Le opere di Galileo Galilei “Le opere di Galileo Galilei” 5.1

발행: 1845년

분량: 355페이지

출처: archive.org

분류: 미분류

161쪽

Impo uua tregua di pochi gior ni, la mala ilia, della qualo sio diseorso nesta Giusti sicarione precedente, torno ad antigger Galileo, eome dat seguento brano di Ieuera di Lodovico Cimii danoma a Iut diretia solio it di 29 Novcmbro di quest' anno: a uiu o dispiaciuto molio Ia nuova delia sua indispositione, che a Diore piaccia recuperi la sanita presto, aceto he, polcho io non lan posso godero costa. almeno per uu anno, ella possa veniret qua sit, si per goderia, come porche V. S. possa chiarire questia satrapi o gran haecalari M. a inmuri, Par. I, pag. 1.3J.

I remetier imo ancho una voIia . cho Io spoglio di queste primo Osservarioni o della mano flessa di Galiloo; per gui sacho cio solo renderobbe ineSpugnabile I' asserEione, che, olim quelle che ogli nota, nessun' altra Ossorvaetione su da lui satia. Cio non ostante. per procedere col melodo incominciato, av- verti remo: 1' Cho Galileo, appunto sui primi giorni di . Giugno di quest' anno, obbo occasione d interrompero i sues lavori I ri-lorno elio aliora sece da Roma a Firenete. 2' Che, quasi appenaripa triato, cadde insermo per piu di un mese: per la quale ei O- StanZa, o per Ia de te convalescenEa, o pel cumulo delle telleroeli' eg Ii ebbe, appena risanato, a riscontrare. su impedito da ogniali ra occuparione sino a Settembro. M Che aliora insorse in coriodi I Granduca la questione dei Galloggianti, che in quei forni oper qualche tempo appresso occupo ii nostro Filososo quasi interamento; .' Cho pirca la sino di Ollobro riuadde pili maloio che Diuitiam by Cooste

162쪽

mai; tantocho negli flessi mest di Novembro e Deccmbre, net quali pure ri proso le Osscrvarioni celesti, surono queste, domo vedia

mo, rarissime.

Di queste diverso circostanro produci amo Ora te pro e.

1' Del ri torno di Galileo da Roma nella deila epoca sanno de lutti i suci biogras, od o ampla conserma Ia lottera preparatagii in Roma, it 31 Haggio, dat cardinal dei Monto pol Granduca di Toscana, onde ragguagliar questo principe della gloria acquisiatasi da esso GaIlleo in quella cilla. La lettera e publilicata dat Venturi, Part. I. pag. 169. Λlroccasione di questo vi aggio corri spondo la lacuna dat 7 a1 13 Giugno. Arrivo sano in Fi-renge, como abbiamo dat seguento brano di lettera di Gio. Λωonio nossent, diretlagii da BOIogna ii di 18 di Giugno: a Ieria appunto arrivat di Vinegia con it si g. Magino, o ricevelli la diu V. S. Ece. con gusto in sinito deI ri torno suo O in sanita n.

e Ia languida convalescenta cho gli successo. ecco diverse lestimoni ange Frammento di Iettera di Lodonteo Cigoti a Galileo. Roma 1 Luglio 1611: u ui dispiace la sua indispostrione, raccon-s solandomi con Ia sporanra della presta recuperarione, it eheae credo ii verra satio guardandosi dalia neve letoe dat meιι eme mileu beeande j o dat hero suori di pasto: ne1 rosio credo che sia cona tinente M. O Id. ibid. . c. 2033. - ammento di istiera dei primeipe Cesi a Galileo, Roma 23 L Ito 161 1: a Sebbene la gratissima

a di V. S. non in' apporii nuova delia sua intera sanita, tutinvia a venendo a predirmela vicina. col narrarmi notabit mi glioras mento, devo . come δ' essa desiderosissimo e d'ogni suo bene,

a rallegrarmi non poco ec. v IL, P. FI, T. VIII re. 25 . Frammento di lettera di Galileo al Griamberger a Roma, delet Settembre 1611: a Bispondo tardi alia gratissima lettera die V. 8. M. R. dpl li 2, di Giugno, perchi, in un messis, elie, a parto avanti Ia riceuuta e parte dom, sono stato in tello alma malato, it cumulo delic Iellere arrivalami da diverso bando siu o satis cosi grande, che mi liene sbigollito como o quando lou possa rispondere a luite; rendendomisi di piu lal debito dissici loa in una convalescenEa mollo languida, o dagii estremi ed inso- u liti caldi tra vagii alissima ec. n Nostra ediaione deIle opere di

