Beispielsammlung zur Theorie und Literatur der Schönen Wissenschaften

발행: 1788년

분량: 673페이지

출처: archive.org

분류: 미분류

341쪽

anticte Infiniti essempii nolle nostre quescti' uno: ma qualm agglore, e pio illustre che quello. che quello che cora a. cerba memoria h scolpito Dei cuor di tuiti not8 Introdussequesto Senato Luigi Re die Francia Dei, Ducato di Mi. ano; alia quale infelice deliberatione molli di noi fu- Tono presenti. Conservo tragii sem pre inti era la sede dello Capitolationi, quantiarique con premit grandi. e Corivarie occasioni fiammo invitati h discostarci iratia- vano spella molle cola contra not. Non pi ego tili ilbeneficio ricevulo, tili la sede data, Dh tanti perpetuinflicti nostri I' animo suo pleno di tanta cupidi tho' ODRnderct, che final mente riconciliato si per questa ca-gione cogit antichi, ed acerbissimi nimici suoi; contrasse contra no i ta collegatione perniciosissima die Cam-hrai. Pero per suggire i pericoli della insidiosa, e frau- dolente vicinit. d Urincipi grandi, che ci sarebbono

dei continuo imminenti, si amo necessitati s' is notam' inoantio in dirigZare tuite te Dostre deliberationi hquosio sinc. cho P Ducato noti si a rah dei Be cli Francia,nli deli Imperat oro, via si a di Francesco Starga . o di qualisnque altro che Doti abbia Regni, ed Imperii mag-giori . donde dependu Dei tempo presente Ia sicuri. nostra, donise Dei suturo pud dependere. se si varias. xo te conditioni de tempi presenti grande aiamento edesaltatione dei nostro stato. Non coptaui amo, fe h da continuare I' amicitia col Re di Francia, b da consede rarsi con Cesare: I una di queste duo deliberationi es- clude tota I mente da Milano Francelao Slarga, e dyadito d entra rvi at Re di Francia, Principe tanto pili potente di noti l'altra deliberatione tende . conferis mare, ed a lito rare Francesco S foreta in quel Diacato.

ii quale celara propone δ' includere Come Principale

Della

' D da 1ui, dagli Spagnuoli, e con varie oeeasioni iussimo invitati , discostarci.

342쪽

nella nostra consederatione, promet te la conservatione

sua alΙ e d'Inghil terra: pero quati do tetitasse di spogli. arto di questo stato, non solo ostenderobbe not..e glial iri d 'Italia, is quali darebbe causa di volore di Duovor animo a' Francesi, ma offendereb ho it Re d Itighil- terra. at quale gli converine ognuta sa, aver grandissimi vispelli, Ρrovocherebbesi contro miti i popoli dei Ducato di Milano inclinatissimi h Francesco S larga. Conso ito ponendo si h molte dissicolth, o puricoli, est a grandissima infamia, contra verret, be alla sede sua, Ia quale non s' h siti adora venulo segno alciano, che mai abbiadis preZEata: cosa che non polia gi, dire Dol de' Fran. Cesi: angi avendo vestituito do po la morte di Papa Lione Fraticciso Ssor Za in quollo stato, Consegna toglite forteκge socorido che successivamente si sono acqui- state. et Ultima mento contra la opinione di molli, ilCastello di Milano. Do si pub dire, che n 'ab hia salto segni contrarii. Perchh ad utique non do tibi amo n bifare piu presto quella deliberatione, cella quale h spe.

