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li Otria mai colitare ne dire La quantit . di nente che venia ,
Per vole quella attaglia voire. Venne 'l giorno , he ' termine compli . Che a battasti si oveva fare.
Cias cun in punio at campo si veni a. Lo Re e Baroni Sorde compagnate. V una parte era altra in campo lasa. Metteli in ordi di attaglia fare, A Zeliel in ta sorte venia, Ch e socte prim clae combat ter ovesseCon Sordello, che in ordine talia. L in eci altro non parea che dor messe. Le lanci in mano Cavalli pro nava. Non era alc uno che gliel prendes Ie.
In su gli studi te lanci appoggia va grande colpo tra lor si feria, Ma pur te lance salde si durava I suo destri eri subito volgi a Lo lanci s di uovo lor si pigilare
L uno verri altro ardita mente i a. Un si gran colpo tra loro si dare, Zilichi co cavallo a terra ire. Soditello prestamente dis montare. Dis montato da ilichi tui ire. In su lo corpo Sorde si it lava. Dicev Damige se tu nou oi nor re Come pri gion a spada domanda va. Zilichino a Sordello si partare :
ιι prigio sono , e questo protestava Sordello a Re ilichi presentare. Come pri gion , he hi amat s avia. Lo Recio fece a cavallo montare.
compagni di ilichin s avia Gran dolore , he I era conquisitato Lorae erat suo allegreet et facta. Frata di combattere occato. Sordello e tui in ordi si mettia. L un e Paltro de campo ebbe pigliato. Frasato agitardo, cli 'assai valia Era servito dari suo nobil mente Percio simi que di Sordet facia I 'in' eri altro con grande ardi mente Le lance in an e li cava feria Gran colpo si iero ali in contra mente. Si hera' un eri altro en o sentia Ciascuna parte per o suo regava, Che Dio gli desse orga e balia Farcio se condo colpo ' apprestava L uno e P altro arditamente i a. Le lanei su gli cudi s appoggiava. Si grande colpo lor si se feria,Le lance rupper, gli studi volare ;Decio gran colpo ci astu si dolia. Sordet o suo destri ero si voltare Contra rasatori tui forte rida vara Bisenditi, ιν is invengo oroυare.
tra fato a spada in mano i ii iva Contro Sordello sit 'ando a te rire, In tuli Elmo u grande colpo gli dava. Sordei loci gran colpo lui sentire, Come dragon r. lato si feria Ne braccio, che la spada gli adire Fra fato mal in ordi si udia Un suo coitello orto si pigitare. Molto forte di quel Sorde ieri, , Sordello a lui otio si se acciare
Catena de a coraZZa prendi , ' suo cavallo forte speronare Sordet con forteZZ quella tenta
Frasato die tro a tui si strastinare Gi da cavallo a terra si agi a. Sordello pressa mente dit montare Cod' spada addo se a rasato girea Renditi, se a morte uoi campare. Fra fato aliora a Sordello si dire
Io mi rendo a te ranco Campione Per tuo strigione . Nou mi ID morire. Sordelio , ch 'ave va cor di ione,
Frasato a lora si presentava, Da lui conquis , ch era suo prigione. Lo Re rasa molio en accellava. cavat presso a Zilichino an dare. Sordello a te a battagii a s apprestava Lio pardo at quale oecava di fare Di conabat ter in ordi si mettia, Tuti li suo per tui Dio si pregare L Re Sordello partava e dicia
Sorde fornito allo campo si rasse Leopardo per o simile si fare.
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Sordello a iopardo, dice vae allore :O ti, conforta, o agitardo Barone . Spema, in fio, che e iusto ignore. La ait lia farem a compigione Conυien ch iu di no se perditor . A lo paria facciam conclusione
Irin eri altro si se voltaro, allore ..Lio pardo grande coraggio facia Pregava io, ch e fosse vincitore . Ciastu diciora de campo prendi Z. Le lance in an tenean per ferire ..Li destrieri corali speron feria
Loine e Baroni sta vano a Vedire .
tutiari altra gente che stasiae Per eder, non si pu contaris dire is ea vatic fu gli cudi feria LGli cudi forti tu si anneggiare. Lor subito ii destri erit volgi a L secondo colpo volaUan fare . Ibi suoi destrieri forte speronando, Quando loro si vengon a in contrare L lance lor si van tuti speZZando Lo istud di Sorde per aer UotaVa . uti di topardo si an confortando iata ascun dicior ii destrieri uoltava Le spada in an ta se uno si tolia .
