Archivum Historicum Societatis Iesu. Vol. LXIII - 1994

발행: 1994년

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SEVERINO VARESCHI

rato a fare ii segno della croce. Sono stati falli stampare diversi libri con te storie delia passione e crocitissione, insieme a preghiere a Gesu nella Sua paSSione ealle Sue SantisSime plagite; sono state pure Stampate delle tavole con te vignette dei vari momenti e misteri delia vita di Gesii dat baltesimo ait 'ascensione, tui comprest i diversi e singoli momenti delia passione e morte. A riprova di tutiocio Martini afferma di avere portato con se dalla Cina un crocifisso in uso inquelle cristianita. Sarebbero pure stati accusati, i geSuiti, di avere omesso nella versione cinese dei simbolo della sede l 'articolo sulla crocitissione e morte sotto Pongio Pilato. Falso, ovulamente. Ι Ρadri distribuiscono inolire at loro cristiani a capodanno immagini a stampa della croce o di Gesu e di Maria che i fedeli attaccano alle porte delia loro casa. Nelle chieSe pol tengono vn grande crocifiSSo, dipintoo Scolpito, Hita clausum, ut chriStianiS aperiatur cum in templo Sunt, ante quem die veneris fit congregatio de Passioneis' ''. Infine, net calendario che distribui-scono annualmenete at cristiani sta scritio a Chiare lettere at venerdi sanio

sigiorno in cui it Figlio di Dio ha patiton; e al giorno della InvenZione delia sania

Croceo sigiOrno in cui fu ritrovata la sania croceis. Nel venerdi della settimanasanta infine espongono ais adoragione it sanio crocifisso secondo te cerimonte di S. romana Chiesa. Si chiede se tutio cio sta sufficiente o no. Il documento e interessante perche, pur con qualche cautela, fa capire che igesuiti OssemaVano una reale riservateZZa net metiere in pubblico e in primo

plano i 'elemento della croce. Se si liene presente quali erano invece gli accentinetia pieta barocca, ad eSemplo nelle missioni popolari, che tanto gesulti cheliati mendicanti predicavano in Europa, non Si puo negare che Si ha qui un certo

SpΟStamento rispello alia pratica tradiZionale. D'altra parte Martini respinge conforZa e con documentaZione obiettiva i' accusa di sottacere la croce at neotiti

Ιl riassunto verbale dei notato det S. Ufficio sottolinea it violento di sap- punio provato dat gesulti di fronte a queste accuSe che riteneVano dei tutio ca-lunnioSe: HCirca a questo quesito dicono li padri glesulti che si meravigilano chetat Cosa Si Sia posta in controVersia; e quello che e peggio, che Si Siano impreSSi libri nei quali venghino i glesulti censurati che non predicano ii mistero della Passione di Cristo, polche cio e falsissimo; et espongono ancora Opportunamentel 'immagine det Croci fisson' 'β. La stesura dei voti dei qualificatorii '' non ha praticamente storia: tuiti affermano in maniera pura e Semplice HSufficeren quello che i Padri sanno riguardo alla predicagione delia passione e crocitissione . Solo it Socius, sedete alia sua impoStaZione atquanto restrittiva, aggiunge: sidummodo etiam in publicis con-

