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quinque ditionum apostolicarum in Galilas Angera, Avignon, Bor aux, Paris, Lyon 'in
1. De cap. I: De mysterio Ecclesiae. a) Quoad munus pastorale Concilii, notandum est Ecclesiam hodie a multis non intelligi, immo obstaculum praebere pro fide. Ratio est ignorantia quoad eius mysterium et quoad eius universalitatem. Unde Ecclesiam praesentare oportet in tota sua amplitudine s Avignon). Ideoque Imprimis Eph. 1, 4-10, ubi exponitur consilium aeternum Dei ita ut Ecclesia appareat ut recapitulatio per Christum et in Christo universorum hominum et totius creationis Bordeaux, Lyon, Avignon); Praeparationem commemorare Ecclesiae in populo Veteris Testamenti
Christum ostendere perficientem consilium Patris, caput factum Ecclesiae, et in lucem proferre missionem Spiritus Sancti s Lyon): Ad Ecclesiam caelestem referre totum consilium divinum, sine qua non
potest intelligi BordeauX, AVignon). b) Quoad membra Ecclesiae vi cupimus eo capite significari non solUm modo iuridico, sed quoque mystico quid sit incorporatio Christi et Ecclesiae. In
specie qui voto ad Ecclesiam ordinantur, pertinentne ad eam ontologice annon ΘVidetur quod non, secundum litteram teXtus propositi, quae membra definit tantum eX elementis extrinsecis. Sed si sUpponatur hominem in statu gratiae eXtra Ecclesiam, Secundum theoriam hanc salvaretur sine Ecclesia, quod patet esse falsum. Unde necessarium doctrinam profundius enucleare Lyon, Avignon 3. 2. De cap. II: De institutione hierarchica. a) Unanimes episcopi peroptant ut in schemate recognito magis lUceat co legialitas episcopatus et generalis de episcopatu doctrina, in unum colligendo notas per capita dispersas et illas referendo ad sacramentalem cUiuSqUe episcopi, Vel residentialis, vel titularis, ordinationem Paris, Bordeau X, Mignon, Lyon, Angers). b) Principia proponantur doctrinalia quibus eXistentia et activitas coetuum definiti territorii episcopos adunantium ad collegialitatem epiScopatus referantUr Paris, Avignon, BordeaUX). c) Cupimus in constitutione de Ecclesia presbyteratui maiorem esse locum et partem Bordeaux, Paris, Avignon, AngerS, Lyoni.
II. AnimadverSiones particularES. 1. Ne dicatur de Spiritu Sancto quod est si anima Ecclesiae n. Modus siquidem loquendi scholasticus, minime vero theologicus sAVignoni. 2. Imprudens nobis videtur assirmare quod si nemo episcoporum ad collegium episcoporum pertinere, nisi dedita opera vel consensu tacito a successore Petri, capite collegii, in idem assiamptUS eSt D. y In his quinque vi regionibus η includuntur plus quam 60 episcopi.
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APPENDIX - ANIMADVERSIONES SCRIPΤAE DE ECCLESIA
Poiche per comune consenso it tema della Chiesa Lumen gentium e ii tema fondamentale dei Concilio Ecumenico Vaticano II, per la positiva volonta dei Santo Padre, per te attese dei fedeli e dei cristiani acattolici, per te necessita
attuali det mondo intero, per questo appare necessario che la costitutione dogmatica de Ecclesia - che e destinata a manifestare la coscienZa che la Chiesa Cat-tolica ha di se stessa e delia propria missione net mondo acquisti uno suilappoed una forma plenamente adeguati per illustrare a tuiti questa sua dottrina. Si suggeriscono pertanto alcunt criteri ed alcune indicagioni concrete, chesembra necessario la Commissione vi De Fide et moribus h abbia a tener presentinetia risusione delio schema, per raggiungere lo scopo detio.
