Antiquitates Italicae medii aevi : sive Dissertationes de moribus, ritibus, religione, regimine, magistratibus, legibus, studiis literarum, artibus, lingua, militia, nummis, principibus, libertate, servitute, foederibus, aliisque faciem & mores itali

발행: 1773년

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A una Citta che Mantova se dire. Di quella ita uno Sordei chlamato,

Ch 'e in Scudiero di prande valire.

Non li crova tuo pari in armeggiare. In ogniciosa e troppo avant agglato. Per mi parte is debba alia are. Lettera di credenda, ct 'io faroe, tui uellis i d bbi prefantare. Preseurata, tu Maeli dira poe, Che ramo ut grandemente edire , Ch eli placeia venire δευ'io Boe, visitarini. Prolis tu gran piacire s

Da me aura ciὸ che tui mi supra dire. Se lui si vorra con et fermare, Dartali grande e bella provisione. rosa libero di sare e 'andare. Se ture di partis a Dra agione , Faroeli donici ben resentare , Che odorsi di me aura Mione. Galvano a Re si se res a partare: Cars mio ignor', o fon appressato,

Da compimento a Doliro comaudare.

Fornit che fu, si res comi ato. Cori bella compagnia amminava Tanto lis si se a Manto arri UMO . Ad un' Albergo Galvano ali 2giava. Era tardo, quando lui si arrivo .E 'altro glomo a a Pia12a 'andaUa. L Ostiero suo con seco me noe,

Perche Sorde gli oves se ostrare. Ebbel edulo, e si gliel momoe . Sordello in quella ora se ne stare, Con omini notabili par lava. Galvano apore si a tui si volt fare. Corte semente si Io salutava, Per parte de to Recio suo ignore,

Con riverenet si se la legia. Di credeneta conobbe suo tenore. Galvano partava e si dici ;

Lo Cavaliere, ch'era ben a puto, Disse Ambraciata a voici derata fare Per parte de to Re, Pe mio ignore. Farolla deisso, e pure a Moi pare. Sordello con animo di valore: qui e altro De fa V vostro iacire, Far P ambasiata de volῆ, o sienore. Galvano I'ambastiata viene a dire, discretamente uella facia. Sordello de diris' ebbe gran piacire.

Et malvano allor si respondia, i ingratiando a re a Maestate

Di tanta raria, che et to gli a via. E. sem pre si ri putava obbligato Di uello Re ei se suo iervit re, Che sol de gnato averto di mandato.

Volle che a Casa ' ur 'alloggiasse. De est liciar grandis limo onore. L'altro di opo cena alle or bas IeCalvano a Sordello si dicia, Cho di argit rispoitia o pactiasse.

Sordello a Cavali ero responsa. L ri posea ora a o non osso dare la agio per me de ita vi si . A re torni battallia debbo dare Ces, Caυaliere di Puella enuto. Non o come a cora deni andare. Placem forte, per nita et edulo Uiesia battallia, che obbiam fare. Lo tu valente ara conosciuro. Si io eampo, io vi talio υUifare, Che 'l Re di Francia, P ho per mi Siguore, In breυ temo Derr a stare. V io moro vo porrete ire allore, Ch m aDete edulo far battaglia. Sor siu at da ouel io ignore. Galvano Caualter di grande vagita, Quando ebbe u sto fati tui olduto, F contento di stare alia attaglia. Venne hecio termine u compluto: Sordello e tonello apprestati Gran gente 'ogni parte era Venuto, Per volere edere gli appressiati due Cavalle di si gran vaglia, Come in altasta 'erano portati. L uno e 'altro ne ven ne a la attaglia.

Su buo destri eri a campo si venia Per combattere e per arsit ira vagii a. Molli notabit' uom in i semia. Eranci'un 'altro bene accompagnati, in sucio campo tuti sit ivgnia. Ambedue 'un ali altro diiungati Preser de campo a loro volire , ii destri eri e ebbero voltati. L lanci abbas an per loro ferire. destrier eo speroni si feria L uno verri' altro con uia grande ardire. colpi ambedulcior si fallia Po li est ieri, che si senestronno. L un eci altro gran stiret ne prendia. li destriori subito voltonno. Con te lane sciomaro a ferire. I 'uno ver Paltro arditamente andonno, Ben tacean a i cavalli sentire L suo speron, he molio ii seria.

