Archivum Historicum Societatis Iesu. Vol. LXII - 1993

발행: 1993년

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ANITA MANCIA

fluenga di una o piu figure detrambito gesuitico veneto su Galileon, interessi e tentativi propri detrambiente gesuitico possono rientrare net terreno culturale dat quale emerse la forma evoluta delle idee di Galilei, cloe e possibile una osmosi, un dialogo, tra l'ambiente gesuitico e ii terreno di formapione evoluta delle idee dello scienZiato pisano. Il riballamento avviene per meraodi una coordinata che non e puramente tale, ma ha valore accrescitivo di unalpotest che non era implicita nel dato degli suiluppi della scuola gesvitica veneta prima detrarrivo di Galileo a Padova. Di questa struttura stilistica allaricerca delia misura attenuativa o accrescitiva, place notare ii respiro, chenon e Stretto ne conVulso, ma teso atrarricchimento dei pensi ero. Qualcuno polrebbe obieltare che l'autore fa una semplice ipotest, che non Ofise una certegga. Un'altra ipotest egli la ta a pagina 3Tl det suo libro, dove dice che parte delle legioni tenute dat gesulti Menu e Valla nel Collegio Romano prima diessere trasseriti nella provincia veneta

resono state indicate recentemente come fonte, rismitivamente, di parte delle note di sisica e delia totalita delle note di logica conservate nei cosiddelti Iuvenilia di Galileo, datati solitamente tra i 89 e 159 in p. 37 l).L'indicagione proviene dat Wallace, la cui identificagione e plausibile ma non certa nel caso di Menii. E invece altamente probabile la provenienZa

dei testi usati da Galileo dat Collegio Romano. Se sono altamente probabili irapporti di Galileo con Valla e Menii prima e durante gli anni padovani, al-trettanto probabile e quello che egit ebbe con A. Eudemon i566-l62 ), successore di Menti e di Valla nella docenga di teologia a Paclova. Esso e nella Sua eVentualita non accertata, riserita nella lettera di Mario Guiducci a Gali- leo l3. 9.l624), molio importante. Si svolse infatii fra it l600 e 1603, negli anni in cui si anclava delineando la forma evoluta della me anica galileiana.L'unica certeZZa di un rapporto documentato e quella della relagione fra Galileo e Biancani. come testimonia la lettera di quest'ultimo a Grienberger del

sile opere e figure descritae LValla e Menu, Verbier, Mamr e Ρomerinoi mostrano l'esistema di una base problematica Ila sottolineatura e miri comune sciscientemente ampla per consentire in dialogo produttivo. Concretare tale base, attingendo a fondi per ora ignoti O mal noti, e compito della nuova isse di ricerca documentaria apertast da alcuniani, rivolta sta ai filosofi e scienciati gesciti che allo stesso Galileon p. 373). Non c'e dunque opposiZione o contrasto o mancato avulo di una scienZasinetresatto senso galileianon, bensi una sibase problematica comune Sus cientemente ampla per consentire un dialogo procluttivon. La ricerca documentaria doura concretaria.

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L'analisi stilistica fuit autore mette in movimento un complesso di con-

tenuit, altiva la dinamica delle trame di relagioni Da Galilei e i gesulti a Pado-va fra l592 e l606, non limitandosi ad essere un puro esercipio formale sui testo. Essa ne mette in luce anche limiti e dissicotta per chi legge. Quanto at pri

sicomponenti metodichen della suddelta scienZa) e, soprattulto, Warticola-gioni operative det modellon gesuitico, non entra nel merito di una descriZione scientifica delle esperienZe, che sono pertanto Soltanto nominate e Sottin-tese. Il livello detranalisi e la sua misura sono dunque circoscritie netrambitodi una storia delle idee, suori di una rappresentagione sespostgione) dei conte-nuti delle esperienZe sotiese alle Harticolagioni operative det modelion. Questo non e gia un limite delia ricerca det Baldini, ma piutiosto ii confine o la linea di demarcagione fra essa ed altri tipi di ricerche piu attente alia ricostru-Zione delle esperienge contenute net modelli di scienga individuati. Quanto invece alle dimi colla per chi si accosti ai libro ed alia sua scrittura, la piu ricorrente e che si perda, nella sintest o nel riassunto delle tematiche piu significative, la sua misura dei dati. Ρercio e meglio seguirio da vicino e lasciar partare,fino a che e possibile, i testi. La fisionomia dello scienZiato gesulta che Baldini ci restituisce criticamente e complessa: come parte dei corpo apostolico e legato alia Tradigione della Chiesa, ma come integrato nel mondo intelleituale laico dei tempo in cui ViVe, e aperto atresperienZa e attraversa te crisi storiche con gli strumentiche la propria tradigione atrinterno di quella della Chiesa - gerarchica, almeno per il periodo indicato - gli da, Sosisendo, a Volte, contrasti. Se non Si ten-gono presenti insieme questi aspelli, Smgge la vera sistonomia deli ordine enon ci si puo rendere onesta ragione dei suoi contributi ai sapere, scientifico eteologico, cosa che invece Baldini fa in pagine di altissimo valore intelleitualee umano. Esprimiamo ali autore Pauspicio che i saggi contenuti net suo libro, rielaborati e risimiturati in una forma consona Vadano a costituire un capitolo, che egit Sa quanto e importante, di una futura e necessaria Storia sociale delia scienga in Italia. A meno che per lui non costituiscano gia in tale forma, questo capitolo. Nel qual caso lo si puo solo ringraZiare per aVercelo dato.

