Synodus dioecesana ab illustriss. ac reverendiss. domino d. Francisco Frosini Pistoriense s.r.i. comite, archiepiscopo Pisano insularum Corsicæ, ac Sardiniæ primate, et in eis legato nato habita in ecclesia primatiali Pisana diebus 6., 7. & 8. mensis

발행: 1708년

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분류: 그리스도교

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non dopo ratificata, B ed alia presenza ancora d idue, o tr)Testimonis quali possonb estae tanω Masthi, che Femine, tanto Parenti In qua issa erado , che effranei, o di altra qualita , purchuabbian l'uso della ragione, e veciano, e usservino quello, chesin da Contra enti, CJ e percio non sieno nascos , D ne Cieclii,

XlV. Impedimento: Dee fimi ente sapos , cho is uno rapi se, ovvero faceta rapite una Donna non consentiente , di qua-lunque grado , e condietione ella tan aisne di contraer seco ilMatrimonio ; non solo contrario ei non potre e con essa finat--tanto, che d assis vi sta se ira suci potere, via olere ait' essere se municato , o renuto a dotare la Donna rapata , tanto prendend .la, che non prendendola Per sua MOglie, in ali re Pene ancora

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Wo Additi ad synod.

Per la graetia deli' Unnipotente Iddio, e della savia Sede Apostolica Areivescovo di Pisa Primate deli' i sole di

D M sorti moti vivo tono da Noi, Dilattissimi , Natta la NOD. υε Pastora, Vigilaneta, perche alla Santit, delis Chteis si

mo Antecessiore., abbia tuo voluto nuo vannente nolisi IMI per utam olabit loro ossemanaa , e per, corrobrarinione di quant e stato da Notintorno acto nesse Nostre Sinodali Collitu2iona ordinat .

LETTERA CIRCOLARE

P Remendo olla Santis, di N. Sig. di in issere ade parti det suo

Apostolico Ministero con andare estιrpando , per quanto posis

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hi Pars Tertia ἰ 471

postibile , dat Popolo Cristiano te ossese, che si fanno at Signore

Iddio, e quella particolarinente, che cassi nando pubblico scari da ici portano piia irreparabit mutna spirItuale alle Anime , e pro

vocano maggiormente l' ira Divina sopra di mi, ha posto abo chio fino dat principio det suo Pontificato in primo tuom inprat' abuso ormes troppo universale dei poco m*etto, che si usa alle Chiela, te quali, dovendo egere Casedi Orazione, palmo pexta irreligiosit, di molli mali Cristiani, quasi ridotis i Case di liis berta, e di peccati. Mi ha pelticomandato espressa mente la Santit, Sua d' incari

care in suo nome a U. S. scime , tuiti gli Utri inclinari ti' Ita nlia', e dei l' uole adiacenti, che con ogm studio , e clitigenra prid. Icurino di porger rimedio ali' inconven1ente predetto, e di restatui te ad la Casa di Daci Ia riverenta, ed ii ris pereo , che r h dorivulo. E a tat' incito la Sancit, Sua rinnovando colla presente tutinte te Disposiricini cle' Sagri Canoni , Costiiugioni, e Decret, Apostolici alite volte fatii , e promulgati da' Sotrum Panteficis suoi Preis decessori intorno alia stessa materia, Uuole che U. S.. I. Per meetao di Prediche, e Sermoni, o con Emiti, e Letiere Circolari istruista, e saccia hen ponderare a' suoi Popoli quanto dispiaceia alia Maesta di Dior arrivere a neIle Chiese, ins nuan do te minacce della Sagra Setit tura, ed i gastighipubblici, comedi Pelle, Fame , Guerra, Terremoti,e simili, ehe per com uase timento des Santi suole Id dio speciat mente mandare per vendi care gli affronti, checi mali Cristiant vanno v fargii nella sua propria Casa: qae uam ultro Damam est ylno Templa sis. In segno diche, Come,notano I medesium Santi, non sitiva, che Cristo Nostro S ignore gastigine colle iue pro Rite mam altro peccato , che questo, mentre.ccinii, flagelli scaccio i profanatori des Templo

diicio i PenituntI. III.,Faccia speciat mente avvertire te Donne, che vengano alleChiese colla douuta modestia, ed umilia , non con pompe, gale, Van 'th, ed ornamenti indecenti, ne con alterigia, e fasto plo confice vole tu ghi d1 liberici, e di sine profane , che at Santuarioria Di , ricordandosi, che alla Chiela deve and arsi per placaro

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rne per non la perderes. s.