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cionibus coram gentilibus Patres missionarii aliquando saltem faciant commemorationem paSSionis et crucis Christi Dominiψ''J.Ιl verbale dei notato Lupi ''' conclude annotando che la valutagione dei leologi venne fatia propria anche dat cardinali della congregagione. Ιl decreto finale tace invece completamente di questo ultimo punio, Sicuramente per non riSollevare inutilmente una questione Che aveva come neSSun 'altra guastato i rapportitra i gesulti e gli ordini religiosi che avevano sporto te querele. Se si liene contoche ii riassunto dei notato segnala ancora i pareri dei teologi e anche quello della congregaZione, Si puo affermare che la decisione di soprassedere dei tutio a questa accusa contro i gesulti su det papa messandro VII. Dopo di cio anche la letteratura polemica non riSolleVo piu queSta aCCUS3. Tratiandosi deis ultima pagina dei memoriale di Martini, la fine dei quinto punio e Sigiata da uia 'ampia scritia in maiuscolo OMNIA AD MAIOREM DEI GLORIAM: uia vero e proprio contrassegno che non lascia dubbi sulla paternita deis opuscolo, tutio quanto Steso in prima persona Singolare. 8. La polemica intorno alPoperato di Martini. Non desta meravigila a questo punio che negli anni seguenti gli strali degliavversari della prassi dei gesulti si stano puniati soprattulto sul Martini e sulla sua informaZione, anche perche era quello Punico modo per non accusare diret- tamente ii S. Ufficio o ii papa messandro VII. Non staremo ora a percorrere tuitala storia delia vireceZionen dei decreto dei 1656. Tanto meno possiamo noi scio-gliere la complessa questione delia veridicita o meno delle assermagioni di Martini, oppure dei mendicanti, speciat mente domenicanil''. Il tema di questo studio e la presentagione delia postgione e delle informagioni di Martini e la genesi deldecreto det S. Ufficio dei 1656. Ad ogni buon conto, ancora nel 1658 i domenicani incontrarono Martini a Mahassar Ιndonesia) durante ii viaggio di ri torno in Cina, e pol in HangZhou, ein ambedue te occasioni lo trovarono Stranamente reticente net comunicare anche a loro ii decreto det S. Unicio che egli portava con Se, come Se penSaSSe Chequella era una faccenda interna ai gesulti, at quali bastava che it S. Ufficio aVeSSe SOSpeSO a loro favore la Obbligatorieta dei decreto dei 164 φ Τ' Una contestagione in plena forma delle informagioni dei Martini veniae intrapresa iungo gli anni '60 ancora una volta da parte dei domenicani di Manila, Spectat mente da parte dei P. Iuan Polanco, giunto in Cina dat Messico nel 1659 e passato due anni dopo a Manila per prepararsi at capitolo generale che si doveva tenere prossimamente a Roma, at quale era stato destinato come definitore generale delia provincia. In scrupolose incliteste, net corSo delle quali Vennero pertino appositamente mandati dei cristiani in Cina ad osservare te costumanZe evennero consultati dei libri cinest, i domenicani si convinsero dei carattere sacri-

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ficale delle onorange che i letterati riservavano a Conlacio. Ρolanco porto tutio ilmateriale a Roma dove cerco di ottenere un decreto Chiarificatore, che venne il20 novembre l669 e che confermava ambedue i decreti, quello dei 1645 e quello dei 1656, Ognuno per te affermaZioni e te circostanZe Sue proprie - in SosianZauna Vittoria dei gesulii 'l'. Intanto faceva ii suo ingresso sulla scena della controversia it domenicano Domingo Francisco Navarrete, it quale - gia da veni' anni altivo nelle Filippine ein Cina - torno in Europa e scrisse un 'opera molto importante sulle questioni cinest i Traiados Historicos 1676.1679)lly, it cui secondo volume, peraltro pron- tamente sequestrato dat 'InquisiZione Spagnota, era una macchina da guerra contro la prassi dei gesuiti. Ovesta veniva combattuta anche rivelando per la primavolta at grande pubblico la post Zione contraria al Ricci che a suo tempo avevaaSSunto ii suo successore a capo delia missione di Cina, Niccolo Longobardi. In realta, ii decreto dei 1669 aveva sostangialmente messo la sordina allepolemiche e negli anni seguenti la prassi dei gesulti sembra essere stata general- mente praticata 'l'. Come pero a suo tempo Parrivo net Fritan dei hancescant edet domenicani aveva comportato Pinigio delle dispute, O meglio it loro rilancio alVesterno delia Compagnia di Gesu, attrettanto successe quando in Cina comin-cio ad agire un nuovo gruppo missionario, vale a dire te Missioni Estere di Ρarigi, con Pausilio delle quali la congregagione romana di Propaganda Fide inten- deva speZZare ii monopolio missionario di spagnoti e portoghesi neis Estremo Oriente. Gera da attendersi che it personale di Propaganda avrebbe assunto ladiissa e it ri lancio dei decreto della Omonima congregarione dei 1645. Con Cio Martini tornava ad essere it bersaglio degli avversari dei decreto dei 1656. Ιl tergo articolo dei Mandement dei vicario apostolico dei Fritan, Charies Maigrot, dei 1693 diceva infatii testualmente: HDichiariamo che Vespo-Sto latio a Suo tempo al papa messandro VII sui punii controversi tra i missionari delia Cina non e veritiero sotto numerΟSi aSpetii; e pertanto, quantunque lerisposte falle dalla Santa Sede stano state giuste e Sagge e appropriate alte circOStanZe eSpreSSe nelle questioni, i missionari non pOSSono preValerSene per per- mettere ii culto di Condicio e degli antenati in uso presso i Cinestis 'l'. La quaestio facti veniva cosi rilanciata, tra I altro sussumendo elegantemente ii decreto dei 1669 che affermava la validita di ambedue i decreti di Innocengo X e dimessandro VII. L'anno prima dei Mandement di Maigroi, la Histoire des Differens entre les missionaires Suites d 'une part et ceva des Ordres de St. Dominique et de St. Francola de Pautre muchant les cultes que les Chinois rendent a Dur Mailre

