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diis ORATIO JO. BAPTISTAE PIGME.
haec Civitas, Italia universa , totus hic denique terrarum Orbis eloquuntur. Quorsum haec λ Quo ego rapior λ quo feror Hinc huius desiderium me graviter angit ; hinc Patriae pietas me nihilo levius solicitat . . O in diversas partes distrasium animum . Adeo totus in superstitem,& in defunctum Herculem inhaerebam , ut ego mei imis memor, vos clarissimi Viri , vosque optimi Cives ipsius
Herculis praesentiae , atque meritorum memores ad memoriam de illo excitandam incitare Voluerim, quasi mς rentibus moeror addi debeat , desolatis desperatio. Quoniam vero Deus Opt. Max. solemnis hujus caeremoniae praeses hoc aulae Sacellum admirabili virtute persundit, mens mea magno sopita languore ita Divina o e recre tur, ut, excusso humano, ac terrestri aflectu, libere erigatur , rectoque judicio consistat ; & me ad Alphon sum Secundum sortissimum & prudentissimum Ducem convertat, ut vobis illum e Galliae Regia , e belli tumultu, Epacis triumpho redeuntem aviti Regni Principem , propria virtute Dominum , verum vetusti temporis Heroem ostendam ; vos ad illum tamquam ad secundum Herculem contemplandum accendam , Vos propterea ad serenandum turbatum animum cohorter . Quod plane efficerem , nisi vestra prudentia vos esse sustultos mihi satis esset 'perspicuum . Namque non minus hanc Urbem felici moderamine sore tutissimam, ac tranquillissimam, quam Herculem de Coelo Alphonium Filium hilari vultu spectare existimatis. Dixi.
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Ssendo arrivata Ia nova at Sig. Donno ALFONSO da Este Principe di Ferrara, che sitrovava alta Corte det Re Christianissimo a Eclaron , cheii Duca suo Padre a tre di Cottobre di questo anno MDLIX. era morio, egit mandb il Sig. Cornelio Bentivoglio a Ferrara appresso Madama sua Madre per provedere a tutio quelio , chepotesse occorrere per G1sesa & conservatione di tutio loStato infino ali' arrivo suo ; & espediti alcuni negoci ς' invid per la Borgogna verso Marseglia , ove imbarcatosiniun se a Livorno : & di Il col Duca di Floreneta suci Suocero infino a Castelnuovo di Garfgnana; & quivi licentiatosi caminb sem pre per lo Stato suo o Al pth delmonte ii Sig. Donno Alsonso da Este accompagnato da Cavalleggieri , & da una gran compagnia di Feudatari,& di Gentit' huomini andb sontuosamente at possibile ad incontrario , & poco dipo i ii Sig. Lodovico Pico Contedella Mirandola , c' havea con seco un buon numero di persone honorate andb parimente a largit riverenZa pra Sassuolo ; ove dat Sig. Hercole pio Signore di talTerra , che gli era ito in contra a me2go ali' Alpe, suco' detii personaggi, & con tu ita quella Nobili ricevu-to, &alloggiato molio splendidamente. Et venendo pol is Buonporto troub tutia la strada plena d' huomini d' ogni qualita, ch' erano ustiti suori di Modona per vederio; per modoche quasi quella Citta era rimasa vvota , & continova-
tamente per ii camino sopraggiun se se pre nuova gente : infin a tanto , che a ventiuno di Novembre in sui' imbrunire delia nolle arrivo a Belvedere , che h una bellissima Isoletia quasi congiunta con Ferrara , Ove eraas peltato da suoi Magistrati & Gentil'hu omini net vago
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Palaeteto di essa I soletia , nesta quale egit entct per unponte spatioso & ben ornato, che si sece ait' improviso;m capo dei quale era un grandissimo Areo , sotio cui pasib con tutia la compagnia . Et it glomo seguente , ch'era it suo Natale , esso Signore su gri dato Duca pertuita la Citta con grandissima sesta di tutio ii popolo. A ventisti, che su di Dominica , la mattina per tempoli Conte Galeaeteto Estense Tassone Giudice de DodeciSavi della Citta di Ferrara , chlamati ai suo ufficio iDodeci Savi , & i Gentil'huomini delia Terra, sece Imro intendere , come era morio it Duca Hercole di felice memoria, & come conveniva confirmar la successione di
Donno ΑLFONSO suo primogenito & successore . Etlatta che su i' accellatione , ii Notato di questo Dificio publicd a suon di trombe , qualmente esso Signore succede va at Duca suo Padre. Ιl det to Giudice in un grave habito d' honoratissimo Cavali ere menando con secoi Dodeci Savi vestiti di mantelli lunghi di vellium m rello sederati di ra carmesino , & con una grandissima comitiva des Nobili delia Terra andb a Belvedere a tr. vare ii nuovo Duca, it quale in una Loggia tu ita coperta di broccato sedea sopra un paleo poco alto da terra, di solio una Ombrella; & era vestito di tela d 'argento;& havea a torno in gran manis pur di tela d' argento sederato d'Armeli ni ; & in capo la berretia secondo 1 uso de' suoi Predecessori , sopra cui era una corona Du-
eale carica di Diamanti , di Rubini , di Smeraldi, & d attre pretiosissime pietre , & di Perle mirabilissime , laquai corona passava la valuta di trecento mila studi .
