Le opere di Galileo Galilei

발행: 1842년

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si a cori pregaria a ricordarini ait 'occasionu umilissimo servo a coles le Ali 0210 Seronissime : u a V. S. Illusivissima con

n plicando alla sopi a citata det 7 Ν0vembro . lo ringraχia deli 'accutiato patrocinio della causa dul suo servi toro Piersanti.

Dalla c0pia delia lettera mandata da V. S. Illii Stris s. in Pollonia per aiulare questo inio povero Servitore. lio Vedulo quanto in sua in sinita cortesia ecce de non solo it mi amerito, ma it pensi ero ancora, avendo olla fi Ovalo modo tanto occultentu per Ottenere ii desiderio 2 . E como non ave- rei sapiato desiderare tisi domandare tanto, cosi non SO nispos So ringi a Ziaria abbas lan a , non che contraccam hiare unlanto favore; pero rendundo a V. S. It lustris s. quelle gra-Ziu cho poSSO maggiori , e restanilogii con Obbligo perpetuo, in sieme con Λlessandro inio servi fore, lasci stremo che Iddio bene de to in rimeriti, osso che pilo, o noi di cio uiuit mente lO pregheremo, si come saremo per ii compimenio diogni altro suo desiderio. E qui baci in logii reverente mensola mano, nulla Sua buona graZia mi racco mando , o lusupplico nelle occasioni a tenui mi vivo nolla memoria uicoleste ΛlteZZe Serenissime, alle quali umilissima mente bacio

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occorrendo alii a risposta, basterii che V. S. mi favorisca significar la rice viata a det O Sigit ire, o insium e ricordarmeli servitore ob bligatissimo. Λlla gentilissima sua mi si impossibile i is pondero con parole , o molio mono con salti :ma se pili di quelle e non meno di questi si deve pre Zaret' assolio deli' animo, curio non manchoro di corri sponderu

nt debito, at quale gi 'in siniti meriti di V. S. mi iugano: procul ero anco it pili che putro che gli osselli diano segno

di questa me desima dispost Zione . qua lunque volsci da V. S. mi sara stilla gra in du'suoi comandam0nti, da me inlini lamente bra mali. La mi a venula sarii costis indubila tamen tenuanti San Gio vanni, placendo a Dio cli' ici Sia Sano, os

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lo rendo in sinite gra te, e resto perputuam ente Obbligato a V. S. Illustriss . deli' usi io in caminato a bene si hio diΛlessandro Piersanti, mi O Servitore, ii quale uinii monte losa riverenZa, e Sin con grande speran a attendendo di ri- cuperar per meZZO dei savore di V. S. Illustriss . quello chepuo essere ii sustegno delia vita sua, e di che egit ora giis suori di speranga, e in tanto non resta di pregare ii Signore Dio per la buoua sanit, o iunga vita di V. S. Illustrissima.

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tio satie ne i corpi colesti, e sicco me sono d' infinito Stupore, cosi infinitamentu rendo graZie a Dio, che Si si a complacitato di sar me solo primo osservatore di cos a cosi ammiranda, e tenuia a tulit i socoli occulta. Che la Luna si a uncorpo similissimo alta erra, giis me ii 'oro accertaio o in parte salio vellere at Serenissimo nostro Signore, non a Vendo ancora occhiale deli 'eccellen a cho ho adusso; it quale, Olli enlla Luna , mi ha satio riti ovaro una moltitudine di stellelisse non mai pili vellulo, cho sono piu di dieci voltu tanto quanto quelle che natural mente son visibili. Di pili mi sono accersato di quello, che sempi e si stato controverso tra isi tofosi, ciosi quelli che si a la via lativa. Ma quello che ecce de tuitu te mera vigile. ho riti Ovato quailro planeti di nuOVO , o osservati i loro movi menti proprii e particolari, di Di orenti si a loro o da tuiti gli altri movi menti delle altros tolle; e questi Diiovi plane ii si uiuo vnno in torno vn' alii astella molto grande 2 , non altrimenti che si uiuo v Ono Venereo Mercurio, e per aVVentura gli altri Planeti conosci uti, in

torno at Sole. Stam palo che si a questo iratiato, che in sorma d avulso mando a tulit i silo Sosi e male matici, ne mandero una copia at Seronis S. G. Duca, insieme con un Occhiale occellente, da potor riscontrare lut te queste novis h. Inlanto supplico V. S. I. che Con opportuna occasione saccia in mi Ono me umilissima riverenZa a tutio te L L. ΑΛ., e a let con ogniduvoχione bacio te mani, o nella sua gra in mi raccomando.