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Confuctu' a Dura Anc tres et a PIdole Chin-hoan, edita nel 1692' 'β dedicavaals opera dei Martini alcuni capitoli, di cui basia riferire qui i litoli HChap. 13

Du Decret obtenu par Martinius en 1656. Chap. 14 Degiusemens & fausseleg dela 3. Demande du Decret de Martinius, qui regarde les honneurs que les Chinois rendent a Confucius. Chap. 15 Deux erreurs des Iesuites touchant les sacrifices solemneis de Confucius: l 'une de lait, que leurs Missionnaires ne les ont jamais permis: l 'autre de droit, qu 'iis aurolent pu les permetire n'y ayant rien de Superstitieux. Chap. 16: Divers deguisemens & fausseleg dans l' expose dii P. Martinisur te friet des honneurs que les Chinois rendent a leurs Ancetres. Chap. 1T: Dessaux avantageS que les Iesuites prennent du Decret obtenu par MartiniuS. Chap. 18. Oue te Decret de Martinius n' a jamais ete publie legitimement dans la

I gesulti a loro volta si attestavano su una dilasa a Oltranga dei fortunato intervento dei loro confratello. Un 'opera dei 1700 Difesa De ' Missionarii Cinest

delia Compagnia di Gesu In Risposta ait Apologia de' PP. Domenicani Missionarii delia Cina intorno a gli onori di Confusio, e de ' Morti: opera di ian Religioso Teologo della me sima Compagnia, In Colonia 1700''q, dedicava ii cap. 14 alia dilasa dei P. Martini dalle accuse dei Apologista sie si dimostra val non

surrettigio it Decreto, Che dalla S. Sede egit Ottenneis. Un 'altra opera dello stesso anno: De Ritibus Sinensium erga Consucium Philosophum Et Progenitores Mortuos Alexandri papae VII. Decreto PermiSSisa ersus librum inscriptum inlatoria cultus Sinensium,, Liegi 1700'l', net Cap. III delia ΙΙ Parte traitava 6De informatione S. Sedis per P. Martinum Martiniumis. Nella Observatio I si sosteneva che HSententia D. Maigrot contra P. Martinium fundamento falso nititur, estque tam injuriΟSa S. Congregationi,

quam eidem Patri . Nella Observatio 2 6Confutantur rationes a D. Maigrot allatae pro tuendo Suae contra Martinium sententiae fundamenton.

