Le vergini prudenti di don Benedetto dell' Uva monaco casinense. ..

발행: 1582년

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Issa non reniosi tonio, corpos ento Et ella in tanto, languidetti lumi Riuolse istiset 'era a miraria intento, Ediste knume di tuiti altri numi, chen telo albe i, e qui vicino io sento, Raccogit in pace A mio spirio e tremo,

' mio di tὸ stera sita vano oscemo Ebi,famat, se per mi Re feles Eper Enimio ben volu tesolo, Se per non perde te, disritti, pressDgli nimici uolfeci a Uiuolo,

Hor che di morte ho risei utit efii, E 'alma trema per euasi a volo, cimi incontra tu, tὸ solo is troui, Solo ἡ,itroua Padremigioui. uenisuro di et gli e tremi accenti, siueste lesuesoaui, ultime note C haurian osse a pieta Tigri, o Serpenti, Ob astre fere .ni amor ptu vote. Cio detto , it fonte, ei begi 'occhi lucenti, Lasocca, elpello con e man deuote Segno di croce, e qua colomba pura Lietas ripartio , non ches cura.

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Porche fama apporto certi rumori Intorno dei martis di tanta Diva,

Occhio non seu che non star' essestiori

Ele fere, es auget di quella tuis: Imontisos iraro Adriasi dolpe, Earenta in Hetro per dolorsi volse. Perco se ostre Pusat ambe lesionde

Timavo, e coris a marrultos umose Eenaco accrebbe det suo tanger 'onde, ferro ne cauo antro muscoso. i se e Naiade sue is hiome bionderi virile tra de letto humido herboso Seccaro, lauri e ceni, e i R involi pier i campi di quereis, e duoli.

ZIamaro a mille piante i pomi sati Amille ior 'odore et a v beta es Lasci de Dite suo panto fraudati Lis pecore assori arti uets a, I faui fur di mel voti trouati, E casso, e privo i mela Cni dolae se Ebene Mint,il me de te tue lablia Giu te dius e belmon astro nonnhisbbia

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sANTA IUSTINA . IPer balce et rupi alpeniri Ecco vagando de tacite groite sinascose, Di dolor plena, e fors rimembrando Con quanta sola gli Hinnisuo ria se, Lugubri versi, bElegi cantando Planserta ulte e lita famose Comesi se con ei, colyiso bel tollo uanto haueano di benstento, sepolio. Missa gliastri icini naremita Rigido habitatorci'un di que'colli, La bella in di quella Santa dita,E 'opra in sana demiranni folli, Di CRISTO a constar a biottita Greegia, Miserena tan occhi molli, Liete tenendo alisei e luci se

i sepius odano olagrime, osos ira; ni trinia sica iis beta vulta,E 'aria intorno odor suaue diri Prendano arbori, e formit vaga Elia, Ricoprendo it terren perte, e et ori. Arati risipiu a nobi terra, Cui 'Alpe t Adria, e leo, 'Adigeserra.

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IL MARTIRI DI

Ecco non unge andra, ne sacro Templo de ceneri sue edra alcato AuguIIo e grande, in cui depono 'empto Culto sara da voi CRI STO adorato. E lsant nomesuo con bello essempio

Discento sacerdoti venerato rcie diman puri, oe canti dipensieri Holocausti de cotat aran veri.

Ouile haura di Beneritio si graue eLoqua vallat,d 'altesiepi, e muri Sotio que reis et adunaniae retrae, Qui crescera, quipaschisa securi, Tornando ad os seruari antica erae. Adara didi in distulto Pocondo Disei costumi, e discientae a mondo. Equen a agentil, chsgliastichionri Deicie en voti contor pure plume Sara di tuiti voi, sarcia tostri Tardinepoti honor, refugio, e lume E a , ob ella da cietu impetri, e moniti pietate, ede, Umie contume, Eche porgendo a ui agrime, priegbi,

Nulla a b Iridis gratia si nisibi.

Tempo

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sANTA IUSTINA .

Tempo et e re venis volgendo eli anni, o ingranae .l 'Oriente ossenda, e leda La Donnaci Adria, e faccia straggi, i aΠΠι

Eche ri toro a ei di tanti anni, E enlita dilui IUSTINA Ohis da Ei igni, i Duci ed 'arme arda, et mmerga, tutio ii potersu facchi e disperga.L'onda de Ionio ma a tinta in ossa, Sparsa diremi otii, antenne, e vele, Si tedran per te riue igni de 'ossa Delpopolo Clioso, inferiis. Hor iti anta det 'entrema ossa, Habbiti Cipro pur Selim crudele, Fanne it Trionso tuo bello adorno, Ch tico Ia non mensangue, chescorno.

