Le opere di Galileo Galilei

발행: 1842년

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Si no Ormai, per la Di O gra ia, vicinissimo ait 'ossur mis vituppali, da mille e mille inirighi, ii quali era necessariocho avanti tu mi a pari ita di qua iussero sciolli e spe diti. La prossima suffimana in vi ero i mi ei arnosi a Vono iii purcon segnarii at condultore, o it primo O il secondo ut Sol lembre, placendo at Signore, mi mellero in vi aggio per colesta Volta, e in carro Za mi condurro lino a nologita. lirusto det cammino, non comportando tu mi a in disposiχione cho io lO possa stare per si iunga o salicosa stra da a cavallo, supplico V. S. Illustriss . ad impetrarini dat Surenissimo nostro Signore tanto favore e Onore, che io possit sarto in una

delle sue lolligite, si come piis alii se voltu ho saltu, di chua S. A. S., e a V. S. Illustriss . turris obbligo particolare. Sono per arrivare a Dologian alii 5 di Sellembre, doue alloggero col Sig. Magini, male malico di quello Studio, convenen domi iratiar se eo di molli particolari Scrillimi da diverse partid'Europa sopi a li Duo vi Planeti, ii quali hanno promossali a gli uomini tanta confusione. Ma tufio in sine, per gra-Zia Divina, a es alta ione e a grande Za di un tanto Scoprimento. Seguit O di sare te loro osserva Zioni, vellendosi ades sonuit' aurora benissim O. Ollo gloria i sono ricovei dat SS. Manuelli li 200 scudi dei quali rendo in sinitu gra tu al S. G. D. , o Saraiano impiugati nulla nuOva impressione per sarta di ma0stis proporgio nata alia materia e alia dedica ione. Resta mi ili ingra tarne pari mente V. S. I. e non di questo solo, ina di tanti allii favori, per i quali gli vi vero sum pre Obbligato, o pronio ad Ogni suo comandamento: con che reverente gli bacio lomani, o da Dio gli prego ii colino ui solicita

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illa sua prudenZa 2 ; ma SOlo mi bastera Passi curaria chein me non Si si mal in t tepidita quella divo ione, che io devo

chiale dei Planeti Medicet, non gli era succedulo it poter-gli incontrare: di cio non mi l O io gran meravi glia, potendo

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dorsi, e sinat mente ora it Sole piis alto di 15 gradi supra

di lulli questi particolari, accio in isti cossi ii diibbio, se pero ve ne ha mai avulo s , circa la veritu dei satio,

delia quale, Se non prima, ii succedera accertai si ulla minu nuta coSlis, Sendo io in speranZa di di ver venire in breve a tral tenerint costa qualchst gloria O. Bes lami, Per non te diaria pili iungamente, ii supplicaria a risor mi inquel luogo delia sua gra ia, it quale dat in Sua cortesia, edalia confirmith degli studj mi su concedulo gran temposta, δSSi curandOSi niuria cosa esser in poter mio, dulla qualeella non possa con assoluta potestis disporro. E con Ogni ri-

Veren a hac laudogli te mani, ii prego da Dio felicitu

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lo h a sontilo grati coiit illo cliu il signor Keplero, entiri iusto inu, abbino sinat mense poluto Medore se OSServare iPlanuli Medicet col me χλο doli' occhialu cho mandat at Seronissimo Elei toro di Colonia , o molio mi piacu che ei vo-ςlia di nuovo scri vorse in questa maleria , a confusione di una graia moltitudine di maligni ed os sinali 3 . to non hoancora data alle si ampo l' ultima sua lettera scrit lami inbias imo di quel Marii no Orchi 4 , si per te occupa Zioni uel ira sportar casa da P ad ova a Firon Ze , si ancora porchsi, Ole, o accompagnaria con via' alii a sci illa mi nol me desimo proposito dat signor Gian Λntonio Rostoni , ii quale si purcitato dat modesimo Martino a suo favore ; nulla quat tellera osso signor 1 ossent gli lava in festa non men o che ii signor Keplero , e Solo sto aspellando che ei me la mundi salta latina , avenit Omela in ostrata in Bologna sci illa vulgarinense d . li signor K 'ploro por avstro scri ita la det la