Ben piu importante e decisiva delle schermagite degli eruditi era pero, o Sembro essere, la dichiaragione uniciale deli 'imperatore cinese Κ'ang-hi nel 1700 che confermava in tutio l' interpretagione gesvitica dei riti cinest. Il 20 novembre 1704 invece it papa Clemente XI sangionava uniciatmente uia decreto deis Inquisigione Romana sit dicastero che net 1656 era stato favore Vole a Martini) con it quale si conferinavano te ordinange di Maigroi. Riguardoal tergo articolo di Maigrot, che criti cava l 'esposiZione di Martini, Si poneVa ancora una volta ait Inquisigione it problema di hin giudigio suis operato dei ge- Suita cinquant anni prima. Di nuovo la congregaZione evitava di esporsi, limitandosi a dire che la Santa Sede pronunciava sempre giudiZi di verita sui quesiti Che te VeniVano proposti, non Speltava pero ad essa verificare la veridicita degliesposti stessi. Gli articoli dei decreto dei 1704 che descrivevano ii merito della questione sappunto it factum l) riballavano tultavia la versione di Martini descri-

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vendo i riti cinest come superstigiosi e idolatri 'l'. Nel 170T il legato apostolico Maillare de Tournon pubblicava in Cina ii decreto det papa, gellando nel caos lemissioni dei gesulti

La polemica ripartiva ora in grande Stile e la SiluaZione cinese, anche per lemosse ora affrettate ora impacciate dei legati pontifici, precipitava nella confusione e nella paratisi. Ouanto ais Europa, neSSuno era piu in grado di Spegneret 'incendio, alimentato ormai dat formarsi dei teorema antigesuitico e ampla- mente uscito dat tema Specifico.

In dilasa dei decreto di Clemente XI venne pubblicato nel 1709 edito in tradugione italiana anonima) il libro det valente leologo domenicano I. H. Serry, dat titolo Difesa Dei Giudietio Formato Dalla S. Sede Apostolica, net di 20 --vembre IZ04. E pubblicato in Nanchino. . . intorno a Riti e Cerimonte Cinest Contro ian libello sedigioso intitolato Alcune RisseSSioni intorno alte cose presenti delia Cina. . . Opera di un Dottore della Sorbona, travortato dat ManΟ-Scritto Francese da un Religioso Italiano. In Torino 1709'Τ'. Ouesto libro contiene ii compendio piu sistematico delle critiche mosse ait 'opera di Martini e in-

sieme la requisitoria piu implacabile contro di essa. Anche qui, la dilasa dei decreto di Clemente XI del 1704 doveva fare i conti con quello di Nessandro VII

del 1656, che aveva avulo luogo essenZialmente sulla base delle informagioni di Martini. 6Ora - afferma Sherry - per tutio it corso di questa nuova controversias'e proVato, e convinio: Che la esposiZione fatia dat nominato gesulta Martiniosi a parte diminuita e parte falsa. Dat che ne siegue che non sono State permesse come civili e politiche te cerimonie da cinest veramente praticate, ma quelle checon falsita e con arte sono state dat Sopraddetio esposte. Mi Stenderet troppo alungo - continua Serry - Se VoleSsi addurre di nuovo tulte te prove addotte net proceSSO di queSta cauSa per convincer di hode Vespositore Martinio; ma non accade ii farto, mentre la causa e giudicata. f. .. J Diro Solo per Semplice e breVenotigia di chi e male informato delle scritture, che i maggiori capi di insedella ed 'inganno gia Sparsi nella accennata esposiZione sono diectis 'δ' niente di meno. Li riseriamo brevemente per come Vengono preSentati, SenZR enirnre 3 nOStr3Volta nella discussione sulla Verita O meno delle critiche. Oltre alle cerimonie a Confucio Che sono descritie da Martini - argomenta Serry - ce ne Sono altre piusolenni, che hanno certamente valore religioso e quali cano nel medeSimo senso anche quelle minori; la sala dedicata a Confucio nelle citia e in realia un templo; diceva Martini che non concorrono nelle onoranZe rappreSentanti delle Sette de-gli idolatri e degit ateisti: ma anche i letterati visono in un certo SenSΟ aSSieme idolatri, ed atheistin e splega it perche. Ouanto alΓ affermagione che i riti a Condicio erano originariamente di mero valore civile e politico, ammesso se non

conceSSo) questo, resta da Vedere se di quella natura si sono conservati o se non hanno invece assunto nella cultura neoconsuciana e popolare ValenZe religioSe.