IV Dove potra fars comodamente, si .destini, ed assegni agit Uomini lingo distimo, et separato da quello det te Donne, ne si Permetis, che gli uni si fermino, e manci in quello den'alire , dimamera , che vesta tolla tra dilorci Ogni indecente comunicazione. U. Insista Onnina mente, che nelle Chiese non si faeciano colloqui profani , circoli, d strepiti, ne si traitino negoaeti, e moliomeno si amor gi , i Irprendendo con tanto Eoloi trasgressori, gasitigandoli severamente, con implorare anche in caso di bisogno, I-atuto det braccio secolare. I i- VI. Specialmente invigili, che at Samo Sacrifitio della Netaia assistino miti coit attenzione , e religiosia , che conviene ad uria Mistero fi venerabile, e mcistrinoia he esternamente di starvi pre

VH. Ordini attreia agit Ecclesiastici, che nella divisione , -- destia, e decoro in celebrare i Divini Ossaeti, ed esercitare te al-tre Sagre Funetioni si portino in guisa, che non abbiano ggia. icere alia maledietione intimata da Dio , chi f, T opera sua negli. gote, e si tolga a' Secolari Ogni occasione di scandalo, e di mat'

III. Provveda pari mente, che la ssessa modestis, e divoetione si offer vi dat Clero, e dat Popolo nelle Processioni Ecclesiastiche, te quali essendo istituite per implorar grarie , e misericordie dat Signo Je per ringraaiamento de' benetati da Sua Divina Maia est ira ceuuti, de ineno essere accompagnate non da discors vani, e. mrtamentici e nia , che pu troppo .s vedonta, in me se si andasse , diporto, ma da Oraetioni, ed altri alti di Cristiana divoEione , che possimo esser graditi dat Signore Iddio, secondo l' intenetio.

sX. Molio Pu s. accia elo osservare, quando nelle deite Pe cessioni si porta ii Santissimo Sagramento, o nelle Feste istenni, si per ii Santo Viatico agi' Insermi , nella quale occasione sara mististo lodevole, che per quanto Potr , procuri d' Introdurre Della sua Diocesi l' osset vanza delle Regole, ed Istrueticini scipra di cib

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Pars Tertia: 473

promulgate in quest' Alma Citta di Roma l' anno I 6ς s. per ord:- ne delia san. mem. di Papa InnocenZio XII. cccitando i Fedeli ,rcndere in quella Sagra aetione Ogni piu divoto ossequio at Uent-zabilissimo Sagramento deli' Altare anche per conseguire i Tesori Spirituali delle Sante IndulgenZelitaresset to concedule da' Soaeiami Ponteiici, e speciat mente dalia sania me . di Papa Innocenis aio XI. e susteguentem ente dan' istesso Innocenetio XIl.

X. Procuri che te Feste, e Solennita si celebrino con modestia, e divoetione , e seneta spetia coli, conviti smoderati , e pro sanitavi etate da' Sacri Canoni, e che nelle Musiche si osservi il decoro. Ecclesiastico seneta mescolanta di parole non utate dalla Chiela . Ira tali Solennita , ancorchh matriori, i Divini Usizaj, e Mest Cantate si celebrino secondo gli approvati Sagri Riti ,ed ait' ore prestritte dalle Rubriche, in modo che la Messe Cantate non si prolunghino pila che at mezzo giorno, ed i Vespri, e te Complete olire it tra montar det Sole: a Uvertendo, Che alte 24. ore te

minati siano tuiti i Divini Ufiraj, ed ogni altra Sagra Fuimione, e nella medesima ora sano serrate tuite te Chiese; E questa rego-Ia debba anco elat tamente prati carsi nelle VestiZioni, e Velaetionidelle Monache. XI. Incaso di ira rectione circa te predette cose, minacci conpubblici Edilti , o in attre mani ere, chesti mera piu proprie, gravi pene, ed anco di proibire te sopradet te Funaioni , e Feste, edi sottoporre in casa di bisogno ait' Interdetto Ecclesiastico te

medes me Chiese XII. Proibisca onnina mente , set to gravi pene a' Poveri, e a' Mendicanti l'andar cercando Limosina per te Chiese, nascendo cla cio un gran disturbo a' Divini Ufizaj,ed alle Oragioni ce' rideli. XIII. Ordini a' Parrochi l' invigilare, e correggere i delinquenti circa tui te te cose sud deite, e bisognando ii denungiarilli at luci

