Le opere di Galileo Galilei

발행: 1842년

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Rispondendo a una di tui dei a dotio fautograsa. inedita, in Palatina in dico di non voler pubblicare in sua risposta ait 'Ingoli, lin-cho it Chiaramonti non abbia dolo alia luce it suci ser illo contro il

In que Sto punio, este Sono Ore Ventidue, hO riceviatoqui in villa la gratissima di V. S., alia quale per Stret teZZadi tempo non posso dare se non breve ris post a. DOlgomi

sOmma monte dei pati menti suoi do po it ri torno ulla patria, 3

e mi aSSicuro che come prudente, o gi Ovine di oth, Si ri-durra col buOn go verno alla pristina sanitis, Ia quale io gliauguro e desidero. Λvevo ri soluto mandare a V. S. la mi aris posta ait 'ingoli in sieme con te scrit ture che tengo di V. S. :ma l'avere in teso come it Chiara monti stam pava contro almoto delia Terra e conti O a quel mi O breve discorso Sopi ait nusso e rillusso, ancorchsi non pubblicato, mi ha riten ut adi lasciar ve dere, ancorchsi privatamente, de ita mi a risposta, perchsi potendo essere che it Chiara monti arrechi dei mede-

1ὶ Cesare Marsili, nobile bologuese dolio Iuniore dat Fautu Et per distinguerio da uti altro Cesaro Marsili, puro di questa famiglia . morio in Roma decano degli avvocati concistoriali nel 1594 ) nacque net 1592 e mori prematura mente net 1633. Fu Valente malematico ed astronomo, e luscio si a glial iri mano scritii i suguenti: Taυ0le Astronomiche, Trotiato uel qusso eri 'usso uel mare, Dello Specchio Ustorio. 2) Inedila. - MSS. Gal. , Par. VI, Τ. si , in copia. 3) Dalle lettere dei 15 Maggio e 8 Giugno alibi amo ve luto come it Marsili si tro vasse aliora in Roma.

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s imi argi monii dirit 'Ingoli. volo D che la sua opera scisse pubblica a prima che potesse accadere oli' ei ve desso alcianadulle mi e ris posse. Contuitocio la mandero a V. S. per ilPI OS Simo ordinario, con pregaria a teneria appresso di susino alia detin pubblica ione. Mand0rogli anco insistine lusci illure cho longo di suo, o i promes si vel ri por il l elescopio, ii quali credo e Spero che con la persoZione com

Di Roma intendo, che ii Padi e Grassi h por stam parela risposta at Saggia loro, dicendo ossero stato sor at O a d OVerris pondere. La sto aspellando con desiderio. In lanio vo tirando avanti it mi a dialogo dot flusso o ris Iusso, che Si tira in con Seguen Za ii sistem a Copernicano, e per la Dio graZiami sunto in maniora di sanita, che posso impie gar qualche ira lol gloria o in qu 'SIO negoZio.

Procul ero di veller quanto prima ii Sig. Claudio Guido uipor sarti l a prima dedica tune dolia servi tu mia, come ad amico di V. S. : procul ero anco la ricev uta doli 'o suberantissimo regalo di V. S. i , ii quale con la sua vas fila mi desta qualcho dubbi O nul desiderio, cho pur Oglio credere chesella abbis, dolia mi a sanit h. Ne sari, parte a tuiti gli amicio parenti mi ei: o in lanio disperato di poteria contracam-bjare, la ringi a io quanto conviviast. Staro aspellando tu la- volo che mi accenna 2 , o te vodro con quanta diligenZapoiro. I 'Eccoli. Sig. Principe Cusi stra pser an dare in breve a Roma o quivi sar l 'ascriχiono di alciani Accadomici Lincet con speranχa di ussere favorito da V. S.; e io te daro rag-gua glio dei successo. Piu olire non mi concede l'ora tardache io possa distenderint seri vendo. Gli bacio cordial mentele mani, o gli prego da nostro Signore intera felicita.

ij Colla suddetia det gloruo :s, it Marsili mandava a rogalaro a Galile aquailro palli d'lndiu, una forma di cacio placentino, e certe Palle. 2 l. ' Tavole di Marte dol Mastini, alle quali ii Marsili seco la prela/ione.