1. LO schema non potra contenere sottanto alcuni capitoli staccati relativi avari aspelli delia realia della Chiesa; ma, pur senga assumere la forma di Un traitato, doVra presentare una dottrina organica e ben coordinata circa tuiti gli aspeltisondamentali che riguardano la natura, la vita e la missione della Chiesa, sotto- lineando e svituppando maggiormente quelli che appalono piu richiesti dat mo
2. Nel modo di ordinare e di presentare la materia, senga minimamente Venirmeno alla esattegra dotirinale, doura preoccunarsi di presentare un testo Che staintellietibile acli uomini di oeci. cosi come fece Nostro Signore che. nes proclamare te verita eterne, ba studiato di proporte in modo che divenissero comprensibili ner i suoi uditori. I. Per raggiungere gli scopi cosi delineati appare necessario completare loschema proposto con l'aggiunta di alcuni argomenti essen giali e di mutarne unpoco l'ordine. In Particolare sembrano necessari te sequenti aggiunte e sviluppi dotirinali: a) Un paraetrafo inietiale che esprima Ia sede della Chiesa nella divinita di Gesu Cristo. suo Fondatore e suo Capo. e nella di Lui universale ed unica missione di salvegga per gli uomini di tuiti i temni. In sequito Sembra opoortuno collocare la Chiesa net dise no divino di sal-VeZZa Universale. sia per alimentare negli uomini la certegra delpamore salvifico di Dio. che ver illustrare la Chiesa come mexeto scelio da Dio per attuare QVesta salve ga net tempo che va dat ΡΑscensione alia Parusia. Troveranno cosi it loro fondamento connaturale i capitoli successivi circa la missione salvifica, i 'autoritae la necessita della Chiesa. b) La presentagione delia natura della Chiesa - che opportUnamente prendera lo spunto dat principali insegnamenti e dalle principali immagini bibliche sul-l 'argomento - doVra soprattulto avere per scopo di illustrare la natura divino-umana della Chiesa ed i suoi mollentici rapporti di dipendenga da Gesu Cristo suo Capo invisibile perennemente vivo ed operante in cieto, cosi che la Chiesa appala come t 'organo diretio invisibilmente da Gesu Cristo ed animato dat Suo Spirito per la salvegga dei mondo. Le Encicliche Satis cognitum di Leone XIII e
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M stici corporis di Pio XII ostrono tutio ii necessario per una esatta ed essicaceespostgione di questa dottrina. c) Un paragrafo particolare doura essere dedicato ad illustrare la triplicemissione della Chiesa: di magistero, di fantificarione sacramentale, di disciplina
pastorale, presentandole come la Continuagione storica e la manifestagione visibile delia perenne agione salvifica di Gesu Cristo, Maestro, Sommo Sacerdote e Buon Pastore, e come it principio perennemente secondo delia vita soprannaturale della ChieSR. d) Sembra opportuno che Venga chiaramente assermata in Un paragrafo apposito la unicita della Chiesa e la sua riconoscibilita attraverso te note di cui Gesu Cristo l'ha dotata, e che la Chiesa si e sempre riconosci Uta n et vi Credo n. Non sembra inutile infatii che la Chiesa, mentre invita tuiti a se con animo materno, dichiari pure umit mente ma fermamente la propria certeZZa d'esserela vera Chiesa di Gesu Cristo, e colleghi questa certegeta anche con la relagione
indissolubile con it si fondamento h della Chiesa stabilito da Gesu stesso Mi.
e) SOmmamente opportuno sembra pure Un paragraso che illustri te diverse fasi della Chiesa, Corpo Mistico det Signore: qui in terra, nella purificagione Ultra- terrena e nessa pace beatifica, e delinei con chiarraga il rapporto fra it momento terreno ed ii momento escatologico delia vita della Chiesa.
