Le opere di Galileo Galilei

발행: 1842년

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Gii parta dei suo nuovo trovato delia Celata O Testiera, P purorarivovamente per il suo nego io della Longitudine.

Menire io anilava pensando at modi di superare quelle dissicolia, cho ri lardano l' esseituare ii mio trovato circa ilnavigare, per la longitudine, mi si accadulo d' in contrare via' altra involigione di grandissima utilitis per la naviga-gione dei tu Galere per questi nostri mari, dulla quale iovOrrei Servii mi per meZZo d' age volarint con Sua Maesta laconclusione doli' alti O trovato. Narrero succiniamente a V. Ε.la nova invenZione, ed anco la mani era dei prevalersenecoii Sua uae Sth. Riti ovando mi ire mesi fa a Livorno, caditu tra it Sig. Λm- mira glio est at cuni Capitani di Galere e me, ragio namento sopra i ' utilita grandissima, che apportu rebbe at corSuggia redelle nostru Galere ii potui si, navigando, prevalere doli' u SOdeli' occhiatu supra i 'istesse galere , sed in cima deli' albe

ro O det calcese, polcho poti ebbero scopi ire e rico noscerei vascelli nomici, e loro qualita, numero e Mi Ze, molio tempo avanti cho es Si riconoscessero i nostri ; Onde congi an vantaggio, angi con intera SicureZZa Potremmo prendor quella resolugio no di caccia O di iuga, che 1 OSSe Opportuna , ma dic evano tal uso esset gli det tutio impeditod alia continua agitarione delia Galera, o massime nella

Ivi la tollera si senχa data, ina questa viene puniual mente determinata daquei che si lugge in sul principio, clost che tro mosi innavZi gli venue imaginata in Livorno la macchina per potui si navigando comodamente Servire dei caunocchiatu: cio su nul mese di Mareto 1617. come dalla procedunto dei di 22 abbiamo velluto. La presente lettera o dunque Scritia rael Giugno.

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alla specularione in torno a quesio SerViZio, e sinat mento horiti ovato una maniora d'Occhiale disserenio dati' at ira, col luald si ii ovano gli Oggelii coli' i Ste8Sa presteZ a , cho col-l 'occhio libero, o tro vati Si seguit in , quanto ci placu, funga perdorgli, sicci,si Si ha tempO di numerat gli 0 ri conoscet gli benissimo con grandi SSimo BOStro vantaggi O, pot-chsi questo miO nuoVO modo augumenta la vista pili didieci volto sopi a la naturale, Siccho quello che si scorgunniurat mente, V. g. , nulla lontanan a illuu migii O, si velleneli 'is tesso modo in distanZa di censo, e guardasi conamen due gli Occhi noll' issesso tempo con gran facilith, edanco con dilutio det riguardante. Questa invenZione si statalanto stimata da queste ΛΛ. SS., che per teneria Segreta, sicci,si non possa venire in noti Zia deli' inimico, hanno depulas o duo cavaliori nobilissimi ait' uso di questo strumento sui calceso, dove p0r la Scoperta ordinaria si suol tener solo gente di vii condi ione, alia quat non sat ebbe bene sidar cose di tanto momento ; e questo strumento si sabbricato in maniera clie si pilo tener Occulto, Sicci,si solamente quello che l'adopra ne pub intender la struitura. Λpportaci l 'istesso Strumento un' altra utilii, stimata grando da' modestini Signori periti det mare, ed si, che nullo Scoprii ovascelli si pilo sen a nessiana salica e dispendio di temposapere immediatamente la lontanan a fra loro noi, equesto si quanto ali' invenZione. Quanto pol at servii mene appresso S. M. per ageVOlar la conclusione deli' alii a perta longitudine, ho per Salo qUeSto. Mi scrive V. E. che avendo Sua Maesta sborsato mol-Γ alti e voltu grosse somme di danari anticipalamente su lesemplici promesse d' altri, cho si sono osserti di dario in- ven ioni in torno at medeSimo essello, te quali pol son riu-Scite vane, ha sunt mente risoluto non voler piti per i ' av- Venire sar simili sborsi, su non dopo la sicuro Za dellariuscita dei neg0χio ; at che io u0n replico altro. Ma al-

