Archivum Historicum Societatis Iesu. Vol. LXIII - 1994

발행: 1994년

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SEVERINO VARESCHI

4. Secondo punto te ungioni Sacramentali alle donne.

La seconda disticolla che i gesulti se tuiti i missionari in genere) incontra-

vano in Cina e per cui chiedevano modifiche alia prassi normale, o meglio l 'ap-provaZione delia prassi speciale da loro gia adottata e pero sconfessata net 1645, riguardava te modalita deis amministragione dei sacramenti det battesimo e del-l 'estrema ungione alle donne adulteqJ. La cultura cinese circonclava di una speciale protegione e rispello it corpo lamminile e non tollerava leggereZZe di sonada parte degli uomini. Nel suo memoriale Martini esponeva interessanti particolari etnografici come la riservategra delle donne cinest a farsi Medere in pub-blico, gli attenti rituali praticati nel passarsi di mano te cose tra uomini e donne, te stange private delle donne, it loro abbigitamento scrupolosissimo, nonche ilparticolare della piccoleZZa dei piedi, qualita in Cina altamente appreZZata. Aquesto riguardo it Martini scriveva: sicredo fhOcJ sapientis alicuius inventum

fuisse ut eas domi contineret, ne facile per Vicos Cursarentissi'. Ouanto at riti cristiani, la siluagione descritia aveva fatio si che te donne Cristiane venissero convocate per riunioni separate dagli uomini, in siparticularia locan sia per la messa che per te istruZioni. Tanto piu urtanti risultavano te ungioni previste dat rito det battesimo sulpello e sulle spalle, nonche t 'estrema ungione. Anche ii versare t 'acqua sulla testa Scoperta delle donne era aZione temeraria. Per queste pratiche i missionariavevano subito aspre critiche dati 'ambiente Circostante e piu d 'una Volta erano stati sui punio si essere cacciati fuOri dat Paese. Per questo motivo Martini confessava esplicitamente che i gesulti erano soliti amministrare Vestrema unZione sol tanto alle donne che esplicitamente la chiedevano. Ιl decreto dei 1645 non aveva concesso sconto alcuno in queSta materia, limitandosi a raccomandare che it tutio si suolgesse con la massima cautela e Chesi curasse di dare agit uomini prova deis assoluta onesta deli 'agione dei missio-

In conclusione, te domande dei gesulti erano due: si debbono uSare net Pamministragione det battesimo alle donne adulte tuiti i sacramentali e te un-gioni previste dat ritoΤ Riguardo at Vestrema unZione, Si puo sipro temporeis CΟΠ- feriria solianto alle donne che la chiedono espressamente o addirittura, net caSO, negaria anche a quelle che la Chi edono sicum incommoda ac pericula prudenter

futura praevidentur Isicilis 'si'

Anche in questa seconda materia i teologiJ' mostrarono ampla comprensione per la siluaZione cinese come veniva presentata da Martini, riServandosi

peraltro piu volte di avvertire espressamente che it loro giudigio discendeVa proprio dat racconto dei gesulta, at quale lasciavano tutia la responsabilita circa laveridicita det 'espostgione. Su dieci teologi sit cappuccino Marco Antonio daqJ Ch. in generale per il problema, BiERMANN, Die Amunge 159-165.

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Carpineto non figura piu tra i qualificatori), otto si dichiararono d' accordo con laprassi gesvitica di tralasciare te ungioni nel battesimo delle donne adulte.

Tra la maggioranZa che perorava la concessione delia dispensa, it domeni- cano Pius Passus de Bosco, Socius, e ii SomaSco Spinota erano per una Concessione esplicitamente temporanea. Anche Pallavicini specificava Hin casu particulari ex gravi causan, aSsicurando tultavia che in tal caSO SUSSiSteVa VCerteis unolocus dispensationiis, Seguito in cio dat generale degli Agostiniani. Ci si puo domandare se laccia capolino qui la posiZione vicertitudinatistan, vale a direquella assolutamente certa della ammissibilita dei riti cinesi' l. Negativi invece ilcarmelitano Ari e ii domenicano Capigucchi, Maestro det Sacro PalaZZo, i quali

