Beispielsammlung zur Theorie und Literatur der Schönen Wissenschaften

발행: 1788년

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vina. deI Peccato originale, deli' incarnagione, dellagiustificagione, det ministerio evangelico, della chiela, det ministerio de sacramenti, det batesimo, deli euca-xisti a. della consessione, della penitenga, deli' usci do sacramenti. deli ordine ecclesiastico, de riti deIlachiesa, dolia republica civile, det gludizio sitiale, deltibero arbitrio, della causa dei peccato, della sede ebrione opere, dei culto de Santi. Nella seconda erano spiegati i dogmi disserenti della eli tela Roma tia. e gliabusi. che i Coti sessionisti reprobavan Or e questi erano spiegati in articoli sette assai longa mente distest: dellasanta comunione . deI matrimonio de' preti. della messa, della consessione. della distinetione de' cibi, de voti monacali, e delia giurisdietione ecclesiastica. Si osse rivatio in fine, bisognando, di presentar ancora in formaetione piu ampla. Μa Dei proemio di essa e*osero, aver mello in scriἈO Ia sua Confessione, Perub dir alia praposta di Sua Μa est.. che tuiti do vessero prem margii la loro opinione: e pero se anco It altri Preniscipi daranno in scritio Ie Ioro, sono a parecchiati dicon ferir amicabit mente, pervenir ad una concordia:

alia quale quando si Possi pervenire. avendo la Sua Maest. in tutio te precedenti Diete satio intendere, di

non poter determinare e conchiudere alcuna cola in materia de religione, per diversi rispelli ait' ora allegati rma ben eser per operare col POntefice Romano, chosa congrcgato uti Concilio Generale: e finalmente. avento fatio dir nol convento di Spira, Che essendo vicino a componersi te disterenge tra Sua Maest. e I' is. tesso Pontefice. non si poteva piu dubitare, che i Papa non fosse per acconsentir at Concilio; si osterivanodi comparire. e di render ragione, e dilander Ia loro causa in un tal generale, lihero, e Cristiano consesso.

dei quale si h sem pre traitato Delle Dieto celebrate glianni det suo Imperio. At quat Concilio anco, ed a Sua

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Μaesth in se me, anno in debita forma di ragiohe appellato: alia quat appella Zioneyn Ora ad heri ono: non intendendo, ne per questo traitato, ne Per alcun altro. abati donaria ; se la distereneta non sar. prima in carithrido ita a concordia cristiana. In quel giorno non si passo ad altro atto. Mal 'Im. peratore, prima che sar Tila luetione at Cuna, volle averi avvi sa dei Legato: ii quale, letta e considerata, con id Oologi d Italia condolii Ia Consessione, se ben ilgiuiligio loro su , che se do vecte oppugnare, e publicare, Ibito nome di tui, uua censura: con timo cio, Egli. prcvedendo, Che a Vrebbe dato Occasione di magis glori tumulti, e dicendo chiara mente, che, quam tonita dottritia in buotia parte la disserena a gli pareva vor. Dale. e poco importava ii dir piu ad uti modo che ad Dri altro et e non esser ragio nevole, che Ia Sede Apusto. Iica entri in parte Delle dispute delle scuOle, non cono senti, ehe ii suo nome lasse posto Delle conten Eloni. Ed ait 'Imperatore sece risposita, che non saceva tu gno Per ait' ora erit rar in stretio elamine delia dot tritia ; maconsiderare l)clam pio, che S avrebbe dato a tuiti li piriti inquieti e sottili, a' quali non avreb hono maniscato infinite altri nuOvita da Proporro, con non minore

verisimilitudine: Iequali avida mente lareb bono stat Eudite, per ii prurito d)o recchi ei ebe occitatio Delmondo te nuovith. E quanto agit abusi notati, ii cor-reggergli causerebbe maεgiori inconvenienti di quelli, ehe si pensa rimcdiare. Ιl suo Parere essere, Che. es.sendo Ietia da dot trina de' therani, per levare iI pre-giucligio, folle letia una consulaetione Parimente, Iais quale non si publicasse in copie, per non aprir stra daalle dispute: es' attendesse col mezgo dei negogio ad

Operare, che i Protestanti ancora ε' astenessero dat carniis Nar pio inaneti, proponendo favori e miriaccie. Ma.

