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non dopo ratificata, B ed alia presenza ancora d idue, o tr)Testimonis quali possonb estae tanω Masthi, che Femine, tanto Parenti In qua issa erado , che effranei, o di altra qualita , purchuabbian l'uso della ragione, e veciano, e usservino quello, chesin da Contra enti, CJ e percio non sieno nascos , D ne Cieclii,
XlV. Impedimento: Dee fimi ente sapos , cho is uno rapi se, ovvero faceta rapite una Donna non consentiente , di qua-lunque grado , e condietione ella tan aisne di contraer seco ilMatrimonio ; non solo contrario ei non potre e con essa finat--tanto, che d assis vi sta se ira suci potere, via olere ait' essere se municato , o renuto a dotare la Donna rapata , tanto prendend .la, che non prendendola Per sua MOglie, in ali re Pene ancora
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Per la graetia deli' Unnipotente Iddio, e della savia Sede Apostolica Areivescovo di Pisa Primate deli' i sole di
D M sorti moti vivo tono da Noi, Dilattissimi , Natta la NOD. υε Pastora, Vigilaneta, perche alla Santit, delis Chteis si
mo Antecessiore., abbia tuo voluto nuo vannente nolisi IMI per utam olabit loro ossemanaa , e per, corrobrarinione di quant e stato da Notintorno acto nesse Nostre Sinodali Collitu2iona ordinat .
P Remendo olla Santis, di N. Sig. di in issere ade parti det suo
Apostolico Ministero con andare estιrpando , per quanto posis
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postibile , dat Popolo Cristiano te ossese, che si fanno at Signore
Iddio, e quella particolarinente, che cassi nando pubblico scari da ici portano piia irreparabit mutna spirItuale alle Anime , e pro
vocano maggiormente l' ira Divina sopra di mi, ha posto abo chio fino dat principio det suo Pontificato in primo tuom inprat' abuso ormes troppo universale dei poco m*etto, che si usa alle Chiela, te quali, dovendo egere Casedi Orazione, palmo pexta irreligiosit, di molli mali Cristiani, quasi ridotis i Case di liis berta, e di peccati. Mi ha pelticomandato espressa mente la Santit, Sua d' incari
care in suo nome a U. S. scime , tuiti gli Utri inclinari ti' Ita nlia', e dei l' uole adiacenti, che con ogm studio , e clitigenra prid. Icurino di porger rimedio ali' inconven1ente predetto, e di restatui te ad la Casa di Daci Ia riverenta, ed ii ris pereo , che r h dorivulo. E a tat' incito la Sancit, Sua rinnovando colla presente tutinte te Disposiricini cle' Sagri Canoni , Costiiugioni, e Decret, Apostolici alite volte fatii , e promulgati da' Sotrum Panteficis suoi Preis decessori intorno alia stessa materia, Uuole che U. S.. I. Per meetao di Prediche, e Sermoni, o con Emiti, e Letiere Circolari istruista, e saccia hen ponderare a' suoi Popoli quanto dispiaceia alia Maesta di Dior arrivere a neIle Chiese, ins nuan do te minacce della Sagra Setit tura, ed i gastighipubblici, comedi Pelle, Fame , Guerra, Terremoti,e simili, ehe per com uase timento des Santi suole Id dio speciat mente mandare per vendi care gli affronti, checi mali Cristiant vanno v fargii nella sua propria Casa: qae uam ultro Damam est ylno Templa sis. In segno diche, Come,notano I medesium Santi, non sitiva, che Cristo Nostro S ignore gastigine colle iue pro Rite mam altro peccato , che questo, mentre.ccinii, flagelli scaccio i profanatori des Templo
diicio i PenituntI. III.,Faccia speciat mente avvertire te Donne, che vengano alleChiese colla douuta modestia, ed umilia , non con pompe, gale, Van 'th, ed ornamenti indecenti, ne con alterigia, e fasto plo confice vole tu ghi d1 liberici, e di sine profane , che at Santuarioria Di , ricordandosi, che alla Chiela deve and arsi per placaro