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l 'luc intro dico , che usi alio nato faculta, no alla mi a reputagione convidiae cli' io mi Osponga ad uia Viaggio iungoed incomodo e di grande spesa, per presentare nil In principe grandissimo cosa di suo utile notabile , o da esso molio deSiderata, con dubbio d' incontrar di quelle dissicoliis odi quoi di fausti, clie spessissime volte incontrano quelli, che hanno a superare o l 'invidia, O la malignita, O qual-che altro dilatio, che salvolta risiede in persone, δ' glu-diχj delle quali si riportano i gran Signori. Pero, ed 3cciocchsi S. M. possa assicut arsi di non buttar Via it suo, eche io possa con minor incomodo, e maggior mia reputa-Zione trasserit mi costh, per dimostrare in Sivi glia O Lisbona , O d0Ve fosse pili Opportuno, sin che appleno si emsettuasse, la mi a promessa, ho pensato, e Delio Ollenulaliconga dat Gran Duca mio Signore, di osset ire alia M. S. questo mio ultimo trovato gia dei tutio satio sicuro ed of setiuato per sicut erga delle galere di S. M. , e che quella ali incontro mi dia 1500 doppie, te quali mi debbano servire per la Spesa dei viaggio, di mora in Ispagna e ritor'

DO per me e per quelle persone , che mi sarh necessario condurre per ajuto at compimento dei negogio delia longitudine , e per la spesa di strumenti, che di qua mi biso gnera condurre : e che io Sia per implegar questo danaro per tal servigio ne daro a S. M. Ogni sicureZZa sino alla parota dello stesso Gran Duca : siccho, come V. Eec. Ve- de , it rischio resta iusto sopra di me, e S. M. premia Solamente un' invenZione utilissima, ed anco it premio si assai teggero, se si riguarda ali' uti lith cho si trae dati' invenZione : ma ii desiderio che ho d' essetiuare t 'altro trOvato da me assai piu stimato, sa che io mi me ita a Segno , SOPra ii quale non delibano cader repliche con dispendio di tempo, dei quat mi convione esSero aVaro ri- sputio ali' ela ed alia corporat disposiZione. Resta ora chei a dica qualche cosa intoruo alle dissicolia, che V. Ecc

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lo manuggio, e tanto piu che questo non si un trovatocho caSual mente si a cadiato in mano como spesso d' altri Suole accadere ) a persona di professione lontana da quelladove questo si sondato, ma l' ho incontrato io, che per iustoli corso dolia mia vita ho per professione esui citato queSti studj, Onde non deo aver dei verisimile cho io prenda diquelli errori, cho beri si vedono continuamento prender da Coloro, che mancando de' veri sondamenti O buona intelligenZa di qualche professione, si applicano per certa Vivacilli O piutiosto leggererga d' in gegno a voler esset tuarconclusioni, te quali sono impossibili in natura, e per tali son conoseiulo da gl' intelligenti ai primo molio che ne sen- tono: o di questa sorta d' uomini io De ho continuamento alle mani. Dico dunque, che te dissicolla che erano nellacosa S leSsa te ho superate tuite, te quali erano diverse o

