La nobiltá Borromea esposta in sontuoso apparato : dagl'Illustrissimi Signori abati, e dottori dell'insigne Collegio De' SSri. Giudici, conti e cavalieri della cittá di Milano : nella solenne aggregazione dell' Emmo., e Revmo. Sig. cardinale Gibert

발행: 1718년

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erosso, attraversate diagonalmente da altra fascia blancheg-giante. i ancor lasciando a gli Storici di questa Casa di an darea rinvenir nella evia Porigine di una tale Divisa, si rivolse ildistico a spiegare altro pensiero pili vasto, clod Pampierga della fama,con cui si steseii nome Borronaeo in varie parti det Mondo, tanto che Guinisorto Baraigio ne i solenni Sponsali di Filippo Borronaeo gia nomato di sopra,celebrati circa Pan no MCDXXX.con Franceschina Visconii,Dama dei pili chlaro sangue di quella eta, ebbe a dare in pubblica assemblea de Milanesii Magnati questa singolar lode at di tui Casato : Bonro-mἀos, magnos orim Etruria, ct potentes misi ; hac sero sateor is nuua es pars , qua non eos spectatos habeat; nam tum Superioribus secum osvontissima Terrae S ministi Principatu cum subjacentibus sebi muniti imis oppidis tenuissent, non sotam dehinc per omnes naria florent imus Civitates, se a exteros quoque nationes per Europum , is tro A pes, uritru 'rensos montes, Muro Ocronum, in ricum quoque, ct in iam suum ratis mὸ nomen extenderunt. 38ὶ 1l che deito da tin' oratore Si accreditato, e si antico, dilande da ognisospetio di poetica Iperbole i seguenti versi.

OBLIQUA, INSTAR ZODIACI, SECAT INSTITA EO NAS; NAM LAUS BORRO MI DUΜSOLIS AD AEQUAT ITER.

potesate adineundas Confoederationes cum Principibus refert Co: a dus Prioratus ex rescripto anni 14 7. 27. August. invita Co: Io: Borromis.ss8J Inter Anec tu Muratorii tom. 2.sam 273. Augustinus Bona cina in Oratione habita pro sederim L Bostomaeo Cardinari creato, ct Messio ani edita anno I 88. θachabet: -- ex ea miria ortus es, quae ct propter antiquitatem, ropteris rerumgesiarum Horiam tam iuusiris es, ut ejus fama, utque se nomen non hac Urbe sotam ,sed Ita tu universa. seu toto orbe se cmorus arsum, atq; feminatum ce ebretur muria dein esubit despondore bujus iami , qua bic referre non νώ ut.

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46 Risplendea nel quarto simbolo la Corona d 'oro incastrata anch'essa nelle Borromee gentiliZie Divise , sia per marca preetiosa di cosi distinia nobilia, o pur per premio meritato dat valore, e dalla virtu. Cib, in cui si sit Patiengione deli occhio, sh, ii servix'ella non sol di estrinseco ornamento allo Stemmadi tal famiglia, ma incorporarsi in eo, come sua intima

parte, e domesticasnsegna; ilchepol diedeto spirito at suste-guente concello et

Il quinto Cartello mostrava scritio alla gotica in grandicat alteri col fregio ali alto di uti in gemmata corona ii motio Humi itas, Divisa ormai la pili gloriosa, e singolare delia Bo

romea famiglia, perche onorata con un magnanimo dispreZZOdi tui te l'altre dei proprio Casato da quel grata Santo Cardines Cario, che saccome portavata scolpita dentro dei cuore, costi ei sola volle intagitata per unico fregio su le Porte deit' Arci- vescovile PalaZZo, e sino ancorasti la ua tonaba s9 ) : percibda questo, pili che dat Pinsigne vanio, che te danno i Scritiori dicosi illustre Prosapia, d ess)rte stata lasciata in retaggio dati'Imperiat sangue con let comune di Friderico I., si presel idea laeti' isi legare uri tal si1mbolo, volendosi concili rimΟ- lirare I Umilia, quat' h in fatii, Virtu predi letta de i Borro mei Discendenti, ii cui massimo onore fili tempre la modestia negΙ'onori pili grandi; rael che a niuno de suoi Avi cede ii presente

Eminentissimo Giberto ; Sebene per non offendere aPPUnto las19J G usanus in vita V Caro i rib. 8. cap. 16. Augusinus O donius, qui tom. III. Vit. Nom. Ponti I. 9o . te turo vidi e m/mi mala S. Caro i cum hac insiriptione et si Musi gauuet Humi itate Deus.

