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per servigio di Galileo, come da due altro sue Iollere det 21 o 24 Mag-gio, che si hanno nes deito Codice. E cio sorse per indisposietione s pravuenula nci suo arrivo in Firenae at nostro filososo, ii qualocosi scriveva i 1 16 Giugno at segretario det Granduca: a Ho para lato a Iungo con l'uomo mandalomi da V. S. o in teso it suo a pensiero, in torno at quale partero domati ina a b ca con v. S. x poicho it medicamenio che ho proso oggi non mi permetis dia useir di casa. n lu., P. IV, T. I, e. 68 da indursi che l' indispositione iri aceennata gli seguitasse sino at 12 Luglio, net quai giorno ricomiticiano te OsservaZioni.
avendo ne ulteriore conserinarione nella Essemeride preparata per questo tempo, e la quale com incia solo dat delio giorno ad averoil riscontro deIle inserva Eioni. Gills Tiric Agio ΝΕ XXV.
Scrive Galileo a Currio Pictima. segretario det Granduca. ildi . Decembre 161T: a Tocca a me a scusarmi con V. S. I. S u non sui a sario rivereneta quando ultimamente passo di qua, mau tat maneamento a inmettera olla . facilinente mentre intendera et essere accadulo per ritrovarmi in letto con sebbre. siccomo mi a ci ritrovo ancora qui in Firenge, ma sono con spera naa die usci me prest O. O lMSS. GaI., P. I, T. V, c. 6ὶ Scrive it Cesi at Galileo iI 22 Decembre di detin anno: e Scrissi a V. S. Ii giorni passati e a quese ora do evo averno rice vula Ia risposia; ma non vedendo sue Iettere vado dubitando a ehe te inie non Ii capi lino. IIo voluto soggiungerie con questas i I desiderio eli' io tengo di sentire qualcho nuOVa delia sua sna lute, o pregario da Ν. S. Iddio selieissime Io Sanio Feste a Panuo nuovo con aliri infiniti appresso. aE in Poscritto:s Non posso star senEa travaglio mentro non ho nuova die V. S. e tanto piu quando cio segue per molio tempo. v I Id.
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GILST Fic Aa lora 165 da Milano: a Non deve V. s. prendersi un minimo pensi ero nona cho ineomodo alcuno di rispondere alle dissicotta accennaio data doliis Giggi, pol che oltro che si proposero per modo di discora so, seneta disegno di aggravarIa, io preserisco la saluto e huona stato suo a qua lunque cocta. E como senio dispi Mero della sua a presente indispostrione, cosi te desidero e prem dat S. Iddio in- a iura sanita ed Ogni contenterra, e resto con ringragiaria deu'otti in au sua volonta verso di me e ollarirmelo di lutio cuore como is; a tello asserionatissimo. o IL, P. I, T. XIV. e. 131ὶ Nella nota a pag. 121, che richiama Ia presente Giustifica-χione, abbiamo detto, che quantunque Pavvertenga stossa lalrAutore apposta alia sua Osservarione det 17 Luglio 1618, ctoo eho quolia su Ia prima sua Osservarione di deito anno. ci assolvessodali' obbligo di Ogni altra prova, avrebbamo non pertanto rPrat alcuno testimonianae deIle eagioni elie lo impedirono da1rosservare per cosi lungo tempo; loche laremo con alcune sommarie citratoni.