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s in per necessita trovate tutio queste ancora. I 'i Stesso sonsi curo cho ac dorebbo d' alii e ObbieZioni, se ali re ne sos- Sero si ale Proposie a V. Ecc. . e per let a me: ben si verocho ii desiderare o domandare che questa operaZione si aridotia a tal facilita e villa, che ogni pili stolida od inson-

sala persona l'abbia, Subito vista, a infundere e praticare, o che non essendo tale olla debba esser risitulata e dispi eZZala , mi par che Sia uti volere che quello che per la sua

gran dissicotta ha stancati senZa si ullo siti qui in siniti grandissimi in gegni, Si ri solva pol in una cosa delle pili grOSSO-lane che sieno at monito: no mi so a basi anga inaravigilare, come praticandosi tra gli uomini laute arti assai mancoulili o necessarie delia navigarione, come pittura, Scultura, musica, i 'arte dei losser broccati, det ricamare, e cento em illo alti e tanto dissicili, che ricercano per esser imparatelo studio di molt anni, o puro vi si applicano tanti uomini quanti basiano: in questa sola, tanto necessaria per in na-Vigagione, S'abbia a desiderare e ricercare tanta facilita, che Ogni piu grosso cervello la capisca in uia istante Sei Za

IO non ho avulo fortuna d' incontrar lal cosa; ma perii OVare ii modo, che assoluta mente si solo at mondo, di ri- conoscere in mare e in terra Ogni giorno la longitudine. prima mi si stato necessario trovare modo di accrescer in Virtu Vi Siva, e non un poco, ma trenta e quat anta Volt sopra i termini delia natura, e questo ho io sallo, ed si cosa mirabile; ma cio non hastava, Se in natura non IV Vn collocate in Clelo alcia ne stello vagauit, od invisibili a tulitquelli che sono flati avanti di me, te quali colle continuue frequenti mutaχioni de' loro aspelli potessero servire at bi-

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s igno nostro. Erano e Sono tali Stello in cielo: ma oratio in VII O, se io non tu ritro vava. IO te ho Scoperto, ed si Stalo incontro nobilissimo; perchis si Stato un riti ovare uri altropiccol monito in questo gran monito. Ma tutio questo ornpoc , O niente, se i O di pili non trovava e Saltissima mentei movi menti loro ed i periodi: it che pure colle vigilio, o con diligentissime osserva gioni di cinque anni continui. hoc 3n Seguito con grande scapito dulla sanita, e peri colo della

vita. Ma tisi anco tutio questo hastava, Se non mi veni Va in mente i 'applicar futta questa graia macchina ait 'usO dulla na-Viga Zione, prouu edendo a quello dissicotth cho potevano Ostarunt porta in alto: e questo ho similinunte satio. Ora , che questa

Opera Zione, cho depende da princi in si grandi se nobili, s' abbia a ridurru proporgio nata alta stolidita di cervolli elotti ira i pius upidi, io non to so, no Vorrui Sapor sare: ma dico bene a V. Eod a S. M. Oho l 'ho ridotia a tale agevole Za, che i marinari modosimi, cho prendo no l 'alteZZa delia linea, dei polo. det Sole, o che manuggiano la bus Sola e la carta, saranno anco tutii in eccollenZa questa operagione delia longitudinu

io d' anno in anno gli daro scritte O stam pate te costitu-Zioni ed aspelli di esse nil ovo stelle , che Son per Seguire continua mente d' ira in Ora, una sola dolle quali costitu tonibasta che oSsi riscontrino in quella notio cho desiderano diriti Ovaro la longitudinu, e subito la Sapranno, Solo col Sa- per contar l'ore do po it lor ira moniar det Sole. Ma piis diro. Per non avor a ri tornare con dispendi O di tempo Soprolu medesime osse, clie io mi Obblighero a condur muco persone gia isti ut tu, ud anco altissime a isti uir altri, o chedi piis navighera uno anco sino noli 'In die, per maggiormeni 'amna nostrar chi ne avera di bis igno. Uuella salica, che ri- urca qualche cogniλione d 'astronomia o di calculi per tabbricar te favolo it anno in anno, i 'ho da sar i O. o non i marinari , a quali s'hanno a dar id favolo belle o saltu, o

