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servate, o detie e sertite diverso opinioni intorno a questo particolare, ina tulte lontane dat vero. Io mi Sono sinat mento accertato di quello, cho iaci primo aspelto gli parra sorsucosa assai stravaganio, od si che tali macchiu SOno non purvicine at Sole ma contigue alia superficie di quello, dovo oontinuamente ali re se ne producono e ali re se ne dissolvono,
essendo altro di breve e altro di iunga duragione; ciosi al- cune si distanno in due, tre O quailro gloriat, o alti e duranquindici, Venti, trenta e ancor pili. Vannosi mutando di si-gura, te quali sigure sono per lo pili irregolarissimo, si
Si me e alli e non cosi negre; spesso una si divido in troo quattro, ed alti a Volla due O tro O piu si aggregano in una sola: hanno pol uia movimento rogolato, secondo it quale uniformemente vengono tutio portate in giro dati' istesso corpo solare, ii quat si inuove in Sh stesso in uri mesu lunare in circa, con moto simile a quelli delle si e re celesti , ciosi da Occidente verso oriente. Τali macchie non cascano mai vicine at poli det rivolgimento det Sole, masolamente in lorno at cerchio in OssO di me2ZO, nsi da quello Se ne trovano in maggior lontananra di ventolio O ventino e gradi in circa, tanto verso I' uno quanto verso I'3ltro polo; it quale spagio risponde giusto alia Zona torrida, o per meglio dire a quella fascia che comprende te maS-sime declina ioni dei planuli. Furon scritte circa sei meSisa alcune lettere in questa materia at signor Marco Vel sero
in AuguSta, e pol si stam parono solio nomo sinto di Ipelles, e ii medesimo signor Vel sero me te mando, pregandomiche io dovessi scri vergit it paror mio sopi a tali lettere: it che feci reprobando i 'opinione dei dotio Apelle, e accen- nando in mia. Ora gliene scri vo via' alii a pili risoluta, e si apoclii gloriat saro che V. S. Illustrissima vogga l'ima e l'alii a. Inlanto voglio si uir di 10diaria, e con baciai gli reverenio- mente te mani, ali prego da Dio segni maggiore selicii h.
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Ris pondondo a una di tui del 20 det to autograsa, in dita, in Palatina ) adduce alcune ragioni conti O it Lagalla in dis usa dei sistema
ΗO Sentilo con gusto che V. S. Illustrissima si occupis alvo ita nulla contempla χione dei sistema di Copernico, enon Sen a inclinagione ait 'an lepori al I Olemaico, e mas- Si me Se con quello si potessero tota linente levar gli Ecce n- trici o gli Epici cli. Circa ii quat particolare io v Oglio Solamente rappresentare a VOS. Eccellen Za quello cli' ella sa molto megli Odi me, ed si cho noi non doviamo desiderare che la natura si accomodi a quello, che parrebbe meglio disposto e ordinato a nol, mn conviene che not accomodi amo l'intellet to no- Stro a quello che ella ha satio, sicuri tale esser i 'Oltimo e non altro: e perchsi ella si si compiaciuta di sar inuo ver tu Stelli erranti circa centri diversi, possi amo esser Sicuri, che simile costilia Zi Ono si a per sellissima e ammirabile: e che l'alli a Sa-rebbe priva d 'Ogni eleganZa, incongrua e puerile. E ben-chsi ii signor Lagalla nomini per stolii quoi silos Osi che vera mente leneSSero per veri gli Eccentrici e gli Epici cli, tomi contento os Ser riposto in lal numero, avendo la Sen Salaosperien a e la natura dati a mia, pili preSlo che negar quelche io tocchero con mano col Seguito di gente infinita. ESe per movi menti eccentrici no i intendi amo quei moli circolari che abbracciano la I erra, ina Si sanno circa alli O contro che quel di tui, e per moti epici cli ii uelli che si sanno in cerchi che non includou la Τerra; se alc uno Vorra ne
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gare questi, converris che neglii la revolu Zione dolio Stelle Medicue in torno a Giovo, o te conversioni di Venere o di Mercurio in torno at Sole, o in con Seguen Za che Venere non si vegeta lal0ra rotonda st talora salcata: e negando is telli, converra dire clie ii vellere Marte ora vicinissimo nil a terrae Ora lon lanissimo si a una illusione, honchsi ci stano i temptile torminali e previsti dei suoi appressa menti e discussamenti; li quali sono cosi disserenti che ci mos trano tale stella, quando si vicinissima, Sessanta volte maggiore che quando si remotissima.
