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brava a loro che vi fossero delle inammissibili contaminaZioni con credenZe eriti superstigiosi. Ne risultava a loro sufficientemente provata la test sostenuia dat gesulti per cui te componenti superstigiose di quelle credenZe e riti sarebberoda imputare ad evoluZioni successive dei Condicianesimo e peggio ancora alsuccessivo sopravvenire dei Taoismo e det Buddismo. Tali fineZZe potevano almassimo venire colle dat uditorio istruito dei gesulti, vale a dire i letterati, mentre la gente semplice non poteva che assumere e celebrare in modo superstigiosoquelle tradigioni e quei riti. Morales, ben presto cacciato dalla Cina per il suo procedere imprudente, si ritenne Obbligato a riferire a Roma di queste Scoperte preoccupanti, non SenZaaVer guadagnato in un primo tempo dalla sua anche t 'arci vesco vo di Manila. Presentate cosi te cose, la congregaZione romana di Ρropaganda Fide, previa inclitesta a cura dei teologi det Sant Ufficio, emise ii 12 settembre 1645 SenZa preoccuparsi di ascoltare adeguatamente anche i gesulti, un decreto in 1 Tpunti in cui tutia una serie di usange dei cristiani cinest ventuano vietate presso-
I gesulti non poterono non Vedere in quella decisione un pericolo gravissimo per te loro missioni, che proprio graZie at melodo contestato apparivano florenti e ancora piu prometienti per il futuro. Pertanto ricorsero, come diceVano i medievali, via papa male informato ad papam melius informandumis. Martino Martini non era at 'epoca cla molto tempo in Cina, essendovigiunto solo net 1642J J. Nel 1648 era superiore della residenga gesvitica di Han-gghoul' e net 1650, non senga qualche contrasto' , Venne scello dat Vice-prOVinciale delia Cina, Manoel Diast , come procuratore per svolgere a Roma la delicatissima missione di convincere Propaganda Fide della ammissibilita dei me-todi pastorali gesvitici. Parallelamente a tui, ma non insieme, fece it viaggio allavolta deis Europa it constatello polacco Michael Boym, a sua volta incaricato dialire delicate missioni riguardanti la postgione delia chiesa di fronte at torbidi politici che sconvolgevano in quegii anni la Cina/β. Nel frattempo i gesulti non avevano modificato sostangialmente la loro praSSi paStorale a norma dei decreto di Propagandat'. It vi aggio di Martini alia volta delV Europa fu molio aVVenturoso e tormentato. StupiSce tanto piu che, anche una Volta giunto in Europa, it Vulcanico gesulta trentino abbia implegato
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circa due anni per arrivare a Roma a svolgere la Sua importantissima missione, sonermandosi qua e la in tuita una serie di occupaZioni scientificile private. Finalmente lungo Vestate 1655 giunse a Roma, dove it 15 agoSto emise la professione solenne con it quarto voto J J. Tra te incombenge assidate a Martini, quella dei riti non era Punica: egli do-veva anche illuminare i superiori dely ordine circa I intricata postgione det suo confratello Adam Schalli', residente a Pechino, inolire cerco in vari modi di glo-
rio in Oriente e di una biblioteca. Cerco pol di ottenere privilegi papali in relagione ais utiliZZo della feta nella liturgia, infine raduno nuovi collaboratori daportare con se in Cinat'. 