Acta synodi discesanae vercellensis primæ quam excellentissimus et reverendissimus d. d. Alexander ex marchionibus d'Angennes Dei et apostolicæ sedis gratia sanctæ vercellensis Ecclesiæ archiepiscopus habuit anno Domini 1842 diebus 7, 8 et 9 iunii po

발행: 1842년

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quel, obe portano te sue faculta, che non conosca, o possa, o debbaconoscere , che ne segit Ono, O abbiano a Segui re simili peccati, si puO quasi fato universat giudicio, che tali si auo in peccato mortale, se dalla diligente discussione, che sera it Consessore col penitente, non gli consti in dei contrario per qualche particolae causa. Pecca anco la persona mortalinente nul modo duit' ornarsi, quantunque la spesa non passi lo stato, e la sacolia sua; come se P ornato cindultivo da se a lascivia, o veramente Per comune interPretaetio nudegli uomini; ovvero se, quantunque non sta indultivo da se, nondi-meno a' accorge, o dubita probabit mente , che per occasione di talmodo d' ornamento , non usato comune meu te dalle persone probate delsuo stato, qualche persona particolare si muova ad amaria in onestamen te o si nutrisca questo peccato, e tuitavia sa ni una, o poca εtima della salute spirituale dei suo prossimo', it quale vede ro vinare in questo Suo straordinario Ornato, e perseverare pure in esso: ou vero quando ἡ satio talornamento con in tenetione di mostrare vari esset ii d' amore in onesto , udar segno d' essi con vestire vari colori, o tu altro modo. Aiserta ancora, che non solo non Si Possono assolvere quelli, ebe

vera metite non hanno serina delibera zione di lasciare it peceato mortale; ina ne anco quelli, che, sebben dicon o di desiderare di laseiatio, non di-meno assermano, che lor pare, che non to lascieranno, se questi tali non vogliouo pigliare que' rimedi, seu 2a i quali ii Consessore giudica, che tor-neranno at peccato. Si disserisca anco l' assolutione, sinche si veda qualcheemeudazione, a quelli che, quantunque dicano, e prometiano di lasciae it peccato, non limeno it Consessore studica probabit mente, che non to la-Scieranno, come sono alc uni uomini, specialmento giovani oetiosi, ehe it piud et tempo stanno in professione di gi uochi, crapole, amori, e peccati car'nali , bestemmie . parole disoneste, mormorazione, Odj , detraetioni, oveugono solamente si ultimi giorcii di qua resima a consessarsi; ed a Delli, che molli anni harino perseverato, e sono ricad uti nes medesimi peccati, ne hancio satio diligeneta ala una d' emendarsi. Non si possono pari menti assolvere quelli, che non hanno vera risolutione di lasciare in sieme con li peccati mortali te occasioni di essi. E perchδ e di molia importanta , che i Consessori intendano bene questo; pero ad instrutione loro si spieghera qui distes amente.