Et tali' una banda , & dali' altra stavano i personaggidello Stato, & della Corte. Et cosi ii Sin Giudice tr
an nuntib la volonta dei popolo di Ferrara , pregandolo avolere essere ad reo popolo cost amorevole & giusto Sia nore , come esso eli sarebbe sem pre divotissimo , & fi elissimo Suddito. Et deito questo gli presentb uno Scet-tro Ducale , & una Spada . 1l Duca dopo havergit dato una benigna risposta , pigilando 1' uno & l' altra , tenne per se lo Sceltro, & diede la Spada at Sig. Cornelio Bentivoglio . Et finita la Cerimonia , & datosi nelle trom-be, se gli appresentarono tre Maestri di stalla; de' qualium gli conuusse un gran Corsiero tutio coperto di tela
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er argento alia similitudine deli' habito , di che era ve-sito, & due altri gli allacciarono li speroni. Salito chevi su sopra , egit dipoi uis di Belu edere scito l' Areo,& il ponte, c'habbiamo det to; nel quat tempo si spara-
ssesi lungo la riva dei Po , & ognuno in cominciti a in- caminarsi verso it ponte di Castellealdo, & l' ordine deli incaminarsi su di questa mani era. Cento Putti coronati di lauro , & di fiori di feta, e haveano camiscie d'ormesino blanco cin te ai fanchi , con bandi ruole in mano turchine, & gialle , che sono icolori d' esso Signore, & con P arme Ducati . Et dietroa loro otio Pisseri vestiti alia pastorale, che sonavano; & i Putti gridavano Alsonso, Alsonso, nuca, Duca. Mille Archibugieri, & cinquecento armati di coriale io, vestiti di detii colori.
I Cavalleggieri della guardia solio ii Capitano Taliano
Paggi ventiquattro condotii da due Cavalcatori sopracorsieri guarniti riccamente di feta & d'oro in varie sog-gie; perb a due a due in concerto. Trom tti sedeci.
hetti erano vestiti di vel luto turchino con larghi & gros, si ricami d' in torno , che servi vano per ii color giallo. Tulli i Feudatari, & i Gentit' huomini, che erano dacirca mille, tuiti con veste & con fod re honoratissime so-pra bellissimi cavalli mirabit mente ornati, & con Paggi, L Sta fieri in gran numero vestiti con molia sontuosita. Veniva dipol con qualche intervallo Ιl Conte Nicolo Estense Tassone Maestro di Casa vestito ricchissimamente, che portava ii basione, & alquanto distante Il Sin Cornelio Bentivoglio pur ad obbato superbissim
Pol it Duca ; & alia destra it Sist. Donno Alsonso da Este ; & alia sinistra it Conte della Nirandola; & a canto at suo cavallo gi vano a pih i tre Maestri di stalla deiticii sopra; & alquanto avanti ad essi ventiquat tro Stameri vestiti come i Paggi ; & dalpuna banda delia sua persona
erano cinquanta Suietzeri, & dali' altra cinquanta Langchnechi,
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nec hi, tuiti vestiti di tela d'oro ; & di vel luto turchino. Segui vano i Vescovi, & i Magistrati, cli' eranoMonsg. Giulio Sertorio Arci vescovo di santa Severina; Monsig. Scipione da Este Vescovo di Casale; Non sig. Alsonso Rosset ii Uescovo di Comacchio, Monsi g. Giulio Tombese Vescovo di Ravello;
Il Giudice de dodici Savi; Il Podesta; I Consistiteri di Segnatura; Ι Consi glieri di Giustitia;
Tulli questi da robba iunga ad obbati di sedere di granpretio; & dietro ad essIl Collegio de' Leet isti: Il Collegio de'gli Artisti; Et i Dottori di questi due Collegi erano vestiti di ro, he di vel luto nero; & chi sopra a Chinee, & chi soprarnule; ma pero in concerto.