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ANITA MANCIA

SUMMARY

The author of the article on Baldini's book Legem impone subactis. Studi sufilosofa e scienga dei gesulti in ItaliaM. deals with the history of astronomy between thesixteenth and seventeenth centuries in a period of crisis and great discoveries: the fallof the ptolemaic modet in astronomy and the progressive but contrasted affirmationof the heliocentric hypothesis of Copernicus, sustained by Galilei and opposed by the ecclesiastical hierarchies. The book collecis Baldini's essays on the Iesuit sciences - eSpecialty aStronomy, which was in the vanguard of the dissolution of the old modeis os science - published in specialiZed reviews belween l980 and l992. The first essay, which gives tille to the volume, deals with the most important question os the whole book. Ιt establishes the basis of the methodology that was used in the Iesuit modet of the sciences: the relationship tween theology, philosophy and mathematics. It is characteriged by a doubie levet os hierarchigation a religious-

epistemologic hierarchy, and an epistemologic-logical one. These two criteria can beconsidered rules that regulate the approach to the sciences. They are articulated in accordance with the aristotelian modet usubalternante-subalternaton. Iis Gelds of application are the schoois, the academies, and more generally, history. The first os Baldini's essays has others aspecis that can be underitned and evaluated: the semanticone, that decodisses the meaning of the scholasticat wores in natural philosophy in thelimits of the sirealismo logicon: and the of historical-epistemological, that examinesthe epistemological constitution os mathematics, which in the fixteenth and seven

The second part of the article examines Baldini's approach to severat themes the sicensura librorumis, Clavius and Bellarmine's astronomy, and the organiZation of the Iesuit schoois in the Venetian Province during the fixteenth and the

The author of the article focuses on Baldini's method of reading letters and documents it can be called a contextuat method, hecause it makes many references tollistorical and scientisic evenis. These are unavoidabie in the study of discoveries and scientisc experiences. The author underitnes the role of the modem concept of scientisic experience which has a much disserent structure Dom that of the scholastic method. Modem scientisic experience is grounded on the sidatan os observation, andis always measurabie, while the scholastic method relied on the verbal-disputative structure of the doubie hierarchy of religion-epistemology and epistemology-logic. The historical perspective of the book, that is an examination of the history ofideas, rather than a presentation of the concrete scientisic experiences of the Iesuit scientisis, can be found in the light of Baldini's other investigations. They are theedition of the Clavius letters and the last congress, held at Chieti in April l 993, con- cerning the times and the works of the greatest Iesuit astronomer.

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SAVERIO COR DINO S. I. - Specola Vaticana.

UArs Magna Lucis et Umbrae dei p. Athanasius Κircher l602-l6803, indieci libri'. e di un migliato di pagine nella prima ecligione in-quarto grande

dei 1646y, secondo it sentimento comune e t 'equivalente barocco di un 'enci-clopedia di ottica di satio la si suole citare correntemente per te notiZie che dasulla lanterna magica, nella seconda ecligione dei l6Tl'. Ma pone non pochi problemi a un letiore moderno che t 'esamini da vicino e si chiecla di che opera

y ATHANASII KIRCHERI l FVLDENsis BUCHoNil l E S . IEsV PREsBYTERI olim in Herbipotensi, & Aventonensi Societatis IESU Gymnassis i orientalium linguarum, et Matheseos, nunc huius i in Romano Collegio Prosessoris ordina m. l ARS MAGNA l LVCis ET UMBRAE in decem