i) 1l Nuncius Sidereus, che venuo in luce nui primi gloriat ili MarZ0. c

torno i quali non aveva sorse eoneret aio ancora qu gli argomenti, con cuivi leva accompagnariae t 'annunZio: o cio riscontra colla distribugione dolium a iuri 3 n l Nun Zio Sidereo , dove clo cho si riseri seu ni satelliti di Gio est trat tuto da ultimo.

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Lo ricerca se debba denominare Cosmici o Medici a Sidera i Planetiscoperti intorno a Giove. - Λ questa risponde ii Vinia con sua del 20 det-to, autogras a sine litoὶ nolla Palatina , partoci panilogii che sarebbo pii gradita in corto la seconda denominaZione sil).Νon prima di jeri Son tornato da Veneχia a Padova. od ho riti ovata in casa una di V. S. Illustrissima, giunta ilgi Orno a Vanti, plena, Secondo it costumo suo, di coriosissimo assutio, ne ita quale mi illi conto dei replicato uni io per lareintegra ione deli' avere intero di questo mi O povero Servi tore, ii quale si rili ova in eth, ed in mani era tra agitato da una gravissima indispost ione di dissicolla di Orinare, chedei trenta gloriat det mese no consum a pili di venti in

letto: e gia Saria morio di necessita, se la sua buona condi Zione e sedet servilii passata non aves sero meritato, chei O lo sos tenessi per carith: egli rendo a V. S. Illustrissima gra io in sinite, ed in let sola ha ri poste luite te speran Ze; e io resto a parie de gli obblighi, che in perpetuo a verem Oalla sua benignit h. Quanto Ille mie nia Ove Osserva ioni, te mando bene come per a V viso a lulli i litosoli e malematici, ma non senλa gli auspicii dei nostro Serenissimo Signore ; per- elisi avendonii Dio satio gra ia di poter con Segno tanto singolare scopi ire at mio Signore la devOλion mia, o ildesiderio che lio, che ii suo glorioso nome viva at paridelle stelle; e loccando a me primo scopi it Ore it porre

l) MSS. Gai., Par. VI, T. 5, autograsa, edita pur queSta dat Fabroni, T. I. p. 22. e dat Venturi, P. I, p. 98. 2) Dalla precedente lettera abbiamo potiato conoscere come sino alla linqdi Gennato Galileo non pensasse a dedicare ii Nun χio sidoreo a Cosimo 1 l. noad intitolare da lui o dalla sua famiglia i nuovi Planeli. Ondo puo indui si eri sequeSlo Pensi ero gli fosso suscitato dalla citata responsiva dei Vinia dot 6 F0h-brato. che quasi glidio insinua, o lo sprona coti dii gli che te Loro Alluχχelo considerano Oramai quusi sopi clunulurale insegn0.

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LETTERE Iii GALI LEOi nomi a questi nuo vi Planeti, voglio, ait 'imita/ione de gliant iubi sapienti, i quali ira tu stulte ripone vano ii eroi piueccellenti di quella elu, in scri ver questi dat nome della So-