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Chia mansi occasioni di pecea in mortale tutie quelle cose , te qualidanno causa di peccare , o perche da se Stesse sono indutiive at peceato, o perchἡ il confitente e solito in quelle tal mente a peccare, eheragio nevotinente deue ii Consessore giudicare, che pel suo mal abito De anco per l' aoenire ε' asteria , se in quelle occasioni perseverem. Nel primo ordine d' occasioni, cloe quelle, che di sua natura sono indutiive at peccato, sono ii sar professione di si uoco di carte, o dadi, ovvero tener tam apparecciliata a quest' essetio per altri; tener in casa, o a sua requisietione la persona. con la quale si pecca, o in altro modo coabitare seco; perseverare ne' ragio namenti, 8guardi , conversaZioni, ed altri gesti, e pratiche δ' amori lascivi. Essendo dunque involio it penitente in alc una di queste occasioni, o altre a queste simili; se la de ita occasione e late, che sta in essere, come tener te concubine , o simili, non deve ii Consessoro assolverio, se prima attuat mente non lasciasse l' occasione. Nelle attre Messioni , come prosessione di gi uochi, fguardi, conversaetioni, gesti ecc., se non promet te di lasciaria , o quand' anche prometia , se avendo pro messo attre volte, nondimeno non si sta emendato, disserisca I' assoluetione ,εin tantoche vcda qualche emendaZione. E per ἡ puo accadere tal caso, ehe it penitente con tuiti i ricordie modi, ehe gli ven gono Proposti dat prudente, e Zelante Consessore, veramento oon possa lasciare l' occasione senza Pericolo ,' o scandalo ;deve ii Consessore servirsi di questi rimcili: Primieramente disserisca lyassoluetione sint antochδ veda certa provadi vera emendagione. E se non potesse disserire l' assoluetione senEa pericolo di qualebe infamia dei ponitente, e veda in tui tali segni di contrietione, e tal dispost Eione , e pron terga a ricevcre i rimedi , cheil Consessore gludi chera necessari, percbὐ si emendi, deve proporgli quelli, ebe gli parranno piu opportuni, e necessarji come Per eSem Pio, ordinargit, che non si trovi solo con tal persona, assesnarili oragioni, qualche maceraetione di carne, e sopra tutis te frequenti consessioni, od altri simili, i quali se esso accettera, ii Consessore potra assolverio. E se dopo questa diligeneta satia da Ini, o da altro Consessore precedente , non si sara emendato, non gli dia l' assoluEione , sin che attuat mente non abbia levata l'occasione.

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228 Oeeasioni di peccati mortali nes secondo ordine, cloe per ris putio alla persona, sono quelle cose, te quali benchὰ siano in se ieeite , non di ineno ragio nevol mente si studica, che ii confitente tornora at me desimi peccati, cho gia in quelle lia comm csso, se tu eSSe perseverera, eo me pel passato ba satio. Tali a molli sogitono essere per la corrui tela dei mondo la mitigia, la mercanaia , i magistrati, l' avvocare, it prociarare , od altri simili escrciij, ne' qnali l' uomo , che e abituato a peccare spesso mortaliuente tu hestemmio, furti, in giusti Zie, caluonte, o lj , fraudi, spergi uri, ed attre simili ossese di Dio, sa , che, perseverando in tali eserciκj , gli occorreranno te medesime occasioni: ne vie rasione di pensare, ch'egii abbia ad essere piu sorte contra it pcccato, che net passato si a stato, e consegue utemente torvera agit stessi Peccati.

Pero i tali debbono , eo me diee S. Agostino , o lasciare l' esere letio

ad essi peri coloso , o almeno non escrcitario seneta licen Za , ed obbu- diuueta d' uti buo no , e diligente Sacerdote : ii quale non deve assolveri' uomo in talo stato, se ba opinione ragionevole, che Sia per ri tornareat lucilesimi peccati , quando perseveri nella medesima occasione: pero deve sar pro va delia sua emenda gione per alcun tempo. Ed in questoe da apri re gli occhi tanto pisi, quanto che ii diset to in qucsta parte de' Consessori sa, che quasi in tutio te arti, ed efercietj regnitio molli abusi, e peccati gravissimi, seneta i quali pare per questo, che oggidi

molli non sappiano esercitare anco te cose in se stesse giustissime.

Come per esempio ne' magistrati, ed altri ossici si si urano molle

Nel configliare, avvocare, e procurare si serve alia malignita de' elienti, ed ali' inglustietia contra la propria cosci cneta :

sione di si uochi, alia beste rumia, alia rapina, alle meretrici: Nelle mercantie alte usure, alio fraudi dello robe , in meschiare , odar la trista per la buona; o vendere per piu quclio, che vale manco, in ispergiurare Acilissimamento , in fraudare i daeti, od altri peccati. Molli artigia ni s' occupano cosὶ Ia festa, eo me ii di di lavoro, talelistinat non si da uno at culto divino, ne ascottano la parota di Dio, edat medesimo modo occupavo la lor famiglia.

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229 E. cosi si tro vera, clie moIti in tali cserctgi sono continua mente vi vult in peccati mortali, i quali nou si dubbono stimare capaci deli'as- solutione, sen Ea prima usare diligenza di libra arti dat te occasio ut, osarii piu sorti.