u quale ho subito satia recapitare: I 'una e 1'ailra mi sono state a gratissime e m' avrebbero apportato gran consolarione, faechoa era uia maro che non ave vo alcuna nuova di Iei, se instemo a avessi inteso huono fiato delia sua sanita, come glielo desidero a con lutio il euore. Peri, la prego, che deposto D ' altro pena siero, attenda a risareirsi e conservarsi; che quesio. com' ila sondamento di tui te te sue imprese, cosi de o principalmente pr a curarsi, e tralasciar in tanto Ogni cosa nociva per miglior tempo. n
MSS. Ges., Par. I, T. VIII. c. 23 ll di 2 di quadragesima, ii Castelli lo dico in letto con fel
bre, con queste parole: a Ora si che voglio dar nove a V. S. da sartis andare la febre loniana mille mi glia. v rei, c. 2IJ E gli narrale lodi che di tui avovano salte te loro Alterae con esso Castelli. Il 20 Aprile, gli scrive di nuovo it Cesi condolendosi della
sua perseverante malatita: a Sento dalla gratissima di V. S. conu mio grau dolore 1' indisposigione di febre, che l' ha tenuia tanto a tempo in letto, e solo mi vado consolando tolla speraura nolla a stagione e migii oramento mininciato. v Ini. e. 31 lil 5 uaggio Io flesso Cesi eo lo di inostra ancora insermocosi: a Tengo la gratissima di V. S. delli 30 passato, e senio malu volentiori che V. S. continui nci tra vagito dei male, o tanto pilia mi dispiace l' asprezaa della stagione quanto te ri larda il debito Diuili od by Corale
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a mi glioramento, quale con tulio it core te prego e spero prosina da Ν. S. Dio, e con quesio bacio a V. S. asseituosamente loa mani. B IIvi, e. M Il 23 dotio, Galileo stesso si dichiara tutiora malato con sua laltera ait 'Arciduca Leopoldo d'Austria: a Io mi rilrovo ancoras involio nelle medesime indisposiZioni, nolle quali V. A. serea nissima mi trovo quando dalla sua infinita benignita sui tanto a sopra a I mio merito favor ito ed onorato. E al tra vagito di ques ste mi e corporali assirioni se n'e aggiunio un altro piu molesto a di mente, che e ii non aver potulo, ne poter per ancora, almenos in pario satissare at cenni deIl'A. V. ec. a i Venturi. Par. II,
Nel Giugno, si propose Galileo di tentare la mari gione conun viaggio, intorno a che cera gia aperio col Cesi sino dat primi di Maggio, onde questi gli rispondeua ii di 11 detto: a Godo grandementea che V. S. sia in istalo di poler vi aggiare, it cho senga dubbio a credo te sara di giovatnento, quando dia qualche giorno di piua di tempo alla stagione, che ancora e rigida; it che desidero ancoa per mio particolare interesse, perche senio particolar contento choa favorisca i miei luoglii d'Acquasparia; e tardando alcunt giornia credo che potro, sbrigato dalla vita di Roma, trasseririni la colla a famiglia, ove ricevervi quella allegregeta che si puo dir maggioroa nel poteria vedere e servire. Ma quando cio non mi sta cone a dulo, sara servita da'miei amici e ministri, o a veder ii pro-α ei pid dei Velino particolarinente, che mi ricordo V. S. pen avaa gia osserFare: pero m' avulsi subito la risoluetione ed ii tempou della sua partita o. MSS. GaI., P. I, T. VIII. e. 40ὶ Intorno i primi di Luglio D'era tornato in ini ior grado di sanita, come dalla seguente tellera di Giulio Gerini da Peseia del 9 dello: a Con molio nilo gusto ho inaeso it selico ri torno die V. S. dalla S. Casa di Loreto, e ii benesirio che ha rictvulo a delia vista de' vari e nuovi paesi per dove o passala, seri vena domi ritrovarsi in mglior stato di sanita, che quando Ella si a parii. v Id. Ibid. , e. 46. t Ond' o che it 17 det deito mesevediamo ricompari re te Osservarioni.
