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Io contuiturando che la spedi/ione ordinaria dullo Iollo deve essere cosi iunga, chu il piu det tu voltu i ben0- si1iali devono prima morire che comi iactare a go duro dei bene si λio, glaccho quesio che sono stra ordinaria monte procu rate da uia si accurato procuratore, quale si la P. V. M. R . non si spediscono mai. Io chu son suo ri di speran Za di vo-dserto in vita nata, attendero a sar ora χione ne i lem po chumi avan Za per mio ni pote, cho h gio vindito, accio it Signori dilii, gli conceda tanti anni di vita, che possa alii uno nulla Sua vel chias a rice ver questo sol iuvamento 2 . Uuanto at cerchi delle Medic00. ii minore lin il suo semidiametro grande semidiametri di Giove 5 Uyic; it semidiametro dei sequente si di tali semidiametri di Giove 3 - 1A :l 'altro ne conlieno l4, u it massimo quasi 2b, per quant Oio ho sin qui potulo comprendere: e Senio con placere, cli'ella si sta applicata a que Ste Osserva ioni gla da me tra-
Le stasti late 4 non sono penetrate cosi ni vivo, che il
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Vin eruditissime, plerumque homines longinqua ii inora suscipiunt, ut suarum mercium di nundinalione augeant patrimonium, et domum redeant pecuniosi Oros: sed Joannes, ephanus Bossius Mediolanensis, qui has lib. reddet, in remotissimas is las regiones prosciscitur, non divitias perquirens, Sed doctrinas, nec studet patrimonium, Sed vir lu-lus, quae nulla nobis immeditate contingunt, augere; imo libsens patrimonium impendet, ut scientiam comparet, et parvi pendit si domum redeat pauperior factus, dummodo
virtutibus auctior revertatur. Pra 'cipue x Pro matheseos scientia pervellet erudiri: iduo ad te properan S, me Sum-m Opore obsecravis, ut se sibi de meliore nota cis inmunda rom. Ouod ovo lonaioribus verbis non sum facturus: Saloni in suurii, qua de causa se libi commendati voluerit, in
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ilicasse. Si urgerem acrius, injuriam tibi iacerem, perinde quasi Vererer, ne tam rarae mentis, lam praeclari spiritus tuique reverentissimum virum non tuopte ingenio fores perhumaniter amplexurus. Iloc tamen non iam illius, quam mea causa adjiciam: Bossium ita ossiciose ut prolixiore hune licentia velim prosequaris , ut ad ea, quae tua Sponte lacturuS, non parum mea commendatione videatur accessisse
Milto cum his complicatam literis orationem Nicolai Λdjunc i, adolescentis in omni humaniore os severiore lituratura excultissimi: eam sal scio te magna cum voluptatulecturum, et mirifico suturam ad suum palatum ol gustum Vale iterum. AL PADRE BENE DETTO CASTELLi 1 v0MΛ s
Parta ili suo Dipole VincenZ0. - Λ questa rispondo it Casi ulli consua dot 17 dello, autograsa, inedita, in Palatina.