rimandavano semplicemente at decreto dei 1645. Di nuovo molio articolato e lungo P intervento det Commissario generale Preti. Egli fa notare che, secondo Vesposto, i padri delia Compagnia non ricerca- vano i 'omissione di tulte te cerimonie accessorie det battesimo, ma Soltanto del-Γ ungione dei petio e delle spalle, nonche deis apposigione della saliva sullabocca delle batteggande; inolire non veniva chiesta una OmiSSione Habsolutam, sed modificatam et circumstantiatamis, cloe sottanto nel caso in cui VesecuZione di tali cerimonie auesse messo in pericolo te comunita. Si poteVa dunque Venire incontro a tale richiesta. Ρoi CapiZucchi avanZaVa una Sua propoSta, che poteVaforse risolvere per altra via it problema egii consigilava di utiliZgare dei basion- cini per eSeguire quelle ungi Oni, come si era soliti lare in Europa neli 'ungione diperSone appeState. Tullo ciO fino a che non si lassero potute introdurre anche in Cina te cerimonte consuete det rito cattolico. Venendo at secondo problema, quello deli amministragione fondamental-

mente discreZionale deis estrema ungione, da parte di piu d 'uno dei qualificatoric 'e una certa reticenZa ad ammettere che in certi casi la si possa addirittura negare alle donne che la domandano. Ιl conVentuale GavaZZi, ad eSemplo, riteneVache foSSe comunque possibile, senZa modificare la legislagione eccleSiastica, ri-durre at minimo te ungioni di rito, cosi che ii sacramento potesse eSSere ammini- Strato normalmente; queSto era anche ii parere dei Maestro dei sacro PalaZZo. Sempre it Gavaggi rilevava inolire che se i missionari potevano accostarsi alle inferme per confeSSarte, non Si VedeVa perche non potessero anche conferire loro PunZione. AVersa penSaVa che als unZione si potesse Soprassedere sOltanto incaso di esplicito risiuio da parte dei familiari. Sempre molio aperto alle richieste dei gesulti it domenicano Preti, ii quale riproponeVa anche per UeStrema unZione ii suo suggerimento delle Vergite ausiliarie. I cardinali deciseroJy, e ii testo definitivo recepi, che in caSo di graVe neceSSita poteSSero essere tralasciate netramministragione det battesimo alcuni Sacramentali, e che si potesse anche dei tutio ometiere Vestrema ungione. Non

δ' CD. BERNARD-MAiTRE, Un dossier bibliographique 42s. 54. I. SEBES, A comparative Stuosis religious missions in three civilisations India, China and Iapan In Appreciation par i Europe de la tradition chinoise a partir si XVI Siecte. Actes du IID Colloque International de Sinologie

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Si dice negare, tuitavia la possibilita non Viene nemmeno esclusa pOSitiVa-

mente.

f. Term punto gli onori resi a Confucio''. Dopo la questione delle ungioni ii decreto Ottenuto dat domenicani net 1645toccava in alcuni punti da 3 a T) il problema dei prestito ad alto interesse che eradi uso corrente in Cina e la liceita O meno da parte dei cristiani cinesi di sotto- stare ais obbligo civile di contribuire at finangiamento di manifestagioni folkloristiche sospetie e di attre chiaramente idolatriche. La cosa Sembra non eSSerepiti stata di attualita dieci anni dopo net senso che i gesulti non ricercavano nes-suna modifica dei decreti emessi aliora. Assai spinoso rimaneva invece l 'ottavo punio solleVato da Morales, riguardante certe Onorange rese a Confucio in tutia la civilia cinese, che sembravano porre problemi di compatibilita con la fede cristiana e che d 'altra parte era bendifficile poter tralasciare. A suo tempo la decisione di Propaganda Fide era stata decisamente negatiVa. OueSto punio pero toccava un aspello fondamentale delia opera missionaria dei gesulti da Matteo Ricci in pol la loro attengione apostolica si era infatii rivolia in particolare at letterati, persone Stimatissime nella SO-cieta cinese, gli unici che aVessero accesso alle cariche. Dalla conversione diqueste personalita i missionari gesulti si ri promettevano i piu grandi progressi

per la causa det vangelo neli 'Impero di MeZZo, anche se quella strategia miSsionaria domandava paZienga. I missionari degli ordini mendicanti, che erano arrivati dalle Filippine spagnole negli anni Trenta, aveVano inVece scello quel modo piu immediato e popolare di evangeliZZagione che era loro proprio anche in Europa e che aVeVano implegato pure neti 'evangeli ZZagione delle Indie occidentali. Va inolire tenuio presente che la comprensione dei popolino di quelle onoranZe conlactane era indvbbi amente piu rudimentale e Semplificata che non presso i letterati e ben poco SpaZio rimaneVa per un discernimento che evitaSSedi scadere nella supersti Zione, se non addirittura nelΓ idolatria. Ι nuovi missionari Spagnoli non Videro pertanto nessuna possibilita di permetiere at cristiani cinest la pratica di quelle cerimonte e con Morales ritennero di doVer denunciare a

Roma la prassi liberale dei gesuiti.