II. Alcune Osservaetioni particolari. 1. Viene desiderata una maggiore chiaregga e completegga nella esposiZione delia dottrina relativa alia apparienenga alta Chiesa ed alia sua necessita per la
La Chiesa, Corpo mistico det Signore, durante la sua fase terrena e contemporaneamente comunita di vita soprannaturale fondata sulla unione con il Padre edii Figlio per opera delio Spirito Santo cf. 1 Io. 1, 33, e comunita visibile e gerarchica fondata da Gesu Cristo per la salvegga dei mondo: il primo aspello durerain eterno, it secondo e proprio delia fase terrena. In ognuno di questi aspelliesistono diversi principii di unione e diversi gradi di unione con Gesu Cristo, Capo della Chiesa, e conseguentemente diversi modi e diversi gradi di unione con la Chiesa, Corpo di Cristo e comunita visibile di salvegga: l'Enciclica M'stici
corporis nella sua seconda parte contiene tuiti gli elementi di questa dottrina. Si doura pertanto assermare it principio tradigionale che la apparienenga perseita alta Chiesa come comunita visibile di salvegga richiede te condigioni fissate dati Enciclica ψstici corporis e che sottanto coloro che te realiZZano sono da considerare giuridicamente e di pleno diritto vi membri della Chiesa h. Ma attret- tanto fermamente bisogna assermare che ognuno e reiulmente unito con la Chiesa come comUnita di Vita soprannaturale secondo la misura della propria unione con Cristo, Capo e sorgente delia vita soprannaturale della Chiesa, e che Desta unione e quella decisiva in ordine alia vita soprannaturale attuale ed alia salveraa
2. Circa la costiiugione e la missione della Chiesa - tenendo presente ii duplice aspello di comunita soprannaturale fondata sui Sacramenti e sui doni di gragia, e di comunita visibile fondata sulla missione apostolica - Sara opportUno asser- mare che tuiti i membri della Chiesa possono e devono concorrere alia SVa vita ed alia sua missione, secondo i doni soprannaturali ricevuti; ma con fungioni ed
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autorita diverse, secondo it diverso modo di partecipagione alia missione apostolica. Cosi si prepara opportunamente la successiva illustragione dei compiti propridei diversi vi ordini is della Chiesa: Gerarchia, religiosi, laici. Sembra pero opportuno che nella costiiugione dogmatica questi due ultimi argomenti, cloe i compiti dei religiosi e dei laici, vengano esposti piu sinteticamente, netia loro funZione essengiale e permanente per la vita e la missione della Chiesa, rimandando alle rispellive costiiugioni pastorali e disciplinari uno sui luppo piu amplo ed approfondito delle forme di attuagione dei loro compiti
propri. 3. Uno sviluppo particolare doura avere la dottrina deli'episcopato, sia perta sua importanga dotirinale ed ecumenica, sia come fondamento di tuite te disposigioni organietzative. Per questo essa doura tendere quanto possibile alia completegga ed alia chiaregeta, affrontando anche i problemi piu dissicili per raggiungere ed eSporre piu esattamente e complutamente ii pensiero ed ii volere di Cristo
Semendo it melodo tenuio dalla costituetione Pastor Aeternus, ta espostgione Jovrebbe inigiare da quanto sappiamo che Gesu ha voluto e gli Apostoli hanno satio: la istiiugione dei collegio apostolico come fondamento della Chiesa; e lasua continuagione net corpo episcopale. Pur senga entrare in questioni controverseo non sussicientemente mature, douranno pero essere suffcientemente esposti echigriti i sequenti punii a) il valore sacramentale e gli essetii propri della consacragione episcopale, quali risultano dalla tradigione liturgica e patristica; b) i compiti ed i poteri dei vescovi in quanto membri dei corpo episcopale,
dinario delle loro fungioni; c) te relagioni tra te fungioni dei corpo episcopale ed i poteri personali det Sommo Pontefice; d) te fungioni ed i poteri dei singoli vescovi rispello at loro fedeli.