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la sua umilia con esprimeria, si tenne larga, e generale PintemPretagione in tal modo.

CUR, QUAE REGNA FUGIT, FERT REGNI INSIGNIA VIRTUS ZIPSA SIBI REGNUM EST, EST FUGA HONORIS HONOR.

Per nobil corpo dei festo Emblema erasi espressis it Camera carico bensi deli' onorevole fregio di una Corona dipintagiisu'l curVo dorso, ma ancor plegatoxntro una cesta in alto d'as Periar nuOvo peso, come esser indole di simigilanti animali, harsene agiati in terra, sinche sentano i 'equilibrio delia soma loro indos sata con te proprie sorge, ci attestano gli Storici della natura, Fu questa certamente fo) spiritosa invenZione di Vitalianos figlio ad itivo, e Nipote vero di Gioanni Bonro- meo, quale aspellando it doloe carico della di tui ricchissimaeredita, splegar volle eruditamente te sue pagienti sperange; ma Piu acconcio veniae at nostro assislato ; perche olire ii renderpalese con questo bel geroglifico la capacita di nuove, e mag-giori cariche net nostro Porporato , si di ede ancor' un altro nobile chiaro alia sua poco fh lodata modestia, che non S innalZaun punto, qualutaque sia la decorosa soma de gPonori, che si sente in dosso :DECUMBENS PLACIDE DROMAS EST TUA IMAGO GIBERTE. NEC DECORE ERIGITUR, PONDERE NEC PREMITUR.

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εῖ Settimo in ordine vedeasi P Amorns ricio in piedi cogi occlij fissi in un raggio di Sole, che gli sfilava dati' alto. E' celebre la beneficenZa di Filippo Maria Visconti Duca di Milano, che per distinguere e ii suo amore, e ii merito di questa Casa, accoppili at dono d' illustri titoli, & ampj seudi, ancorvonore di tale Divisse,in cui,at dire det Ripamonti,vi volle attresiquet Principe per piu nobil marca di stima inserito lo steta suo

gentilietio Serpe quasi oriam, ct decora Borromaeorum intuenti Vicecomiti cordi fuisset, ut siemmatum quάque contextu Donetus utraque conjungeretur 6 i). Considerandolo perli inquel solo, che era adatio at nostro argomento, si animd conquesti versi, pleni di taciti gloriosi ausurii alPEminentissimo Borromeo, ma tuiti appoggiati alla di tui nota Pieth, e a queli amabile violenZa fatia fin ora at suo genio dalle Sovrane dispo- sigioni net solle vario agi Ecclesiastici onori.

ΜΟΝΟCEROS COELI AD RADIOS ERECTUS ADU ΜBRAT, T E COELI AUSPICIIS, PRAESUL, AD ALTA TRAHI.

Davano materia ali ottavo fimbolo te trE punte di diamante incas frate in re e ane Ii δ' oro, tra se indisolubilmente connem. ii quali ii Duca Francesco Ι. Ssorga sposti alle antiche insegne diquesta famiglia, o per pegno immortale dei suo nobile amore, o per adombrare in est la costanga, e sedelth de Borromet Campioni. 62ὶ Qualunque fosse la di tui mente, si serruli ilnostro pensi ero in quella costumanZa de Romani, che solo CCavali eri permetteva Pui deli'anello d'oro, Ond' era presso di loro irrefragabile indigio di nobilici :ANULUS HIC TRIPLEX SE DIVITE FOEDERE NECTIT. NON UNA HUIC SATIS EST NOBILITAS DOMUI.

gumptaries Laudatum.

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Spiegossa per nono Emblema it Freno, aggiunto ali ArmeBorromee da Gio: GaleaZZo Maria Ssorga VI. Duca di Milano per eternare, giussa it deito di sopra, la gloriosa vittoria, con cuill valore dei Conte Gioanni, e dei tui figlio Giberto frenb, echiuse netl'aspreZZade' loro Monti i popoli Sedunesi, e Veragri, i quali uniti alle soci di Domodostola erano per isbuccare aguisa di sirioso torrente, ad emplere di sanguinose stragi it hel Verbano: 6;) ma olire questa, dird cosi, primitiva significa-gione, stendevasa ad altro senso rifesto ii nobilsimbolo, toccando succiniamente P eroica moderarione, con cui te grand Anime di questa Casa in mezgo alle ricchegre, e dignita si tennero

favore 'ole sortuna.