Ora pero Martini informo in maniera sidiversari, dice ii notato net S. Ufficionei suo verbaleJ', e lo fece con tutia la cura che ii caso richiedeva. Il memoriale di Martini' comincia col fare un po' di storia e riprende quel-l 'argomentaZione cara at gesulti per cui la vera mente dei classici cinest non eraincomponibile con la sede cristiana, e che sottanto i commentatori tardivi inseri-rono nel corpus di credenZe conlactane elementi idolatrici inaccellabili. Ovesta era Stata, Come e noto, la Scoperta di Ricci, che s 'era preso it disturbo di leggersi

δ' Ch. ii iesio dei decreto in Collectanea 32S.

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personalmente i classici cinestJq. Nel suo memoriale Martini cita ripetulamente Ricci e ii suo volgariZZatore in Occidente, Nicolo Trigauit, Con rimandi precisi alle loro opere. Riferisce che at tempo di Condicio, 519 a. C., non Si conosceva in Cina I idolatria, che si insinuo invece net 'impero sottanto agit iniZi deis era cristiana. Dunque - era it Suo ragionamento - il senso originario e proprio della pro- posta consuciana non ha in se i germi della pesteJJ idolatrica e in questa acce-gione pura la praticano i letterati. La dottrina di Condicio - ribadisce Martini - ein sommo onore presso i cinest, a tui sta imperatori che letterati hanno sempre

come Dio, ne gli tribulano cerimonte proprie di un Dio, ma lo Onorano come Hinsigni viro ac de Republica bene meritonJ'. Citando Trigauit e Ricci, Martini sottolinea it Carattere non sospetio di queste testimoniange in quanto rese decenni prima che altri religiosi entrassero in Cina e sollevassero ii problema. Ρiu in particolare riserisce Martini che subito dopo la morte di Conlacio si era discusso in

Cina a quale litoto si douesse tenere in onore la sua memoria, Se come re o come maestro di tutio 1' impero: prevalse questa seconda opinione, ma mai fu in di-SCUSSione una Sua VeneraZione come Dio. Fu quindi stabilito che in Ogni citia det 'impero venisse edificata siaulam seu gymnasiumis, Chiamata siliiΟquonis in onore di Condicio, dove i letterati e gli studiosi convengono in giorni fissi a rendere Onore at grande maestrOJ'. Ouesta aula e accessibile at soli letterati, non vi enessuna statua, Soltanto ii nome su una lavoletta. Inolire quel mausoleo e unico

in Ogni citia e chiaramente distinio dat templi, che abbondano, mentre i doni clieVengono portati nelle onorame condiciane non hamo carauere di culto divino.Quanto a queste ultime, esse sono di due tipi ben distinii: una Cosa sonoquelle rese dat candidati ai gradi accademici, mentre altra coSa Sono quelle piusolenni a cui sono obbligati due volte ais anno i prefelli degli studi. Oveste ultime hanno carattere piu impegnativo, hanno luogo offerte di animali, anchese i testimoni specificano che non si traita di sacrifici. I padri gesulti non si sentono di escludere a proposito di queste cerimonte piu Solenni, per quanto non to penSino, qualche componente SuperstiZiosa. Inolire non tulit i letterati Sono obbligati a partecipami. Per questo motiVo anche i gesulti hanno semprevietato at cristiani di prendere parte a questo Secondo genere di cerimonte e

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anche ora non sollevano contro ii decreto negativo dei 1645 nessuna obiegione.