Tribunale, e gastighi gli stesii Patrochi, quando in cio manchino .

XIV. Intimi la medesima vigilaneta .e attenetione a' Superiori

Regolari per te Chaese loro, ed in cassi di contra venat ne, bnegligenZa , Oltre gli altri rimedi preseritii da' Sagri Canoni, ne dia parte a questa Sagra Congregazione, che punira i modesmi Superiori, anche con la privagione de' loro Ufizetj, ed attre pene pii

Considera la Santita di Nostro Signore , che bastera questo sem-

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4 4 Addit. ad Synoci

plice eccitatilenta at Zelo di V. S. per animaria L compire e salta- mente in questa parto at suo debito Pastorale, per non essere in.eolpata al Tribunal di Dio di aver taciuto , quand conueniva algar la voce , e la mano contro i Profanatori des Santuario , e

che pero sara ella per implegare ogni studio, L fine di provψedere ad un di sordine se importante, e si scandolo , che in, realia ferisce it Paterno cuore deita Santitae Sua, la quale E risoluta di fare quanto e possibile dat canto suo , acciocchb si tolga questa. ah minaZione dat Luogo Santo , e che la nostra Italia in cui risede ii Capci visibile della Chisia, e posta, come sono i suorOcclai , posta anco in questa materia det risperio. delle Chies seruit Sesemplo. a turie l'altre metioni dei Cristianesmo , ed in tal mani era preservarsi da quei flagelli, che per gastigoe delle nostre colpe pur eroppo ci veneono presentemente minacciati dat Ia Divina Giustigia

G. Card. di Carpegna Presetto

- G. D. Paraeerant Proset etaris .

O Nde in adempimento di quanto la Santita Sua ei comanda ed insieme it Mostro Debito Pastorale richi ede, sperando, che tuiti gli Ecclesiastici, assistendo ne lP Aptare, e ne i Cori.coIIa doviata attenetione, e decoro h divini SacrisEi,. ed alle Saere FunZioni, et alute ranno , restituire colla loro emplarit, aste Chiese la veneraZione, che loro si dee. Comandiamoespressamente. Alle Donne i enitar vi dentro, e lo starvi cotv mmittae, e m destia , atteis che dovendo visi dar gloria , Dio, e non ostentar- visi la vanita , dourebbono et leno, come ordinava r Apostolo,

tenervi la faccia velata Aer metit eaput sunt, eclonuva Ivit Iigioso silentio , Mulieres ear Ecclesiis taceant.

Agl'Uomini Tastenersia da colloqui profani, da Circoli, da glι

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' Pars Tertia in ue

stolari, per l'autorii, dataci da Nostro S ignore l' invigilare attentamente sopra di Cio, ed di correggere con Zelo i trasgressori, edenunZiargii 1 Noi, quando bis ogni, aggravando la Coscien di Cia scheduno de sopra detii avarati , Dio, dei cui onore si tralia. Vogliamo in Oltre, che si rim uova dalle Feste, e Solennitatui. to cio, che non abbia det Sacro, e non concilj la Divogione. Epercio, che nelle Musiche si osservi il decoro Ecclesiastico, comeabbiamo nelle Sinodali Costituetioni ordinato. Che te Messe cantate non si prolunghino pio, che mezzo giorno. Che i Vespri, e Complete , ed attre Funetioni Ecclesiastiche sieno terminate altramoniar det Sole. Che non s permetia a Poveri it mendicarnelle Chiese, e che ali' ore ventiquattro seno queste onninamente serrate; Per non avere a prevalerci della Nostra Autorita, conforme ci comanda Nostro Signore, col punire 1 tra gressori, colproibire te FunZioni, e Feste, e col procedere, quando bisognit che affliggerebbe gravemente ii Noltro paterno Cuorei ali' misterdetto delle medes me Chiese , Sebbene, per la fiducia , che ri-ponghiamo nella vostra Pieta, Vogliamo credere, che colla do- vuta reverenga ad esse farete conoscere , che Domum Dei decet sanctitudo. E perche resti maggiormente ademptio quanto, a tenore deIla pracletia lettera viene da Noi or uinato, Vogliamo ancora, cheogn' Anno da Cia schedun Parroco si lena it presente Edilto ne l-la Domenica precedente alla Festa triolare delia sua Chiela, e net primo glorno di Maggio Festa de Santi Apostoli Jacopo, e

