Le opere di Galileo Galilei

발행: 1842년

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ito illio mandata suori in forma di a V iso, sertito in mag-gior parte menire si stam pavano te cOSe precedenti, conproponimento di i istanaparto quanto prima con molte 3ggiunte di alii e 0sservaχioni: il cho si anco necessario sat si perchsi 550 cho ne hanno stam pati sono gia an dati via tutii, an i di 30 che ne do vovo avere non ne ho avult altro clie 6. Iasi Voggo verso di potero avore it resto, avenilogii lasciati in Venegia in mano dei librato, perchsi Vi manca Vario asiam par te figure in ranae. Questa seconda volia credo chelo saro in lingua Tos cana, si percho, Oltro at librat, ne sono pregato da molli altri, si ancora perchsi credo chele inu Se t Oscane non taceranno in c0si grande occasione legi orie di questa Serenissima Casa, perci,si sin qua SODO Il- cuni che Scrivono in questo proposito: c tali componimenti Si polranno prefiggere ali' opera. Ιo pol vo de scri vendo attre

i con questi Principi, che io potessi sperare che la devoZion mia susse ri-α mirata e gradita. Λ questi tre Signori, che me tu sanno domandaro. manu dero lo strumento e ii ii altato sonλ' altro; como auco ad altri Principiti che lacessero l' istesso : ma agit altri nominati non vlggo come io potes Sia sar cib senZa qualche favore Ole indiri χλο dalla banda det Serenissimo vi Gran Duca. Poro in questo caso supplico V. S. Illustrissima dei suo conti sigito e favore, ii quale staro attendondo quanto prima, prometiendo mio ed assicurandomi, che olla mi si a per incam minare per la piu Onorevoleu strada che ci si a. Sara anco necessario tra brevissimo tempo ristam pareu i 'opera compita con mollissimp osset VaZioni, te quali vo continuando, eu con molte e bellissimo figure lagitato in rame da valente uomo, ii qualere ho gia incaparrato, o lo conduco muco a Padoxa : pur ii quali disegni sio rappressentino a capello te figure di tutia una lunaZione , te quali sonore cosa mirabile da vellersi, e di pii, molle immagini celesti con tulte leu stello che veramento vi sono, lo quali sat anno pist che dieci volto tanto a che te conoscitate sin qui, ed appresso lutio nove lo costellaZioni, che si si qui sono state credulo stello nebulose, o in os solio sono gruppi di assaissimere Stelle unite in si me : spero ancora elio axi o potulo definire i periodi deire nil ovi planeti. Questa credo che bisognera sarta 10scana, sendo ne da mol- ιι tissimi stato richi esto siti qui, Olli e Gu non credo che siano per mancar vi multi componimenti di tuiti i poeti toseant, gia cho so che qui sono diu belli ingsegni che seri votio. 0uosia seconda edigione aurei grata desideriou che susse falla piis proporZionain alia grandeχχa det Padrone che alia d0- holeZZa dei servo: pero in lutio mi rimetto at conni di S. Λ. 3Ii o sorgao risia mparo anco I ' usu dol Compasso geona trico , non su ne ii Ovando piuri copie, e sabbricandosi continua mente di questi misel Compassi, dei quali Sin ora no sono passali per te mi e mani piu di 300, e me ne velagono continuamente domandati da varie bande M.

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90 LETTERE DI GALIL Eoo stellaZioni, o x Ogli O di segnare te saccio dolia Luna di unperiodo intero con grandissima diligenZa, e imitarist a capello. perelisi in vero si una visi a di grandissima meravi glia: o it iusto bo pensistro di sar lagitare in ramo da ar- id si est eccellento. ii quale ho di gia app0s fato e incaparrato

