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si, modestina queste coiis id ora Itoni, od avvis armi pol la loro
In tanto non oglio res far di dii tu, 'Oilio circa lostipendio mi contentero di quello obe ulla mi accenno in Pisa, essendo onorato pur uia servi fore di tanto Princi P0 IJ; e sicco me io nun Soggiungo niente sopi a tu quantita, cosi son sicuro che, do Vendo io levarini di qua, tu honignita di S. Λ. non mi in ancherubbe di alciana di quelle co-modita. che si sono u Salo con altri his ignosi anche me nodi me, o puro non ne parto adesso 2 . Final mente, quantoni lii olo o pretes o dul mio servi λio, io desidereret, Olire alnome di Malem alico, che S. Λ. ci aggiugia esse quello dis itososo; professando io di avere studiato ptu anni in sit Sosia, che mesi in malematica pura 3 : nulla quale qualprositio io abbia salto, e Se i O possa e debba meri lar que si O tilolo, polro sar ve duro alle I L. Λ Λ. quali olla si a di lorpiaciment O il concederint campo di poternu traiiare alia presen Za loro con i pili stimati in lal sac0lia. Io Scrillo iungamente per non aver piu a ritOrnarusopra a lal materia con suo nuOVO tedio; mi scii si V. S. Illustrissima, perchsi sub bene questo a let, che si consueta a maneggiar nego i gravissimi, parrh frivolissimo e log giero, a me pero si egii ii pili grave che i O POSSa incontrare,
concernendo O la mutaZione, O la consermagione di tutiolo stato e l 'os Ser mi O. Λ spetiero Sua riSpOSta, e in tanto , supplicandola ad inchinarsi uinii mente in inio nonae a LorOAlte Ze Serenissime, hacio a V. S. I. con Ogni re Veron Zale mani, e dat Signore Dio gli prego somnia felicita.
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pria si a bastam se a dat gli adito oppresso la b 'nignita dis. Λ. S. e alia corioso intercussione di V. S. Illustrissima i ulla via ha voluto die io rusti onorato di accompagnaruit suo componimento e la sua luitura Sino allu mani di V. S. illustrissima , accio clio da quelle pol trapassi conmaogior favore in quelle det Seronissimo Graia Duca. Λquesto ulli io non Occurru che io aggiunga preghi , per non defraudare alia coriusia di V. S. Illustrissima o at merito deli' opera o doli' autore. Pero sen ' alli O pili, con ricordarmeli Servitore deVO-li S Simo, con Ogni reverenχa gli bacio te mani, e dat Si
Parta dolia quo scoportu si ride di3'suoi contradditiori .
Mando a V. S. l' Λvviso Λstronomico domanda fomi dat ei, accio possa con suo com Odia vellerio . Duello che miscrive in proposito di cisi cho dico no i malomatici di costi. mi viene sci illo da alti e bande ancora , o su simit mente pensi ero ii 'aliri qui circumvicini, at quali coi sargii io ve-dere lo strumento e i Plano ii Medicet ne si rimos sa Ogni dubita tone. Il simile pol rei sare ancora con i remoti, Se potes si abboccarmi con loro ; bon si vero che te loro ragionidi dubitare sono mollo frivole o puerili, potendo Si perSu3dere che io Sia tanto insensato che con to sperimenta recento mila voltu in conto mila stollo se alii i oggotii it mi o
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; Vervi conosci ut s ; o ituro, chu io si a cosi stolido, ohu sunχη necessita alciana abbia voluto meitere la mi a repula tonuin compromosso e bur lare it inio Principe. I ' occhiale si ar cive ridico , o i Planesi Medicet sono pianuit, e Saraiano sempi u come gli altri : hauno i loro moti velocissimi in- torno a Giove , si cho it piu tardo sis it suo cerchio in quindici gloriat in circa. II , sequi talo di os servat gli . O S - uit , ancora, sebbene oram ni per in vicinan a dei rag id et Sole comi iacui anno a non si poler vellero piu per qui l-
pari in me flui si, come ho salto io, a Scri Vere, O non com- metiere te parole at vento 2 . Qua ancora si aspella vano 2 che mi vole vano Scri Vore contro, in a sinat mente Sin ora non si si velluto altro, che una Scris tura dei K pluro, male malico Cesareo 3 , in conserina dione di lutio quello cholio scritio io sen a pur repugnare a uia i Ola : la quale Scrit iura si ris lampa ora in Veneria, e in breve V. S. la Vo-dra, Sic come ancora velli h le in te osserva Zioni molt O pluampliate, e con te solithioni di mille instange, henchsi frivolissimo ; ma fulta via bisogna rimu overte, glauchsi ilmondo si tanto abbon dante di pOverulli. Non Salo piis lungo con V. S. ; mi conservi la sua gra in e mi Comandi.