Le prime invece non hanno componenti superStiZiose, nulla viene offerto egit inchini che si fanno alla tabella dei filosofo sono ne piu ne meno quelli che idiscepoli sanno at loro maestri vivi. Oveste cerimonte sono normali e obbligatorie per tulti l candidati ai gradi accademici e i Padri te hanno sempre permesse ailoro cristiani siquia vere nec umbram superstitionis includit, ut omni adhibita diligentia cognitum estis''. E continua Martini: HSi autem hoc prohibeatur, nullus christianus gradus litterarios accipiet, ex quibuS omniS nobilitas, dignitas, honor, divitiae pendent apud Sinas, atque ita ingens impedimentum rei Christianae poneretur 'l. Di tanto infatii si traitava. I teologi qualificatori'y non ebbero molli dubbi, anche se e frequente net

loro voti la riserva dei tipo sisi vera sunt narratais e altre espressioni simili. LamotivaZione ricorrente per giustificare la conceSSione, quaSi come una clausola, e che queste cerimonie appalono avere carattere simeramente civile e politicois

questi erano i termini con cui si esprimeva una valutagione possibilistica dei riticinest e che in tutia la Omonima controversia hanno quasi la valenga di sitermini

Di una tale valutagione non appare peraltro dei tutio persuaso it somasco Spinota, per ii quale at contrario sussiste la visuspicio probabilisis che Condicio Venga reputato un nume. Per questo motivo egii propone che te cerimonie dei graduandi siano permesse at cristiani sottanto sipraemissa protestatione publica quod philosophum solum ut hominem de regno optime meritum colunt . A questa proposta Si associano anche ii conventuale GavaZZi, ii Commissario generale Preti, ii generale agostiniano Luchini e pure it gesulta Pallavicini. Gavaggi e Preti esprimono pero qualche dubbio che una tale pubblica dichiaraZione, cheassumerebhe ii tenore di una Stida, possa aVere tuogo realmente. Va riteVato anche che con la Hsuspicio probabilisis di Spinota fa capolino nei voti un tipo di valutagione che nella letteratura dei tempo sulla materia fece scorrere fiumi di in- Chiostro la siprobabilitas o meno della postgione gesvitica o di quella dei loro critici ''. Senga addentrarci qui in una questione aSsai compleSSa, notiamo wltanto che con questo termine ci troviamo in uno dei nodi centrali dei dibattito

Con la solita prolissita, e anche con qualche OZiosita, giunge alia conclusione positiva circa il dubium proposto ii Commissario generale Preti. Ιl culto reso dat baccalaureandi a Confucio, coSi come e descritto, VeX parte rei Certe non

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est superstitiosus aut malusn''. Sara ben difficile negare di avere a che fare qui con la posiZione sicertitudinatistari. Dei resto, ricorda ii Commissario, i missionari stessi assicurano che la dove scorgono elementi superstiZiosi sono essi iprimi a vietare la partecipaZione at loro cristiani. Riguardo ait 'assiorare qua e lanei voti dei qualificatori delle postgioni probabilista o certitudinatista, Va rite-vato che Martini net suo memoriale non accenna mai a questa discussione ne utiliZZa mai quei termini, alti piu a complicare che a risolvere i quesiti posti alla congregaZione dat gesulti delia Cina. Ad ogni buon conto la congregagione accolse in pleno te valutagioni dei qualificatori' e diede via libera alia prassi dei gesulti circa te onoranZe a Confu-cio. Soltanto dispose, come abbiamo accennato, che ii testo dei decreto ripOrtasse i passaggi fondamentali det memoriale di Martini. 6. Quarto punto il culto degli antenati. Se te cerimonie a Condicio riguardavano soprattulto la classe dei letterati edet mandarini - che per i gesulti erano vn punio di larga delia loro strategia missionaria - il culto dei morti secondo i particolari riti cinest riguardava tuita interata popolaZione e tuiti i cristiani. E questo i 'ultimo punio traitato nel decreto del

quasi interamente negativo'J. I gesulti pero non si erano ancora uniformati adeSso, che praticamente avrebbe significato un divieto di doppia apparienenZa, alcristianesimo e alia societa cinese, vista la fondamentale importanZa che ad unpletoso culto dei morti secondo i moduli tradigionali veniva attribuita in Cina. Si