163쪽

ae Circa la distrarione cagionatagii dalla questione dei Gal- lenianti. Frammento di lettera di Galileo a Lodoviso Cigoli. Fiarente 1 Ottobre 1611: a Sono in obbligo di rispondere a due gra-u tissime di V. S.; ma percho sono occupatissimo per finire una u scri itura di quindici sogIi, in proposito di certa contosa statau tra certi di questi si tofosi peripatetici e me questi giorni pasu sati lintomo ai Galleniantii, la quale so per ii Granduca, es sorso si stam pera, mi e sorZa essere brevissimo con Lei M. n

HS. GaI., P. VI, T. VI, e. 20, pubblieata dat Venturi, P. I,

pag. 169 l.

.' Della sua ricadula o delle sue Osservarioni riprese sui Ianne doli'Aulunno, e documento amplissimo una Lettera della stesso Galliso vi principe Cesi del 29 Deeembre 161 1, che comincia: a Lav mia, angi te nate molle indisposietioni m' hanno ri lenulo dat dara subita risposta alia cortesissima di V. E. ec. n e la quale terminaeosi: u Ali'altra parte deIIa sua, dove mi domanda avulso particolarea dello stato mio, non possO ditati alcuna cosa di huono aitenente allas eosti turiono dei corpO, pol che mi trovo da due mesi in qua cona dolore conlinuo di rene e di pello, e con aliri intermittenti dia gambe, braccia ed attre parti, o piu da 15 giorni in qua cona gran prolluvio di sangue, che mi ha quasi v uotaio Ie vene, os rem molto debile; ho in tuito perso it gusto e I' appetito e ila sonno quasi interamente, e lutti i mali riserisco alla contrarietas di quesraria, ed in particolare a chi non ta sugge totalmentea la nolle Ila parola lotalmento si ha rasione delis quaIcunea osservarioni ehe abbiamo dei Novembre e Decembret: queste cosos mi conturbano la mente ed arrecano malineonia, ed essa pota augumenta Ioro; tuli avia vo, cosi roppicando, sacendo qualeheu cosa e tra pochi giorni mandero a V. E. un discorso d' una dis sputa avuta con alcuni Peripatetici; e spodito da questo ureliou attendere per qualche giorno ad ale uno risposio di tollere; in-u termetiendo I vale: farendo di quando in quando i ira tanto te osa servagioni celesti con qualche aggiunta di esquisite ra. n Id. ibid.,

164쪽

La laeuna esistente tra Ia sne dei precedente anno e questo 10 Genn o si splega dalla soguente letiera di Galileo, deI 0 didetto inese, a Belisario Vinia, dalla quale appare che i I nostro lilosofo su disirallo dalle sue ordinario occuparioni pel servirio dei Granduca: u Appena ricevulo I' ordine di V. S. illustrissi-α Ina, me ne Venni a Fireu 2e, non avendo alia villa comodita diu poter servire S. A. S. Ora gi' invio IO stuccetio, o in supple-u mento dei cristallo che mancava ne mando due a inaggiora cautela, de' quali uno mostra atquanto maggior che I'altro: u ma amendue sanno in eccellenZa. Nel renderio a S. A. favori- ιι sea V. S. di baci argIi Ia vesta in mio nomo ec. a s QS. Gul. , P. I, T. IV, c. 53J. Per te altro minori laeune dati' 11 at 19 o dat 22 al 28, non correndoci ulteriori documenii, avvertiremo di nuovo che questo spoglio essendo di mano di Galileo, ne riscontrandosi in ossuinterrurione di pagine, certa cosa e cho in quoi giorni non ebbeluogo Osservarione veruua; dei cho pol remo acca gionarne sta lacontrarieta det ciela, sia Ia redagione dei discorso sui Gallenianti, si a qualche Duovo altaeco delle suo indispost Eloni, che dove vati duo mesi dopo assalirio ali' impelo, cho net Ia inguente Giusti sua

Dimostre remo: 1', che d alia sine di Marro a Giugno innotira io, ossi a per tuita la primaverae per buona parte delia state deI 16 12, Galileo su gravemento malato. 2', che appena restituito in salute, e sino at principio di Decembre, su quasi interamente assoris nulla questione, serit iure e corri spondeneta relativa alle Leitcro Solari: e che per queste due cause non riprese segui lamente te suo s-