renissima S. Λ. Solo mi resta un poco di ambiguita, se iodebba consecrargii lulti e qua tiro at Gran Duca solo, denominanilogii Cosmici dat nonae Silo, O pure, glacchsi Sono appunio qua tiro in numero, dedicat gli alia fraterna colito me di Mediceu Sidera l . lo qua non poSSO , nsi debbo pi-gliar consigito da alciano per in Olli rispetii: pero ricorro a V. S. Illustrissima, progando la che in questo voglia dii mill suo parere, e porgerint ii suo consigito, essendo io corio, che ella, come prudentissima e intelligentissima dot termini delle gran corii, Sapris propormi quello che si di mag-gior decoro . Duo cose desidero circa questo satio, o di quoi te no supplico V. S. Illustrissima: l' una si quella Segre- te Za, che 3SSiste sum pre agit altri suoi negoχii piis gravi l ' altra si una subita ris p Osia, perclisi per tal ris petio solo soli altener te stam pe; restando mi da determinar questo punion set illo lo o nulla dedicatoria. Io torno domani a Veno Zia, do vo altendero la sua risposta, la quale polra, cosi placen-d Ole , rac comandaria at maestro delle poste , accio capitando in alii a mano non fosse inviata a Pad ova. Quanto at desiderio, che mi accenna V. S. Illustrissima di avore, di vellerquesie OSServa ioni, io non manc hero di sar si cho resti Servita tra breve tempo, e se inconti ora qualch e poco didissicotta per non avor altra volt a praticato io Strumento, alia pili iunga questo Giugno te leveremo tulte, do vendo io per replicato comandamento di Sua Alteλχ a Serenissimariti ovarmi costa. L 'ho occupata pili che abbas tanZa. Finisco di scri vere, ma continuo di vi verte devotissimo servit Oro. li Signoro laseliciti.

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Venetia, i 3 Marco 16 lu

Non prima che oggi, e ben lardi, si si poluto a vero al- cuna copia dei mio Λvviso Astronomico, tal che non ci blem po da poteriae sar legare uno per S. Λ. S., ma saris sor ach ' io indugi alia solli mana ventura, olt recti h mi bisOgna tornare a Padova per poter inviar l' Occhiale in sieme coni' opera; perchsi sperando di essere spedito sin qua tiro gloria iSODO, e di aver tem p O di tornare a Pado va o inviare ili ulto di tu, mi son lasciato irasportaro avanti. Tulla Via nonhO voluto mancare di in Viarne una copia a V. S. I. cOSi sciolia e ancora ba gnata, per Ogni bilon ris petio. IO non sO quanto si a per succedor facit mente at Seronissimo Graia Duca e a quei Signori di Corte ii poter tro viii i quailro nuo vi Planeti, ii quali sono in torno ulla stella di Giove, o con tui in 12 anni si volgo no in Orno at Sole , uia in tanto con moti velocissimi si aggira O in torno at me desimo Giove, si che it piu lento di loro in il suo corso ingior ni 15 in circa. Non so, dico, quanto salii mente Saran noriti Ovali, se ben mandero ii mio me desimo Occhiale occel

lentissimo, col quale gli ho osservati 2 ; percho a chi non o

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ben pratico et vu0lu nul principio gran paZien Za, non avendoctii agglusti lo strumento, e ben to sermi e stabilisca. Pero in lal caso, quando parosse a V. S. Illu StriSS. che per abbOndare in cautela io mi trassuri Ssi Sin costa in queste vacanguitella Settimana Santa, che sono 23 O 24 giorni, tu lo sa- rei: fulta via mi rimulio at suo consigito 1 . Se si potessedisseri re sino alla state, nol quat tempo saro costa per ubi dire at cenno di S. A. S., ii in diret altro; ma in tu ita las late iasi Giove nsi i quastro Plane ii si v edi anno mediante lavicinanga det Sole, nsi altro vacan Ze ci sono sino a quel tempo se non queste di Pas qua . Poro Sopra questo particolare aspellero ii prudentissimo parere di V. S. I., ii quale se sarh ohe io debba ventro, mi saris favore che io tro vi una lolliga a Bologna per il lune di della Settimana di Passio

ne 2 , perchsi di Padova polro partire ii veneriti avanti.