In queSto capitolo potra Venir assunta, mi gliorandola, una parte delia dot- trina esposta nel capitolo vi De Ecclesiae magisterio is n. 30) e net capitolo si De necessitate Ecclesiae annuntiandi Evangelium n n. 473. 4. Sembra opportuno che Venga mantenulo it capitolo si De Ecclesiae magisteri O , ma SVii Uppandolo un po' diversamente come un capitolo 4 De fide et magisterio Ecclesiae, , per illustrare la vita di fede della Chiesa come risultantedalia collaboragione tra la gragia data a tuiti i fedeli e la fungione direttiva enormativa dei magistero autentico e dei suoi organi secondari ed ausiliari. Accanto a questa parte, che dourebbe essere la principale, e opportuno chevengano mantenute te dichiaragioni dotirinali riguardanti l 'oggetto dei magistero autentico, te sue manifestagioni principali con it rispeltivo valore. I. Osservagioni simili sembra di dover suggerire anche per ii capitolo si De auctoritate et obedientia in Ecclesian . Lo scopo principale di questo capitolo Murebbe essere di illustrare comel'eserctgio deli autorita e l' bedienga cristiana sono vn 'altra forma essenZiale delia vita e delia missione salvifica della Chiesa, riproducendo nei membri dei Corpo mistico l'autorita salvifica e l 'obbedieneta redentrice dei Capo. Contempora'neamente e Opportuno delineare, come cerca di fare ii testo, che l'esemigio di
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sono pero perfeltamente rispetiosi della personalita umana e cristiana dei sudditi. 6. Ci si deve pur domandare se non sta opportuna, alio scopo di completare laespostgione della Mitrina riguardante la vita della Chiesa, l'aggiunta di un capitoloriguardante la sungione propria dei Sacramenti, e particolarmente di clascuno diessi, nella edificagione della Chiesa e nella sua agione diretia alla salve ga e allasantificagione delpumanita. Una tale dottrina infatii polrebbe avere una notevole importanga per richiamare costantemente alia mente Pindole soprannaturale del-l'agione salvifica della Chiesa, e per illustrare esattamente i rapporti tra i mezzisoprannaturali e te inigiative Umane netrapostolato. III. La Chiesa e si mondo modἱrno. Il capitolo IX 4 De relationibus inter Ecclesiam et Statum n e in brano Separato di Un problema piu vasto, che polrebbe avere per litoto vi De actione salvifica Ecclesiae in mundo hodierno is, e dourebbe comprendere vari aspelli: l'agione salvifica rispello at cristiani separati vi De Oecumenismo catholico h), l'agione missionaria svi De iure Ecclesiae evangelium annuntiandi omnibus gentibus n); l'agione salvifica rispello a tuite te realia ed i valori naturali si singoli popoli, la comunitaumana, la societa civile, la scienga e la cultura, it progresso tecnico ed economico, lyarte). Lo scopo dourebbe essere di mostrare che la dottrina cattolica e l'agione della Chiesa non solianto non distruggono nessuno di questi beni naturali delpuomo, ma inserendoli neli'ordine soprannaturale li purificano e li arricchiscono, per Unbene piu grande anche terreno sia despumanita intera che dei singoli popoli edindividui. Per questo motivo sembra che anche ii problema dei rapporti tra laCHesa e la societa civile non debba essere isolato flagii altri e visio solio Unprofilo prevalentemente giuridico, ma debba venire eSposto in una visione piu pro- fondamente leologica; come Un caso particolare des problema generale dei rapportitra te realia naturali e I'ordine soprannaturale, che ha nella Chiesa la sua compluta manifestagione ed attUazione terrena.
Nella espostgione di questi aspelli della dottrina della Chiesa, che piu di-rettamente si dirigono anche al mondo non cattolico, douranno essere dominantila preoccupagione ed ii linguaggio vi missionario D: per far comprendere ed acceltare la dottrina cattolica a non cattolici o non credenti sara necessario partire quanto
possibile da principii accessibili pure ad essi, cloe da principii di diritto naturale, ed eventuat mente dalla Mitrina biblica per i fratelli separati.
Presentando Umilmente questi nostri suggerimenti alia commissione vi De fide et moribus is fiamo persuasi della dissicolla dei compito ad essa assidato dalla fiducia des Santo Padre e det Concilio intero: per questo ci sta permesso eSprimere Unultimo desiderio. Per la importanga e la dissicolla delia materia, per la necessita di tener Conto, specialmente nella traitagione deli' ultimo punio, di diverse mentalita e di diverse situmioni, ci sembra opportuno sper non dire necessario), che lo schema de Ecclesia venga Helaborato congiuntamente dalla commissione vi De fide et moribus ne dat Padri det segretariato per punione dei cristiani; in particolare e necessarioche vi abbiano a collaborare alcuni Padri che rappresentino te chiese orientali
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Unite, mentre non ve n'e nessuno nella commissione si De fide et moribus is . Inolire sembra necessario che la commissione non risparmi nessuno s orgo per consultare
e per servirsi degli uomini piu preparati alla traitagione di un cosi fondamentaleargomento. Soltanto cosi si potra sperare lo schema raggiunga quella maturitache lo renda accello senZa grosse dissicolla alia maggioranga dei Padri conciliari, epossa restare net secoli come ii dono piu pregioso det Concilio Ecumenico Vaticano II alta Chiesa.