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Tnno.' ee diversi essetii: alciani ebbero I Protestantirer .ptu empi di quello, che si erano persuaso. Prima

et e fossuro informati delle lor particolari opinioni: altri in contrario, rimessero molio det cattivo concello, In ch gli avevatio, riputando i loro sensi non tanto assurdi, quanto ave vano stimato ; anai, qUanto a gran Parte degra abus, cora sessa vano. che non Tagione eranori presi. Non h da tralalaiare che ri Cardinat Matteo Langi. Arci vescovo di Salaburga, a tuiti diccva, ester Onesta la risorma della messa , e conveniente Ia libertane' cibi, o giusta la di manda d' essere sgravati di tanti preCetti Dinanir ma che uti misero monaco risOrmit ulti, non esser cosa cla sopportare. E Cornelio Sco Perto. Segrotario deli Imperatore, disse. chela ipre. dicatori Protestanti avessero datiari, facit mente com

Preret, bono da gli Italiani quat religione pio gli placesse;

Caure, consortiae at configlio dei Legato. apoprovato da' consigileti proprii ancora, desideroso dieOm potier il tullo con Ia negogia aione, cerco prima diseparar gli Ambascia tori dulle citi. della congiunat Ono eon i Preticipi: it che non essendo riuscito, sece saruna consutagione delia Scrittura de' Protestanti, edtina altra a Parte di quella. che produsseso Ie Cilia. E, , eonvocata Iulia Ia Dieta. disse a' Protestanti. d'aver Considerato Ia confessiorae prosunt atagii. e dato ordine

ad alcunt pii ed eruditi, di doverne far il loro giri.

dietio ι equi fece leggere una consutagione d'ella, Della quale tallais molle delle opinioni loro, net fine si confessia va, nella chlosa Romana esser alcune cola, chemo vita vano emendauione . alle qDali Cesare promet teVδ. pho larebbe pro vediat Oi e pero do venero i Protestantiri mutiersi alDi, e ritornar alia chiesar certificandoli,

menti

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menti sacendo, egii non mancarebbo di mostrata pr tetiore e disetis ore di quolla. I Preneti pi Protestanti E' offerirono pronii per sartiatio quello. cho si Poteva, salva la conscieneta; e socon Ia Scrit tura divina in mana gli scisso dimo strato. ester qualche errore Della loro dot trina, di correggerio to se Pi lasse bi igno di maggior dichiarazione. dicchia. Taila. E. Perche de' capi propositi da loro. alciani nella confulapione gli erano con cessi . altri risiurati. se dello

consutagioni gli folle data copia si splagareb bono pistellia ramente.

Dopo molle traitagioni, final mente surono elettintie de C tolici, e sette de' Protestanti. i quali conferissero inite me, per trouar modo di composietione; ne Potendo convenire. ii numero suristretto p ire per Parie; e se bcri surono accordati alciani poclii punii didot trina merio importanti. ed attre cose leggicri apparin tenenti ad alc uni riti; sinat mente si 'ide, che la con

coinia. Percli si nitIune delle parti si dispoti eva a COnceder te coso importanti ult' altra. Conlammati molligior ni in queita traiIaaione, fu letta li consulatio nodella consellio uo presetitata ualle citia; la quat udita, gli Ambascipiori di quelle rispo sero, che erano recitati molli articoli dei l. loro scri itur altrimenti, chedator Oerano stati scribti, e tirate a cati ivo seriis moltu attredelle cola da loro Prpposte. per reuitergit udi 'si. Alloquali ogge*Zioni tuite avreb bono rispo sto, se gli fosse data copia della consuta dione. Fra tarito Paegaro. Chenoti si voglia credere calon Dia, ina a spetiare d udire laIor dii ela. Fu negat O dii dargli copia . con dire. che Celare Doti via ole permetiere, che te cola dolia religionesianu poste in disputa. Tento l' Imperatorei per via della prMtica, di Persia adere i Preticipi, massime con diret chpelli erano