HOSTIBUS, ET VITIIS INIECTUM CONSPICE FRIENUM .Hi C FRAENUM NESCIT

GLORIA SOLA PATI.Il penultimo scudo fioriva con Pimagine d uia citrangora , quasi di fresco spiccato dat ramo con fronda ancor Verdeggian te, e Perche questo quarto dello stemma erasi a consigito ripostosopra la statua dei Conte Vitaliano, ii quale, come poc' anzi si dissie, anche ne suoi brevi ozj Magnifico, tanto di delirie, e dimaesta a dato ait Isola bella, da lui chlamata sposa delia sua celibe vita, si fece solo uti passo dat 'esterna seconda amentiadi quelle setve di cedri, che ivi si ammirano, ali 'iniima pili

pregiosa secondita di viriti, che nobilita, e rei de tanto amabile it nostro Eminentissimo Borromeo :

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so In ultimo restando tin angolo solo daemplere, e non volendo si1 lasciare in ian quasi divorgio di obblio altri due quarti nuova- mente accres uti allo Stemma con i due successivi matrimonii delP Eccellentiss. Sig. Conte Cario Borro meo, cavosti opportunamente clatia sacra Scrittura it Simbolo, che in se solo ac-coppiasse ii Leone Odescalco , e P Api Barberi ne, essendo noto l)avvenimento di Sansione , che troub ura favo di melefabbricato dalle Api in hocca at Leone da lui ucciso. Fecesi percili colori re entro vago Cartello cinio a biZZarri sestoni, com)erano tulti gi 'altri, uia Leone morio, dalla di cui aperta hocca stillava mele, e Vedeansi alcune api, Parte fermate soprail loro dolce lavorio, parte volanti, come figliono d' in torno

a i loro fiali, con solio questo distico:

Non seraga avvertenga si distinse bensi ii nome Odescalco per accennare la morte delia prima moglie D. Gioanna, la quale 1gravatasi dei primo parto , quasi nulla pili di grande avesse a che sopi avi vere in terra, passib, come piamente pud credersi, at beato riposo det Clelo ; ma non fu pol ristretta a sensio particolare t 'altra parte dei geroglifico per lasciare in que favi di mele dipirati in bocca at Leone, libero ali intelligenga de Saggi l 'interpretare tanto ii dolce fruito, che restb dopo queis' acerba morte, cloh l Eccellentiss. Sig. Conte Gioanni, della cui impareggiabile soavit1 ne' traiti, e maniere Cavaleresine, Vaamorosamente ambigiosa questa nostra Patria; quanto la nobile secondita, con cui volata at talamo Borromeo una delle

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piti spiritost Api Barberine gia di sopra lodata, addoles vani aggiosamente ii dolore della fovranarrata perdita, empiendi . di si felice prole, che ne va ricca non solo questa seconda, ma anche la prima Roma. E tanto basti ad un merito, cui nullabasta dilode, per emere in materia, che a tutia la pili chiara, eclautorevole testimonianga, quat si h quella de gl 'occlij me-

desimi.

Nel coperto seno de Portici, come avea ssoggiato la generosita di chi comandava, et industria Mi chi serviva ali' apparato, vestendo e te coloniae, e te voste, e i fianini delle paretia vivacissimi scherZidi rose, e strisce, e cascate di varj gendali;

cosi tutia spiesossi quella piu sina pompa di nobilia, che vedinrisplendere unita non men net langue, che nel rrierito de i due viventi Fratelli, collocando in merro at primo Portico ilrit ratio deli EmiDentiss.s g. Cardinale G lar RTO, imitato in talmaniera a chlaro scuro, quasi fosse conlato in m edagii ad oro; net secondo quello dest Eccellentiss. Sig. Conte CARLO espresso in tiguat lume di maestoso prospῆtto. At primo faceano decoroso corte ggio te sue proprie virtu , come avulsavasi ne 'due

Elogii posti Delle due fronti delΡomico, che si riguardano dirimpello. In uno di questi con laconismo veramente scarsio, e percid forse pili accello at Personaggio lodato, motivavansii nobili virtuosi es erctgj a misura delle onorate di tui cariche, cosi ben secondati dalle segre te disposigioni delia Divina ProvidenZa , che queis' unica Dignieth, i a quale dovea esiere neces sariamente OZiosa, clod ii Patriarcato δ' Antiochia per la mis raschiavith, in cui l'Asia geme opprema dat superbo ivlaometismo, pure in tui risci seconda di nobili fatiche ; aries oche aggravato da iunga in sermita I' Eminentiss. Sig. Cardinale Arcivescovo Archimi di chiara memoria indo dat Patri arca Borrome o ii degno peso di suppli re alle Pontdficali fungioni, e questi indefessamente adoperando ii in Cresinae generali, Sacre ordinaetioni , ed attre V couili benedi/ioni, ed Umci anche alla presenEi deli' Augustissimo nostro Imperadore , e