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Queste lacu ne sarebbero basiante mente giustificate dat te parole stesse di Galileo, colle quali dichiara ne1 Saggialore, che laCometa, che su vista net Novembre o Decembre di quest anno nulsegno di Scorpione, non m da lui potuin osservarsi, perche a Peru tullo it tempo che si vide la Cometa, io mi trovat in Ietto indispou Sto ... ne Poleva intorno a eio risponder altro agit amici e pa-u droni, che con istanra mi domanda vano su tat materia, che qual-u che dubitarione, Ia quale anco non pote va, rispello ali' in sermita. a metiere in carta n. Ma perche non sia da porre in dubbio ch'eglial legasse colati insemita per eseu sagione nella insoria questione, ecco altro testimonianZe.ll 30 Novembre, gli ris ponde Paolo Gualdo da Padova: a Miu rincresce infinita metite delia indispostrione di V. S. poiche olire u it palimento suo palisce tuita la repubblica letteraria, non PD η tendosi per lat ri spetio godere do' suoi doliissimi e selicissimio parit n. l MSS. GaI., P. I, T. VIII, e. 66 II 1' Dicombre, gli serivo Virginio Cesari ni da Roma: a Spia-u cemi intender da Ila gratissima sua ch' ella se Ia passi eosi ma-u lamento di sanita per Ia continua nacchezra, che cosi iedi a- a mente la molesta ; contro ii quat ira vagito non posso sommini-u strarie altra consolarione suorche quella che nella mi a continuas indisposigione, per quanto posso, ho meco procuraio: e questa a e una generosita filososica, di cui qualunque si arma puot con-u trastare con la fortuna e anco arrivare a tal sorteZZa, che, comes dice Seneca, ardisce di ssidaria a balta glia e ne riporta gloriosau mente vitioria. So che a lei non manca questo presidio per quanto u Ie sorro umane Possano averto: pero la osorio a serviret di costu selico istrumento in tali oecorrenZe. n i M., P. VI, T. V c. 52.ὶ
da insprue: a Caro Galileo: ho sentito con grandissimo dispiacere u la vostra indisposirions. Dio vi conceda con quest' anno nuovou mi gliore sanita, e luilo quello che possiale desiderar in queu sis Inondo. Saperia anco volentiero ii parer vostro e det P. Be
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La malatii a di Galileo, che pure gli permise di osservare in alcunt giorni det Genn o di quesi anno, segui lava a tormentario. I 12 Febbrrio, gli serive Io flesso Cardina Ie Loomido da
Saverna: a Caro Galilei. uentre che m' ho tro alo passare qua I-υ che condolenZa per la sua indisposiZione la un tempo, me neu aggravo d'oItro la prossima con intendere quella continuarione
u la qualis Nostro Signore per il pubblico bene degnisi rimediare,
a si come desidero, acci O gli dia di vi ver iungamente nella stima
II 15 dolio, gli serive it Cesi quanto segue: a Ero stato privos della gratissime di V. S. sin da Luglio, quando questi giornia addietro e quasi insieme me ne capilarono due, o poco primau una at si g. Stelluli, the st qui me . Sentivo ira vagito grande net κ silenZio per molis cagioni, ma particolarmente tenendo non ves nisse da altro cho da pertinace continuagione delia sua indispo-n sigione, dei che tanto piu mi dole la consermaaione avula nellea sue, o solo mi risiora la speraneta che ho nella miglior stagionea che seguita: pregam insieme con i signori compagni N. S. I. ciu consoli con la sanita di V. S. che tanto brami amo, B ci aspel- ω liam da let hvone nuove. lntanto altenda pur Iei a questo cono ovii pensiero e cura, e lasci assatio reni cosa cho potesse num a certi, che ivlli non solo compatiscono Bl suo male, ma se neu cruceiano grandemente. O IMM. GH., P. VI, T. V e. 58 l. It 2 Marao, gli serive Gio. Bait. Rinuccini da Roma: a filou nuove di Gaeta, che ii sig. D. Virginio Cesarini flava meglio deliau sua indisposiZione; l' istosso e maniore miglioramento vorreia sentire in V. S. alia quale desidero vita e sanita proporaionatau at suo merito, o te bacio Ie mani n. Id., P. I, T. VIII, e. 70 . Se nella prima vera migii orasse, non to sapremmo ben dire, maneandoci attre testimonianete, aneti potendosi inserim it contrario da una lettera det mese di Luglio. che in questa stessa Giustificarione si arno per riportare. Ma dovo pure cio fosse Stato,ebbero per certo a distretierio aliora duli' osservare te curo dalui date alla redaχione e alia stampa dei discorso dei Gui ducti, Di iliaco by Corale
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ma: a Invio con ogni maggiore assetto a V. S. t 'annuo saluto preganu doli sompre da N. S. Iddio Ogni contenterra, e d siderando in-ir tendero nuove che sia sana e solito, e voglio credere cho ormais te indisposietioni suo cedano alla huona cura e rimet, at thea V. S. prema con ogni studio, perchΦ resti amo consolati tulti. B IL, P. VI, T. V e. 66l. Finalmento it 10 Settembre, cosi gli torna a scrivere lo flesso Cesi: a Godo nella sua d' intender nuova di Iei, e seb ne non os compita di sanita perseita, tultavia essendo atquanto migliore α di prima ci da oecasione di speraria: placcia a N. S. Id dio cona cedemi tela come io con tutio I' animo gliela prego o desidero a sem e. n Id. inc, e. 7s l. E adegua tamento vedia mo ricompari ro Is inservarioni ilis Settembre. Gius Tl Fri AE ONE XXVII l. ED ULTIMA.