2. A Roma presso it S. Udicio. Non abbiamo molle notigie precise circa i passi intrapresi da Martini a Roma relativamente alia questione dei riti. Con tui operava anche ii suo confratello siciliano Prospero Intorcettay', ancis egit futuro missionario in Cina e testimone pregioso attraverso i suoi scritti della questione dei riti. Ρresso Propaganda Fide Pambiente non era molto favorevole alia causa dei gesviti: gli Ordini mendicanti infatii, informati dei viaggio di Martini alia volta deis Europa, avevano cercato di Ottenere in anticipo dalla congregaZione delle missioni una nuOVapresa di postgione contraria at gesulti. Solo ait 'ultimo momento i superiori romani dei Martini poterono suentare questa manoura raggiungendolo per letteranei Nord Europa e lacendolo venire in tutia fretia a Roma/'. Appena giunto a Roma, Martini scrisse una lettera at cardinali di Propaganda Fide ringraZiandoli di avere accellato di sospendere Ogni nuoVa decisione tino at suo arrivo e dichiarandosi a loro completa disposiZione per fornire Ogni delucidagione. In un secondo scritto at medesimi egit entraVa in argomento e po- neva in dubbio la veridicita delle informagioni fornite anni prima dat Morales, atteSa la Sua ScarSissima esperienZa di Cina di contro a quella pluridecennale di decine di suoi confratelli gesviti: te decisioni dei 1645 riposavano percio Su informaZioni errate o comunque insufficienti. Risulta cosi enunciata la linea di
Christoph Schorrer, ' 3.3.1603, Rottenburg; SI 14 P. 1623, Prov. Germ. Sup.: Τ 28.10 1678, Munchen. H. GERL, Catalogias generalis Provinciae Germaniae Superioris et Bavariae S.I. III6
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agione che i gesulti avevano scello in quella disputa era essenZialmente una quaestio facti, la cui valutagione si fonclava in maniera decisiva sulle informa-gioni che la descrivevano/δ. Martini venne a Roma portando la documentaZione neceSSaria per la perΟ-ragione delia sua causa: soprattulto estratii di classici cinest e di commentatori circa la valenga civile e non religiosa dei cosiddelti riti cinest, nonche una serie di testimoniange giurate di suoi confratelli e cristiani cinest*'. Dat memoriale dalui inoltrato at S. Ufficio veniamo a sapere Che egli porto con Se a Roma ancheun Crocifisso in uso nelle Chiese delle loro missioni per Smentire te accuse circa
it presunto occultamento che i gesulti prati cavano delia passione det Signorenella istrugione dei neotiti''. Oualcuno sostiene che forse egit aveva spedito gladalle Filippine net 165 1 dei quaesita sulle materie in discussione*β. Secondo latestimonianga di Prospero Intorceita raccolla dat domenicano Sarpetri nel 1670,
it Martini a Roma avrebbe scritio sitractatus ampliSSimOS... et ingenS Volumenis,
che avrebbe consegnato at Ρ. Candido ΟΡ, Maestro det Sacro Ρalaggo, ii quale lotrattenne per tre mesi e ne fece un compendium per i cardinaltyq. In realta eglistesso stese ii compendium, che appare interamente scritto in prima persona Singolare da un gesulta, rimanendo a disposiZione con il resto delia documenta-Zione per eventuali approfondimenti che la congregaZione richiedesse. Nel frattempo, a causa delia sua grande importanZa e deli 'intrinseco carattere dotirinale, dietro richiesta di Martini e contro ii parere invece dei gesulta scrittore Danielio Barioli*J, tutia la questione veniae data in cura dat papa alla congregagione det Santo Ufficio delΓΙnquisigione, competente per materie di*y Anche nella contemporanea questione glansenistica, in seguito alla pubblicaZione della holla Cum occasione contenente te cinque propoSiZioni di GianSenio, Si era SVituppata una punii-gliosa siquaestio facti . Proprio te irritanti contestratoni dei glansenisti ai riguardo clovettero consigitare at S. Ufficio nel 1656 la inclusione net decreto di ampi straici delle informaZioni presentate da Martini alia congregaZione delia sede. δ' Ch. SEBEs, si ruolo di Martino Martini 466; BiERMANN, Die Amange 96 nota 46. δ' Ch. sotto net quinto punto in discussione net 1656. V CD. SEB , si ruolo di Martino Martini v. nota 13) 465 δ' Ibid. 