i) O maligni o ignoranti, la piis parte dei professori d' astron imia, maledicendo, come o satale condi Zione di questa vitiana natura, la nuOva gloria otio sorgova ad ossuscarli ad abbatiere te loro antiche crudeli 0, prodi-oarono gli annunZiati Planeti come uri' apparon Za O accidentale o destramento procacciatu nul telescopio me desimo. No in cio sui otio soli i Siri u gli Hor-Ly. o altri lati p0verelli sex me dice Galileol, ma por uti curto tum po taliani anche dei maggiori barbassori, si a i quali lo siussu Cluvio, come a remoluogo di xurificare si a Poco. 2 Non tardo quari ad essere usaudito a maggior confusione degli si ossin versari e gloria sua.
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Non mi occorro con in presensu alii O Se non accusar larice vitia dolia gratissima di V. S. I., per la quale insendo laresoluZione di Loro Alle Ze Serenissimo, e ne staro attendendol' ultima Zione, sicuro che tu LL. ΛΛ. o V. S. I. averanno Ogniragionevole riguardo allo Staio che io lascio, e che lascinio non to posso pili riti ovare. Io sono tanto flanco dat rispondere a lante let toro che da lante bande mi sopi aggiungono, che soli meZZo mori O 2 : pero con sua buona gra i a fini rocon sar umilisSima reveren a a LL. ΛΛ. SS., o a V. S. I. hacio reverentem ense te mani o dat Signoro Dio prog0 somma felicitu.
ni sponde a tin'altra det Vinta dei 5 Giugno , che gli re cava in delitii-λione dol negoZio relativo at suo ri tortio in Toscana collo stipendii di 1000 seudi siorentini l ' anno, e collo alti e condi Zioni da esso Galileo richi este. Invoca Ora tin' anticipagione di duo annatu doldullo assognamento, per corri spondere ai cognati parto dei dobit det fratello Michel agnoto per conto delle doli delle sol elle.
La lettera limauissima di V. S. Illustrissima scritia mi ultima mente non mi su res a qui in Pad ova se non it sabaiopi OSSimo paSSato, Sicchsi ora trascors O di uia giOrno it tempo
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χione dolio I L. ΛΛ. Soronissime, o ricercando mi olla supra cibi 'ultima naia o specificata delibera Zione, te diro che a quantolo LL. ΛΛ. Surouissimu hanno stabili io si circa lo si is studio, como circa il litoto, ni stille o poco sono per domundare clivsi aliori, come quello che altro non mai ho desiderato chol 'infera satissa ione dolle Loro Λli 0χχ0 Seroni Ssime: e que- Sl O poco Si ristringe a stabilire se specificare la mi a condo laeSsere durante la visa mi a , sic como in vita sero condolio qua, Se com in clavo it servi Iio at prossimo Gitobre venturo; o circa il liloto, placendo alle I L. ΛΛ. Serenissime di nominarini Matomatico primario dolio studio di Pisa 2 , desiderocho pur fulta via mi resti it litoto non solo di Filosofo dolSerenissimo Graia Duca, ina di Masematico ancora. E SOpra quos o mi sermo, o di tanto ne do certa e ri soluta parolan V. S. Illustrissima, accio possa ultimare se esse liuare quot locho resta: it che stimo otio Sara hono che segua quanto prima, perchsi avenit cuni it Seronissimo Gran Duca comandatocho io fossi costa questa state, io potes si lib0rarint di qua con Ogni presteZZa, o irasset irini a Firen Ze senZa avor piubis0gno di i ii ornar qua di nuOVO. Circa pol it risiam paro ii libro in torno ai Planeti Me dicet, giudico che si a bene a spoliare it ri torno di Giove su ridet raggi det Sole, per poterio Osservare ancora mattulino, o por noli 'Opera molle osset vagioni falle in questa costilia-Zione, Olire a quelle che ho salte di piis munire si stato ve-