Ta Ea grande di contagia ire r intento nostro, che quellache manifestamente tende . fine contrario nostri biis

lagoi 2 A questo a' oppone che di maggior peri colo sa Tebbe is questa Republica, che u Ducato diu Milatio fossa in podest. deli' Imperatore. che se fosse iti potest. delne di Francia: perchb quel Re per Ia grandezeta di Co

sare, e Per I' Emulatione, che h. con tui, avrebbo quasi necessit. di perseverare nulla uostra coragitantione ἔma in Celare tutio 'I Contrario per Ia potenZa sua, o per Ie Tagioni. Che contra IO stato nostro pretendono egit. e u fratello. Credo che elii cosi sente di Cesare, non S'in ganni per la natura, e consuetudine de' Prin cipi tanto gratidi. Volcilh Id dio, non s in ganna II echinon sente it medesimo det ne di Francia. Milit vano Nel suo aiatecessore molle delle istesse regioni; o non di

343쪽

Dosi . che l' utilit. propria, seneta che non sono perpe-

tue quelle cagioni che I' avrebhotio a conservare unito Cori DOi, ma varia te secondo la natura delle cola humane di momento in momento, perchb Cesare o uomomortale come gli altri uomini, e secondo I 'esIhmpici dimotii Principi stati maggiori di luis ottopolii ad infiniti accidenti di fortunat equanto tempo si che concitat agit Contro tutia la Spagoa, parcua piu presso degno dicommiseratione, che d' ita vidia Τ ed almeno non h lanta disserenga dati' un pericOlo ali' altria. quanto hdifferoneta da una deliberagione, che ci e luda certo dat sine nostro, ad Una che pila verisimili nente vi ciconduca. Dipol quelie ragioni ris*uardatio it tempofuturo, e Ioniano: ma se Coras deriamo lo stato presente delle cola, non h dubio, che I risi utarc la consederatione di Cesare ci melle per ora in maggiori molestie,

e pericoli: perelisi separando Dot det ne di Francia heredibile riserbera it sare la guorra a migliori tenapi, edoccasioni, ma stando D Oi congiunti cori tui, po trebbepur' essere, che di presente la sacelle cosa. che di cie. cositi. ci portera inolesti e . e speia : tua iri qu l caso opiti pericoloso per Dot l'esito dulla graeri a 2 cougiugnen- doci coti Cesare, si pub quasi tenor per certo. che la Vit toria sar, da questa parte: cola che non si piab tanto

sperare, se laremo congiunti col Re ui Francia, e Cori 1edcrati loci coci Cesaie, non ci sarebbe tanto pericolosa Ia vittoria det ne, come sarebbe per lo contrario: perci, si in casa tale tulte lyarmi de' vincitori si voliere h-hotio contra Dot: e Cesare non solo purebbe minor fre-DO. minori osta coli, ma quasi necussit. d ' occupare ilDucat o di Milatio. A quello che si dico dei viti colo dolia conscd ratione. h sacile la risposta: percho promet ommo at Re di Franci a d ajutario , disendere gli staticho posIodcva in Italia, Non a ricuperargit pol che glinuesse perduci: non dice quello Ia scrittura dulle nostre

344쪽

capilla lationi. nh ci militano P istesse rapIoni. Adem. piemino P obligationi ii Osire, quando Delia perdita di Nilatio. cara sa to p cr lo maricamento delle loro provi- isioni. ricevet tero pili danno te nostre genti d'arme. che Fra liccsi. Ademptemmole quando tortiando Laut recti cogit Siriggeri. gli mandammo i nostri a juii rabbiam te trapassa te quando pasci iti da lui coniva ne sperari Ze. E Promesse 'abbiamo aspellato tanti mesi P Ilercito suo. Se la volonta lo riticiae, Perches cerochiamo no i di sopportare la Pori a d lie sue colpo 2 Selaxaecellit h. non bellagii questa ragi orae quando beno in D simo obligati. 4 giustiticarci ' Non i cli che sitimo pistoli re debi tori at ne di Francia, pol che prima si amonati abbati donati not. Non i h che pili olire si a tetitito uti confoderatis per l' altro, Dd che possino giovare is Ini i nolitri pericoli. Non affermo che i Capitani di Cesare pensitio h muovcrci at presente la guerra: ma n hardi rei astermarc i I contrario. considerato la necessit hche hanno dei nutrire l' essercito nello stato degli altri, Ia sporan Za che pol reb bono a vere di tirarci per questa via alia loro congilantione. massima mente se ii Re di . Francia Dori Passera, di che, chi dubita, non no dubita is giudicio mio sena a ragione, Per Ia loro Negligeraga, per essere clausti di danari per la guerra chohatitio cli l. da monti cori due potentissimi Principi; Dc pub oller vi preta chi di questo pressa sede at hostro Ambasciat ore: perci, si gli Ambasciatori sono i 'occhio, e ly orecchio degli stati. Replico in somnia it medes mo. cho cori mnio istudio do bbiam cicercare, che die Fran incesco S larga sia it Ducat o di Milano : donde ne nasce in contagueneta, che si a piu utile quella deliberatione, che si puo condurre a questo essetto, che quella che to.