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6Falsita piu che apertais e pol Passermagione che non Vengano preSentate Hofferteis a Condicio. 6Un 'altra bugian e che sit litterati sanno solamente a Confusioquelle medesime cerimonte e riverenZe che si fanno a maestri ViVentiis. Quanto agit onori reSi at grande maestro, costui vinon vlene solamente da esSi onorato in

qualita di maeStro, ma come un sanio, angi come ii maggiore di tuiti i santiis. Aquesto riguardo egit riporta delle scritte delia tabella allestita nella sala di Confucio che a Suo parere proVano ii carattere religioso di quelle cerimonie. Ouanto agit onori resi agit antenati, at quali secondo Martini non verrebbe riconosciuioalculi carattere di divinita, questa e vicosa assolutamente falSa, imperocche Sperano ottenere da loro, o per meZZo di toro, heni temporali: olire di che ve ne sono molli falli Numi e diviniggati da loron. Che pol i cinest siniente chiedono e nulla sperano da progenitori defonti f. ..J mille volte e stato convinto di falsita, per lepreghiere, e promeSSe regi Strate ne rituali cinestis. Infine spunto dieci) sinarrandole cerimonte piu solenni solite a farsi tre o quattro Volte per Ciascun' anno in onore degli antenati, passa Martinii maligiosamente solio silenZio quasi tuite lecircostanZe che rendono quelle cerimonte superstigioseis, e Serry enumera i particolari che a suo dire prOvavano cio. Conclusione: Hora mentre cosi e tanto

chlaro come ii sole, e discuoprendosi falsissima e diminutissima la espostgione dei gesulta Martinio, tanto e vicino at falso, che messandro VII abhia col suo decreto responSivo approVate te cerimonte e i riti cinest, quanto e lontano dat vero che i riti e te cerimonie dat Martinio proposti stano veramente quelli che da cinest vengono infatii prati caten. Nulla vale dunque appellarsi al papa messandro VII per sottrarsi ais obbligo di osservare ii recente decreto dei 1704, perchesisotio messandro VII it Martinio esposse a suo talento la notigia de riti che di- ceva pratticarSi nella Cina, per carpi re con pace PapprΟVaZione det papa. Non Vim parte alcuna contraria; niuno si fece innangi ad iscuoprire la falsita; si lasciodi lar Vesame particolare sopra claschedun di quei fatii per ben discernere se

Abbiamo qui una requisitoria che Sembra non lasciare spagi alia prassi dei geSuiti e Soprattulto alia rappresentaZione delia quaestio facti satia dat Martininet 1655-56. Tulle te dispute pratico-teologiche dei due secoli della cristianita ClaSSica Si erano, quale piu quale meno, impelagate nella quaestio facti e nella

Di fronte a questo libro i gesulti non rimasero ovviamente inattivi. Un testomotio illustrativo delia loro replica a Serry e la Geschichte der Streitiseeiten uber die chinesischen Gebrauche, in tre Volumi, scritia dat gesulta Georg Ρray

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ed edita ad Augsburg nel 1791lyy. L 'autore riprende in quest 'opera una serie diargomentagioni gia diffuse in altri scritti iungo it Settecento e fissa in tal modo lapostgione dei gesulti nella questione dei riti, lasciandoci ai contempo una ottima silloge di fonti altrimenti perdute. Alle pagine 139-156 dei I volume abbiamo lareplica gesvitica alle accuse degli avversari circa it comportamento di Martini sui banco degli accusati e ora G. B. Morales e la Sua Sotiovalutagione delle ra-gioni dei gesulti nella sua informativa a Ρropaganda Fide net 1645. Lo shoch dei 1TT3 e ii tramonio demancien regime riportarono la discussione at suoi termini piu propri. La ripresa miSSionaria det secolo XIX pero mo-