466; un po' diversamente BiERMANN, Die Amange 96). Secondo PRAY, GeSchichte der Streitiseeiten I 115, ais epoca fine Settecento) il materiale di Martini era conservato neli 'archivio di Propaganda Fide. Della documentagione di Martini facevano parte senZa dubbio anchele opere che egli aveva fatio stampare dopo it suo arrivo in Europa: La Brevis Relatio de numero et qualitate christianorum apud Sinas, fatia stampare a Roma nel 1654 e presentata alia congrega-Zione di Propaganda Fide STREiT V Nr. 2243; ch. A. LAZZAROTTO, In Martino Martini, Geografo Cariografo Storico Teologo v. nota q) 3TT-384); il mutis Atlas Sinensis, fatio stampare ad sterdam nel 16 5 ch. STREiT V Nr. 2253 e alcuni saggi in Martino Martini, Geografo Cariografo Storico Leologo): l' opera di storia antica delia Cina Sinicae Historiae Decas Prima, ch. STREiT V Nr. 2271 e te relagioni Giuseppe Brancaccio e Claudia von Collani at convegno di Ρechino, Come a nota 4; ch. anche alCuni Saggi in Martino Martini, Geografo Cariografo Storico Teologo, V. nota q): un 'altra opera Storica riguardante gli avvenimenti contemporanei deis invasione mancese: De bello tartarico historia sch. STREIT V Nr. 2232 e sera ; at convegno di Ρechino te relagioni di Ioseph Shih e altri). δ' Ch. SEB , si ruolo di Martino Martini v. nota 13) 465 nota P0 Danielio Barioli, ' 12.2.1608, Ferrara; SI 10. 12. 1623, Prov. Ven.: Τ 12.1.1685, Roma. Enci-clopedia Cattolica II 906-908. Ρer i 'opera di Daniello Barioli come sinologo ch. un accenno S. LOLI, La Cina nella cultum europea dei Seicento In L 'Europa cristiana net ramoris con te attre culture net secolo XVII Firenge 1978) 114.
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sede, ma anche di Sacramenti, come pure di ereSia e SuperstiZione sche era una delle dimensioni implicate nella questione, come Si chiarira Sotio). Oltretuito non correva buΟn Sangue tra la congregaZione di Propaganda Fide e ii Padroa portoghese, entro cui i missionari gesulti in Cina erano inquadrati. Forse to aluto in questa attribuZione della questione at S. Ufficio it confratello consultore P. Ρietro Smrga Pallavicini, che aveva anche buoni rapporti col nuovo papay'. Delresto anche net 1645 il lavoro di qualiticagione teologica delle proposigioni di Morales era stato suolto dat S. Ufficio. In conclusione, Pinigiativa di attribuire alS. Ufficio la novella discussione sui riti risale con CerteZZa al papa messandro VII. Da un appunto dei notato della congregaZione, GioVanni Lupi, appare cheanche la Congregagione deli' Indice fu richiesta di un parere in materia, parere che ii notato afferma non essere piu a sua diSpOSiZione. Giunto net 'estate 1655 it Martini a Roma, seguirono in autunno e inVerno in sede di S. Ufficio cinque mesi di intenso lavoroy' fino a che ii 23 margo 1656venne pubblicato ii decreto delia CongregaZione.
Prelatio delia Congregagione era it card. Francesco Barberini, mentre membri delia stessa erano, tra gli altri, i cardinali Spada, Ginetti, Albiggi, Este eccin', iquali figurano anche nella Congregagione di Propaganda Fide. Ma la novita piuimportante in Curia Romana rispello at 1645 era it papa messandro VII, succedulo a InnocenZO X nel 'aprile 1655''. Tra i cardinali det S. Ufficio it papa incarico in particolare di occuparsi del-Γistanga dei gesulti i cardinati Francesco Barberini, Ginetti e Albiggi'y. Gli ultimi due avevano una grande pratica di affari det S. Ufficio, Umbiggi in particolare, di recente Creato cardinale, era Stato per anni ASSeSSore, Vale a dire Segretario det S. Ufficio'β. Ρer ΓeSame approfondito della questione vennero nominati undici teologi siqualificatoriis A, vale a dire incaricati di apporre at dubia in discussione e aiquaesita presentati dat gesulti la qualitica teologica appropriata, cloe il giudigiodotirinale, in positivo o in negativo, in base at quale pol i cardinali dei dicasteroe ii papa avrebbero preso la loro decisione sulla ammissibilita o meno delia prassi descritia. Seguendo it criterio gia adotiato pochi anni prima nella questione glansenista della quale cinque dei nostri teologi si erano pure occupati), praticamente tuiti i qualificatori Vennero scelli tra quelli di ruolo della congrega-