It molo si si alo od si grandissimo. 0 il pensiero si piacluto in sinit amento, o io Son Sicurissimo, che conoscendo Id dio bono dei io l 'ardoniissimo assulto se devoZion mia Verso

it inio Clementissimo Signore, gia che non mi avea sation si uia Virgilio iasi uri O muro , mi si voluto esser donat iredi uri alti O me ZO non men a peregrino ed eccellente Perdeo antare ii suo nomo, registrandolo in quelli elerni annali. Una solo cosa diminuisco in gran parte la grandeZZadi quoslo in contro, sed si l 'igia ibi lila o has se In det Can-ostili oro: fulta via it nobilitario, Illustriss . Sig. Cavali 0re, si non mono in mano di S. Λ. S., che si a Stalo in mia ii mos irarsegno delia mi a devotissima osservari Za: no io dissido punio delia sua in sinita benignita, quat volsa non mi manchi una diquelle cause me die, sen a te quali ordinaria mente non muO-vono te cligioni primo: nsi di quesio disporo, angi salila mentem e n 'am do. avendo I 'appoggio e it favore di V. S. Illusiris s. alla quale io non VOglio soggiungore altro se non te ultimo parole, clie tui mi disse quando i inest passati ne i Pitii milichnyiai da let, cho suron questu: Galileo, nolle lue Occorren e o assari irat in meco, e non con altri. Parini necessario, Olire alle alii e circuSpe ioni, per man-

tenere e augumentare ii grido di questi scoprimenti, ii sare che con l' ossutio stesso si a Medula e ricianos eiula la verita du

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piu personu che si a possibile: it clie ho ibito u vo facundo in VeneZia e in Padi,va. Ma perchis gli Occhiali usquisitissimi

i 0 ira piu di 60 satii con grande spes a e salica non no hopoluti eleg gore se non piceolissimo numero, pero questi pochi avovo disognato di mandat gli a graii Principi, e in particulare at Parenti det S. G. D. : o di gili me ne hanno satii domandaro i Serenissimi Duca di Baviera o Eletioredi Colonia, e anco l 'Illustriss . o Reverendiss. Sig. Cardinald et M in te; at quali quanto prima gli mandero insist me col

non mi venendo maSSime domandali: e Sen Za strumenties luis ili non si poSSOno vellere te cOSe Piu importanti, e

sino aversi da alti a banda; perchis avendo io satti vellere diquesti mi ei poclii Occhiali a diversi Signori Oltra montani, ii quali ne hanno x eduli assai in Alemagna, Fiandra, e

Francia, Sono res tali stupili, e assermano ii altri vellulida loro esser bagallelle in propor ione di questi. Poro ancosopra questo particolare desidero l' aiulo e it favore di V. S. Illustris S., la quale do vera scuSarmi delle lante molestie, considerando che it mi O sine non tende ad altro che almante uimento di questa grande impres a concer neu te ni Serenissimo Nostro S ignore, per la quale ho passa te la mag-gior parte delle notii di questo iuverno piis at Sereno e aldiscoperto, che in camera O at suoco. Supplico per tanto V. S. Illustriss . a scus armi e perdon armi se imi se pili dei conveniente la molesto: e se non gli mando adesso hin Occhialen Ou Se ne maravigii, perchsi ne ho appena tanti per ii bi

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sogno desto di sopra, o l 'indugio sara compensato con latu maggiore uocellen Ia, perchi, gliene duro uno quale ancora non se ne son salti di tali: e alia mi a Venula costa questo Giugii 3 1 portero ut G. D. in questa materia cose di in sinito stupore. D tempo di sinire: gli bacio con Ogni umili, lomani, e nella Sua buona graZia racco mando tulto l' esse rinio. li Signore la feliciti. P. S. L' alligata sun a mansione si per uadam a Serenissima Mailre dot G. D. : la progo a sargii sar la mansione. Percho non Vorrui prender qualche errore 2j

si in Non sap0va ancora Galil o, como abbiam dotio in principio, s0 ii Granduca lo avesse dosiderato, come pol ii Vinia gli dichiara, nolle vacati odi Pas tua. 2) ll dubbio di Galil eo se sui litoto che, pser la v d vati Za, com Pei NSU aliora a Cristina. La lettera alia medesima, dolia quale qui si paria. ci manca.