Filippo; Parimente, che reni Predicatore insinui con sania emiscacia 1 Popoli in tempo opportuno, dentro della Quares ma lasostanga det medesimo Edilto, perche resti glorificato Dio, venerato ri suo Templo, e vi diamo la Nostra Paterna Benedi Zione. Dato in Pisa dat Nostro Palaetao Arcivescovale questo di q. Giugno II OS. Pisano.

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FRANCES CO

Per la graetia dest' in tripotente Iddio, e della Santa Sede Apia talica Arci vescovo di Pisa Primate deli'Isole di Corsica, e Sardegna, e neli' i stes, Legato Nato. I Giorni delle Feste sono, Diletetissimi, Giorni di Dio, remistat mente di mantenersegli suor, cire non contento d'aver satisto sapere , Mosε di volere egii punire cona Morte elii unque ardito fosse di violarii , eustiaue Sabbatum meum , Sanctam erim es etc bre, qai pollueris asiad morte moriatur; si volle protestare ancora per Geremia Prosela, che se ire alcum di detri Giorni aυessero gli Abitatori di Gero blima, portate, ed intro lotte me θ' alcuna forma ne a Citta , avrebbe egir suile suo Porre acceso it surco, e farie loro ridui re in cenem te Case, surce dum quem io Pomtis ejus , or de vorabit Domos Ierusalem, Er non extinguetis E pel Prois feta Erechielle, che rove lato avrebbe sopra i Tralare ri di ques

to divino Precetto tuti suo forore , Sabbata mea quis verunt, θ' et 3mnivatur sum, ut effoderem ferorem inrum sep r eos : haond.

considerando ii Nostro Santissimo Pad te, e gnore Chemente XI. intento colla paterna sua vigilanaa a procurar se Te i miglioc Bene det suo amatissimo Gregre, cheda simili, pubblici Peccati, iquali offendono immedia tamente ipCulto dovulo , Dio, muovesila giustissima sua indegnaetione a mandare adiresI pubblici Fllagetili di Guerre, d' Inondagioni, Terremoti, instilanete, e simili, cr manda espressa mente con Lettera Circesare det dr i 3. Mar-2o leto a. di fare intendere a Popoli alla Nostra Cura commesse, quanto gran torto si saccia alia Maesta di Dio, in implegandoquet Giorni specialmente all'Qnore suo riservati, in opere norta solo servili, in quel cli e pergio, peccanainose. Onde volendo Not per quanto postlamo in clo la Stra Santissisma Mente, e te Parti dei Nostro Pastoral Ministero ad empire, iacet amo sapere a tuiti. Primieramente, che l' opere servili sono vietate ne Giorni sen. tivi, Disiligod by Cooste

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tivi , non perche in orio noi di moriamo, e molio meno gl' imis pleghiamo in Tram hi, Giuochi, Crapula, Amoreggiamenti, edalire opere mondane; ma perche maggior tempo abbiamo di porritarci alle Chiese, di assistere a i Divini Ufeti, d, udit la Paroladi Dio, di ristorar l'Anima coli oratione, cti Sacramenti, e COR attre Opere di Pieta, e di attendere in somma piu di proposito an 'unico, e importantissimo negoaio delite terna salute, come uis inviolabile era de Cristiani ne primi tempi della Chiesa, cosὶ m