165쪽

a ma nuova mente net 1 G12 vennero a inolestario, talcho verso Iau primavera di quesi' anno su costrotio a sol toporsi ad una rig u rosa cura, cho non servi peraltro a renderio lotalmento liberou dalle medesimo. n Di questo assorio deI Nelli, ecco positive testi

II di 1. Aprile, seri vo it principe Cesi a Galileo: a Non hon voluto che ii passaggio det Bartolini per colesta I volt a stas seneta i miei cordiali saluti a V. S. : cost salute dat eicio con- i seguisse, com'io preghi conti novi ne invio. La stagione tultaviau favorevole spero Ia restiluira net pristino stato, ed aliora potrassiu con Icllere comunicare quello che ora tralaseio, dicendoli solou che ho rice vula la sua con it recapilo delΙ' altra. Rice vero au sommo gusto, che mentes olla non mo assaligarii a scrivere.

u grandissimo desiderio e speranga delia sua sanita, o non neu intendo ancora la nuova, o se si a tornato in Firen re drilau cilla delle Seire t e quando potro godere i suoi seritii o di a spule. Il non sentire mi sa dubitare che I 'indisposigione se-κ guiti. ii cho mi dorrebhe irOppo re. Ο IL, P. VI, T. VIII. ear. 98 l. II 12 Maggio, a questa tellera replica Galileo: a Io nonu posso per ancora dar a V. S. Illustrissima nuove delia mi ait sanita: anai pur vanno conlinuando Ie in te indispostrioni, ii e tui lavia mi irattengo alia villa, dove ho com incialo a pur-u garmi per veder di superare it male ec. n Venturi, P. I. pv. 171 . Seguitava ad essere malato circa it 19, como abbiamo da ultra lettera det Cosi di questo giorno, nulla quale si lene ileguento poscrtito: u Il Fabri nostro si va tultavia liberando datii dolore o impedimento dei suo braccio, e speriamo prosis stara se bono: bacia Ie mani a V. S., ct come modico dice, che V. S. conu una diligente purga discaeci ii suo catarro, che lyossendo te reni Diqilia oste

166쪽

u mo. n IL, P. I. T. VII, e. 19 l. Circa i primi di Giugno, comi iacio sinalmente a mini orare. Gli seri vo Paulo Gualdo da Veneria ii di 8 di questo inese: u Non pol rebbo credere V. S. il gran gusto che ho sentito ina luger l'ultima lettera di V. S., perche n' ero bramosissimo u per esserne sinio digi uno lanto tempo, dubitando senχ'alirciu che cio avvenisse per qualche sua corporale indispostrione, dia che sontivo grandissimo travaglio. Lodalo it Signore det noa tabile mi gliora mento che V. S. ha salio: spero nulla Divina. Sua Muci che colle primo auro avulso cli'ella si a perseitan mente risanala ec. a IL, P. VI, T. VIII. e. 106J. Ma it migitoramento su Ienis ed impersello; perche sebheno sin da queu'ep a Io irovi amo occupato nella questione dello Macchi e Solari, abbi amo tuti avolta un'altra testimonianetadella sua mala salute, circa alia meta di Αgosto, in una letteraseritingli da Roina, ii ir det deilo mese, datio siesso medico Gi vanni Fabri sopra citato dat Cesi, Della quale si legge quanto ampresso : a Volesse lddiocho iocosi pronia monte potessi daro la minet pita sanita a V. S. ed a1 gig. Vel sero, comune amico, come io diu huon cuore Ii ne vado augurando. E veramento s' ha da avere compassione a quesin buou signore, come anche a V. S., che, maia tutio cho stanno male, non ira lasciano di assatigarsi per il henore publilico ... E per finir, Meio te mani a V. S., pregandola choa mi saccia questa gragia a non assa ligarsi a ris pondere ne a mea ne alli altri Lincet, aiioso che abbin pili cara Ia sua salute choa te suo lettere, te quali per altro rispetis ci sareb no carissim . n

IL, P. I, T. VII, e. 33 .