Quoslo in contro d' aver potiato con mani era tanto pol legrina, e da non se ne poter mai pili sperare una simile per dimos irai mi quanto si a io devoto servo dei mio Signore, mi si lanio a cuore, cli 'io non vori ei che da verun a dissiculta d' in toppo mi susso perturbata: pero V. S. I. non Simoravi gli se io i' lio a cuore, e se desidero che olla si aconosci ula e rice vilia per late quale olla vera mente se. ΙO non ho pili tempo di scri vere essendo nolle 3 , peris, 'On sargii revoren Za, con ogni devo ione gli baci O te mani,

o dat Signore Dio gli prego somnia felicita.

GΝ0RE. Onde ei pare di potere con certoZZa concludere, che Galileo tenendo sermn la sua promessa di dare at Princip0, ma sonZa determinaZione di i mpo, queli' antico ministro delia sua gloria, non se De si occasse altrimenti in vita Sila, o pei venisse solo ai Granduehi per fallo de' suoi oredi. se se vero clieit 1 oles copio, che Ora si conserva nulla Tribuna dul Mus o di Fironge, si a iiii 'sto celeberrimo di cui abbiamo pariato. i) E cosi piaeque ut Graii luca, como abbiamo daIla soprasitata r sponsi va dei Vinia, o Galileo si iras seri nolle vacanχ0 di Pn qua in Toscana. 2ὶ La isti tiga su mandata, come abbium a dat tu responsiva dei Vinia. 3) intendi: o sendo che parie la post R.

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compagna con questa una copia dei suo Nun χio Sidereo se uti Cannocchiale da presentat si ut Granduca, o chiodo cito alio suo scoporto si a data la piis pronia Ud est 'sa pubblicita. - Λ quesia. clivo sci illa prima dei ricevimento della responsiva ali' altra sua doldi 13, ris ponde ii Vinia in data dei di 30 con sua letiora autograsas in dita in ii 'Ila Palatina, o gli ris pondo a Firen e Merche silico egi ij calcolo che non poti ebbe tu lettera arrinaruli a Padova: argo montando gius tamente ii Vinia, eho at ricevimento doli' ultra sua del 9. responsiva a quella di Galileo del 13, questi si sarobbe subito posto in vi aggio.

Invio a V. S. Illustriss . la dedicarione dei qua stro nuo vi Planeti alia Serenissima e selicissima Casa Medici, sol looli auspicii det Serenissimo Graia Duca Cosim O II, nostro

Signore. La quale mando a S. Λ. Serenissima in sieme con

i) Inudita. - MSS. Gol. , Par. VI, Τ. 5, autogras a. Ιl Venturi, Par. Il, a pag. 332 e s gg. delle sue Memoris e Let e re θc., pub-hlica una lettera di Galileo colla indica ione: forse at Uinta. Scritia in torno alprincipio deli 'anno 1610. cho com incia come la presente, o Ia quat se Don o altro che ura primo sbOZZO di questa lettera stessa , che ora publilichiamo. Non sappiamo imaginare como it Venturi, cho ha esaminati l MSS. Palatini , non venisse in cogniZione di questa. 'iaccho non pilo supporsi cheavendo te enti ambe cono Scitate, aves Se presertio uia primo getto in completo alia vera e compita, e importantissima lettera, che qui rechiamo. Ora, qtaccho, por salto dolia della pubblica tono, ii detio fhOZZO ha proso postosi a te lettere di Galileo, e percho it cotis ronto Don o senχa qualche sod dissa tono. Io riporii amo no i pure in quo sto tuo go a modo di nota, cho ci oparso it temperamento piu opportuno in questo caso. Invio a V. S. Illustrissima Ia dedica ione dei quatit O nuo vi Planetire alla Soronissima se felicissima Casa M se dici , solio gli auspici do I Sereniss. Graii Duca Cosimo II, nostro S ignore. La quale mando a S. Λ. Sereniss. in sieme con quello sies O occhialo col quale ho riti ovali i Planeti o satiou tutio te ali re os servarioni; e lo mando cosi inornato e mal pillito, qualeu in Q l 'ave vo luito pur mio usu: ma da pol cho o stato strumento a si granduo sco primento, desidero che si a lasciato ti l suo primo stato, non Coti V u nendo che si rimova cosa ale una uelle vecchie, per Onorariae delle riuovou che non sono state a parte nullo vigilio e saliche delle OsservaZioni. Perou supplico V. S. Illustrissima a sar in in scusa in questa parte BPPreSSO S. Λ., si an Zi a pregaria a lasciario in questo stato, purcho non gliene mancheu ranno di altri ornatissimi. Sara ancora necessario che io si a scissalo suu l 'opera non esco suo ri stam pata con qu ulla magnisiicenda, che nila gran- t de Ea det suggetto si saria richi esto, essendo che t 'angustia dei tempo