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Zione per evitare it pericolo e i' accusa di scelle pargiali e sipilotaten'β. In tuito erano undici teologi, apparienenti a diversi ordini religiosi e a diverse scuole. Vi era un solo gesulta, peraltro di grosso calibro: Ρ. Ρietro Slarga Pallavicini, professore at Collegio Romano e di ii a poco cardinale, amico dei nuovo papa. C' erano ben tre domenicani, l' ordine di Giovanni Battista Morales, l' accusatore delia prassi dei gesulti di Cina: erano ii Ρ. Ralmondo Capigucchi'q, Maestro det Sacro Palaggo, vale a dire - diremmo oggi - il teologo dei papa, cheaVeva aSSunto quella carica l 'anno precedente Succedendo at P. Candido e la-
sciando la segreteria della gemella Congregagione deli 'Indice. Egli chiude sem- pre la serie dei pareri dei teologi. Gli altri due domenicani erano fungionari delS. Ufficio: si tralia dei P. VincenZo Preii Pretis, Pretus), Commissario Generale det S. Ufficio'J, praticamente ii diretiore dei dicastero, grande esperto in di-ritto e in leologia, colui che stese i pareri piu approfonditi sulla nostra questione; e dei suo vice, it Socius'', P. Michele Pius Passus de Bosco, colui che apre sem pre la serie dei pareri sulle questioni in discussione. Di questi ultimi due, ii Socius appare solitamente restrittiVo nei suoi pareri, mentre assai aperto si riveta sempre ii Commissario. Plutiosto restrittivo e anche ii conventuale Fr. Modesto GavaZZi, da Ferrara'', procuratore generale deis ordine, con sede net conVento centrale dei SS. Apostoli, consultore stabile det S. Ufficio. Altro minorita, questa Volta cappuccino, era Ρ. Marco Antonio da CarpinetO'', a quel 'epoca procuratore generale dei suo ordine e anch 'egii consultore delia congregaZione, che peraltro preSento ii suo parere Sol tanto sul primo punio in discussione. Si puo ricordare che dei 'ordine di S. Francesco, ramo degli Osservanti, faceva parte Paltro deciso critico dei melodi gesvitici e grande evangeliZZatore delΓ Oriente, Antonio de Santa Maria Cabaltero. Altri qualiticatori sono: il P. Enrico Borghi '', generale dei Serviti e P. Ste- fano Spinota, della congregagione dei Somaschi e piu tardi vescovo di Savona, ambedue abbastanga restrittivi nei loro pareri; il carmelitano Ρ. Girolamo Ari Arri), molto impegnato net suo ordine e piu tardi priore generale'y. C 'e pol ii P.
era stato Segretario delia Congregagione deli 'Indice. Sulla carica dei Maestro det Sacro Patragoch. MORONI, Dizionario Storico-ecclesiastico XLΙ 199-219; I. CATALANUS, De Magistro Sacri
Palatii Apostolici libri 2 Romae 17513 per il secolo XVII vol. II, p. 142-2323. JJ Sulla carica, ch. Enciclopedia Cattolica IV 1950) 60. Vincengo Preti di Serravalle, diocesidi Tortona, provincia deis ordine domenicano di Lombardia, fu Commissario Generale det S. UDficio dat 1650 al 1664 sotto i papi InnocenZo X e Nessandro VII. Nel 1628 era Regens dei Collegio S. Domenico di Napoli, net 1644 Inquisitor Cremonensis e net 164T Bononiensis. Mori it 31 luglio 1664. Ch. Scriptores Ordinis Praedicatorum, Ed. I. Ouetis - I. Echard ΙΙ Ρarigi 1721)
613. δ' CD. MORONi, Digionario storico-ecclesiastico XLI p. 22T.