Le lacune di questi pochi forni, cho ancora ci maneano dagiustificare, powebbem molto sondata mente ripetersi da nuovo aggravio o, a meglio dire, da continuarione d' insermita, delia quale abbiamo avulo testimoni anga sino at 10 Settemhre nella Giustificaxione precedente, e desta quale stam mantenuti in s potioda altra Iettera det Cesi dei . Genn o 1620, ove laggiamo: a V . rament non posso negare cho non mi si a duro lo star non solo a molle setti mane, ma anco motu mesi seneta aver testero di V. S. v ε se ben mi quieta it rispotio delia sua sanita, Ia quale Piua d'ogni altra cosa mi premo, tutta via ini resta Io scrupolo d'una
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a curiosa intereessione di qua che bello, o per dir meglio mali-u gno spirito, che a venga alle lettere d' ambedue. η Venturi, P. II. p. 53 . Ma un'altra, o sorso piu potente tagione a distogliere Galile da trosservare, Obbiamo per avventura riconoscere nella pubblicarione che aliora ebbo luogo della Libra Astronomiea, colla quale it padre Grassi tot se a consutare ii discorso dei Guiducet. ooero di Galileo siemo , sulle Comete. Alia quale scri itura delGesuila, Galileo si propose di fare immediata risposta. La suddelta opera dei padre Grassi venne in luco neu'int bre in Perugia: e it 18 dei deito mese ne su dat Ciam poli accompa- gnato un esemplare at Galileo con questa lettera: a It P. Grassi G u suila, tornato ultima mente da Perugia, ci ha questa sera portato ila suo discorso intorno la Cometa. Non ho aneora potulo Iugerio; nia vοglio disserire mandario a V. S., dalla quale so che era aspelu tato. Dicenti it padre aver proposio te sue regioni it meglio chou aveva Saputo. ma pero ch ha sempro traitalo di Lei onoranu dola. Ella potra vedero it tutio in salto. Dosidero intender pa s iicolar avulso della sanita di V. S. . la quale mi pare cho delibaa essere un pubblico voto di tulit quelli eho sono desiderosi dire sapere. accio Ella possa sar graria ut mondo di quei mirabili
Galileo, siccome sopra abbiam dotio, si aceinse iusto a ri- spondero at Gesulta cci suo lamoso Iibro det Saggiatore, come nesa sede un periodo della Iettera sopra citata deI Cesi dei di . Gen-n o 1620. cost concepita: a Circa la risposta nella materia delIau Cometa. consorme a1 debito mio, e quesso mi par che ricerchia I'occasione. ho posto gia i I mio senso. II signor Colonna, e ilu signor Stelluli concordano mem: credo Ι' istesso de' signori Comu pagni assenti: presto stara a V. S. il giudicarne molio mulio, a e aspeitero senii me presto. a Loe. eit. l. E il dl 18 dei detio
mese gli scri vo puro it Fabri da Roma: e Il Sig. Marcheso Muti, a che bacia Io mani a V. S., e gli altri signori Compagni stannua con desiderio a vedere che V. s. olturi Ia hocca a qualcho sb u cato ed inimico delia vera o real silogona e sane disciplino mali te maiiche; che la mestieri che si abbassi I'orgoglio istis minorum a gentium mathematicis, qui magnorum ingeniorum obtuetationibus
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a e perelie ho intem che V. S. s'era accinia gia alla risposia. a perci O m' e parso seri vergit la presente con a vvertiria di alcunia particolari re ... Ib. ibid. , e. 87ὶ E nel Giugno era gia illa voro condolio molto innangi, tanto che ii Guiducti seriueva at Galluari intorno a cio: a Su tale amomento telae in rispostae alta Librat in breve si vedra Ia scrillura det medesimo Galia leo. a renturi. P. II, pag. 53ὶ
Ma te sue ognor crescenti in semila gli rilardarono, sic meo noto. ii compimento det Saggiatore sino aΙl'aut no deI 1622. Alle quali insermita ed occuparioni, che dalla sine di Novem-hre 1619 si lacero di gloris in giorno maggiori, do iamola tiniale cessarione dei lavori di Galilao intorno te Medicee, siccomoabbiamo provato nei Discorso Preliminare. Diqit reo by Cooste