2' L' assidua occupa Eione di Galileo dat Giugno a tui in Νωvembre in torno Ia materia delle Macellio Solari appare manifesta dat suoi realtati, in forma di lettere at Velsero, intorno quesis amomento nostra ediaisne delis opere di Galileo, T. III, pag. 37le seta. , e daIla copiosissima o salicosissima sua corrispondena a a cio relativa, como si ritu va dat Venturi, dat Nelli o dagii autogra si inediit. Molio ancora l'occuparono in quel tempo te polo- micho insorio in occasione det suo discorso sui Gallenianti, o laprima proposta della Longitudine da tui salta alia corie di Spugna in queu' epoca, come si ri lcva da Ila sua memoria dei di I Sol lembre 16l2, a cis relativa, citata dat Nelli pag. 660ὶ, o si eOnserina dat te siesse Iettere di Galileo dei 1616 iniurias quosis argu Disiligod by Cooste

167쪽

mento Padomna . T. II, p. 35 e seqq. , O e accenna che quat tro anni innanχi aveva salta tale proposigione a quella coris. Frai molli documenii, che qui pinremmo allegaro a giusti sicaalonodello cose sopracitate, ci placo di produrno ire soli, che ci conducono appulato at primi di Decembre. Serive Galileo, ii di . N vembre, at principe Cesi: a Ho ricevulo grandissimo asse primentost dat Pintender per l'ultima di V. E. la ricevula deIle mie, cheu per la tardanEa gli avcvano data occasione di querelarsi dellas dilarione net mandar suori Ie Lellere Solari, it che rincrescos a me ancora; ma non posSO sarii altro, perche varie occupa u rioni, e Ie molle cose che mi passan per la testa per altro ocu easioni ancora viIudem forse principalmente at negoriati rela- tivi alia sudestia proposta deuia Longitudine in non mi Iaseianoa esser tutis qui: credevo con questo ordinario mandatali la terra, a ma non lyho ancora sinita, riuscendomi piu Iunga di quello chou credevo; ma non per questo si pigii pensiero elie mi venga usu a palo molio, perche spero di sar vedere quanto seloceamento stas stata iratiata questa materia dat G. lil Gesulta P. Scheineri,u col quale urelio lare quel riseri limento che conviene; ma it vina lorIo lare senZa disgusto det S. V. forse ritiem J mi apporta di Da ficolla non piceola. e mi e cagione di tardanra . Solleciti α pur V. E. quanto puo la pubblica Eione il), cho Ia terra Ietlerau sara sinita fra quatim glorni, o gliela mandero insteme Conu quollo dei signor Velsem. n i Venturi, Par. I, pag. 183 l.

Non pero no su libero cosi subito, come appresso utarem οἰo sorso it volero intermetiero a queI lavoro te poche inservarionidei Novembre, che v iamO. su oecasione cho alquanto Io ritardasse. GIi scriveva pem it Cesi, solio it di m Novembre: a Godore grandemente che V. S. eon Ia sua terra. conforme M inio desis durio, si a per chiuiter total mente te vio degli avversari, e chia-

u serini capitala la sua ultima, nella quale mi accennata di uii'alu ira mandalami con la terra Solare da stam parsi, mi ha sagionatos non pom travaglio, Sin cho non ho recuperato questa, che ou stato sinat mente questa sera, e mi trovo net Ieggeria tutio di

li I.a pubblieaatono delle Lellere Solari su salta in Roma per cura dei Principo Cesi. ii quale ne veniva mandando Io prove per Ia eorreetione a G lileo. Il carieggio a cio relativo esiste tra i MSy. Galileiani.

168쪽

lerra Solare su dunque net primi giorni di Decembre, at quali ciriporta it ri tardo allegato dat Cesi nel riceverta. Ora non ci par egii vedere Galileo, it 5 Decembre, libero di

Di questa lacuna ei danno ragione i due soguenti hrani dilellere dei principe Cesi, che ei dichiarano come εἰ ali leo ricadesse in quei glomi malato. La 1 e dei 18 Genna io, o com incia: a lia sine delia sua lettera mi ha arrecato mollo ira vagito sentendou con infinito dispiacere I' indisposietione sopraggiuntali; e Sebbeneu la speran Za, it desiderio, e i priuili che si a per restarne V. S. a presto libera e tornarne laesea alli suoi siuili utilissimi at nou suo semio m 'acquieta in parte, pur vorrei presio Senitrio, nua posso, lincho non l'odo, quietarmi. M . GaI., Par. VI, T. IX, e. 12 l. La P se det 26 Gennato, e accenna alla guarigione di Ga lilis accaduta circa iI 20 dol mese: a La sua delii 21 dol pro- a sente tia rat Iegralo me e gli altri Lincet suor di modo, liberanai doci dat dolore, che dalla precedente ni' era flato arrecalo. Si au lodato Dio che V. S. s e liberata dalia febre e dolori, sperando a rinisancarsi come desideri amo. o Id. ibid., e. i. J