l) li procaecio da Vene1ia a Firen Z0. e viceversa. saeuua vi aggio una volin por sultimana. 2ὶ Paro clio questo litoto di matvmatico primarii, dolio studio di Pisapli fosso dolo pur papario colla cassa di quella Univorsi tu o ri parminr il i0- soro dot Graii Duca: lo otio pol soli pose Galileo a multo molestio, quando i suo i axversari, cho cui cavano ogni mari iura di nuocor li, prolusiarono estoli Principe non pol ova assugnaro la proxuisione ad uno, ii quale non leget 'vati 'li' Univorsita, o cite quiuili o Galil o insegnasse in Pisa tu mutomatiche . Os isse spostliato dolio stipendio. da n, verti ru cho tu oti irato dolio studio Pi- Sa Provoni vatio ualla Decimo . cho pugavano uli Oileiti stabili destit occl0siastici Toscant.
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spei lino, it qualo ho positio vellere benissimo, insium e coni sucii Planeti aderenti, lino a ire sulti mane sis. It istin podi poterio ricominciare a Vedere Orientale mal tutino Salaira meno di duo nausi, o Si Vedra comoda mense duo oro a Vanli giorno. Fraiianio andro seguilando tu mirabilissimo osserva ioni o descriZioni della Luna, la quat vista avan χ aluito tu maravi glio: e massimo Ora chu ho perseZionato mag-giormente i 'occhiale, si eclisi scopi O in ossa bellissimi particolari.
Questo stesso tempo mi basterii ancora per ampliaruit irat lato, ne i quale voglio inserire tulit i diibbi, e tutio lodissico ita statemi promosse, insistino con te loro ri Sposte es illi ioni, acci occlisi ii tuito resti indubitatissimo, sicci me in osse ito si non solamento vero, ni a pili di quello che ho det too scrilio. Νon Oglio restar di sar sapere alle I L. Λ Λ. Sore ni SSime, come lio con diligenZa Osservato piis volte in torno a Marte e a Saturno. vellendosi ambo duo la mattina avaritigi Orno, o in esset to non Vuggo chu abbiano altri Planeti loro assistenti: cosa che mi si di sommo contento, po ichsi possia ino sperare di d Over essere noi soli, o non altri, stati gra-
Se te L L. ΛΛ. Serenissime avranno satio Ordinare in Venegia che mi sieno conlati gli scudi 200, che mi scri voV. S. Illustrissima, Veri anno opportuni o per la spes a dellast impa, se mi tral ferro qua tanto, O per la condolia mia edelle natu robe, o per parte det ris arci mento dei danno, chesentiro nul dissar casu qua, o risaria in Firen Ze, ii quale non Sara leggiero, o in questo caso io flesso pol saro la
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LETTERE Di i , Λ Ll LEO Res fami sit nolinunte di significare alle Lib. Λ Λ. Serenissime comu per ridui mi in Persei Sti l O di quiete di mente, mi bisognoria liberarini da alciani Obblighi che lio, o in particolare con duo misti cognati, per il resio che do veri a per sua parte pagar loro mi O si asello, avendo io sborsata la
lui, o osso non si si ova in sacolia di poter salis sare at suo do bito, si sorλa che sol tentri io per lui. Pero mi Sono prO- messo ianto dalia benignita dolio I L. ΛΛ. Serenissime, chuquella comodita, che ad altri molle voltu hanno satia, o i Opiu voltu ho ric evula qua da questi Signori, mi deliba, Supplicandi ne tu i O. esser concedula: e questa si l 'imprestitodello stipendio di due anni per do verto Scontare ne' prOSSimi luat fro venturi, o cio domando io per graχia specifica delia loro in sinita cortesia, dalia quale sola