Concla sua spada ire an and a ferire, E so prae Pelmo a gran colporali aeva.Liopardo uno altro a sui red ire, Ch Sordei loci senti grande mente, E degnato contro topardo gire. Sopraeci elmo lo seriae fra amente Pel gran colpo lae testa si chinare, Si he iopa o perse i senti mente ..
Renditi ora Cavali ere appreetiato, Se ancora tu ot a morte sca areis
Llo par de colpo tanto erae affarinato, SI che a Sorde risponder non potia. Lo Re si vide, e si s ebbe pariato. Disse a Sordet, che riposa dehia, Finche topardo si ri tornato L elmo di testa Avariti factae ..Dηacqua re scacio volto su agnato Liopardo in se iam se rito maia Sorde si s ebbe accomand tO.. E per suo rigio si se chia mava, E et, egit aves se a tui da comandare.
Sordello allor a I Re presentava Liopardo siccome suo prigione.
Lo e conis no viso i accellava. Lio pardo come valente Barone
Appresso acii compagni tui elandare L Re chiam Sordello Campisne. Dicea a uici συalie ti talio fare ,
Come uomo che ma armi portare.
Quando Sordello si s ebbe scollato, lora , presenti li suo Barone, Sicili rispcile e fece a pariato
Santa Corona, present te persone, Io vi ingraetis de lo grande onore Che dite di farmi, eneta agisne is Fatem gradia, caro mi Signore,
Che tuiti uesti , he on iei prigione Liceuetiati sian viri ferυitore. Io libero titte te De persone Piacciavi signo mi vole fare, Ch da o abbian la liberaeioue. Lo Re di presente per lor mandare. In ut campo tuiti l liberava Cias cun di lor grand alle gregZa fare. Sordello molis ingraZjava In gni parte com suo servitori Per tutio 'I mondo cos si chiam va
Lo Re con tuti quelli altri ignori Di Sordello tanto e si dicta Di su virlud e de suo i valori.
Con tu ita gente lo Re se ne giae A suo Palaeteto, ocii si dismontare. Sec avea Sordello e a compagni a. Molli Baroni seco se 'landare Lorae fece a tuiti a colaZione
Grande ligno a Sordello si fare.
Cavaliere dat e di Francia in Parisi. Asci amoli star' in tonsolaZione. D'un Fami gliora'Ecceri si de dire ,
Sagaio prudente, e di uona a Zione. Quando Sordet a Mantova partire, Eccerino uel amigii mandare, Che die tro a Sordello oves se ire ;Pin' a Parigi in secreto 'andare,
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E che a tui fi do veste pol redire , IACli sorderio non sent ille niente,
Perche voleva oeni cosa intendire. Conre ' era ii. to prole e valente.
Ch a P ad ova fi 3iunt franc amente. Ecceri di sua venula alien rare. Lo Famigii a pleno gli recitava, fati di Sordello come an dare. Albrigo e ut te te Donne at collava L pra colis, che Sorde sat te avia Ecce rin e tuiti ara vigilava. Crand allegrerra tuti si facia Sopra tuti ita trice 'allegrava. Quando verra , di manda gli facia.. Di sua venula tost lae confortava. Torniam a Re che o Saroni tardi Di Sorde erande mente agi OnaUa. Fur anchema vallere o uol fare. ira a d esse Ca valle non consentia.. Tulli i Baroni in torno lui pregare..
Lo R. c' suo tanto rega facia, Ch a in Cavalleria lui consentire. Lo Re tali ordini da si facia. Ch una gran Giostra si se debba re,. Con gran Corte di Donne e di Signore, Ch si se diano diletio e piacire. Non dubita, Sordeli avra 'onore ; per a modo abhia Cavalleria, Sicco de Giostratori o mi gliore.
Fu dato compiment, com deit a Via..
Cavalier satio per o Re valente. Tullo aristi gran festa facta . Lo Re ' fece presentis grande mente Panni 'oro e Vel luti per vestire, Cavalli molli , ioje , oro, d argente. La sua divisa volle lui a Vire , La quale a collo tui si se portava. Com' era fatia, ti acci sapire . Tutio ' oro uno parvi ero gli ava Pennuto in forma vera lavorato. Sparvi ero vero bene si mos trava Macio suo ecco ad oro era lasciato .. Una amba col iede rota avia, Fra alita Manca, cos divisato .. Gentii divisa tenuia si a. Portavant certi Baron alente , Ar qualicio Re bnata I avia. In sura a Sala essend tu ita gente, Sordei line grande mente ingraZiare MCh erae suo Caualter ' e suo servente Cho may a tui non si porri fran care, Ta H onore ae lui avulo a Uia, In an narte per se si hi amare.. Lx Corte que Ilo torno si compliae. Cialcon aeci suo alioggiamenti an darE.