Anti usando it Consessore maggior diligenZa, trovera sorse, cho al- eunt di questi tali mal non si sono bun consessati. E ri trovando , cho eramente sta cost, doura mostrar loro , cho percio det, bono olire laprova di reale emendatione, e it discos tarsi dati' eserci Eio ad essi pe. ri coloso coci lassarsi generalmente, ed usare rime di sorti per la propria salute. Mollo piu doura essere avvertito ii Consessore ita quella forta dieserciat, ed opcrazioni . te quali non hanno seco alcuua necessita , edutilita: e se nou sono in quella prima forta d'occasioni per se induttive at peccato mortale, e conseguente mente da lasciarsi ordinari amente da ogni soria di persone, nondimeno inclinano at malo, e tirano molio facit mente, e spesse volte l'uomo a diversi peccati mortali, come sonol' an dare a' balli, ii conversare con bestemmiatori, bravi, ed attre male compagnie, it frequentare te laverne, e I'ogiosita, e simili cose, peroeeasione delle quali essendo solito l'uomo a peccare mortalinente, non

deve essere assoluto, se Prima non te ri nuncia, o prom cite das tener- sene , e lasciare real mente de ite occasioni. iSi guardera ancora it Consessore di assolvere quelit, che Gercitatio contraiti nomina tamente proibiti, o cho altrimenti sono manifestamen te illeciti , se prima non li rescindono , e sanno la debita soddis sa Zione.

E se i contraiti socio dubbiosi, se ii penitente dara sufficiente cauZione di stare a quelio , che sara deciso , lo potra assolvere , ed ammet terealia comunione.

Non assolva innan Ei la dubita resti iugione, e soddis sagione quelli, eho hanno di cio qualche obhligo, po tendo sarto , ecce ituando quelli, che sono in grave , e periculo4a inserinita ; a' quali pero com audi, ediu carichi, che quanto prima soddisiacciano. Usato che avra it Consessore te sopraddet te diligonge , se non avratrovato impedimento alcutio, pel quale debba negare, o distextro l' assoluetione; saccia, che it penitente concluda la consessione, chia uiandosi in colpa di tuiti i peccati consessati, e d' altri, che con Parole, peu- fieri, Opere, ed omissioni ha commesso, du' quali nota si ricorda.

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It che satio, mostrandosii ii Consessore, massime se e persona, Cliedi raro si consessi, la gravita de' peceati; discendendo in particolare a quelli, ne' quali trovera piu involin il penitente, gli dare quoi rimedjeontra i detii peccati, clie gli parranno piu spedienti. Di piu se vi sara it bisogno, gli ordinera , che sod dissa ia , restituendo O roba, O fama. o onore, che avesse tolio at prossimor e datala salutare peniteneta, conforme a quollo, che a basso si dira, lyassolvera.

li' in giungere Ia stadissaaione, e penitenta deue ii Consessore essere Circospetto , accio non te imponga tanto leggiere, che la podesta delle chia vi ne venga in m spremo, e che Esso nota partecipi de' pee-eati d' altri ; nem meno tanto gravi , o l unglie, che i penitenti o ricu- sino δ' eseguirle, o accellandole non I' eseguiscano pol interamente. Portanto deue ii Consessore sapere i Canoni penitenZiali. Porcio be, quant unque si Possano, e si delibano moderare ad arbitrio di prudente, e discreto Consessore scoondo la contrinione dei penitente, o laquali ta , e di versi ta dulle persone, ed alue circos tanΣe e nondimeno ebene sempre guardare i sud detii Canoni, ed a quelli , come a resole, eou Armarsi quanto giudichera spediente. E quantunque ii Consessore non imponga la peniteneta det Catione antico: doura nondimeno spesse volis manifestario at penitente, per in durio a maggior contriZione, ead escgui re tanto piu pron tamente la minore Peuitonza, che gli sarastata in giunta , cavando utilita dalia benignita, che oggi usa seco lasania Cilicta in mitigar il rigore deli' antica disciplina Ecclesiastica. Procuri, che tu sod dissa χioni corri spondano at peccati commessi; come

