Beispielsammlung zur Theorie und Literatur der Schönen Wissenschaften

발행: 1788년

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leno spargendo, con vana lingua, e bugiarda diletia ilio recchi degli sciocchi. E como che questa pestileneta, bbia in divel si modi ii motido corrotto , Mn questo h olla somni filiae me odiosa , E molesta, in che ella Tende leni, e pactrosi coloro, Che prendono ad ornare,

o celebrare gli alti ut Veri, magnifici, e gloriosi gesti: i quali mentre si studiano di discostarn dat costuine diquesta ardita, e flacciata in gauna trice, di vetagono egi-dio nolle. vere lodi foverchio timidi, e vergognosi, eo me io ora in me stesso comprendo. Perciocchh volendo io te maravi gliose bellenge delia nostra Venenia, in quelm do, chele mi e deboli sorge loliengono Iccivere, eritrarre , Dei primo conitriciamento temo, non quello diches merita mente poti ei esser ripreso clod lo avere ioavulo poco riguardo at mio basso in gegno si alta materia elegeteudo) ma quello, clie falsamente mi potrebbeessere opposto; cioh, non te mi e laudi sieno da molti 1eptitate lusinglie e la mi a veritii bugia, e la min gratitudine, inna uno. Ala Non per tanto, conciossiach ὀ coloro, Hae non hanno intera, si per ita notigia delia vostra generosissima Patria, non possono in alcian modo sit mare,

esso voi, si pol rebbe forse dire alcutio, che io colle inielosin he cercalii d' acqui stare la vostra benevoleneta, malo sono costretio a partirmi, e a diiungarmi da VOi, o con nato glandissimo dolore laseia te la vostra inclita, alia Lia allegeta, ed alia mi a vivereti an verso di tot gυardando, Sistrioria, ina alla tua dolae usanga verso di me mirando, nou Dominio, ma compagnia. in se ii mio costuma fosso infinio, o coperto, Potrobbe per avventura alciano sospicare, che la testimonia ueta, che io pigito a scrivere Oradello vostro divine laudi, fosse iugantio, e salsita; ma li h lamplice, ed aperto, e quessta oggimai in chinata,

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. sicho virili diala vostra Patria, mi dee et alauno attribuiro a ventura, e che io te approvi, a boni. , e che io pre-

Iunia di potorie acconcinna erite. narrare ad altrui, . ad a more, o chyto iri cib fare iri' assatichi, a gratitudine. E certo sono, che molli si credouo troppo bene a vero

intera conosceneta di letu per socchb vedulo baunia, te suoi Signoriti membra, ed ii suo regale aspello di suori sol . mente, i qunti, se co- da sua, eis gie, ed ii coxplo di lei mirano, cosi potessero egiandio dcopririo il. seno. Ediluoi sensi comprendere , e i suoi pensieri. interideae, e a Dot nobili collum i apprendere, sicco me la ita, io cibueramotito larga, e be uigna .fortuna, ha concedulo a mo. di potor fare, seneta alcuno fallo dirobborio, che do cod.

por li bellegM di Venenia, simili in se a divini mira coli.

pili chq alle teriene Oporo, per compara etione a Delle deli' anima, s deli' intelletio di let, sono vane, e balse, ed qβρει E. E s Za lallo, quantunqtie i falli, e te Cois In ense age Vol mente si applo Isi inino. alia verti. , ed alla xlaaiopc, che te paro te, e i ragio amenti: non Lanno ἔMondimen O , oi pure avete pili coli' essesto uis cori laprora fatio, od operato in rendere la vostra Patria beata. e felice, ed olire a cib stabile, e' peri milia, cliti altri non Ita sopra di cib na' pveteriti tempi scritto, . o. Drdinatodelle altrui; siccome la sperieneta dimoltra; falla quale in