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pochi. ela loro dottrina nuova ; che era stata sust cIen. te mente confutata in questa Dieta; esser grande lyardi re Ioro di vyler dantiar d'errore ed eresa e falsa religione, P Imperiat Maesta, tanti Prencipi e Stati di Germania,co' quali comparati essi non fati no Dumero: e quello

Che ἡ peggio, aver anco per eretici i lor proprii Padri,

e maggiori; e dimandar Concilio. ma non limen O , tratanto, Volendo caminar in angi negli errori. Lequali Persuasioni non giovando, po icho nega vano Ia loro dot tritia esier nia ova, ed i riti delia Romana chleta esseraritichi, Celitro metiendo tu opera gli altri rimedii, configliati dat Legato Campeggio, sece traitar con clas cuia O R Pari C. proponendo qualche so distagione nelle cola di loro interes e, molle ucsiderate: ed arico mei tendo loro in angi diverse opposietioni ed attraversamenti. che egli avrobbe cccitati allo cose loro, mentre Periistea ero sermi nolla risoluetione di non Titinirsi allaCbiola. Md. o perchh quei Prencipi peti saltero di sarben i latit loro, perseverando; ψ pur. Perchb antepo nes ero ud Ogni altro interesse ii conservar la reli glane apprela; gli uiscit, se ben potenti, non Partorirono est et O. Ne mcno poth cii tener Cesare da loro, clic si contoritasshro di conceder nolle lor terre t eserctgio della religione Romana, sine at Coracilio, che egli promet leva doversi intimare fra tei meli; a voti do i Protesilanti penetrato, cio est ex invenηione dei Legato Pontificio,

ii quat non potendo ottener di presente ii suo intento studi cava sar assai. so con stabilir in Ogni tuo go i' usodella dot trina Romana, mei tesse confusione ne' popoligia alienati, ondo restasse la via aperta alli accidenti, che potessero dar occason ed' estirparia nia ova. Porch h. quanto alla pi o vesti d' intimar il Concilio fra set mesi. sapeva heri, che molli impedimenti s avreb hono po- tuto alia gloria ala pretendere. Per me iter dilaZione, e finalmento, per duluder Ogni asset taZione Non

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Sarpi. 34s

Non avendos polluto conchi ad me alcnna cosa. Par. tirono i Protestanti in fine d ' Ottobre; e Cesare seceno /Editio pes stabilimento deo' antichi riti della religione catolica Romana ; ii quale in lamma contene vae chenoti s mutasse eo sa alciana della messa. Dei sacramento delia Confirma gione . e deli' et trema On Zione; che laimagini non fossero levate d' alcuti luo go , e te levate solIero ripa ste; che non fosse lectio negar il libero a bitrio. Nemetio tener opinione. che la sola sede giustilica; che si conservassero i sacramenti, te cerem Ouie. i riti. I' ellequie de' morti net me desimo modo; che ibenefiij si dessero a persone idonee. e che i Preti mari. tali o lascino te mogli. O sano soggetti ai bando; tu itele vendite de herii della chiela. ed attre usurpagioni. statio irritate; noli ' inlegnare e predicare non si possitas cir di que Ili termini; ma si e sorti it popolo da udiria mella. invocar la Vergine Maria. e gli altri Sanis, os eruar te Festo e digiunt; dove i monasteri ed altri sacri edi figj sono stato destiuiti, sano reedilicati; e si a vicercato it Pontefice di farii Concilio; ed in angi seimosi, intimario in Iuogo idoneo; e do po fra tari anno,

no ferme e stabili ; e nisi una appellaEione o ecceZZione, che se gli fassi contra, ah bia luogo; e che. per Conser var questo decreto. Og uno debbia met ter tui te lesue large, e lacolia, e la vita ancora. ed it sangue; e I Camera Proceda contro chi ε' Opponerk. II Pontefico, avula notigia delle cola neIIa Dieta

successe, per avulso det suo Legate. fu toccato d' in.