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IV Dove potra fars comodamente, si .destini, ed assegni agit Uomini lingo distimo, et separato da quello det te Donne, ne si Permetis, che gli uni si fermino, e manci in quello den'alire , dimamera , che vesta tolla tra dilorci Ogni indecente comunicazione. U. Insista Onnina mente, che nelle Chiese non si faeciano colloqui profani , circoli, d strepiti, ne si traitino negoaeti, e moliomeno si amor gi , i Irprendendo con tanto Eoloi trasgressori, gasitigandoli severamente, con implorare anche in caso di bisogno, I-atuto det braccio secolare. I i- VI. Specialmente invigili, che at Samo Sacrifitio della Netaia assistino miti coit attenzione , e religiosia , che conviene ad uria Mistero fi venerabile, e mcistrinoia he esternamente di starvi pre
VH. Ordini attreia agit Ecclesiastici, che nella divisione , -- destia, e decoro in celebrare i Divini Ossaeti, ed esercitare te al-tre Sagre Funetioni si portino in guisa, che non abbiano ggia. icere alia maledietione intimata da Dio , chi f, T opera sua negli. gote, e si tolga a' Secolari Ogni occasione di scandalo, e di mat'
III. Provveda pari mente, che la ssessa modestis, e divoetione si offer vi dat Clero, e dat Popolo nelle Processioni Ecclesiastiche, te quali essendo istituite per implorar grarie , e misericordie dat Signo Je per ringraaiamento de' benetati da Sua Divina Maia est ira ceuuti, de ineno essere accompagnate non da discors vani, e. mrtamentici e nia , che pu troppo .s vedonta, in me se si andasse , diporto, ma da Oraetioni, ed altri alti di Cristiana divoEione , che possimo esser graditi dat Signore Iddio, secondo l' intenetio.
sX. Molio Pu s. accia elo osservare, quando nelle deite Pe cessioni si porta ii Santissimo Sagramento, o nelle Feste istenni, si per ii Santo Viatico agi' Insermi , nella quale occasione sara mististo lodevole, che per quanto Potr , procuri d' Introdurre Della sua Diocesi l' osset vanza delle Regole, ed Istrueticini scipra di cib
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promulgate in quest' Alma Citta di Roma l' anno I 6ς s. per ord:- ne delia san. mem. di Papa InnocenZio XII. cccitando i Fedeli ,rcndere in quella Sagra aetione Ogni piu divoto ossequio at Uent-zabilissimo Sagramento deli' Altare anche per conseguire i Tesori Spirituali delle Sante IndulgenZelitaresset to concedule da' Soaeiami Ponteiici, e speciat mente dalia sania me . di Papa Innocenis aio XI. e susteguentem ente dan' istesso Innocenetio XIl.
X. Procuri che te Feste, e Solennita si celebrino con modestia, e divoetione , e seneta spetia coli, conviti smoderati , e pro sanitavi etate da' Sacri Canoni, e che nelle Musiche si osservi il decoro. Ecclesiastico seneta mescolanta di parole non utate dalla Chiela . Ira tali Solennita , ancorchh matriori, i Divini Usizaj, e Mest Cantate si celebrino secondo gli approvati Sagri Riti ,ed ait' ore prestritte dalle Rubriche, in modo che la Messe Cantate non si prolunghino pila che at mezzo giorno, ed i Vespri, e te Complete olire it tra montar det Sole: a Uvertendo, Che alte 24. ore te
minati siano tuiti i Divini Ufiraj, ed ogni altra Sagra Fuimione, e nella medesima ora sano serrate tuite te Chiese; E questa rego-Ia debba anco elat tamente prati carsi nelle VestiZioni, e Velaetionidelle Monache. XI. Incaso di ira rectione circa te predette cose, minacci conpubblici Edilti , o in attre mani ere, chesti mera piu proprie, gravi pene, ed anco di proibire te sopradet te Funaioni , e Feste, edi sottoporre in casa di bisogno ait' Interdetto Ecclesiastico te
medes me Chiese XII. Proibisca onnina mente , set to gravi pene a' Poveri, e a' Mendicanti l'andar cercando Limosina per te Chiese, nascendo cla cio un gran disturbo a' Divini Ufizaj,ed alle Oragioni ce' rideli. XIII. Ordini a' Parrochi l' invigilare, e correggere i delinquenti circa tui te te cose sud deite, e bisognando ii denungiarilli at luci
Tribunale, e gastighi gli stesii Patrochi, quando in cio manchino .