Il Collegio de' Procuratori. Il Collegio de'Notari. Molli Cittadini delia Terra montati a cavallo per honorare it Duca. Neli' ultimo pii liuomini d'arme guidati dat Conte Camillo Montecucoli con arme dorate, & congis acche turchine, cariche tuite di ricam i d' oro, & conpenacchi molio suntuosi ai cimieri , & alle teste de' ca- valli, ch'erano benissimo abbardati. Olire tuiti suesti vi era it Capitano Μoretto da Lucca, livomo facetissimo, & monarca nella sua professione , vestito in uia pomposio habito ait 'antica, it quale an lava so-pra uia cavallo ornato alia medesima sopgia; scorrendo ove piugii niacea, trat tenendos hor qua, horta con diverse arRutie.
It Duca arrivando at ponte di Castellealdo, mille Archibugieri olire a i sopradetii secero ala: & fatia una salva suriosa, tu ita l' Arti lieria su di novo sparata, & ne lgiungere alia porta pasto solio un magnifico Portone, &fascontrato da cento giovani buoni Cittadini delia Terra ve- siti di raso blanco ricam ato d' argento con robboni divelluto nero, i quali it tot sero sotto uia Baldacchino di tela d 'argento; & alphora li Stastiori di edero tuoqo ad essigi ovani ; & andarono a mettersi dinangi a i Paggi in vi nec si a due a due.
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ti della Citta, & i Massari delle arti co' loro Confatoni; i quali tuiti ne i passaggio si secero da banda, & lasciaro
Ιl camino su da Castellealdo giu alla volta di Santo Stesano, & per la via grande in fino alla volta de' Tasse seni; & pol per sv la Giarra infino in capo voltandosi per u scire a Santo Andrea ; & de ii a Schivannia dat Cappuccioli alia volta di M. Alson sino Troili infino alcantone di San Francesco plegandosi alla Giudecca verso it Castello, & dalla Campana alta Piaggetta, & in PiaZeta I ove dopo la salva di mille altri Archibugieri , ch'erano alla guardia della Plaetra , di nuovo si sparo tut-ta P Arti glieria; & passando it Duca per mezo at Clero,& a Frati , & a Confatoni delle arti enlrb in Uescov to ; alia porta dei quale era it Protonotario M. Frances co Martelli Uicario det Sig. Don Luigi da Este eletio Vescovo di Ferrara co' Canonici I & entrato che su , cingi nocchid fra Μonsi g. Rosset ii Coam ministratore , S: Μonsig. Tombele Susti aganeo ; & sopra gli su cantato un Salmo ; & postia su condolio ait 'Altar maggiore, ove alia banda ciet Uangelo stet te sopra un palco bassolutio coperto di broccato solio una Ombrella pur di broc. cato a udire una Messa deita dat Suffraganeo, & cantata solennemento con musica di cornetii ; & l'Arcivescovo
di Santa Severina porth ii Uangelo . & la Pace at Duca ; & finita la Messa , ii Sig. Giudice de'Dodici Saviando a in ginocchi arsegii din angi , & a giurarii Fidel- in nome dei popolo ; & dipol neli' uscire , che secedet Domo , per andare at Castello , gli Archibugieri fecero un'altra salva , & in un medesimo punio it Duca comandb , che si aptistero tui te te prigioni ; & che speciat mente si lasciasse ii Sig. Don Giulio fratello dei Du ca Alsonso suo Avo , ii quale son cinquanta due anni,che fu posto in Castello.