traitava dunque di informare nuOVamente e piu eSattamente te congregaZioni romane Circa factum, Vale a dire la reale valenZa - meramente Civile e politica - diquelle cerimonie, eScluSO Ogni inquinamento di supersti Zione. Data l' importangadella materia, ancor piu che net punii precedenti, ii decreto det S. Ufficio riporto ampi straici det memoriale di Martini con scrupolosa eSatteZZa, per rendere pub-blicamente conto su quali basi seguiva ora una decisione differente rispello all645. Non per nulla nei decenni successivi la polemica degli avversari dei riti si dirigera tutia intera sui Martini e sulla - a loro parere - inattendibilita delle infor- magioni da lui fornite. Nel suo memoriale it gesulta, prima di descrivere e valutare te cerimoni e cineSi, Si Sosse a sui presupposto che stava alia base delle diverse valutagioni dei gesulti e dei frati mendicanti circa it culto dei defunti: Oual 'e la concegione deicinest circa l ' anima umanaJ E una realia divina3 Sopravvive o no at corpoJ Aquesto proposito, la Setia degit atei vale a dire dei laoisti e dei neoconsuciani de-gli ultimi secoli, che Ricci aveva insegnato a distinguere molio bene dalle dot-trine dei classici) ritiene i 'inigio delia vita un puro caso e afferma la morte del-

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I anima insteme Coi corpo, di un 'anima dunque puramente psichica. Gli idolatri cloe i buddisti) da parte loro, sostengono la trasmigraZione delle anime e am- mettono i 'inferno, donde tuitavia te anime, dopo la purgaZione, poSSOno eSSere liberate Hut ita tandem purgatae ad campos amoenissimos in India migrent, ubi siFeis, turpissimus huius Sectae auctor, Vixit 'M. Sappiamo, a queSto propOSito, che la Valutagione ricciana e in generale gesvitica det buddismo era, a differenZache per ii conlactanesimo, radicalmente negativa. La terZa opinione se setia) equella dei filoso M'. Ouesta prevede dopo la vita ii premio per la virtu e la penaper i vigi; invita a una vita virtuosa non Solo per eVitare la pena, HSed quia VirtuS sui ipsius praemium estis''. Conclusione: HEx his patet, Sinas nullam divinitatem animabus concedere, nihilque ab illi S Sperare poSSe, ut ait TrigautiuS... D. Una delle affermagioni invece ricorrenti net 'informativa di Morales net 1645 era chei cinesi pregano i loro delanti e da essi si attendono come da delle divinita) gra-Zie e favori, quali la salute, iunga vita, abbondanZa dei frutti delia terra e prole

numerosa' i.

Passando alle cerimonte vere e proprie, Martini te silua nella cornice di una generale e ammirevole veneraZione che i figli riservano ai padri, anche vivi, e in generale alle autorita'y. Ouesto senso di ObbedienZa e di pietas tanto verso i progenitori morti che verso quelli vivi era stato un punio di larga deis insegnamentocli Condicio, che viene citato direttamente. HEx his patet, - ribadisce Martini - Sinas non credere animas suorum defunctorum adesSe, Sed tantum eaS honorare, ac si adessent. Deinde similes caeremonias ex sua institutione malas non eSSe, nec

superStitiosas, nec ex malo fine stabilitas, Sed eX praecepto naturali, quo tenemur parentes honorare; unde Solum continentur intra limites obsequii civilis, ac politiciis''. E continua: 6Ρatet, quia ab omnibus tribus sectis adhibentur fle onoranZeat defuntii, et sola idolatrica si buddisti J aliqua admiscuit superstitioSa, ex quo ad Sinas pereenit sexcenti S nimirum et pluribus anni S pOSt Conlacium, atquae haec ab idolatricis admixta prohibent christianis suis Societatis Iesu missionarii, relictis civilibus ac politicis caeremoniis, quae potiuS laudandae Sunt, quam Vituperandae, docenturque ita christiani, ut intelligant quid civile, et quid superstitio- Sumn Sottolineatura nostra)''. Formagione dunque in luogo di dirigismi e di- vieti. Per venire at factum, it primo modo di onorare i delanti e quello che riguarda un congiunto appena morto. Oui i particolari che avevano allarmato altri'' Si.St. OO I f 290r

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missionari erano stati siquoddam altareis che VeniVa preparato nella camera ardente, sui quale era Collocata Himaginem defuncti, seu tabellamis colla scritia delsuo nome, circondata da fiori e profumi vari. Ι condolenti che Vengono a vedereii defunto si inchinano profondamente e ripetulamente daVanti ai altarino e ac