XIV. Intimi la medesima vigilaneta .e attenetione a' Superiori
Regolari per te Chaese loro, ed in cassi di contra venat ne, bnegligenZa , Oltre gli altri rimedi preseritii da' Sagri Canoni, ne dia parte a questa Sagra Congregazione, che punira i modesmi Superiori, anche con la privagione de' loro Ufizetj, ed attre pene pii
Considera la Santita di Nostro Signore , che bastera questo sem-
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plice eccitatilenta at Zelo di V. S. per animaria L compire e salta- mente in questa parto at suo debito Pastorale, per non essere in.eolpata al Tribunal di Dio di aver taciuto , quand conueniva algar la voce , e la mano contro i Profanatori des Santuario , e
che pero sara ella per implegare ogni studio, L fine di provψedere ad un di sordine se importante, e si scandolo , che in, realia ferisce it Paterno cuore deita Santitae Sua, la quale E risoluta di fare quanto e possibile dat canto suo , acciocchb si tolga questa. ah minaZione dat Luogo Santo , e che la nostra Italia in cui risede ii Capci visibile della Chisia, e posta, come sono i suorOcclai , posta anco in questa materia det risperio. delle Chies seruit Sesemplo. a turie l'altre metioni dei Cristianesmo , ed in tal mani era preservarsi da quei flagelli, che per gastigoe delle nostre colpe pur eroppo ci veneono presentemente minacciati dat Ia Divina Giustigia
- G. D. Paraeerant Proset etaris .
O Nde in adempimento di quanto la Santita Sua ei comanda ed insieme it Mostro Debito Pastorale richi ede, sperando, che tuiti gli Ecclesiastici, assistendo ne lP Aptare, e ne i Cori.coIIa doviata attenetione, e decoro h divini SacrisEi,. ed alle Saere FunZioni, et alute ranno , restituire colla loro emplarit, aste Chiese la veneraZione, che loro si dee. Comandiamoespressamente. Alle Donne i enitar vi dentro, e lo starvi cotv mmittae, e m destia , atteis che dovendo visi dar gloria , Dio, e non ostentar- visi la vanita , dourebbono et leno, come ordinava r Apostolo,
tenervi la faccia velata Aer metit eaput sunt, eclonuva Ivit Iigioso silentio , Mulieres ear Ecclesiis taceant.
Agl'Uomini Tastenersia da colloqui profani, da Circoli, da glι
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stolari, per l'autorii, dataci da Nostro S ignore l' invigilare attentamente sopra di Cio, ed di correggere con Zelo i trasgressori, edenunZiargii 1 Noi, quando bis ogni, aggravando la Coscien di Cia scheduno de sopra detii avarati , Dio, dei cui onore si tralia. Vogliamo in Oltre, che si rim uova dalle Feste, e Solennitatui. to cio, che non abbia det Sacro, e non concilj la Divogione. Epercio, che nelle Musiche si osservi il decoro Ecclesiastico, comeabbiamo nelle Sinodali Costituetioni ordinato. Che te Messe cantate non si prolunghino pio, che mezzo giorno. Che i Vespri, e Complete , ed attre Funetioni Ecclesiastiche sieno terminate altramoniar det Sole. Che non s permetia a Poveri it mendicarnelle Chiese, e che ali' ore ventiquattro seno queste onninamente serrate; Per non avere a prevalerci della Nostra Autorita, conforme ci comanda Nostro Signore, col punire 1 tra gressori, colproibire te FunZioni, e Feste, e col procedere, quando bisognit che affliggerebbe gravemente ii Noltro paterno Cuorei ali' misterdetto delle medes me Chiese , Sebbene, per la fiducia , che ri-ponghiamo nella vostra Pieta, Vogliamo credere, che colla do- vuta reverenga ad esse farete conoscere , che Domum Dei decet sanctitudo. E perche resti maggiormente ademptio quanto, a tenore deIla pracletia lettera viene da Noi or uinato, Vogliamo ancora, cheogn' Anno da Cia schedun Parroco si lena it presente Edilto ne l-la Domenica precedente alla Festa triolare delia sua Chiela, e net primo glorno di Maggio Festa de Santi Apostoli Jacopo, e
Filippo; Parimente, che reni Predicatore insinui con sania emiscacia 1 Popoli in tempo opportuno, dentro della Quares ma lasostanga det medesimo Edilto, perche resti glorificato Dio, venerato ri suo Templo, e vi diamo la Nostra Paterna Benedi Zione. Dato in Pisa dat Nostro Palaetao Arcivescovale questo di q. Giugno II OS. Pisano.
