Le opere di Galileo Galilei

발행: 1842년

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Firenae, 10 Genuato 1626

Ho rice viato due Ore sis it plico mandatomi da V. S. cc li ho dato una scorsa, Bella quale mi si sono te cose contenti levi rappresentate di non molia emcacia. Lo rive di optu posa tamente, e su non sat anno piis di quello che mis0glino sar simili c0nti adigioni, so che mi anili anno Sempre calando ira te mani 2 . La ringi agio in tanto dei sa-VOre , e Sto a spetiando la mi a parte det Keplero 3 . E per-chsi l'ora si tarda, sinisco con baci argit riverente te mani,con ricordarmele Servitor di cuore, e con pregarie da Dioinlera felicita.

1ὶ Ιnedita. - MSS. Gal. , Par. VI, Τ. 6 , in copia. 2ὶ Crediamo per certo che la scrit tura dolia quale qui si paria soSSeiana copia doli' opera dei Chiara monti De Sede sublunari Cometarum Opusculatria in supplementum Antilio0nis cedentia: opera compluta gia dati' aut0re in quest' epoca , sebbpiae stam pata solo nel 1636 dat Iansson in Amsterilam per cura dei Cardinat da Bagno, non essendosi trovato stam patore in Italiache volesse caricat sene. Nel libro III, cap. 17 di delia Opora, son Ρr0d0lto diverse obbio ioni conti O il Si stoma Copernicano, alle quali Galileo ris pondo sulla sine delia seconda giornata dei Dialogo. Pingi si s Cosmostrapsile, t. I. p. 103 in decide, che it Chiaramonti ne gava i futti, ouasta Da i principii, ele consequenae piu assurde non gli facevano timore por sostenero ad ognicosto l' incorruit ibi lita dei cieti, o per lirare te Comete at di solio della Luna. 3ὶ Keplero pubblico uel 1625 il suo libro inlitolato: Tychonis Braho Daui hyperaspites, aduersus Scipionii Claramontii Ciaesenatis Inti-TV 0-uem ec. Λ questa scri itura o aggiunta uti' Λppendice , nolla quale combδt leat cune pro post ioni in torno te Comete conto nute net Saggiatore. Di quesiastava in aspella Zione Galileo. Leggosi ri prodolia dat Venturi, Par. II, pag. 59

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Parta degli sci illi citati nulla tellura procudente.

Per mano det Padi e Fra Bonaventura, Gesuato, ho ri cevulo jori sera it libro det Keplero, e dato una scorsa ali' appendice cho apparitone a me; e pochi gloriat avantimi su rosa in scrii iura det Cav. Chia ramonii contro ait ' Il,O-i est Co pernicana. Se io devo a V. S. dir libera mente ii paror mio, l' una e l' altra mi par cosa de bolissima. Vero ocho doli' appendico ne intendo pochissima partu , merci, nons a se delia mi a poca capaci lii O pur dulla stra vagati a delios lite doli' Autoro, det quale dubito cho non polendo egit di-sendore it suo I icono dat te nite imputa ioni, si si a me SSO a Scrivere quello cho altri, iasi sorso egit stesso possa intendero. Quanto pol ali' ultro scritto, aVero largo campono' mi ei Dialog hi di consulare qu0l poco pili cli' ei produce, olire ni discorsi comuni de gli altri . che veramente si po-chis Simo. In SOmina, Sig. Cesare mi , i discorsi di questi Primali rins raucano in parto quella tenue, o diro pusillanime opinione , che ho Sempro avula dei nato in gegno : epiti tosto che spavento mi Sento accrescere animosita a se-guilare la cominciata improsa , o proVar di condurre a sineli Dialogiii. purch si ii ciuio mi conceda sor o piis valide choquelle cho mi si ovo at presente , che pur son li Oppo d bili pol' la mi a mala sanita, alia is tale appunt O lo Scri- vero si capitalissimo ne mico. Ιl che serva anco per minscus a con let, se non mi disiendo pili a iungo. Rimanderoa V. S. con in prima occasione l' una e l' alii a sci illura: o si allanio sacen doli asset tuosissima riveren a , in Sieme coli adro Fra Bonaventura, che si da me, gli prego da Dioin tura solicita.

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Si aggira inlornu lo stesso argi mento dulla precedente.