cloccbh il continuo tempo suble essere compagno dinia Prudenκη, e avversario della fortuna. Dutiquis hi ivostra virtv lia questa inclita Cit t. tanti anni, e. tanti socoli,eolla sessa sua prima faccia, e tiello stes o suo prim ero abito mantentita, e non la vostra ventura. Ed b senis aleon dubbio da credere, , che siccome ii Ciella perpetuo essendo, conserva quel medesimo modo senapi e, . e Iaa atura, siniit mente perpetua, ritiene una siessa Iegge. eos, ta vostra uobile coinuna Ma .eterna sa, pere cchhella tin medesimo ordine, e uno ste stilo ha tonuto, ciconservato seinpre, seri Ea mutario, o phare alterariogiammai: la quale, pila secoli vivuta essendo, che molleolire delle pisi illustri non vissero anni, piis iacisa, e pluvivaces ora attempata dimolita, che quelle aliora giovani non dimostra rono. E in quella guda, ebo it Mondo nestempi deli' oro, mentre cli' egii se migliore, solea fare, Percio celi' i giorni aliora correvano vena te mattulino

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ore, a reta seri' andavano verso i laeschi anni a a attem. pars i cosi Venegia per la iunga vita non invescchia ; angipare, .che olla v/rl O la sua giovaneκga caminini tuta via di tempo in tμmpo, come se ella pisi alia gioventu s'aceoliaste di mano in mano ; e tale essendo col suo vigorelia molis volte la Cristianii. gi. per vecchiezga casca mesostentita, e ringiovanita ; ed ora Italia, non col suo

spirito, ii quale pare, clis da Di partito si sta, e spontos ; ma con quello di iei vive, e sostiens. Per te qualicose, sappiano coloro, che moni dassa fama deliὰ hol-legge di questa veneranda Citia, di lontane parti in vendosi, peregrinando verigono a miraria, e mirat ala sempre inaggiori te lodi, o la mara vigila di iei sicco monot Veggiamo ogni di, che molli, angi infii iti sentio alle loro case tornando riportario, che essi non ave vano A grido, e la fama, dei loro paesi partecidosi, recata; ε sit mino, che siccomo per mirare te bellegae dei Ciolo, non hanno gli uom inc intera cognoscenZa di Dio, tria sola metite prendono alcurio argo mento, quale debbeesser colui, ehe in si nobile magione alberghi; eos, nhinis, ine meno, percioechis alcuno vedulo abbia Ia boblegga di quesio sito; adla quale nilina cola pari,. nh si is gliarite secero, n. far potrebbero giam mai th matii deis gli uomini, non percib ba colui perseita coginκione delia vostra Citth, ma lota mente alcun piceiolo iudigio prende, Mali seno gli abitatori di si inaravigii ola alhμrgo. percio hh a niuno segriale si rico noscono te vere comis mendagioni, e te false ius righe l' una dati ulti a , se noueol testimonio dello virtuose opere, accioch h le laudinate non abbiatio semigii anga di lusinglie, lih mi poIIa ulcuno Tipre ridere, perci occbh io dica te vostre lodi. enon narii te vostre viri, mi place di raccontarne quella parte, che per me si poli , , quatitu nuue esse in grandiLsima ab ndaneta 'isi alte sieno ad siere vertite, i chead esset conto, o mi furate da me. Per uitina'cagio ues crede, che quelle prime genti, ch negli antichi secoli HVevano disperia, ova gabonde, si raccogitessero ii se inrinh ad 4ltro filio ristrignessero la loro selvaggia licenEasotto alcuna civile usaneta, che per procurate salveZZ. Θ fcampo alla vita loro; acciocch h cosi adunati piis age--lmente potessero dalle tenipesse, e da' noci ςi animali:

e dasti uomini alte siere semigilanti dilandersi. Per Ia

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quai cosa ne primi tempi erano materi/li; ma poco ap presso deposta la rogetegna, ed Un poco rassicurati, e gi. di'Ialuatielii falli Citta dini, si di edero a procacci arcteriandio molli degli agi, e delle opportunita, e mollisostentamenti, che l 'υmana fragilitis per suo sostegno

richi ede: in processo di tempo, ora tina, ed Ora unaltra arte trovando, et Ia loro rustichozga in dolci, einansueti costumi trafformarido, . ebbero te Citth, qualpisi, e quat meno, secondo la Persegione, e ii diset todi clascuna, compluta mente fornite di tutio ib, che a contenta, e lieta, cd ouesta vita h richiesio. Per Iaquai chosa chi armentου comprender si dee, che quelle prim iero com unanZe furorio falle ait Ora per cagione divivex bene, e selicemente; e come interviene di tu itele arti, perciocch h niuna ne ει mai in sieme trovata, o fomita, cosi h di questa nobile dottritia de'roggimentidelle Citi. maestra avvenuto, Che EJIa dallo prime ruinstiche genti Origine avendo, o Percio xo ZZa noscendo,

e povera, h pol stata dat tempo, e dagli artesici mede .smi di let, ora in questa parte, ed ora in queli' altra forismata, e in tanto arrichila, et Ornata, Che concioni a.