Libros digesta. I QUIBUS I ADMIRANDAE LUCIS ET UMBRAE I in mundo, atque adeo VniVersa natura, Vires essectusq. Vti noVa, ita Varia nouorum reconditiorumq. t speciminum exhibitione, ad varios mor- talium usus, panduntur. I Cum Privilegio Sacr. Caesar. Maiestatis. Istemma dei Sole che genera luce e Ombra, con il motio, in ebraico greco latino, Sicuti tenebrae eius ita & lumen eius. Ρsal. l38J. I ROMAE, Sumptibus Hermanni Scheus. MDCXLVI Typographia Ludovici Grim L ll SUPERIORUM PERMissu. 32,5 x 23 cm. 40) 935 sib). Ρrimo frontespigio su acqua- forte, numerose figure net testo, alcune acqueforti ripiegate, mori testo. L'edigione e iniciata nel l 645, in conformita con te date di dedica atrimperatore si glugno l644), dei pareri dei censori, detrimprimatur: in alcunt esemplari Siaatsbibliothek Berlin, Bibl. NM. Centr. Roma: ambedue gli esemplari, Donum Authoris) sui frontespicio, o anche altroVe, compare l'anno MDCXLV. Da una lettera det Ricci ai Torricelli risulta che al l 6 dicembre l645l'opera era pronia, mancaVa solo l'indice. y Si riportera la paginagione delle due ediZioni. Ma occorre tener presente che tuit'e due sono graVemente Scorrette, persino nella paginatione: al punio che nella seconda edicione si passa dicolpo da 424 a 525. 768-TT0. Vi si nomina apertamente Thomas Rasmumen Walgesten, discepolo di Stenone mi eis Stensen), cui e domio l'impiem di una lanterna: it mrcher a Va sino allora pensato a proteitare luce solare sul vetro dipinio, per rifletaeria attraverso un soro e una lente in camera oscura.' L'interesse per il Κircher e te sue opere e considereVolmente cresciuio negli ultimi tempi, e hacondotio in un ventennio a triplicare, per lo meno, in estensione e qualita rispello at secoli passati la bibliografia che lo riguarda sch. W. ΚILLY, Literatur Lexihon, Autoren und Merke deutScher Sprache, Bd 4. 332-333). I contributi generali si occupano con Varia amplegra deli'Ars Magna Lucis et Umbrae si vecla per esempio Conor REILLY, Athanasius Rircher S.I. M ter of a mn- sed Aris. I602-I680 yiesbaden I9 43 72-86. Ma la sola monograna esauriente di cui ho notigiae la comunicarione di C. Chevalley per la Xς Session Int. d'stude du Baroque, L 'Ars Magna Lucis et Umbriae d'Athanase Urcher. Neoplatonisme, hermetisme et renouvelle philosophisy, tenuia a Montauban nel l 983 e pubblicata in Baroque l2 l 987) 95-l09 β La seconda edicione Amsterdam l6Tl) e dedicata a Iohann Friedrich von Waldstein, arci- vescovo di Praha e primate cli Boemia, Gran Maestro dello Heli Κreug ordens mit dem roten Sterne. Quanto e detio sui frontespigio, WEditio altera priori multo auctioris, riguarda brevi e interessanti aggiunte net t. X, con nuove figure esplicative: una siMantissan in sondo alla Ρars I 69T-T023, sulla costr ione di orologi che non siano gnomoni: e due paranas nella Pars ΙΙΙ 768-TTl), sulla lanterna magica, e sui modo di irasse ire te immagini at microscopio.

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cennale per la Stampa, che qui diventa un elogio det Κircher, firmato datrimperatore Ferdinando III. Segue la presagione detrauiore: ii quale rievocat'occasione fornitagii da Ferdinando III di scrivere su quel tema, ed eSpone per esteso i frutti dei proprio lavoro. Dopo l'indice dei volume, e ii consueto Omaggio poetico alla nuova opera, viene la sacciata detrimprimatus: dove e particolamente significativo ii parere espresso dat due censori. Ιl primo e ungiureconsulto di Ρesaro, G. B. Rinalducci; l'altro e Melchior Incholar, un teologo gesulta un po' anomalo, ma che gode la fiducia delle Congregagioni ro-

to, quindi estranei a temi di sisica, e di ottica in particolare, e incapaci, agit occhi nostri, di pronungiarsi sui volume det Κircher. I loro giudigi altamente elogiativi rispe hiano l'ammirata sorpresa di quaistasi persona colla di quel secolo, ignara detrottica det Kepler saliora poco nota) e dei clibattiti sui temadella luce, quando sta messa clavanti a un'abile e suggestiva monograna come ii volume det Κircher. E questo pubblico generico e disimpegnato ii verodestinatario detropera' o si tralia a suo modo, con te debite traspostgioni, diun'enciclopedia di ottica'I dieci libri e te loro parti, e spesso i capitoli, hanno titoli sarciti di termini greci, olire che di maiuscole. Quei termini per lo piu sono neologismi in