intendo di riconosceria, o non da alii a condi ione; avendo io, come da principio hosci illo, sermo proponimenio di non mulare arti colo alculi avssen tale di quelli, che dati' assoluta deliberaZione doli 3LL. ΛΛ. mi sono Siali proposti Λltro pili non suggiungo in questa materia , ma Slaro attendendo da V. S. Illustrissima quanio prima lo stabili-munto e t 'essotiua Zione det negOZio, per xenii mene PDi Suhilo a servire e riverire presen Ziulmen tu i misti Ser 'nissimi Signori e Padroni naturali, at quali in tanto reverentu ni' in-chino, u a V. S. Illustris Sima con Ogni spirito bacio te mani, progandole dat Signoro Dio ii compimento di igni suo
dissideris .il' illust: ni v via via molia parto delle maturie in quolio conte nutu, o percito in quanto at satelliti di i iove gli manco quiete o tempo Por spingere Mndo se puto va i suoi si viij, o stabilirtio la tuoria. Ogni di pili intortio questo argomento se da uoi stato discorso nulla illustra ione du'suoi laxori, da noli u lituiti, in torno a questi via noti. ij i. alii 'o pago la partu dei si alello, ma non sun a quo relai sene A, νη-m 'ni Q cori it m desimo, como alibi amo da alcune responsi 0 di us o Mi lic- ox Dolo. Dello is tali si se usu pur I assoluta impoten a.
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Parta di una erit lana illoro donatapli dat Granduca ; es clama contio pii avvorsari delle sue scopertu celesti, o ptione conseritia i 'im Portaura col trasmet turgii copia d' una tollera pervenuia gli dolia Corte di Francia.
Ilo inses 3 per la cor lesissima di V. S. illustrissima do' a 2 stanto, resami sola mente ii 19, la rice vitta delia vergit et Iad 'oro: o quanio alle ire sita di Collaria, che avexo sortit Odi esser per mandat gli, mi ri solvet in ii uel cambio di man-
iὶ MSS. Gal. , Par. Vt, T. 5. autogras a. Quos ta lutiora mancante del-l' invi luppo, sui quale ora sci illo I 'indiri χχο, o sequata n et Catalogo Palatiri como sorsu dirotia at Vinta: o colla inlli 0la χione at medus imo se stam pala nullaedi Zione di Padoxa, T. II, p. 560 e sogg. Erronea initiola Zione, percho lalollera o a Vincen/0 Gi igni, segretario particolare di cor tu, come o provolo da una loliora det medes imo dol 5 Giugno, pur ossa ira i MSS. Palatini, alla 'tale Gallico ris pondo appulito colla presente. Di questo errore non Sotio imputabili pii oditori padoxa ni chu: non conos cevano la missi, a d 'l Giugui imputabilissimo O il Nolli, eho pos edondo se citando la tollera dul Giugnis ii. 220ὶ se gutta a rite nor la presente comu diro ita at Vinta. In errori ditat genere, o in cita Zioni improprio di questi me desimi docum stilli cli' i possede a, e dulla cui preserva ione d 'altronde dobbiamo esset pli sen/a lino obbligati, o se gli caduto assai di frequente. Dali' autografo palatino abbiam corrotli assai tu glii dulla odigione di Pado va. 2j I 'edi Zione padoxana dico 15, e I 'omenda ione da noi salta suli autO-
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sia salio it conio co' Pinnuli Medicet; in proposito de' quali. mi par di dovor dire u V. S. Illustrissima iacchis isti mi
lissimo vas fallo, at qualo has lava, per acceriai Si delia Verita di questo fullo, i 'os serva ione di tro sere sola mente . non ch0 di cinque inest, com0 ho salto continuamulatu, o che lasci Ogni illuba Zione, O Ombra di diabbio, perelisi aliora re- Sleranno quos ii 4'essere plane si veri, quando it Sole non