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Pel gran colpo per aere V lRVa, Ma tonello lesion non ricevia. Lo suo cavallo si se in ginocchi ava, Percio gran colpo, ch 'avia rice vulO.

Di presente Lionello dis montava. Concia sua spada in an si s reduro, Verso Sordello si res ad an dare, Sordello col suo cava volTuto. Credendo tu lo terZo colpo fare, Ut de ionello, che per terra gi . Sordello subitamente montare;

lo suo studo lui si iti via.

Non volt di ut esse vant aggiato. Concia sua spada in an ver tui si ilia. Sordello con sua voce ebbe gri dato: Dissenditi suo Carbalier ardito, Cho tu non et a me H oltragalato. Lionello non parcndo frrarrito, Uer Sordello si ven ne approssi mare. Gran colpo gli die si che su sentito. Sordello un altro colpo a lui menare. Parve che uello a Cielo venesse Come faci' aer, quando a tonare. Ambedue ii colpi mena spesse, Si che Parme lor uoco si it lava.

Non mos trava, che tra loro 'amesse. Combattuto uno eZZo si turba vaLionello, e lo braccio si levare, Dare u gran colpo a Sordello pensava.

Sordello verso di tui eis an dare Senet spada A traverso lo piglioe, Alto a terra o braccia levare. E contro terra tui forte 'l gittoa De la testa con P elmo a percosta La oeca ' naso di sangue venGe. Parea tonollo ratio dacia fossa; Percio gran iusso Venne tra mortito:

Sordello veggen dolo a partito, Lyelmo di testa gli fece cavare,

Come morio pare va ster marrito.

Ma di presente 'acqua ' D sbruffare, lagii fare grandi fregagione, Si he Lionello in se si ri tornare,

O Lionello dice va Alto Barone, te mi rendo come a mi Signore, si mi Diam per u tuo rigione. In Mni parte se tuo μνυitore.

Sordello per rigione P accellava Assa notabit si chiam allore. Per questo modo Sordello partava: Ga preseneta di voi, tu ita gente, Lionello, che molt de sideraυa

Lionello aliora lui si se a partare. Io prometto di me tibhidire Cio, che Sordet mi tuo comandare. Fallacia promessa lor si partire Con grand'onore fur accompagnati; casa est Sorde tuiti se gire. Di buo vino e molio en conseitati Tutia a rigat fu con nore. Chi itava in lede e chi stava asse ita M. Sordello parib, e cominci allore: Ualentuomini di Pugii mandati Con ionello per lo uo onore, placer ostro et licentiati. L Onelloisti vi conυie lasciare. μυelle di tui a lo Re portati. Di o rima an uelit, che vi pare, Per fare a tonello compagnia, Uuanae in Francia ora andare. Uogii che lo suo an dare toses,a. Andra con quo Caυalier alente, Chara Re di Francia per sua cortesia A me a mandato u , che di presente la sua re eneta 'd bbs audare. D andarei in is hi pol la mente.

Ma primata con alene ur audare. Lio uello ora bene acco aqua o, Fbendo consul, niente pia mancare.

Quelli Puglie si Sorde ringraZiato Lasciaron quelli che loro parire. Tulli gli altri si refero comi ato. I maggiore di loro res a diret I I ionello di molio acco mandare: Ρolcia Sordello necio suo partire Pregolti l oves se raecomandare

Lor si promiser di voleri fare Partito Ogn' uomo, si rimale allore Sordet, alvan Lionello in compagni i ii quali Sordello face onore. L'altro torno che die tro si venia, Galvano a Sordello si par lava, Di ri tornar in Francia gli dicia.

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messo in ordine con a sua Pente, L altro torno die tro li cavabava. Sordello con rigata a l. a valente SFin a Marcaria gli actompagnava. Galvano detronor, ch'a' ut avia, Medello rander nente in raetima, Poscia comi ato loro si prendia. Galvano ver a Francia cavalcare Sordello suo a Mantnva redi'.