cosa chh molle nobili arti, ehe di sestegno, e di solle aia

monto sono ali umana generaZione, o che pure anchone porgotio alciano laudabile diletto, sono attribuito ad alcuno valoroso uomo , ed alc una at Sole , o talo alia Luna; ma quella sola degli uomini, e d 'popoli governatrice h a Dio stesso ali egnata. E quolli antichi savi Domini, i quali ne' loro tempi questa stessa celestiale sciana a alle genti poetando, e favoleggiando insegnarono forse comesogitono i medici fare, che i sani, e salutiferi cibi, Ottima mente acconciano, e condi otio secio elth noi dat gusto della dolcegna di quelle vaghe invengioni invitati, de' loro salutiferi precetti desiderosa- mente pascendoci sana, e beata vita Vivemino : costoro aduraque, quantulaque essi Apollo dei canto, e delia medicina assermassero esser mae ro, e Cerere deli' Agricoltura, E Minerva delle Lettere, e Nettuno deli' arte mariti aresca, ed altri d' attre particolari virid, a Gioveniuno studio, ni uno pensicro assognarono glammat, fuoriche quello det governo de' popoli; o lui solo Re, e lui solo Principe, e Governatore delia Citt. Domina rono. E certo se tu arti, che conservano ii corpo, e che dilet

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insteme 2 E conciossicosac si in tuti e lo cose laudasili, lapisi perseesta . pisi laud bile, chi fia, che mei ita montenti post, riprendere, se io in iodare quella Cilla, quantolo mi e forge vagitono m'as lico, i. alia cui prudenZa, edalia cui persegione niuna ne tu glammat, che aggiugia esse, siccome quella, Che a vivere, e a bene, ed onestaniente vivere me gli O, che alcula' altra si ordinata, e dis poliat Quella Citi. dunque, la quale, sicco me savia madre, epiolosa, i suoi Citta lini abbon devol mente latia, e Du- trilce, et olire a cio nobiliuente allevati, e pq inati,

per entro i vari casi di questo inrreno coris It clari, ei, anquilli gli concluce, e lieti, e contenti tutio Io Ipagiodi questa vita gli confeyνη, Q. Mianire 'e; AVella. Qitta, dico, lammamente lodare, e magni sic're, ed ammirare

Iatidi, che io a dire diaei prendo, non mi e artificiali lu- singhe essere, ma sue vero Virtu. Assai manifesto se tio. pare a me cbe quel primo intendimento, per lo qualofurono gli uomini nolle Citth raccotti, cloh la sicure a, si a perseita mente in Vol compluto, ii vellere, Ches tutioil di, molli di molli paesi venendo, e te loro Dati Cittὲ lasciando, in quosia oleggono d'abitare; i quali tangaaIctin dubhio cio facendo confessan O, septu securi ε ssorea caia vostra forestieri, che non erano alia loro Citta lini. Dunque sic come lieto arbore in secondo terreno posio, i suoi ςeria rami di tempo in hem po cresce, o dilata; eos, questa inclita Terra in selicissima parte locata, lelae mura. e i suoi nobili edisici d 'ora in ora dili se e produce: ie n entre ella pietosamento it naufragio deli sit rui Ci Lili, net suo quieto, e tranquillo seno race ostie, non solo la tua sicureZZa di in ostia , ino eZi dici la sua maia vigilosa, e incomparabile mansuetudine Ietide a GaIcui chiarissuua,.e Palete z la quat vιitu non Iolci o