di fario ioso deliberati. I uiri amici si consoleretris
Cias cun dicior si se fur pensati, Che ' consigito che Sorde lor asia
Era uono, oich 'era licen Ziati. Verso ordolio partava e dicta: i darem ire torni in bellare. Poscia ordine darem a la partia. Sordello a lor ues vi petio fare: A que istorno a se e manderete, La vostra audat per noti care, E con sua gratia la dimanderete, inferendoυ a Iut per servitore Se r in Eni parte, che o farete. Sar, con vo da lo nostro ignore, suando a lui far lo vostro partare,
Licenda avrete o con grande amore.
Furo contenti cogi disse fare. Aspetiar tanto che 'l giorno veni a. Tulit se dacio Re si se ne andare. Sordello era seco di compagni a. Quando lorae ii vide a lui andareo Piace vol mente lor si rice via. Un di loro comin i di partare:
Sant Corona, nor samo per gire;
Mai non ' esca te fue viri di mente. Tuit a una voce u lo suo partare: Di Sordello emtre suo fervitore Saremo ore' net dire e ne fare. Parti non si tuiti da lorae allore. Sordello uello dici ritenta. L auro forno partirono actum ore, Sorde con loro facia compagnia Con bellae rigata ' uom in valente. Postia di uori comi ato prendi . Sordes gran proferte verament Tutii Ioro di buona v lia farcto Clis sempre Paverant ella suae mente. L uno
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L uno alPaltro comiato pigitare. Sordello eri suo a Parigi tornava. Quando fidentro, gnun at suo alloggiare.
grande mente in tuti l lodava. Diceari che modo si porta tenire , Ch si potesse Sorde eonfortare,
Un dicior si fece talis artare
Pii di tui, che ae te altro erande ἰνe. Non P e Re a mondo the piis grande fla, CP abbia ella tia Corte uno υalente, Come Sordei Campio di Ombardia. Tuttici Baroni, ch eran I presente, Insem ' accordo lodarcio pariare , Che fatio avea uel Baron valente.
Pregando lo Re che douesse fare, Ch Sorde concivi rimaner ovese, Per gran proferte no deggia lasciare. Per Sordello lora mandogliis Messe, Ch a a Sala lui debba venire. Saragi placer ' a tui non incresse. Di presente Sorde dat Re si ire.
Lo Re e Baroni tuiti salutava. Tulli quanti allegricio recepire. Loine alui in questa forma parta varCaro mi Alio ti Nilo gran bene. Seneta fallanga a uicio iurava. In te ho post grandemente mi Oene. Fin a casa tua per te mandat, Dasiderana viae tua foret e lene.
perieneta se ' o sedulo assai. Com ha tu fatio, mora P ha ostrato. Di te piis prode non si vide mai. he per Dio e per me si pretato
Li 1roni tuiti a tui simi mente, Sordello grandemente tor rega UR, Ch a dire de I Re si obediente. Sordello allor tali parole usava:
Lo Re a tui si se rispondea allore t
Lo tuo animo on talio aggravare.
Questa pro arta ri s vlio fare Sordello orae ' ebbe ingra7iato D tante proferte com fatio avia, per sempre si gli era obbligato. Dato fine a partar, tu non dicia. Sorde suo salti in ordine mettire. Lo termin ' otio torni si complia. Sordello da lora si se ne ire Comiato dat et to Re si pigilava. Percio simi dacii Baron si ire. Licena di partirsi di mandava. tuiti quanti se acco mandare, offerendo si a uel ch'ei comandava. Partis si da loro e si ordinava Che ius cavalli in ordi si met tesse. tuiti Matti suo buon ordin ava. Lo Re per uno suo segreto esse Tre ita Franchi a Sordello mandare.
Che da farsi e spes tui si avesse. Sordello uelli tui si ricusare, to Famigii a lui si gli dici t
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Fit in ordine di ove cavalcare. Gran genti luomini eran apprellati Tutti Sorde volt ero ac compagnare.
Fuor de a Terra tumia tuti audati Ben inque miglia i r ac compa an onno. Polcia in die tro fur tuiti it ornati. Aissa proferte tra loro si fonno. Ciascuno 'in ali altro proferire Sorde con sua rigata cavat conno. Sordest in ei cuna pote, ου' ire,
Ogn uom grande onore it facia. Ciastu correa per Sordei edire.
