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Cum opti scilla Vite&mortis quinque virginiim, si intit cum discursu de mortis cogitatione diligenter perlegerin, nil in is uod catholicet doctrins sacris ius canon ibiis contrarium existat in cni, ideo in sidem me subscripsi. Florentis die a Ianuarij I 8 . Ego Io Baptista Confettius Trepositus S. Ioannis.
ite ita relationes perus nobis facta licentiam concedimus imprimendi Floremia dio Tapoemata, accedenti consensit Reuerendi P. In qui doris.
Io Franc. Bonamicus Generat Vic Flor. Frater Dioni usion acciarius Doctor Theologi v. Hereticae prauitatis Inquisitorgenerat Florentiae florentini Domini facultatem imprimendi concedi; Dieci . februari ij8 a. F. Dionisius ut supra.
ANCORA be in questa opera seno occorsi alc uni errori nellastam pa, come auuiene, i quali per est ripiccoli si rimet tono alla di creetiora di chi legge quello che fors e costa pili notabile sit a varieta leti octograsa, per effersi messo 'arti colo congiunt,co segno hor ad-dopp ato hor emplice, cc si se Halcian altra cosa I che causato da principio alla varieti de corret tori, e lato pol sinat mente lasciat se-gui rem tu ita 'opera per diffare in questo 'Toscant, i quali elleprose Mne versi addoppiano indistin tamento larti colo, quando con-giunt,co segno, a' forestierit quali addoppian dolo nolle prosi illa Dciano se inplice nerverso, stimando per auuentura che, id sacci maggior
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SIGNORA A S. D. IERONIMA COLONNA DUCHESSA DI
DI REI, che sera matbria di leggere 'appresentas a Vosti a ccellenZadandolesi leggere iliensero della Mortes se 1l Reue rendo Padremon Bene letato non si s se di sit ordine postod traitare di simi seggetto Messi comeellavscendo della via ordinaria, a quale e calpestata dalle grandonne, che negli agi d nelle morbideZZe vivono,ia mostrato di hauer animo saperiore alia femininile fragiliti cos eglitratiando la ruuideκγ Sc 'amarore di cos satiata materia con una suauit inestimabileia fatio
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ma questa amarezga dei pensire d'hauer amorixes pol che non per altra vias peruiene ali eterna vita, che per meZZ della tempora morte.
Onde uel ase nobilissimo di elegione st cui per speciale dono di DIO su concedulo in vitad hauer iusiggio deli eterna felicita, non sinZacagione desideraua di sciors Sc liberars da questo Jegam de corpo per congi ignersi conciuisto: ii qualea a vera vita. a Clites Santissima laquale non selo se dat sapientissimo SIGNOR, stro Gias Custis et alleuata informata, δίda Menedetii Apostoli seo discepol ammaestrata, a de continuo lallo spirito sint retiad AOuernata con sermo de non mai interrotio
costume fa a primo di delia quadragesima non sisto con parole ricordarci questo pensero della
morte, a con Pimmagine delia enere farci visibiliarente aulaedere che no non amo altroche cenere fra breue spaγio di tempo in cene 'abbiam ad essere conuertiti Myche marauiglia, che questi preceti, nos peruengano dat largitissimo sonte Sc non mai mancante delia diurna capienZa Se quegli antichi faui gentili inuolt anchorielle tenebre de loro errori merquantos humano intelletio pote solleuarii tra corsero Marci,n simillicordo, quando clammunirono a
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conoscere no stessi. I cui intendimento in vero altro non era, che ricordando citio esse mortal farci auue luti a non tentariose olire te sorZedeli humana conditione. De quale ammaestrament chi non strative de da se medesimo stando con prudente consigito fisso in questo necessario I viil pensiero della morte contaiene, che conqualche sinistro sin auuegges come ad Alessandro ii grande auueniae est quale datos credere perte molle impres felicemente huccedulegii,
che es fossὸ figliuolo di Gioue indu 'occasio ne dat si re stato ferito, quasi schernendo la haslesta credenga volto a gli amici suo disssi clieque sangue che egli versalia dat te plagii non erasimiles quello che spargeuano da lor corpi
Dei felici Sia dunque caro Sc amabile a classe uno iliensier della morte io che da esto pensiero nasce it conosci mento deli humane miserie,
de della basiegpa dei nostro stato Da qua conoscamento impossibilcos ὀ che non nasca di mano in mano ii dispreago di esse osse ii conosciure danoi percose dicosi poco pregi d valore. Et a chi non manifesto che essendo rhuom vago di sua natura di cercar il suo bene , desta sua quiete la sua felicita, che chiam tofi &rendulosii interamente certo di non cucrium questa vita,che
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con studio, dccon tutio isto uore, di conignis aprema diligen2 non procacci di trouaria inc1elo. Ecco come questo amaro Ec dolorose Pensier delia orte alia natura humana, uitid'una amara medicina che si da,'corpi inferina,
Doco, o 1ncisione che si fatalle plagi, per merigo 'un corto Scireue doloresci conduce alia perpetua siniti deli anima. Perche disiecit Si gnore es&r necesiam a cos, perder a sua anima,cio Hi macerare Mas stiggere a sua vita con cosis alti penser chi inque desideraua 1 salua in
eterno 'anima sua. Et veramente si come a ca'
ualli pauros si toglie laiaura con argi contratorioglia star ferinia ede quel, che mettealor paura , cos coniiuna cos superiamo no 1l terribile spatient della morte, chlamata da lituomini seu restremo delle os terribili che colpensi de continuo ad escta morte,&d volertesve de in vise, facen loci conesi te tanto familiari, che conoscendo non esssi quella era con chealtri a stima, angi ella es iuvia passi ggio da questo terreno sango scelesti te seri, non id la fug-
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ὰ vostra Eccellenγ cui cistesso autore 'ha dedicata porchesio porto certa speranga, ches tui recher honore, haven tota cos bene Sc maestre-uotmente ordita vostra EccellenZa gloria ha-uendo lui in os fatio studio implegato alle spirituali persone cons , latione leggeridola ,hauendo la fra te mani. Et 'ademptera in buOna parte ii seruigio della sita diuina aesti torcendo liliuomini alle vane citiose letioni allextili Sc necessatae Laiu dium Maest si Oella: a quale si come di pol ungo tempo hauer Oibram a b c cessione v fece adre di bella progenie cosi opo unglii Felici anni estξndo colvostro nobile est napio stata ille a mondo, vi conduca goder con 'altra vostra Graia Colon nes t eterna gloria. Di irenge XXV. d'Agosto.
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D. BENEDICTI AGRIGENTI MAlonachi Casinatis Hactenus Ortandiseri' aurai Petrarca Mortales, auressi tribu sesatis. Auribus, is animis nunc M aurite liquores rius qui numeris dulce, pium sonat.