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conta odisse i Antaggi di Ulisse opocla pres di Troja. u oggoito deli Iliade e la collera di Achille, si sun es taa' Greci. lessandro ii grande considerava questi duo poemi eo me it apo 'opera dello spirito man O. Cicerone pone mero ne numar de' pii illustri it totis Oragio lo antepone a 'piu prosondi silosos Quintiliano Io metio a di sopra .piti insigni ori tori. Ιl intodi Venere , ii tenor addi diratiore e di Andromaca, i dolore di Priamo, che colis tanto alma tu collera di Achille , o regii iere figurate a donne che collo agri me an mitigando a vende ita de signore dogli Dei, e tante altro ammirabili fingioni, dorne di una divinueloquelaga , te cui belle ZZe appreZgar non si possono heimpeii et tamente, merita rono a ques uomo mara vigilosoit 6 titolo di principe de 'poeti.
Alceo noro Mitilene sua patria o su lirico talento. Appassio nato per P in dipendenga , attacco con forti satire ii tiranno di Lesbo. Quintiliano ritro vava qualeherasso mi gli anga racio stile di tui, e quello di omero. Floriva Sasso ne modesimo luogo e Dello tesso tem po ramore vegii ii suo in gegno, e agion te sue sventure. Oeta at curio non seppe egii di ei di pingerela passione; eccesso delia sua ne os cur la gloria. 1 espi , contemporane di Solone, invento a Dagedia. suo attori ambulariti e cantam banchi pia quero colrac conto di ero iche est , interro ite da' cori cantanti. Correndo incla guis la Grecia, sparse ovunque ii germe, i susto di quoties ramma bicli singioni che diventa-von i, passione de' Greci, forma rono i loro costumi, econtribuirono alia loro celebrita. Si distin se quasi u guat mente Simonide co'suoi versi elegiaci, e colla sua filosofia, Ierone gli domanda va una deii uigione che gli facesse conoscere essen Zarai Dio Simonide prese u gi Orno per ris pondere , in Seguit due, epol qua tiro, sinat mentem numero infinito, per proVare immensita dei soggotio propost alia sua medita Zione Vive Anacreonte uellas . limpiade egit ora di eo in Ionia La sua vita era dedicata ut iacere, a voluit usu a sua meta suo studio Canto egit in quasia' i Oo anni ii vino, amore, Di placeri. Questo amabile poeta su ungo tempo ornamento delia corte di olica rete a quin e di quella 'Ipp. irco tiranno di tene.
Sosocle di tene, da prima si distins ne grim pleghi civili o militari, ed ii suo in gegno tragico lo rende ite
Euripide suo rivale chelli ave disputata costante mentela ama tragica, mori prima dilui Sosocle superiore allagelosia comparve Della pubblica assemblea vestito adulto.
Eschilo di tene, persegion la trage di , he Tespiave inventata.
Pindaro di Tebe, suci primo poeta tirico egi e ancora inpii famoso Non gua gli ava alcuno in orga , in elevagione, in armonia. In coronato foventem elles est dolia Grecia, it suo talento rice vexa gli maggi ordinaria mente
er stata assegnata una sedi distinia a s oggia di trono, d alia quale incantava assem blea col suono delia sua lira. Quest gran poeta che ebbemn rivale in una donna tebana, appellata Corinna, che inque volt gli disputo ii premio.
Mentre che a poesia cantava te meravi glie de ciet o delia terra, la tofosia ne indagava te agioni I Grecisiosos ora i quali tenuero ii primo luogo et te omini de eo rati dol e litoto di aggi I), si occupa vano a scri- vere i principi delia politica, e regole della morale ogii olementi delia sica. Talete capo della se ita ionica, consideraxa Pacqua come it principio universale , di cui unito supremo dintelligonte si cra servito per creare ut te e Cose. Tn-lete astronomo e mate malico fisso it orso et Panno solare, redisse Poculissi de sole, eho accadde otio it regno dirasti age, o riti ovo a mani era di mis urare te alteZZe elle piramidi con uia calcol proporgionato tracia loro ombra, e quella de suo corpο. lentre Talet illumina va a Ionia Pitagora, cap Odella se ita italica , porto noli occidonte e conoscenge del-PIndia, o dolia ersia Egli insegno mirabit mente ii sistema dei universo Gliuomini stupiti conobbero che ilsole se immobile, che a terra ira, che te stelle sisse sono licet tanti soli sparsi ello pagio, e illumina nocias cun tiu mori do e che n 'armonia terna preste de alcors de gli astri Cou stabilirsi a dot trina de' numeri,
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primo ruti di una salsa applica gione delia geometria alia sic , per secoli si crede odoro se vani calcoliti stronomici ' essen En is tessa 'Id dio, d i misteri iupro solidi delia natura. Anassagora osten ne i immortalita dolPanima, o tutiocre deva sommesso alle leggi di una intelli geneta suprema. Quindido spirito mano prese altra trada, seguendo letra coe dii uom appassionato perda verita ma che disperando di trovaria ne 'cioli l 'anda va corcando ne cuore dei l 'uomo. Si abbando nocio studio detruniverso perlamo'rale Socrate suri' autore di questa rivolugione spirit Superiore a suo secolo, ne mico delia scien Zaraelle parole, che corcando l' eviden ga invento una silosofi novella. M l'uomo troppo ignorante e troppo ardito, non Orteva acconsentire per lungo tempora non conoscere che
i sua moratu di verita, a sua legislagione di sublimichimere. Questo filosos percia aggeκga de' suoi principi, 'elevagione d 'suoi senti monti e lyamonit de suo C Arattere merito ii nom se di diuino.