terno dispiacere d' a Dimo, scoprendo, che. se hen Cario ave va ricevulo it suo configlio. usando I 'imperio. e minacciando la foreta; pero non ave va Procedulo, come Avocato della chiela Romana, alqriale non appartiene prender cognizione della causa. ma essermero esecutore de' decreti det Pontefice; a che era a D

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Latio contrario I 'aver ricevulo, e satio Iegger te consessioni; e l'aver instituito colloquio per accordarie distere nete. Si doleva sopra modo, che alcutii punii tollaro accordati; e maggiormente, che avelle acconsentito I aboligione d ' at cuni riti; paretidogli. che P autorii, Potitilicia fosse violata, quando cola di tanto momento sono trati a te langa participaetione sua; se almen o lyaulo i ita dei suo Legato fosse interveniata, ε' avrebbe PO tuto tolerare. Considerava appresso . che P aver a cio

consentito i Prelati, era con sommo suo pregiudietio ;e sopra tutio gli Premeva Ia promossa dei Concilio, tanto aborrita da lui. nella quale, se heri Pareva satiaonorevole menetione deli' autoritis sua, peris I haverprescritio it tempo di sui mesi a convocario. e d'imntino a Principiario, era meiter mano in quello, Che . proprio det Ponteii cc. e far P Imperatore priticipale, Ddit Papa ministro. Osservando quesii principj, conchiu

se, Che Poco bu Ona spera laeta Poteva aver Delle Col Edi Germania, ma che conveni va pensare ad nn defen-

suo. accio it male non passasse ally lire parti dei corpod ulla chiela. E. POiche non si poteva risar altrimenti

it Passala, cra Priaden et a non mostrar che tasse contr9 suo volere, ma sar sorte ella autore, do vendo in tal modorice ver minor percosa nella ri puta Zione.

Per t.mto dic de conto delle colapasi te a tuiti i Bh. e Prencipi. spedendo sue lettere sottoiit primo Dicem -hre, tulte deli' illesso tenore: che sperava potorsi estiti. guer l' eresia Luterana con la prelanga di Cesare; echa pur tal causa principalmepte era andato a B Ologna Perfargliene istanga. se beti lo cono laeva in cio da se Iiesso assai animato : ma, avendo avisi deli 'Imporatore,e det Campeggio, suo Legato, che i Protinanti si sotio

salti pili ositi nati, esso avendo comunicato it tutioeotii Cardinali, ed in sieme con loro avendo Chiara. mente Venuto, che non vi resta altro Timedio, se non I usato. h

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Earpi.

tanto gli e forta ad a jutar con la presen Ea loro, Uer . per mega o di Ambascia tori Dei Concilio, che si con-VOcher . . una causa cosi tanta , che egli quanto primas potr. . ha deliberato me iter' in est cito, intimando uri generale e libero Concilio in qualch e Inogo commodo in Italia. Le lettere det Potitetico furorio a tutioti monil a Dote . sacendo opera i Ministri Pontificii iuogni tuo go, cho palsa stero a notitia di tuiti; Doti perchsi, ne ii Papa. ne la Corte . desiderassero . O volessero ap- plicar l ' animo at Concilio. dat quale eratio alienissimi i

che gli abusi ed inconvertienti sareb bono prest O rimediati, restassero sermi noli uti bedieneta. Pero, Pochi Testa rono in gannali; non essendo dissicilesco prire, clieP ista naa fatia a ' Prencipi, di mandare Ambasciatori ad uti Concilio, det quale non era determinato ne temPO, De luogo, ne modo, era trOppo asscitata preven Zione.