Deli' raserbera memoria i loco Onde' lago nocchie di a pastondo, Dato a remige suo ipso vnloco, Oue a pugnasse, verra montrando, E dira sitsui Ali tral ferro et loco

F rotto, e tanto is diraci modo, e quando Perdeo a vita, eda maggior armata,

'Augusto insin quas e mai sata.

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Legno non si edia certo de nonri, Che Hetro a se non trana usu cattiuo Carcoci 'arme e digenti, e ne non mo Di Delis siue proue altero esse io, e viso. Sol dad iccision di tanti mo IriScamperanne agra pena fuggitiuo, e portera into di morte illiso Allia lita di Contantini'auulso. D'Asia si piant dirotto, Nimportuno

Risonera per Eni nos Iro lito

E enliransite o Donne a bruno, Per loci hi state, e chi marito. i Ion a citia, non a canesio alauno Che non 'habbia de suoi morio, o ferit , O preio fatio, incatenato, e seruo

Tornando ad uso suo is uolprotervo me ui per te ista d 'Europa ulte Irinde sit ricchi, orientali ares, Eus Ebeatoi tolle, riconduite Duo tanti annis, primi Arpississe uo legenti ne trionisi adduite,

E negliarchiscolpitii segni presi.

Et in nuouo suo Duce celente Roma innovarie tralasciat ente.

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sANTA CATER IN A.

ARGO MENTO.

Vsset nobile Vergine Alessandrina riccuette a corona dei martirio nella Citta 'Alessandria per cornandamentodi assentio imperadore Coli leggenella sua historiata chies Romani, aquale notiabbiamo per a sua autoritacon grata ragione seguitato. E cosi scri ue Simeon Meta-frastes come che alcuni altri scritiori vogliano,che si fusse fatio errore nelio me, posto Massentio per Massimi-no,i quale fece crudelissima strage di christia nelle parti d'oriente, senZache non si velle come assentio potesse essere stato in quelle contrado, ne gli historici ii dicono Mesa questo si risponde, che cnendo egit nato dimad resoriana,vi pol dissere non imperatore,ina figli uolo d'Imperatore cloidi Massimiano , e come tale hauerci auuta giuriditiones autorita cosi holo tollo via questo dubbio it che conserito a me coni Illii strissimo Cardinale Sirlet, e con Cario SiSonio, fu dati' uno edali'altro approuato, e lodato insicine

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S ANTA CATER IN A. RE SI A a dis decisonorata palma D CATERINA; enire. mimia fatica Leegi ancor quenta parte o felice alma, Alma di CRI STO di tirtute amica. Certo agit homeri iei trono gransalma Issa tua somma pieta uol, ch'io ne dica Hor incomiscio Lob'io mi Ure degno Pi ne comando tuo, he ne mi ingegno. La , doue, Nil seconda ini nando I terde Egitto con te negre arene , E per ungo caminion ogirando Porta , e versa ne marseti'urneplene , Per o cui letto a suo placer vagando Intorno intorno a uelle riue amene Conjicciose barchette allegramente

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D I belle contrade imperio tenne L'alma citia, chim Alessandro pse. Insin ch'e lintri Tolo mei, diuenne Serua di Roma, et crin into di roseCo dritto imponio in Campid si venne, riuerente alsuo chlamar ij je. E con 'astre prouincie indida te uePrese, che Uallo colpuni corretae. Aid om oti annivn hiaro germe Deli verea mancante scio: cie non ben anco e radici ferme Stes isset rami, esina rie alio. Vise I ἡ ολ ch in nobi campo inerme Armato debello Messentis it o.

Colei honora bramo, e da uisero Vita ad rime te con honor vero.

CATER INA hule nome. E da primi anni Consa tui ascorta a te scientae attese Ela via discopri fallaci in ganni

Adel ero troua diritia appresse. Liraci 'Achille, de Troiani, anni, E lyche Grecia hauea di collo, inteis.

E di tanti altri Dei 'inigne proue.

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Gia era Jarso in tutii quattro iventi Delium, ' prae Adlendor hiaro Diuerse nation, diuerse genti Lefenestre deico b d ferraro. Indarno Roma a questiendor lucenti Chius ustrari, in rnos riparo.

cie a luce per tutio si die se ABnda vide que sol, hQmcchi bisse.

Gunsellas Cipro, e obu' Nilo, e Marco A tuiti quiuila o Iro obdito. AI a raocontarii essetii uois parco, Esu consomma attentione dito Calche per breue dis conpiccolvarco Si ope a CRI STO n numero infinito e

mena, ne timor, ne bassio morte A sigra pietaserra te porte N' colluata Tiranno horetno, hor due , Asa ne nascean aluolta, Heci, eiento,

siuento de 'tir, si antichisue Fauole uiato. ut di nulla io mento Σύ se indam Neron eschieresue, cris e Deci,i crudi editti alvento

Che quanto, a uepio a terra hebbe, Caint,la nostra Eesiis arse, e rebbe

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