Anti sieno fuci fondator de Cinci colloco la felicitanella virtu a virtv ne dis preggo dolle ricchegge ede odi menti delia vita. Diogene suo discepolo pins squesta massim sino a dolirio, e ' indipendenga persino ait 'obblio di aut te e convenien Ze.
Aristotil0, it tu amoso discopolo di Platone, iandoli se ita eri a tetica I numero e la varieta elle sue opere e tale che t 'intelletio ne rit nerabat ordito; vio riguar- dat comedo spirito piti vasto situ solido deli antichita. Zenone rippodussu in se ita inicia solio ii nome di stoica, spogitat des' suo viλj. o bella di tuti te sue virtu; ossa e la tu agion vole di tui te te et te precedenti, e
Pirrono ha dato it suo nomo alia se ita de 'pirronisti, O SCesti ei ch dubita vano di tutio , perche in tu ite te cos trOVa- vis no deli ragioni da asser mare, e delle agioni a negare.
Epicuro h datori suo nome alla se ita de gli Epicurei, tu i ctii bas si trova ella dottrina di Democrito ES's su segnava i sistema degit atomi, non credeuu che gliDo si mischiassero negli avveni menti di questo Ondo, collocava a felicita, o it sommo bene ella voluita. Molli vera monte anno pretes che Epicuro abbia voluto partare delia voluit det Panima, cio di quelle deligioso commogioni chei anno la loro orgentem ella pratica della
virtu, e sono a ricompensa tu dolce delle hilone agioni. Latioso si speculativa de'Greci non produsse che disputo oderrori L'amor diciosis mi te salse sottigii egge, 'ostina-gione, et 'orgo glio divennero comunia tu ite lese ite quin ditante chimere, ante solli perpetua te sino 'giorni nostri.
Pitagora insegnava a geometria Anassagora, Platone, Aristotele eo ne fecero uso Euclide Alessandrinoda pers glorio in torno ait 'anno oo a. G. C. Archimede si res immortale e per questa scien Za, perde macchi ne inventate contres Romani Questo in gegno prodigioso o soccorso doli' id rostatica coprici furto diis ora , che in una corona satia e re Ierone ave fram mischiat altro metallo eli oro, di cui ovea esse CompOStR. L astronomia su introdotia elli Grecia da Talete. Fe-co egit conoscere ii moto de sole, o dulla luna, i anno solare, a causa deli ecclissi era orsa minore Anassi mandro suo discopolo invento a sera , erae arte geograsche. Motono pubblico in teneri suo En readoca torido , oggi hi amato ii numero ' oro. udosso disce polo di Platone, trovando in tene scarsi meggi peri' astronomia, ando a studiaria in gitto donde seco porto a cognigione elle costella gioni, o de' planeti. Le astronomiche osserva gioni illumina rono Aristotile in torno alla figura, et grandegga delia terra. Eratostane foco delle osserva gioni per mi furare la circonferenga delglobo. Ιpparco . di tui contemporaneo, fece l' enumera-gion deli stelle fissu , e sco prici moto loro particolare
in torno a poli deis Eclittica. La geograssa in Grecia non sece che lenti progressi Lanavigagione, sed ii commorcio ne ampliarono te conoscenZe.
Le conquis te di Alessandro, o te pedigioni do 'suo successori surono utilissim alia geografia Strabone a 'tempi di Augusto, e posci Tolo meo di molio l' illustra rono. Que si ultimo si applico a detor in inare a longitudine est latitu
dine, unico melod per giungere ad una rigorOsa preci Si oue.
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Uscondo i Greci alle loro te ire soreste si agunarono nolle planure si dispersero Sopra i uini, si accolsero nolle citi M.
lo deligiose contra de da essi abitate, adorarono a agi O- ne creatrice di tante meravi glie. 'ammiragione e la ri- conoscenga di ederocia prima dea di uni io, o piutiostone richi amarono a marrita ricordanga Aristotile diceche una remota tradigione in Segnava essere Id dioil Creatore Di conservatore di tuti te cose, o di a derivaret, folia de gli Dei sparsi neli universo per edere, a Seoltare, e invigilare a tutio. Tale opinione consor me alla potenZa non gia alia natura delia divinita, corrispondo colla sublime teologia diorseo. Questi insegnava cheraddi esseti do uno, a rice- vuto molli Domi relativi alta varieta degli osseti di cui Ia agione. Ρoscia te favolo degli liri poeti mandarono in dimenticanga questa dot trina semplice uir unita ditio. Non si e conservato heri seguente passaggio citato da ro- colo Luttocio che, stato e Sara era conten ut ne se condo sono di GiοNo GioNe imo od ultimo ilyrinomio odiisne derivan da osso uiti gli esseri. La reca immagina gione volendo attribuire un anima ad gni oggetto, dando tu retia a poeti che a saggi, o a sentimento piutiostoche alia agione , popol laterra exit telo di Dei. Aliora, como dic t abat Bar-telem , si forni quella si tofosia , o piutiost quella religione pagana , mescu glio confuso di verita e menZO'gne, di is peltabili tradietioni o di identi singioni sistem che using i sensi e rivolia ' animo , he respirari placere , preconi ZZando a virtu. Si divini get pure la natura, erae avole di siodo edi moro divennerocia religione de'Greci. Secondo que
sta credenZa, una potenZa infinita , una pura luce, una more divino che stabiliva da per tuti l armonia, tirol 'universo dat ca os e re gli Dei cogit uomini Essi sene disputarono ' impero. a terra osse uerra alciolo. Titani attaccaron gli Dei i quκli furori vincitor o di solio misero per Seu Pre. La ranga immortale moltiplico Saturno nato da cie- Io, dalla terra obhe tro si gli che si diviserori universo. Gioue overno it telo , Nettuno regno Sopra i mari, Plutone noli inferno.