Non son dunque chimere tu introduχioni di tali movi menti; an Zi non pur ci sono moti per cerchi eccentrici e Per epicicli, ma non ce ne sono d' altri, nis si illi stella al-
cuna che si inuo va in cerchio concentrico alla Τerra. IO DO-l rei addui re a V. E. cent' ait re ragioni necessarie, se ii tempoe t 'Occupagioni mi e necessarie me lo permet tessero, O Se laquestione n 'aves Se maggior bisOgno. Che pol la natura pere seguire tali movi menti abbia bisogno di orbi solidi occentrici ed epici cli, cio reputo io una Semplice immaginδZione,
angi una chim era non neceSSIria.
Quanto alte due ligure notate da V. Ε ., dico che il CO- pernico si serve deli 'una e deli 'altra in diverse occasioni, senZa considerare solidit, at cuna di Orbi, uia solo i sumplicicerchi descritii dalle revolu Zioni delle stelle. Pili ne auris in breve in una lettera che scri VO, circa te contraddi Zioni dolsignor Lagalla, per ii Volume ec. Non POSSO pili eSSer Seco,
pero mi se usi: e in disetto di non l'aver satio altra volta, la ringi agio in sinita mente dei due volumi delia Magia, e miscusi perchsi ho la testa divisa in ironta parti Baciogli con igni reverenga te mani, e dat Signore Dio gli prego somma solicita.
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Rispondendo a una sua det 28 Ottobre sedita in parte nulla Pa-d0Vana, Τ. II, p. 197) gli avulsa l' imminente spe di χione dullat ei Za od ultima lettera sullo Macchio Solari.
Ilo ricevulo grandissimo alleg gerimento dati' intenderper i 'ultima di V. E. la rice vitta dello nite, che per latardan Za gli avexano data Occasione di querelarsi dolia di-lagione net mandar suo ri te Lot toro Solari, it che rincresce a me ancora ; ma non posso sarci altro, perchsi varie occupa Zioni , o te molle cOse che mi passan per la testa perdit re occasioni ancora, non mi lasciano e Sser tutio qui . Crede O con questo Ordinario mandargii la terga, ma noni 'hO ancora sinita , riuscendomi pili iunga di quello checrede VO ; ma non per questo si pigii pensisti O che mi ven gausurpato molio, perchsi spero di sar vellere quanto Sci Occamente si a stata ii allata questa materia dat G. . . . 2 , colquale Voglio sar quot risentimento che convione : ma ii VO-lerio sar Senga disgusto det Sig. V. . . . 3) mi app0rta dissico ita non piccola, e mi si cagione di tardan χa. V. E. t' ha henissimo accompagnato con quoli' altro ejusdem ordinis 4 . Ma si stu- Pirebbe Oltro modo , se Vodesse una iunga scri itura che qUe- Slo me desimo mi ha mandato ultima monte in risposta diquella mia, che gli capito nolle mani : dou ' o cosa mirabile it veller l' audacia e si ancheZZa, colla quale Persisse in aSSerire , quella materia e SSere Stala irat tala da lui diversa-
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monio da quello clio la scrissi io, ancorchi, Possa costare ad ogia' uno che e ' i' lia copia la dat mi a Nun Zio. Certo chos in reflato si orditissimo in veller la risi luteχχa che ogli Usa meco, come si dice, a quatir Occhi, e Pen SO cio cliedirebbe per disendet si in palese. Solleciti pur V. E. quanto pud la pubblicaχione, che la terZa lettera sara sinita si aqua tiro gi Orni, e gliela mandero in Sieme con quello det si gnor Vel sero. La ragione che in 'adduce in proposito deltilolo in ' appaga : pero accomodilo come piu gli piace, chedi luuo mi rimetto, come Sempre ho satio, at Susa pruden
Desidero che nella prima lettera. venti versi in circadopo cho com incio a traitar di Venere, aggiunga dopo leparole , mens che la festa parte di quello che si mos rer ineli' occultarione , aggiunga , dico : multu lina , o eborto vespertino. Il Sig. Salviali bacia te mani a V. E. e va scri- vendo a' fratelli, e io con ogni reverenχa gli bacio te mani,
o dat Signore Dio gli prego se licita.