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Generale degli Mostiniani eremiti, eletio pochi mesi prima, Ρaolo Lucchini: in- fine ii dotio Raffaele Aversa, dei Chlerici Regolari Minori, detii Caracciolini eloro priore generale a piu riprese J. Non abhiamo testimoniange esplicite di riunioni collegiali dei qualificatori. Ρiultosto, Ognuno di loro ricevette per disposi-gione deli 'Assessore, in ordine fisso, ii memoriale di Martini e vi appose ii proprio parere autografo delia lun eZZa di alcune righe o di una meraa facciata. Ouesto lavoro ebbe luogo nei mesi autunnali dei 1655, senZa che si possano dare, at momento, indicaZioni piu precise . Una nota deli 'Assessore det S. Ufficio Carlo Emanuele VeZZani, canonico Vaticano e piu tardi rettore deis universita LaSapienga'' del 13 gennato 1656 ci informa che a quel tempo i cardinali avevano preso te loro risoluZioni e che una boZZa in questo Senso Venne approVata dat papa, it quale di ede ordine di procedere. Ouesta bogga e con tutia probabilita ilriassunto dei notato det S. Ufficio Giovanni Lupi, che ci e conservato' . In base a questo documento Venne stilato it testo dei decreto della congregagione ', delquale, a quanto pare, Si aSSunsero la responsabilita i cardinali Astalli e Cec-chini J. Esso venne approvato dat papa ii 22 margo 1656 e promulgato it glorno seguente in sede di plenaria delia Congregagione, presente ii papa '. It 4 aprile, giusto ii tempo per la stampa, segui la comunicagione dei decreto at gesulti attraverso it P. Giorgio Bustronius SI, un veneZiano di Origine greca, penitenZiere in S. Pietro in Vaticano3'. Martini pero non pote rallegrarsi in diretia dei brillante risultato delia sua missione. La partenga detrunico Convoglio annuale di navi per la Cina era se-gnalata per imminente a Lisbona ' a fine margo: bisognava dunque essere pronii
in tempo at porto della metropoli portoghese. Il 19 dicembre 1655 Martini lascio
GLIA, Historia Chronologica priorum generalium ordinis B. V. Mariae de M. Carmelo Napoli1TT3) 251- 4; I. SMET O.Carm. , The Carmelites Darien Ill. 1982) vedere ait 'indice. Ringragio il
nario Storico-ecclesiastico LXXXV 43.
'' Seppure pubblicato a stampa, questa consegna dei decreto ait 'ordine dei gesulti attraverso un suo membro lascia adito alia supposiZione che Sia da parte delia congregaZione romana chedella Compagnia di Gesu ii decreto dei 1656 sia stato inteso alla stregua di un indulto O un privilegio per i 'ordine piu che un decreto normativo univerSale e che pertanto doveva lasciare indisturbati gli altri ordini religiosi nella loro prassi negativa circa i riti cinest. In queSto SenSO appalonomaggiormente spiegabili it riserbo e la riluttanga di Martini in Cina negli anni seguenti a comunicare agit altri ordini it decreto da lui ottenuto, ch. BiERMANN, Die Amunm 95s e note; Ch. anche St.St. OO I f112r-v il memoriale di fra Antonio de S. Maria at S. Unicio, det 20 agosto 16613. Ch. anche qui solio, testo Corrispondente alia nota 110. Giorgio Bustronius, ' 3. 8. 1586, VeneZia: SI 31. 10 1610, Prov. Rom. , ARSI Rom. 69 25r: t2T.8.1661, Roma. I. FEIER, Defuncti secundi saeculi S.I. I6.I-I 0 Roma 19853 I 192. ' Ch. sulla navigagione transoceanica e sui porto di Lisbona te relagioni di Aldo Caterino e di Victor Campero at convegno cli Pechino ch. nota q)
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Roma alia volta di Genova e di ii si imbarco l'8 gennato 1656 per Lisbona condieci gesulti, tra i quali l 'italiano Prospero Intorceita e il belga Ferdinand Verbiest, at quali dobbiamo molle informagioni su questi falliq/. Nel fascicolo del-l 'archivio det S. Ufficio e contenuia anche una lettera scritia da Martini a Ge- nova it 26 labbrato 1656 e diretia at cardinale prelatio det S. Ufficio, Francesco Barberini. In essa it gesulta comunica che ii 16 gennato, quando erano gia in vista dei porto spagnolo di Nicante, la nave olandeSe Sulla quale viaggiavano Venne aSSalita da una nave corsara francese battente bandiera dei Cavalieri di Malla sipirata religioSon, secondo la colorita espressione di Martini. Spogitati dilutio i gesulti tornarono a Genova, donde Martini scrisse at cardinale Prefello det S. Ufficio per informario e