Ιl secondo modo e quello che si usa due volte ait 'anno e che ha luogo in aule speciali a cio deputate sper i magnati che se te possono permetiere nella loro casa) con tabelle varie che Vengono a formare una specie di albero genealogico delia famiglia. Oui vengono portate offerte in cibarie, candele, profumi. . . Le la-miglie povere che non Si possono permettere un tale maUSoleo permanente, ten-gono neis abitaZione uia angolino o uia altarino con sopra te tabelle coi nonii dei loro delanti. A preoccupare pero era it latio che sui medeSimo altarino tenevano anche te immagini dei santi cristiani. It tergo modo di onorare i delanti aveva luogo una volta ait 'anno fulletombe Vere e proprie, Che erano collocate ait 'esterno degli abitati. La i cinest vanno almeno in primavera per ripulire te tonabe dalle erbacce e dopo aver profuso preghiere e lacrime e deposto come offerte vino e cibi cotti, si siedono econSumano vn pasto fraterno. Una specie di refrigerium antico O di banchetto dicomunione, Sut quale anche la chiesa antica aveva nutrito delle perplessita. Imissionari gesulti avevano cercato di approfondire questo terZΟ modo per Valutarne la compatibilita con la sede cristiana. 6Interrogati cur ciboS apponerent, dicunt, ut SUOS mortuos eo honore afficiant quo vivos solebant, quia filiorum prima obligatio est alere parentes, quamvis sciant quod mortui non edant, ita autem agere, ut filii discant, qualiter parentes suos honorare debeant, et qua Veneratione. Demum dicebant alii quia ignoramus alium modum meliorem, quo RsseC- tum nOStrum eXplicemuS, memoriam progenitorum conservemus honore filiali, et quod tamquam ingrati ac inoboedientes a concivibus haberentur, nisi ita agerent. Inoboedientiae autem nota ac crimen Summum est apud Sinasis' . Martini, per parte Sua, Sottolinea it carattere meramente politico e civile di quelle cerimonte e rileva che i missionari gesulti hanno sempre latio attenZione a rendere i ca-

tecumeni capaci di distinguere gli aspelli superstigiosi da quelli meramente civili, proibendo i primi e permetiendo i secondi. Segue a questo punio it triplice quesito che i missionari sottopongono allaCongregaZione: Possono esSere permeSse at cristiani cinest te cerimonte sopradeScritte, eSpunta e proibita Οgni eventuale componente superstigiosaΤ Secondole Stesse cerimonie, COSi eventualmente purificate e lecite, i cristiani te possono

fare anche in presenZa dei parenti ancora pagani e cooperando con loroΤ Ιl fatio pero che in molli casi, quando la circosianza era pubblica e promiscua di cri-Stiani e non, non ci sarebbe stata la possibilita per i primi di apportare alle ceri- monte quelle eventuali purgagioni in grado di fugare ogni scrupolo poneva ilterZO, piu impegnativo quesito: si una adesse etiam possint chriStiani, praecipue facta fidei protestatione, quando infideles etiam SuperstitioSa agunt, non COOPe-

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rando aut auctoriZando, Sed quia valde notaretur Si consaguinei tum abirent, et esset inimicitiae causa ac odiiis'q. Con questi tre quesiti si ricomprendeva tutia lamateria affrontata nei punti 9, 10, 11, 12 del 1645.

Una materia tanto spinosa era destinata a creare qualche discussione net

collegio dei teologi qualificatori det S. Ufficio'J, e questo si riscontra nei loro Voti scritii. Ancora una volta essi sottolineano che non sono responsabili della veridicita o meno delle informaZioni a loro sottoposte, sulla base delle quali essiesprimono la qualitica teologica e giudicano la ammissibilita o meno della prassigesuitica. Individuano pol in alcuni punii te discriminanti per un giudigio che leaule dei delanti non siano templi e te lavole o altarini non siano intese come altari per il sacrificio: che te offerte che Vengono portate non siano sacrifici e lepreghiere che si fanno in quella circostanga at defunti non siano rivolte a loro come richieste di graZie. Riguardo alla praticabilita altiva da parte dei cristiani di queste cerimonie, vale a dire i primi due quesiti, sei leologi Sono per il si, se pur con qualche condi-Zione, quattro per il no. Ouesta Volta e per il si ii Socius det Commissario generale, che per lo piu e reStrittiVo net suo parere sulle attre questioni - ovviamente se corrispondeva at Vero che non lassero inficiate da elementi superstigiosi. Negativi sono ii generale dei Servi di Maria e it somasco Spinota; quest ultimo e critico in particolare suis usanga di tenere la tabella dei delanti sui 'altarino domestico insieme alle immagini di Cristo e dei santi. Negativi anche ii generaledegit Agostiniani e ii consultore conventuale Gavaggi. Ρositivi gli altri, Pallavicini in modo sobrio e quasi lapidario, come Sempre, Preti invece col Solito apparato teologico-giuridico. Ιl Maestro det Sacro PalaZZo si sonerma invece sulla cura dei sepol cri, te genufleSSioni e te prOStraZioni, notando che eSSe erano State permesse gia net 1645; non si deve invece permetiere che i cristiani portino e consumino cibi sulle tombe in quanto e coSa che Sa di SuperStiZione.