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Per la graetia dest' in tripotente Iddio, e della Santa Sede Apia talica Arci vescovo di Pisa Primate deli'Isole di Corsica, e Sardegna, e neli' i stes, Legato Nato. I Giorni delle Feste sono, Diletetissimi, Giorni di Dio, remistat mente di mantenersegli suor, cire non contento d'aver satisto sapere , Mosε di volere egii punire cona Morte elii unque ardito fosse di violarii , eustiaue Sabbatum meum , Sanctam erim es etc bre, qai pollueris asiad morte moriatur; si volle protestare ancora per Geremia Prosela, che se ire alcum di detri Giorni aυessero gli Abitatori di Gero blima, portate, ed intro lotte me θ' alcuna forma ne a Citta , avrebbe egir suile suo Porre acceso it surco, e farie loro ridui re in cenem te Case, surce dum quem io Pomtis ejus , or de vorabit Domos Ierusalem, Er non extinguetis E pel Prois feta Erechielle, che rove lato avrebbe sopra i Tralare ri di ques
to divino Precetto tuti suo forore , Sabbata mea quis verunt, θ' et 3mnivatur sum, ut effoderem ferorem inrum sep r eos : haond.
considerando ii Nostro Santissimo Pad te, e gnore Chemente XI. intento colla paterna sua vigilanaa a procurar se Te i miglioc Bene det suo amatissimo Gregre, cheda simili, pubblici Peccati, iquali offendono immedia tamente ipCulto dovulo , Dio, muovesila giustissima sua indegnaetione a mandare adiresI pubblici Fllagetili di Guerre, d' Inondagioni, Terremoti, instilanete, e simili, cr manda espressa mente con Lettera Circesare det dr i 3. Mar-2o leto a. di fare intendere a Popoli alla Nostra Cura commesse, quanto gran torto si saccia alia Maesta di Dio, in implegandoquet Giorni specialmente all'Qnore suo riservati, in opere norta solo servili, in quel cli e pergio, peccanainose. Onde volendo Not per quanto postlamo in clo la Stra Santissisma Mente, e te Parti dei Nostro Pastoral Ministero ad empire, iacet amo sapere a tuiti. Primieramente, che l' opere servili sono vietate ne Giorni sen. tivi, Disiligod by Cooste
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tivi , non perche in orio noi di moriamo, e molio meno gl' imis pleghiamo in Tram hi, Giuochi, Crapula, Amoreggiamenti, edalire opere mondane; ma perche maggior tempo abbiamo di porritarci alle Chiese, di assistere a i Divini Ufeti, d, udit la Paroladi Dio, di ristorar l'Anima coli oratione, cti Sacramenti, e COR attre Opere di Pieta, e di attendere in somma piu di proposito an 'unico, e importantissimo negoaio delite terna salute, come uis inviolabile era de Cristiani ne primi tempi della Chiesa, cosὶ m
lamente osscrvato ne nostri,'m cui, infidiante humana Genetis inlamico , come offerva S. Bernardino da Siena, quod statutis fueras, Dei Gloriam, O nostram salvationem, jam utique conmersum es ad Dei ignomrniam , O nostram damnatιonem. Secondaria mente , che conforme ali' usO di S. Chiela cominelaiano i Giorni festivi claua meta Vella Notis prece nee , fino allameta delia succedente allo stesso Gio uno festivo; e che per tutiolet to tempo noi si mo tenuit a Sancificarii con obbligo imposto- ei dalia hetae divina solio Precello di peccato mortale; E che odi piu appartiene alia Coscienaa de Padroni , e di coloro, choretaono te Famiglie, non solamenter osservar' egi questo Precetto , ma it farto osservare ancora , tuiti quelui, che tengono 1 sosoggetti .