Gli accompagna colla presente ii Nun io Sidereo e ii Cannocchiale che gli trasmei te per me Zo det S gretario Vinia. Ome abbi amodalia pro sedente di questo medesimo gi Orno.

Mando ali ' Λlt0χga Vostra Seronissima ii mio Λ viso Astronomico, dedicato at suo felicissimo nomo: quello choin osso si coniunga, e l 'occasione doli' in scri verto a Lei ve di a d alia dedicatoria deli opera, alia quale mi rimello per non iediaria duo volle: solo con questa con ogni umittat' inchino, e reverense mente gli bacio la vesta. augurando lida Dic, it eo lino di felicita.

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Dice d axor salso, a convinci menti, do'suoi a, versari, ire legionipubblictio in materia dei Plandit Medi esti. Parta a lungo e gli tra-scrivo i litoli dolio opere, tu quali sta modi lando, e che spera dipubblicare, se ii Granduca stipendiandolo ut suo servi io gli uno cone d ru l 'oZio nocessario. Insisto sulla pronia risoluχione diquesta irati aliva, percho dice di essere in tuiti i modi risoluto amettere ii chiodo allo stato futuro uolla sua vita. - Ii Vinia nella sua responsiva del 22 det mese fautograsa, inedita, nella Palatina lo assi cura della prolatu conclusione dei negoZio.

strissima. ho sat te ire te ioni pubblicho in materia dei qual-tro Planeti Medicet, o delle alti e natu osserva ioni, ed aVendo avula l' udien Za di tutio lo Studio, ho salto restare in modocia Scheduno capace e sod dissatio, che sinat mente quei primari me desimi, che erano stati acerbissimi impugnato ii, econtrari assertori alle coge da me scrit te, vellendosela sinal mente disperata e perdula assatio, costretii o da virtu O da necessita, hanno c0ram populo detio, Ssi non Sola mente e S-Sere per Sua Si, ma apparecchiati a dii eniter e sos tener la mindolirina contro a qualunque silos Oso, che ardisse di impugnaria, sicci,si te scril ture minacciate Saranno assoluta mente Sua nite, come si s vanito lutio it concello, che questi taliavevan O sin qui procurato di suscitarmi contro: con Speranga sorse di esser per Sosi enerio, credendo cli' io atterrito dalia loro autorith, o sbigottito dat profluvio dei loro creduli Seguaci, sussi per ritii armi in un cantone ed animu-tirmi: ma ii negorio si passato tutio it rovescio, e ben con-

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lutio tu parti cole conte nutu ne i mi O libro, Sen a pur contradit ire o dubitare in una sola minima cosa 3): e credapur V. S. Illustrissima che t 'istesso a V oriano anche pari

menti delio da principio i ldii orati it 'Italia, s 'io sussi sta lo

POSSiam a credere, che li altri Principi circonvicini d 'Ita lia con occhio uia puco piu torbido rimirino la eminen a epoture dei nostro Serenissimo Signore, che gl' immensi te- soli u sorχe dei Mosco, o det Cli in usu, por tanto intervallo remoli. O in il nego i , si qua in is talo late, che t 'invidia ora mai non ha piu ait acco di abbassario col convincertocli salsilis, nsi pure anche col metierio diibbi O. B.e Sta a not.ma principalmente a ' nostri Serenissimi Padroni, di Sosi0nerio in ri puta ione e grandeZga col mostrare di sui ne quella

sὶ Fra gi' impugnatoli delia esisten Za dei Satelliti di Giove surono principali suo questi son dei numero di quelli che si riti alta rono, come l 'Λutor dice di sopi a) Martino Horky bo'mo, Francesco Sin florentino, e Cesare Cremonino da Cento: ii sucondo dot quali spinso it suo dolirio sino a n0garsi di

acci stare I 'Occhio at tulescopio, prolestando che questo non avrebbe maiDoluto largit Vird ' o cosa, che, sucondo lui, era impossibile che esistes, . Uu 'si' imbecillo su strangolaio ed arro talo in Parigi ii 1 Luglio 16lη pstra vel Sula voluta Prendere col re di Francia in materia muno innocente che una disquisiχione flosolica. Galileo sil0gno giustamentu di rispondere at libellodi questo pover' uomo, intitolato Diauoia astronomica. opticu, yhysica cc. U