lamente osscrvato ne nostri,'m cui, infidiante humana Genetis inlamico , come offerva S. Bernardino da Siena, quod statutis fueras, Dei Gloriam, O nostram salvationem, jam utique conmersum es ad Dei ignomrniam , O nostram damnatιonem. Secondaria mente , che conforme ali' usO di S. Chiela cominelaiano i Giorni festivi claua meta Vella Notis prece nee , fino allameta delia succedente allo stesso Gio uno festivo; e che per tutiolet to tempo noi si mo tenuit a Sancificarii con obbligo imposto- ei dalia hetae divina solio Precello di peccato mortale; E che odi piu appartiene alia Coscienaa de Padroni , e di coloro, choretaono te Famiglie, non solamenter osservar' egi questo Precetto , ma it farto osservare ancora , tuiti quelui, che tengono 1 sosoggetti .

In tereto laogo, che querit i quali non sanno i Misteri det Ia S.

Fede, e Ie cola necessarie sapersi per tot conseruimento deli' eterana salute, sono ecia linente indetti Gorni festivi obbligati poristat si alta Chien, per effere dar Parroco istru Ri nella Dot trina Cristiana , E che 1 Padri, e te Madri, se non vorticino stirioporudiri sthici es' eterna mente dannars, debbono mandarvi, e quando bi igni, condurvi , loro Figi ruoli ad udiriae; imperocche, quando fosse notabile in un a tale si grave la tar negligenga, pecchereb-bero gravemente, e non volendosi in clo emendare per mancanis Za dei necessario proponimento incapaci si renderebbono illassea re a taluti. In quarto tuom ingludgramo stretia mente a Predicatori pro tempore , a Pariochi, e Confessori di frequentemente insinuare, E capi re ξ, Fcdeir, quanto resti gravemente osseis Dio Conis queste pubbliche ita seressioni'; e quanto importi ai viver Cristiano, ed alia salute deli' Anime la santificagione delle Feste colI'e alta osserva ima di quanto gli aviamo di sepra per loro bene

accennat . Di

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4 8 Addit. ad Synod.

Dimi in virtudi uesto. Nostro pubblico Editio espressamente comandramo a Crusae na P Isona. di qualsivoglia Stato, Grado, a Conditione , chedine Giorni Festivi di Precerio non ardisca, o presuma lotio qualunque protesto , o quesito colore fare, ed eseris

neret Botteghe aperte, earandio a sportello, ne Magazetini , o altri Juoghi, dove si tengono, o vendono Merci, o si tanno lavo.

Midi quallivo ia sorte 3 emolio meno lavorare, o far la vorare, vendere, compta renuuna sorte di MercanZie, o far' altri neiagogi profani. , ed illeciti: in deiti giorm. Cheinessuno de lavoratori di Campagna ardisca arare, Vangare, potare, o fare attre opere rusticalidi qualunque sorte. Che nessuno simit mente abbia at dire di caricare, Vettureggiare re some, e carichi di qualunque sorte , Dori che ne casi, che sa-ranno net presente Editto eccet tuat . Cheir, Commedianti, Saltaintanchi, Ciar latani, Ciuocolatori, e senili non ardiscano smil mente e sercitare detii loro Atti, notat Cimoli, ne vender Acque, Timedj, o altre cola. Ehe gl' Ebrei tengano te lor Botteghe serrate , non lavorino inpubblico, non vendano cosa alcuna a Cristiani, ne portino sardelli solio, ne attre Iobe di sorte alcuna.

Eccetiuiamo pero da questa generale Proibigione te in rastrit- re cose, te quali per la necessita, e commodata dei Vitto umano si tollerano, e permettono. CloeA Fornax, M alui Venditori di Pane ii vender detto Panta; con che perti non si tentano in alcun modo nelle Botteglie, nelle quali si vende attre Merci, o altre cose venali, altrimenti s in intendano incoisi neli' infra stratia pena. E lo steta pure e intenda de Venditori delia farina, e det Sale. A Macellari, e Beccat ii vendere te Carni ἱ conche perti no te tengano mori attaccate, ma dentro te Botteghe, ed in.modo , che si conosca la distinetione da Giorni seriali. A Plaeticagnuoli, e Caciaioli solamente, che avranno la git

solita

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