Ιl l. I, Physiologia Lucis et Umbraes, vuole dare in tre lunglie tappetuite te norioni di fondo sulla luce e sulPombra: muovendo datridea che ilmondo delia visione e impasto di luce e Ombra, clascuna intrinseca ait 'altra, dato che non c'e Ombra SenZa luce che la generi, e se forte e la luce e intensa l'ombra portante. Di qui te ire Partes: una Photosophia, la natura delia luce; una Sciasophia, Variagioni sui tema dei Pombra; un De rerum naturalium Chromatismis, o teoria det Oolore.' Le date sono comprese tra it l8 e ii 29 dicembre dei l644 quindi la composigione dei traitato cis nota l) e anteriore a quetranno.' Melchior Incholar, ' c. i585, Κosgeg, Ungheria: SI 26 3 l60T, Roma; ' 28.9.l648, Milano. L. Κ Η, Iesulten-Lexikon Ρaderbom l 9343 85T. s nota la parte marginale che ebbe net secondo processo di Galileo: la Congregatione deli Indice gli chiese un parere sui siDialogo sopra i due massimi sistemin, se vi si dilandesse ii commicanesimo, o se invece come insisteva a dire Galileo clavanti ai judici) intendesse combalterio. L'Inchoser rispose affermativamente ma con molia sobrieta alia prima attemativa, det tutio oota opere di Galileo. l9, 349-563: e in quello stesso

anno completo la risposta con un saggio, Tractatin Syllepticin in quo quid de terrae solisq. motu vel Statione Secundum S. Scripturam et Sanctos patres Sentiendum quave certitudine alterutra Sententia tenenda sit, breviter ostenditur Roma l633). L'autore mira alia documentatione teologicae alla dimostragione scientifica di satio letae per no la fisica aristotelica con l'occhio det retore. Ma non nomina Galileo e non polemiraa con nessuno. Lo scritto misura bene l'erudigione letteraria e l'ineltitudine scientifica deli'Incholar, che tutinvia per due volte fu chlamato umcialmente a dire un parere autorevole su opere di sica.' Funcione analoga pare abbiano i preamboli assiomatici gruppi di definitioni, di postulatietc.) atrinigio di nuovi temi: sormulano con qualche solennita quelresige a di rigore matematico cui it Κircher, dichiaratamente, non liene assatio.' Physiologia Lucis et Umbrae In qua universa Lucis et Umbrae natura, euentia, admirandique effectus. δ opera utriusque apprime delineantur.

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L'uARS MAGNA LUCIS ET UMBRAEn DI A. LIRCHER

Ιl l, ΙΙ, De Actinobolismis, seu Radiationibus/', sui raggi luminosi, hadue partio Actinobolismus Luci in , i raggi diretti, rinessi, rifratii, i 'analogia di

luce e suono, altri e meno credibili modi d 'irraggiamento: De Actinobolismo Optico/y, doue si parta deli 'occhio, della camera oscura, di scenograsia, di prospettiva a uso dei pittori. I l. III/J, IVλ', Vin β, VI/' formano la segione di gnomonica/J un ar-gomento che, con ulteriori capitoli inseriti altrove, abbraccia un buon tergo deli 'opera. Il Κircher vi si occupa con grande competenZa della meridiana e deli 'astrolabio, e fa abbondare te tabelle per Ogni tipo di calcolo astronomico. Potche t 'uso di strumenti manuali o concet tuali e relativo alsito deli 'osservatore, i 'eserctgio di rappresentare i dati di os servagione conduce da un certo punio in pol a invertire te parti, e diventa cariograna celeste o terrestre. Ma it solo punio di contatio tra la gnomonica e ii temadi luce e Ombra sta nel satio che lo stilo della meridiana, o gnomone, colpito dalla luce solare proteita un 'ombra suli' apposita scala, e indica cosi l 'ora dei glorno o altri dati pertinenti. Ρoiche ii tempo permea ugualmente isenomeni celesti e sublunari: e poiche i passaggi det Sole sullo Zodiaco si totius solaris cursus fundamentum, totius igitur Astronomiae fundamentumn) si pensa stano la ragione ultima di quanto avviene in cieto e in terra, i 'astrologia det Κircher/' parte proprio di qui .

