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no cospicuo Opra tuti te attre rap- presentange comunali de illi sola Messina la nobile regina et Faro che tanta parte ebbe anch 'essa gli avveni menti
della Sicilia e che areggio semprecon alerna pel primato politico sul
l 'i sola, cerco Usurpare per se ultequeste norificen Ze, a te Sue ra- ioni alvo ita non furono accolte e Palermo continuo sem pre ello sciu-sivo possesso deli Sue prerogati Ve. Placem farne una enumeraZione, per
li retore era i capo de consesso senatorio in tui e ne Giurati Sena tori era riposta a rappresentanga delcomune ad entrambi era dat consi glici vici commesso it mandato di rat-tare e conchiudere ei generali par-
lamenti deli' i sola tuti gli affari di
qualch rili evo e servigio reale epeli amministragione de municipio
come confermato da lettere vicere
torio era riserbato it primo post 1iel braccio demaniale de Partamenti di Sicilia e mentre per te alti e citiademantali era stato da varii alti 'o- vernativi disposto che i loro amba sciatori vi prendessero parte senZa al-
lamente alta eccegione e nostro Senato Messina tento ualch fiata diottenere ei proprii appresentanti ilpost di nore attribuito a Senato
i 'autorita regia o viceregia distolia aior a alia temeraria impresa 3).
Per antica consuetudine appariC-
neva a Pretore i primo post tra magistrati civili in ut te te hie sa-stiche fungioni alle quali osse interveniato it ovi ano ma per politica cortesia solea sem pre cederio at Capitano iusti Ziere ii quale non avea alchin ritto a pretenderi per si qua- lora a principio de servigio non osse
Per agione delia sua eminente dignita ode pure ii nostr Senato, in tuti te sacre cerimonie, 'onorifica prerogativa deli 'assistenga di quattropaggi con torchi accest a Vangelo alla levagione, a norma di hin atto
I Vol di P oppisse, a. 6I5-6 f. I V.' 2 ed Partamen i generali di Sic, Iia, T. I, Della prelagione et MONGITORE, P. O-7I. 3 Cosi, et I ai, avendo re Alsons Chia malo a s i relati e gli ambasciatori ellectit percli prestasse elle loro mani ii iuramento di mantenere inlattici privilegi, te Consuetudini e te immunith dei Siciliani, fumata a preserenga at Senato di alermo su uel di Messina onde ne acque ii famoso distico: In elici semper Messana Panormo sIh, Alphonso judice victa sile. altra volta, et Partamento tenui a Catania a 2 agost 1478 dat Vicer Conte di Prades per la imposigione dei Io I. si tuti lerendite affinii OCCorrere alia fortificagione del-l 'isola sorses ut fiero alterco per a precedenZatra gli ambasciatori di alernio e di Messina, a tale Che, ventitosi alle armi it Vicer fu Co-stretio a manda Prigionici appresentanti meS- sinest. Per questo fati e per una indica-gione degli critiori Siciliani Che o narrano, si Consulti it recente lavor di . G. LA MANTIA I Parumenti de regno di scilia e fi Isi , nedicti Paternio, 886 , a P. nota a.
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Era altra prerogativa de Senatodi alermo in tuti te appelle reali, di sedere alla presenZa de Principe, Sopra unianc , alquanto sollevato dat
d ut o di una pallier tappeZZata. Uesto privilegio tu concesso a Ferdi nando it attolico con lettere reali
con pro 'vista viceregia degli 11 fel, braro 388, apposta ad una consulta dello tesso Senato 3). Anche quest onorificen a cerco alvolta 'emula Messina di appropriare a si ei uolgiurati e illi Blasi ci acconta comene 1672 nella circostanga dello intervento de Vicero Principe di Ligne ad uia' ecclesiastica fungione nella chies di S. Antonio di quella citia vi in-SOrgeSSe aspra contes tralati uiciali viceregii e alchini cavali eri messi nesi,
I 6 9-5o, ' si registratori voto messoda una commissione di quattro Padrii. C. . . circa ii modo di incensare ii Senato e ii Capitolo. Essendo quest'atto it mi gliore riscontroneli 'archivio et Comune ulla lapide de r65o, crecto indispensabile, per quest' opera 'illustra Zione, riportario per intero. Eccolo
per essersi impeti a soglio viceregio diste so uia superbo panno ad sodi palliera per que Senato, e comei panno osse stato tollo e i rei se-Veramente puniti ).