cristiane. Finalmente, l'8 dicembre 1939 Ρio XII approvava un 'istrugione delia congregaZione di Propaganda Fide in base alia quale simulatis saeculorum fluxu moribus et animisis i cosiddelti riti cinest potevano praticarsi con buona pace anche da parte dei cristiani Vero e che net Settecento Ormai non C 'era piu un genuino interesse allaquaestio facti. A partire dati ordinanaga di Mons. Maigrot dei 1693, o meglio a partire dat te dispute e contese da quella suscitate, si era Ormai andati olire te consideragioni di merito. Anche la riesplosa questione glansenistica di quegii annidi inigio Settecento aveva ormai poco a spartire con Cornelius Ianssen e ii suo Augustinus. Le diverse opinioni sui metodi missionari in se e sulla ValenZa propria delle usanZe Cinest facevano Ormai te spese di piu ampi interessi politici e Coloniali, di concorrenZe e contrasti ereditari tra gli ordini religiosi e di movi- menti ideologici e culturali nuOvi rispello at patrimonio di una cristianita medie- vale che si trovava in fase di definitivo superamento.

Nel Settecento, per quanto ancora inSi Stentemente citato ed eVOCato, Martini non era piu it Vero oggetto dei contendere e la questione dei riti un pretesto. Meno ancora era eSSA una queStione Cinese, ma piutiΟSto europea, di un 'Europa in plena crisi culturale e spiritualely . Domenicani o gesulti che fossero, i missionari erano Ormai, loro malgrado, inconSapeVoli comparSe di attre rappresenta-Zioni. ESSi continuavano a lavorare generosamente nelle cristianita cinest, manet frattempo I Europa dei Lumi leggeva a modo tutio suo te Lettere Edificanti e

-CS, Catalogus generalis Seu Νomenclator biographicus pereonarum Proνinciae Austriae S.I.

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239 DOCUMENTI IL MEMORIALE PRESENTATO DA MARTINO MARTINIE I VOTI DEI TEOLOGI OUALIFICATORI DEL S. UFFICIO MLLA OUESTIONE DEI RITI CINESI'

275rt Ouid facti, circa dubium seu quaesitum primum, quod est de Pubblicatione Iuris

PositiVi. In Sinarum regno maxima christianorum pars pauperes operarii Sunt, qui diebus singulis Victum pro Se ac uxoribus operando lucrari debent, qui si obligentur ad dies dominicas et festa Servanda ViX Saepe unde vivant habere poterunt; iidem a praefectis laborare coguntur et nullo pacto eXCuSare Se possunt, quia infideles praefecti parum curant, festusne sit dies vel non. Ipsi vero praefecti patriis legibus tribunalia sua adire statutis horis coguntur diebus singulis ac ibi res regiminis disponere, lites ac similia determinare, quam audientiam omittere non posSunt sine periculo privationis officii. Deinde non possunt patres in urbibus Sinicis ad templa nostra magnOS convocare conventus ne Sinis timidissimis ac suspicacibus causam dent sinistrae alicuius suspicionis; immo contingit saepe ut prohibere debeamus ne tot Christiani templum frequententdiebus festis et cum unicus sit sacerdos aut ad summum duo non poSsumus christianos partiri. Praeterea eadem Obligatio tam viros quam foeminas obligaret, atqui nullo modo in Sinis foeminae templa nostra frequentare possunt ad quae viri conveniunt; qua re foeminae die- 275vJ-bus festis sacrum audire non possunt nisi cum plureS eSSent SacerdoteS. Consideranda ergo etiam est haec sacerdotum penuria: unus isque Solus Sacerdos Saepe integram prOVinciam eXCOlit, modo ad hos modo ad illos longo aliquot dierum itineris intervallo eXcurrendum eSt, modo ad hanc modo ad illam civitatem in quibus sparsi fideles

habitant, ut ita saltem annis singuli S ViSitentur, unde reliquo tempore Sine Sacerdote aut SacramentiS Vivere coacti christiani Sunt. Procurandum etiam videtur ne multi S erroneae conscientiae periculi S exponamuS noVOS chriStianos, qui Saepe peccaSSe Se crederent, omittendo ea ad quae obligantur, licet forte aliunde excuSarentur et Vix unquam in casibus occurrentibus copiam sacerdotum habere poSSunt quoS ConSulant.