λ' De Actinobolismis Seu Radiationibus. in Actinobolismus Lucis. Sive De Radiatione Luminis, ad quam ceu principalem Meam, toti

naturae operationeS inStituuntur.

λῖ De Actinobolismo Optico, Seu De Ratione visuali, quae totius Opticae disciplinae radix et fun

damentum rat.

λδ Gnomonicae Curiosae Apparatum ContinenS. δ' Horographia Varia qua omnia Horarum genera Umbroso Gnomone in lucido campo demon

strantur.

λβ Ouranographia Gnomonica. Sive De totius Primi Mobilis Doctrina in quibuscunque planis

sciathericis repra entatur.

λ' Protheus Sciathericus, Sive Astrolabio-Graphia Figurata. Qua nullam figuram Sive planam, sive solidam, dari posse docetur, quae Astrolabij, aut horologii capax erae non ponit. yy La gnomonica e di per se i 'arte di costruire meridiane O gnomoni): in antico e lino alRi nascimento ha avulo una parte di ritievo nella decoraZione architettonica degli edifici. Ρiu in generale, la gnomonica - fondamento geometrico delle mi suraZioni angolari dei cie-lΟ - insegna a rappresentare in plano la s fera celeste: e soprattulto a studiare ii moto apparente det Sole, sempre mediante la lunghegga e la diregione dello stilo di una meridiana. Masulla gnomonica hircheriana pesa un severo gludi Zio degli Huygens, in una lettera di Constantin at Mersenne, dove si allude alle acqueforti che illustrano ii volume Vous auerbien raison de l'appeter Isuo figlio Christiani clair-voyant, car il penetre promptement to ut ce qui semble a d 'autres obscur ou difficile et se mocque volontiers de la grimace de ces genis qui sont escialter peu de mattere par des grands apparetis de lailles do uces et a uiresembellissements. A quoij uous sςaueZ comme entre autres, les Iesuites soni subjecis et quanto conatu magnas saepe inanias prodant, teSmOing te grand volume de Κircherus, ouceste miserable gnomonique tant traiciee et retraiciee par ces gens-la occupe seu te te 2 3 de

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Ιll. VII, Prometheus, sive Ars anacamptica, vel Astronomia reflexi', ri-toma ad argomenti di ottica la luce rinessa e carpita at Sole e resa disponibile per numerosi impleghi, sui modello detrimpresa di Prometeo. Il Κircher

equipara direttamente calore e luce, ma pure luce rinessa e radiagioni solari assorbile dalla superficie terreStre. Ill. UUF' e una Ars anactastica, sive Astronomia refracta inSegna a faruso della ristagione delia luce. Ιl Κircher non liene conto delia legge di Snellius e Descartes: per calcolare l'angolo di rifragione riporta te tabelle sue equelle di Witelo e di Tycho. La seconda parte dei l. VIII e interamente gnomonica: lo stesso vale per il l . Ivin, dove mediante te ombre si calcolano variemisure terrestri, trasserendo pol quei calcoli a misure astronomiche/λ. Ιl l. X, Magia lucis et umbrae , di gran iunga il piu amplo, e quello in cui l'autore si ritrova fino in fondo. Dopo aver invetto contro la magia diabolica, it Κircher propone la magia naturale, siessectrix operum inusitatorumis, che e appunto la sua. Il libro e diviso in pili parti, che hiprendono costr ionie calcoli delle pagine di gnomonica, intrecciandoli a illusioni ottiche e prodigistrabilianti. La versatilita messa nei congemi che segnano te ore o i moti celesti qui si prolunga ininterrotta in giochi di prestigio o in invenZioni strane, co-

me l'orologio che ad omi ora fa accendere un laoco o esplodere polVere pirica. Si parta, con un crescendo dichiaratamente spellacolare, delia fata Morgana nello stretto di Messina, o dei trucchi che si possono lare in camera oscura, o detruso delle lenti, dei microscopio, det cannocchiale. At termine dei volume un gran sinate meta sico, sulla luce divina; e una conclusione mi Stica, che Vuole forse recuperare allusivita cristiana at linguag-gio astrologico. Questa tramia piu che sommaria permetae gia alcme osservationi sui Κircher autore emiclopedico. Si suoi dire che si e occupato a fondo, con pubblicationi monumentali, di amomenti disparatissimi: per es pio di ottica, con la Ars Magnia Lucis et Umorae, primo suo scritto dichiaratamente impegnativo su temi scientifici. Maoraci sipuo chi edere: it grosso volume dei l646 edet l6Tl, pleno di illustrationi curiose e belle acquesoni , e da6ero un traitato di ottica'