Tulli gli altri Dei se gui vano gli ordini di questi;
Vulcano presed eva a suo cos Cerere alle essi Mario alla guerra Venere inspirava te tenere passioni Minervadava a sapienZ ; ercurio uida va gli oratori alla tri hunc erae Ombre ne Tartaro Temi te nexa te hilanco dolia gius tigia mi ove lanci ava suimini per spaventarei dolitio La sua corte, centro deli ' eterna luce, era ilsoggiorno delia felicita. Ogni sume aveata sua divinita, o gni sonte a sua Naiade Bacco anima vara' allegri dei votidem mi atori te Gragi disson devano i loro favori sui lino a monti delia bellen ga su gli scritti de' poeti Apollo orae Muso riscalda vano tuti gringogni Vulcano fab-bricava armi alia sucina la iovialita tessa era proteliada om o alla sollia Praggi di Diana rischiara vano doleo monte V oscurita elle notti, e i refrigeranti pa- pavori di Mors eo saceano dimenti care a mortali ora vagii , o saticho e tuitici dolori , suo rche it rimorso. Bractive vano gli uomini da gli Dei tuitici beni , ora accusa vano come autoritae' loro mali. a divinita puniva salii colla ventura. Non tutio te dolia de 'Greci prauo dello tesso angoto distinguovans esse in Dei di primo , di secondo, o di tergo ordine quelle di primo erano a numero di venti, cloe; Giove, Giunone, Nettuno, Cerere, Mercurio, inerva, Vesta, Apollo, Diana, Venere, Marte, Vulcano, illestino, Saturno Genio, lutone, acco, Amore Cibete, Proserpina Gli Dei de se condo ordine, non aveano post ne cie lo per lamaggior parte ora node'mortali divini grati come, Pane, Flora, omona c. e divinita de terg ordine, chlamate ancora Semidei, i pete vano la loro origine davn Dio, e da una ea, o da una ea e da ua mortale, come Ercole, sculapio, Castore e Polluce c. Insigni originali ci han asciat molle gure delle ro-che divinita. Ecco te principali tra que Ilo pi conosciu-
te. I numero 1 rappresenta Venere, et , Apollo 3)
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RELIGIONE. 1 Vesta, et Diana, Z Vulcano, P Amore. 5
1 Grectoro dondo gli Dei similia gli uomini corcaron per ossi una felicita si inite a uella cho forma va roggettodelle loro raule Ave i ciet e sesto, e convitici lagio ventu appresentata a be distribui v I ambrosia, versa va iliscitare L lira H Apollo con armonici tuo ni risuo nar saceva te volt deli 'Olimpo. et mattinora 'Aurora priva te porte de cieto e dissondova sulla terra las res cho et deli 'aria, ed ii Oppio prosum di Flora Deade' fiori, di Pomona ea de frutti Feho salendo sul arro de sole, nonda vaci monilo con tori senti di luce; sed aliorche olo di do' venti acco glisendo te furiose procelle avea paventat lo Driadi od i Salvavi divinit, do 'hoschi, a rillante messaggiera di iunone, a vaga
Iride an nunc lava alia terra, colle tracce colori te de'suo ipsssi tibi torno della alma, e dolia ac de' cioli. Gli Dei di continuo presenti, comballevara ne cuΟ-re de 'mortali, o dirigendo te loro inclina et ioni inspiravano te viriti es t vigj. Se icunt i sace vano traviare . se altri cerca vano di ut darii alia virlia, a Morte o e Parcho terminavanoque dibat timento 'inosorabile falco dolia prima, e lecrudeli cesoje elle altro roncava no gli umani θstini. Mercurio allor non proteggeva i ii latrocinio Oenere tu non sorri leva alia voluith terribile Marte non ava piu eccitamento alle stragici si se gui vano Ie
nella arca de vecchio fronte, sent rava ne tetro impero di Plutone Minosse, aco, e Radamant lo iudica vano noli inflessibile tribunal doli' inferno Se gliave sati bene durante a vita, veni v a condotio neglia me ni boschotti deir Eliso per odere una costante Pace di uri 'eterna prima vera, tra i virtuosi eroi tra lebelle edeli tra benefici oram poeti celebri,
te dolce age di uia casto moneo, te confidenZe di una tenera amiciria, V innocenti asse gioni, i tuo chi, glieaercia e tuti iii acer che avean sormato P occupaZioni di sua vita. a se gli avea commosso delitii, i ii n-
placabile Nomesi, deita vendicatrice, 'impossossa va delsuo uore te ore Furie lora alte vano colloro lagoili lo
det Averno dando i in re da 'piu paventosi suppliZj. E chiar ob imroci educati agi Egigiani, credo vnino P immortalita et Panim A. ella loro opinion saliva
essa ne cieto, o discende va et Pinferno per vicevere o ilpremio delle sue virtu, o a punigione elle sue colpe. Pensavano in olli che in 'po a certo numero di se coli,
at Iora ritorii asser sulla terra a ripi gliare u Ova vita. Tullo era sensuale in quella religione, tanto te pene
come te ricompense Gli Dei tessi pro vavano te passioni dogli uomini Q discordia i dividuus; l amore colle suus recce li seri va li condu eva fovente a coprirsi diu mana sembi anga, per uni Psi a se inmine mortali.