Gli Archi fatii dat popolo di Ferrara , per ii quali
passo it Duca , furono negli instastritti luoghi. At ponte di navi fatio a Belvedere sopra it destro rarimo dei Po. In Capo at Ponte di Castellealdo. A quattro cantoni det Palaeteto dei Conte Alvarotto.
A quattro cantoni det Palazgo dei C ti. Alle
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Alia volta de' Carri. At Palaeteto dei Conte Galeaeteto Estense Tasione.
In capo alla Giarra contro alta Montagna.
Alla Rovere di Santo Andrea. A Schiavanoia verso Santa Maria dei Vado. A quattro cantoni det Palaeteto di M. Alsonsino Trotti . At Sacrato di San Francesto. In su la Giudecca verso Santo spirito. Alla Campana diritto at Castello. In Plaeteta alia Banca della Guardia. Di questi Archi alcuni erano tuiti cavi fatii a colon nate I ascunt quadri con quattro portoni ; & escunt larghiscoperti nel me Zo , & quali erano con altissime cupole ,& quali havevano in cima i veroni , che ventuano in
suori, & quasi tuiti ornati , & carichi di statue , di pit
ture , & a' inscrtitioni nel proposito della Creatione dei Duca , & altri hau evano dentro varie musiche , & massime delle strepitose ; come di cornelii, & di tromboni ;& altri salutavano con codette ii Duca ali' arrivo, che vi
Similmente te strade, per te quali si fece l' entrata , mrano addobbate dati' una banda & dali' altra di bellissimaraggeria , in cima alia quale erano poste l' arme Ducali ,& le Aquile blanche con proportionato intervallo &quelle , ch' erano appese a1 Palaeteti dei Gentit' huominierano messe a Oro , α circondate di festoni di ista, & dat veroni , & dalle finestre de' Palaeteti medesimi si udivano diverse soavissime musiche. Olire a gli Archi, & ali' Apparato, che Abiamo detro, vi si ved evano molio notabili ornamenti posti in pili luoghi; percib che it ponte di Castellealdo dati' una banda & dali' altra havea tre ordini di colonne i' uno soprat' altro, & in cima alternatamente vi erano figurine , cheimitavano ii marmo , & il broneto , & nei proportionati spaci di esse colonne ὸoveano porsi bocche di Drago , di
Salamandra, di Gigante, & attre cosi falle , che gittassero suori suochi artinciati, & raeteti de piu colori, de' quali parte andasse a risolversi per Paria in alto, & parte andasse ali' acqua, & dentro con grandissimo strepito vi ardesse . Ma u tardo tanto a far la deliberatione di questa cntrata, che non vi su tempo ; it che sece , che s' inter
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riappero ancora molle attre cose concertate per la medemma solennita.
Dinaneti alla porta dei Palaetra det Sig. Cornelio Ben- rivoglio era un gran Cavallo finio con grande arte , &Pallade , & Mercurio insieme ii teneano per la briglia , con lettere al pth, che signi ficavano , che questo Corsi TO fu sempre conservato lenaache alcuno ii salisse, infino, a tanto che era venulo un Principe degno di possederio ;& vi era ues altro moto, che mostrava, che it Cavallo non meno h indicio delle altioni delia pace, chedique Ie della guerra . Dinangi a questa machina stavano la
me virili haveano vn breve, che si riseriva alia propria vita d' uti Principe magnanimo ; & ω tre ordinationi contenevano una scrittura , che havea riguardo at publico, di che un Principe prudente si dee pigliar cura. Et passando it Duca si sece una grande & impetuosa salva cartiglieria net Cortile di esso Sig. Cornelio.