δ' Prometheus, Sive Ars Anacamptica, vel Astronomia Reflexa. Quia arcana coelorum intra terrenas habitationes Prometheio ingenio, id est coelesti igne speculis subducto, concluduntur. δ' Ars Anaclastica, Sive Astronomia Refracta. Ouia Astronomiae Gnomonicae arcana per lineaS, circulosque umbratiles, Anaclastica descriptione, id est refractionum nova Scientia, in qu cunque interiorum vaSorum Superficie proieci , curioSe docentur. δὲ Cosmometria Gnomonica, id est. De mundianarum partium situ, magnitudine, quantitate, ait,

tudine luctumbri ratiocinio investigandia. yy Nel litoto corrente, clopo qualche incerteraa, si chiama Astronomia moto-Sciatherica. δ' Magia Lucis et Umbriae. In quia de reconditioribus Lucis I Umbrae effectibus ad varios usus applicatis agitur.

- Ρer la sistematione tipografica det uatiato e l'abbonclama di belle immagini pare che te decisionidet Grcher dipendano dat successo editoriale degli Apiaris universae philosophim mathematicae moloema l64n dei gescita M. Bettini: in grosso volume di geometria pratica e di ottica, gratuitamente sinis carico di am sorti ramnate. A studiosi seri la troma cura nelyillustrare in testo scientifico ispirava iisdema. Percio Charies Cavendish sinu a a Iota Mil l2.l0.l64M Q in e lately a booke of the Iesuit Mncher, of lirat & sh owe: it tam so mante figures in it, that I suspect it tam no great matter init, & Monsy Gamendes cloeth not muta commend iis Correspondiarice, t. XIV 53M.

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L'uARS MAGNA LUCIS ET UMBRAEn DI A. ΚIRCHER

Si puo notare che gia nelle intengioni espresse detrauiore ropera non eastatio riservata ali'ottica: vi si parta di luce e Ombra, e delle loro applica-Zioni. La relagione tra luce e Ombra e si, nella fisica di Aristotele, punio diavvio per svolgere temt di ottica; ma qui diviene qualche cos'altro, e una po-larita piutiosto esoterica che empirica. E facile per di piu constatare che net volume c'e un po' di tutio: astronomia, cariograna, giochi di prestigio, Puso curativo delle erbe e attre questioni di sarmacopea, la camera ΟScura, latrasmissione di messaggi segreti, Palbinismo e te sue cause, relagioni di missionari su fauna e flora di Asia e America, i climi delia Terra e la varieta dicolore delle raZZe umane, la risondagione detrastrologia: olire a pagine chesi direbbero di mistica cristiana: e, abbondantissimi, orologi, aStrolabi, cal- coli di gnomonica, che si presentano come rapplicagione piu ovvia dei rap- porto di luce e Ombra*β. Se ci si riserisce a un moderno traitato di sesica e alia sua terminologia, troppe volte la parentela con rottica appare remota oimpropria: e non e questione di excursus piu o meno lunghi, ma di un testoche di proposito paria d'altro e che, soprattuito Visto da vicino, risulta tematicamente frammentato, polche quasi pagina per pagina si disperde intuite te diregioni.

Bisogna aggiungere che la varieta dei temi, nella loro connessione ancheloniana con senomeni di luce e Ombra, non e estranea alle intenZioni detrauiore, come ii Kircher asse a verso la fine della prelagione Ad Lectore ' ropera VuOle Venire incontro a studiosi che siano Hunti a interessarsi di ottica e dei suoi impleghi per itinerari assai diversi*y. L'autore insiste a preci Sareche non ha Voluto scriVere una monograssa teorica, e si scusa piu Volte con icolleghi matematici di avere trascurato it rigore proprio delia materis', Specie in questioni di ottica geometrica, data PintenZione preValentemente pratica det volume. Ιl Mrcher si trincera dietro te attese e te richieste dei principi δ', anche se la ragione Vera e la mancanZa d'interesse, e forse di capacita,

λβ Ρer la gnomonica si tenga presente che ii Lircher riversa qui, completato e arricchito, it con- tenuio di una sua opera giovanile, Primitiae gnomonicae catvtricae, hoc eSt horologiographiae