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loliora noli ' istosso lem po otio log gova in Peregrina ione di Mari in i l , ciosi in grandissima fretia, sin ira lasciolo al- cune ostro me bal0rdaggini di colui , te quali Son sicuro choavera Vedulo do po ; come quella quando cita la mi a scri l- turn tronca , e quando, non intendendo egit niente la ra-gione immaginata dat signor Icupluro , o post a nul sine delici sua dissertagione in proposito deli' appari ro i Planeti Modi cui or maggiori u Or minori, dico che quella principal

sto proposito . io irat terro it pubblicaria sino alla rispostalli V. S. Illustrissima 2

Non ho in tanto mancalo di Scrixere a VeneZia , do Vumi si parso opportuno, come non Saria impossibile t avere unsoggetio cosi eminente in quello Studio , quando loro procurassero di averto: e tanto si has talo, non avendo it suo valore his agno di attestagione d' altri la dove si benissimo conosci illo; pero ita tengo per sermo cli' et sara ricercato, e condotio Ovoratissima mente, it che saria a mo di contento

citiobre: hominis sparta deli' uoi Lyὶ contemnendi potius ob nominis obsc/ ritatem, iugeniique tenuitatem, udeoque commiseriandi ob temeritia lom insH-lic m. quam persequendi publice ob scurrilitatem. sa) Le traltative di Galileo per sar venire Icoplero alla Universitis di Padoxa non libero est otio, como non l'ehhPro quolle d0l Ros Ioni uel Ini 7 pornverto a nologna in luogo dot desunto Magiui. Do qu0llo di Μ ol toti no i ii 2 iper in durio a trasserit si in I ghil terra, non avundo Euploro potulo maivincere la sua vi pugnon a a lasciare la patria. li ulli o puto do' suo iamici a questo sine ci consermano cho il lilolo di malum alio o Cesaron olire nil esse assai melio che quollo di mutomatic , Granducato a Galileo. si 'ploro Visse sum pre porci ma ricco duli' alte ZZn do'suoi ponsi vi, si leva ri putor

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lo non sono ancora accomodato di casa , usi saro si non Ognissanti, conforme alla consuetudine di Firen 10; pero non ho potiato sare occomodaru i misti artificii da lavorar lioechiali, delli quali artificii partu Vanno murali, ni, si pos-SOno iras portaro: puro non si muravi gli V. S. Illustrissima se lardoro ancora a mandargii ii suo, mn procul ero bonuche la di mora si a compunsala con t 'eccellen a dullo stru metito. Mi nec0ssi in ancora a indugi aru il lavoro ii man camento dei Vulro, det quale si a quailro gloriai M. Ni colo Sisti ne devo, di commissione det G. I ., moi ture tinns ad ulla in fornace, o mi prometto di saro cosa purissima o Q. collon te per tali artificii. Io progo V. S. I. a favorii mi di manu armi I Optica det si g. Ko plero, o it Tratiato sopra in Stella Νuova, perchi, no in Ven0Zia n si qua gli ho pol illi trovare. Dosidereroi insistino uia libro, che lessi due anni sono sulcatalogo di Franco sorte, it quale per diligenZa satia con librari di Von0χla, che mi promossero sarto venire, non ho maipo filio avstro: io non mi ricordo det nonae deli' autore, mala materia si de motu Terrae; o it signor Hoplero no avera noli ia: mi sara in Sionio favore a V vis armi della spesa, laquale rini borsero qua in casa sua, O dove mi ordinora. In quos o punio ho rice Mutu tollere dat signor Magi ni. ii quale mi avulsa, i Planeti Medicet osse re stati osservati pili soro a Veno 1ia dat signor Λntonio Santini amico suo, o dat signor Keploro. Io 90i' ora non ho com odii a d 'Ossor argii per non avor luogo in casa che scitopra I 'orientu: ma nolla casa oli 0 ho prosa, o doue torno a Ognissanti, horin terra tio eminente, o cho seu 3pro ii cistio da lutio leparii, o vi auro gran comodita di continuare te os serva hicini. Non voglio piis iungamenio occuparia : dognisi continuarmi la sua gragia, e re veronto gli bacio te mani, dul , ignoro Dio gli prego felicita. Favoriscami salutare cara mouist ii signor K plero.

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Lo i in ora la d una can/ono serilla in sua tolle. Not Matioso rilli Palatini si lici la responsi xa, inodita, dei nuonari oti.