Si vedea pari mente con vagheZZa mirabile la porta dei Palaeteto dei Conte Galeaeteto Estense Tassone ornata di colonne, & di volti, & di compartimenti molio v ghi; tra quali erano sei nicchi, tre per banda , & de tro sei Cosossi , che ancora essi rappresentavano lae per-fettione dello stato Civile & Regio, i quali insieme condi inscrtitioni , & insieme con gi' altri ornamenti della Terra, & con gili Archi si metieranno in dis no appar
Ne h da lasciar di dire , che alla porta det Castello ,
per la quale it Duca entro , erano dirigetati Trosei, &Termini con diverse statue , poste sopra alle basi allamura, che sono verso te Pescarie . n che olire alia sua propria magnificeneta piacque ancora per rispello delle musiche molio bene ordinate, & d' una stupenda suria d Artiglieria , che di pol fu scaricata d' intorno at Castello oLa sera si sece un bellissimo bancherio, cive eram quasi
tuiti i Feudatari, & i principali Gentil'huomini, & tut-ta la Corte su addobbata di raeteti d'oro, &di feta, parte A figure , parte a grotiesche , & parte a Paesi ; fra ali erano quei della Pastoreissa , che surono dei Re Mragona. Questi son raeteti altissimi per sornire ogni mag-gior Sala , che si ritrovi , salti con P ago solo , & nota
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veggono campagne , soreste , riviere , sontane , colline ,
Citti , & persone in grandissima copia ; a pth , a cavallo , per vi aggio , in Corte , alia caccia , in negoci , su tuochi, nella guerra , & in diverse gui se con pili sorti' animali, d' alberi, d' edifici, & d' ordegni , con tuitique' piu varii soggetti , che possano occorrere a vedersi,nh sono d' altra materia, che di seta d' argento, & d' oro , & come tutio ii disiegno imita tanto it naturale , quanto ha poluto comportare lyartificio di simit opera ;cosi i velluti, i ricam i, & i colori sono disposti a i luo-ghi convenienti con studicio miracoloso ; talche gli liuo mini & te donne palono essere di ri levo , & havere gli habiti loro, come si portano precisamente. Di questi raZ at era tape2gata la Sala delia Racchetta, ove u cend.
Orationem Bartholomaei Riocii ad Alphossum Ferrariae Principem eo die , quo Princeps , Dux Ferrariae creatus fuit , vide in Tomo primo Orationum Bartholomaei Riccii.
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Qua apud candidum Lectorem de quodam erudito Viro juste conqueritur.
Ogitabam multum , diuque mecum animo volvebam, Lector candide , num ego , qui in provecta aetate constitutus Atestinorum, D: stensiumque Principum Commentaria iamin diu excudo, cujusdam eruditi Viri epistolae
HERCULEM ATESTIUM FERRARIH PRINCIPEM inscriptae, typisque excussae responderem. In qua fi scripsisset, se opinari Principum nostrorum cognomen esse Atestium, nec eos, qui Estenses vocant, barbare loqui & scribere assirmasset , mea utique responsio vel audax, vel importuna videri potuisset, cum nonnulli in haeselici brum inaeniorum aetate sint praeclarissimi Viri , qui Atestinos & Estenses vocant; ego autem unus, stylo minus quam mediocri , ausus suissem eleganti huius Viri epistolae reponere , praesertim cum nulla nominis mei in ea habeatur relatio . Verum cum lapius de cognomine Atestio coram locuti fuerimus f ut sibi testis est eruditu iste J luceque meridiana clarius intellexerit, me p claris. simas Estensium Principum res gestas literis jamdiu mandare, eosque Atestinos & Estenses nuncupare, tacito licet nomine meo, intelligere , aperteque perspicere potui ex his, quae subjiciam, hunc Varum penes Principem nomen meum perstringere , ignobileque reddere attentasse
Quid enim mediusfidius aliud est barbare loqui , nisi crasse, depravate, frigide, inepte, sordide, & contra Romani eloquii elegantiam loqui , ac scribere λ qu0 conviatio homini semper in literis versato nihil majus , nihilque detestabilius impingi posse arbitror . Pluribus itaque
aliis caussis a me commemorandis emcere conabor , ut
Lector, quisquis suerit , probe intelligat, me hunc Viarum numquam laesisse , nec laedere cogitasse . Quare nescio quo spiritu impulsus in nomen meum tam impie Tom. III. P de-