36 CONFERENTIA EPISCOPORUM NEERLANDIAE
Conferentia Episcoporum Neerlandi simul referens ad generaliora de schemate de Ecclesia ab ea in genere iam prolata in congregationibus generalibus) his
litteris satisfacere velit voto vestrae Eminentiae ut ante finem mensis februarii animadversiones particulares, de capite in caput huius schematis, ad secretariatum
Quoad singula capita Conserentia Neerlandica sequentia notare velit. Relate ad cap. I: De Ecclesiae militantis natura.
l. Titulus huius capitis si Ecclesia militans is sutpote saepius male interpretatus) mutetur in si Ecclesia peregrinans D. Ratio est: ultima haec VOX est magiS biblica et oecumenica, insuper discretior et humilis. 2. In definiendo Ecclesiam ut vi corpus Christi , cap. I unice insistit in usu
metaphorico Vocis si corpus D. EXpedit Vero, ut eX Una parte nomen si corpUS Christi is sumatur sensu biblico, secundum quem Ecclesia, modo tamen si mystico seu Sacramentali is quodammodo sit ipsum corpus gloriosum Christi, ex quo derivatur demum SenSUS Sec tam qUem Ecclesia Sit etiam quidam organismUSVitalis eX variis membris coadunatis. EX altera vero parte aspectus EccleSiae qUasi corporis Christi subordinetur aspectui Universaliori Ecclesiae qua si popUli Dei h; eo enim positio Ecclesiae in historia salutis clariore in luce videtur, insuperque vitatur possibilitas alicuius si monophysitismi ecclesialis is, qui rationem reddere nequit manifestationis empiricae Ecclesiae. I. Licet Spiritus Sanctus ipsum populum Dei, corpus Christi quod est Ecclesia, vivificet et coadunet, terminologia inter theologos adhuc discussa - nempe vi Spiritus Sanctus est anima Ecclesiae pag. 11, linn. 1I-1Iὶ - potius relin quatUr. Imago enim si unionis corporis et animae v relate ad Ecclesiam potius confusiones gignit. q. Effatum vi Ecclesia catholica Romana) est ipsum mysticum Christi corpus pag. 12, n. T) non sine maiori quadam perpolitione affirmari potest, praesertim si character eschatologicus Ecclesiae fere prorsus in hoc contextu Siletur, et, quod gravius est, si siletur relatio inter Ecclesiam et regnum Dei. Manifestatio enim terrestris Ecclesiae Viatoris seu peregrinantis non plene et sub omni respectu potest identificari cum Corpore mystico, quippe quod sit realitas eschatologica . II. Quoad quaedam magis particularia. 1. Pag. 9, lin. 19. Tripartitio muneris Christi est inventum protestanticum ex saeculo XIX. Melius esset ut haec distinctio reducatur ad duplicem distincti nem, prophetae nempe et Sacerdotis, quae catholice magis est traditionalis et melius convenit distinctioni classicae inter potestatem iurisdictionis et potestatem Ordinis.
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2. Pag. 9, lin. 23. Vitatur eXpressio secundum quam episcopus dicitur vi reX n. Cum traditione biblica Ecclesiae melius dicatur pastor. I. Pag. 11, linn. 24 s. Pauca dicta de peccato in Ecclesia quaestionem hanc non satis adaequale solvunt. Ex dictis Patrum multa afferri possent quae modo humiliori de Ecclesia peccatrice loquuntur. Haec quaestio sub respectu oecumenico est maXimi momenti. Aspectus experimentalis ipsius verae sanctaeque Ecclesiae siletur in hoc capite. Relate ad cap. II: De membris Ecclesiae militantis eiusdemque necessitate ad Sa-
1. Quaestio de necessitate Ecclesiae et quaestio de membris Ecclesiae non sunt in eodem capite tractandae. Quaestio de membris Ecclesiae potius referenda est ad capita sequentia, ubi agitur de membris Ecclesiae: i. e. de clericis Papa, collegium episcopale, presbyteri, et diaconii et ex altera parte de laicis; quo facto insuper melius relatio inter clerum et laicos enucleari potest.2. Quae dicta sunt de necessitate Ecclesiae ad salutem secundum schematis tenorem generalem libenter accipimUs. Ex altera parte, pag. 1 I, sub n. 8, schema loquitur nimis de voto subiectivo, dum siletur realis et obiectiva seu vi historica is, licet imperfecta, ordinatio ad Ecclesiam omnium hominum vi vi redemptionis obiectivae n. Proinde diversa relatio hominum ad unam Ecclesiam non adaequale indicatur in schemate. 