Synodus dioecesana quam sub faustissimis auspiciis sanctissimi in Christo patris Pii papae sexti eminentissimus ... d. Alexander tit. S. Balbinae S.R.E. presbyter cardinalis Matthaejus archiepiscopus Ferrariensis in ecclesia metropolitana celebravit

발행: 1781년

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APPENDII

' ano aperte te loro Botteghe , tenere affita alia pubblica vis a di tutu , acciti sappiano quello, che devotio offervare , perchὶ contro i Trasgressori si procederit irremissibit mente , anche per inquisiZione , ed ex officio alle pene imgiunte , d alle quali non potremo ' dispensarci in casci di contravvenZione per non mancare ali' obbligo , che ci corre di pro urare con ogni premura , e. sollecitudine , che venga ademptuto un Precerio di tanta importanEa , com' Equello della Santificazione delle Feste , dalla cui osse anga dipende in granparte ii Bene si spirituale , che temporale dei Nostro dilettissimo GreMer Di-chiaransi in olire , che per te pene suddelte saranno tenuit i Padroni , Ο Μaestri per gli Garaoni, i Padri di Famistia per sit Figlivoli, ed i Capi di Casa per gli Servidori . Dali' Arci vescovato li Iu Asosto I777.

SE non si deve giammai tardare solio quaisvoglia pretesto, nἡ differire digiorno in glomo di convertirsi at Signore, come et avulsa Io Spirita Santo neli' Ecclesiastico ra Ne tardes conserti ad Dominum, ne d mos de die in diem Eccles. I s. ; molto meno mi frappor si dere un tale induggio , qualora ei troviamo sorpresi da qualche Infern ita, potendo se Pre temere, cne per quanto sal principio, es a prima visu semuri Ieggiere, Possa nulladimeno in brieve tempo tumente accrescersi, che tolio 1' uso delia Sione, e de' sensi, ei eonduca senEa avvedercene agit estremi dei nostro Vivere , e ci Dccia passare alia grande Eternita , senZa aver prirna di proposito provVedulo at sommo, ed unico affare si necessiario deli' Anima ... Quindi ε, ehe i Supremi Pastori della Chieta intenti mal sempre a pro eurare con ogni studio la salve ZEa delle Anime , per scuotere la danne volere curaggine di quelli, che quantunque assaliti da Insermita , Vanno tultavia procrastinando di riconciliai sit con Dio, esponendosi a gravissimo rischio diperdersi eternamente, hanno provvidamente pubblicate in diversi tempi at ne Leggi, incaricando i Domestici, ed altri, che tengono cura degi' Insermi , e ipeciat mente i Prosessori di Medicina , e Chirurgia a cooperare non sol alta salute dei corpo , ma ancora, per quanto puo ad essi spetrare , a quella deli' Anima de' mede simi Inser mi, che hinno in citra, con avulsarii sui principio delia loro Insermita a premunirsi con Ia Sagramentale Consessione , c

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II 3

me apertamente rilevasi da quanto viene ordinato nella Costituzione dei Concilio Generale Lateranese, celebrato solio InnocenZo III. net I 2IL , Cap. suum Infirmitas de poenit. remise., nella Bolla di S. Pio V. emanata nel Isos. , che comincia Super Gregem Dominicum , e a' tempi nostri net Concilio Romano celebrato sorto Benedetto XIII. l' anno I72s. Tir. 32. Cap. I., e pia diffusamente netl' Appendice det Concilio medesimo at num. 28. , te quali Apostoliche ordinagioni tendono mite a far si , che gl' Insermi cercnino prima d' ogn' altro di provvedere allo stato di sua costi eneta , e net tempomedesimo a levare queli' orrore , e ri breZZo, che svole in em eccitarsi alsentire intimarsi la Consessione , come non puo a men o di non accadere,

rualora si pratichi di fare una tale intimaetione aliora sol tanto , che iettit Insermi si novi no in prossimo pericolo di mori re ; sui quat motivo fragii altri si sonda ii Capitolo suum infirmitas d' InnocenZo II l. , come si vededalle seguenti parole Hoc quidem inter aIia huic causam dedit Edicto, quod quidam in aegritudinis lecto jacentes, quum eis a Medicis suadetur, ut de Aniamarum salute di ponant, in desperationis perieulum incidunt , unde faciliuae