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mancando io, od anco in vita. claro tu regi te per calcolardetio lavole ad altri astr in imi : tu quali rogo tu e te richen in Si perdet anno mai, sicco me non Si S in Perdia tu, no si perdet anno quello degli altri movimenii celesti. benchsi Tolomeo, Λlsonso e gli altri inventori e professori Sion man-cali ossi. Ε questo si quanto alle dissi colla che sussuro nollo

cosa stessa; lo quali Vera mente io reputo Per Diente, sic- come ait 'incontro stimo a SSat quello, cho, bonchis nulla al- tenenti ait 'ossenZa e re alta di questo nego io, mi potiret, bero ossere OppOSte da taliano, che o per poca intelligenZa. o per in Vidia, O per qualcho Suo interesse procurasse ii 'al traversario o disturbari O. e che sosse di tanta liutori lis ocredito appresso S. M. O cotesii Signori principali, clio interamento deseris sero at suo gludi io e alia relagi Ono. Ma nodi questo temeret ancora, quando S. M. O i Signori Grandi me desimi voles sero ri solvorsi di applicar ranimo a questa cogniZione; perci, si assoluta mente in hi ovissimo tompo coldi Scorso, colle ragioni, o coli' e Sperien Za Stessa sensata glipoti ei lar rimaner dei fulto capacissimi u sod dissalli. Maquando non Si possa s suggire di sogglacero at giudiλj d 'altri cosa, che io non solo non Schivorei, ma la curcherei quando Si aves se a ii altar con persone intelligenti e dimente sincera) io domando bene, che Ogni conli addi Zio noe OpposiZione, che altri voglia sarmi, mi si a data in i scri iura, accio in Ogni occasione io potessi prevalernae ne perinia giusti sicarione appresso it monito, accio non dati 'osito Solo, come per lo piu suol accadere, in a d alle mi e prop0Stu . o dati' alii ui opposigioni polosse meglio chi unque re Star ca pace, e sar giudigio piu retio delle cOSu mio. Final mente quanto alia recogntrione, cho Sua Mausta ponsi di dare at rilrovator di questo arti sigio, quella chonii vieno accennala da V. Ecc. dei duem ita ducali di rendita perpetua, si inolio inferiore a quella che ave va inles a

in liuina in casa i 'Illustriss Sig Card norgia, che ora di

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rinistitero in V. Ecc. ii serrare ii partito con Ogni mi O mag-gior vani aggio, concernendo anco l 'Onore voleZZa dei premio alla re puta ione : con questo pero, che it piu basso segno, at quale V. Ecc. discenda , non Sin men O di Scudi qualli Omila di rondii a l ' anno durante la vita nata, ii quali dopola mi a morte si ridiachino e si perpetuitio in duum ita a 'misti credi o successori a mi a disposiZione, intendendo anco choici sin onorat O det sopi addet to grado di Cav. di S. Jago, seporo si vero che laeti' in tengione di S. M. e dei Re antecessori Sia Stato questo pensi ero di Onorare ii riti ovator diquest a negoZio di lal grado P. S. Como per altro h O Scritto a V. Ecc., que Sto ne- ροχio su ravvivato da me in Roma in casa r Illustriss . e Be- Vorendis S. Sig. Card. BOrgia, iratiando io col Sig. Rettore di Villa Ermosa, Segretario doli'Eccellentiss. Sig. Conte di Lemos: e perchsi ristes so Sig. Cardinale discorrendo con uni avali ore Romano suo intrinseco e molio inio amico, Si binostrato desiderOSO di favori r questa impreSa, come per piui optiche mi lia it dulio Cavaliore avulsato, osortandomi a sar capitale dei favore di osso Sig. Cardinale, puro ho determinal O e cosi si anco pariato at Sig. Piochona in di non lascia illi prevalerint di lal favore, e per meZZO di que Sto CaVallere mio asseχionatissimo ho dato conto at Sig. Cardinale diis tanto tratio costi per me Zo di V. Ecc.; it quai Sig. Cardinale a vera scritio costi a di colesti SS. principali di Corio, o sorse a Sua Maesia medus ima: e per la Sua rela Itonoed informa Zione in torno allo condi Zioni Inie poli a offer chesi accresca qualcho cosa di crudito at nego io che si tralia: it che serva per avulso a Vostra Eccellen Za.