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stima, clie a cosi segna lata ni vita si conviviae, essendo olla in essello stimata per latu da tuiti quelli , che ne par-

lania con sincero animo.L' Illust rissimo Si nor Ambasci ador Medici mi scri veila Praga non ussere in quella Corte Occhiali se non di assai mediocre o mcacia. e Percio me ne domanda uno, nVan-Zan domi essere desiderato da S. M.; o mi scri vo che io lodebba sar consognare in Venogia at Segrotario dot Signor Residonio, accio lo mandi Sicut O. Io puro intendo cho dulto Segretario non ricevera , O mandera cOSa alc una Son Za Ordine di V. S. Illustrissima : pero contentandosi S. Λ. che ione mandi per tal via, sara V. S. Illustrissima servita didar ordine in Veno ia , che si an rice viati e mandati. In tanto non me ne riti Ovando degli osquisiti , vedro di condurne asine illa Paro O duo, sebbene a me si grandissima salica, Iasi io vorrei esser necessitato a mostrare ad altri it modo ero di lavorat gli , se non a qualcho servitore dei Graia Duca , come per alii a te lio Scritio. Pero , e per altri ris pelti incora, e principalmente per quietarmi di animo, desidero grandemente la risolligione doli' altro negogio statomi pili Volte accennato, ma particolarmento da V. S. Illustrissima ultimamente in Pisa l) : perchsi sono in iusti i modi risO- luto , Vedendo che Ogni giorno passa uia giOrno , di metiereii chiodo allo stato futuro dolia vita che mi av3nZa, edat tendere con ogni mio potore a condurre a sine i si ullidelle saliche di tulit i misti studi passali, dat quali p0sso Sperat ne qualche gloria. Ε dovendo ira passare quelli anni che mi res lano O quio in Firen 10, secundo che placera at nostro Sereni Ss. Signore , io diro a V. S. Illustrissima quello che ho qui, equello che desidereret costis, rimetiendomi pero Sempre alc imandamento di S. Λ. S. Qui hi, stipendio sermo di si0

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LETTERE DI GALI LEO

rini 1000 l ' anno in vita nata, o questi si curissimi, Venen domi da uia Principe immoriale o immulabile. Piu di ali rei tanto posso guadaquarini da te Zioni privale, luti avolta che io v0glia log gero at signori Oltra montani : e quando iosos si inclinato agit avan i, fullo questo, e Piu ancora, pol rei metiere da canto Ogni anno col tenore genti luomini scolari in casa, col soldo dei quali pol rei larga mente manteneria. In Olli e t 'obbligo inio non mi sistia legato piis di sessaniamst ZZ'Oro deli' anno, o questo tompo non cosi Siret tamente, che per qua lunque nato impedimento io non possa, Senda alcula pregiuili Zio. interporro ancho molli glor ni vacui: il re-Sto dei tempo sono liberissimo, o assoluta monte mei juris

Ma perelisi e te legioni privato , e li scolari domestici misarian O d' impedimento e ri tardanga a ' mi ei studi, voglio daquesti lotat mento, ed in gran parte da quelle, Vi Vere e Senie : pero, quando io dovessi rim patriare, desideret ei che laprima in len ione di Sua Allo ga Serenissima susse di dat miogio e comodita di potere lirare a sine te mie opere Sen Zaoccuparini in leggere. Nd vori ei che percio credesse Sua Alfeλ a che te mi e sa- tiche su Ssero per essere men prosi te voli agit studiosi dolia Prosessione. che an i assoluta mente sariano pili : perci, si nolle pubbliche l0λioni non si pilo leggere altro che i primi elementi , per i l che sono molti idonei, e tal lettura si solod' impedimento, o di niuia a julo at condurre a sine te operemio, te quali ira te cose dolia professione credo che noni 'ri anno i 'ultimo luogo: per simile ris petio, Sic come io repuleret Sempre a nata somnia gloria it poler leggere a' Principi , cosi nil' in contro iO non vor rei aver necessitis di leg-gere ad altri. Ed in somnia vorret, che i libri midi, indiri 1ati se in pro at Serenissimo nonae dei inio Signore, sus Sero quolli che mi guadagnassero ii pane : non restando in tantodi consuri ro a S. Λ. tante e tali in veligioni , che mi Se niuna iro Principe ne ha delle maggiori , delle quali io non Solo