Torniam de Re di u lia a recitare. Quando dari tuo la novella oldia D Lionello corne la cola lare, Di mala voglia lui se ne stasia,

mal contento 'averto pndato. Altro non pub eis di voglia ria. Sordei partito, a Mantova tornato Ordin et te a do vers forni re Di ei che ti bis gna sta emato, Ono revole in Francia vole ire. Metteas in ordine quanto Otia. D 'aver te cos a tutio suo iacire. Diciam o Galvano che tuam a In in paese, e da orae si an laeta. Lo Re ri revolarente ' rice Via. Di uello λ' equi res a ava,S' er Sordello ' vesse menato. Galvano a ui aliora si par avar

dis egi quanto tui si alia,

te sue pre ut te recitaVs, E la attaglia ancor, che alta avia, In utre te vi tu tui l lodava, Pel mi glior' uomo che si trovasse, colat fama da gnun portava. Tom. VII.

Che eure da oi ut si debia , Questo ha promesto Aoυerto fare. I, rra toto con bella comρagnia A lo Re piatque molio a partare, grande mente se ne allegrava. Den' andata alvano si lodare

Molt attento per oversi torni re Di ut te te os che gli bis gnava. Per volere lui poscia in Francia ire. Ma in controgli, he no pote sare, Si tost , com 'era o suo volire. Echer in a Roma signoreggiare Lui Fratello Padova e Tri Vise , Ut ceneta es Verona dominare, Ed attre Terre concie sue pendite. Di Sordello a sua gran fama dia Di sue prodegre che classeu si disse. De la attaglia ancor, che fatio avia Colma Vallere di Puglia valente, De gran ait che di tui si dicia Anco di quello Cavalier saceente, Che ' Re i Francia aveva mandat. Sordello, regando grande mente, Ch maggiore serviggio 8 pi grato Sordello a lora non potria fare , di questo uol hyegli a regato. In Francia da lui doUersene andare. Eccerino pra questo pens Ua: Di ederes Sorde desiderare

I suoi Ambasciator lui si manda va; Manto a Sordello si venia, per sua pari molt lo pressa va. Che da Eccerino an dare si debla, Percli tui o bram ava di edire; Fin a Uerona argi compagni a. Sordello ara Messagger si rispondia. Ches' sara presto ave tui an dare .

l Ma una gratia lor ferrati debia. S A casa

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eas sua si ebban alloggiare,

Attramente promes Ia non arae.

Messa et geri si se lo accertare. Co sitio fami li tuiti se ne Vae, casa di Sordello 'alloggia va.

Sordet pragiosa mente si lor ava r li Messaggi fece a partare :

com Sordello loro si accettoe

In corto tempora lui si an dare- Eicerino gran festa ne faciaia Sordello, quando uote, non tardar is Ben in ordin con bella compagnia A Uerona si res a cavalcare. Ecce rino, che tosi si sentia De la venula di Sorde valente, Gli mando 'ncontro bella gentilia.. Folle ch Sordello e la sua gente A suci Palaeteto si osse alloggiato, bene servit onore u innente. Ecce dino si fu molio allograto Per a venula di Sordello allore. A suo comando che osse norat οὐ Ecderi gli mos ira va grande amore. Vedeva ch'era 'uno bello aspello,, Face agi fare molio grande Onore. Davans in sieme placer e diletto

Albrie fratet ' Ecceri scri vix. Ch a Pado vada e non acci rispetro. Convien che di presente ly si a Por alcun atto, cherali uo parsare,. di presente faecia, heci si a. Eccerino per Sordello mandare, dolcemento tui si lo regava, Che eo seca a Pado debba andare Sorde gragios amente lyaccet lava. Di re sente loro si cavat conno, Tanto ch a ad ova si se arrivava .. librico molio en ii recet tonno,

E d Sorde gran festa ne facta,Eccerino et Albrie insem partonno, Per a Terra, di Sorde si dicia o Poco stet te; orneo lacer are. Di uello ordello 'onoro avia. La fama di Sordello si se andaro In Lamagna Per tutio si partava Deci sue prodeZZe e et suo areis

U Cavalier, che in Alemagna stare De Duce 'Ustericho Castellano, Di ordollo 'udia alia partare,

D σνotti cat alto et arm dare, GVotti una bella compagnia, Che con onore far lo M andare L Cavaber Corrado nome a Uiae.

Mises in ordine per over ire Gagli ardo Cavalier tenui fia.. Quando fu ' tempo ' aversi a partire. Dacio Duce suo ignore ' an da Ua, Con sua licen Za dice, volea ire, Lo Duce a tui licentia i ava Dicea gli in e a ' esse valente.

C Orrado tunse a Pado salvamente . . Ain' Albergo sem' an id ad alloggiare.