Λcconnat con alti a mia it concutio che mi loimai dellibro e dolia scris tura mandata mi da V. S. molt' Illustre, nulla prima scorsa. Ora gli soggiungo, che net rite ggerii piis pus alamente mi sono ancora pili caduti di man O. Λ verbiae' misti Dialoghi campo di disendormi ualle loggerisSi me Opposi ioni det Keplero, e di mos irare la nulla concluden Zadegit argumenti assat comuni deli' altra scris tura : pero di Presente me la passero cOSi. Il Sig. Francesco Stolluti mi scrive di Roma esser in iraccia di mandarint ii libro dot Keplero quanto prima , e Subito rice via toto mandero i 'altro a V. S. in sieme con l 'al ira scri itura. Pero mi perdoni questo poco ii 'indugio, ca-gionato anco dat poler io poco applicarini a tellure, m3S-sime di libri sui illi in stilo tanto duro ed Oscuro . Gli rac- comando l' alligata per il Sig. Chiara monti, la risposta delqualo al Keplero sto attendendo con desiderio 2 : e per sine a V. S. molt' Illustre con riverente asset to bacio te mani,

o gli prego da Dio intera felicita.

Sus adversus Hyperaspitem Ioannis Kepleri. confirmatur in hoc opere rationibus eae parallaaei praesertim ductis, contrariisquo omnibus rejectis, cometas subl/mares esse non coelestes. Venetras, 1626 imo.

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Gli rimanda la scri itura dei Chiaramonti, o il libro det Κ0plero. at quale dico di voler ris pondere. - Λ ques la riscontra it Marsili consua dei 3 Λprile, autograsa , inedita , in Palatina.

Riceveris V. S. molto Ιllustre con questa il libro delicoptero, e la scri ilura det Sig. Cav. Chia ramonti, e miscus i deli' indugio, pol cli si desiderando is di avere a mi arichi est a ii dotio libro , non prima di oggi ne ho rice viato uno di Roma. Mi paruva d' essere in obbligo di ris pondereali' appendico det Ice plero si per sua come per mi a re Pu tarione , bench h le ris poste sieno tanto facili, che Ogni mediocremente pratico in questi studj pub v edere che egit has ulti i torti : ma non sapeva come pol pubblicar la riSpO

in pensi ero di scriveria in una lettera ali' is fesso Sig. Chiara monti , e che egli come via' appendice la mei tesse net sine delia sua replica. Ma ho pol considerato , che Sendo io total mente discorde nolle opinioni da esso Sig. Chia ramonii , eche percio mi converra in alii a mia opera consularie, non si a bene dar tal segno di esser in queSto caSO Suo aderente: e sorse sat ebbe meglio quando V. S. voles se presiarmi ilsuo lavore in che io ne scri vessi a let, o che da isti come incidente mente passasse la mi a lettera in mano det Sig. Chia ramonii , e che egii la Soggiunges se alia Sua riSpOSia. Prego dunque V. S. a sare un poco di rissessione sopi a questo

punio, e condonando qualche cosa al mio ardire, dii mene ii Suo senso; con che ricordanilomele servi lore devotissimolo bacio te mani.

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Aggiunio at nato primo pensi ero quello cliu mi ac cunna V. S. molio illustre essur Suo desiderio o di altri genti luo mi ut tot torali amici suo i, bo viso lui O di scri ore it parormio circa te cosu tralia tu in controversia dat Sig. Cavaliore Chia ramo tali 0 dal Keploro, traltando ne pero per quulla parte che puo anneltui si alla risposta che devo Iaro al-l' appendice di osso Keploro; o Onorando mi dolia concussioni fili V. S. ne scri vero a tui modestina . in podestis delia quale sarii ii disporro a suo beneplacito dulla mi a sortitura. Glione ho voluto dar conto avanti, accio non prenda si manavi-plia dolia lardanZa in ris pondere ait 'ultima sua letiora, S ancora lardero qualcho gloria O3 mandare lal ris post a. 0uantoni liusso e riuusso di esto mi accenna 2 , ne sentirui volun liori l' essello; it quale, per mio parere, non credo che PUSSA dependere da alti a cagione coleste che uallo scaldarsi l ' ariail gior no e rin si escarsi la nolle, o l' el0χione doli' ac sua salso credo che Sin una coperia nil artificio, o ch0 l 'islsesso sa P hbe la d Olce: o uri tale scher o s0ci io venti anni sono in Pad ova, ina non Iin che sar col nusso e riuusso det mare, salvo che net nouae imposiogli arbitraria mente duit' artesice. Vivo at solito suo devotissimo servitore, e alii et ianio desidoroso, quanto obbligat a di servirla; o con vivo e reveruntea isello lo bacio te mani.