L aut orith di due tali uomini, e l' efficacia dei Ioragioni, aveva rendulo pia Presto piu perplessi, cho

345쪽

pili ri soluit gli animi de' Senatorii dota de ii Senato al- longava quanto Piu poteva ii determinarsi. itiduceim, dolo 4 quelio la Datura loro, la gravit. Vella cosa, ildesiderio di vellere piu innanai de' progressi det lie di

Francia . e De Erano an O cagione molle dilui colla , chenascevatio di necessith Della concordia coli' Arcidiaca.

Accresceva Ia sosperisione degli animi loro . che ii Redi Francia preparati doli solleci tamente alla guerra; ave va mandato it Vescovo di Baiosa si pregargit, cliedisserissero tu ito it mela prostimo a deliberare. asser-

mando. cho inti angi alia litie det tormine . passerebbecon maggiore cssercito, che mai avella veiluto in Italia Ι' ei. presente. Nulla quale ambiguita moratre chestatino. elIcuto morio Antonio Gromanno Dnge cliquella Citth . su elelio in suo luogo Andrea Gritti . cheptu presto nocque alle cola Francosi. che altrimenti: perchb ogli collocato in quel grado. lasciat a mera meritu Ia deliberatione at Senato, non volle mal ptu. tib couparole. nsi con opere dim Ostrarsi inclinato ita parte al- cuna. Final mente avendo mandato it ne at Senato continua mente uomitii Duo vi coci offerte grandistinae,ed intendendosi che Per te medesime cagi otii veni vano

Anna di Memoratisi, che su pol Gran Conestabile di . Francia. o Foderigo da BogZOle, gli Oratori Cesarci, ed Ιnglesi, a' quali la dilatione era sospei tissima ; prointestarODO at Senato, che dc po tre di prosIimi si partiret, bono lasciando imperset te tui te te cose. Percio ilSenato Decessitato a determinarsi, e togliendo sede allo promesse deI Re di Francia , P ellero stati tanti melinutriti con Varie speran Ze, e molio piu qnci cho in contrario assermava I' Ambasciat ore. riscilento, appresso klui: delibero d'abhracciare P amicitia di Cesare, colquale conventi e cori qUeste conditioni. Clio tra Cesare,

Ferdinando, Arcidiaca d 'Austria, Francesco Si orga Duca di Milano da uti a Parte, ed ii Senato Vinitianodali

346쪽

dali altra fosse perpetua pace, e consederatione. Do. velle it Senato mandare quando fosse di bilogno alladi sesa dei Ducat o di Milano, sciccnto υomitii d' armosei cento cavat leggieri, o sei mila satili: il medusinio per la disesa det Rcgno di Napoli. ma questo in calolasse moleitato da' Cristiani: perclisi i Viniti api ricti Iavano Obligarvisi generat mente per non irritare contra se i armi do' Turchi. La medesina ubligatione avcsso Cesare per la diseia cori traiquaturaque di tuti e te coss.cho i Vinii iani Possede vano in Italia. Pagasero ait Arei duca in otio antii per conto di anticho diseretiete, e per la concordia satia a Vormatia dugento mila ducati; te quai cote come furorio Cuti, enute, ii Senato avendo gia rimosso da gli stipendii suoi Teodoro daTri algi, ob stu Governatore Generale delia sua militia colle conditioni medentiae, Francessio Maria, Duca

347쪽

nguat fertilit, , ne tuiti i gratii meritano d'esser conservati . edi quelli che ii mietitore Vomebbe teneriae conto, qualchespica anco siugge Ia Presa dei mano, o it filo delia falce, cosi comportando in conditione d ogni mieti tua a , che resti anco

delia coronatione, alia quale su dato compi merito addi ventiqua tiro FebrarO : e Cesare risoluto di passar personalmente in Germania, Per mei ter fine a quei di sordini, intimo Ia Dieta Imperiale in Augusta per Ii Otto Aprile, e net Margo si pose in vi aggio.