Prima per la tellera delia P. V. M. R., u pol quati rogi Orni dopo per una dei nostro amore 'Ole signor Landucci, ho infuso con mi O grandissimo dolore quanto passa circa ii alti di V. . . . 2 , at quale Scrivo l' alligata , o la mando
1ὶ MSS. Gal. , Par. Ι, Τ. 4 , autograsa; edita dat Venturi, P. I l . p. 10 .s, it qualo dico di possedor I 'autograim: o sara di questo como di quello dulla letiora det 7 Λgosio 1600 di Galileo a sua madro, intortio a ch VPggasila nota 2 a pag. 13. I 'autografo palatino ha insalli qualcho dis roren a dat laodigione dei Venturi. 2ὶ VincenZo, suo ni pote. Per sarsi uri' idea di quos lo rompi collo has siil soguento brano di lutiora dul Castulli a Galileo, det 22 Luglio sequontu
sci illa in Occasione cho questo Vincen O se ne tornaVa a Firen Ze, como qui dispone Galliseo: u Nol rusto, io son si curissimo che ii Sig. VincenZo sarau quotche strana uscita ancora con V. S. avendola salta con la madro, per-
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.,-- L EJIERE DI GALli Loalla P. V. aperia accio la lugga , e do quel la comprendoquello cli' io desidero cliu Si s accia : gi acclisi per sentirmida sei gloriat in qua assai indisposto non possO Scriverusen Za grande osses a. La supplico a sar es eguir subito quanto scri VO : e quanto alia Pensione , glaci lisi si vo do che conii uesto cervello non si si da Sperar se non male, sat ebbosorse bene renunZiaria a qualculi altro, con veller di ca- variae pili che iussu possibilo per rivi armi a sod dissare nuna grossa somnia di debili che mi trovo addosso per miosi alello o per la sua famiglia , la quale lut lavia si ii ova lui alle mi e spalle con spes a Vera mente intollerabile. Perodi graZia avendo salio inlato, procuri anco que Sto rostante con sicuro Za di non osser per rice ver da me mal piu Simili aggravit, che a nate Spe Se ho imparato quello che sius addos sat si impacci di i lues la Sorte. Gli bacio te mani, Pper non poter pili scri Vere, sinisco, e gli progo solicita. Digra in mi scia si col Signor Landucci se non gli scri vo in particolare, e Serva la pro Sente per amen due. Scrivo ali' illustrissimo Signor Cri velli, che VincenZo Sara a largit r0- veron 3, nsi partiris Sen a Sua bu Ona gra in o licen Zia. ΛL Ii Albi Cloi i a FinEΝχκ i
.li ni anilii it libro iii I IIolo dulle Λcque dul P. Castelli. o conquesta occasione to proga di presentur suo figlio at Granduca.
Dat mollo R. P. D. Bene det to Castulti tengo uia suo librotto det movimento doli' acque per preSeniario at Serenissimo G. D nostro signore in suo nomo: la malignita dei tempi contrarii allo stato inio non mi ha permesso polor venire alla
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por mancamento di chi l 'introduc esse. Ilo per tanto resoluto
per non indugiar piu) di prenderint liberta delia cortesia di
V. S. Illustrissima, sapendo massime quanto olla ama i aut ore, e Supplicaria che v glia per me presentare ii libro, ii qualuti sieme con questa ella rico vera iter mano di mio si lio: o quando anco paresse a V. S. Illustrissima cliu questa lussi' non incongrua Occa Sion st, ohe, scorto da lui, nato si glio pro-son lasse ii libro con dare ii buon capo d' anno a S. Λ. Qiu tanto osser da quella concisci ut o di vis tu, I 'obbligo sa-rebbe grandissimo ualla parte nostra, e io lo riceve rei per favore singolare. Rimetto il lutio alla sua pruden a , e conros largit servitore obbligatissimo, gli auguro felice ii nuuio Anno e molli altri appresso, o reveronte monte gli bacio te inani.
Ris pondondo a una di tui dui tu Deccmbre procedento autogras a. insedita, in Palatina j consula la solligione di uti problema iuraulico. contentito nol tra talo dol Molo dultu Acque di esso Padi e Ca sl ulli. - Λ questa it Castelli re plica con sua det 21 dotio, pur ossa autograsa in Palatina, Pilita in pario dat Venturi, P. II, p. 10 l.