domandare a lui e, per Suo tramite, anche alia congregaZione di Ρropaganda aluto materiale. At Barberini chiedeva anche che visi de-gni operare perche finalmente mi siano inviati dalla S. Inquisitione te Oualificationi de dubii da me proposti a quel sacro Tribunale dei quale V.E. e meritissimo Prelatio. Sono certo - continuava - che havendo li avversari tanto infamati ii missionari delia Compagnia, come V. E. e consapevole, questi si missionari della Compagnial pure haveranno quel che pretendono non per altro, che per Sua giu-Stificatione, e per con maggior quiete poter attendere ais opera det Signore nella Cina. Supplico di Cio, posto sin 'adesso non ricevo da Roma nOVa alcuna, chestino detii dubbi sbrigati, per ii quali V.F. tanto s'e degnata affaticare βδ. Esamineremo ora it contenuto dei materiale romano che forma l'oggetto dei nostro studio. 3. Primo punto la pubhlicazione o mens dello Ius positivumq'. Nella loro istanga Martini e i gesulti presero te mosse dat decreto Ottenuiocla Juan Bautista Morales net 1645 da Propaganda Fide. Non tuiti i 1 P punti di al- lora Vennero pero ripreSi, ma Soltanto cinque, eVidentemente quelli che erano ri- tenuit maggiormente pregiudiZievoli alVapostolato delia Compagnia in Cina ealla diffusione della religione cattolica. Dagii altri punti e da credere che i gesulti non Si Sentissero attrettanto fortemente molestati o che addirittura anche da parte loro si intendesse lasciare in vigore la decisione di aliora. Nella nostra espOSi-Zione partiremo percio dat contenuto dei decreto dei 1645, quindi esporremo i hia, vale a dire te critiche mosse dalla Compagnia al decreto e proposte at S.
Ufficio; quindi te valutagioni dei teologi circa te proposte dei gesulti, infine ledecisioni dei cardinali della congregagione e ii testo definitivo dei decretoqq. In
β' CD. Collectanea, pp. 30-35: SLSt. OO I f 275r-2TTu ' Il tutio, oltre che essere presente net fascicolo deis archivio in originale e per esteso, io si ri-trova riassunto in un verbale dei notato det S. Ufficio, Giovanni Lupi, indiriggato in bella copia alpapa AlesSandro VII, Steso con il Seguente ordine per clascuno dei Cinque punii in discussione enunciagione in italiano della questione posta net 1645 e ora riproposta; risposta net testo originale latino dei decreto dei 1645: l 'istanga dei gesulti dei 1655 in italiano: la sintest in latino delle
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tal modo crediamo dovrebbero risultare chiarite la genesi e ii tenore dei decretoe ii significato ptu proprio di una decisione che ebbe una rilevanZa storica per lemissioni cattoliche in Oriente e Segno una stagione pOSitiVa, sino a che SucceS- sive e differenti decisioni romane, che puniarono non a caSo a ridimensionare ildecreto dei 1656, concorsero con attre cause a determinare la fine di un grande
Ιl primo punio dei decreto dei 16 6 riguarda i 'obbligo, o meno, da parte dei
missionari di notificare e imporre at neoconvertiti cinest i precetti della chiesa ius positivum) riguardanti la frequenZa alta messa domenicale e festiva e ii precetto pasquale, Cloe Vobbligo di confessarsi e comunicarsi almeno una volta al-l anno in tempo di Pasqua, come anche i precelli riguardanti i digiunt e te astinenge. Nel 1645 Propaganda si era pronunciata per Vobbligatorieta di tutio questo anche per i cristiani cinest e Condannava cosi, senZa eSplicitamente nominaria, la prasSi paStorale gradualistica dei gesuiti. Ovesti ultimi intefero informare meglio te autorita romane esponendo la necessita di uia adattamento delle regole e delia disciplina alle assai differenti condigioni delle cristianita cinest. Ρer il S. Ufficio era un compito abbastanga ingrato roVesciare un decreto di sol- tanto dieci anni prima, che, tra Paltro, era stato pubblicato da Propaganda Fide ma era Sorto sostanZialmente in seno at S. Ufficio stesso β. Per questo motivo ilS. Ufficio nel decreto assermo ripetulamente di formulare ii suo gludigio in basealla fallispecie come era presentata modernamente dat gesulti, angi si tutelo stenendo presente te vicissitudini delia Cum occasione) riportando net suo decreto alia lettera oppure in fedelissimo riassunto ampi straici det memoriale di Martini.