Giove seduceu Danae, insegui varao, raptu Europa da va nasci mento ad Ercole a sono dolia olla lomona La gelos in portavam iunone alla vendetia Vulcano era tradito da Venere , che si ava in braccio a Diodella guerra e persino a casta Diana si lasci ava in teneri r dat vago Endimione. Le guerre dolia terra si ripete vano ne 'cieli Minerva Apollo, Marte, mi ove combat levano, gli uni et di struggere, gli altri per salvare Troja. In ta modo a religione de'Greci, incoris eguonte et
Suo sistem a me sceva molti sun est errori ad uia pic colnumero di verita antaggiose ESsa anima va, In alteraVa tutio, e se per una parte insegnava 'esistenga de gliDo se immortalita deli 'anima, se pro metieVa riCOmperi-
Se alla virtu e castigo a de litto; per 'altra favoriva lopassioni colpevoli, e divini ggava i vini.
In culto si di fetioso non pote v dare Che Una ita S-Sata morale; a sibiva alia politica grandi soccorsi per prositare ella credulita de 'popoli, che veni an occupati concios te, tenui a bada con misteri, paventati , Oxincorati agit ora coli e da gli auguri Niente era agione-Vole, tuti mera glioso; e nagioni ero iche rasso mi glia vano tanti sanciuili vivaci e creduli, occupati da novelle, ducati nelle avole, e governati da una religione poetie 3.
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16 Greei, secondo rodoto da tempi tu remoticon obbero 'us de lino, che era loro perveniat da Colco, e ali 'Egitto Essi se ne servi vano et loro ab-bigitamento, a 'ignora in qua Pepoca incominciassero farne uso sotto gli abiti di lana. Chiama vasi chiton a tunica di lana che si melleva aldi sopra delle altro , Dera com una Casaeea. e gentiricche la porta vano hianc e alvolt orlata di porpora. Εssi vi aggiungo vano delis strisce di diversi colori. Quella che veni v chi amata menandro era a pii in uso te persone tu agi a te orta vano di bi anco e loro tuniche che ordinaria mente erano brune Chiam a vasi monochitora colui, ii quale non era vestit che delia sola tunica. Vediam o in Monifaucon che questa specie di veste chiusa per avariti eracia tu in uso presso Groci Ven erano delle corte che termina vano a ginocchio allel unglio che discend evano no 'calcfgni, vi si et leva una in tura alta soprari e sue manicii erano stret te. At cuni portavano vn 'alii a veste a di solio, questa erar interula, o la subucula de' Romani. I monumenti cherappresentano i reci conci ex omide o tunica a cortem aniche non surono salti che opora loro sommissione ali' impero romano qualche volt te tuniche orano dicit no e frangi a te a basso come i calestri egi etiano. I mantelio greco disse riva alia tunica; ess dappri in aera Corto, e poco amplo indi su aliungat ed allargato, sino a tanto che si eo discendero a pie di I di lois eram mantello con fodera. an ab olei an abola dion erauna specie di mantelletio at iis delle doniae La parolastola es prime va gni forta di abiti di Domini, o di donne. La clamide era uia antello vale cho si assibbi avaqualche volt sui petio, e piti fovente sopra a palla dritia Ladorma delialudamentum erada stessa che quelladella clamide; i militari ori gio vani di condigione liberato porta vano ulla palla sinistra. Quollo dei gio vani in- caricati della guardia ella citia su per lungo tempo bruno. Erode Attico ne a loro uno lanco solio it tigno di Adriano. guerrieri nolrin verno lo porta vano frangiato, soderat di pelli coe . a credemnia ora una specie dicappuccio mantellet to che Oprivacia est , o stoma co, e te palle L momis reco rasso mi gliaua albicco osod do 'somnii sacerdoti Ebrei La kena era una speciodi lamido, di cui si sece iis ne 'primi templ. Lo donnu apprima erano vestite di lana in tu appresso se coro us anche de lino Leitu eleganti orta vano qualcho volt i loro abit colla porpora, e quando porta vano te sto Todi et vi aggiunge vano de' ricam in Oro e in argento. Gli abiti dolio reche consiste vano nolla tunica, ella
Veste, mel mantello, V Vero e tum La tunica ora diuna tossa leggiera, o di lino, spesso alla dorica clostsenga maniche, e fermata sulle due palle, o sopra una sola mente con un Semplice otione o uia prina glio. In
generale la principat disserenga che vi era tro a turtica dogli omini, e quella elle donne , consiste va Dei esse quest ultima pii iunga, di una tossa pila luggier .