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llo aspellata l 'occasione opportuna dei molio Rev. Pa dro Beneddito Castelli, male malico dello Studio di Pisa, ilquale se ne vivia cOSia con Mon Signor ReVerendiss. Cor sini : ii quat Padi e con Segnera a V. S. M. I. un legacculto, ontrovi te suo sci illure attenenti ait ' Ingoli, con una copindella mia risposta a quelle, la quale pero desidero per al- cuni mi et risi etsi che resti appresso di V. S. Sen Za mostraria per adesso ad altri. Τroxera n et me desimo legaccello duove iri per uia tele Scopio, che sono i mi gliori cho io abbia e lo spago che ci si avi otio in torno si la lungli 01 a dei cannone, O vo glia in dire la disian a cho deve esser ira vel roe Vetro . Gli avrei mandato uia occhia lino per veller te cos 'minime da vicino, ma I 'ore sice che sa it cannone non l'haancora sinito : subito salto lo mandero a V. S. Arrivo it regalo di V. S. ; i galli pero non sui On vivi, come mi scriveva, ma morti e stivali in una piccola cassetia , ove per i ' angustia dei luogo. 0 anche per i templpiovosi, pali rono a SSat. Ιo pstro rico nosco in cortesia di V. S., oh o di troppo intervallo ecce de ii morito inio, che si nullo. onde tanto maggiore si l ' Obbligo. Resto con desiderio a spei tando l' opera che pensa di pubblicare 2 , e non men O isuoi comandamenti : e percho dat P. Don Bone det to poti a intendero dello stato ed occupagioni mist, non mi distendero in alii O , salvo cho in ricordarmeli servitore devotissimo :con che Rii bacio tu inani. 0 gli prego intera solicita.

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do it Marsili con sua uel di η Mar/0, autogras a sine lita in Palatina.

Con l 'ordinario di questa sui limana longo lettera dat Siq. Giovanni Fabri insistine con in nota di iro foetoelli dan Scri ero nulla nostra Aco ademia Lincea, ii quali sono ilSig. Mario Guillucci, ii Sig. Giusto Ricquio, e V. S. molt'Ill ustro; sopra i ascriχion de quali, conforme allo costi lu-Zioni, i 'Eccollentissimo signor Principe ricerca l 'assenso dei compagni, o giis rave rh avulo da iusti. I ungo ordino das. E. di mandare a V. S. una copia dellu costilia ioni flampas e. insium e con uia elogio per il Sig. D in Virginio Cosa rino di s. m. 2 , che lutio saris con questu: se dando conloal Sig. Principe dolia riceviata o dei contento doli' ascriZione . Potris V. S. in vi armi in letiora, cho la mandero a buonr 'capito. Sono stato questo carne vale aspellando V. S. con randissimo desiderio: ma quanto questo si Stato grande, alii et tanto o stato it disgusto dei non la veiler compari re nil non sentirne Diiove. A vovo salto disegno che ii di- letto di quoi gloria i sos se stato per me it goder della convorsa Zione di V. S., non comportando I 'etii e IO slato mi O cli' io compi i ii pincere dolia vista di quelli spellacoli col di-sagio chu seinpre gli si congiunt a. Ora Dio sa quando si pressenter, altra Occasione di vivo deria: e pero in questa mi ab ramositis la supplico a non mancare di consolarini conqualche sua lettera, e piis con qualche comandamento, dolis tali vivo con desiderio e ambiχione: e per sino con Oguimaggiore asset to gli bacio te mani, o prego da Dio ii colinoui soli cilis.

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I iremete. 17 Murto 1625

I arta ili una prole/ione satia ital Prosessor ili hilosolia nul Collogio Romano. - li risponde ii C0si cori sua dei 5 Aprile, aut, grasa inedii a j in Palatina .

ll Signor Cesare Marsili ha sentito ostremo gusto dulsavore che ricove da V. E. e d alia Compagnia, noli esse rosii malo degno dei ConseSSO, como credo cho olla intenderupor la sua qui alligata; ed io lo reputo soggotio da appor-larne Splendore, essendo dotato di iuste te ollime condi ioni desiderabili. Mi si stato sor a inter meliore per qualche tempo loscrivere, ris pello at dolori di schiena sed altro indisposigioni

risveglialosi in me dati 'osserini assati calo foverchia mente: tuitavi a VO gloria almente acquis tando mi gli Oramento . e Spero in breve rimet termi ali' opera. In tanto avendo Vedula lapi elegione salla questo anno dat professor di silos si a Dei Collegio di costi, mi era venulo in pensi ero d' introitur laopportunamente in uia dialogo con rive dei gli it conto assai minuta mente. Ma considerata pol l ' est rem a Sua insipi de ZZa,

