De romano Pontifice tractatus auctore Dominico Gualco

발행: 1837년

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Ii. ARTICULUS III.

Coneilium Tridentinum.

Quid vero senserit Tridentinum Concilium de Romano Pontifice, sequentibus verbis ostendit card. Gerdil. a Lostesso diritto si raccogite dagii alti det Concilio di Trento. ehe in tuiti li suoi Decreti volle che s' intendesse sempresalva l'autorita della sania Sede apostolica. Ne' quali Decreti due cose sea te attre meritano distinia osservaZione.

Irtina che it Concilio deriva ii diritto delle riserve dalla

Suprema podesta conserita a'sommi Ponte fici Della Chiesa universale. Il che mostra chia ramente che it Concilio ri- conobbe net Papa una podesta suprema non Comune agit altri vescovi. Ed inolire traitandosi di assolugione . . . ildiritto di riserva in tal genere dimostra dei pari, che in virtv di quelIa suprema podesta conserita da Cristo, puOil Romano Ponte fice limitare anche Dei sorordella penite za la giurisdigione de' vescovi , ed esercitaria egit stesso superior mente sulle pecorelle di qualsivoglia diocesi, conlegarie, o proscioglierle, secondo che oudica 'richiodersidalia necessita o utilita della Chiesa univcrsale. v K L'altra Cosa da notare si e che tra i molli Decreti salti dat Concilio per regolare l'esemigio della giurisdigione de'vescovi, si prescrive in alcunt, che i vesco vi procedano etiam tanquam vostolicae Sedis delegati: in altri pol , o messa laparticola et iam, uten prescritto in modo assoluto, che ambiano da Procedere , tanquam vostolicae Sedis delegati. Questa non causale, ma ponderata disserenga d'espressione dinota per una parte che se iL Concilio ricono e che Potesse entrare, ed aver Iuogo la giurisdigione ordinaria de' vesco vi, riguardo agit oggetti compresi sotio la prima sor mola, l'ebbe assolutamente per nulla riguardo agit Og

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getti compresi sotio la εeconda , e che per altra parte sinetrun caso, come neli' altro riconobbe Ι' immediato in stusso delia Pontificia podesta nelle cose spetianti ai regime delle Chieso inferiori, sia uetravvalorare, sta anchenei supplire dei tutio, secondo la dissere a de' casi 1' ordinaria giurisdigione de' vescovi. Egli 4 chiaro che ovun-que Ι'inseriore agisce come delegato dei superiore, lautorita dei superiore interviene, ed inquisce netratio detrin- seriore, o Per corroborario, o per legittimario. Dunque ilConcilio riconobbe aperta mente, e consermo Per meZZOdi tanti decreti la Dottrina cattolica detrinsiusso detrautorita dei supremo pastore sopra quella do' pastori inse

Hac de re etiam clarissimum Barruet audire praestat ita scribentem a Quand les peres de Trente, ont a nous Pa ter de ce Ponti se, de ses devotrs ou de ses droiis, Ce sontioujours les devotrs Et les droiis d'une puissance supreme dans regii se; c'est toujours en vertu de cette autoritέ su- Preme , C' est comme gouverncur de regiise universolle , COIrime ayaut a remptir tous Ies devotrs d'une sollicitudo universelle, qu'il est chargh de statuer ce que dans sa sa- gesse ii iugera consorine aux besolus de rύglise unive Selle η Pro suprema potestate sibi in Ecclesia tradita. .. suas SVremae Sedis auctoritate , quod uniseersali Ecclesiae eae Pediat, statuatur. . . uris er salis Ecclesiae administratio.. quam

sollicitudinem uniuersae Ecclesiae debet. v 2 . Nec omitatenda sunt quae de R. Ecclesia ex Tridentino Concilio clarissimus Muzzarcili scribit: tribus vicibus, inquit idem Auctor, in decretis Concilii Tridentini Romana Εc

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clesia vocatur Mater , et Μagistra omnium aliarum Ecelesiarum si . Porro si duo isti tituli asserti de particu- Iari Ecclesia Romana a Concilio Tridentino introspiciantur, magnum quoddam esserunt de ejus suprema dignitate, et auctoritate et . ARTICULUS IV.

Nil ex concilio Constantiensi colligi potest asiersus Romani Ponti is primatum.

Appellat Cybel Constantiense Concilium. At meminis

se ipsum oportuerat, inquit Pius VI. damnatos in eo errores suisse, cum Wiclessi a jentis non esse de necessitate salutis credere romanam Ecclesiam esse supremam inter alias Ecclesias, nec Papam esse proximum et immediatum Christi vicarium , tum Ioannis IIus, Petrum non ESSe , nec fuisse caput Ecclesiae sanctae Catholicae. Quibus e roribus sanorum vectorum formam opponens Martinus V. praescripsit interrogandos, qui de his suspecti essent, utrum credant , Beatum Petrum suisse vicarium Christi,

habentem potestatem ligandi, ac solvendi super terram 3). Sapientissimus Maurus Capellari nunc Summus Pontifex Gregorius XVI. agens de Concilio Constantiensi ita scribit. a Gregorio XII. dopo che it Concilio dichiaratolo avea decaduto gli Avversarj dicono deposto datrapostolica Sede, comechδ spuria sosse ed illegittima queli'adunanZa , ConVOea nuOVamente, ed autorigga it Conciliomedesimo, sacendovi la sua formale spontanea rinungia det Pontificato. Non reclama it Concilio , angi ammetie

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di pleno consenso questa nuova convocaZione , e sorie che si autoringi da Gregorio la sua celebragione , accel

lando la di tui rinungia , quis come dicono i Padri

abundans ad certitudincm cautela nemini nocet, sed Omnibus prodest. Che la condotta di Gregorio sta stata davero Monarca non v'ha chi ne dubiti. nκ Dove si trova uti Concilio legittimo, ed ecumenico, ilquale volendo definire uti punio di sede , ed obbligare Percio te coscienge de' sedeli, stasi mostrato trepidante suR'oggetto definito, o abbia resa sospetia la sua autoritadi definiriop dove si e inteso mai che uti Concilio raP- presentante la Chiesa , dopo una solenne dogmatica decisione, intenda di vendicare maggior sicuregga a'suoi decreti per una via, che ci conduce piutiosto H dogma contraditiorioῖ Questo sare e in poche parole it gran Concilio di Costaneta , se si si v uole attribuire una tale desinigione. E come noῖ II convocario dopo che gia eraadunato, I' autorizgario dopo che gia aveva decretato , ilrinungiare alia Papat dignita dopo che su dat Concilio

deposto, non provano in Gregorio uia Vero Μonarca, senZaedi cui non possa convocarsi uri Concilio , ne ConVocato valida mente decretareῖ Ε Ι'ammettersi dat Concilio me desimo tuiti questi alti, per Ia ragione ine abundans adeertitudinem cautela nemini nocet, sed omnibus Prodest, non e uri dimostrare evidentemente, non essere certa disede la legittimita delia sua convocagione, Ia sua autoritanella celebrazione, la validita delia deposigione satia dat Papa Gregorio η i)ῖ Idem Maurus Capellari disserens de Ioanne 23. ita scribit. η Giovanni XXIII. avendo pro messo H Legati speditigii dat Concilio per richiamario nella sua asseuga, di sottoscrivere, e ratificare tuiti i decreti , che

et capeuari erisso della s. Sede discorso preliminare.

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II 8 il Concilio emanasse eziandio contro la sua Per Sona, non

si puo dire che abbiagii con questa generale ed assoluta dichiaragione, concessa dat canto suo anche I autorita di deporto λ Cio era , cui preveder doveva Gio vanni in ordine alle solentii proteste da esso salte di rinungia re alia sua dignita per il beta delia Cilicsa, ed era clo appunto , che tentavasi dat Concilio contro la sua persocia, obbligario cloe ad oseguire rimpegno. Quindi e che it Concilio istesso volle premetiere agit alti della di tui deposigione

ejusdem submissionem spontanuam, con che signi fica ha slevol mente, che intendevasi autoriggato gia da Giovannimedesimo, e che quindi assicurava Puniverso, non altrimenti che accellando Ia cession di Gregorio , non esse reegii piu Papa . . . Nel satio di Gregorio, doue a vvi ii suo

dissenso, mentre autori ago antecedente mente ii Concilio prometiendo di acconsentire a tuiti i decreti, benine lassero contro la sua persona ) a procedere liberamento ,ed esumi sedulmente te sue pro teste, coli'apProvare quanto Venne contro di se stabilito, cloe soscrivendo alia sua deposiaione n i)ῖ Demum agens de depositione Benedicti XΙΙΙ. ita loquitur Maurus Capellari. si Era Ia Chiosa di

Benedetto circoscritia tra i limiti della sola Paniscola , essendosi dalla sua utibi die riga soli ratii i suoi aderenti, o tra questi i Cardinali, clio eletio lo aveatio in Pontefice. Poteva adunque ii Concilio con tutio it sondamento suin porre , che i suoi lautori medesimi conosciuia avessero

sinat mente i 'illegitii inita, e nullita della di tui assungione alia Sede apostolica , ne douca dare it Concilio 1' ultima spinta alia total fovversione della Chiosa lasciandolo nolpacifico possesso det suo preteso Pontificato; aveva percio

in questa ipotest tutio ii diritto , diro anxi I' obbligo di

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poggio delia sua autorita sopra it Papa, ma sulla sondata suppostgione, che tale non fosse; net quai caso e evide temente certa Ia potesta della Chiesa , quanto e evidcntemente certo, che Gesu Cristo, volendo immutabile, visibile, e perpetuo ii governo da se fondato per Ia sicu-regga de' sedeli , avra egiandio provveduta la Chiesa di tuiti quei mezgi, che son necessarj per non lasciarsi go- vernare da un capo illegi itimo, tra i quali deve essere ildiritto di potere neli' incerteZza, e net dubbio assicurarsi coli'elegione di uti altro; tanto piu se quello Ia di cui legit timita e ragionevolmente sospetia, non lasciasse di mo- , testaria in millo gui se, accusar dour hesi Ιddio medesimo, se sornita non l'avesse deIle opportune sacolla. Ora quali molesti e non riceveva eda Ia Chiesa da Benedetto, che pertinacemente col satio impugnava I 'articolo unam,

sanctamp Fulminava questi i piu terribili anatomi controit Concilio, e contro si aderenti agit altri Potite fici , epraticava tuiti i piu precipitosi attentati, onde sicuro

Cohservarsi sui trono in meEgo asse universali rivolugioni,

Pre .endendo che sosse la Chiosa di Gesu Cristo perita intuite te attre parti des Mondo, e ristretia nella sola Pa Discola . . . Ond'ὁ che Poteasi come osserva it Ballerint , considerar quale Pubblico Scismatico ed Eretico, in con- seguenga per se decaduto dat Pontificato, se anche ad esso era valida mente innalgato. . . . Si e dimostrato che ii Concilio non esercito contro i detti Pontefici un potere so- Vrano, ina che due cedetiero Ia Papat dignita , e l'altro , della di cui elegione poteasi piu sonda tamente Sospetiare, aiula Va per se soggetto, come Papa dubbio, o anche come

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non gia piu Papa at Concilio. . . . Un Concilio adunque ii quale col satio favorisce piu che non riprova la Papat

Monarchia , che ne' suoi decreti apertamente e risoluta- mente non la condanna , una definigione non chiara e

Precisa in se stessa, ne per te circostange , in cui li giu dici praticamente si mostrarono incerti, contro cui nonsu mai cresia l' insegnare, contraddelta sin da principio . sono gli strumenti de' nostri nemici per abbatiere ii ba Inardo che si h costruito alia suprema autorita Pontificia; instrumenti ciοδ, che invece lo assicurano maggiormente

Momentum Pro Romani Pontificis primatu ex regioniassus Conciliis depromptum

Sed exploratis Conciliis oecumenicis ad Concilia regionalia gradum iaciamus; atque praetermissis Synodis sub Pio Romae coactis, inquit Bernardus Poggolus, ubi adversus Orientales decernitur, sacratissimum Pascha die Dominico celebrandum, et ea Petri traditio, orienti toti Praecipitur; sub Victore in causa Paschatis post Iummdecimamquartam e Petri traditione celebrandi, quid reseram Romanum sub Innocentio, apud Garnerium e quo exiit epistola Innocentii, derivans e Petro primatus exo diu my Quid reseram Romanum in celebri facto Arelitensis Hilarii, e quo emanavit epistola Leonis, ad Viennenses

x Venerario i μμatori, inquit Maurus Capellari, ne' decreti devaeostanetissa semblea rostra ια dignita Pontineia, Ia voce, e Pautorita Iolla chissa' Dunque ci convincano coi loro princi , che queri Concilione tu eelebri due session osse legistimo, ed ecumenias. Non m riusci-ranno glammai Cayellari trionso della s. Sede discorso meliminare

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transmissa, primatum divinitus institutum late resonans yQuid reseram Mediolanense Concilium, pro celeberrima Leonis epistola, suffragiis approbanda , et subscribenda , ubi quamplurimae Ecclesiae Brixiae , Taurini, Genuae

respondent. n Quomodo vos veros sui cultus assertores inn apostolica Sede collocavit, qui et recta sentire de In-n earnationis Dominicae Sacramento , et eadem potestisn rectius custodire Θ n et eam ad orientem missam commendant, ipsique subscribunt λ Quid reseram Romanum secundum , ubi saustas inter acclamationes, larraconensium epistola periegitur, primatum divinitus institutum agnoscensῖ Quid narrem Concilium illud Gelasii, eo D bilitatum exordio u Romana catholica, et apostolica Ecclesia nullis Synodicis constitutis, caeteris Praelata est, sed evangelica voce Domini nostri Iesu Christi. v Post Italiam etiam per adversarios quamplurimos nostram, pauci etiam Hispaniam audent nobis eripere. Legunt etenim integram larraconensium epistolam primatum divinitus institutum laso calamo demonstrantem. Legunt in Hi

spalensi missa ad Pelagium , velut ad judicem fidei , et

morum decreta cum adhuc vivere putarent: legunt in Barchinonensi e Gregorii epistolis, canones omnes sormatos. Ad Galliam quod attinet reclamat Parisiense adversus Arianos coactum , et adversus Biterrense Concilium

Arianis favorabile, ubi post scripta Damasi, Ariminense Concilium damnatur de quo Athanasius: Su iunt scripta comministri nostri Damasi. Roclamat Vasense seeundum si . Reclamant episcopi Arelatenses a . Reclamat Arausica -

α) Episcopi Arelatenses a Sicut per B. Petrum apostolorum Priscia. yem sacrosancta Ecclesia romana tenet super omnes mundi totius M Ecclesias ρrinei atum, ita etiam in tota Gallia Arelatensis Ecclesia. D

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num secundum adversus Semipelagianos coactum i . Reclamat Aurelianense quartum a). Reclamat Turonense secundum, et de Romanis Pontificibus assirmat. a Patres nostri hoc semper custodierunt, quod eorum praecepit auctoritas. n Epistolae ad Exuperium, et Victricium, ubi primatus Divini Iuris exprimitur, extitere primi florentissimae illius Ecclesiae canones, et caeterarum Galliae Srnodorum exemplar, et norma; Sardicenses canones ob memoriam Petri honorandam appellationes omnes, et ab omnibus terrae partibus Romano Pontifici tribuentes , a

Gallicanis Praesulibus et recepti sunt, et dictati 3 . Sed

audiamus Barruel de Concilio de Troies an. 878 ita scribentem a Tres-saint, tres-vέnerable pe re des peres, Pape du premier siege, Ponti se de l'Εglise catholique et apostolique c'est en ces termes, inquit Barruet, que les hve- quos du concile de Troies s' adrossent a ce Pape que les ou trages des iactieux ont reduit a quitier la ville sa in te. v Nous ensans, servite urs et discipies de votre autori id, nous hveques du royaumc de France et de la Belgique, Dappes de coite plate que des honones mechans Ont ajoutee avos doulcurs. et de tous les Outrages doni iis se soni rendus coupabies enuers la sainte Eglise de Rome , notremere et Ia mattresse de toutes Ies Eglises, nous compatis-

x Araus anum a. a Id nobis secundum auctoritatem Sedis vostΟ- v licae justum ac rationabile visum est Pauca capitula ab 'Ostolιca. nobis sede transmissa ab omnibus ObserManda Proferre. v a) Aurelianense canon. r. de Pascha. a De qua solemnιtate quo in v ties aliquid dubitatur, inquisita, vel agnita per metropolitanos a Seden apostolica sacra constitutis teneatur. v 3 Bernardus Poetetolus de success. rom. Pontis lib. 2. Par. I. Car. 6.

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nous te confirmons unanimement Par nos VoeuX et par

Ad Africam quod spectat ipsa est, inquit PoZZOlus, quae approbavit primatum in causa Agrippini volentis

Haereticos iterum baptizari. Agnovit in causa lapsorum , ubi decretum pro universali exposcit Ecclesia, et Romani Pontificis potestatem, e Matthaei textu, deducit. Agnovit in causa Caeciliani a). Nil evidentius quam Asricam universam Romani Pontificis primatum a Christo institutum late veneratam 3). Adducere possem numerosas Africae Synodos, Synodum Carthaginensem sub Grato, ubi sanctum inscribitur Sardicense Concilium Papae favorabile. Afferre po scin Synodum Carthaginensem sub Reparato ubi ducenti et amplius Praesules decernunt: si Convenire charitati credidi a mus, ut quid habeat sensus noster in publicam notitiam n nemo perduceret, nisi prius vel consuetudo nobis , vel n desinitip Romanae Ecclesiae proderet. n Possem et alias

Synodos asserre, at una prae cunctis Pelagianorum causa

loquatur. Hic Innocentio scribunt Chartaginensis Concilii

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