Loggos in Plinio che gli antichi ricam a vano do 'motan ogrammi e qualche volia it loro uom in lettero di oposugii abiti. Si ac conta che i celebre seu si comparvo ad Olimpia con antello in tal guis a ri amato. Tra te antichita di Ercolano si sono tro vate ello it
ture appresentantiis mercato esse an Onoscere chelo 6 uti de popolo presso i reci ave an diversi abitichiusi da tuti te parti, e che la testa passa V Per uia 'a pertura Alcurae erano largite, e agitate, in tondo Hii clion , cycloso attre che Scende Vano a m eZZa ambaerano tu strette, ed venia delle apertur in diregio node gomiti per passare te bracci attre nul mente non arriva vano che a di sopra et inocchio, d avea nodello manicho unglie, e largitissime.
Ercolano , o ait 'opera et Mont iacon anno, idea de costumerae' Greci.
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La Grecia, opo di aver godulo per qualch tempo di
una prosperita, Che umento la sua potenga su in pre-da a dolle dissen gioni che die dero tan 'atti vita sorpren- donte a tuiti gli spiriti Moltiplicaron si ne suo seno leguerre e te vitiori , te riccheage Dil asto, gli artistiod i monumenti. essest divennero tu brillanti, gli spet-taeoli pila comuni. Sorsero magnifici diligi , e tra que sti, vastissimi te atri tempj sontuosi ornatira' insigni pit ture , Ombe Orprendenti. I circondarii di Dolso o di Olimpia furono operti di statue A me nomo successo lapieta, o piutiostora vanita a Zionale pagava n tributo at Pindustria, coitata Mailronde da una isti iugione cheinstitiva somma mente a vantaggio delle arti Bisognava decorare una piaZZa, u edi sigio pubblico, diversi artisti tralia vano io tesso Oggetto es si es pone vano te oro opero, oci loro disegni: a preserenga veni v accordata a colui che riunt v il aggior numero de suffragi. Lo cititi dolia Grecia, te quali non aveano con Osciuia Chela rivalitu delle armi conobbero anchequella de talenti, ela maggior parte res ero uiam uouo aspello eguendo l'e, sempio di tene, cherae sorpasso tuti in magnificen Za.
gio vanean carsi danno una dea di questo genere di monumpnti. a prima di Gnido appresenta la celebre Ven0ro di eassitele Lasseconda di Samo indicari templo, elastatua di iunone Nella terga di Arcadia si modo ii dio Pane assis sui monto limpo, i di cui noni o indicato datio lotior OAYM. 'ultima di Atene rappresenta lagrotta di an e la scalinat che conduceva alia citiadella, e alciani monumenti consacrati a Minerva. In quanto a valore elle monete reche la drammache era a pila comune de gli teni est, corrispondeua at soldi di Francia , o gli eruditi ad ossa apportano ilvatore delis altro pila conosci ute. remessa questa equivalenga i talento valeva oo dram me; la mina I Oo, latetra dramma 4 e la dramma si divi leva in se oboli.
Il eatro di tono 5 domo gli altri deli 'antichita non
Era OVerto, e Per a sua vastita poteva contenere omita persone Esso apprima era ostruito in legno, maessendo crollato iri una appresentanga su riodificato inpietra quello che siste ancora ali angolo Sudis dolia citia della It pro scenio divide vas in due parti , noli aptu alta recita vano gli attori , ella tu assa comune mente vi si mette vaci coro Quest ultima era innalgata
1 piodi alcii sopra de plano dei recinto, da dove vi si po-
leva montare. Durante la appresenta Zione non ora per messo ad alcuno di restare ne mentovato iano; 'esperien ga ave dimostrato herae non era ASSOluta mente uoto,
te voci si iace vano men sentire Vitruvio apporta chesotto i gradini, ove sede vano gli spetiatori, in alcune celle socchiuse, gli architelli reci vi aveano messi de va- si di brongo destinati a ricevero ella loro cavi tu i suo. ni che veni vano alla scena, per renderi sorti, chiari, ed armoniosi. Quost vas montati alia quarta, alia quintae ali ottiaon, in dati altra aveano ' istessa propor-gione che ita loro aveano te corde deli lira, che oste- neva a voce, mari esset to non era o tesso.
L storia ricorda eo ammiragione quello dedicato a Minerva col nome dilarte non e 6 eretto in Atene soti l 'am ministragione di Periclo. Εsso era siluato ne moκgo dellaei ita della, e costruito in marmo blanco tratio alle cave de monte Pentalico Veniva circondato dat portico formato di colonia odi ordine Dorico eannellate, exavea Oopied di larghegga, 3 di lunghegga, e o di alteZZa. Secondo Pausanis it frontone anteriore appresenta Vala nascita di Minerva. Ne santuario era vicia sua statuadi oro e di avorio alta 6 pie di opera de celebre Fidia. La ea veni va appresentata ait 'impi edi col casco, co- verta dati egida con lancia in una mano, e noli altra una Vittoria lata alta inque ted e oggo. Tucidi dedice, cheri' oro implegato in questa statua era de valo
Sentam altro templo pari mente di ordine Dorico e sacro a Minerva. Esso era costi uti sui capo Sunio, ove latone si riuniva o suo discepoli.
