Pelagonii Veterinaria ex Richardiano codice excripta et a mendis purgata ab Josepho Sarchiano, nunc primum edita cura C. Cionii. Accedit Sarchianii versio italica

발행: 1826년

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r Ufanno, e Io UaSimo. Isopo , fiengreco , linseme, dragante, gichero gallico, ruta verde, megga libbra per forta, e agito cottoa consumagione di due tergi, e usa tutio questo uel latosse semplice per tre giorni, Della CouVulsa per nove. E ri medio indubitato.

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Radice pesta di panacea , con uri' emina di vino, o tre clati d' olio , da darai per hocca, o per Ia sinistra

Altra. Badicho trite da darsi consuti' emina divino per la narice Sinistra. Alena. Bamerino scrop. 4 , mirra Ser. ..., Crocos r. 2 , COH Uu SeStario di vino, e un' emina d' olio, da darsi la mattina pel naso vn' emina per giorno. Aura. Un acetabolo di ' , uno di ghiaggiuolo, uno Scropolo di ruta, con una megga emina d' olio dadarsi la mattina per bocca.

Barba di moro gelso Ia tereta parte d'uno Scropolo, OvVer meggo scropolo d' elitropia diligentemente pestata, da darsi per hocca con uu' emina di Vin caldo.

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tanto lenticchie , e in Andile nelle sauci Per tre giorni. E rimedio sicurissimo. La vecchia tosse pol si espelle insendendo per piugi orni nelle sauci tre clati di sugo di porro, e un'emina

Erba orciolaria, ossi a la vitriola, o parietaria, Coz-

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Lenticchia abbrustolita , lin se me , e fieri greco :pesta, friggi e passa per istaccio tui cose, e da'di ci a Cuna uia cocleare, mescolandovi gichero gallico quanto Murrat. 34. Per la toSSU.

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CAPIT O LO VII.

DELLA CURA DELLO SCROFo

Essendo tuivolonteroso di apprendere a parte a parte te cure che agit.animali convengonsi, sa di me stiore che ti sieno da me indicati ancora i rimedi chelao da molli autori raccolio relati vamente at dolon delventre, ossia .lo Stro . Sit per tanto cauto d' applicare aetase uno de' mali i rimedi lor propri, ε primi era mente osservare attenta mente i Segni, on de amministrare lemedicine che it male parti colar mente richiede Al dolor det ventre, ovvero allo stroso appreSta Convino scropoli due di radici di panace, ed uno di arist Iochia. Altra. Pesta ian acetabolo di seme d' eruca convino, e fa' veraggio. Se it cavallo abbia gi' intestini impidocchiti si conosce dat suo frequente contorcerti, es maniare. Ρrendi in tal caso Sugo di coriandro, e Sinopia,con un poco d' opopanaco: in altro autore ho trovato do- versi prendere delle singole specie scritte di sopra eap.

6. S. 33. e 34 scropoli quattordici non quattro Usa

pari mente idromele, ed olio in quantita moderata, e riu'scira la cura piu sacile agglugnendo orZo sprugrato di

I. Per il dolor dei rentre Seme di nasturgio pesto con vino, e otio tepificatrio vera mente ranno con un SeStario di vino, es uti Poebese lino di sale intiepidito sopra uu ferro rovento. Altra. Frega it palato Cori Sterco umanoώ

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3. Incantagione at dolor di ventre. Stropiccia it ventre colla mano vnta Solio e sa' incantesimo Con queste parole. Tre Scro se cad dero dat cie lo; trovolle un pastore; te uecise Senga serro, e te cosse senga denti: ben cocesti , ben eOcesti, hen cocesti. Altra. Ρiglia tre pidocchi umani seneta minarii, e subito presi da alc una vesticciola mettigit Deli' orec ellina destra dei cavallo. Altra. Passa tre. Volte sui ventre, e sui dorso unpavone, O uia gallo O Una Colombella in guisa clis palache livio lasci, e lascia pol audar vivo i ' animale. E ri- medio certissimo.

. Per Io strino des cauallo. Ιnsendi nelle sauci lisciva, ossi a ranno tiepido conoli , D. LO miele, e se bisogna, siccando la mario dentroestra i ta materia escrementiZia. Se at cavallo dorranno

tore o qua lunque altro.

Altra. Sputi ii servitore tre volte in bocca dei ca-

vallo.