Parti ly Imperatore da Bologna con questa seripari soliatione, di operare uella Dieta coni' aut ori t. . e conP imperio; si . che in Proncipi separati ri tornalibro ait obedielaga della Chieta Romatia ; e prohibir te prediche, e libri della rinovata dot trina: e it Pontefice gli di ede. in compagnia ii Cardinal Campeggio, come Legato. ehe Io seguisse tiella iDieta. Mando ancora Pleuro Paolo Vergeri O. Non cio aI Rθ Ferdinando, danilogii instruitione di operare con tui . che tiella Dieta non si disputasse, ne si deliberasse Cosa alcuti ad ella religione; ne metio si risolvesΙe di sar Concilio in Germania a questo essetto: e, per haver questo Prencipe lavo revole, ii quale, come Datello die Cesare, e che era stato tanti anni in Germania, pensava Che d Ovesse poter molio, gli concesse di poter cavar una contributio De clas Clercidi Germarita, perla guerra conira i Turchi ; e di po- tersi anco valere delli Ori, ed argenti, deputati ad ornamento delle Chiela.. Alla Dieta arrivarono quasi tuiti i Prencipi inauai

Cesare; it quai vi gioisse addi tredici di Giugno, vigiis

348쪽

Iia della Festa dei Corpus Domini: ed intervenne alia processione iI giorno seguente, non havendo pero po- tuto ottenero, che i Preticipi Protestanti si conteni asserod'ellar presenti: laquai cosa essendo serit ita con est remo dispiacere dat Legato. per ii pregi uiligio fatio alPontifices con quella diceva egli)contumacia. per su Perar questo passo, e far intervenire alle cere monte della Chiela Romana i Protestanti, su autore, che Cusare. nit O gloriatdopo. dovendosi dar principio alla radunan Ea. Orα

clino ali' Eletiore di Salsonia, che portasse la si adainangi, secondo it suo uisicio neli' andare; e stare alia Messa. Ali' Eletiore paruva di contraveriir alia proserusione sua, se condescendeva ; e di perder Ia dignita

sua, ricusando : havendo Presentito, che, sopra la sua repugnariza, Cesare era Per dar i honore ad uti altro.

thero. che, tanga alcuna Ostella uelia sua Conscien gia, Poteva farto, fintervenendo Come ad una ceremutila

civile, non come a religio sat coci l climpio dei Pro. feta Eliseo, ii quat Hori elibe per inconveniente, che ilCapitatio delia miliZia di Soria, convertito alia vera rea ligione. s 'inchinasse Dei templo deli' 1dolo, quati docilichi nava ii Rε, appogglato sopra it suo braccio. Coti .

figlio. che da altri non era appro vato. potendosi claquelle conchiudere, che ad ogia uno soliu licito interve, ni re a tutii i riti d' altra religione, come a ceromonte eivili: non mancando a quat si vo glia Persona ragio iis di necessith, o vero utilit., che t induca ali' intervento. Ma altri approvando it tonsigito, e la deliber agionadeli .Eletiore, cotichiuilevano appresso, che se i nuo vi Dottori avussero usu lo per il passato. ed usasscro ali ava enire questa ragione, in molli occasiolii non satebbo aperta Ia porta a diversi inconvenienti: clo vendo. conqraeli' elam pio, ester lectio a clascuti O, Per conservaria