Ρiii ampla I adesione dei qualificatori alla prassi dei gesulti circa it tergoqueSito, quello della preSenZa passiva a cerimonie anche Supersti Ziose quando Passentarsi non Verrebbe accellato dat parenti e susciterebbe risentimenti. Ι teologi si rendono conto delia delicateZZa di questa siluaZione, Sicche rimane Sol- tanto it Socius ad escludere dei tutio quella pratica, sietiam cum protestationeis da parte dei cristiani. La presenga di cristiani e definita ammissibile da Luchini sised tantum quoad praesentiam localem , da Preti HSimplicem moralem praesentiamis. GaVaZZi aggiunge la raccomandaZione che i missionari pongano ognidiligenga neis introdurre te cerimonte solite dei cattolici verso i delanti non appena cessi Voccasione di scandalo e di calunnia. AVVerte anche che puo essere raccomandabile la attestagione di sede da parte dei cristiani sottanto visublato Subversionis periculon, perplessita condivisa anche dat Maestro det Sacro Ρa

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6Domini cardinales - ci informa ii notato det S. Ufficio'' - approbarunt, ita tamen ut in praecedenti quaesito dictum est, quod Specificentur narrata a missionariisn. Ιl testo definitivo dei decreto riporta infatii con grande ampleZZa it factum cosi come e riserito dat Martini net suo memoriale. Ouanto alia decisionestessa, it decreto accenna Che la presenga materiale di cristiani alle cerimonte superstigiose e gluStificabile sottanto se in nessun altro modo possono evitarsi odii e inimicigie; d 'altra parte ammelle che la speciale attestagione di sede che si fug

T. Ouinto punior la predicazione delia Croce. In questi termini it decreto venne dunque approvato it 23 margo 1656, quando Martini Si trovava gia a Lisbona. Egli pero, pur di non tornare in Cina amant vuote, lascio partire ii convoglio del 30 margo e attese la prossima partenZadi ii a uia anno''. Ιl memoriale di Martini pero non finiva qui . Vi si sollevava un ultimo punioche era stato loccato dat decreto dei 1645' . Nulla osservava sui punii 13 fino a16 di aliora, it cui tema piu importante Nr. 14) era la Ormai risolla siquestione dei terminiis, vale a dire dei nomi di Dio, che aveva travagitato i primi anni della missione cineSe e piu ancora quella giapponese. Il decimosettimo inVece Conte- neva un 'accusa a carico dei gesulti che era di quelle che lasciano ii segno: quellaci oe di tenere celata at catecumeni in Cina Vimmagine e in genere la catechesi Sulla passione e morte di Cristo, in quanto scandalosa e contraria alia locale ideadi civilia e di religione, e di differirne a piu tardi la presentagione '''. E vero che i gesulti nella loro prassi catechetica e liturgica Sottolineavanodi piu ii momento della gloria pasquale nely evento CriStΟ; Vedersi pero accuSatidi decurtare in modo cosi sostangiale it kerigma cristiano era qualcosa da non potersi tollerare. Viceversa te relagioni sulla predicaZione dei primi frati provenienti dalle Filippine net Fritan negli anni Trenta raccontano di scenograficheostensioni della croce sulla pubblica strada e indiscriminatamente a tuiti gli speliatori possibili ''δ. Il memoriale di Martini presentato a Roma nel 1655 e tanto pili preZioso inquanto non si hanno factimente fonti di prima mano che illustrano la postgione dei geSuiti su questo grave ed inquietante particolare' ''. Ouesta segione e la piubreve di tutio ii memoriale e anche la piu vivace. Martini assicura che sinullo

pacto differtur in Sinis doctrina passionis Christi, ipsaque Christi crucifixi

imago, quoad opportune fieri poteSt, exponitur . NeSSuno Viene balteZZato SenZaaVere avulo una catechesi sulla crocitissione det Signore e senga che abbia impa-

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