In tereto laogo, che querit i quali non sanno i Misteri det Ia S.
Fede, e Ie cola necessarie sapersi per tot conseruimento deli' eterana salute, sono ecia linente indetti Gorni festivi obbligati poristat si alta Chien, per effere dar Parroco istru Ri nella Dot trina Cristiana , E che 1 Padri, e te Madri, se non vorticino stirioporudiri sthici es' eterna mente dannars, debbono mandarvi, e quando bi igni, condurvi , loro Figi ruoli ad udiriae; imperocche, quando fosse notabile in un a tale si grave la tar negligenga, pecchereb-bero gravemente, e non volendosi in clo emendare per mancanis Za dei necessario proponimento incapaci si renderebbono illassea re a taluti. In quarto tuom ingludgramo stretia mente a Predicatori pro tempore , a Pariochi, e Confessori di frequentemente insinuare, E capi re ξ, Fcdeir, quanto resti gravemente osseis Dio Conis queste pubbliche ita seressioni'; e quanto importi ai viver Cristiano, ed alia salute deli' Anime la santificagione delle Feste colI'e alta osserva ima di quanto gli aviamo di sepra per loro bene
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Dimi in virtudi uesto. Nostro pubblico Editio espressamente comandramo a Crusae na P Isona. di qualsivoglia Stato, Grado, a Conditione , chedine Giorni Festivi di Precerio non ardisca, o presuma lotio qualunque protesto , o quesito colore fare, ed eseris
neret Botteghe aperte, earandio a sportello, ne Magazetini , o altri Juoghi, dove si tengono, o vendono Merci, o si tanno lavo.
Midi quallivo ia sorte 3 emolio meno lavorare, o far la vorare, vendere, compta renuuna sorte di MercanZie, o far' altri neiagogi profani. , ed illeciti: in deiti giorm. Cheinessuno de lavoratori di Campagna ardisca arare, Vangare, potare, o fare attre opere rusticalidi qualunque sorte. Che nessuno simit mente abbia at dire di caricare, Vettureggiare re some, e carichi di qualunque sorte , Dori che ne casi, che sa-ranno net presente Editto eccet tuat . Cheir, Commedianti, Saltaintanchi, Ciar latani, Ciuocolatori, e senili non ardiscano smil mente e sercitare detii loro Atti, notat Cimoli, ne vender Acque, Timedj, o altre cola. Ehe gl' Ebrei tengano te lor Botteghe serrate , non lavorino inpubblico, non vendano cosa alcuna a Cristiani, ne portino sardelli solio, ne attre Iobe di sorte alcuna.
Eccetiuiamo pero da questa generale Proibigione te in rastrit- re cose, te quali per la necessita, e commodata dei Vitto umano si tollerano, e permettono. CloeA Fornax, M alui Venditori di Pane ii vender detto Panta; con che perti non si tentano in alcun modo nelle Botteglie, nelle quali si vende attre Merci, o altre cose venali, altrimenti s in intendano incoisi neli' infra stratia pena. E lo steta pure e intenda de Venditori delia farina, e det Sale. A Macellari, e Beccat ii vendere te Carni ἱ conche perti no te tengano mori attaccate, ma dentro te Botteghe, ed in.modo , che si conosca la distinetione da Giorni seriali. A Plaeticagnuoli, e Caciaioli solamente, che avranno la git