C. si a Parigi s stat s valente, L no di Francia si e pori via. Cavalco tanto Sordelici iacente, Ch a Manto in si se arrivava, Sentito per amici e per parenti. Grapa allevera in Manto menaVa, Tuit imittadini stra fessa fare. Di venula di Sorde s allegrava.
La novella a P ad ova si portare, Ch Sordeli a Manto era arri Patois Ecceri eo tuti gran festa fare. Beatrice quando 'ebbe scollato,
Ch Sordello per vero si dicia, Che a Manto si s era applicato,
Per allegreZZa plangeva e ridia. M per honesta altro non mostrarσω Dentro de tore allegre ZZa s avia
Eccerino e I frate subit mandare Suo nobili nomin , a Manto gia, Per sua parte Sordello a vi stare. E ch a Padova tost an da dehia, Che ' desidera molis di edire, Eche gran dimor in anda non a Sordello molio e li rite vire.
Di que Signoti tui si di manda va. Que gentiluomini si gli respondi reusari tuiti grandemente i a peti a Signori e clune eo grande dese, que di adna molt s attegrava. Sordello certi torni si comprre Con parenti et amici in allegreTZa. Pietro 'voga dro aveva gran piacire. Pol a P a 'o con bella gentura Za.
an 'o Eceerino di in si sentiro
aliando lor ii comin claro a edire , Graude alleveret nucia mente Via. Giunt da prello 'u ι' altro abbracciare.
Pia volniente tra lor si data. In Pado loro li se arrivare. Strumenti assa aliora si sonava.
Tutia a gente a edere si rare A suo a laeta lor si dismon lava. Alli rigo ' rice vi con grande amore. Le Donne grande est ii menava. la camera sua Sordello allore D Eccerino si fu accompagnato A la amera o Donne e Signore Crande feta per Sordello enat . Tulli di manda come tui si lare I se bene, ris ponde , e se on Ilato. Beatrice anche et gli di mandare . Sordei loci mano si occava
Per onestate altro non mostrare
Molli torni in allegregZa si flava G1 ostre , ornet, Bagordi si facia La Terra per Sordello ' allegrava. PasIat i tempi, tu non si facia Et Iendo stato un es a ripo stare Sordello un torno ui si se dici ; li Cognati si res a partare Fratelli iei Go i accio apire ,
Che orria a Manto ripatriare , Biatrice con me fa rete Uenire.
Era contenti ordinis dasia Beatrice di questo ' avulsare. Lei contenta tutio appresta facia. Quando fu tempora do vere an dare , Cavalier e alsa altri iti compagnia Eeatrice aliora comi at pigilare Daci Cognate e attre Donne valente,
Porcio simile Sordello si fare Eecerin e ' frate eo molia gente Cinque mi glia da lungi accompagnava. Postia si miser i star fermamente Comiato in dati altro si prendi a Biatris da gran donne accompagnata, Plangendo dari fratelli si partia Da Manto venula era rigata Di donne erat molli Si θnor valente.
Pietro Avogadro con Biatrice amata Tant allegre7Ea mostra vera mente ;
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Tanto caualch, ch a Mantoa iungia . Cran festa tu ita a Terra si fare. Trombe e strumenti sonar tuitavia Donne e Signori ni man si rare Per eatrice e per Sordei edire. Og u percia Terra fessa menare,
Concia rigata L si dismon lava. Otto torni si iero gran piacire, Poscia e genti in die tro si tornava
Uen ut da Pado a accompagnare. Biatrice rimasse, e lor 'anclava.
Sordello posci in alleg regra stare Con quelli Citta in molio usava, loro a tui grand onor si fare. Passato anni, che Sordello si fava,
Ecderi di Roman Signor saputo, Pensi e d avere Manto facia, Perche rescia di i aveva Uuto Poscia di Sorde gran speranZa avia, Che a uel loci do vesse tutare. Tuit it contrario Sordello facia, Non vi se alc uno che tu lo vietare, Ne che a patria tu si di fendesse, Quanto Sordello per dire e per fare, La sua persona ad gni cosa esse ,
Perche liberta conferva volia, Non volea, che Manto Signor avesse. Ecce rinci cli ave Manto non potia, Steti anni re in Manto assediare. Poscia in die tro parti gli convenia.
come la sua toria si contare. Poco tempo ui e suo si duros, Che tuiti morti, e mala si si fare. Morto Eccerino, Sordello a poeCon Citta dini uo tempo si ava. Biatrice de suo poco si curoe. Fin ch'ebbe quarant' anni durava, Che Sorde volentieri combattia, Chi ' volea far, a nessu lo negaUa. Da corpo a corpo attagii facia. Venti tre fur di tui te ebbe 'onore, mal essu na lui non ne perdia. Ancor di Gios ire e di orne d amore, Sempre di ut lici' onor glici dato, Sempre in tuti ri putato ' mi gliore. di tra Pile, et anche di saltare,
Passato ch ebbe quarant anni allore, quelle cola tu non attendia.