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Dalla gratissima di V. S. molso illustio dolii 20 stant filii par comprondere che via' alii a sua scritia mi ultima mentusi si a sua arrita pol elisi non prima che da questa ho in 10 ol' uso doli 0 ampolist pser mos rare ii siusso e riuusso e S80rorius cito una vanilis: non doura pertanto maravi gliarsi si non no lici visi a min Pisposta. Il si . Cav. Chiara monti comopiis in iurus salo ui me ha sol locitata la vis posta ol K0plero 2 mu io impedito da varii disturbi suro piu tardo nulla nata:

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ni spondendo a una sua dei di 7 autograsa, inedita, tu Palatina, partu di uno specchio ustorio, e di uti altro, che, se condo it suo aut ire. saceva pur rillessione l'ossutio dui Tol0suopio.

Ho ve luto ii di sopito dolio specchio ustorio mandato mida V. S. molio Illustre a richi es tu di Messer Giovanui suo aut Ore, ii quale primi eramente ringi a io delin considen a con la quale mi conserisce it suo pensi ero, che Saris Vera mente cosa da stimare tulla volla che riesca consorinuali in tengione. Mi vo pol imaginando che tu diversitὰ doli' accendere in diversi luoghi possino nascere dat tener Sco- perte det me desimo spe cchio diverse parti collocate perot ille in torno at Suo centro Q concentricho; mn Se queSto su S-

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, , paro oliu do vos se accuri dero per lutio ii diam uiro, o non in quei soli cinque tu, ghi sognati se nominali dati' autore: tui avia inu neri in 'ito ait 'us P riun a, o n quanto ne assor masse V. s. de risu.

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tutio vada occupandosi in assari che possa stimare ossor dimio gusto i , o mi duo te di non ess0r in is talo di polorcon pari essesti contra 'cambiare la sua cortes issima vigi lau/a Si appaghi della proni Og a deli 'animo e Scus i ta po- vorta de' concelli, o mi continui la sua graZia, nulla qualomi Paccomando, munire con vero u vivo assetio gli bucio te mani e gli prego felicita.

1ὶ Gli scri, eva il Ilai fili. il gloria0 7, d os oro in spora nya di sar lite nor mulio per sortio la vi posta dei Chiora monti. cho si vo niva stam pando.

, quila a partaro dello spoechio ustorio, o gli chie tu uia peZZo dipii tra fossorica di nologi a.

La gratissima di V. S. molio Illustre dolii 26 di Lu-glio 2 , che doveva esset mi res a dat Sig Andrea Taureli.

non mi si pervenula se non ire gloria i sono per mano diuti si ale Cin tu rone, at quale esso Sig. Λndrea in lascio nulparili si per Roma . Ordinando at medes imo Padi se che midi cesse come per si ella dei partii Si non mi aveva potu loli ovare . ma che at Suo ri torno sarobbo stato da in se :pero V. S. non si inaravigii delia tarda risposta cho ne ri- ceve. Quando mi succeda vellere ii Sig. Taureli repulero a mi O guadagno se ventura ii dedicar gli la mi a servi tu , Come a persona di multa stima. o degua delle lodi dolSig. Marsili : e in tanto rest O a V. S. con particolare Obbligo do gli acquisti che mi va procacciando. Juanto alle varie invenZioni dello speculii O ustorio, non SO imaginarini altro che quello, che alii a volta glisci isSi. iasi graversei V. s. a manifestarini quello che liene

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kliel a per molli anni. Credo che V. S. abbia cogniχione di quelle pisti re, che

alcinale concepiscon , o rite rigono per uia poco di tempo laluce, te quali nascono non molio lontano da Bologian; soolla uota ne ita infera noti hia, io gli mandoris la in ostra dei lepius re, e ii nome delia contra da dove si troVano, percho desidero averne, offendo l' esset to loro, approSSO di me.

ira te massime muravi glie di natura 2 .llo ric exitio lettero dat Sig. Cav. Chia ramonii instemec in ta sua Λ pologia, o gli ris pondo con I' alligata , pigit an

domi sic urili dolia cortesia di V. S. , gi acclisi non Saprei nilia via per ii sicuro rica pilo. I ' aggravo auctio deli' ait aper lo Specchia io, o supplicandola Scu Sarmi, rixerente mentule bacio lo mani, e te prego da Dio intera se licita.

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