Per diligonga usata non ho potui o riti Ovare te 50 CO- pie, che Scrive mandarmi delia Sua scri itura, od essa non mi dice niente do 'o io debba sar capo per ritro varie; pero suppli Sca con alti a sua. Feci presentare te itue at Serenissimi Graii Duca, o Principe I . Loren Zo, da Vinceri O mi Osi glio, essendo che li tempi contrarissimi alia mi a sanita
i) MSS. Gal. , Par. VI, T. si, in copia: odii a ultimamento dat Venturi, P. li, pag. 100, colla data dei lii2Ν, che via olsi intendero ab Inca natione. come o in controvertibi linentu provato dalle sopi ac italu missiua D responsi va tui Castolli, dulla quul ro pons iva dovexa it Voti iuri corroggoro la data doliu
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m 'hanno similio si nora por ire selli mane con do liu acerbissim v. od ii M. R. l . Attalo mi luce intendero, che, sendo occupatissimo, non potu va fur Vire la P. V., come avrebhedesiderato. La surit iura si piaclula assai a lutti clie illi anno lulia, o qua si irati ava di ris lamparia; ma intendo ch'ella non su nu conlenta. ΙO la riluggero piu voltu, e se mi parrhalciana cosa da notarsi, Pax visero in occasione che hisOg DIS Se risiam paria; o per ora mi Sovviene di queli 'ac qua premula, che ulla interpreta come condens ala. dalla quali opposiχione poli 0bb0 l 'autore di senis ursi, che non si necessario cho i 'ac qua promula si condensi per Scappar con mag-gior imp0to: sicco me il noeciolo di oti logia , promulo dat leuisa, Scappa con velocis a Sen a condensai Si, e t 'aequa stessa promula nello Schi Zal ino salla anco in Sil, o compressa dat
proprio peso e sco dalia bolle plena velocemente l . Mandat la procura at Siguor suo fratello 2 , ma non ho
oncora nuova delia rice vula. Mi favorisca sar lo mi e sciis se oppresso Mons ignor Ciam poli det tu li ala Sciate biione seste. O me impedito dat malo: le rice vii per so, e te porga ininio nonae, 0 mi ami e comandi.
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Η accomanda Bonaventura Cavaliori nila cattedra di mate matio hovacanio di quella Universi in n.
Il M. R. Fra Bonaventura Cavali eri Gestiato, ii quale per onorarini dice aver rice Viato da me qualche a tuto nul principio de' suoi si uiri male matici, Sento che ricerca la lettura ili tal sacolla in coles la Universitis, e queSto per poter conmaggior libertii pr0seguire tale studio, ne i quale egit si sente aver talento e genio mirabile. Io, se ii gludi Zio mi O puo comprendere ii vero, e l' ali est a Zion mia trOVar credito alciano. ingenua monte stimo, pochi da Λrchimede in qua, o sorseni uno esset Si tanto internato e proson dato Deli' intelligon1 adella geometria, si come da alcianu opere Sue comprendo:
e per essere questa parte a tui, dissicile o quella alia qualet ullo te altro malematicho si appoggiano 3 , non h0 dubbi alc uno ch'egii nullo altro, assai pili facili di questa, non
si a per sar passale mirabili: ne ho voluto dar conto a V. S. supponendo ch' Ella si a per favoriri O, per entrare a parte noli ' onoro cli' io son sicuro cli' egli arrechera a coles in ca tedra , quali olla succeda che si a salta ele Zione delia per
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li da ultoriori informaZioni det I adre Bonaventura Cavalieri.
