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uo a vitio it frontis piχio det Saggiat ire, mandatomi dat, ignore Stelluli , ii quale mi place assai, e se ira te duo parolo Astronomica Fil0s0sica si aggiugi esse una piccola e8u allo, sarebbe levato questo poco error di stam pa : qui si aspella da molli con grande ansidia l' opera in lora. Scri voal Signor Cardinale Barberino rallograndomi 2 della sua
o con tu ili i Signori Compagnilo ho gron his gno dol consigito di vostra Eccellen a in sella quale pili che in Ogri' altro inio Signoro confido in circa r esset tuaru il mio desiderio, o anco per a V ventura obbligo. di vo ni re a baciare it piodo a Sua Santilii: malo vor rei saro con Opportunita , la quale stari, aspellando clio da isti ven ga accennala 3 . IO raggiro nolla mente cose di qualche momento per la repubblica leti eraria, te quali se non si es pelluano in questa mirabit congi un-
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o lutoso it cortes issimo e prudentissimo consigii Odi V. E. circa it tempo se ii modo dulla nata an data a Roma , consorine at quale mi governero , o Saro ad Acquas parta da isti per offer compitamen se instruito dello statodelle cose di Roma. II Saggiatore sinito o aspellato qui damolti an si os amente : ma dubito che la graia dilaχione ditem po causata prima da me, e pol dalla S lampa, non ab-hia a dei rari e assai dat concelio chst sorse molli si avo -
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io non Posso ontrare a discorrere con V. E. sopi a
Priameite ili audario a truxare a stagi in buona.
Dat Sig. Stelluli ho inses , o in inio grave dispiacerela leggiera indispos igione di V. E. . la qualo spero di esset per iro Vare dul tulto r sanata. La perfidia dei tempi tin dioiorno in gloria o impedita la mi a Vonula, la quale sinat
mente non sono per disserire pili iungamente, ina quanto prima Cessino queSte ne vi, che pur Ora soccano gagii ardamento, mi porro in Viaggio e me ne verro da V. Ε ., famelicodi rivoderia, goderia e servi illa. E percho spuro pure che lasortuna si a per placarsi tra duo o ire gloriat, riserbero a suppli re a bucca quanto occorro 2 . Infanto ho voluto dat nuconto a V. E. , alia quale so umilis Sima re Verenga, salutando di cuore it Sig. Stelluli, at quale ris pondero a bucca. E il Sign0re Dio gli conceda it colino d' ogni solicita.
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delli si stante, inturno at conteularsi di uia iungitissimo nu-gogiare in questa corte, mi parrebbe puri et tissimo fulta volt ache la natura si contentasse di convertire pari mento in annio in mesi qu0lli pochi gloriat, che mi rimangono: veram ni trovo 0gni giurno per eSperiunga verissimo, che poti ei condurre a sinu alcuna di quolle in idiari ini, dolio quali discor- remmo in Sieme, luliavolt a che io polossi prevalernii delbene si hio det tempo, dolia numina o dulla paZien Za; ma ildubbio che ho nolla mancatara dei tempo. o ii desiderioche tengo di terminare quale una delle mie specula ioni, mi consi glia a ridui mi quanto prima alia mi a quiete sed OZis Soliberta. Ricorde vole dei desiderio di V. E., e dei bi Sogno delia Compagnia, mi Sono in contraio qua uel Signor Cesare Mar-