Alire norificen e do vute allo antico Senato nelle sacre fungioni erano, come a presente scri gione i attesta, i 'incensagione, che da due suddiaconido' ea contemporaneamente farsi alla
che a Senato arsi a pace in ultele esse solenni, elle quali osse interventito it Vicero coi regii Tribunali Per molli anni pria de 167o, questo pio e rispetioso uilicio tu sem- pre compluto verso it Senato almaggiere delia citi in suddia cono a tempo tesso che altri sud- diaconicio ademptuano verso it Vicere
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ed i regii ministri. Essendo et 1666 durante ii overno et Duca di Sermoneta, Orta contes: tra i Senatoe 'Avvocato scale delia . Gran orte circa at modo della largi gione di tale onorifico distintivo ii Senatoebbe ricorso a Sovrano 1 che condi ploma dato a Madrid a 3 dicem bre1666 dispos che 'allor in pol lapace e 'incenso ossero ne i medesimo
tempo impartiti a tribunali a baro 1 aggio e at Senato di Palermo a).Fuore anni opo ne 167o che ilCapitolo di questa Cattedrale, grato a Senato patermitano per vergit
gna gli accordo in contraccambio, coli' annuenga deli'Arci vescovo, ii privilegio di i cevere sempre a pace net temporitesso che a rice veri Capitolo comesci lene ricordato ait 'altra scri-
God evano in fine ii retore e i Senatori di Palermo i privilegi di co prirsi ii capo elle esse solenni enei vespri erat cingersi di spada qua- lora si ossero x vicinati alla mensa eucaristic ).
moni della corte arcives ovile di questa, Condichiaragione ello tesso Senato, id otia gli
nario de suo civile ministero Perantica OsSer 'an Za e per uia atto dei
sioni elle quali avesse associato ill e o it Vicero occupat ne i lato sinistro considerato aliora come it piuonori co e asse nato esclusi 'amente
i suo appresentante risede vano delmodo tesso che apparte neva at Vescovo de luogo ove ii Sommo Pon tefice si osse trovato, occuparne illato sinistro mentre a cardinale chel 'ac compagnava solea si assegnare ildestro. Nel 166o insorio litigio a quest' oggetto tra alchini regii consi-glieri e ii retore in occasione di una visita a quest 'ultimo alta alle pubbliche carceri it Vicere Conte ' Ayalacon alto dei a margo 166, 3 ribadit 'antica usan a e la dispos igione delDuca di Osfuna. Compete Va pure at Senato, elle solenni occorren Ze ella magistratura municipale, 'onore de soglio e delbald acchino e retti amendue et 'aulam assima de pala ZZO retorio. ue sto privilegio tu concesso alla nostra rappreSenian Za comunale dat Vicere Duca deli'Infantado con atto dei a
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lasciata memoria ella lapide dello
Stesso anno, di numero Visella presente accolla V. ' f. Ioa - ).Le agge, a toga, i basione erano anche attre particolari norificen gedeli 'antico Senato Le prime tuti di argento, costa 'an O di uia 'asta cilindrica lUnga m. O. 3j, attaccata, ain lato alvertice di una piramide ita triangolare,
agit pigoli delia quale erano tre aquile e sulla basein piccolo globo ostenente e due tradi ionali imagini dila-lermo e Roma che si avano a mano.