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eittadini nati per disendere la patria Oxean esserno i soldat 'amor della patria, Io stimoto dolia gloria saceano natural mente degli eroi Uno Spartano mar- clava alle battaglio agi anni o sno '6o I gio vani, et ecchi veglia vano alia custodia ella citia, in cui piud urn vita me navano che gli altri non suceano at Parniat . a guerra sola altem prava atquanto P austerit dique popolo, di cui tuti te isti iugioni aveano perciscopo a guerra. Licurgo ave trovat u secret d 'invertit
la in oggetto di iacere. Quanto gli Ateni est, ait 'eta
di anni 18 si astringevano alla repubblica Onon solenne iuramento, e porta vano te armi no '6o.
Ι 'insaniori forma va a principat orga elle armate greche: essa era composta diore sorte di cuppe glio liti, gli fili, ed i Peltasti. I primi che erano pe-
Sante mente armati veni vano cos detii a causa de loro iungo, e esante cudo o lou aueano di iuri ca-SCO la Ora ZZa, e la graNe, che coprivaci da vanti delle loro ambe tali armi erano di metallo. Questa ruppa forma vara avanguarilia , e comballeva colla picca, o lasarissa e la sciabla Imreci si servirono di picche a duo punte ne tempora Senosonte in is aboli rono percho incomodo e fragili Gli spli, secondest' espressione di al- eunt antichi erano nudi, ioche significa, non ave egliri attre armi che quelle missi ve cloe gia vel lotti, recce, e fonde per gittar pietra Essi comincia vano i com- battimento , e indi si riti ravano tetro e ruppe pe-SRnte mente armate, da ove ira vano sopra i nemico. I Peltasti, Molliner erano cosi chlamati a causa dei loro scudi i quali erano simili a quelli ellera magoni,cio incavati, e non tondi. Erano armati pii leggiermen te cherali Pliti, Di loro lavet lotio era tu piceolo ma tu pesante portavan il casco, tu coragga, ex bot lini. Ovent cla coragga era di cuojo conclato come quelladi diverse ruppe reche. Questa truppa forma vara seconda linea cogit argili, i quali aveano delle corte picche. combat te vano ire falange, o cogit a liti or cogit sili. Gli Argiramidi orano depoliasti, ita cui scudi eranodi oro, o di argento Gli armati allu eggier non or lavano armi dissensive e non combat te vario che da tuu
si a colpi di pie tre, di dardi, o di iavellotti, e sot-
mavano a retrogvardia Gli aeneimo erano de san-tacciti mischiati colla cavalleria.
I Greci non ebbero cavalleria che circa goo anni avanti G. C. No' primi tenapi, invece di caualteria, aveano de'car-ri. Ne'tempi me no vii noti essi arma rono questi curri dis alci. Era tu terribile it loro appare cchio che non eraporicolos i esseti di essi Alessandro insegno a Macedoni di tendorti inutili. I soldati di illa combatendo
contro Archelao, ne secero un oggetto diciis , prendolo filo a misura che ne compariva qualcheduno. Greci aveano tre specie di cava lieri, come ire pectora santa ccini Deatafracti, i tarentini, e gli ucrobulisti. primi erano coraggati essi, e i loro cavalli Lalor coragga in orna di squam di pesce era di ferro, odi corno avean ancora elle sarcotte di magiis, di secro, de' braccialetti, e de 'cosciali. I loro sorti ottini di uoj erano ben adattat alta amba La fronte, ita anchi , ed i petio et cavallo erano dises come ii corpodo' cava lieri, e cui armi offensive consiste vano in una lancia, Luna larga spada molto tu lunga, che quella de' iantaccini. At cuni si servivario ancora degli scudi. La cavalleria chlamata tarentina, nome res da'Tarentini suo inventori, comballeva appresso da lungi, sermava ordinaria mente la retrogvardia, lanci ava ilgia vel lotio, d iudi cari cava colla lancia, e la spada Di versi di questi cava lieri conduce vano vn se condo cavali O. Gli ero bulisti sorma vano la cavalleria leggiera que sti erano de gli arcieri a cavallo, che ira vano per ecce l- tenet acie loro recce, suggendo, o da iungi qualche volt sorma vano a vanguardia coli insanteria leggiera, oco salangisti. Gli antichi non si servi vano diritasse per montare a cavallo efficio pratica vano saltando qual-che volt it cavati era adde strato a curvarsi per jutarei cava liere. Delle pelli diraesti co peto servi vano di sella, e guald rappa. mero , d Appiano ci an conoscere, che Greci serra vano i loro cavalli Ma ci non tene indicato da alcuu monumento. 'uso delle felle non su conosciu-to, che vers it V. secolo, e verso it tempo me desimo
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s in eo minci a sar uso di stasse abben che ossero conosci ut a 'tempi di Nerone.
L'abito militare des 'Greci poco disseriva da quello dei
Romani La loro veste eram poco comoda, e la chiu devan con una citatura Quelli det Parmata di ii orave a norOSSR, e porta vano una specie di veste di uojo adatta ta a corpo e che o priva una parte elle osce, vendo
a dicio pra una clami de ampla, e luuga che asst,hia vano sullas palla dritta. I N. i indica uia suntoccino Laco de mone, I altro te niese, e 3 un cava liere Macedone.