O dissi colla che ostavano in Cina ais ossemanga dei digiunt prescritii dallachiesa proVeniva, a dire dei gesulti, dat latio che in quella terra si era soliti lare
Sarebbe bastato per sostentare per tutia la giornata i contadini net duro lavoro dei Campi. Anche i mandarini cristiani, per altro motivo, erano in difficolla in quelle OSSemanZe: lungo la giornata essi erano tenuit a lunglie sedule net tribunali e a sera, nello stile deis amiciZia ', si intrattenevano con banchetti siquae recusare more gentis inhumanum essetis J. La buona volonta dei cinesi di osservare i precelli era dei resto dimostrata dat latio che PastinenZa dalle carni nei giorni pre-
Non minori erano te disticolla che si frapponevano ais osservanZa dei precetio domenicale e pasquale. Ρrima di tuito, Splegava Martini, la povera genteriusciva a procurarsi da vivere sottanto lavorando duramente e incessantemente risposte dei teologi qualificatori ai quesiti proposti dat gesviti: la decisione in latino dei cardinali
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in secondo luogo i cristiani cinest non ottenevano dat loro capi e prepositi paganiit permesso di sospendere it lavoro nei glomi festivi. Gera pol un 'altra diffi- colla, di diversa natura, quale la inammissibilita di riunioni miste di ambo i sessi in Cina, motivo per cui gia prima i missionari erano Costretii a celebrare messe separate e in luoghi distinii per maschi e lammine. Ma per messe doppie di que-Sto genere ogni domenica e festa comandata mancava ii numero di sacerdoti. Perdi pili i fedeli vivevano sparsi per ample plaghe Hut ita saltem annis singulis visitentur, unde reliquo tempore Sine Sacerdote aut sacramentiS Vivere coacti christiani suntἡβ'. Infine alle autorita cinest e anche ais opinione pubblica risulta- vano estremamente sospetie riunioni di persone di una certa rilevanga, e cio costitutua uia ulteriore dis colla per te assemblee domenicali anche at di la dei problema della scarseZZa dei Sacerdoti. In queste condiZioni, notificare come obbligatorio solio pena di peccato mortale it diritto positivo della chiesa equivaleva a gravare inutilmente te co- scienZe e a metterte in grave connitto e nella condigione, in quanto coscienZa informata, di sentirsi colpevoli di trasgressione delia legge delia chiesa. Chiedeva percio a questo punio se clavvero i missionari dovevano intimare via nuOvi cristiani, subito che sono batteggatin ' solio pena di peccato mortale i precetti della
Gli undici teologi della congregagione'' affermarono tuiti quanti che era obhligo dei missionari notificare at loro cristiani i precetti e la Obbligatorieta de-gli stessi sub mortali. Mentre pero ii Socius Michele Pio, domenicano, e ii generale dei Servili chiudevano ii ii discorso, tuiti gli altri, chi pili chi meno, ritene-
vano che fosse possibile una certa moderagione dei decreti della chiesa, o per viadi dispensa vale a dire sospendendo la legge: Spinota) o per via di privilegio
Cioe creando una legislaZione Speciale: Ari, Luchini) in Consideragione delia si- tuaZione cinese: ad eSempio riducendo per decreto papale it numero delle feste comandate annuali e dei digiunt Spinota), oppure conferendo at missionaristessi la lacolla di dispensare caso per caso PallaVicini).Ρiii prudente ii discorso dei conventuale GavaZZi, ii quale argOmentaVa chela impossibilita tisica dispensava gia di per se dals obbligo, senZa che Si doVesse modificare la legislagione, la quale, se cosi fosse, andrebbe modificata anche pergli ammalati o bambini e angiani delle Citta europee. Inolire - argomentaVa - iprecetti della chiesa sono divini nella loro sostanga, ma la loro taratio, Vale adire la fissagione delia misura e delle modalita deli 'obbligo e lasciata alla