3. Ex animadversione praecedenti sequitur necessitatem Ecclesiae et necessitatem baptismi non sub omnibus respectibus identificari posse s n. 8, linn. I-9). q. Non placet solutio sub n. 9 data quaestioni: vi quinam membra Ecclesiae dici possint v, cum quaestio satis abstracte consideretur et ratio membri consideretur Ut si stans in indivisibili v. Potest quis enim membrum esse Ecclesiae proprio et Vero SenSU, Sed imperfecte, scit. Secundum maiorem vel minorem sed intrinsecam apprOXimationem ad integram veramque Ecclesiam Christi. Esse membrum EccleSiae si sensU Vero et proprio is non est identificandum cum eo quod dicitur si senSu pleno et perfecto v. Proinde: pag. 1 I, linn. 18 et 20-21 loco si vero et proprio sensu is ad minus dicatur si pleno et perfecto SenSU D. I. Mirum est quod schema, loquens de necessitate Ecclesiae, loquatur de ea tantum sub respectu salutis individualis, sileat vero de Ecclesia ut si sacramentum mundi D. Relate ad cap. III: De epiS patu. l. Cap. III non debet tractari seorsim a cap. IV et cap. VII, in quibus agitur de hierarchia sub vario reSpectu.2. Posset disputari an cap. III exordium debet sumere ab ordinatione sacramentali. Theologice maXime eXpediat, ut exordium sumat a consideratione naturae ipsius muneris sacerdotii in Ecclesia. Proinde statim sermo fieri deberet de collegio episcoporum, successore collegii apostolorum. Prius tractandum esset de ipso collegio apostolorum a Christo instituto et de huius successione in collegio episcoporum. Postea tantUm schema loquatur de charactere sacramentali collationis muneris episcopalis seu de ordinatione. Demum tractandum esset de Variis muneribus huius ministerii episcopalis de quo nunc loquuntur cap. IV et cap. VII. I. Sub n. 12 siletur et ipse character collegialis presbyterorum ut si collegium
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cooperatorum is ordinis episcoporum. Munus presbyterale in hoc numero nimis
4 individualiter is definitur. Relate ad cap. IV: De epiScopis residentialibus. I. Quoad generaliora.
1. Cf. dicta sub n. 2 animadversionum in caput praecedens. 2. Non placet centralis affirmatio huius capitis, secundum quam episcopi Videntur praeprimis Ut singuli vocari ad munus episcopale. Ratio primaria vocationis episcopalis potius in hoc est, quod episcopus natura sua est membrum Collegii episcopalis. Singulus episcopUS non habet suam potestatem propriam nisi Ut membrum collegii episcopalis regentis Una cum Papa totam Ecclesiam, et nonnisi Secundarie est Ordinarius loci. Proinde priori loco, non ultimo n. 16) sermo fieri deberet de collegio episcoporum, quod Una cum Papa pollet sUprema auctoritate in Ecclesia, etiam eXtra concili Um oecUmenicum. Iam age, non negantur dicta in pag. 24, linn. 4-J, quippe cum in hoc conteXtu non agatur de collegio qua tali, sed de simplici coadunatione singUlorum vel plurimorum episcoporum ut contradistinctorum a Romano Pontifice. Aliter tamen est quaestio, si agatur de toto collegio episcoporum qUa Unito cum suo capite, SUmmo Pontifice. De hoc respectu cap. IV prorsus silet, quo silentio fiunt inadmissibilia ea quae in schemate sunt dicta, pag. 24, linn. 28- 2 collata praesertim animadversione in annotatione 17 pag. 313. Ratio huius est sequens: si enim regimen Ecclesiae est iuris divini collegiale cum et sub capite Summi Pontificis, immerito diceretur collegium hoc munere fungi posse tantum cum permissione antecedenti Summi Pontificis. Hoc esset negatio ipsius iuris divini. Utique cum Summus Pontifex sit caput istius collegii, ipsius est concretum modum exercitii huius collegii statuere, illudque exercitium dirigere; sed nefas esset dicere hoc officium collegiale egerceri non posse nisi ex antecedenti permissu Summi Pontificis. Proinde etiam extra concilium Oecumenicum hoc collegium munere suo collegiali fungi debet squod ceterum ipsum schema concedit in cap. VII loquenti de magisterio ordinario Ecclesiae, quod in cap. IV schematis merito vocatur eXercitium potestatis iurisdictionis in. Cap. IV proinde funditus est recognoscendum, Cum sit regressus per reSpectum ad ipsum Concilium Vaticanum I. Hoc caput non placet. II. Quoad particularia quaedam. Pag. 23, linn. 1-T, aliqua habentur obscura intellectu. Non enim videtur, quomodo ipsa ordinatione iurisdictio dari possit, si insimul exercitium huius iurisdictionis evaderetur invalidum sine nova missione ecclesiastica. Dicendum videtur vel ipsa ordinatione qua tali non dari iurisdictionem, vel, si detur dato non concesso), tunc eo ipso etiam dari legitimum exercitium. Relate ad cap. V: De statibus acquirendis evangelicae perfectioniS. 