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par lenonio a queste cos iturioni penso sarta latina, e Separata dat lo istitore si che auehu sola si possa Speditamen le
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sia per pasSare : Sarobbe heno avvertire ii compositoro chon Ou distinguesse con putati te let toro majuscole che indicanole figure male maliche, se non quando si propongon O li ne, o anguli o ligure disserenti, come per e sempio : Se Vorro diro sta it triuiijolo ΛΓ . essendo una figura sol a. non si bene sare te ire lettere Λ. D. C. cosi divisu con putati, ma
s) E quus o su veramen tu il lilolo adotiato. 2ὶ Luca Vatorio . celebre mutomatico surrare se, che Galiluo chia mava a sua volt a l'Archi modo doli' 'ia sua, avstva subblicato lino dati' anno 160 l 'im Portantissimo libro De centro vi usitatis solidorum. Ora volastido Galileosti molato a stam pare esso pure quanto in questo argomento avexa sortito sitiodalia sua giovin0Zya scomu abbiamo vodulo dat te prime sue lotiere) proponexa di Pubblicare in una stessa opera i riti ovati ut enti ambi in torno questa materia. I ii cio aveva egit giu sei illo at Cesi, cho a questa nuOva istanZa Γ plica it s.' Febbraio in quos ti tormini: uti Sig. Vatorio o contentissimo cheu V. S. ilolle suu sati che comine late dol contro dulla hi a viiii dot solidi, sac- ia come a Visa a me, e Se ne repula onoratissimo Μ. Disti alto pol daal ire cure, Galileo non de ilia sequito at suo divisam senio . o dullo suo doliri ne sui centri di gravita non abhiamo che tu poche pro post ioni conlu- nutu ne II' Appendicu ni Dialibet hi dulle diuo vir Seiungo, come altrove alibi iii
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LETTERE I l GALi LEOlaro, sentiri, volunt iuri in sua risoluZione, perchsi in esset lon in par bene cho io hutii via una satica non piccola glas alia: o it si g. Sal viati, che ultimamente i ' ha veiluta, non, uol per niente chu la resti moria. M a spero che ii Signor Luca n0n dovera ricusar clo, perch si a mi O parere tenderaptu alia sua gloria che alia naia , nsi io mi asterro di celebrario o di conceder la preminen Za alle Sue Vera mente divine invenχioni : le quali sicco me mi concita rono a bra maria sua amici Zia, cosi mi sarantio vivergit Sempro Servitore. ammiratore dei suo felicissimo in gegno. IO rendo graZie a V. C., e alli amici mi ei carissimi
dolio pro uvisioni sit che stanno Continua mente per mi a Si curo ZZa contro alla malignita , la quale qua ancora non resta di macchi nare , e tanto piis quanto it nimico si pili vicino; ma perchsi son p0chi in numero, e della Lega chocosi la chlamano lor me desimi ira di loro in como V. E. pubvedere nolle loro sortiture, io me ne burio. D stato in Firen 10 uia gosso dicis ore , che si si rimesso a dolestare la mobilita dolia I serra : ma questo bu On uomo ha tanta pratica soprat' autor di questa do trina . che e la nomina d 'l pernico :or uod a V. E. dove e da chi vione trabat ala la povera
Ma io attendo a Sori vero assai, e i calcoli aspellano 2 , e mi ricordano la sit ut 10ZZa dei tempo. Porci augurando a V. E. il buon capo d' ann O , o molli altri prosperi ofelici, mi conceda che io torni alia salica , o in 'impetri quin-
1) Alludo qui Galiluo a Fra Νiceolo Lorini domunicatio, dul valoro
uel quale auromo uti saggio dat Seguente brano , cho riportianio. di una sua loliora a Galliseo, colla quale intende di scusat si appresso lui: u Boii ou vero che non per dispulare, ma per non Parere uia corpo morio, sendou da altri comi uciato it rogiona monto, I, O dulto due parole per PS,er vivo: i ho dolio, come dico, cito quella Opinione di quoli I pernico, o como si hiami, apparisco clie Osti alia Divina Scrittura; ma a me PO O monia. u che ho altri sint, e mi hasta che non si ilia occasione di credor quello chou uoi non si amo ec. n Lellera dol L0rini dei 5 Novembre 16 12, MSS. I'al. , P. 1, T. T J.