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'SSere ascritio nulla Compagula, o con grand' is anga mi hadomandato in nota dei compagni e lo costi fugi bili accadH- mich0, te quali procureris di avore dat Signor Fabri, o dat Siquor Angulo de Filiis, potet, si tu in tu non sono oppre8fodi me. 0uesio genti luomo professa di essuro mollo Ser Vil re, ed intrinseco di Mons ignor illustrissimo Cusi. si alello di V. E. , di do vo ulla poli a avere piu aut uiatica insorma Zione delia nata: in lanio in supplico favorii mi di accennarini ilsuo pensi ero circa il lirar avanti questo nego io, che non mini Iurghoro uia capullo dati' ordine suo. Fui tre giorni sono a prati Zo oot signor Cardinale Santa Susanna, ed in v vj discorsi p0i per molle ore con t 'assi Sten a di varj leti erati: ma non si venia0 at risii otio di al- cuna proposiZione delle nostro pia principali: ma, come hodetio di sopra, ho ben sc operto paeso, che ci sarebbe dasperare prosilio quando non si aves se stret te Za di tompo S Ono stato due voltu a lungo discorso con il Sig. Cardinale Zoilur, ii is in tu, bonchis non molio prosondo in quosli ni stris ludii, tuti avia in Ostra di comprender buno ii punio, sed ilquid uuendum in questu maior te, o mi ha de to volet ne irat-lar con Sua Santila avanti la sua paritia, la quale doveraessero si ii otio o dieci gloriat: sentiro quello che ne averarii ratio. Ma in conclusione in mollipticilis dei negoZi, ripulati infinita monte pili importanti di questi, assorbono ed an nichil uno i 'applica ione a simili maturie. 0ua c 'si di nuovola mortu dei signor Cavali 0r0 d 'Este, col quale sui diecigi orni sono in lungo ragio namento ed allegi O, passoggiandom camera sua, o jur I'altro passo a mi glior vlla: sti moloe ricordo a me dolia rapacita dei tempo. Piaccia a V. E. continuarmi la sua buona gra i , munire ad ossa ud ali 'll-
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s putia a dat gli conici Za de' suo i assuri in Roma.
Sono ancora in noma, heu cho contro mi a voglia, chevorret usseriae partito cinque gior ni ita, per potur essere a Firuit Ze a tum po di puter sare uia poco di purga, delia quale mi senio bis ignoso; ma ormat mi converra sar passala, essendo scorso innio avanti col tempo. Partiri, domu nica prossima in compagnia di Mon signor Vesco vo Norio det Sig. Michel angelo duo narro i, a richi est a de' qualimi sono trai tenui a lanio. Quanto allo ooso di qua ho principalmente rice vult grandissimi Oriori o favori da Ν. S., oss0ndo Stat O sin a Seivoltu dii Sua Santith in lun hi ragio namenti; se juri che suia licen Zi armi ebbi sermu pro mussa d' una ponsione per mi Osi gli uolo 2 . per la 'ial se vesta nato sollecitatore, di Ordine di sua Sanilia, Mons gnor Ciam poli: e tru gior ni a vanii sui regalaro d' uia h0l quadro e duo med a lie, una d 'oro e t 'ali radi argento, o di huona quantilis it 'Abnus Dei. Noli 'illustrissimo Si nor Cardinal Barberino ho trovato sempi e la sua solita benignita, come anco neu occultentissimo suo pndro e fratelli. Tra gli altri Signori Cardinali, Sono stato ptu volto con mollo gusto in particolare con Santa Susanna, Buon-
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compagno, o Zoiler: it quale parti ieri per Λli 'magna , uini disse avor par talo con N. S. in materia det C pernico se come gli serotici sono iusti dulla sua opinione, 0 l 'hanno per cortissima, o chu puro si d' undar multo circospelio ne lxenire a delermina/ione alo una : at che su da S. S. ris p sto. como Sania Chiusa nou l' avo a d annal a , no ora perdanuarta per strutica . ma solo Per temeraria: mn che non ora da lomoro cho alo uno fosso mai por dimostraria neces
astronomicho specula Zioni, tu ita via tengono ben seritia opinione, che questa non Sia maioria di sede . iasi cho convenga in modo alo uno impegia arci te Sorit ture. E quanto at veroo non Voro. ii P Mostro non aderisce iasi a Tolo meo D si ali opernico, ma si quiuia in uia suo modo assai spodilo, dimetiere Λ neeli che sun a dissi colla o infrico ver uno mun- vano i corpi celesti cosi come vanno, e tanto Pi deve hastare. IIo tro valo it Signor Girolamo Malloi molio gon lite , edesideroso di avere uno chu polussu bune is tria trio in quelle parti dello male mali che, tu quali principalmente altengon Oali' arto milii Ar . Sopi a tui tu lo coso sin qui accennale aurei da diro a V. E. moltissimi altri particolari, ii quali pur la loro moltiplicita mi sbi otii scono: basia in universale cho gli amicimi ei sed io concludi amo, che restando qui pol rei continua- mente alia giornata an dor pili presio avan Zando che Scapitando; ma che essendo it ne ogiar di Roma iungitissimo. 