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Miobanni bella Casa. 343

propria degli uomini ; ma egiandio innangi ad oen alii acosa a per ita Citth conveniente ἰ perci occh h indar nosarebbero is genti delle setve, de diserti luophi uti ite,

e nelle case, e tra te mura ridotti, se eglino i sal va tiolii costumi, e la rogκ eZZa de' boschi, e delle solito uitiinelle Citta recata avessero, e mariten ita. Pexl3 talcosa, quelle Repubbliche, quali Obbero uianga ne' loro tempi di dare alli strati ieri delia loro Citili commioto, me ritamente furono da molti blasim a te; sicconis queli nelle quali ancora acerba era l'umanith, e i loro costumidella prima salvatichezga serba vano: it che Della vostra benigna patria a Diutio ad diviene angi h ii di morare appo Vol a clascutio, chi cti'egii si sta, per la vostra hρniquit. libero, e per la Vostra possan Za sicuro, e per la vostradoviZia comodo, e per la vostra mansuetudine dii ite-vole. Niuna mara vigila ε dunque, se, come nct i peti-eolosi passaggi si ve de dat ora, chele moltitudini delis

piceolo nax t a'grandi liuoli armati accosta udosi, cori quellicercatio illloxo cammiuo senZa alcun rischio fornit e,i co ile vicine genti, e te lotitave, die tro almaravi gliolo go- verno delia vostra Repubblica tenendo si , per si dubbio, e si sospetioso tempo lo Ipagio delia vita loro pro ccuranodi trapassare con sicurlά. Ma come, che ii vellere, chogli altri tie'loro pericoli ricorrotio at vostro soccorso, ita

grande, e certo segno delia vostra sicurreZκὰ, non dimotio,

Porci occhh mi potvebbe alcutio dire, che Cio procededali altrui timore, e non dalla vostra sicuri h, ed h piu tosto argo mento delle miserie d'Italia, cho delia selieit. di Uenenia; mi pare necessario di inostrare, come lavostra patria sΙ per lo suo sito, si perta pruden ga vostra, meno, che alcula' altra Citth, si a Iottoposta at poricolodogli altrui in ganni, o deli' altrui sorge di suori di se: . perci occh. della sua interna sicuregga intendo io dire iα pisi comoda parte deli mio ragio nam elato. Dico durique, ches credibit cosa h, che quando l'acque fove cchia rono laTerra, ed ogni planura asso Ddarono, e Iuco perlono claquai cosa tu molle Provincie si legge es re molle volto addi venula) gli Domini perissero tuiti, e a stogasIero, ἀει ori solamente alcutii pochi pasistri, o la, Oratori, chouelle alpi, o nelle cime degli alti monti abita vano, iquali pol a gran tempe h da credere, che impauriti perlui diluvio, per Diutia cola dei mondo s'erri ItalchiasIero

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a scender nol plano, e lapis tutio per niuna cagione nora ardissero avvicinarsi a liti, ed alia marina. At quale accidente simile avversit. sopravvenendo a vostri nobilissimi antichi, contrario consigito su da loro Preso ; perci occh. soprabbondando gi., siccome in molt' altri Paes egiandio in Italia, innumerabili turba, e moltitudine dibatbara gente, ed inumana, e non solo i suoi doletis

campi inondando, ma ancora negli aspri tuo glii, re momtuosi salendo, e quelli occupando, siccome coloro di nati etiali acque, e dalla morte fuggendo ricorre vano latio in- stlasso di bene avventurosa stella alle montagne, Cos 1 ivostri valorosi Avoli quel diluvio terrestre, e quella se vita scamParono in queste acque ricoverando, ed in elle TasIicurati, qDelto mara vigiloio abitacolo della Libertis, stabile, ed et erno fondarouo, e coma quelli det mare pauxosi, colatro ali' erupito deli acque fecero delia terra,e de monti schermo; cos, Vol della terra temendo, ilmare, e Pacque, contra i terrestri ast alti per riparo pren-deste: ii qualo Vol a tui risuggenti Delle sue braecia ri- cevendo, quasi delia vostra lalute sollectio vi affido, edallicuris si saltamente, che pure it pensiero d'osseti demipare simi gliante cosa alle favolose istorie, ed impostibilide' Roman Zi. E certo per ututio altro essetio pare, chel'Oceano la Terra abbia fessa, e divisa, che per lavv nire, e loccorrere, e per dilander. Vol perci occh h eglite minacce, e r ira maritia di l. da questo lito lasciando,

o contro a' vostri nimici riserbandola, a Vol non comemare, ma quasi tranquilla fonte, tanto delle sue placid' Onde concede, quante basiano a fare maruvigilo se