Omero da una id a satin sella se inplicita detrarinatura e delle armi Η'guerrieri ne' tem p eroici. Paride, dic egit, resori suo bottini, a Sua corazza, cin Sola sua Pada, nos i suo grande e forte cudo so rate sue mallo, si coNr la testa diis casco Onahreggiato da n pennacchio, e res sinat mente una lancia, it di cui ferro era i splendente Mallio pariando de 'tempi storici di Ce, checla coraZZn il casco 'o II loscudo, a lancia, il
Isicrate tentose se corali scudi tu brevi plura Hggieri, te spade erae icche pii iungi e sece lavorare Ora Z-ge i lino macerato in aceto, es colat di sale, he erano, dicesi, mi gliori di uelle di ferro. Gli scudi erano di logno, o di vinco rico verti di uojo, o v vero di metallo 1 e 13), o pure sola mente oriati dinae tallo. La Parma era in i colo seu do tondo ait 'uso do' ca-valieri, o do 'soldati armati alla eggiera La erra aveaia figura di in rombo La cetra era uia altro scudo leggiero, dolia figura di una megga luna e diis semicerchio. I gia volt otio pilum non era che una grande reccia. Lagia Nellina era delici tessa ostru Zione; ma piupiccola.
Per o piti a figura di ut ariete, diis lupo , quelladi Nettituo, o diis labar erano te insegne de Greci. Ι generale ava ordinaria mente i segnate de combat-
La pili famosa dispost Zione elle truppe reche, cheri corda a storia o a falange. Quella formata a Filippo ad ce di Alessandro sui modello dol attaglione sacro di Tebe avea mille omini di fronte , o sedi i di
profondita Psoldati porta vano icche, de ite sarisse lur1 ghe et pie di. Questo scelto drappello, perseita mentemser citato, impenetrabile ad gni altaceo, proteggeva te riti- rate, decide va a vittoria, ed atterrava quanto si Oppo neva a suo passaggio It solo inconveniente di questa massa era i non pote sar evolugioni che in vos te planiare senZa fossi, e senZ'alberi, o di essere inutile in aes imontuosi, o intersecati a sumi, torrenti. a cavalleria fovente era disposta in quadriiungo, uno de'cui lati era
Groci prima d0 tompi di Serse non ebbero vascellico ponti. soldati si et levano per conabattere alia poppa, ed alia prora Uvascelli di guerra erano lunglii, equelli mercantili tondi per umentare a carica, a da principio tuiti erano ungi, i. Le prime trifro, triremes urori usa te a 'Sam versola vigesima limpia de costruit da Ami nocte Corintio. Dion igi ii primo, che porto it nomo di tiranno di iracus , invento te enter navi a Dordini di remi Indi a pocose ne ostruirono di, numero di ordini anche maggiore. Greci chlama vano mon nore, triere, PentCVC, CXCCC,
doli navi a guerra de' Greci. 15 ne a conoscere Onmaggior distingione i modo com'era costruit la oppadi esse, e 16 1 appres0niaci 'ancora di cui si servi vano. Greci uguat monto cho gli Assirjed i Cartagines , poco decora vano Posteriore dolio loro navi, e quali fovente non Veano altro segno distintivo che ii nome do loro comandante critio in lettere,'or sopra Ha an diera. Fino de quarto articolo.
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I goni di mero ha res immortale it nome di que sto popolo La storia delia Troade e tal mente consusa Colla favola , es gli eroi trojani cos misti cogi Dei Semidei che non e age volo it disgiungerii. Questo illustre poeta, che canto a guerra di Troja oo annido PO a sua cadiata, appresenta in queli opoca diviso it telo con a terra Gli Dei secondocia favola, preserole parti . alciani et Re 'Ilio, altri ρ' principi Greci. Apollo, Minerva Venere protegge vano Troja; arte
sulla bilancia i destini di tuiti.
I combniti menti delia terra erano ripo tuti ne cieto, lo divinita deli olim po scendendo in me ZZ a 'Cam pi , si spon evano a ferro de'mortali tanto viva e brillante rara 'immagina gione di questi popoli, lo spirito dei quali sembra va che tu non ovesse far progressi, allorche lauagione e la civili loro eran ancorameli 'insangia. Molli scritiori referiscono a storia de'Trojani, per non es porre favole fissat te, e altri chimerici acconti. In quanto ano abbiam credulo non trasandaria, Sulla consideragione che Pire piubet poemi chel 'umano intelletio ab-bia prodotio,' 'Iliade, i 'Odisse di moro, ora 'Enoido di Virgilio hanno per principale oggetto I rovina di Troja.
Questo celebratissimo avveni mento ebbe luogo 1'anno II 84. v. G. C. seguendo la ronologia ordinaria, o l'anno Ἀχο9 iusta i armi di Arunde ritro vati a Paro.