1. Sermo de statibus perfectionis evangelicae sane in schemate de Ecclesia deesse nequit. Sed meliorem locum obtinebit in capite seu sectione tractante de charactere eschatologico Ecclesiae. 2. Insuper maiorem attentionem schema videtur tribuere concretae organi
sationi evangelicae perfectionis in societatibus religiosis quam ipsi characteri r HesioIctgico perfectionis evangelicae, ex quo sequitur quod sub nn. 1J-19 potius siletur vita perfectionis evangelicae extra quamcumque societatem particularem.
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I ali modo procedendi ex una parte character charismaticus vitae evangelicae perfectionis aliquomodo obscuratur et ex altera parte significatio characteris institutionalis huius vitae in aliqua societate minus clare in lucem proditur.
Relate ad cap. VI: De Dicis.1. Supra iam digimus hoc caput potius esse in unum redigendum cUm eXpositione de clericis seu subiectis muneris ecclesialis, sub titulo si de membris Ecclesiae D.
2. Nomen si latcUS is nimis sumitur sensu quodam empirico nec theologico, i. e. consideratur laicus in contradistinctione cum clericis et membris alicuius Status perfectionis evangelicae. Talis ambiguitas oportet vitetur n. 22). I. Licet hoc caput perpulchra habeat, nimis tamen considerat apostolatum laicorum sub respectu horum cooperationis directae cum apostolatu hierarchiae, et minus sub respectu populi Dei habentis munera specifica. 4. In eXpositione de s. d. vi Actione Catholica o schema, sepositis perpolitionibus iam a Pio Papa XII factis, regressum facit ad terminologiam Pii Papae XI. Melius relate ad Actionem Catholicam sermo fieret de si cooperatione sab hierarchia organigata) cum apostolatu hierarchiae is quam de quadam participatione. I. Pag. 37, linn. 9-10, loco vi proprii quoque nominis sacerdotes dicatur
si ministeriales sacerdotes n. Ratio: sacerdotium fidelium non est simpleX meta phora, sed sacerdotium verum, licet non ministeriale. Relate ad cap. VII: De Ecclesiae magisterio. 1. Thema huius capitis, sicut iam diximus, potius tractetur Una cum ceteris muneribus collegii episcoporum sub capite Summi Pontificis. 2. Pag. 47, calce n. 28, videtur dicere solum magisterium esse subiectum traditionis, cum tamen subiectum traditionis non identificetur cum magisterio, quod suo modo tradit insuperque solum est iudeX traditionis. Deest in hoc capite opositio clarior muneris activi totius populi fidelis in fide custodienda et tradenda sub iudice magisterii ecclesiastici. Non sussiciunt proinde dicta in pag. I2, linn. T-23 et pag. 62, linn. 4-14. 3. Dictum in pagg. 4T-48, n. 30 regimini iuris divini collegiali Ecclesiae non satis rationem reddit. Loquitur schema prius de magisterio sfallibili) singuli episcopi in eiusdem dioecesi, quam loquatur de magisterio episcopi qua membri collegit. Quod est consideratio praepoStera. q. Quando agitur de magisterio fallibili spagg. 48-49 et pam. 49-I0), schema
delicatam hanc quaestionem nimis rigorose tractat, neglegens distinctionem inter doctrinalia et disciplinaria. I. Quod in pag. I 1 sub n. 32 de valore si consensus communis theologorum is dicitur sane verum est, sed neglegit haec consideratio factum quod datur etiam vi traditio humana D in theologia, ita ut quae olim communi et constanti traditionea theologis sint proposita, postea prorsus derelinqUantur. 6. Pag. I0, linn. 19-26, agitur de auctoritate doctrinali theologorum, sed siletur eam esse aUctoritatem humanam.