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Sordello si ris se di presente .m questo moto fon o utent fare. D'attende promesse fer sacramente. Eccerino di questo 'allegrare, Perche gran oglia aveba di edire, Come Sordello si oveva portare. Eccerino di tuito e forni re Lo uo Sordei di cib, he his gnavali Confortandol, agitardo deggia re. Sordello, che di lente dubitava, De la attagii non avelle nore, Dicea a ccerino, che 'allegrava De la altasti che sar ovea allore , Perche 'onore si perava vire Sen Ea aliis Za, Non veste timore Venne i atomo, me si ovea ire

Di circostanti alia se ne venia, l

Percia battaglia che 'ar si debia.

I noti tu ita et te in inocchione

Beatrice orella 'Eccemno, Pregando Dio con gran divotione, Che vincere possa io suo amor in o. Innamor pta di Sorde dicta Questo no sepe grand ne picinino. Ne anco Sordello nient 1apia. Sentito non ave di quessa more,

CV in secreto a se la Donna tenta.

Graia iuni si .ria per edir' allore. Preser es campo quanto lor Olla. Le lance in tu i inscie lor tener . Arre stati 'un ver altro corria 'L donne de i Si 3nor flava a edere. Beatrice in tuo cor Dio rectava Per Sordello di grande e uo volere. Valent con e .lante 'in contra υ ,

Et u grandissimo colpo si dare, Che 'uno e 'altro forte si pie gava. Voltano ii destrae per volor a re Lorae condo colpo ben o alia; Ma a lancia di So et si speet Zare. Le spade in an cialc uno si tot a. I 'un contra altro loro se ti' and ava, E di gran colpi loro si feria.

M pur il uom Sordesso franc amente. Sordello it a Vallere si feria. Le arme et braccio a tui si se agitava, Finoa a carnecio colpo si ia.

Lo Draicio et Cavalier anguinava. Erario ratio que , che u terito. Corrado molio forte si mani ava. Fecera' animi allor forte S ardito G orde o con a pada ferire. Decio gran colpo Sordiu fu mapris I.

Ivla Sordello 'animo ima lyardi re, uri tale olco a Corratio dat a. he' fece come morio ramorti: e. La tua pata di nano an cor cadia .

La testa in sucio collo si chinare. quasi come morio si stasia.

Sordello gla ris os a uel sermone e

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Corrago gli promise sobedire Tutio uel che Sordello comandare. Da a laetet si fecer o partire. Ver o Palaetro de Signo tirare Gran quantitate di rombe sonaua;

tuiti quanti loro dii montare r. Ecce in con Sordello valente una camera loro se 'andare. Sordello di presente di sarrnato, Per o mite Corrado si fare. Stato tre giorni Corrado potato Licentia. Sordello dimandava, D'andar' a casa lasso licentiam ἀSordello con Ecce in partava D aceordo Corrado si licentiare, E lui con sua rigat cavalcaVRE non cesso tanto di cavalcare Chyacio suo ignor Duce sit arriv

L Duce molio bene accellare .. Corrado ii ven ne ae conta li noe,

Come a cosa in effetio stasia, Lo Duce di di mala voglia e .. Corrado presto in ord in si mettia, Per voler in Francia da I Re an dare,

Come a Sordello promettuto via Tanto conti novo lo cavalcare ψ

Corrado a lo Re questo fi dicia

Fia che iacia Francia suis antire.

buono tempo in Parigi si aranno,

Benche pur con malenconia si flava, Che di partirsi ' tempo lor non sanna.

Come Beatrice non potendo reuere is relato ι amore per Sisdelio , appassionata dris nomte pensaυa, per qua modo potesse paria

gli in fine proccur di faetii sapere chedi tui ex innamorata, e che volentieri prenderebbe per marito. I modi ch elia tenne per averto in marito.

In Padova, Quo tempo si asia, Et ambedue insieme sem pre anno. Beatrice arsi pace non potia , Tant et di Sordello innamorata. L'amo celare te pili non potia.

Ne lo suo ore si se fu pensata, Per quale modo ei si pote lare Ch a Sorde far facesse ian ambasciam Una si Balia , che con seco stare , Era distreta neci far, ne dire. Lo suo amore a colla si palesare E con colei olla consigito vire, Con quale modo la si potria fare, Ch , Sordello let facesse sapire , he te a tui si se voIea tiariare. Per suo marito volentie I avria Che di alciat Iaraoves contentarae.