mor is periculum incurrunt Benchε perh Noi nel Nostro Sinodo abbiamo inculcata l' elatia ossemanineta delle de ite Apostoliche Costituetioni, nulladi me no intendi aino non senZENostro grave raminarico, che talvolta non vengono Osiet Vale almeno conturta l' elatreχZa , che si ricerca , differendosi d' avulsare l' Insermo a comissiarsi , sin tanto che l' Infermita non minaccia prossimo pericolo di morte, Onde alle Volte succede , che aggravandosi impensatamente ii morbo , l' In- sermo O non puo confessarsi in vexuri modo, o sbalordito dalla labbre accre- sciura, Consuso, e quasi meZZo morio si consessa bensi , ma Dio sa, se conte doυute disposiZioni. Quindi E , che ci fiamo creduli in obbligo di pubblicare questo Nostro Pastorale Avvertimento, per ovviare ad un sὶ grave di- sordine , che puo ridondare in tanto pregiudiZio delle Anime alla Nostra cura comme sse.

In erendo adunque alle predette Apostoliche ordinagioni , rammenti amo primi eranente a' Signori Medici cost Fisici, come Cerusci di questa Nostra Citta, e Diocesi l' obbligo che loro corre in virtu delle deite Costiiugioni,d' ammonire t ' Insermo it primo glorno, che lo visiteranno glacente in letto per quaistuc glia Inle imita eccetio quando lasse Podagra , o altra indisposi-χione, che da se stessa non ricercasse ii letto, come si e rime netl' Ordina-zione intorno a cib emanata solio Benedetto XIII., ed interita neli' Appendi-ee det Concilio Romano ) perchἡ chlami it Medico Spirituale, e si consessi S.igramental mente, assinchὶ curata I' Anima, si proceda con pia salutevole profitto alia cura dei Corpo. Seorgendo pol net secondo glorno non essersi l' In sermo gia consessato , douranno ammoni rio di nuOVO , e minacciargii , che non ri torneranno pili a medicario, se net glomo seguente non sar loro presentata la sede delia dilui Confessione sotrostri ita dat Confessore . Ritornando it tereo giorno, e non presentandosi loro la deita sede, do-ranno i Signori Medici solio te Censure , ed attre pene diffusamente espresse, e contenute ne' Sagri Canoni , e Pontificie CostituEioni, lasciare di fatio

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II Ia cura deli' Insermo, fino che non costi ad elsi ces metto della stadera, sede dei Consessore , Od' effersi quello gia consessato, o che it Parroco, di altro Padre Spirituale non ratifichi anche in iscritto , aversii per qualche m livo ragionevole s sui quale si grava la loro costiema concedulo altro deteris minato tempo a sare la di tui Consessione ; dopo it quale, non avita la deita sede , siano tenuit sotio te pene riserite lasciare la cura deli' lasermo : E ei non meno in virtu delle deite Pontificie Costi tutioni , che in e seeuhione delGiuramento da essi prestato nel prender Ia Laurea, eὸ aggregarsi s Collegio. Ed acetoech ε intorno alla suddelta sede non si manchi dat Consessore con pregiuditio degli ammalati, e con iscusa de' Medici, douranno tuiti iConfessori, anche Regolari di qualunque Ordine, o Istituto, solio pena delia sospensione dest' udire te Consessioni, dia incorrersi i a facto , lo steta gloris no lasciare in mano delli' Insermo , o di chi in Casa gli assiste, la sede, o latestimoniale di avere Eglino udito la Consessione di tat Insermo, o della