In risposta di quello clie V. S. Illustrissima mi domanda circa i progressi Dello studio delle male malicho dei molio Rev. Padi e Fra Bitona ventura Cavalieri, deve Sapere cornu PSSendo chi amato circa 15 anni sa alia lettura di tal sacollanello studio di Pisa it molio Rev. Padro Don Bene dotio Castelli, Monaco Cassi non se, giis mio uilitore o discepolo in Pad ova, alloggio questi pur lo spa io di duo anni Dei Monastero dei Padri Gesuali in Pisa, do vo con tal occasione at cunis ludonli dei delii Padri volt dro sentire dat Padro Don Bene det tu i principii dolio Matomatiche, ira i quali su it Padi e Fra Bonaventura: o come quello cli 'era di mirabile in- gegno e dispOStissimo a late studio, in capo a pochi gloria iapprese in manistra te primo introitu toni, che poco obbe dipol his oguo de illaiulo di altri. E se in alc una sacolla accade,
in que Sta mas Sima mente avviene, cho quelli che son hi SO-gn Osi di maesti O non passano mai in mediocrita: e la Da
iurat dispos igione sis pili che mille procellori. D vero chein contrando egit qualche gran dissic illa, conserendola meco, gli ho piu volle abbreviato it tempo doli' intelligen a. Eglipol, lontano dat Padi e Don Bene detio e da me, ha perssi stosso voduli i pili importanti e dissicili autori, come, olli 0 ad Euclide, Λ pollonio e Λrchimede e Tolomeo e altri: o tirato dalia vivacita dei suo in gegno ha riti ovaio uia nuOVO moiodo di dimostrare, col quale egit proxa per via pili speditu lo cose di Λrchimede, o te principali di altri gravi au-lori. si benelisi quosli su i studi, per la loro dissic0lla, non
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siano materie da cattedro . tu ita via quanil' egii abhia occasione di legger pubblica mente sara a tui facilissimo i 'applicar hii alle leχioni pili popolari e trilissime in compara ione delle alii e suo noli te: o indubila lamente egit si per sare quanto quat si v Oglia alti O. E tanto si a deli a per significarea V. S. Illustrissima it concello che io se lago di questo soς-
Quanto agit altri particolari conluviati nolla sua tolle ra , io concorro Seco in giudicare poco necessari O utili glial iri meZZi, i quali non tentero, nsi men O anco pol rei ricer- cai gli di presente, riti Ovandosi ii Graia Duca a Pisa. Aspultod'ora in ora it Padi e Don Bene det to da Roma, che passando di qua va at Capitolo a Parma, e do vera passare per Bologna, e abboccarsi con V. S., o da esso polrii intendereptu minutamen le circa questo salto Se it Gesu ita scrive contro at Gilberti, credo che non ved rem O maggiori sottigii egre delle solite di quel Reverendi, i quali al mio parere in materie silos si che sono assai triviali. Senio ait 'in contro cho it sinto Apelle 2 stam pa in Bracciano vn lungo trat lato de maculis solis: e queli 'esseriungo mi ita assai dubitare che si a pleno di spropositi, iquali per essere inliniti pos sono imbraitare molli sogli; dove che ii vero lien poco loco: e tengo per sermo, che se egit dira altro che quello clio dissi giis io nolle mi e lettere Solari, diris tutio vanit, o bugie. Non ho per ora che dir pili a V. S. Illustrissima, salvo che ii conser marmele servi fore devotissimo, e con Ogni debita riverenga baci arte te mani, e pregario intera felicis h.
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Lo ringi a ia dolio gentili espressioni usa te a suo ripitardo in una Iettura a Cario nocchinori. - Λ questa risp0ndo it Buonamici consua dul Λgosto, autograsa, inedita, in Palatina.
Preveniato dati a cortesia di V. S. M. I. Vengo, non Seu Aqualche rOSSOre, a renderi u gra te dei cortese ossicio, chesi si degnata di passar meco in una sua lettera at Sig. Cario. col quale avendo per m eZ O di mi O si glio contratio parent ad O , Si come mi pregio delle onorate condigioni di tui tala casa Sua, cOSi ascrivo a mi a grati ventura l' avere avuto con tal me ZZo adito ait 'amici ia stermine melio cortigia nesco ma pili amabile che servitu di V. S., o Se placera a
Dio alla sua conversa Zione tra non molio tempO ; ancorche cio non si a per Seguire senZa mio scapito ne i concelloch'ella tion di me, menti ' olla da vicino con0scera quanto male mi si assestino quelli attributi, ile' quali olla da lontano mi Onora. Ma si a quello che si VOglia , quella parte che con altri me Zi non poti ei meritare noli a bu Ona gra iadi V. S. procul ero di acquis tarmela con uia vi Vissimo edovidente assutio, o desiderio di porre ad est otio Ogni suo cenno : in tanto gradisca la sincerita deli' animo inici, montre con reverente asset tO, in sieme con Vincen o mi , figlio e con in sposa, gli bacio te mani e Prego intera felicitis.