studio e Collegio di Dottori quali po-
D tessero leggere in Filosofia, Legge od ait re scien re con sacolia D di esaminare approvare e. dotiora res in consor milli e Della ma-
Diera che negli altri pubtilici Studi , ed Universita θ' Italia
s rasim die 3ο Octobris 1 59 concedeva a Messina un tal privilegio. Eccone ii diploma :Item quoniam inter excelsa Proedicamenta glorim Sacra7 Do-m HS Aragonum est Sitidium Sa lentim quoΗ maxime mulget in omnibus regnis eiiisdem Regis, a Deo Immortali data est Magnis Legibus ; Ideo dignetiar Sua Serenissima Majestas ad a ternam
memoriam sui nominis, et ad immortalitatem, quandam Sίudio-rram SaPientias ut Promere teneantiar Urbes , et Regna , Concedere eidem Civitati Messanensi et Collegia Docto iam Prioilegia legendi , docto andi , examinandi , approbandi , et alia iaciendi , quin vectant ad generalia Studia Isalim , et amyllus , et
perfectius , et melius sit hoc Privilegium , quam alia quin itierint conceSSa Per retro. Princ es , et quod tales qui doctorabuntiar in dicto Studio Messanoe concuri ant ad omneS , et quascumqtie Dignitates , et Iudicia , ac Gubernationes , Prout Sunt DOctores , qui doctorantur in Studiis Generalibus Italico. s. Ben douca Ferdinando concedere a Messina quanto daquesta Venivagii richiesio , dappo ichh abbiamo dalle cistorie chela citia nostra di non p6co giovamento gli su ait' acquisio deli egno. Ed onorano il valore Messinese te clue lettere che at nostri padri scriveva it Ilo da Napoli, te quali parmi convenevoles qui riportare perchh eterno documenio che se summo grandi Delle Scienae nelle lettere e nelle arti, lo summo dei pari rael le
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armi. E has terebber soli a mostrare questa verita assai lucida mente i clue documenti che qui trascrivo ove te et erue pagine della Storia non partasse P di noi e det valore nostro : di quel valore che di sese se in pre iI giusto e 1' onesto , Dh tralignando giam mai si ruppe ad opere ardimentose di det illo e di sangue: Magnifici Viri Amici nostri Carissimi Quanto piis recordamo de ii bene scii rice, uti da ooi in tem-PO ΠeCeSSaris e che la mortiana ne apeoa retratii dat nostro Regno tanto Piu ris accresce P animo oerso uoi, et judicanio ha- CVΠe major obligatione , ne Potria cosa alatina togliere dati' animo nostro li bene scii autiti conmeriti in noi, si quali sono talie tanti , che cum summa docuitati si Potriano enumerarii. santi postri beneficii avemu jὰ Daccolit molli rutti, e racooglie-Vemo omIli hora et momento non che omni di ; perchὰ Pol delictice nostro in Napoli cum summa contentezeta di itilla la No-ι illis d Vo olo telilia e satismatione , che maturi non Si Putria ea Primi i , ltitia terra di Labore , et gran Parte dei Princi lato
I a quat cosa, come lascib scritto ii Maurolico ci ubi Messa- Dpe audita est, publicae letitiae, facibus accen Sis, data est Opera. DE polchis it Senato rispose at Re congratulandosi e ringraZian-
dolo , questi cosi gli riscrisse :Magni ici Viri Amici Carissimi Ad noi non ἡ bbio quel che Per postre iucundissime licerea emu inteSo , cisὰ ii Piacere e contentezza grande, che hα etcrices vlo delia Pros 'eritis nostra et certo de Pigliare Piacere circa it bene , et commodita di cose nostre ne auete DaScion grandis- Sima comu quelli che in te aduersitati ne hauete Sem 're iuuato C Cou Omue Studio haoele Procurato la Presente quiete e melicita MOStDa , dei che oloissima seroeremo firma memoria con animodi acquislare nome di Princi e gratis imo VPreSSs usi , e sustit' altri amici , e benevoli nostri rendimone infinito gratie de le