Al studio in casa studiava alore,
i templis acciae e a uccella si gia. Sue Possessioni talor visitare,
Benche attori assai gliri' avia. Con gli valentnomini si usare. Davasi concior placer e diletto. Di gran saper tuiti Io ri putare. Diatrice coli attre Donne a diletio, DOve iace va, ut te in sieme ire. Ballar, canta senZ alcu sospetro.
Di Sorde non si porta tanto dire Quanto di orga e di saper amatos da classe unoen ut ii suo vali re, Li Poeti de to tempo passato Dante ello Libro a men Zione In Purgatorio con Virgilio trovato A sei, seti' oti Capitol con agione Tuttiore insem si se coempagnava. Non dico di tui seneta gran ragione. Ne lo tempo che tui compilava Thesaurus Thesaurortim , che di fare quello tempora ui si studiaua Alcuno uole di che ' compilare Inaneti, ch uo mora armi si facesse. ecticu nolen quando 'armi lasciare. Si come oalia, quando ut o tresse, Egli su un Libro di gran senti mente, Bene hera altri mos fra che compilesse. Sordei loci uomo aggio e valente. Di iatrice molli et liuoli nasci a. Alcuni furono saggi e prudente. Viste Norde tanto, che tui avia Anni tanti, e posci tui si mori re
In an Pietro suo sepol cro stasia. Tutta a Terra a suo corpo si ire. gra lamento ci astu si facia
Del bucin Sordello, ch 'era i a passato. Gran perdita ver alta si tenta. Protet tore delia Terra era stato. Cialc uno grande en gli volia, Percli egii sem pre en ' era portato.
L Storia di Sordello qui complia. La sua anima a Dio si s data; De te nostre cos esse debla, La Uer in Maria ne a regata.
pus si acconta, come acque era discordia in Verona, e come inforsero attremoυita.
Gran discordia de Conti. Ita tua parte
Con Monte cuccoli uerra facia. Mantoani o Conti tenea parte. Co suo Carroccio a Uerona an dati,
Deli orgo di Saneten brucio gran parte.
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dies ille Ducent Otto due Casati
Di .into vani, ' uno de Poltroni L altro Caloroli era chiam. I l. Fecer attaglia insem com Leoni. Lima loroli si furon cacciati. Dentro rimas iam de Foltroni. Mille Ducent No . de prenominari Bartolom meo Calorosi hi amato, Cti 'era n di quelli ch ermo cacciati,
Bolo delli Pestroni ebbe trovato;
eo me anno que ' che o valente, Senaa di mora ii l ebbe ammazzato.
Nil Ducent redici, furora armati Calorosi co amici pollenti La Torre de' Pol tro preter lor acciati. In queli Anno i Cremone si valenti Lo Carror et de Milanes piglion no Calliptione, o fur tu pollenti. Mi Ducent edici ''edificon noMantovani , orgo forte facia. L aeque de Pado queli'Anno gelon no . la Reina di Puglia venia In Verona si s enir nobil mente. Veronesi grand onor te facta Mi Ducent Dici otio, a tradimente Lo Pala di Uerona su brugiato.
Suo odesta cacciato trista mente. Ne Mille Ducento Vent , appuntato Li Manto vani eontro a Ferrarete Ebber vittoria et onore odato. Bon leno Ar8o in lor si prete. Molli errare si feron Orire. Grande alleareZZa Manto vani sese. Nil Ducent Ventidue, a vero dire Fatia una Torre con un Palaeteto Con oggia nanti a stare a piacire. Ne megro de la iaZZa ave suo staZZo. La Fiarga, dico . ove fa 'l ignore, Mi Ducent inquanta saper i faZZo, La fer distar' i ignor, ch'era allore, Con molli altri, per Uoler murare
Mantoa che niurata non era ancore.
In uel Millesimo stenga fallare Per tutio ' Mondo tu tremuoto grande, Torri e case assa se ro vinare. Mille Ducento enti in eo pande, Ch in angi che o Lago folle fato, Dico de Laeo di Manto erande,
Lo orgo di Porro, Porto nominato, Era Porto di ut te mercan Zie Che ' ogni parte ii era mendio. Tuite si se carica vano te O per terra o per accu che Venella,
Perche o Mincio appresso and avarite. Si l chi conducer te ove se
per terra o per ac qua com Olia
Limercatanti che si conducesse.