proroga da essi concedulasti di faria in altro glomo determinato. Raccomandi amo in tanto con tutio calore a clascheduno det Nostro dile Ntissimo Popolo, qualora eadesse in qualche insermita, a prendere in bucina parte I' avulso, che gli verra dato di eonsessarsi , rieonciliandosi col Sign re per meazo det Sagramento di PenitenZa , aneorchε l' insermit, non semis brasse di sua natura peri colosa, e non lasci usi sedurre dalle insidie det neomico infernale , ii quale tenta eonduret alia perdietione con rappresentarci Iamorte se re lontana, suggerendori at euore quel Neruaquam moriemini, coneui gi, sedusse i nostri primi Padri ; sopra di che osserva acutamente un do tissimo Interprete , che non potendo riuscire at maligno d' ingannarci con Ialusinga di non douer mai morire , come gli riusti di fare eo' nostri Progeniatori, essendo ogn' uno troppo persuaso delia verita in contrario, tenta almeis no di persuaderet non douer not morire M in tes incontro , nh in tal te mispo , nὶ di tale insermita , per cost a poco a poco condurci alla finale impe- ni tenea s Cornes. a Lap. in Gen. Cap. 3. . Proeciiri adunque ren' uno , cadendo in qualche insermit , di subito consessarsi , anche prima d' esserne avulissato dat Medico, potendo cib servire alla salute non me no deli' Anima, ehedei Corpo, mentre dat peccato derivano molle volte te insermita corporali, e Id dio talora prolunga la vita a chi si converte di cuore a Lui , comeleggesi det Re Eaechia, a cui benchὶ stata lasse annunEiata dat Proseta lav es na sua morte tar morieris tu, o non υλυ nulladimeno per effersi Egli rivolio di more a Dio, gli venne dulo stesso prolungata la vita auis iis orationem suam , c ' Iachomas tuas o Ecce Ego adbiciam super dies tuos quindecim annos Isa. 38

Poteli h perb i Congiunti, ed i Domestici sono eagione in gran parte de di sordini, ehe in cib succedono, differendo di ehi amare it Parroco, o estro

Patre Spirituale per una barbara compassione, e per timore di contristare PInsermo ; quinti non lasci amo di ammonirli, ed efortarii con tutio it fervo. re a sar veti re sen Ea di mala it Consessiore ; e se l' Insermo ripugnasse, e non Volesse in verun conto acconsentire , che si chlamasse, avulsino subito ilParrCco, e questo uni tamen re con loro induca con parole efficaci, e caritative I' Insermo a consessissi, mentre trovasi in istato di mente ancor vegeta per

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e per quanto si mostrasse egii renitente a cib fare , non desistano mai dalgadoperarsi d' indurvelo, non mancando mai, come osserva S. Pier Grisologo , certe maniere soavi, ea emcaci, che per effero Veramente amorose , E granpiet l' usule piu liberamente, e eon pia franchezza con chi pia da vero si

ama ; nε, a trOVarie opportune, altro is di bisogno , che amare chi n' in bisogno; che pero dice ii Santo π: AErrabile nolentes e Nemo dieat e Non vult, quia O A rabam , ut offerret filium , collistavit, Lotb angeli tit sum traherent flammis, extra Lιm manibus sustulerunx det E poco dopo conchiudemito a nostro proposito colle seruenti parole α agamus Dilectismi, ne Ser- i , ne Filii , ne Parenses, ne Coniures Pr evenιi morte, pr senii vita careant, o non Pervenians ad futuram S. Perr. ChrysoL Ser. Io. Confidiamo pertanto nella pieta dei Nostro amatitano Popolo , ehe sa-ranno turii per appromttarsi di questi nostri salute voli avulsi, e et pei suadi aismo attrest, che i Signori Μedici, stante la plena cogniZione , che abbi amodet loro merito, sapere, e probita, saranno per ademplere at loro dovere . eon offervare esattamente, quanto abbiamo prestritto in questo Nostro Past rate Avvertimento, ii quale non contiene, che un Sommario delle accennate Costituetioni Apostoliche, per non rendersi debitori a Dio in una materia disi grande importaneta, non potendosi da em allegare per is sa qualunque consuetudine , che potesse effervi stata in contrario sin' ora, mentre, come Ottim mente riflette N. S. Benederio XIV. nella sua Notificaetione pubblicata su di)uesto steta ara omento , effendo Arcivescovo di Bologna, una tal consuet ine deve piutiosto dirsi abuso, atteso massime it giuramento, che prestano i Medici d' offervare la Costituatone Piana, e perb ii volere ridurre l' osse vanza della medesima est' uso, allorchε l' uso E contrario est' ossemaneta digia giurara , ε lo ste , che voler far passare in uso un abuso tanto nocivo alla salute deli' Anima ; come pure non vale ad esentarii dalia dena offera anZa , a tenore di Quanto abbiamo ordinato, l' opinione di quegli Autori , che per una specie d Epicheia pretendono te deite Commetioni, circa I' a vitare l' Insermo di consessarsi, aver tumo solamente ne' mali pericolosi,