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uia i , chiale assat huOno; se bene son sicuro di presentargii in breve eos a mi gliore. Scrivo in tanto at Sig. Cav. Enea I iecolomini una isti u Zione di molle a V versen Ze e circus lan-λe, che si necessario di osservare ne li' accomodare lo stru

mento per polor riti ovare i Plancit con minor dissi coli a ; e

ne traito con questo Signore, non sapendo Se V. S. Illu Striss . si a Per eSSere appresso S. A. S., O pure per trattenui Si in Firen Ze, e non Sapondo ancora se susse ui parere di V. S. Illustris s. che in re dubia io arrivassi sin costa, come Peria passata gli Scrissi, e no sto a Speltando Suo con Siglio. Saris necessario che V. S. Illustri Ss. saccia mi e Scuse appresso te LorO Alfe Ze se l' Opera non vieno suori stam- pala con quella magnificen a e decoro, che alla grande ZZadet Soggello Saria stato necessario; perci, si l 'angustia doliemps, non l' lia permeSSO, no io ho Voluto punio prolun gare la publica Zione per non correr risi eo che qualcho niti non l' ha pol messo , o l 'indugiat e o dissurire la publicaZione era coli mi ou troppo peri colo, e risico che sorse qualche altro non mi a Vesse Preoccu-u palo ; Onde mi sono resoluto mandar innan Zi quos lo avViso. instem0 con lau denomina ione dolio stello, per publicar pol in breve molte alii e partico-u lari osserva Zioni, te quali xo continovando di sare intortio a queste meis desimo cose. Resia ora cho si procuri che questa 3Zion P, Ia quale Der sua re natura o la piu eroica se sublime maniora di spiegare e piopagare allati oloria ita te glorie dei grati Principi, si a con Ogni maggiore SylPndoi Ρ, O gran- de Za rice illa dat monilo ; e per Ottener questo diro quanto mi occorru in

prima, essendo Veri,simo che la I Ppula Ziono com incia da noi me desimi, e che quello che V uole essere stimato LisOgna che sia it primo asi stim arsi; quando S. 4. Sorunissima per la sua infinita benignitu dara se- et O ili stimare in so stesso qu sto incontro, non o diabbio alciano cho non si solo lutti i suoi vassalli. ina Ogni ita tune ne sara Stima, no restera pennau noli' ali della sum a che non si occupi nulla gloria di questo salto. Stimosi in olire necessurio it mandare a molli Principi non solamente ii libro, mau lo strumento ancora, accio ΡOssano riscontrare la veritu della cosa: o inu quanto apparitene a questo particolare, io mi riit ovo ancora 10 occhiali. che soli. tra conto e Diu cho ne ho sabbricati con grande spe sa e sotico, si sono idonei a scopi ir te osservarioni ne i nuo i pia noli se nolle stello sisse:

u li quali saria mi O pensiero mandaro a parenti sed amici uot Serenissimore Graii Duca, o di gia me nu hantio salti domandare it Serenissimo di na- , viola, o ii Foronissimo Eletior di Colonia, o l' Illustrissimo e Roxerun- dis imo Sist. Cardinat dot Monte; domandar, dico. I'occhiatu instentu colu tralluto, ossondosi sparso prima assai il grido che l' opera. Gli altri 5 eliu avrui volenti stri mandati in Spagna, Francia, Pollonia. Λustria o Urbino, quando avus, i avitio, col favore det Serenissimo Graia Duca, tale ingresso

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