La si discaricava o carica Ua,
V per terra o per acqua Olea an dare,
Ma pur' i nome di Pori mania. Quando i Argi su polcia fatio fare, Ch serra i Ancona, o v 'e interrita, Che pol per orto u laici Ma lata: Mille recento inquanta re a rata Fer gli rei de ii Anconi abbricare, Perchel a Terra fulle piri gradita. Mille Ducento Venti re di pande, Manto vani aggiolo disi ruggia. Furon vi prete e morte genti grande Regstiani aliora que Caste teni a. Mantoani pur' i volean acqui stare. Mi Ducent Vent mattro tregua facia. Mit Ducent Uenti Otto, come appare, Fu fati Castigiione Manto vano. Folle e Palan cato fecer fare. Mi Ducent Venti Nove per certano Si fu trovata a invenZione Di a Muli da acina lo grano Limiti ad in con immaginaZione Al onte , che a a Porto, fecer fare Folli e Mulini con diic regione . in uel tempora fecer sabcare Le laret e te trade de amittade. Da grasseZZ venne, che ' potea fare. Mit Ducent Trenta a per erit ade Caste di erravat fu satio fare Por ibecho de Ostia con sita de . Mi Ducent Trenta re seneta fallare Grande congregazion si facia In suci Riva ' Adice a partare. Mantovani, e re sciant ii venia, Uicent in , Pado vani , e Trivi sani Ancora Veronesi comparia. Cominciar a pari arci Manto vani, Buona pace voler tra loro fare Pol si segni an tetro ii Padovani. Tra Montecuc coli e monti traitare Verone si . che pace si facesse Tra lor u fati sen1 alcu fallare Pel simile nanti che partesse, Padoani e Trevisan pace facta Con certi pati tra lor alti e messe. Mantovani e Ueronesi che Wia Tra loro grandissima nem ista fle. Non si partiro , he aecordo facta Mi Ducent Trenta uattro in verilade
Cli Agnelli che parte lor si tenta Degii vocati, che fur an deggiade . Mi Conti Casalo pace facia. Con Calorosi era grande affare. In Piaggarai Brolet a concludia.
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mi Ducent Trenta inqu' a non fallare Decio mese di aggio a vero dire, Un grandissimo males fatio fare. Lo Uesco. Guido senra falli re
Fu mort in Sant Andrea Monastero Da gli vocati , cli ave an gran potire. Funne farto grande processo e fero Si che di Vant ova furon cacciati Con suo gran danno non punio leggiero. Le case per terra furo gittati
Ancora cli sequaci , he i a via. Tulli di Manto furon ibollati Li sequaci Poltroni si dicia Deienetani , Ranasi , e Caloroso Viseonti e isdomini in compagnia Mi Ducent Trenta et o valoroso Imperador ederigo si venia
la Porta Quadroce se mettia In tempo di vendem mi ire dici stareo
Marcharia tot se ne to suo an dare. Manto an per forZacia laupero .
Cremones trecent licior pigliare L Imperadore pol si cavat coe . vicen et per fora acquis ava. sarcoman a misi e I abbrucci
Lo etto Imperador anche acquis ava Padova concia arca Trevisana Psscia in Ombardia lui si tornava. Mille Ducent Trent Otto et resciano Con gente cava Ic I Imperadore. Di gente e robba ann ebbe i villano, Posci a Milano con grande furor . Tortona doti fisse r Milanes. Assa ne presse , e lo Carmecio ancore is
In neli Anno limatorosi ossem, Lo Castello di Sermido acquisloe . Mi Manto vani gran dolore fessi
Mille Ducent Quarant allor corria UeneDist , Mantoani, e Bolognesi, Ferrara gran guerra lor facia. T1gliar errara , e rubis erraresi
Salinguerra di errara igner A VeneZia mandar. Non lar essest. In prigio cacciato con di nore I errare si stava doloros . De la lor ob avea gran dolore In netl Anno suddet to i valorosi
Et in uel tempo ancor, fecer murare Da Ia Quadroce acia Porta predicta, Perche costra in torno volea fare E et deit Anno diero gran confit in L Ueronesi acii Mantovani Trivienetolo , si fuci acia ritia Mi Ducento uaront adueci ardita De Ca valle Mantova Baronia Ducento fur nobi gente e pulit 3 Di blanco tuiti loro si vestia
Arme e Bandiore a lanco colore, E li destrie di lanco lor copria Mille Ducent Quarant Qua tiro allore Guerra tra Manto vani e Veronesici Tra quelle due Citta fu gran romore De Uerone se fu assa gente presi Ualero e Garo Mantova pipli Onno,
Prigioni a Mantova seicent mand n . Per fare a Veronesi grande noja, Lo Castetra Ostia fu a terra gittat , Perche d averto perdes se la voja. Mi Ducent Quarant Seti accertato Li rigione Mantoa , Veronesi Daccordo acie carcer fur lasciati. Mi Ducent Quarant amove pales
Neli acqua de P guerra si facia
Traci Mant an e tracii Cremonesi. Casal aggio Manto vani prendia Sul Cremones facea gran gueriegziare Purcia pace tra loro si facia Ne deit Anno Verones abbruciare Cipata, e subito fece levato Mantova vende ita lacer fare Mibi Ducentorum quant' hoorOvat , Ch fu attori Palaeteto et tomuovo, Pe tener agio sus su ordinato
Μille Ducent inquanta Dae ritrovo, Continiceia di Bonifacio moria. Sepellito dove su ' Padre provo
Mi Ducent Cinquant re si facia
Manto vani a Borgo Forte fare Lo Ponte, de quat allegrema avia Mille Ducent Cinquanta inque appare, Che Cremones', errares, suro pigliati, Che orgo Forte volean' volare.