o gli enormi spropositi de' quali si ripiena, non so quelloche saro; perch si mi pare impossibile, che t 'ignoran Za ne l-l' universale abbia ad osser lanto fuit Surata, che si POSSati ovare chi gli applauda. Pero quando di questa ancora ae-caggia come di quella deli' ingoli, io non gliela perdon ero, e seguiro ii comandamento di V. E. . che pilo sentire iuche, con tutio ella si a costi, o favorii mi di toccarmene unmotio. Fini Sco con restarie seni pre t 'istesso servitore de-VOti S Simo , e con pregare a lui e all'Eccellentissima Signora Principessa intera felicitis.

i) MSS. Gal. , Par. I, Τ. 5, in copia: odita ultima mento dat Venturi, P. li, p. 86, solio la data dei 1024 , che viislsi intendere ab Incarnatione.

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LETTERE DI GALI LEO

Parta dulla di tui animissione neti 'Λccademia dei Lincei; desiderale nil vo dul Padi e Castelli e dice di occuparsi intorno ni Dialo-ghi. - Gli risi unde it Marsili it 7 Maggio con lettera aut agrasa in edita, in Palatina.

Invio a V. S. moli 'Illustre la risposta deli 'Eccellentiss. Sig. Principe Cesi alia lettera di V. S., o in sieme te do conto det gusto particolare rice viato da tuiti gli Acca domici dulsavore e Onore che si riceve per i 'ascri ione di V. S.; laquale in breve sarii spe lita, o in tanto s'inta glia lo Smeraldo per mandat gliolo subito. Son molli glorni, che non ho nuove det molio reverendo P. Don Bono deli O, Onde la progo a d armiqualche avulso deli 'essere e progressi su Oi, Stimando che perta vicinan Za olla ne si a informata a pleno; e quando V. S. avesse qualche Occasione di sargii vellere la risposta mi anil'Inguli, mentire si trat liene appresso Monsi g. Illustriss . Cor- sint, l'averei caro per qualche mio interesse. Nel resto tome la passo assai comoda monte di sanilis, O vo lavorando passo passo in torno a' mi ei Dialog hi, doue tOccherei, porgondosi l 'Occasione, qua lolio cosa deli 'instan a contro almoto terrestre promossa dat Sig. Cav. Chiara monti, se iol' intendessi: ma da que I poco che o flato accennato a V. S. o cli 'ella mi ha partecipato, non SO rili arne COSI chesnc-cia in tal proposito; iasi mono scorgo dalla qualita di altridiscorsi det medes imo, che si possa aspellar cosa di granmomento : tu flavia la prego a favorii mi di sarini parte se altro ha in teso di piis. Sopi a tui te te cose p0i la supplico a continuarini la sua buona gra ia, o a favorii mi de' suo ici mandamenti, o di vivo citore li bacio te mani e progo felicita.

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Passa in quo sto punio di qua ii Sig. Bene det to Ilestre desco, Scultore in avorio, e mi O amicissimo, e per te sue qualita degno di essere servitore di V. S.; o perci, si jeri rico vel dati 'Ecc. Sig. Principe Cesi l' anello con to siuerat do per inviario a V. S., con questa occasione glielo mando. Dat Sig. Mario Guiducci aspello la nola dei compagni Lincet, esubito glie la in 'istro. Penso che l' apportalore di questa, chese ne rit Orna in Λlemagna, si iratiori a diae glorni in Bologia aper vellere la cilla: se gli bisognasse in algiana cosa it sa-vore di V. S. la prego a sargliene graZia, che Sara benim plegato, e io glie ne terro obbligo particolare: e perchis si col pisi nolla stassa, non saro piis lungo. Li bacio asset-

Rispondendo a una di tui dei 12 Novembre fautograsa, inedita. in Palatina in parta di una dimostrario ne id raulica.