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dre con maggior animo nellis cola Publiche, e con mag-gior studio e pili liberth, 'con gli amici che non have vanito ii padre. si governava. In modo che quelli chct per Ia morte di Gio vanni s' erano vallegrati. v edendo,quat era Cosimo si contrista vano. Era Cosimo uomo prudentissimo, di grave e grata preseneta, tutio liberale,

tutio humano, ne mal tento alcuna Cosa Contra la Parte, ne contra Io stato, ma attendeva . beneficar ciascutio,

e coli la liberalit. sua farsi partigiani assai citia dini. Dira odo che r esempio suo accresceva carico h quelli ch go verna ano, e lui giudicava per questa via, o vivere in Fironze Potente e sicuro quanto aIcuny altro, o ve-Nendosi per P ambitione degli avversarii allo stra ordi- Dario. ' essere e con tarmi e eon i favori superiore. Grandi istromenti . ordinare Ia poteneta sua furono Averario de Medici e Puccio Pucci. Di costoro, AV Tardo con ι' audacia, e Puccio Cori Ia prudenza, et saga. ι cita favori e grandezaa gli somministravano. Ed eratanto stimato. ii consistio ed ii giudicio di Puccio, Etanto Per cia uno conosciuio, che la parte di Cosimo non da lui ma da Puccio. era nominata. Da questa cosi divisa citi. fu salta I' impresa di Lucca, Dei laquaIε'accesero gli humori delis parti, non chesi spegnessero. Ed avvenga che la parte di Cosimo lasse quella che i ha- velle favorita, non dimeno ne governi δ' essa erano. mandati assai di quelli delia Parte avversa, come huOmini

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lyraelia sit. 349

mini pili reputati nello stato. A che non polendo

A. eardo de Medici e gli altri rimediare, attendavano con ogni arte ed industria a calunniarti, e se pardita alis curia nasceva che De Nacquero molle era non Ia foris tuna o la sorga det Dimico. ma la poca prudenta det Commissario accusata.' Questo fece aggravar i peccati

- δε 'A storres Gi anni. Questo sece Hegnar Messer Binaldo degli Albigi e partirsi della sua commissione tenga Ii.eetiga. Questo medesimo fece richie dere dat Capita nodet popolo Messer Gio vanni Guicciardini. Da questo tuiti gli altri carichi che a' magistrati ed a' commissarii

i non veri si fingevano, ed i veri ed i non veri da quolpo polo che ordinaria mente gli Odia Va, Crauo creduli. . Queste cosi sat te cose e modi instraordinarii di procedere. eratio Ottima mente da Nicolo da Uzano . e da gli altricapi della parte, conosci uti, e molle Volle havevano in Isieme ragionato de' ri medii, e non Ce gli trova vano

Petch h pareva loro. il lasciar crescere la cola, perieci. Ioso, et ii voleria urtare, difficile. E Nieolo da Ugano era it primo atquale non pia- cevatio vie straordinarie; nde che vivendosi con Iagra erra suora, e con questi trava gli dentro. Nicolo Baria

halori volendo disporre Nico Io da Ugano is consentiroaIIa Tovina di Cosimo P ando a trovare . casa. dovolutio penso in in uti studio, solo dimorava, e lo conisforto eon quelle ragioni seppe addurre mi gliori h volet convenir Coti Messer Rinaldo . eacciar Cosimo. AIquale Nieolo da Ugano rispo se in questa senteneta : Ε' si' farebbe per te, per Ia tua Casa e per Ia nostra republicaehe tu, e gli altri che ti seguono in questa opinione. havessaro pili tota Ia barba dyariento che d)oro, come lidice che hai tu ; perchh i loro consigii procedendo da, Capo Catiuio e pleno d) esperionga, sarebbero pia savii

e pia utili a clascheduno. E mi Pare che coloro cho

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