Per allaro modo non to requeri a Se non con onesta desiderava

Ms Nutrice , o fora a maritare ;Lo tempori da. I nies fratei, Se amo, Di maritarmi non sono pensare E a Nutrie aciei Saper i faeteto, Che altamente farri maritata Pe te non fia di maν, procaetra

V Beatrice aries is quella fata :

L Balia a Sortello se ne ire;

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U ambastiata molt be gli facia. Sordello di pur' animo e valente, Quando si tempori da a Domi pia . La Donna te ne lava molto attente

sordesio a Donna si salutava Leicio ricev gratiosamente. L Donna a Sordello si se pariau .

Era presente a sua mutrice in quelia forma ei si comin clava V bile Damigello e m fellie, si apste lene , si in tons.

De mi nome sapere ι pendue . Io vi dimando uel a gratia e cn σοῦ Per vosra donna mi derata acwettare. Non mi lasciat in a pena , che IO . . Aliti altro non iisti contentare. Per marito vi hieri e mio ignore.

Vosliaremi usa granis raetia fare . Sordello si ii respondeua allore.

Sordei lo aciei ames non tali fare. Vergogus a voi eo me, ne faria. Dio vi Iasio. viain andar is Beatrice a plagnere si se mettia. Tanto dolore acie si ab ndava Che quasi a morte ita conducia. Tedendo che Sorde te non curava, Ne Quona risposta salta Ie avia, Gran lamento ei di tui si menava. xta pura amore tanto te stringi , Ch per molli modi pensier si fare , Del uo Sordello come ver potia osti torniam a Sordet, che tui cercara, Da que Signo torre omlato Meh a Mant' tui vo Iea ornareis que Frates si a presentato.

Eccerino a Sordello si dicia Ar me e Caυaut i relio donare ἰ molt be di quelli lo fornia. Ancora si gli fece presentare Molle iote chi 'oro e chi 'argente

posci in pace lo licenTiare. Fecet accompagnare a molta genter Fino a Verona si is accompagnato D a Manto venne rigata valente.

Lui e a fila rigat fu arrivato, in Mantova gran festa si facia, Per a venula di Sorde pregiat O. Torniam a Beatrice , che sentia De la partita , che Sordello fare. In stra pensieri colei si mettia E con a Nutrice ei si partaro:

Cara mi madre, non m abbandonare.

La Nutrice acie assa si se a dire. De suo honore si te ricordava. L amor non laciasti ava consentire is tra esse Ioro ordi si pigilava, Per qua modo a Mantova pus ire. Aliora Beatrice si partava In forma di donne nou convie ore. Come omini si e vestremo. stra Aliuola con me se mire.

'sero marito con no menerem . Saremo astro ne is nostro andare. Quando a Mantov nni ne iumerem

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La Nutrice con an in oram arrit GPensava uello, ch iei ii dicia, Ricordando che la avga nutrito. Mal contenta, a pur e consentia; Ben te vole no pote vietare.

Tulli gli ordini aliora si dasia.

Compluto ch'ebber, come ovea fare, Tutti quattro ad uno torno levatici Fuor di ad ova re sero ad an dare. Tanto andarono, che fur arrivati

Mantoa Giunti lor si di mandava, Per suo Ioggia mento osse me nati, Doue Pietro degli Avog dri ava.

gran aravi glia molt sciae Decio partar, che iatrice facia, pensos sopra di se si stae. Tulli in si eme loro se ' anda si ,

In una cameracior se ' en traua; Da bere e da mangia porta facia. I. Donna percio marito manda va, Che resto a casa venire oveste Percli H era gente, checi aspeltava, Pietro Avogadro a venire si esse. Giunt a casaesa Donna di mandoeLa agion, perche a a veni douesse. La Donna a Pietr aliora si contoe De la compagnia, ch era arrivata.

Da due conne e da uti uom ace ranas nata, Vel illi in torma ci' uomim talia, D'ester vestite lor si di mandaua. In forma di donne , com si debia , Ester vestite a sua facoltate

Boi di paria con te si gli dicia.

Pietro Avoga dro uom di hontate. Di ta venula molt maravi gliava, Ma com parente con uona amissa te. Concia sua donna da latrice andavp.

Con uo paria si te se buo ricet te, Si he iatrice si se contentava. Desideraυa terra udi l effetio Da Biatrico de la sua venula, Perche neti animo avea ibi perto.