Quaedam adhuc particularia sunt animadvertenda: 1. Pag. 46, linn. 2T-28, textus ex Lc. 10, 16 secundum exegetas ad omnes Christi discipulos videtur esse directus. Oecumenice non praestat uti talibus teXtibus sensu arctiori.
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2. Pag. 4T, linn. 26-29: potius dicendum est quod iudicium Ecclesiae, inquantum est positivum, de revelationibus privatis et aliis similibus non dare
nisi certitudinem prudentialem hUmanam, nec postulat assensum internum, Sicut traditio constans docet.
3. Pag. 49, lin. 1I: inserendum est: vi ut singuli is sin allibilitatis praerogativa non pollent).4. Pag. 49, linn. 31-3T omnino vera sunt. Sed perpolitiori modo sunt tractanda, cum plurima videantur doceri a magisterio ordinario disperso in mundo, dum tamen postea patere potest ea non esse infallibilia. Datur enim etiam traditio mere
humana, constans pertarantibus forSan SaecUlis, quae postea - mutante si Visione mundi et hominis v - patent esse tantum inVolucrum seu modus cum quo VeritateSexprimuntur.
I. Pagg. I 0-I1 n. 32): desideratur in hac expositione commendatio Ecclesiae positiva laboris scientifici theologici, cui theologi operam navant ut bonum nuntium Christi reapse respondeat necessitatibus hodiernae vitae fidelium. In hoc
munere sat periculoso theologis opus est non tantum admonitione et castigatione, sed et adhortatione et stimulo auctoritatis ecclesiasticae. Relate ad cap. VIII: De auctoritate et oboedientia in Ecclesia. l. Non bene videtur, cur caput separatUm a praecedenti proponatur de obedientia, quae enim correlatio dictorum est in capite praecedenti. 2. De auctoritate hoc schema durius loquitur, acsi omnia membra Ecclesiae fundamentaliter non uniantur vinculo fraternae caritatis in Christo.
3. Pag. 60, linn. 11-24 problemata practica, quae haberi possunt et interdum habentur, in hoc textu nimis simplificantur. Verum est fidelem non habere iudicium ultimum, sed ut ita dicam habet iudicium penultimum, cum in talibus contextibus fidelis non dispensetur a proprio iudicio ultimo practico de honestate
concrete morali actionis quae iubetur. q. Quae dicta sunt in pag. 60, linn. 40-41, de consultatione subditi sunt minimalistica. Agitur enim non tantum de opportunitate quadam, sed interdum de necessitate Christiana, V. g. si secUs praepositus rectum iudicium de re efformare
I. Dicta in pag. 61, Enn. 34-39, de si publica denuntiatione malorum in
Ecclesia is deberent valere tam de subditis erga praesuppositos, qUam de praeSUppinsitis erga subditos. De hoc ultimo schema silet. Relate ad cap. IX: De relationibus inter Ecclesiam et Statum. Hoc caput minime placet. 1. Agit de quodam abstracto ideati rerum statu cum Ecclesiae tUm statUS. De libertate religiosa et civili prorsus siletur, dum haec quaestio in hodiernis rerum adiunctis est dissicultas palmaris. 2. Problema coarctatur ad relationem inter Ecclesiam et statum, dum latius patet, et tractandum etiam esset de relatione inter Ecclesiam et civitatem terrenam, Dae non identificatur cum potestate civili. I. In asserendis teXtibus e documentis magisterii anteacti temporis schema sese habet acsi illa documenta ossicialia in omnibus essentiam rerum descripsiSSent, dum obliviscitur quod in istis documentis Ecclesia non semel tantum practicam suam habitudinem erga concretas condiciones seu vi siluationes is), tunc temporiS