Monarca il quale di passaggio in .que 'tempi selicitava colla sua clementissima Maesta quest inclita Metropoli dello Statodi Milano,) tanto sece, tanto s impiegb, che su la maggiore

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eiοε la pena, e lapassione lodevotissima di non poter' astaticarenella sua Clitesia i eccone te Parolo. . 1 UsTITIAE, VIGILANTIAE, PRUDENTIAE BONONIA, NOVARIA, ROMABOR ROMAEO PRAESULI LABORIOSUM STADIUM APERUERE. UNA NON PATEBAT ANTIOCHENA SEDES EXERCITATIONI VIRTUTUM: CUM AEGRI AD MORTEM MEDIOL. ARCHIPRAESULIS VICES IMPLENS PATRIARCHAAN. TIOCHIAM SUAM MEDIOLANI INUENIT, NUSQUAM OCIUM PATITUR VIRTUS; NEC INANE POTEST, ESSE DECUs;

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Nel secondo pili generalmente ioccavasi come uri ristrettodivitiata sua vita, in tal quat modo a sestessa nobil mente contraria, perche veloce net merito, ritrosa in accellare i premit det merito, ma dopo averti quasi a contragenio accellati, tanto piu risoluta, e forte in ispremerne, dird cosi, plena, ed intera ligloria, con agguagitare alle dignita it convenevole P ori ame nio:

B che tutio spiegavasi come si egue. PRAECOX AD sAPIENTIAM

AD OBLATAS sAPIENTIAE INFULΛssERO POTUIT TRAHI. VICIT TAMEN Μ o D E s T II N D o LEM MERITORUM AMPLITUDO; SUMMAS ECCLEsIAE PROVINCIAS sUMMA CUM LAUDE COMPLEX Us; DUM EXERCUIT, PAREM

DUM FUGIT, MAIOREM HONORIBUS SE PROBAVIT:

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Con magstior distinetione, e quasi a grado per grado nilme-ravansi i passi della sua Dottrina, e Pieta entro a i sei spaetj delle

filastrate, o si a Contracolonne, con cui dati Architettura ripartesi ii muro laicrate a proporgione dei prospetio. E benche in materia si vasta, che ci a obpligati a passare in silenZo, o mettere a catafascio attre memorie piti grandiose, potess e farsi aros ore it ram memorare i primi teneri studii alla Gioveniti civile comuni, pure si considerb un risalto ben degno, che facevanon cli Eminentiss. Giberto, per ragione de luoghi, in cui gl 'ap- prcse, tuiti At ei di Sapienga, e di Religione innalgati ai pub-blico bene dati a Borromea Magnifice neta; essendo sorse quest' una la gloria pili singolare delia sua grande Prosapia, aver' ella

come essere maestra a tuiti di tui te te virili, e non douer far' unpasso suor di se stesi a per farsi grande in tutio . Percid in Car-telli vagamente intagitati, e dipinii a sondo aZZuro tenero, sivedeano a sorZa d'ombra in viva figura ridotte la Rettorua in primo tuo go,' da cui rene1ssi in mano in disegno det Seminario aggiore, dove ne ' primi anni ii nostro Eminentiss. applictialia Piu ametia teste patuta, con solio a caratreri δ' oro in una fascia volante i Epigrase qui notata. INSTITUTUM A S. CARLO SEMINARIUM, PIAE . SAΡ1ENTIAE ATHENAEUM,

AMOENIORIBUS GIBERTUS LITER Is

ERUDIEBAT, CUM ERUDIRETUR.

in una sinta carta ii prospetio dei Collegio Elvetico,i di cui Maesti i ebbero Pol re di leggere at sodbito Eminentissimo te Scien-Ze spe colatix e; miraua1i con uguat biZZarria scritio at di solio :HELUEΤICI COLLEGII ALUMNOS DOCTA CONTRA HAERESIM AD PRAELIAD lGNUS CONDITORE CAROLO NEPOS SCHOLASTIC Is SI UDUS INCITABAT.

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