La speran Ia clie aveVO di riti ovare V. S. M. I. in Fi-ren Ze mi riten ne in Silen to quando in Pado, a rice vel, purine Zo det Sig. Sertini, la sua bellissima Can one supra i Pin-neli Medic ei 2 . D0po it inio arrivo qui, in me desima CPQ den a dei suo presto risorno mi ha ritu nuto dat rendet gliquelle do, ut e graZie, clae pure a bocca spera, o di potui glirendere pili proporZionale alia grandeZZa dei favore. Final mente i 'aver io pur oggi vellule duo lettere di V. S., unaal Sig. Canonico Nori, o l 'alira at Sig. Suilini, nullo qualini una parota dico det ri torno, mi ha salto risOlvere a scri vergit, Se non il debito ringi a tamento, almen O la conses sione deli 'obbligo, che a lant' altri mi ha aggiunto, Dei sa vorti mi della sua luggi adrissima composiλione o e quandolo Sco primunt O di questi nil vi Planeti non producesse altro benigno insiusso in terra, assai si egii stato ii dare occasion0 ali' in gegno det Sig. BuOnari oti di pari Orire opera costgentile. IO ne rendo a V. S. quelle gra te maggiori che c3pir pos sono in una piccola carta; grandi te rendo la mente e grandissimo si l' obbligo che res a Deli' animo, prolatissimon compensar con l' asset to quolio che ait' esset to dolio sol 10 manca. Io non posso diro di star contento in Firen Ze, sendo res lato defraudato dulla prosun1a di due padroni ed amici

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Ma passando ad altro, glacchsi ii Sig. Eo plorolia in quos in sua ultima narra ione stam pale te lettere, cheio mandat tras poste a V. S. illustrissima o Reverendissima, venendo mi anco significato como sua Mausta ne desidera ilsenso, occO cho io i , mando a V. S. Illustrissima per participario con Sua Maesia, col Sig. Keplet O , o con chi placera

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a V. S. Illustrissima, hi amando io cliu lo Sappia ogia uno. Lutetiere dunque combinale nol loro Muro senso dico no cosi: Altissimum Plui eluin te meminum obse runt l . E questo d. clio Saturno con mia grandi SSima ammira Zione ho osservato ossero non una stella sola, ma tro in Si 'me, te quali quasi si ioccano, e sono ira di loro totalmenio immobili, o constituite in questa guisa zzz 0uella di meχχod assai pili grande delle lat0rali: sono silua se una da Oriens Q. l 'alli a da occidente, nulla me desima linea re ita a capello: non sono giusta mente se condo la diri itura det Zodiaco. mal 'occidentale si olova atquanto verso BOron: smi Se Sono Pa ratiote ali 'Equino tale. Se si guai dei anno con uia Occhiale, che non si a di grandissima moltiplica χione, non apparii anno ire stelle heia dis linte, ma parra: che Saturno si a una stella lungli sella in forma di uia 'oliva e si ni a sui vendosi cliuia occhiale, cho molliptichi pili di mille volio in stipui sicio, si velli anno tro globi distin fissimi, oli ' quasi Si loco ano, non apparendo ira ossi maggior divisione di uia sollit silo Oseuro. Or ecco trovata la corte a Giove, o due Servi a que- Sio Vecchio, che l'ajulano a camininaro, nsi mal se gli stac cano dat si unco. Intorno agit altri pia ne si non ci si novita

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Slo con desiderio attondendo in risposta a duo mi e scrit te ultimam 'ule per sentire quello, che austra det to ii Sig. Keplerodotin Stra vaganZa di Saturno. In tanto mando la cisi a di undisi O particolare osservato da me Diiova mente, it quale Silii a die fro in decision o di grandissime controversio in Λ Sironomia. od in particolare contione in Sh un gagii ardo argOmento pur la costilii tono doli' Universo, e a Silo lena popubblichoro la decisora tone, sed altri particolari. Fratiantolo leti sero irasposte sono queSter Haec immatura a me jam frustra sequntur 9 v.

Spero che a vero trovato it melodo per definire i periodi dei qua tiro Planeti Medicet, si imali con gran vagione qua Si in 'splicabili dat Sig. Keploro, at quale placerii a V. S. I. distar in te raccomandaZioni asset tuosissime, come anco at Sig. Sopheti. Dat Sig. Λs date non sento piu niente, iasi so. Miscus i dolia bro vitis perobsi non sto bene, o mi conservi la

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