Ιl commissario Preti fa di solito un discorso amplo e articolato, che riVela, tra i 'altro, una grande erudiZione canonistica e una lettura attenta dello scritto dei gesuiti. A suo dire, te cause che impediscono at cinest i 'osservanga dei dirittodella chiesa sono sufficienti, ragionevoli, manifeSte e permanenti, dunque in grado di fare si che, almeno in maniera proVVisoria esSi posSano Venire eSOnerati
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dai precetti ecclesiastici. Tullo cio, sine gentilibuS lex noStra odioSa reddatur, novis christianis nimis onerosaisq/. Si notitichino dunque - e ii suo parere - ai nuovi cristiani cinest come obhligatori sub mortali i precetti ecclesiastici, ma sitiat dispensatio a praefato iure poSitivo, non descendendo ad aliquam specialem significationem dispensationiS, Sive per modum interpretationiS, SiVe per modum relaxationis, sive per modum privilegitisqy, vale a dire una dispensa molto ampla. La congregaZione non Sembra aVere fatio propria queSta posiZione. Se si liene conto che questo e ii parere di un domenicano, e precisamente dei diretiore deldicastero, bisOgna riconoscere che, per lo meno in questa lase, non sono dei tuito supportate dalle fonti te sbrigative classificaZioni che la storiogratia Corrente- mente assegna at diversi ordini religiosi in questa controversia''. Anche ii tergo domenicano, it Maestro det Sacro PalaZZo, era dei parere chesi potesse dispensare dati osservanZa dei diritto positivo comunque da pubblicare), eVentualmente conferendo at missionari stessi la lacolla di dispensare come aveva proposto Ρallavicini. Avvertiva pero: 6Hac tamen facultate missionarii non prodige utanturisqq. Tra i domenicani solo it P. Socius era per una ripro-pOSiZione pura e Semplice dei decreto dei 1645. La postgione finale delia congregagione fu che i missionari erano obbligatia informare i neotiti cinest dei precetti della chiesa e delia loro obbligatorieta Sub peccato mortali; nel medesimo tempo pero potevano avvertire gli stessi clieda tali precetti essi potevano essere dispensati, previa illustragione dei motividelia dispensa. Non passo dunque una dispensa indiscriminata, bensi modificata, vale a dire calibrata sulle siluagioni che si clavano nella realta. Inolire - aVVerti- vano i cardinali - questa lacolla di dispensare, ii papa, che ne era Punico titolare legittimo, poteva delegaria at mi SSionari: parole prudenti per eSprimere unaesplicita raccomandaZione in questo Senso; tultavia Hin casibus particularibus tantum qq. Con cio Veniva accolla la proposta di Pallavicini, dei Generale degli Agostiniani e dei Maestro det Sacro PalaZZΟ. Ouesta delega di poteri di dispensa at missionari gesulti Venne concesSarealmente ii 5 settembre det medesimo anno Hin casibus particularibus tantum eorum arbitrion per 12 anniqq. Riguardo alia ScadenZa dodecennale si tenga presente che tutia la prassi pastorale deis adattamento tenuia dat gesulti, e tanto plule modificile disciplinari che essi sollecitavano da Roma, erano penSate Come eS-Sengialmente temporanee, tino a che anche te cristianita delia Cina avessero po- tuto senZ'altro allinearsi agit usi e norme della ChieSa universale.
ββ Collectanea 38 Ch. Iuris Pontificii de Propaganda Fide Pars I, cura et studio Raphaelis de Martinis, Vol. I