Mi rati egro assai dei progresso id raulico . o aspellerocon desiderio te ire ultime propos igioni con te lor dimos tra-Zioni: dico di queste tro, perch si la prima si assai chiara,

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LETTERE DI G YLII EO

curar, se sarh pOSSibile, di venire sui mi o di qua sun a laperdita di qua tiro O cinque per cunto. Ricevet i piatii, main seriori assai a quelli delia Patern illi Vostra, e con pagardi condolia it iloppio di quel che si paga per l'Ordinario. che cosi su palluito in Perugia dat Padi e Don Λngelo: ma

essendo i 'ora tarda per esse rini trat tenulo hen due oro col nostro Serenissimo Principe in dar principio alle mec-

Qua mi si comparso quattro si aschi di greco e cin- quanta cantucci mandati non so da chi: savorisca mi d' intendere se dat Sig. Lori, o da altri, e me l'avvisi accio POSSn render ne graZie. Mandat la pallandi ana a Vincenχ0 2 unon mi scrive la rice viata: desidero intendere quello che sa. notio, e io ho a tornare in villa: gli bacio te mani in- si emo col Sig. Niccolo.

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nispondendo a una di tui det si doti aut, grata, iuudita. in Palatina in dico di attondero Ia risposta di lioplero ali' nutilicone doli hiaramonti, o paria dei ciuit dei Peripatetici.

Io letto con gusto la letiora dot Sig. Cav. Chiara monti, o la rimando a V. S. qui alligata, o insteme una nata inrisposta di una sua rice vula da me in quesio gi0rno dat modestino Sig. Cavali ere, ii quale mi illi conto di avoravit to la risposta dei Keplero contro ali' Intificone, in litolata 'peraspis, delia quale ave vo giis avulo avulsi di Roma, e la sto con deSiderio aspeltando, perclisi intendo chein ultimo vi si anco uii' appendice per il inio Saggiatore 2): Con non minor curiosith vedro la sortitura, alia quale V. S. sta attendendo, e it tutio restera coperto come ordina. Il discorso di V. S. contro ait ' impassibilita dei cieto mi piace assai. o io ho di giis, ne ' Dialoghi che vo scri-Vendo , inscritto alti e consideraZioni circa la me desima conclusione. Ε Veramente quando i cieti sussero quali se glisigurano i Peripatetici senga sapere perchsi, credo che non sarebbero buoni tisi per loro, nsi per noi, Iasi pol rebbono

Operar co S a Veruna; Q in somnia Sarebber giusto qual Sa-rebbe ii nostro Globo Τerreno, quando in eSSO non si saceSSe nulla, Ina sos Se uu corpus iners et inutile pondus,

tanto pili ignobile di quello che si at presente , quanto uncadavere di uti animale morio si inferiore at me desimo vi Vente. V. S. a SUO tempo vedra quanto scri vo in questo proposito. Salutero in voce ii Sig. Mario, e con lettere ili'. Don Bene det to per parte di V. S., alia quale per sine bacio cordia linente te mani, e gli prego intera solicita.

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LETTERE DI GALII EO

Parta ili Vincun o suo ni Pote , e dolia solii Elono di un problemaidi aulico , a cui sta pensando. - Gli risponde ii Castelli con sua d0ll Gennato 1626, autograsa, in dita, in Palatina.

Coli' augurat gli selice capo d' anno, e rallegi armi chesi si a liberata dat suo male, assai da me avulo in Orrore. Vengo a ri Spondere alia grati SSima sua , significandole chemi piacu che VincenZO si porti bene, come anco mi Signitica ii Sig. Ρieralli, e che spenda quello cli' ella gli Somministra Onora lamente , a V Vertendo pero che si poti ebbe spendere Onorata mente molio piis di quello a che tu mist sorge si ostendOno: pero essendo UScito di quelle spese Straordinarie , che Sono State neceSSarie sal si in questo principio, io mi contento, e di tanto de Ve contenta I Si eSSO ancorn , che per i ' avvenire , cominciando con l' anno nu0VO , abbiali 0 scudi it mese da implegarii nolle sue Spe Se minute; edi tanto sacci a capitale, e ne compri si gure di geSSO, corde , carta, Penne ed alti e cOSe di Suo gusto : e doura contoni arsi di avere tanti Scudi quanti io delia sua et . ave vogi iiij. Di graZia si go verni, e tema it Suo nimico, percho si formidabile. Non ho an cor Vedulo I' ultime Sue scrit ture; ma intendo che sono in mano det Sig. Mario, e te vedro presto. IO ancora vo ghiribi ZZando, e tra gli altri problemisono attorno ali' investigare come caminini ii negogio deli' accelerat si l ' ac qua Dei dOVer passare per un canale plustretio, ancorchsi ii letto abbia l' is tessa declivita nol largoo ne li' angusto. D tardi, e non posso eSSer pili lungo : glibacio te mani, o gli prego solicita.

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