0 il tempo che mi avan a sorsu brevissimo, me glio si a che tomi ritiri alia mi a qui se id, o vegga di condurre a sine alchinode' mi ut pensi uri, per sarnu pui quel che t 'occasione alla
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gi 0rnata, e ii consigito degli amici, e in particolare ii co- mandamento di V. E. . mi ordineris. Il Signor Cesare Marsili ha ve luto te costitu Zioni, o continua uel desiderio d'essere ascritto, e c intinueris it no goZi0 col Signor Fabri. od in tanto asset tuosissima mente sari Veren a a V. E. Ed io consorine agit obblighi in siniti chole tengo, reverente mente te bacio lo inaui, od insio me alla Eccellentissima Signora Principessa, augurandole intera lo-licita. AL MEDES i MO A RHM, si Firenete. 23 Settembre 1624
In Vio a V. E. uia Occhia lino per vellero da vicino lucOSe minime, dei quale spero cli' ella si a per prendersi gusto e li allenimento non piccolo, che cosi accade I me. I Otardato a mandario, perchsi non l' lio prima ridotio a per- se Zione, avendo avuto dissicotth nel riti ovare ii modo dila vorare i cristalli perset tamente. L' Oggetto s' attacca sulcerchio mobile, che si nulla base, e Si VI moVendo per V derio lutio; attes O che quello che si velle in una Occhiata
si piccola parte. Ε perclisi la distanga si a la lente e l' oggetto
Vilol eSSere punt ualissima, ne i guai dare gli Oggetti che hannorit levo bis0gna potere accostare e di Sc OStare it Vetro, Se- condo che Si guarda questa O quella parte, percio it can- noncino si satio mobile uel suo pieite O guida, che dir la
lucida, e me glio si at Sole me desimo, ricercandosi che l' Og
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gulto si a illuminato assai. Io ho contemplato mollissimi animali con infinita ammira ione: ira i quali la pulce se orribilissima, la χ an ara e la tigia uola Sono bellissime; e congran contento ho velluto come sacciano te mos he ed altriani malucci a camminare attaccati agit specchi. ed anchedi solio in sit. Ma V. E. avra campo largitissimo di Osservare mille o mille particolari, de 'quali la prego a d armia V viso dello cose pili curiose. In somnia ci si da contem piare infinita mente la grandeZZa delia natura, e quanio Sol lil mente olla lavora, o con quanta indicibile diligenZa. Η ris post O alta scrit tura deli 'Ingoti 1 , o si a Otto
mobile, o movendosi dei in Ovimenti gia asse gnate ii, si impossibile che se guano i nussi e rest ussi. II padre Crassi si di sentalo amicissimo det Signor Mario Guid uoci, ii quale mi scrive che det to Padre non abhorret a motu terrae, avendogli det to Signor Mario levato i suo imaggiori scrupoli; o che mostra d 'inclinare assai alle mi eopinioni, sic chsi non Sarebbe mera vigila che un giorno di-ventasse fulto mio: tanto mi scrive l' istosso Signor Gui-
Sono in contumacia con I' Illustrissima ed Eccellentissima Signora Principessa per i 'Occhiale non ancora mandalo: V. E. mi 3juti, en trandole Sicurla, che SODO per pagar ildebito o l 'indugio con larga usura, e la causa dolia dila-Zione si ii non aver trovato si nora cosa che mi pria degna di S. E. , come desidero, e come Spero, an Zi Son Sicut O chesoguiris. Λvrei molli particolari da conserire con V. E. : mala moltitudine iit' ingombra, e saris una Volia neceSSari O
seu a altri sti moli. In tanto favorisca di continuarini la sua