Questi erano de loro an degsati Ducent di loro at ver si pigitonso
A Mantova ne te migio cacciati Mille Ducent inquanta et te an donuo Ambasciator Manto an a Cremone si Di far pace tra loro si rationzo
Mille Ducent Sessant ordini pressi De Frati , he di no si a uitando Amor id dura in molt altri aes.
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Mille Ducento Sessant unci con brando Gallari con que da Riva facta Sub Pont di Monti celli rumor strando. Mitte Ducent Sessanta Due corria Da saviola e da Riva hi caeciali, Per Caloros di Mantova a. Mille Ducent Sessanta re armati
I. Calle di triar con an de Tiati . Manto uani aliora cava inOnno, Et in torno a Surara si mettia , Molio vi aggio , si a ricuperon no
Mille Ducent Sesant Otto corria Rusfin anicheli', e Ga far acciati, Casalodi e Bona colli lo facia. quello di tuiti l gran calati Per gran morberro talia in allegreZeta Da. an si dileti e tava coni blati
Duro Ico , che ven ne grande aspreZZa,
Tra limiti adini acque tra vallo, Ch a molli si torn in gran grameZZa, Non gli venia voia ' an dare a ballo Venne eli'ognun voleva iser aggiore offende an si tra loro lenZa fallo Nacque tra lor di perdersici amore. Fecero qua tiro parti ne a Terra, Dacie quali sci di grande ro more Nota lo vero, che qui non erra;
Con que da Riva lacer con lor serra L seconda con verit ade ' dici Gli 'riotti, che tene vano gran stato, Grande ' famiglia ave an male odi. La terra i Bonacolit era chi amatori Gran gente erano e di gran valore. Valeva tu che non era stimato La quarta su anichel con onore Te neva molta gente in compagni a. Che gli portava grandissimo amore.
In quattro daartier a Terra partia L u di questi an Pietro si chlamava, L altro an Iacopo suo nome avia. Lo tereto an Marti si nominava. Lo quarto uartier aggior era dito, Ne lo quale vi gente si abitava. De Vasalodi si era i suo sito Nel Quarti e di an lacopo hi amatori Co lor segu ac staVano iis rito Gli Artotti , ch ebber uno grande lato, Lo da arti ero di an Marti tenta , Da monte Artot loci suo casato Bonacol si a San Pietro stasia. Zanie helli 'i Quartier Maggiore ditio. Ciaseu Casa suo Quartier dilandia. In comincios si uno i interditio. Tra loro venner a fare questione Dacia qua nacque pessimo profitto.
flendeant in siem cer et rapione Ammaryalido I un ' altro percia via, de mal lar non si fac ea agi ne Mi Ducent Sessant Nove corria
In Mantova era , che traitato avia.
Rustino anichelli ven ne allore Perche ' Marchel lo fece tornare. I Manto ani armati con furore , Rumno aniches iecor i liare In Palaa Eo per rigion o mettia Che oleva di tui iustiria fare Rumno con uti colle si feria Ne corpo , si com uorno disperato Lo Marches la noti it mand via. Ferrara uisino tu mandato. Metior Mosca Podestate allore Molt di questo si fu corrucciato. Risui la Pod ei taria allore L Marches e limonti Casalodi
Entraro et Fala con grande uor .