imponendo pei peccati carnali digiunt, vigilie, peregrinaetioni, ciliai ,ed altro simili cose, che possano macerare, e mortiscare la Carne; Pelpeccato deli' avaritia, olire te debite resti tutioni , imponga elemosina consorme alla lacolla di clascuno. Alla superbia, ed altri peecati spirituali conviene l'orazione, colla quale umiliandosi innanti a Dio si acquista sorea, e vigore per reSistere a simili peceati. Alla negligeneta d' imparare te cose cristiano M' imponga δ' ascolla rete prediche, e an dare almeno per certo tempo alle scuole delia dot-

trina cristiana.

As' indevoti , e tepidi nelle cose della salute propria , ini porra ilvisitare te Chiese, e frequentare l' orazione.

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Α' hestemmiatori particolarmente Imponga grave penitenza Secondo Ia gravita della colpa consor mandosi alia disposiZione de' sagri Canoni, deereti de' Pontesici, Concilio Lateranese e C. Deve pero ii Consessore usar prudenza, mendo riguardo alia qualitadulle persone, non imponendo elemosine a' poveri , ne ordinaria mentea quelli , ehe con te proprio satielle si guadagnano ii vivere, disiunt;

ed avendo it medestino riguardo nelle attre penitenae. Avverta di non assolvere pubblici, o seandalosi peccatori senZa in-giunger penitenet a Proporaionata at loro errore , acciocchδ con la corretione loro sod dissaeeiano allo scandalo dato ita consormita dei Concilio di Trento Sess. 24 da Reform. Cv. 8. Pere he sia pili libero ii Consessore a sare gli uisei, ehe devo colpenitente , ed abbia con esso piu autorita ici tui te la cose , ehe gliordinem per salute d'esso; sugga non solo ostii avarigia, ma anco ognim in ima sosperione d' essa. Particolarmente non dimandi neppue eon eenni donari, O altra Cosanelle consessioni , nsi per occasioni d' esse: anai non solo colle parole,

ma piu ancora eo'saui dia ogni testimonio d' abhorrire simili cose. Ingiungendo penitenaa at penitente di far die messe, non te applichidi retramento, nδ indirettamen te nὐ a se ni alia sua Chiesa, o Monastero. Il medestino si osservi nelle soddissaetioni, che gli oecorrera sar sare per occasioni di debiti incerti, per commutationi di voti, o simili

N4 meno pigii denari, o altre cose da restituire, receito se la necessita, per non iscoprie it penitente , Io ricercasse; ed in tal caso procuri una poligeta di xlaeuuta da colui, Q quale avrὲ satis la restituzione, e la consegni at penitente: e in tutio proeeda ita maniera,che sugga ogni Ombra, ed apparenga ae avariata.

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. . , . .

In qua confirmatur et ampliatur Constitutio Gregorii V. eontra Meredotes Poenitentes suos in Confessionibus sacramentalibus ad turpia

sollicitantes.

acramentum Poenitentiae ete. In praesenti constitutione, primo, confirmatur tum Constitutio edita a Gregorio XV. contra Sacerdotes sollicitantes ad turpia suos Poetii tentes in Consessionibus Sacramentalibus, tum Decreta et a Congregatione Cardinalium Inquisitorum adversus haereticam pravitatem et ab Alexandro VII. edita ad interpretationem et declarationem eiusdem Constitutionis. Atque etiam denuo committitur et mandatur omnibus haereticae pravitatis Inquisitoribus et locornm ordinariis universi orbis Christiani, ut in suis respective Dioecesibus η diligenter inquirant et procedant contra omnes et Singulos x Sacerdotes tam Saeculares quam Regulares, quomodolibet exemptos η ac Sedi Apostolicae immediate subiectos , quorumcumque Ordinnm,n Institutorum, Societatum, Congregationum, et cuiuscumque digni-ν tatis, et Praeeminentiae, aut quovis privilegio et indulto munitos, v qui aliquem Poenitetatem , quaecumque Persona illa sit, vel in actun Sacramentalis Consessionis, vel ante , vel immediate post Conses-χ sio item , vul occasione aut Praetextu Consessionis, vel etiam extra oe-v casionem Consessionis in consessionali sive in alio loco ad audiendas B Consessiones destinato aut electo cum simulatione audiendi ibidemu Consessionem , ad inhonesta et turpia sollicitare vel provocare siven verbis sive signis, Sive nutibus, sive lautu, Sive Per scripturam autn tunc aut post legendam tentaverint, aut cum eis illicitos et tubo-n Nestos sermones Vel tractatus temerario ausu habuerint: et quos in v aliquo huiusmodi nefarii excessus culpabiles repererint , in cos pron criminum qualitate et circumstantiis severe animadvertant per eon -