Si vero loquamur de ieiunio non paucae sunt rationes, ob quaS Sinae illud servare nequeant. Servant quidem libenter die Veneris ac Sabati ac in vigiliis abstinentiam a CarnibuS, at ieiunium unius comestionis in meridie rarissimi possunt. Prima ratio generalis est, quia Sinenses inde ab infantia ter ad minimum de die edere solent, ad quod cogit laevitas cibi; Vix enim plerique praeter simplicem oryzam et olera Sale condita vel quid simile lae-Vissimum edunt; unde nisi mane ientaculum accipiant ad omnia fere inepti sunt, vix quid laborare aut agere ieiuni possunt; pane etiam carent ac Vino et cibis crassioribus ac sub- StantialioribuS, praecipue pauperiores. Ρraefecti autem ex regis mandato ab hora 276rimatutina octava ad primam vel secundam usque pomeridianam pro tribunali sedere debent ieiunii autem ea adire nequeunt. Absoluta audientia excipiendis salutatoribuS aut Vi- Sitandis inSumunt; noctu convivia celebrant, quae recusare more gentiS inhumanum

'V Archivio delia Congregagione per la Dottrina della Fede, Staneta Storica fSt St J OO I f

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SEVERINO VARESCHIOua itum. His circumstantiis positis, quaeritur utrum missionarii novis christianis quam primum baptizantur debeant intimare ius positivum tamquam obligatorium sub peccato mortali quantum ad ieiunia, festa servare et confiteri Semel in anno ac communicare.

1. Pater Socius CenSuit non esse recedendum a voto Patrum Oualificatorum qui anno 1645 huic quaesitoreSponderunt.

Ita est, Fr. Michael Pius Ρassus de Bosco socius R. mi Commissarii Generalis S. Unicii. 2. Pater Generalis Servorum idem CenSuit. Ita est, Fr. Henricus Burgus Generalis ordinis Servorum BMV. 3. R. D. Stephanus Spinula Congregationis Somaschae Fuit in voto practice ad minus teneri missionarios intimare ius positivum tamquam obligatorium sub mortali, ut re Vera eSt. Locum tamen esse benignitati S. D. N. ut in numero ieiuniorum et festorum dispenset, praecipue vero quoad festa in auditione misSae. Ita est, D. Stephanus Spinula Congregationis Somaschae. 4. P. Hieronimus Ari carmelita censuit missionarios teneri intimare ius positivum ut obligatorium, ita tamen ut simul explicent et doceant causas propter quas excusantur fideles ab observatione praeceptorum in eodem iure contentorum, de quibuS in quaesito. Ita est, Fr. Hieronimus Ari Carmelita.

276vJ S. P. Sfortia Pallavicinus Societatis Iesu

censuit missionarios teneri ad intimationem iuris positivi in quantum eius obligatio extenditur ad eas regiones: sed quia practice Vel difficile eSt, Vel non expedit hac dispensare, congruum Valde eSSe ut S. D. N. utatur Sua benignitate in concedendis facultatibus dispen- Sandi. Ita est, Ssortia Pallavicinus Societatis Iesu. 6. Fr. Marcus AntoniuS a Carpineto procurator generalis Capucinorum censuit standum esse in decretis olim Super hac re factis, addito eo quod possit locuS esse concedendi, ex privilegio potiuS quam ex diSpenSatione, ut concurrentibus in facto ab eiusmodi iure aut iuribus positivis gentes illius regionis aliqua in parte eximant. Ita est, Fr. MarcuS AntoniuS qui Supra manu propria. T. P. Generalis Sancti Augustini censuit missionarios teneri ad publicationem iuris positivi ut obligatorii sub peccato mortali; sed tamen, Supposita Veritate facti, esse locum ut S. D. N. concedat privilegium dispensandi. Ita est, Fr. Paulus Luchinus, Generalis Sancti Augustini. 8. Fr. ModeStuS a Ferrara, ordinis Minorum conventualium, consultor Sancti officii censuit missionarios teneri ad intimationem iuris positivi obligatorii sub mortali, quoad annuam confeSSionem, communionem, ieiunia et festorum obServationeS, nam cum lex Christi sit iugum suave, et onus leve, non obligat nisi adsit possibilitas physica et moralis

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MARTINO MARTINI S.I.