La Troade, aes deligiosissimo, era situata Sulla Costa deli 'Asia minore tracia Propontide, it ma Egeo, a Misi , ora Ellesponto I monte Ida , oggi conosciuio Sotio O tesso nome, quivi su celebre pol iudietio diΡaride, che lede a Venere ii regio della hellegga. Sono gli amori di Ero e Leandro che ei sanno cono scere lo trotto diraesto erat Abido versi di meroricordano i piceoli sum. Scamandro e Simoenta. I vi ag-giatori moderni hau rico nosciuio elle sue descrigioni
La Troade era una parto delia Frigia, e su cele bre per ' opulen et , pol coraggio de suo guerrieri e per a sua allean et co potente impero deli Assiria. La si tua gione detrantica Troja non riconosces pel minimo Vestigio ma sola mente viene additata alia postgione deli 'i sola di Tenedo, dirimpello alia quales trovavasi I no- me d'Ilio veni v da Ilo, o Troja da Troe due de'suoime. Priamo ultimo r de Trojani sece delle conquis te,
dilato notabit monte i confinitae' suo dominii; di modoche giun se ad stendere ii suo imper sopra uita latrigia maggiore, e minore, che abbracciaua a massima parte deli 'Asia minore. Troja dopo di essero stata distruit da Greci, suri edificata agit Eoli solio lo tesso nome, e ne medeSimoluogo. resentem ente scorgonsi non iungi alia sua po- Sigione alcune ovine, che ricordano questa samosa citia.
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Dardano e i primo re de Troiani. I principali suo.
cessori di tui sono Erit tonio, Troe Ilo, Laomedonte. Volendo questi abbelli re e sortificare la sua capitale, si eraservito di unoesor deposto ne' tem p di Apollo, o di Nettuno. Una pestilena immantinente devasta a Troa de eri sacerdoti attribuis cono questo flagello ali'ompleta de Re L'ora colo dichiara che Laomedonte non pu pacificare gli Dei, se non spone sua glia Esione a su-
Ercole, della stirpe de' Pelopidi, iunge in questo mentre a Troja. romette di Iiberare a principessu, ed stermina it ostro. sione ovea essere ii regio diquesta impresa. Laomedonte gliel a ricusa. Insuriato Ercole mette fossopra it Paese, Ovesci acie mura delia citia, rapisce sione, e la conduce et eloponneso. Ρriamo, figlio di Laomedonte e pure condotio in reeia colla sorella; a ri tornato opo qualch lempo ie-difica e mura di Troja, overna con aggeZZa i suo
regno, e lo renderi pi florido in tu ita Ι' Asia. udi 55 tuis riamo pos Ecuba figlia de Re di Tracta. o sorelladi sano sacerdotessa di pollo. Ecuba noli 'istante cheda alia luce aride, ave sognat di partori rem tiZZone, che abbrucerebbe la citia di Troja Priamo paventato da questo sogno ordina di sporre it glio sui monte Ida : ma e salvat da alcuni pastori, che o allevano. In grandi tolaride, osa ricompari remelle mura di Troja. Ρriamo o riconosce La tenereZZa super i timore , et accoglie se te sue braccia. Ρoco Dmpo opo Paride si rasserisco in Grecia coldisogno di visitare sione sua ia, cho Ercole ave data in sposa dis principe, per nome Telamone.
I matrimonio di Menelao fratello di Agamennone redimice ne con lena, figlia di indaro rora Laconia, richiam ando in Ιsparta molli stranteri, aride vi si reca.
trojano seduce a iovi ne regina Paride trascinato al-l'amore, e alia ram di vendicare t in giuria satia ad Esione, rapisce Elena, e la conduce a Troja. Insuriato Menelao implora i soccors di Agamennone suo Datello, che trova mani erata chia mare a parte delsu risentimento uitici principi greci, i quali considerano it ratio di una donia , como un insulto satio al-l Asia alia Grecia cla ruinara Ilio e stabilita Se quat chorae e tardo ad impegnarsi in questa impresa 1 e rigliosa, vi e trascinato dat P eloque neta dol ecchio os toto ora Pilo, da gli artificiosi et ii di lisso rora'Ita ea, it tu astuto traci reci e soprattulto dati' ardore
dat Posompio di Diomede glio di ideo erat Calidons, di jaco principe di Salamina, di Achillo si glio di oleo principes di essalia, e di una mano di giovani guerrieri, instammati allo zelo di superare la gloria de-gli oro di Tobe e delia Colchide. Tulli questi principi consederati uniscon ne porto di
it pio Enea , Dei sobo , la1ide dis gran numero di principi deli Asia fan resistengam' primici reti de'Greci,che sono astrotti di trincerarsi ne loro accam pamenisso di in chiud ervicia maggior parte delle loro galere. La planura fracia citia di Troja, Di campo d0'Groci, divi eno ieatro di molli consiti indecisivi. e schi eredisordinata mente ' in contrano si lanciano recce e gla- vel lotti indicii scammischiano per baltera corpora corpo. principi ora montano sopra carri, Ora combation aptedi, sca gliandosi reciprocamente invettive Lingi urie. Se qualch capo cade la mischia divi ene furiosa in- torno ad esso si adopra noci vincitor a spogliario dellearini, i inti oratiandono no a tanto che a noti separari combatienii, macia uova aurora illumina attrehattagite.
gue di comune accordo per Otterrare i morti, e per Onorare Ia memoria di essi conatuochi funebri cotti incia Iapenuria de' vixeriis et campo de'Greci. Una parte deli'armata tene pedita a saccheggiare te sole, e coste vicine. Achille, famoso per questa guerra, porta a per tutioi serro ed i suoco, e ritorna a campo con immenso
Bottinois con una soli di schi aut oggetto deli avidi iae delle contes de' principi consederati.