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che si presentassero: oltroclisi in quelle in Ven ioni, cho dependono dalia mi a professione , poti a QSSure S. A. Si cura dinon essur per implegare in alc una di osse i suoi danari inultimento, como per avventura alti a volsa si stato salso e in grossissime scimine, e i si anche per lasciui si usuir dat lomani qua lunque ii OVato propos togii da altri , che voramento susse utile o belli . Io dei secreti particolari, tanto di utile, quanto di curiosi lis ud ammiraZione, ne ho tanta copia, che la Solat Poppa abbondan a mi nuoce, ed ha Sum pre noctulo, P Γ-chb se io ne avessi auuio uti solo, l' avrei Stimato in alto. o con quello sacen domi innanZi pol rei appresso qualchstprincipe grande aver inconirata quella ventura , che sinora non ho nsi incontrata , nsi ricercala : mutuna, lon9eque admirabilia apud me habeo : ma non possono Servire , O Per diri legit O , eSSere meSSi in opera se non da principi, perchisessi sanno e sos tengono guerre, sabbricano o disendono sor-le Ze , o per loro regii di porti sanno Superbissimo Spese, unon io, o genti luomini privali. Lo opere che ho da condurre a sine sono principalmonte : duo libri de systemate,

Seth constitutione universi: concello immenso, e pleno disil Sosia , aSironomia , o geometria : ire libri de motu loculi, ScienZa inferamento nuOva, non avendo alcian alii O, nsi antico iasi moderno, scoperto alciano dei mollissimi sintonat ammirandi, che io dimostro ossero nui movimenti Da turali o ne i violenti : ondo i O la possci ragione volt SSi ma- mente chlamare scion a nuova , o risi Ovasa da me sin dasuoi primi principii: tro libri dolio muccaniche, duo nil notiti alle di in is trahioni dei principii o sonitumenti, sed uno dei problemi; o bencho nitri abbiano sortito in quos in medu- Sima materia, luti avia quolio che ne si stato Scritto tin qui iasi in quantilis, no in ultro. o ii quarto cho ne Scrivo i

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composilio ne continui, de uni multum m ilibus; sed altri ancora. ΗΟ anche in pu usistro di scri vero at cuni libri attenentiat soldato, formandolo non solam sente in idea, ina inse-gnando con rogole molio usquisite iusto quello che gli si ap- par liene di sapere, o che depende dat tu mate mali che; com '

metrico dedicato a S. Λ., non se ne ii ovando pili copie; ilquat strumento si stato latinente abbraccialo dat monito, che Veramento adesso non si sanno altri strumenti di questo genere, ed io SO che sinora ne sono stati sabbricati ali uno mi gliata 4 lo non diro a V. S. Illustrissima quale occupa ione mi Sia per apportare ii seguir di osservare, edin vestigare i periodi 0squisiti dei qua tro nia ovi Planeli; materia, quanto pili vi penso, tanto pili laboriosa, per ilnon si dis Separar mai, Se non per brevi intervalli, i 'unodali' altro, e per esser questi e di colore e di grandeZZam Ollo simili. Sicelisi, Illustrissimo Signore, bisogna che io pensi adi soccuparini da quelle occupa ioni, che POSSOno i ii ardarei mi ei studi, o massime da quelle. che altri pud sare in cambio nato: puro la progo a proporre alle I L. ΛΛ , ed a

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