24 l

per quod 2TTri recurrunt rationeS in oppositum adductae, alioquin nec parochi rurales obligarentur ad intimationem ieiunii, immo nec in civitatibus intimari deberet, ubi maior pars est illorum qui ieiunare non poSSunt, ut adoleSCentes, SeneS, infirmi, laborantes, paupereS, praeterquam quod uniVerSum praefatum ius positivum quoad substantiam divinum est, quamviS quoad taXationem temporis ecclesiasticum. Standum igitur in alias decisis de anno 1645. Fr. ModeStuS qui Supra. 9. Ego Raphael AverSa Clericorum Minorum Fui et sum in voto debere annunciari ius positivum, cum illis tamen exceptionibus et limitationibus quibus excusari possunt fideles et locum etiam eSSe ampliori dispensationi, si

S.mo placent. 10. Fr. Vincentius Pretus commissarius

Ouia Sinae fere omnes ut Oualificatoribus missionarii exposuerunt) non solum habent

causas sufficientes rationabiles manifestas permanentes, Sed per modum transeuntis ut possint per SuperioreS exonerari a gravamine iuris positivi de ieiunio, auditione sacri in diebus festis, confessione et Communione annuis, et etiam habent plures causas evidentes diuturnas ac fere perpetuas excusantes ab obligatione dicti iuris, ideo ne gentilibus lex nostra odiosa reddatur, novis christianis nimiS onerosa, et ut omneS cognoSCant iugum ecclesiae eSSe SuaVe et leve, ut iugum sui sponsi, existimaret ut Sinis fieret intimatio praedicti iuris positivi ita obligantis omnes christianos sub peccato mortali ut cum his qui habent causas evidentes, maxime diuturnas aut fere perpetuas fiat dispensatio per modum intepretationis, cum his vero qui habent Causas sufficientes ut supra et habent recursum ad superiores, soleat fieri dipensatio per modum relaxationis, Vel per priVilegium. Ouocirca locus relinquatur benignitati S. mi ut cum Sinis habentibus non solum causas SufficienteS per modum permanentis manifestas Sed excusantes evidentes fere perpetuas fiat dipensatio a praefato iure positivo non descendendo ad aliquam specialem significationem dispenSationis, SiVe per modum interpretationis, Si Ve per modum relaxationiS, Si Veper modum priVilegii. Ita, st. Vincentius Pretus Commissarius generalis S. Officii. 11. Fr. Raimundus Capisuccus Magister Sacri Palatii censuit ius positivum ecclesiasticum Chinensibus a missionariis esse enunciandum tamquam obligatorium sub mortali; et simul eisdem declarandum, hoc ius non obligare eo rigore quo ius divinum, sed in aliquibus casibus excusari posse fideles ab eius observantia. Ouapropter universalis dispensatio totius iuris ecclesiastici non videtur adhibenda: f2TTvlposset tamen Si S .mo placuerit missionariis tradi facultas, ut in dubio, an causae sint sufficientes ad excusandum ab hac observantia possint dipensare, hac tamen facultate misSionarii non prodige utantur. Ita est, Fr. Raimundus Capisuccus Magister Sacri Palatii.

280rJ Ouid facti circa dubium, seu quaesitum secundum, quod eSt de SacramentalibuSomnibus mulieribus etiam adhibendis. Ρraxis Societatis Iesu missionariorum in Sina est viris omnibus omnia S. Rom. Ec-CleSiae Sacramentalia ac caeremonias tum in Baptismate tum in Extrema Unctione adhi-

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