- olire a cib le suo vie, siccome per Vol toli da Ioifatte, a Vol soli discuopre ed a cia scuti altro nascoride, ed occulta. Per la quat cola Vol soli, fra tulte te Citi che sono, o furono, o Laranno glammat, larghe, espa Ziose porte avendo, e quello it glorno, e la nolle

aperte, e seu Ea Diuna custodia lasciando, sicuri, e serietaalcura sospetio vivere; perci occh. non uomini, Od armi, ma uno degli elementi alla vostra custodia vigila, ed ala tende, e come generola guardia sar dee, verso di Volumito in Ogni tempo essendo, e sedete, verso gli stra nieri superbo . Iampre, e fraudolento. Laonde te Pro-

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eεlle, este ora fletly Asia, ed ora deli' ΕΘopa, e quandod Affrica surgendo, hanno Italia, ed ii Mondo spes

volte impaurito. e somnierso. ed ora tutia via h egii dat loro tompestola impeto poco sicuro, a Vol, nori perven-gotio, angi h la vostra Citth, quasi anni di perpetua Pri. mavera in cia lauri tempo ridente, ed in clascuna paris serens. Niuna maravigila h dunque, chct tanta molliis tudine, dalla tempesta, che in diverse parti dei Μondo cade, fugendo, e quasi al coperto ricoverando, a Volxicorrano. ECome, che io seu certo, che molli saranno coloro, che diranno, questo sito essere stato posto din angi h vostri antichi dalla fortuna, e pisi quelli, che assese moratino, α' egli su da lor lanno, e dalla loro pruden gascello fra tuiti gli altri, a me giova di credere, che sinu ovo, e si incredibile accidente non possa essere, nhper fortunevol caso addiVenuto, nh per umano consigito, anai si a delia divina benignith dono, e miracolo, choin questo luogo dove pure it Venire. non che ii dimois rare pavea a Ciascuno spaventevoi cosa, sia ora non solola stanga si cura, ma egiandio la vita diletlevole : e rhodoe cose te quoli per loro natura acialcun altro, sonissabili, e spaventose, cloh, l'onda, e l'arena, a Vol soli per i spetiat gragia, sieno flabili, e scure. E chi puba buona equit. dunque negare, che coloro a cui it maro h tranquillit., e l'arena fondamento, e la tempesta schermo, Ed ii paludoso aere salubrith, te sterili vallidovigia, non debbono cib riconoscere, non per acci dente di fortuna, n. per provvidetiza di consigito, maper divino miracolo, e per ispeetiale privilegio da Cristo nostro S ignore at suo tantissimo nome, ed a questa Terra, siccome a Cristiana Citt. satio. Perciocchh quanρ tunque molli popoli fieno Cristiani divenuti, questa sola Clit. Cristiana h nata; angi ogni sua lacoli., ed ognialtro suo telaro abbandonando, ed at barbaro diluvio la- sesan dolo, due sole cola, esi.ndo Dei restante in tutiopo vera, e gnuda seco recb. citi solio la Fede, e la Ll- heri. ; te quali ella tigualmente amendue pisi cho la vita amando, et amendue parimente conservandole, questo mura, deli' una quasi altissima rocea, E deli' altra comosagiatis fimo templo edificb: poverisima aliora fra tutiol'altre nagioni d'ogni sostanga, ma di Danco animo, o

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di Christiana rel*;one copiosa, ed abbondevole, quanto essere pub magnanima, e divola Citt.: perte quali venerande due virisi, ella h sopra quante Citth mai furono, dalia Terra, e dagli uomini riverita, e dat Clelo, e da Dio innangi ad ogn' altra amata, e Cara tenuia, siccometanti, e si clitari, e si nuovi, e si speciali privilegi, iquali Ia divina boni. , suori d'ogni natural costume, aut lola concedh prima, ed ora accresce, e moltiplica, sanno ampla, e indubitata sede, a chi con gli occhi non contaminati d' invidia, let mira

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