Anche questa e una lacuna per malattia. Scrive it Cosi alsali leo ii di 8 Febbrajo: a Tengo Ia sua breve, dolendomi granu dissimamente delia sua indispostrione colica, e sperando au quest' ora ne dehba esser libero, di cho sto aspellando nuova a con grandissimo desiderio Mandi quanto prima la co- sit iugione delle Medieee, seneta progiudietio pero della sanita. Diuitiaso by Cooste

169쪽

a qualo prima d'ogni altra eosa si desidera. pregandola percita au rallenia re talvolla it foverellio seriore delle studioso salictio, es- a sendo la sua sanita utilissima at mondo, carissima a quelli choa l' amano, ed a me sopra Ogn' altro ec. n MSS. Gal. . Par. I. T. VII, e. li, edita dat Venturi Par. I, p. 187 l. Gli riseri ve ostesso Cesi ii 15 dolio stosso mese: a Mi duo te infinita mente delios sue indisposigioni, che tanto ira vagitano let, e Ii suoi amici in-u sieme, o tanto dannose sono at pubblico: do remo pero sperarea che ontrando gia ta buona flagione sta per recuperare intiera-u mente la sanita is . . . . Abbiasi V. S. huona cura e ci consolis presto con la desiderata nuova delia sua sanita. n Id. , Par. VI,

T. IX, e. 26. Erroneamenio it I argioni, o con tui it Venturi, che la riproduce, Par. I, pag. 188, attribuisce questa Iellera a Virginio Cesarini.

Serivo it Cesi da Roma at Galileo it di 22 Marro: a Godoa grandemente cho V. S. vada superando 1' indisposiZione, spo- a rando in questi buoni tempi ii compimento delia sua sanitu. QR GaI., Par. VI, T. IX, e. 38 . Fu dunque Galileo malato prima del 20: ehbo circa quel giorno vn nriglioramento, come appare dat tenore di questa responsiva deI Cesi, o dalle siesse Osservagioni di questo giorno; e sorse ricadde net glorni appresso.

Le tregue che i suoi mali laseiavano a Galileo erano brevi. Gli scri vo it Cesi ii 17 di uaggio: a Credo col inolio scri veroa che ho salto l' ordinario passato aver suppillo alia dilarioneu d'esso, cagionata parte dat calar , che mylia molestato non et poco, parte da in sinite occupa Zioni. Ora, Dio gragia, si aDisiligod by Cooste

170쪽

u assai hene, e vorrei sentire che V. S. stasse sim timente lia hora dat te nriose o lunglio indisposietioni che la molestano. a Vagliasi delia flagione, e rimettsendo un poco te salighe, u s' a tuti eo' buoni medici da clovero, che spero non te sara

scrive lo siesso Cesi it 30 Maggio: a ui dolo continuamente lac sua indispostrione: mi piace pero cli' Ella con buoni medica- a menti cure sta intorno a discacciaria: ne sy anatichi punio a Dello scri vere, sebheno io con te inie glieno do materia, mi- a che niente piu desidero che la sua sanita. a s M. Par. VI,

Serivo it Cesi a Galileo it 29 di questo mese: a La sua giun-u lami sinat mente con avulso di mi glioramento di sanita , m ' hau rallograto molio: si riabbia pur questa tota mente, e procedas da che cagiono si v uole; V. S. per graria non ira Iasei dia servirsi di tutio re. Ο MSS. GM, Par. VI, T. IX. e. 62 . Galileo ora stato dunque precedentemento malato, o da queur epotra eran corse almeno due sue lettere ai Cesi; una d' avulso della mala ilia, un 'altra d avulso det mi gli oramento: lo che ciri porta giustamente ali 'epOea delia lacuna sopra citata. Glvs Tl F c AZIONE Xll.

Anche questa su proveniente da mala salute, come si rite vada una lottera dei Cesi deI 29 di detio mese, colla quale tardirisponde ad alue precedonii di Galileo, o che sinisco coli' augurargii compimonio di sanita . Comincia: a Per ossero andalo tuiti Disitig Cooste

SEARCH

MENU NAVIGATION