δ' 6Ut haec Ars nostra cum sperato fructu perlegi posset, diversis artium professoribus, pro diversa uniuscuiusque inclinatione, ita nos accomodavimus, ut neminem futurum Sperem, qui non ex hoc uberrimo Lucis sonte, emolumentum aliquod in propriam instituti sui areolam sit derivaturusn. Dalla prelagione iniciale Ad Lectorem. λ' 6Invenient hic reconditioris Geometriae Alumni quae speculentur: Logistae vastum sibi novarum calculationum Campum apertum reperient: optici, quibus applaudant intuebuntur Cosmographi, Astronomi, Geographi, circa quae occupentur habebunt. Mechanici instructissimam machinarum omnis generis ossicinam intrabunt. Secretioris Physicae, Medicinae, Magiae Candidatis, rerum quas exhibeant. mirandarum adyta patebunt. Quin et ipsi Ethici, Metaphysici, Theologi, aliarumque abstractiorum facultatum studiosi, quibus assiciantur, recondita reperientn. Dalla prelatione iniciale Ad Lectorem.

λ' Sotio aspelli diversi ne partano te siΡraefationesis dei l. ΙΙΙ, IV, V e VIII. Vi si ha di mira

soprattulto ii Clavius, che era rimasto maestro esemplare di matematica applicata iungo tut-to ii Seicento. L'espostgione e solo pratica e non teorica sine morosa mathematicarum de

monstrationum tractatio curiosos lectores quae et nonnullis in Clavio displicet) alicubi onfenderetis. I9Tli44. δ' 6Non ignoro quid principibus gratum sit, quorum et instantia haec qualiacunque prodon. Ρresagione at l. IV 333, scritio 233 247.

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per la nuda es sigione matematica di in tema di fifica. Non sembra si avesse molia considerarione di tui come matematico . Tuttaria it Κircher ha buoneragioni per privilegiare te applicarioni dei calcolo: la sua straordinaria creativitain questo ambito, e Soprattulto ii modesso che grandemia nella sua fantasia, cloel Ars Magna luiliana come sapere universale risolio in altuationi pratiche. Quantitativamente lo spagio lasciato ali'ottica e quindi scarso quello dato alia gnomonica certamen te e maggiore), o perche vi si paria cl'altro'in, o si di fenomeni luminosi ma non dat punio di vista ottico. Ρer di piu pare che sisfuggano te questioni strettamente fisiche, pur intensamente sentite e clibat- tute in quei decenni che cos'e la luce e che rapporto ha col colore: te leggi della rifragione, it senomeno - su cui lavorava proprio aliora un amico gesulta, ilGrimaldi δῖ della diffragione. Accade per no che si sorvoli sulla spiegaZione deli'arcobaleno, alludendovi di staggita con pochi cenni imbararaati, sen-Za sosse arsi sulle singole goccioline Sacqua sospese in aria e sulla doppiaristagione delia luce solare che vi si rifrange: il Κircher conosce solo la massa indistinia det vapore e i colori cangianti che la percorron,'. Quando final- mente ii tema deli'arcobaleno gli si impone, it Κircher rinvia alia Magia Ca-ioptrica det t. X, doue parta degli artifici curiosi che si possono costruire con

Stemato gia nella tradiZione greca, araba, latina medievale. Si direbbe che ilΚircher eviti gli aspelli centrali dei satio luminoso, preserisca divagare in periseria, e alia prima occasione scantonare ancora piu in la. Il tema ottico dunque non e assatio esaurito, e forse neanche bene foca-liggato. La curiosita detrauiore pare di continuo aflacciarsi altroVe, su campi

det sapere contigui o no, e si direbbe quasi su tulti. Sarebbe questo l'enciclo- pedismo kircheriano non gia un corpusis di traitati di grande respiro su discipline diverse, bensi ogni volta l'asillarsi di argomenti disparati, spesso imedesimi quale che sia it titolo dei volume, e una puniualiZZaZione tematicache appare visibile solo netrindice

δ' Come risulta da un caso preciso, non pare si avesse molia considerarione per lui come ma- tematico. La notiZia entusiasticamente comunicata per lettera da E. Torricelli at Mersenne e ad

altri, che ii Κircher in quest opera l. ΙΙΙ Ρars II, Ρrog. ΙΙΙ, cap. I, prop. Ι3lJl235) sosse riuscito a rettificare l'arco di circonferenga, risolvendo cosi it classico problema delia quadratura dei cerchio, provoco la reaZione indignata dei Mersenne e di altri per Perrore palese e Pimpetigia delΚircher. Correspondiance t. XIV 366-367 3Tl 458 bl 2 5 l .