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Replicando a una sua dei 18 duilo. aecenna te correZioni da ibi si in divorsi luoghi della Sloria dello Macchi e Solari, o discorro dialetino sue opinioni tutoria O ad osso.
Como per i altra nata scrissi a V. E. . veniat gloria i iii alle Solve assai mali rat tuto dat mi ei dolori di gambe, uda una sebbi e cagio nata mi dati' aere di Firen e molio contraria in questa stagione alia complessione mi a. Qui ho co- minciato a riaverint, e sola tornato ni calcoli, i quali saris per ii duo me si di uar o se Aprile, gia che in spedi Zione dolias tam pa va piu lenta che non credeVamo. Con l' altra mi a mandat a V. E. la muta ione di quello due paro te, che da vano fastidio at revisore. ed ora gli diro quanto mi Occorre circa te prudenti nota 1ioni det Signor Luca. Quanto alia prima, sopi a il luogo delia saccia 9 nset principi0 2 , pare va at Sig. Sal viati . e unco a me, che Drarisi traitando quella materia leologica ex proseSSO, Si poteSSe Oratori amente dire che Dio per sua benignith, poten loci sarcuti verme O niente, ci avova salii uomini, Onde noi doV0V3mo ringra lario ec .: o i O so d' avorto piu volle sentito diro
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ire Ogni scrupolo, quando loro detur minino cho si rimoVn. si poti a levar quel concutio, o dire: Or quuluitque si siti ilcorso dellu vita nostra. do Pluino riceverto per somnio d0n0 dullam tuo di Dio, e clueo deli' uJligioni reniter 'ruetis allu sua bontis, tu quule coli tuli meari ec. uanto alia dillic ullis duit' es perimento a saccia 22 noli ine, ris pondo, che locca prima ait' a 'versario it pro vare cho
d a me non si per avventura impossibile, no anco molio disse sicile, perchsi rigunt dando no i ii Sole nascente O occidense. non to scurgeremo punio Piu lucido uel meλλο, che nsilius tremi , O vero facundo passar in sua specie per lo telos copio Sopi a la curta si vo de ii cerchio iusto egit almenio lucido: puro io non crederet aver molia dissiculta in scisio veru questa propOSigione, che io Stimo Verissima. Λlla sac. 29, linea 3, o sac. 30 rael sine, o bene cho si emendi como dico it Sig. Valerio, dicendo ne i primo luogo: e conuiuiiuusi la linea rella ΝD o nul se condo luogo si levo ranno tu parole : producasi tu linea ND. In tanto ii Sig. Intonscii sera la inia ina, verten a, e ii non aver pur potui a Pi luggere una sol volla la lettera, o io ringraZiero la sua diligeti A.
Quanto ulla nota tone delia sac. 48. lin. 9. dico esset quasi impossibit cosa it iratiare materia alo una, suoriclisi l0 pure Male mali che , Iaulo sal damonio se dimos irativa mense. Oh0 det lutio si tronchi la si rada ad altri di polere, almeno
con a Pyarentu ragione . contradit ire, e massime do ve tu malorie non si traitano sex professo, mn si V anno irascorrendi quasi incidente mente. lo son sicurissimo che la restessi inodella Terra si di gran iunga pili ossi cace che quella delia
Luna, 0 ho molle ragioni necessarie da dimosi rario, quando QN Professo mi verra occasion0 di sarto: vero b che tali