sembrando una tale opinione contraria at fine della Decretale d' Innocenao III. gia di sopra accennata ; eome con somma erudietione dimostra io steta N. S. Benedetto XIV. nella deita Notificazione , che diffusamente, e magistralmente traita questo stesso amomento , olire a molli altri disordini , che, come Ogn' un Vede, possono temersi in pregiudietio delle Anime dalla pratica di tale opinione, correndosi grave rischio , che la Confessione venga a farsi colla mente, e la ragione onustata, e senaa te dovute dispofietioni. Che perb se taluno tultavia riculasse di estguire, ed offervare quanto ab

biamo ordinato sit che non crediamo verrebbe ad obbligarci a procedere con te pene de' Sagri Canoni , ed Apostoliche CostituZioni di sopra accennate , ed attre arbitrarie, alle quali in cata di contravvenetione con dispiacerebensὶ, ma pure scuramente Verremo per non renderet Not pure colpevoli, se per nostra sooerchia indulgeneta venissero mai a perire alcune di quelle Anime, per Ogn' una delle quali Io steta Eterno Pastore net darne a Nolla cura, volle malleuadrice Ia nostra propria, come ci is intendere per hoc Pa ca d

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II 6

APPENDIX et . t in dy Ezechiello Impius in iniquitate sua morietur, sanguinem autem eius de manu tua requiram EZech. g. Dat Nostro Palaeteo Arcivest de questo es Io. MarZo I7s6.

Santissimo Viatico con lume acceso, quando si porta agi' Insermi, concedi no ogni volta duecento giorni d' Indulgema, e cento a quelli , che i' accompagnano seneta lume . Const. XII. 26. Μaii I 29. Dessabite : &Const. Excellentissmum. 26. Μaii I 33. Paolo V. concede a tuiti i Fedeli, che accompagnano con lume, O sen za il SSmo Sacramento , quando si porta per Viatico, o per altra cagiones Cinque anni, e cinque quarantene ; ed a quelli , che impediti dati' accompa- gnario, reciteranno uri Pater, ed un' Me , concede cento giorni d' Induti genZa. Const. Quum certas. 3. NOV. Isos. InnocenEo XI. a tuiti i Fedeli , che divolamente accompagneranno ilSSmo Sacramento, quando si porta agi' Insermi per Uiatico, plegando per Ia concordia dei Principi Cristiani , estirpagione deli' Ereste , ed esaltaZione di Santa Madre Chleta , concede ogni Volta se ite anni , e serte quarantene , se 1' accompagne ranno col Iume , e cinque anni, ed attretranIe quarantene , se ly accompagneranno senZa lume et dichiarando perb, che queste Indulgenete non si concedono cumulativamerue colle attre gia prima concedule per questa opera pia, ma priVativamente . Const. Injunctum Io. Octobris I 578. Innocenaeo XII. a tuiti i Fedeli, che legitti mamente impediti non potendo accompagnare ii Misso Sacramento , quando si porta agi' Inserint, mandeis ranno col lume , o fiaccola da portarsi da altri , e pregheranno come sopra , concede ogni volta tre anni, ed attrettante quarantene d' IndulgenZa. Const. Debitum s. Januar. I 696.

DISCIPLINA CHORI

DIvinam Psalmodiam Sponsae consolantis in hoc exilio absentiam suam a Sp ,nso coelesti, decet esse non habentem rugam, neque maculam , quinpe quum sit eius Hymnodiae filia , quae canitur assidue ante Sedem Dei ,& Agni, ut similiter prodeat, nihil, quantum fieri potest, praeserre debet, quod psallentium animos Deo, ac divinis rebus , ut convenit, attentos, aVO care alio, ac distrahere possit. Urbanus VIII. in hae ipse Cossit.

Univer

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TERTIAE PARTIS

Universi itaque , qui Choro sunt addicti, antequam eo conveniant, paulin Iulum attente secum cogitent & Loci illius sanctitatem, & conveniendi causam , & Divinarum Laadum , quarum munus Angelorum est , facti propterea Alme Sionis aemuli , ossicia, & ad Chori disciplinam sese instritant: Disciplina enim Chori plena Religionis est , & plena Pietatis : ideo tantie

ab iis servanda, qui in eum Locum ad Dei laudes celebrantas conveniunt: ex Synod. Crescent. in Appeni. fol. 27 I. Custodi Caeremonias, quas Ego mando tibi, dixit Μ sis , Domino praecipiente, ad Populum : Quod si audire nolueris vocem Domini Dei rui, ut custodias Caeremoniar, venienι super re omnes maledictiones m. Deuteronom. cap. 28. n. II.

Dum Superpelliceum , aut Rochetum induunt, cogitent, quam personam sustineant, nempe a sordibus, labeque puram. Hoc indicat ipse telae Iineas candor , per quem puritas dejignatur . Quum Almutiam , seu Cappam pelliceam humeris imponunt, animo re

volvant in se extinctas, ae plene mortuas esse oportere rerum mundanarum ast ectiones, & cupiditates , ut eius rei significans est illa animalis intermo tui pellis, & repetant frequenter: Dominus pars haereditatis meae.

Abstineant semper , maxime dum Chorali Ueste induti sunt, ubicumque sint, vel in Sacristia, vel alio Loco, a locis, a ridicule dictis , tacetiis, ac

Verbis sutilibus, & inanibus, memores sententiae D. Bernardi de consider rion. Lib. g. cap. 13. mes in ore Sacerdotum D 3 MU - - . . Dato signo cum Campanula Sacristiae, non properanter, sed graVι --ςςssu in Chorum procedant, corde repetentes : Introibo in Domum yuams ouo rabo ad Templum Sanctum tuum . Ua . s. v. S. Altari maiori Canonici caput prosunte inclinent. Reliqui genufleetant: Caerem. Discop. Lib. I. ω' Ι 8. n. g. Locum suum quisque adeat, in quo

devote oret, donec initium ossicii ab eo, qui Choro praeest, suerit indictum a

Inchoato ossicio quicunque advenerint , non ante locum suum petant, quam genuflexi ante Altare pa allulum oraverint ' sactaque illi reverentia, vel genuflexione , Canonicis exhibeant honoris ossicium, & stallum suum adibunt. Caerem. Diseop. Ioc. cit. n. Canonicum advenientem omnes, qui in Choro sunt, consalutent: Μa sionarium item omnes praeter Canonicos, Cappellanum denique reliqui paris , seu inserioris gradus t Idemque servetur in surgendo, & stando , videlicet, ut surgente , vel stante Canonico ossicia Divina celebrante , vel Antiphonas canente , omnes surgant, Se stent; & sic de caeteris: Caerem. cit. n. 7. Dissonum est , & Loci sanctitati valde contrarium , Literas , Scripturasinve legere , relata a Nunciis referre , invicem confabulari, quum non conveniat ibi de rebus, etiam ad spiritus prosectum spectantibus, sermonem inter praesentes inducere , & habere : propterea non habeantur colloquia, non risus, non nutus, ne Divina res perturbetur . Nullus appareat actus inconveniens , nec quis praesumat sedere in Rallo cum Veste super genua elevata, tibiarum indumenta detegendo, vel cum Ueste in anteriori parte non totaliter clausa. Quum sedet non superimponat genuc alteri

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II 8

alteri genu r Nunquam sistat incompositus instar eogitabundI, vel taedio, s Ere , & somno affecti, aut torpore pressi . Tandem in Choro non licet fi

lium , chirothecas, aut manicam pelliceam deserre . Meminerint omnes, in iis maxime , Di publice orant, maximam in actibus etiam externis Sanctitudinem decere et Mis Onodos Ferrarien. Eminentissmorum ΜAGA LOTTI , R VERΜE , Ruppo : Vide Acta ΜedioL Eαι. in Onia. 4. Provinci Par . I. Ne qui . Nemo privatim ossicium recitet. Qui eum aliis non psallit, aut cantat, fructus , 8c distributiones non facit suas, prout in praesenti Synodo habetur Part. 3. Cap. s. n. II. Qui sorte tardius advenerit cum aliis de Choro pr sequatur ossicium , suppleturus in fine ea, quae initio omisit. In psallendo satagat unusquisque , ut aci Asteriscum eonveniens pausa imtercedat ad effeEtiam servandi laetae vulgatae editionis puritatem inconfusam , atque illibatam , & significandi interpunctationes, & distinctiones in Sacris Bibliis appositas: RuM. Breviar. 22. n. g. Convenit, ut M. Eucharistiae Sacramento patente, ob illius reverentiam omnes in Choro praesentes, & assistentes, semper, durante ossicio, stent capite detecto , dc nunquam sedeant : Caerem. Episcop. Lib. z. cap. 33. . 33 Quod si ob ossicii longitudinem id praestare non possint, nunquam tamen ca put cooperiant. Sacri Rit. Congr. in Conimbricen. q. Iunii I 2.; Gavas . in

ca ne murentur, nec quisquam Stallum suum deserat, aut Vari et 'uO- is colore, aut praetextu , praecipue ascendendo ad Sedes Antiquiorum, licet

isti non sint praesentes. Nemo, ossicio non completo, Choro exeat, nisi ex legitima causa, dc gravi , qua absoluta statim sollicitus redeat. In punctando serventur leges sancitae in Synodalibus Decretis. Tandem, ne quis gestum aliquem ab aliis diversum exhibeat, ut, quum alii stant, quis sedeat, vel genullectat, & e contrario; sed detur Vera, ut omnes uni sormi ritu, attente, devote, ac reverenter Divinis Mysteriis, a que ossiciis assistant, ac diligenter silentium servetur, ea, quae subsequuntur . religiose adimpleantur.

IN OFFICII DIVINI RECITATIONESTANDUM

M Orationem Domἰnieam, o Saulationem Angelicam , quia sunt de Textu Evangelico: Ad Symbolum so Iorum, ut ad Fidei professionem promptiorcs videantur : Caerem. Disc. Lib. 2. cap. s. n. 6. Ab initio cuiuslibet Horae usque ad primum Psalmum incceptum: Caerem. Disc. Lib. 2. eap. s. n. 2. 3. Cap. o. n. s. ρο δε- Invismorium ', ad Humnos, qui sunt Dei Laudes solemniores, inter

quos Te Deum numeratur.

Ad Capitula , Lectiones fremes , Responsoria brevia, Vorsus, absoluti nes , & Benedictiones, quae Lectiones praecedunt: cierem. Disc. Lib. I. cap.

I. utim. II.

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TERTIAE PARTIS

Ad Textum Evangelii ante Homiliam. Ad Cantica Magnifico, Benedictus, Nune dimittis, quia sunt verba Evangelii. Item ad Symbolum Quicumque vult si alvus esse , quia, agitur maxime de Mysterio Sanctissimae Trinitatis. Ad Preces in Prima, exceptis diebus , in quibus flexis genibns sunt di-eendae , prout infra. Ad Martyrologium autem est sedendum . Ad Lectiones Ucii paris B. Mariae V. in Advenιu , quia sunt Evam gelium ad intonationem Antiphonarum Canonicinum , O per totas Antiphonarmajores praecedentes Festum Nativitatis D. N. I. C. Caerem. Disci Lib. I.

Ad orationes, quibus immediate Deum alloquimur. Ad Commemorati nos , o S ragia Sanctorum , excepto tamen Dum dicuntur Preces seriales, ut infra: nam tunc solus stare debet, qui recitat orationes ad Legite, aliis genuflexis . Ad Antiphonas pariter B. Mariae V. in fine Horarum stare oportet te minpore Paschali, & omnibus Dominicis, a primis Uesperis inclusive . Aliis a tem diebus genuflectendum: Rubr. Breviar. 36. u. 3. Stare debet qui Antiphonas intonat, Lectiones legit, aut Reisonsoria. Quid agendum , Eucharistia patente super Altare , superius dictum est . In reliquis Offeti partibus semper sedendum, dummodo non sit opus se nuflectere , quemadmodum infra exponetur.

In ingressu Chori omnes , praeter Canonicos, ad Crucem Altaris genuin ectanti Canonici autem profunde inclinent. Idem, quum Choro exeunt. Caeis em. Disc. Lib. I. cap. 18. u. 3. Item ad orationem seri genuflectitur ab

omnibus.

In Invitatorio ad verba Moremtis , o praeidamus: In Hymno ToDeum ad verba Te ergo eoaesumus m. Caerem. Disc. Lib. 2. ea . I 8. u. 8., er Io. Ad versiculos primos Hymnorum Veni Creator spiritias r Me maris fletiue item ad versic. o Crux Ave ora unica etiam tempore Paschali. Dum

Hostia consecrata est super Altare exposita ad versus Tanium ergo et O DI raris Hostar Caerem. Disc. Lib. 2. cap. I. u. 12.

Ad Antiphonas B. Mariae V. in fine Horarum: Rubri s. n. g. ut supra. Ad Orationem Dominicam , Salutationem Aneelieam, Omboiam aris Drum post Completorium , excepto tempore Paschali , & Dominicis a prumis Vesperis inclusive. Ad mori relatium in Vigilia tantum Nativitatis D. N. I. C., quum pro. nuneiatur versus In Belbisem Iuda usque ad illa verba μι-itas Domini

myiri Iesu orsi secundum Carnem.

Lector genufleriit in fine cuiustumque Lectionis, exceptis Canonicis, ad illa verba iti autem Domi.er Caerem. Disci Lib. 2. eap. 6. .. I Ad Preces Forialas in diebus poenirentiae dicatis, Rubr. Breu 3 .u. 3. Ο Φ

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Ad Preees in ossicio Defunctorum , & Psalmis Gradualibus. Rubri Br viar. suis respective Locis. Psalmi vero Poenitentiales cum Litaniis, & orationibus genibus flexis sunt recitandi. Rubri Breviari hoc loco. Genuflectendum in Triduo Passionis a versiculo Chris ιν factus es ad totam orationem Re ice quaesumus Domine; quae dicenda est pariter umdato evite, propter humiliationem Christi in Cruce morientis: Caerem. D. Lib. 2. cap. 22. n. I 3., seq.

Ad orationem Surofanctae post ossicium ad obtinendum , quod indulsit Leo X. INCLINANDUM Capite semper detecto

Ad versus Gloria Patri, etiam pro lucrandis Indulgentiis concessis a S. M. Joanne XXII., & Urbano IU. Caerem. Disc. Lib. 2. cap. 3. n. f., cralibi. Ad Triadem Sacrofanctam, quoties nominatur, praecipue in Hymnorum conclusione, & in Cantico Trium Puerorum ad versum Benedicamus Patrem,o' Filium, quia tenet locum versiculi Gloria Patri. Caerem. Disc. Lib. 2. cap. 6. n. 8. Ad Nomen Iesu, Mariae, re Sancti, de quo fit ossicium, nec non ad Nomen Pontificis Re nantis . Caerem. Disc. Lib. Σ. ωρ. 8. n. a. Ad versus Psalmorum Laudate meri , quando pronunciantur Verba Sit Nomen Domini benedictum. Ad Psalmum Confitebor, quam dicitur Versus Sanctum, O terribile Nomen ejus. Ad Consessionem, quae fit ad Primam , 3c ante Co Ietorium usque adversus misereatur inclusive . Lector ante Lectiones petendo Benedictionem inclinat versus Hebdom darium, quum descitJube mmne: neque dicendum Domine, quia hic Dei titulus est pronunciandus ab eo , qui solus Osticium recitat: ille titulus est hominis praeclari, & Deo sacratir Caerem. Disc. Lib. 2. cap. 6. n. I 2.

Signo CriteIs signandum os pollice ad Orationem ante Divinum ossicium eri Domine. Rubri Breυ. I R. n. I. Item initio Matutini quum dicitur Domine labia mea aperies . Caerem. E se. Lib. 2. cap. s. n. s. Insuper signandum pariter pollice in pectore in CompIetorio ad illa verisba Conυerte nos Deus, iuxta laudabilem consuetudinem , ut cor nostrum ad Dominum Deum nostrum convertatur. Extensa autem manu signandum , quotiescunque dicitur Deus in Historiam in principio cuiuslibet Horae Canonicae r non quidem spnandum, quando hic versus ter pronunciatur in Prima post orationem Sancta Maria. Μodus au tem signandi simul, & pronunciandi hic est: Pro unoquoque verbo De s, In adjutorium , Meum , Intende qui pronunciat rangit manu primo frontem , deinde pectus , mox humerum sinistrum , ultimo dexterum . Carrem. Disc.Lib. 2. cap. I. n. f., cap. 3. n. s. Ad

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TERTIAE PARTIS in

Ad versum a utorium nostrum ante Consessionem in Prima' non autem ad eundem versum immediate praecedentem verba p. Benedicite Deus. D minus nos henedicas, ouia ad haec tantum verba Crucis signum est formandum. Item si grandum aci Adjutorium in Completorio .

Laudabile est signum Crucis fieri ad Antiphonam de Cruee in officio feriali manu extensa, vel pollice ad pectus, ut alii consueverunt. Ad initium trium Canticorum Evangelii, Benedictus , Magni ar, Nunc dimitiis pariter signandum. Caerem. Dis. Lib. 2. cap. I. u. I Tandem in fine Complatorii quum dicitur Benedicat, estodiat nos m.

IN MISSA CONUENTU ALIS TANDUM

In aspersione Aquae lustralis, quae fit a Celebrante in Dominicis, omnes stare debent aperto capite, & aspergenti reverenter caput inclinare. Canonici sunt singulatim aspergendi, & Celebrans aliquam honoris significationem erga illos adhibebit ante, & post ipsam aspersionem . Caeteri de Ciero insimul aspergantur quasi per circulum. Sacri Rit. Congri 2 . Decembris Isos. Ab Introitu usque ad Grio a Canonicis standum r caeteri in Choro genuflectant. Rubr. ΜυDI. II. n. s. Caerem. Disc. Lib. 2. cap. 8. n. 32. Omnes flent ad Gloria in excess , Collectas , Evangelium , ρο Praefotionem , o Consecrarions usquo ad Consummationem ines me. Tandem Oportet stare ad Benedictionem eiam ωDimo Esangelio. G--ν in Rubr. Μυ I. pari. I. xis. II. Ad Gloria , o Croso quum sedent, caput detectum inclinent ad ea

verba, in quibus ipse Celebrans, ex Rubrica, pariter inclinat. Dum a Choro canitur Gris, Gloria , Credo, Sanctus , Agnus Dei , qui in Choro sunt, bini ea recitent stantes , ac subinde sedeant. Rubr. MissaL

II. n. 7.

Advertendum obiter, initio Evangelii signandum esse pollice in fronte , ore , & pectore . Servanda insuper laudabilis consuetudo ita signandi ad versum Pax Domini.

GENU FLECTENDUM

Ad illa verba in Symbolo Apostolorum Et inearnatus es , ad quae verba in Mi sa Annunciationis B. Mariae V., & Nativitatis Domini duplici genu propter solemnem tanti Mysterii Fellivitatem. Rubri ΜυDI. II. n. 3. Quoties genuflectit, qui canit Evangelium, omnes similiter genuflectant: hoc contigit ad versus Eν Verbum caro factum es , in Evangelio Epiphaniae ,& per illius Octavam Er procidentes adoraverunr Eum, in Evangelio pariter Feriae IV. post Dominicam IV. Quadragesimae dum pronunciatur Et procidens ador it Eum, in Dominica Palmarum, Sc in Μissis de Cruce ad verba Epistolae In Nomine Iehu omne genuflectatur, quando canitur Passio ad illa verba Expiravit, Emiser Spiritum. Rubri Missal. II. Caerem. Disc. Lib. 2. cap. 2I. n. I 3. ρο Is. Genuflectendum, quum canitur a Diacono Hectamus genua, in Tractu ad O versum

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