장음표시 사용
291쪽
v go it Sol, che il giorno accende δMa non sb , se la gran Madre Fatio ha sol per uso mio elP immenso e gran splendor.
Noi veggiam che in voi ri*Iende Dolce ardor , Donne leuiadre; Ma sentiam , che un bel desio Dice, ἡ tuo quel Sole, at cor.
E te piante beono ancor Della Terra it Reseo umor. Vol bevete ii nostro ardore, Not beviamo it vostro amore, Beve Amore it euor di tuiti rseviam pria, che Amor ne asciuiti.
292쪽
Que' tesori che chiudete , Perchὸ tanto avare fete, Donne, a noi det vostro bes 3
Giova it flore che si odora, Giova it Fruito, che ristora , Tutro giova con quel dono , Che gli Sede amico it Gel.
Nd , possibile non fia, Che se stolio it Gel mellege se opposte in un set loco, Alma schiava, e amabit vel .
Troppo injusta inver seriata Natura, se Reesse Che in noi sia continuo soco Che in voi sia continuo gel. COR o. Eh l Tacete . Bevi, o bella , E si put d Amor rubella. Lo vetite Gia per gli ocelli
293쪽
Ω , v' intendo , ah s superbelle , Vol fingete d 'esser fiere , Per nasconder quel placere , Che cercate col negar.
NE quel tempo , che s' invola At placer , si pia ritomo :E perduio abbiam quel giorno, Che non spendesi in amar. COR o. Bevi, dice it Tempo , ed ama ;Lascia ad altri onore e sama , Vani nomi che inventati Futon sol da sorsennati.
Falto h l' uom per generar, E et Leon per ammamar.
E pur gloria i in tor la vita Ha . chi sol le belve imita lHa disnor , che sol si pasce Dei placer, per cui si nasce. .
294쪽
Le Colombe deli s imitate, E invitateci co' baci ro almen pure ii nostro invito Non Hegnate di seguir .
Dalle Tortore imparate, Ed amor chi edete audaci.
O almen sol da nostri amplessi Deli s cessite di fuggir .
295쪽
EPITAL AMICO, IN CUI LODASI LA BRUTTE AVI UNA SPOSA.
Regi, Figlia di Giove, or che i' ardente
Lucidissima face d'Imeneo , Sgombrando it cimo error , che nostra mente Cina finora , non pili crudo, e reo Ne mostra Amor , placido , e innocente ;Cantiam delia Bruttezra it gran troseo , Cui per ignota es volgo alta cagione, Cede Ia bella vinta at paragone. II. Taccia intanto la Grecia i vanti suoi NE Elena, o Cleopatra, ond' ἡ si chiara
NE s altra H Mondo fu Bella pio rara; E tu china dolente i lumi tuo i , Venere , non qual pria laggiadra, e cara IE seneta graetie intorno, e seneta verat , Non te tua lodi, astolia i tuoi dispremi .
296쪽
Padre , egit disse , troppo noti i mei scorni son gi , talchὶ renduta , ii sal , Vil Avola non sol son tra gli Dei,
Ma tra gli uos ini pur . Tacqui, e frenai, Per non turbarii, ii mio dolore e e avrei Taciuto ancor; ma E lacer colpa omai , Se l'esempio det Clelo ogni altro avum ata litannia a soFir delia Belleria.
297쪽
Uavvllita Ragion Areo it suo impero
Oppressi glace , e chieti cluto in vanora porpora reale, e sisto altero Di guerrier forte a valoros. mano, Di saggia mente a provvido pensiero , D'uom roZaci , e inculto anche a desit villano, Tutio la Belia vince e ognun conquiso
riletia an cor co' verat, e col placere,
E P incatena pol colla speraneta Vinto , e servo lo sprema, e 'l suo pensiere Rivolae altrove ; e ἡ tes la sua baldaneta ,
e Imen non stringet pisi nodo di sede . Ma setorre si nodo a diserior si veta. vIII. Madre , tu che r ardor de' casti assitu Desti , e la sede conjugale inspiri. Di, se lagois tra mille , e mille perii Un sol .che non sta impuro ,- sol ne mith D1 . se vi ἡ Bella, che onesta rispelli . Che pudica almeno at nome aspiri Ah l Chi aver di pili bella d vanto brama, Di piis lasciva avex cerca la funa. IX.
298쪽
291 IX. Freme a quel dit Giunone, e con severa
Fronte ripiglia allor di Oterea It fasto umit, la pi ici dema altera , L' arti, e te si odi dei saper la Dea Di Venere rammenta, e gil la schiera De'Numi tuiti con sitror dicea:
S'avvilisca quel bet, che tanto noce Quando Momo , ridendo , HEδ la voce .
Plano , Signori miei, plano , bel bello , Che 'l case non e pol cosi crudele . Che s 'abbia a mandar Venere in bordero, Perchὰ at marito suo non E sedete; Apollo medicar po tra it cervello iDi chi mangiar vuot seneta mosche il mele: . Non vedete che questa ἡ una paetata ,
299쪽
XII. Chi vuol goder della sua donna in paee , Che la si tolsa brutta in sua maiora .E' ver, no 'I nego , la Brutteaza spiace ;-Ma virtu bella uri brutto volto onoras E perdonate ii mio partar audace ;Alfin la donna brutta ἡ donna ancora :Ed al bujo , per diria senta chiose, Distinguer non saprei coia da coia . xl II. Ma voi mi replicate con gran sereta , E dite, che ι' Amor non E eleetione ; e a cercar sem pre it Bello Amor vi s rra; Veni amo adunque alia conchiusione :Il mio parer tuiti i litigj ammoreta :S' ordini a Amor , che in Ogni Natione Faccia questa osservar legge novella;
300쪽
Dunque ii pili grande. e 'l pia potente Iddio
Non is in me ravulsarvi il vostro errore
E pur d'ogni opra it fabro sol son io. Quel che giova, sol place ; e 'l nostro cuore Desia sol quel che piace, e net desio Sol det placer riconoscete Amore . or , per sedar vostri litigi insani , Convien, ch' io seu opra alti e remoti areani. XVI. Quel ebe sol giova, e quel che piare , ὸ ii Bene, Ch ' utile ἡ at corpo , o alia Divina parte :Doppio ἡ il placer . se da due sonti e' viene , E doppio Amor . Da terra si di parte L'uno , e quel che allo spirio si appartiene , E che 'i Lurano . e vero ben comparte , Bramando , det Desit aleta te plume Leggiero , e semco, e cerca it primo lume . XVII. L'alito at eo o si attien . L' esset mortale bini corpo al ben si oppon di vano ardire Fu justa pena a un si senesto male in ;Se as corpo it pia gran mal dunque E d mo ire; L' opra dei generar , che 'l se immortale ,
In quei che sol det mortat corpo han chra. Pose di generar l'alma Natura.