ciali cerimoni eri detii maciteri ci quali,
durante una cerimonia, precede' an ii Senato come u stabilito da n alto
senatorio dei a agost ITTI I). Anche i soli Senatori purcho di numero non inferiore a quattro, Oleano far so di questo segno di nore, Se-
condo una viceregia risolugione dei 17settembre 1662 a). La toga era indos- sata a Senato in occorrenga di pub-blica cerimonia. Era di oppi Specie. Una, pii Sontuosa serviva per te fun- Zioni maggiori cive maniche largite
gnifica gorgiera e richi ede Va, per Or-redo catena 'oro brillanti in petio spada allacis aptiuola e cappello alia consiglierit 3). Un 'altra men O istosa, Si usava per te fungioni secondarie id erasemplice e di et nera I Overnatori
de Banco e gli uffigiali nobili quando
associavano i Senato in qualch cerimonia vestivano anche a toga ordinaria e tanto ad amendue questi ultimi quanto gli tessi Senatori, stante ilnon leve costo deli 'abito, sol evasi cor rispondere sui Ondi de comune, una sonam che da nome delia veste dic eas anche toga i) l basione erarecato in ano allo tesso retore quando ne gloriai di grandi teste ira - in carro Za per a citi , in compagnia di in iudice pretoriano, pel man- tenimento deli 'ordines ). Di queste treonorificen e si impossibile indicare 'o rigines credesi tradigionat mente cheri montino agi usi de senato romano. N mancaron a uel di Palermo anche gli onori militari. Era antica pratica, per a guarnigione de Molo, ultele volt che i Senato osse di colapaSSato, preSentare te armi a saluto: ma con biglietti deici e a giugnoi 699 6) comunicati contemporaneamente a Maestro di Campo e a Senato e pediti opo ichiamo latione dat Senato medesimo at Vicer conconsulta dei a di quello tesso me- se ) fu ingiunt che simile onore si rendesse alla sent inella ad gni Senatore che andasse per quella via. Erano infine ovuli a nostro Senato i litoli di illustrissimo di Graudedi parua di prima classe e di coel-leu u. t primo gli u concesso conatio viceregio dei igi ignori 616 8):
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la raudi a di pagna gli su conserita per privilegio dato a Vienna a I maggio 72a i) i litoto di ocelle udi
gii hi icon Osci ut con chirografo vice regio dei a se itembrem 2 , Sse
cutorium a Senato illa torno appres
mento elle sue antiche norificenZe,
te quali pero, isti et te di molio le
nturis digioni senatorie di una volta,
restat Ono solo come Vane prerogative pompo se ostenta Zioni. Duraro norino
a 186o, quando per te uoue leggi
Oggi, mutati radicat mente i temple te id de tuiti questi privilegi d
onori hanno per no i dei se colo XIX, per lut O ' importanga che aveano a gliocchi dei adri nostri, e ci sentia moquasi indotii a complangere uel se- coli, quando due illustri citti deli i
sola nostra ebbero cos ac canit a mentea otiare ista loro pel consequimentodi cos e che ora non dubiti amo a rico- noscere inde gne di tanta contesa. Ma
ci ricorre tosto alia mente i detio delve cchio Catone, riserito a Pellico
che dissicile cosa lar cupire ad homini
che erranus in ultro secolo Pio che
opportune a loro temp08 4). Aurem mo
si 'originale privilegio si conserva net tabulari di questo archivio Comunale . E registrato Dei vol di Pro vi II a. 722-23 st Qq-I5. Vedasila scrigione et 1735, a XXIV et presente lavoro, e i due mss. della Biblioteca Comunale, segnati Q H 4 n. 3, F 222. n. 33. a Vol di Isi a. 1723-24. f. 72 V. Priache at Senato osse stato concesso et 1616il superlativo litoto di Eustrissimo, hi solito ren- clerglisi a tuiti it positivo IsusIre Pubblicatasinet 1578 una rammatica circa i titoli inserita eli 'altra posteriore dei 592, che leggesinet Tomo II elle RAMMATICHE a p. 5I4 su sol tanto a Cordato at retore e i Senatori di Paternio it modesto litoto di spe fabili Mosse cibis degno it retore di queli 'anno, D. Ot-tavio Dei Bosco. che vide in uel ambiamento uia 'osses alla dignit senatoriaci onde ne se e richiam at Vicerh, ii quale convinto dellaragione dei icorso ordin , subito che quella Prammatica non venisse ridotia agit alti et Senato, e che alia nostra appreSentanga municipale si continuasse a dare it titolo di illustre V. voi di AII, det enato, a. 1577-78 f. 3I .')Il titolo di coeflenda su nel 1723 Concesso Al-l 'inter corpo senatorio come grande di pagna: ma essendosi indi per abuso dato anche al solo Pretore fi dispost per R. Dispa Ccio dei a mag-gio 7 7 comunicato at Senato con lettera viceregia et 26 et successivo agosto nel vol. miro Disse, a 775-76 f. 73 v.' Che Accellensa si dia solo ali'infero corpo de Senaso cheia Grandedi Spagna e si abolisca e dis me fa 'obb eo abusivamente infro II di traffarsi das Senafori il e ore coici, solo Ui Eccellensa, ed. ii tario de VILI ABIANCA presso a nostra Omunale aisegni Q D IOO ff. O - e I e Seg. nella BiblioIeca forica e DIIeraria et D MARZO, VOl. XXI, p. 37 e Seg. Il Decreto dei it
latore Garibaldi et 13 iugno 186 aboli per
hic hessin il litot cli Eccellensi posteriori disposigioni overnative o anno rimesso in sope pisi alti ut faciali ello Stato, non ero eisindaci e ei corpi municipali. 3 Dei doneri degli omini, apo XI.