' Ρer accertarsene basta una scorsa ali indice degli argomenti in fondo at volume Index Rerum et Verborumn. Ma, come si Vedra, e da tener presente che la gnomonica Vuol essere requivalente di una Ars Magna Umbriae.

' L. I Pars I cap. XΙ 6Experimentum Secundum. De colore apparente' 36 25.

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L'uARS MAGNA LUCIS ET UMBRAEn DI A. KIRCHER

Ma ci sono altri dati da metiere in conto. In questa ponderΟSa monogratia gli autori dei passato e gli stessi contemporanei appalono poco, e non in proporZione at loro peso. Non sono finiti qui dentro i contenuti degli Optikadi Euclide, sulla prospettiva generale: si usano invece, con la mediaZione di Witelo e Athagen, i toptria β. Aristotele e la tradiZione scolastica, pur citati spesso e Sema esplicite riserve, non vengono mai presi sui serio, anche Seil Κircher vi ricorre o vi si ispira quando non ha altro da dires'. Non intende tuitavia rinnovare in cose di ottica rinsistente polemica contro Aristotele chegli e abituale net temi astronomici: e sono fantasiose, o fondate su errori dilettura, te interpretagioni che qui gliela attribuiscon,'. Vede con chiareZZache di fronte al nuovo sapere scientifico la Scolastica e inattendibile, e che illinguaggio di prima puo essere usato solo finche non ne sta disponibile uno pili pertinente, meno improprio: anche se non si accorge che in cose di se sicagia quella terminologia e un intraicio paraliggantes'. Come altri studiosi del-l'eta sua si rivolge con dichiarata simpatia at neoplatonici antichi e rinasci mentali, piat direttamente amni che non gli aristotelici airesercipio di geometriggare la realta fisica: e li menZiona spesso, e ancora piu ne riprende it pensiero e ne implega gli scritii. Tuttavia Pincontro e piu apparente che reale, dato che per tui la matematica - in pleno contrasto con Pindiriggo dei suo secolo- non e propriamente uno strumento cli ricerca e di sistemagione leo rica, maha tuti attre fungioni: e sempre fonte di applicaZioni pratiche, talora puo attribuire decoro e prestigio a una pagina, e vale come miniera di allusioni er-

β L. X Pars II, 6Theorematican, dat Theoreman ΙΙ in pol: e la Ρars ΙΙΙ. Ma vi dilatta lasensibilita geometrica di cui sono ancora un po' testimoni i Latoptriha, certamente dellascuola di Euclide. δ' Per la laboriosa collocagione det Κircher di fronte alia tradiZione aristotelica si veda Th. LEINKAUF, Athanasius Lircher und Aristoteles. Em Belapis ur dias Fortleben aristotelischen Den-kens in fremden Κontexi, in Aristotelismus und Renainance. In memoriam Charies B. Schmitt

δ' Gli equivoci della Chevalley partono dati'enunciato inigiale dei l. Ι omnis rerum cognitio a mente primam originem, a sensibus exordium habet primum: inter sensus, et naturae sibi innata nobilitate, et virium praesentia, actionumque dignitate, Visus principem locum obtinetis. Chee letto come atto di rottura con la cultura scolastica, e non come atto di ossequio di satio e ilprincipio - qui riserito atrottica - su sui si fonda l'epistemologia aristotelica. Ne e seguita l'ideache ii Κircher intenda promuovere, contro it sapere antico, la fisica di Kepler e dei Lincei nei cui confronti, tuti'al contrario, egit e fermamente deciso di restare alia larga, polche i suoi interessi at di la dei risultati puramente sperimentali - sono diversi, e poiche la nuova fisica soprattulto in Kepler si lega troppo scopertamente con l'astronomia copemicana. Ecco perche I Ars Magna

tra i gesulti per sihelioscopiumis, introdotio datio Scheiner, anZiche sitelewoptumis, pare accenniit Cesi sche in cuor suo gradiva piu helioscopiumn) informando Galileo su una disputa pubblicanel Collegio Romano e rilevando siti compiacimento presosi a dare altro nome at telescopion

' quanto fa, ad esempio, di fronte alia domanda circa te cause - materiale, sormale, essiciente, finale - dei Lumen nel mondo sublunare. Non sospetia che la categoria della causalita rimane estema at discorso scientifico: e anche se ii quesito lo imbararaa, e convinio che si debba pur impostario e in qualche modo risolverto l. I Pars I cap. X).

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