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Tocca a me a scuSarmi con V. S. Illustrissima su non tui a sarii revorenχa quando ultima mente passo di qua; malai mancamento animettera ella facit mento, mentire intendera essere acca luto per riti Ovarini io in letio con subbro, siccome mi ci riti Ovo ancora qui in Firenge, ma sono consperan Za di uscirne pre Sto. Quanto at negogio det Padre don Bene dotio, egii non si si nidule flargato piu meco di quello che si sacesso con V. S. Illustrissima alia Petraja, an i sorse manco, non mia vendo sua Palernith dolio altro se non che la Supremn 3ul orith in terra di comandare agit uomini delle galere odel Sig. Commissario, sicco me in mare si det Sig. Ammira glio. In Olli e che si credeVa tale esso Sig. Λmmiraglio fosso per i ' avvenire per ripos arsi dat te sue tanto saticho e si gloriose, e Somma mente Si lodo delle cortesio straordinarie ri- cevii te dat me desimo Signore; tal che io non pOSSO congeliurare che sua Paternitis parti det Sig. Commissario per altroche per avere uia protet lore e fautore di pili, e che per av-Venlura con molia viveZZa si a per adopi arsi in sare che si superino quello dissicolla che in contrano gli esset ciZj nuovi Sicchsi quando, Senga dare Ombra O Scrupolo ad ale uno, Si possa ottenere che anco it Sig. Commissario s interessi in questo negoZio, credo che saris gratissimo at Padi one: usiccome ait 'incontro no io, nsi. credo, anche sua Pale in iiii laude rebbam O o domanderobbanio che si mos irassero dim- culta di nessu no. o molio instito di quolli da chi non si si

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LETTERE DI GΛLl LEOricu vum ultro cho cortestu, pero it tuito si rimul tu alla pru- longa di V. S. Illustrissima, la quale per amoro det Padi δε- ne o mi , si i legitura prendere quello spediente, che piu luparra opportuno, assi curandola che di tuito rosterii sibili si atto. E con tal sine riverunt umente gli bacio te mani, o lasupplico a baciare la veste in mi O nome at Serenissimo G. I ud ait 'Eccellentissimo Sig. Principe Don LOrengo, facundo in tu Scuse coii Sua Eccet longa se non sui a pagare tal debito quando passo di qua .

l aria dolio suo indisposiZioni. Gli invia due Telescopi, uti modet lodi uti celatone, una copia dultu Letiere Solari, e ii Discorso suillusso u risiusso det mare.

1O mi riti ovo ancora in volto nullo modosi me indi SPOSi-λioni, nullo quali V. Λ. Serenissima mi trovo quando dalla sua in sinita benignita sui tanto sopi a il mio merito favori toe Onorato. E al trava glio di questo mist corporali affligionise n 'si aggiunto uia altro pili molesto di mente, che si ilia in aver poluto iasi potere per ancora. almeno in parte, satisfaro at conni doli' Λ. V. col me itere in sieme, secondo liu averet avulo in pensi ero, ni cuni discorsi in torno a' pro-hlemi ch' io posso giudicare che non sat ebbero alieni dat Suo gusto. Per lo che sono necessitato a supplicaria umilissima mente cliu voglia condonare alia nata impossibilita lauila Zione cliu mi convieno prendere in ubbidire pili plena monte ni suo i comandamenii, se a gradire si allanto quesiopoche mi e coso, tu quali coli la prosunto tu invio: chu sono duo solescopi, uno piis lungo o l 'altro munia: o it in aggion

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