349쪽

nore, o d'altra persona eminente, non riculae di pres . tare assistenZa a qua lunque aBione; a Ia quale, se bengli altri intervenissero, come ad alto religioso, ego viassistella come a cosa civile. Ιti quella Messa. in angi ali' ossertorio, sece una orazione latina viceneo Pimpinellii. Arcive ovo di Bosano, Nonetio Apostolico; nella qualo non Pario Plinio di cosa alcutia spiritualeo religiosa; ma solo rim- Provero alia Germania I ' aver sopportato tanti mali da Turchi tanga xendicarsi r e con molli e napi de' Captis taui antichi della Republica Romana. gli elario allaguurra contra loro. II dilavantaggio delia Germati iaclisse essero, perci, si i Turchi ubedi vano a uti solo Precimici per dove in Germania molli non rendevano ube. die gai che i Turchi vivatio in una religione. ed i Germani Ogni gloria o ne fabricatio di nuove, e si ridotio delia vecchia, come rancida; gli ri prela, che, volendosar muta Eione di sede, non ne avessero cercato almen

una piu lanta, e pili prudente. Che. imitando Scipione Nasica, Catone, it popolo Romano, ed i loro maggiori, avret, bono osservato la Catolica religione; gli elario linat mente a Iasciar quelle novit., ed attendere alla guerra.

Nel primo consesso delia Dieta, ii Cardinal Cam. Peggio, Legato, presento Ie lettere delia sua lega ione.

e fece una ora Eione latina Dei convento in prelanga di Cesare; Ia sostanga della quella fu, che, delle tante Dite. Iequali in quel tempo regnavan O, Ia causa era lacarith e benevolenta estinia; cho Ia mutaEione deIlad Ottrina, de' riti, aveva non solo Iacerata Ia Chiela. ma orribit mente destruito ogni politia. At quat malo Per rimediare, i Pontefici pallati avendo mandato lega-gioni alle Diete, e non essendosi satio fruito, Clemento aveva inviato lui peresortare. Consigitare, ed operarquet tutio, che avelle Poluto, Per restituire Ia reli-

350쪽

gIonei e Iodato I Imperatore, elario tuiti ad ubbedirequello che ordiner. e risOIverk, Delle cause della relis gione ed intorno gli articoli della sede. Esorio allaguerra contra i Turchi. promet tetido, che it Papa non perdoner. alla spela per alui argii. Gli prego, petamor di Cristo, per Ia salute delia patria, e loro proin pria, che, deposti gli errori, attendeIsero a liberar Ia Germania, e tutio I Cristianismo. Che, cosi sacendo. 1l Papa, succeor di S. Pietro, gli da va ta bene.

digione.

Ali' oragione dei Legato, di ordine deli imperatore, e d alia Dieta, rispo se ilΜOguntino et che Cesare. per debito di sit prerio avvocato della chiela, tenter. tuiti i megii per componere te discordie; implegher. tulte te sue forge Della guerra contra i Turchi; o iuttIi Prencipi si giongeratino cori Iui, operando si satiari mente, che te loro a ZiODi tiranno approvate da Dio. αδ al Papa. Udite, dopo questo, alite lega gioni, I 'Eletistore di Sassotita. con gli altri Preneipi, e Cittis Protestanti. congiori te seco . preserito uir Imperatore la Conis fessione delia loro sede, scri ita in Latino e Tedesco, facendo ista nata, chh fosse letia ι no voIendo I Impera. tore, che si legesse in quel publico consesso. ssi rim E qnesto at giorno inguente, quando it Legato, per non vicever qualche pregiudigio, non volle interveniret ma, congregati i Preticipi ilianai ali' Imperatore, in una sala capace di circa d i cento persone, su ad alta voce lettar e te Citth, che seguix ano Ia dottrina di Zuinglio, separa metite presentarano Ia consessione delia Ioro sede, non disterente delia sudelia, se non ueli atticoIo dei P Eucaristia.

La confessione de Prencspi, che pol, da questo Comigio dove in letta, si chlamo Augustana, conte. MeVa due parti. Nella prima, eratio elaosti gli articolidella Ioro tedo in numero di ventuno i deli unita dio '

SEARCH

MENU NAVIGATION