η dignas poenas , iuxta memoratam Gregorii Constitutionem , quae hico de verbo ad verbum pro inserta habenda est: n data etiam, si opus sit, ut rursus concessa facultate ne delictum tam enorme ob probatiouuin desectum remaneat impuvitum ), iam alias in praefata Consti-

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talione tributa, procedendi cum lestibus etiam singularibus, dummodo praesumptioncs, indicia, et alia adminicula concurrant. Tum, declaratur, singulos Sacerdotes ad Consessiones audiendas deputatos teneri et obligari, Poenitentes suos, quos noverint suisse ab aliis sollicitatos, sedulo monere de obligatione denuntiandi Inquisit ribus, sive Locorum ordinariis praedictis personam quae sollicitationem , eommiserit, etiamsi Sacerdos sit qui iurisdictione ad valide Asolvendum careat, aut sollicitatio inter Consessarium et Poenitentem mutua suerit, sive sollicitationi poenitens consenserit, sive non consenserit , vel longum tempus post ipsam sollicitationem iam effluxerit, aut sollicitatio a Consessario non pro se ipso, sed pro alia perbona peracta fuerit: praeterea diligenter cavendum esse a Consessariis, ne Poenitentes , quos noverint ab alio sollicitatos, absolvant, nisi prius de nuntiationem praedictam ad ossuctum perducentes competenti Iudici delinquentes indieaverint, vel saltem se cum primum poterunt dein

aturos promittant. Deinde reservatur in perpetuum Summo Pontis ei facultas absolvendi os, extra mortis articulum, qui innoxios Sacerdotes salso sollicitationis

apud Iudices Ecclesiasticos insimulant per se ipsos, vel procurant ut ab aliis id fiat. Praeterea interdicitur omnibus Sacerdotibus, tam Saecularibus quam cuiuscumque ordinis aut Dignitalis; quovis privilegio et indulto etiam

speciali expressione et specialissima mentione digno sussultis, v ne alin quis eorum , Extra casum extremae necessitatis, nimirum in ipsius v mortis articulo, et deficiente tune quocumque alio Sacerdote, qui v Confessarii munus obire possit, Consessionem Sacramentatum per- v sonae complicis in peccato . turpi et inhonesto contra sextum Deca-n logi praeceptum commisso excipere audeat : sublata propterea illis, ipso iure quaeumque auctoritate et iurisdictione ad qualemcumquen personam ab huiusmodi culpa absolvendum, n ita ut absolutio huiusmodi irrita omnino sit. Illum autem Consessarium, qui secus sacere ausus suerit, maiorem Excommunicationem Sedi Apostolicae reservatam ipso facto incursurum, declaratur: decerniturque, nec vi Iubilaei nec vi Bullae Sanctae Cruciatae, nec vi cuiusvis alterius indulti Consessionem huiusmodi complicis quemquam excipere posse. Non obstantibus quibus-

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eum quo Ordinationibus Apostolicis, consuetudinibus, privilegiis, indultis sub quacumque forma et cum quibusvis clausulis ac decretis quomodolibet concessis, etc. Postremo, macidatur omnibus Locorum ordinariis tam praesentibus quam futuris ut tum hanc, tum illam Gregorii XV. Constitutionem contra sollicitantes ab omnibus Sacerdotibus approbandis ad Consessiones attente legi et accurate observari curenti