Infra re me si si se tenne modi Ch Zanicheli e monti parentato Fecero in se me , e pace senZa rodi. Zanichelli e Ga ari fur tornato A preghie de Marches io facta , Che neci Terra ave va granor altato Poco tempo que due si stasia Gl infra scritii casati corompenno Perche at Marches Manto dar otia Obicino de Lombardi volgenn , Μ te Mag di Stanciali promettia, Treman in avasor si preghenno. Costor gran egu ac si se avia. Per o Marches secreto manda Vaci lo Marches a Mantova Veni . Lo Conte Lodo vico steggi ava Legnago, e con se ocia milietia La sua parte a tui notificava Da Legnago si fece sua parti Zia. D e noti non cessi di cavalcare Cli' a Manto fu con tu ita a mili Zia. Li Manto vani tuiti ad arme trare Pinamonte era Conti in fiaZga venia. granda gente loro sequitare L Marches per tem cheri avia Fuori di Mantova tost se ampada. Molli de traditori lo sep uia . Casalodi tost ordine ava
Che afari e Stanciali ς' abbruti esse Le loro case , e dimeeti affocava. Non volter che di brugia si esses se , in fine tuiti fece ro Uinare La o di Gegi et simi facesse. Que da Saviola e da Riva ornare, molt altri comandaticii sa, Che eo leallade oves sero stare.
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Mi Ducent Settanta Duo si corri , Casalodi con sua gente astanati Partamento tra loro si facia Fedrigo Conte di arcaria nati pina monte seco in compagnia , Concie sue parti tuiti adunati. Guido a Correggio in Podesteria Limasalodi fel olea tenire Coni edrigo e inamon non volia Di Lugii que Podesta caccio via Foderigo e inamonte si andava In sui Palaret , e loro si reggia. Per o pagi di due me si durava Po Frances co a Fogliano facia Podesta Matio molio Tinorava
eudini di Mantova MI Ducent Set tanta Quatim corria,
Mantoani in siem fur in grande errore. Grandemente tra loro 'ossondia. maggiori flarZavan il minore. Chi pi pote va forZavari compagno, traeva te donne a dis nore. Di questo per a Terra era gran agno . Era bandita in tutio a iusti Zia. Chi avevacio male, 'era suo anno. Continu tanto questa ran nequi Zia,L'una parte a a deli' altra corria. Con uoco fac evan'ogni tristiata. Anco iacean'un 'altra cosa ria
Cherae case in f fino ara fondamenti
Roui navan a chi me possa via. Partiron de a terra molle genti Per la tema che Veva de a morte, Lasciando mogli, figliuoli e parenti. Venne a cos a tanto mala sorte, Cho hi tu a facia 'avea diletto. Molli suggiron per navi e per porte. Lo altare aes Grandi venne in dispello, Conoscendo quat era cota fare , concia cose Osero intelletio. Di a Consigito prese a ragionare In sui Pala77 Nuovo 'alsanOnno, Decio pacifico stato a partare. Buo partito tra loro si piglion ,
Che iusti etia iusta si facesse
Di hi fallava. E questo 'aisermo no , Non dardando chi osse che volesse Gli statuti ovester'olservare , Ragio iacendo a cias cun che Paveisse.
ordinato su due Capita fare Per sorte uno de ii due Quartieri, per se mesi ovester durare.
Compluto che fosse se me intieri, Ch a sorte due altri se facesse Cid era uno degli altri Quartieri. Erat a titta concio fave melle, A inamonte si ven ne a sorte De Bonacolsi , at quat e gli flesse.
Lo suo Compagn , ch'era discreto forte , Fumtione de Zanichelli cortes e. lui tota d, e gli venne per sorte. Entraron et Reggimento pale se, molio discretamente reggia. Da gli liraggi ciai cun eran diisse. Mi Ducent Settaniac inque corria, F si gran gelo per tutio lo Ondo,
Chy Alberi e igne secca si accia. Alberto da a Scala uom iocondo In quotl'Anno di Manto Podestate, Di far agione a cias cun esu mondo. Cinello Conte in sua libertate Lo Castello di arcaria 'avia, Per ire nove mila gi prestate. Mantovanni uello si riscuotia, di presente i det to fer dissere. Perche non osse a Mantova piu bastiae.
Come inamonte dy Bonaeos, e Ottonello de Zanichelli furono de Postolo lettii pilani e Rettori per simes Come in monte trad ii compagno
P Ina monte discreto si dicia.
Pens con arte di farta a compagno. Di Febbrajocio mes si facia. Per sorte tui si venne a stare stagno Ne Palagro, do la noti stasia Mal pensti perche gli osse uadagno . Mand una nolle ove si stasia
Lo Compagno, ch a PalaZZo veneta Per gran fatenda. