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I i iusti estimatori delle ricchezae det proprio
Regno abbiamo in poco conto i dialetii vernacoli, e mendichiamo gli altrui . Giobbe dunquu , eom chε plano di Caldeismi. ed Arabismi ε stato eloquentissimo nella sua lintha di Us, ed in ina ε grande originale, come Salomone, Davide, Isaia net linguaggio di Ger salemme, e Peta delia lingua di Us non Me miserarsi coli' ea delia lingua Hosaica, siccith si conistinui da quelP epoca eo' sognati secoli d ' oro , e fivenga at secolo di creta , ove non volendosi sitii te la grand' opera di Giob, si debba a forga stru re ε' tempi di Mosh. ΙΙ secoI d'oro di m cominis ei. a' tempi di Stob, e comincio dopo , ehe P M.teo in Serusalemme s' antava a corrompere, ed
da' Grammatici scritio collo stile di Mosε , potre mo indi dedurre, che il libro si a stato stritto aque' tempi, quando in estis vi s 'inc trano delle cognietioni superiori a quel seeolo λ Se io trovassi una Cronaea stritta collo stile di Gio: Villani , e turta 1 Accademia delia Crusta la stimasse det goo.e intanto io m incontrassi di tanto in tanto in essane' nomi di telescopio, ae attragione , d' aria fissa , di macebina eletirica, e cose simili, io a dispello
di inite te grammaticali osservazioni dedo stile po-d trei
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trei giudicaria opera doι 3oo . o pia tosto d' alchade' nostri, me abbia voluto cinalear lo stile di queli etὲλ Μa indipendente mente dalle cognietioni, spen fieri, e te argomentaιioni, che deste notitie fisiche , ed astronomicile si deducono son esse projroraionate Alla se inplicita de' tempi Μosiaici si legga it suo bel Cantie o tanto commendato da' s
di ΜosE . differente dalla. grandeaeta di Giobbe, comme la grandeaega di omero E differente da que, Ia di Pindaro , e quella dei Petrama ἡ differenteda quella dei Guidi . Si legga il CV XXXV H. di Gio, , e si paragoni a tuite te poesie , non dicogia di Μosε, ma di Salomone, e di Davide intempi pili culti deli ' Ebraismo , e vi si vedri , ebeu'ε questa differeneta di poetare fra i primi, φGiob, che ci ε fra Petrarca, e Young. Νε in tendo di preferir la maniera di poetare di Gios, quella di Mose , come non sento di ei aminare lod verse condotte tenute dat Petrarc , e dat Youns Pario della grandissima differenaa , che v' ε fra tali scrittori , che ban cammin to per diversis
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istis scarlatii : paragonato si pili gran pexao di musica dello Mariatii con altro dei Iommelli , sensa decider della preminenaa, decidera perb ogn no, ehe questo dei Iommelli non potea farsi, seaon quando ii secolo era nella musica giunto non solo al rassinamento, ma at iusso. Νe siuilichino aletiori da uno squareto di nostra traduetione in prosa letterale det mentovato Cap. XXXVIII. ehe si rebbe la prima scena dei P ultima atto delia Trag ita, ove Dio uscendci dalla nube cosi dice r
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e non pid ostre : e I' impeto delle rue tumid ' ondae qui si franga ; pensa , e ubbidifci . Passamo avaπ-ti . Da che nascesti t' ὸ venulo mai in pensiere ad comandare ait' aιba , che fora e . ed a1egnasti tu mai ali' aurora n Logo , onde douesse Duntare δHai mifurata mai la latitudine delia terra , ne falluna l' sensione λ Hai camminato per tutio λ Hailrovota mai la casa , dove abita Ia luce , o queHadove abitano is tenebre i Se ne sat Ia via , ii sderesti di eo'durre o quella, o quese suor .i cu pel loro destino λ Tu dourai confessare , eho nomeri ancor natρ aI mondo quando si stabiliron quessecose et ma eri almeno in qualcbe parte λ E s 'eri , sapevi forse , che doveri u cere λ e quanti dove fero: essere i giorni tuoi Set entrato forse ne 'mieit ori, dove io ferbo la neve, la grandine , Ietempeste , ch 'io tengo preparate quanio Tuliol mus- vere ruerra a 'miei nemici Vedesti mai per qualcammiuo, in per quai gradi s 'avanetis iI ealor δει Sple sulla terra, o come si generan is planie , cheimpetuosa mente cadono accompagnato da sonori fuia mini , e vanno ad inoη gre it d ferto orrido , serile , AElfabitato , e is xenaeon fertiis a produrre i
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μ : vediamo , fe anderanno ad Uetaire i tuoi eo- mandi , e se risorueranno a te subito , dicen oti rabbiamo estauito . In olire 1'idee generali, ed astratie, e te a lomentazioni sta di esse fondate, di cui si serve Gob , mal convengono a' tempi Nosaici, quandonoi veggiamo , che fino ait 'eta di Salomone, in cui coΙ commercio delle naetioni ii popolo Ebreo avea cominciato a sapere , che v ' era qualche altra porEione di terra scaldata dat Sole suori della P Iestina , pure non osavano i Poeti nelle compara alani frequentissime , onde abbondano gli Orientali, useire dalle eose dei lor Paese, e non sapean4arci una comparaΣione su d' un' idea generale ; i
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torre di Davide : magnifico come it cocchio di Salomone : limpido come i' aeque det siue , o deI Gio dano e grasso come le vacche di Basan . Gades, Emgaddi , Siloe , Galaad , erano nomi ignoti a tuite Ie nazioni det mondo, che appena sapevano P eει tenga degli Ebrei non commercianti; ma ess, chenon erano u sciti dalla lor casa , o dis preχZavan tu ti, e seriovan per li loro figli, o credean the tui
ii douessero sapere te eos e dei lor paese . Lo flesso trovere te in Ossan , che sebbene socivitato a' tempi di Caracalla, vale dire in tempodelle cogntgioni avanzate , era quel secolo per lasua naΣione ristretia , e lontana da ogni commer- leto, come P Ebrea, quasi P insanetia det Yondo sotto at governo de' patriarchi. Questo gran poeta Celtico, di cui vanta Pettalia la celebre versione delP immortal Cesarotti, ci arricchisce di continue comparaaioni su questo gusto : come i eavrioli dimimor . fembran due pietre deI Breno : eome si torrente di Cromta : eome nebbia dei Cona : eomequercia det Balva : pare si pino di Schimona r c me i venti d' Ini ela . I nostri Toseani det goo. non son tanto me schini , polehε sebbene fosset nes 'principio dei diro agamento det secolo, ed erano 'originali ris petio ag italiani, rur essi considerat in
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la loro stem non exano originali come ossian , eeome Μos, , polchε imitavano i poeti latini , e lecomparagioni non sit sermavan da eff., ma si pren-dracio ad imprestito da Virgilio , e da Orazio. Delusto in quelle comparaetioni di nuovo conio , civedrete i semplicita , e la meschinith de' tempi ,
come per es empto Danie , ch) era pur 4' una men te v asta , non ebbe riparo in un poema serio es
Paragonare uia coro dia spiriti, che da lontano essenti va , uti organi di Pisa , che or at , orno s=ascollan te parole . Quando ei strisse cosὶ , doveasar sicuro , che it suo libro non si leggesse suordi Tostana, o che tutio it Μondo dou esse interes.sarsi dogii organi di Pisa, e r uno , ,e Paltro pe Me. h indigio di semplicita det secol. . . 3
cte in ua componimento serio si serva di pMagoni sistre iti , e che dica: marifico eo me it vo ecbio . ditaui r ameno come Ia Senna : vago come te fontane .i Uer fuli es t . deIietioso come la Tuisierie; comesace- gli Ebres, i Cesti , ec .ltre naziool ristrettenella loro semplicita. Questa ἡ una .delle prove, che in stato della Grecia a tempo di Omero non ora coia semplice , ma era In coitura, ed in iusso, speciὐmente nelle parti deli Asia minore, glacch. in .mero te idee universali citi pili frequenti delis rarticolari, a riserva H certi nomi consacrati
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nazioni, che rende itero quasi universali quelle ideae particolari. Tale ε ancor Giob : voi Io vedete sp aiar per tutio P universo . ed argomentare dat g nerale at particolare , non at contrario . Nelle stes. comparagioni olire te immagini astratie, e generali, v ἡ pol tal suoco, e tal viveEza nella descria mone delle qualita , o desse noEioni della coia in maginata, che dimostra, che olire l'ingegno vi satuita la rissessione di un 'arte ramnata, e d 'una filosofica ricerea. Nella dissertagione de 'Tragici Gre- ci ci si. presentis ae occasione di elaminare la descre Hori det Cavallo , che s ineontra Dei cap. X IX.
di Giob , di cui si son ugualmente serviti Omero , Ennio, Taiso, Μetastasio, Pe di giudieare sui meruto de' versi di tuiti questi gran Poeti. It letiore avra placere di riscontrar ivi quelle rissessioni, chenon vogliamo ripetere. Bastera qui sola meo te in s xire ii passo di Giob: Numquid praebebis equo fortitudinem aut circumdabis collo ejus hinnitam Numquid fuscitabis eum quasi Iocustara Gloris nis.
rium ejus terror. Terram unguia fodit, exuisar --daerest , in occursum pergit armatis: contemnit -- Dorem , nec cedit gladio . Super ipsum fonabis pbaret a , vibrabit hasta , ct chpeus . Fervens as fre. mens forbet terram , nec reputat tubae sonore claningorem . Ubi audierit buccinam, dicit. vabi Procia
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odoratur bellium , exhortationem ducum , in ulula tum exercitus. it gran Metastasio con felicit, imitaniolo ci ha data quelia bellissima aria :Destrier , che au' armi afato .
derebbe mal opera dyun secolo ancor bambino Belle scienete, e nelle arti ὸ La Cavalleria di χanume sommersa neli' Eritreo ha sinitiministrato a χosἡ immagini cosi grandi, e si vive λ Egli eulsuo bel Cantico se ne sbriga con due parole : quum , O ascensorem projecit in mare ; pensierosemplice , che replica pili volte, or pili or meno dilatandolo, ora ornandolo d, brevi comparaetioni , eomer currus Haraonis, O exercitus ejus projecitis mare : electi principes ejus submersi funt in marirtaro: abin operuerunt eos : descenderunt in pro-
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Questo Cantico di Μosh ammirato tanto dat Rollin e un peago di grande , e magnifica liricae Poesia, come ognuno pub conosterio leggendolo inter , ma Vedra ognuno eguaimente , che la differen et a dello stile deli Autor dei Cantico, e dἔSi obbe E si manifesta , che Μosh comparisce factimente un Uomo d) ingegno, un genio in se- coli oscuri, e Giobbe un Uomo di spirito offerum tore, e pensante in acoli illuminati. Di ombrati coia tuiti i dubbj, non abbiam motivo di dipartirci daΙΙ' opinione di sopra arrecata , cioε di esser Giob vitato in tempi non cosi antichi, o almeno lo sortitor deIι' opera , che potis con probabilita essere un suo p-seno quando si untia sar diverso da Glob .-ia tenso , che is libro di Giob riconosea due Autori : la poesia ἡ di Giob medesimo, Ia prosa E di qualche Ebreo posteriore. Potrebbe angi credersi pili antica la prosa, che contiene ia semplice Storia , e che su di essa posteriormente siasi lavorato colla poesia . Ha non