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torto uindici aravigliarci dei nostri maggiori che tanta importanZa an nessero a simili in ostra ioni di a gnificen a e di grande ZZa Cresci utiat fetidalismo anima el quale eran O
il privilegio e la differenga delle
classi sociali ira Oro, era Opportuno per essi che informando anche a que sti principii a costi iugione interna deicomuni a Vessero ri Vestite te appresentange elle rispetitve citia di gni apparen Xa di dignita e di is petio eche vessero latio de primat O stille alti e citi, deli' sola 'oggetto di una lotta secolare per cui tanti te fori si spe sero e tanto in chi Ostro si consumo i). Oggi, felicemente, e vecchi rivalitatra Palermo e Messina sono una de-bole remini cenga di hin irrevocabile passato Oggi, pella novella condi io ne di cose, non si pili contrasto per primato per immunita , per onorificcnge ma Odevole ara di arti di studii e di commerci e sino a quando it tempo e la memoria durino, non si canceller, alia ricordanga dei Pa- termitant 'assetiuosa ac cogitenga attu
d alia nobile Messina ai figli della o
lice Palermo quando questi ne ii 'agosto dei 1861 cola si re caron O, Otto a divisa di Guardia agionale a stringere a destra a loro fratelli de baro a). uesta scri ione e riportata dat longitore et volume di Memorii lapidari a l. 13 3 e a Villabianca alia. ii de x Ol l della sua accolia.
1 Chi desideri conoscere a quale CCOSSOsiano arrivate, ei tempi Che furono, te animosita tra Palernio e Messina, pud leggere iliatio con si belle parole accontato dat signor SALV. SALOMONE MARINo et suo ultimo lavor lolature foriche, Pal. 887, p. 24-28. 2 A memoria di tale avveni mento, Che, Cancellando per sem pre i secolari ancori, affer-m , indissolubilinente 'unione elle due citiano pathio ametto it Municipio cli Messina seceat Porre a Seguente scriZione che oggesi in luella Pubblica villa
IN MEZZO AL POPOLO CANTI E IRINDISI CON ERSO ALTERNANDO SACRI ALLA CONCORDIA.
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si dati' originale latino, eo cau- , .l Ulla si tua gione ella a pide; 'argomento di questa terga scriZione a V vegnachbniuna parola vi si in vel ga b che ram menti piti O men Ochia ramente ut latio Una CR ge, Una coSa qua lunque degna di memoria clemento precipuo di una epigrasse. Nopuo altrimente asseri r si che fisa ap- partenga a uelle di genere nora rio, e che si a stata posta a solo fine di trasmettere alle genera Zioni successive i nomi de Padi critii che OVernarono a nostra citia eli' anno
di gragia 16 o pol che scopo unico
delle scri ioni norarie essendo diram mentare at posteri hin alto memorando deli ei te o delia personache si uole encomtare non uo in modo alc uno quali sic arsi per onorariatin' scri gione che consiste sol O in unali ta dei nona di coloro che essero
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di ut 'opera pubblica compluta, o di
hin 'utile legge emanata, O di uia sag-gio provvedimento ad otiato. vero che ella lapide accenna si a governo aliora selicissimamente tenui dat retore e da Senatori macie parole cum hoc tempore urbem felicissime uberna rent, essendo ut inciso di modo sog- iunti o, non Osson intendersi perta nuncia gione principale deli' oggettodella lapide ma solo come un' acceS-soria indicagione det tempo in cuit 'ignoto festo si avventito Anchel 'altro inciso che termina 'isci igione
nato da uia relativo deve per necessita grammaticale formare una proposigione secondaria cheiotrebbe togliersi sengala enoma osses a costruito. Perqueste agioni, quantulaque 'epigrasse presentasse at principio e alia sine una forma apparentem ente complet , fui subito indotio a credere checla presente lapide osse stata una volt accoppiata qualch altra: a che indi, separatane, osse stata trafferitat a quat che pubblico monumentoteli' aula dei consigii civici, O ain punio di questa ad n altro, senZa tenersi agione
delia sua dipendenga, e rendendolacosi assatio inintelligibile La circostanga pol dello ac compagna mento de nonae deli'Arci vesco vo con quellidet retore e de Senatori, e la corri- sponden Za della data a uella deli 'at ira lapide ullo stesso anno, a l. in questo lavoro , e relativa a privilegio dello incenso e dei cuscini, mi fecero per iunia sospetiare ella probabilita di una sub ordinagione di
de ebbi ricorso a Manganante chela riporto a f. 34 de suo volumedelle scri ioni di Palermo e a 344ngitore che la ri prodiisse elle sue Memoris Lapidarie, a f. 136 ed vicon iacere ebbi a riconoscere per certegga a mi conglite itura. Impe-rocch vi appres come a loro tem p ta lapide osse siluata Opra Una deli porte della grande sala, ac canto ali' altra delia tessa data, e com es Sacosi servisse di complemento alia prima, recando io che est altra si ta-
ciuio , io i nomi di uel bene meriti che ottennero a Palermo ne 16 oi bra malo ecclesiastico privilegio Rimosso cosi gni dubbio, a intelli-genga della scrigione mi riesci quantomat age vole, e percheiella tradu Zione taliana iescisse anche piana glialtri integra i periodo coli' aggluntadi poche parole cheio acchiuso entro due parente Si.
E qui non parini suo di proposito
a V Vertire come, SSendo consentaneo
alla pratica epigrasica lo apporre iu
mento , per a impossibilita che una
sola comprenda tuti te circostange
de latio , alia memoria de quale ilmonumento si consacrato molia curado rei es ad operare, ne cas di unarem ogione elle avole, percho, et lanu ova colloca Zione, non Venissero Separate e non OSse cost otio uel
nodo che bene spesso si ii solo me χλοa comprendimento di esse. Se i a vori de Manganante e et Mongitore non ossero stati pronii ad x visarmi
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del punt ove a presente lapide craprima collocata, a piegagione di essa
rina tui men probabile indugione. Sembram anche opportuno OSSCr-Vare Ome ii numero ordinale laggiunt a nome di Filippo, a capodella scri Zione, non possa esSere altro che n errore materiale dello scultore che incise a lapide pol che i Filippo che regnava el 163o era ilquarto dello tesso nonae ira i so-vrani di pagna tergo fra uellidi Sicilia. li Villabianc non ci appresta attraparticolarita sulla colloca ione delia lapide eccetio che a suo tem p essa era affissa ad una deli pareti et salone senatorio. Nella sua collegionela inseri a tomo I f. 4 6.
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IN PALERMO, CAPITALE DEL REGN , SEGG IL SENATO IN SOGLIO E SOTTO BALDACCHINO LO A VOLUTO A REGALE MAEST , A CUI QUESTO PERPETUO MONUMENTO DI DIGNIT E D GLORIAP SERO D. GlUSEPPE MONTAPERTO ED UBERTI PRINClPE DI AFFADALI MARCHESE DI MONTAPERTO, CAVALIERE DI AN IACOMO DELLA SPAD , RETORE D. LUDOVICO GLIATA BARONE DI SOLANTO
D. FRANCESCO SALERNO, D. GlUSEPPE ALVARES SORIO LUOGOTENENTE GENERALE DEI MAESTRO DI CAMPO, D. I V. ATT. FORNO, BARONE DELLA FEDE D. SALVATORE LUCCHESE, D. ORAZIO ANNI SENATORI.
. G taci alla presente scri ZiOne, uino dei tanti privilegi de quali come tu detioso pracii N. l, godo ne se- coli scors il Senato di a
termo Si 'uno che 'altro sta vano nulla sala massima, alia estremita scitentrio
nate i) e faceasene uso a Senato intuit te occasioni di piti alta impor-
tanga et magistrato municipale, O- me ric eximento di ambasciatori Riuramento di retori , senatori e altrius ciali et comune: iunioni di coimstuli civici ecc Iliso illic era tota Pato da tua anco atquanto sollevato alsuolo , e sui quale lavano dei seg-
gioloni ricca mente regiati ad uso deli retore e de Senatori tende di
i Dalle memori lasci aieci a Cau Gn-spare Palorino ella sua Gnida, sullo stato antico dei nostro palaZZ Comunale, si ricava Chela scala grande non ora disposta Come la pre- Sente Costruita OPO il tremuoto et 1823 ma, Partendo ait 'androne e dat tetrastilo co- me 'Odierna, an lava per diverse branche, ad
immotiere diritto ella sala delle lapidi per una porta alia stremit meridionale ili questa di uisa che ii punio della sala indicato negli antichi ricordi como it sondo della mede-sima, ove erano ii soglio e ii bal lacchino et