BEatrice, eo me donna hen saputa,

Volendo te con tetro agi Onare E che da ter non era conosciuia, Fuor de la camera si fece andare Lo Ballo e la figliuola ambedui. La Nutrice rimal e conciei stare. Poscia a tetro dice : Io ο da tui Venuta, che mi obbia te futare. Ne mi hi gno, come per in ui.

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E nou se a terrarius per onore

neu animo gran dolor portare Mon roranno com ne quar a P atto , ni mire arrit ancora a cassione Dolpransi lira r qui modo e patro preeo per quella diυoetione,

ci che colit, ae hero di prehente D nsi assai tia ' hora craoreo Fara ad oeni cocto como mente. Pietro dito tutio lo suo partare, Pisse , che ogni cosa alta saria, Secondo ch era stato suo ordinare Tomiam ad Eccerino , ch stasia

Di mala voglia col ratello stava per lx Sorella de lacia parua.

rn ogni parte loro li manda ,

volere a lorella tro Vare In alcu tuost se non toro vava. TOrniam a Pietro , o qua fece are Vel timonii a lui di mandati Di ci che i log navali addobhare.

Be .urice e i tuo fur contentati

De i et limenti, che alti via ,

che ne ita mente erat traitati Pietro rarae si pentava e dicia IV inti che Ettera oesia mandare iecerino e questa fautas , Con ordΘllo si talio pria artare Di questo fati , e o da lui opire Comes co a sta , come de sudare. Pietro tro ut Sordeli', e a vero dire,

Con ut si se par lava e si dicia :Frate caristimo i V opire

he. quando tu nou a uoi accellare s

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ueIl , he di questo satio si sic,

Lo cosa a pleno si ii conterae Eccetano per sua ran cortes ,

Edendo lui in Verona , si mandoe, CP a Di andasse, mi Dolea pariare Da tu an dat Molt heu nil accettoe, G ande onore mi fece IIora fare. Posci a Padoυ con seco ' anda . Didse , che uella mi olea mostrare . Onore e coris io ebb assui Da Eccerino e da frate et alente, Ch obbi gato mi hiam sempremat. E' ero , he la Sorem tradente

onesta meme ei si ' accelloe . Disse . iamiae di alore assai, La cassione , che Der uoi ho mandato , Presente mi Nutrice , vel irai S uom di donna ID ma inna morato , Ca, io ono di vo veramente Con onsat e lo mi di mandato. In o h poseos cor e la mente. Per vostra denua ι talia accellare. V dimando per marito valente, I udendo da ei uno a pariare, Mollo forte me ne araυigliat. Dubita che mi o esse proUare

Grande onor a rete e cortina .

La Donna replica volem ancore.

Licenet allor da ei di mandat. Deli' andata 'n' ebbeura dolore. Preche i Fratelli non credesse mai, Ch venula osse per mia agione, Perche da lor' o muto nore assai, Andem ad ebs feneta mancagione. Di uso fatio a Io mi sc eroe, con loro dis D mia agione. Pietro dito Sorde, che gli parto , Consor tollo cli egit ove sis an dare Postia ei a scuti a casa sua tomoe . Pietro un famiglio suo si nandare Con una lettra ad Eccer in valeate, Dacia orella a noti sicare. Ch di ei non dubitasse niente , In Casa sua era con onesta de Ch a Padova lui sara di pretent . rdello pleno ' animo sit aderi Dei fati pace da non si potia. requirit alcuno amistade, Uer Pado vacior cavat cotino via , Tanto che a quella lor si se arrivonno. lo Palagro ' Eecerin si ia. Domesticamente si dismon tonno. due ratelli si presentava. Dacior rice vult molio e fonno.Que famigii , he lettera porta Ua , Innangi che Sorde fosse arrivato , La lettera a ccerino presenta V a. Si che ccerino Vera i avulsato De la Sorella com i ta stasia. Sorde cortes emente a pariato.

Cos a Deo, ni per smi diιiae. Di iυedera aυeυ gran desis. Laotia ventita molt desederava, Come adre che desa io fio. In se me gran iacere lor si ava. II altro torno che die tro ii veni a. Sorde con quelli Fratelli pari avx. Niun altro era loro in compagnia Loro re in sieme si res a partare.

Sordello in questa forma si dicia tis gni apte si ' ho da lodare

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