5. Pen Io Hrofo dei caualto. ACOro -, aueto, , radice di panace; il tutio pesto e passato per lo staccio mescola con vivo tiepido e MIV d 'olio, e insondito per te sauei Delia quantita di uti cocleare, Q se ciO poco giovi, pesta instem edi sagite di caprifico una quantita sussiciente, e at trettanto di cavolo sica n0, e datio in acqua ti epida per tre giorni. Se it cavallo avra dolor d'intestini e sara torsionato φ), rimedio incre

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dihilo si h lo scri vere con uno stilo it n0me dei padeon. nolla corona dei pie destro det medesimo animal se. Alcra. Se lo stroso e pia gagii ardo, e t 'animale n6nsa ventosita, e mette la coda fra te cose, e rivolia si vor,bit suo ventre, gli darai un beveraggio di semenga di puta

salvatica Coti Vino.

uno scropolo, sterco di piccione Scr. 4. Fa' di tulte qu6 ste cose due O tre colliri. Lo liberi. Altra. Gli darai un clistere di sugo cantabricd; ni tro, fior di malva erratica scr. I, olio uice mina. Se ntili mandera suora vento, agglugnerat at Histero Scr. 4, co- Iombina, e da pol che avra reso it servietiale f), lo sarai hastante mente riposare, Scaldandogli prima ii ventre. Altro argomento, o lauati Vo. Cuoci hietote in a qua, e meSci ii Sugo Cou nitro e uu emina d' oliο- ρc6si gliel 'insendi. Altra. Sospenderat con uti filo una setosa di verro, o uti pelo di lupo, e la buccia d 'una melagrana; e sequesto par poco, brucerat delia carta pulita, e c6n via vecchio la darai a bere. Altra. Pesta in un mortalo es remento di lepre c0n nove cocleari di miele, e quindici granelli di pepe , esugo di gambucci s), e dagliele col corno. Parimente contina lamine ita di stagno percuoti l' orecchia sinistra, elegalB. Altra. Brucia tre aliossi di porco da umano dente non to clai, e fanne heveraggio con un'emina di vino, eat trettanto d' olio. Altra. Se avra mangiato sterco di gallina flagii abere cinque clati di seme d' appio, con uti sestario dis) post clysterem ambulam. M coliculorum.

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fauci. . . . . ' con Vino, O vera mente ranno tiepido conclio ' e rimarra ad uD' ora sanato. In altro autore trovola seguente prescrigione: sospendi Con uti filo in) la scorgadi una naelagranata, ed imprimi in carta Delta gli appresso caruiteri, e bruciata, e sa' here quel che ne resta. Ι caratteri in vero non gli ho trovati scritti nol codicoda me uedulo; Onde Si douran riCercare. 19 obroboratio. η coesinum. η in lino.

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162,

e la cura dei la ragga dei cavalli, Sono SpeSsissimo s0g-getti a prender abba glio , perche quando un cavallo,od altra specie d' animali e vessala d alia disuria, e perque sis massima mente abbisogna di soccorso, apprestano medicine alte alla Stilichezga, quasi che patisse di siro , o dissenteria , o dir Vogliamo dolor di ventre, O d inte, stini, e curano in consegueuga un mal per uu altro, onde nasce pericolo atra ni male, e piutiosto crepa . Con-ciossiache quello che dalla disuria e molestato , o dullastauguria , si dee sollecita mente dar opera cli' θ' mssa Orinare e nin esporremo i rimedi, che abbiam dagii altri apparato, e riconoscitato not Stessi per pro va ; avvertendo che non sono multo dissimili i segni dei P animalecho somo dolor δ' intestina, e di quello cui la stranguria tormenta, ossia it non poter ori nare se non Se a g0ecia a goccia. I segni diagnostici di qu0st' ultimo troveratesSer tali: romoreggia per te narici, batte fovente col pie a terra; percuotest ii ventre colla coda , si rivoliola, evolendosi algare ricade in sui didietro; spesso an or m0'stra Voglia d'orinare, e sembra quasi che ii possa, ma nonorina, sebbeu s' incurvi, e distenda come in alto di sar'lo; liene ancora it capo chinato. Laonde sa du0po te

vargii sangue o dalle templa, o dalla faccia, do vecob' negli opistoloni, ossian quelli che per assegione nerv0βδ

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eaggiono tu sulla Parte posteriore , accade ii contrario,

stesso male di per se gli rende in appetenti , e quandoliat iratio sangue a uu invalido, gli nuoci. Viene pol ilmale sopraddetio per te Seguenti cause: I; o per troppocorrere, e Piu frequente mente in conseguenga di viag-gio allorche abbia camminato tutio ii di, e non fiasi lasciato orinare, it perche facesa di mestieri te pii volte eccitario a ciO sare: I; per Soverclato oZio, pol che discendendo a basso Γ umore piu acre, impedisce I' orina: 3; talora per accessivo freddo, allorquando egit si asinon poco agghiacciato, o Sia stato sermo in luogo frigido, ovvero umido, onde ii cosi ras reddo si cura col calore, o col tenersi in luogo caldo, o rimpetio at suoco, o

be veraggi capaci di m vovere ii ventre, o di resistere

Quanto alla disuria, o stranguria, ella va curata CoSi: cuoci fascotti di torsi di cavo lino colle sue seglie, enitane 1' espressione gettale via, ed ali' a qua Ove sono stati cotti i torsi alia mi sura d' uti sestario, aggiungiuri' emina di vino , s uti acetabolo δ' olio , e insondi lec0se sopi addette per la narice destra dei caVallo, e pas- seggi. ΡiSCera. Altra. Cuoci assetigio in uia festario non intero di Vino, ed insondito, come sopra, per la DariCU. Ait a. opopanaco quanto e grossa la punia deldito in ignoto, da darsi con vino, come S Pra.

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