BENEDICTI XIV. DECLARATIO

Constitutionis praecedentis 8. Febr. 37 5 contra Confessarios sollieitantes. OstUlici muneris ρartes ete. Hie a Summo Pontisce declaratur, quemadmodum vi praecedentis Constitutionia interdictum noti est in articulo mortis Consessionem Sacramentalem complicis in turpi peccato contra sextum Decalogi praeceptum excipere eumdemque absolvere si alius Sacerdos desiciat, ita interdici et prohiberi eumdem complicem quoad Sacramentalem Consessionem audire et absolvere, quotiescumque alius adsit Sacerdos etiam simplex et alias ad Consessiones audiendas non approbatus. Si talis vero casus occurrat, ut alius Sacerdos vocari aut accedere siue gravi aliqua exoritura infamia vel scaudato nequeat, non interdici Sacerdoti socio criminis Poenitentem in articulo mortis constitutum ab eo quoque crimine absolvere. Animadvertendum tamen esse a Sacerdote huiusmodi criminis complico, se reipsa coram Deo

reum gravis inobedientiae et poenis in superiori Constitutione latis o noxium reddero, si infamiae aut scandali pericula ubi non sunt ipse sibi ultro confingat: et graviter teneri ad huiusmodi pericula quantum in se erit opportunis adhibitis mediis antevertenda et removenda, unde fiat ut alteri cuivis Sacerdoti locus pateat illius Consessionis audiendae sine eius infamia aut scandalo. Ita hic declaratur, ae districte praecipitur. Quod si huiusmodi Sacerdos complex praedicti eriminis nulla gravi urgente necessitate sese ingesserit; aut ubi infamiae vel scandali

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periculum timetur, si alterius sacerdotis opera reqnirenda sit, ipse ad Periculum avertendum opportuna media adhibere de industria neglexerit, atque ita personae in dicto crimine complicis atqne in articulo mortis positae Sacramentalem Consessionem excipere eamque absolvere, nulla ut dictum est causa necessaria urgente, Praesum pSerit; quamvis huiusmodi absolutio valida sit si rite dispositus sit Poenitens no a enim pro formidando articulo mortis eidem Sacerdoti quantumvis indigno aufertur necessaria inrisdictio, ut hic pariter declaratur, ne hae casione aliquis pereat ); ipsum tamen Sacerdotem violatae ansa huius modi temerario Legis poenas non essu gere, et propterea latam in praecedenti Constitutione Excommunicationem modo eodem ut ibi dictum est incurrero ipso facto , decernitur.

SYNOPSIS BENED. XIV. CONSTITUTIONIS 28 Sept. 1 46

Contra Confessarios in administrando Sacramento Poenitentiae exquirentes a Poeniterito nomen co licis.

Ad eradie dum ete. In hac Constitotione Summus Pontifex refert primo integram Epistolam a se datam Antistibus Portugalliae et Algaris biorum die q. Iulii quae incipit Suprema omnium Ecclesiarum

quamque consimaverat per alias Litteras datas die a. Iunii i746 incipientes Ubi primum. Huic autem Epistolae eonficiendae occasionem dedit Prava quaedam ac perversa praxis, quae introduci coeperat in illis reiasionibus ita ad mitii stratione Sacramenti Poenitentiae. Quidam enim Consessarii, salsa geli imagine se seduci passi, eo erroris devenerant, ut, si in Poenitentes socium criminis habentes incidissent, ab iisdem socii seu complicis huiusmodi nomen passim exquirerent: atque ad illud sibi revelandum non modo inducere suadendo conarentur, Ecd d nuntiata quoque nisi revelarent absolutionis Sacramentalis negatione Prorsus adigerent, atque compellerent: imo etiam complicis eiusdem nedum nomen , sed habitationis insuper locum sibi designari. Summus

itaque Pontifex illa Epistola reprobavit et damnavit dictam praxim

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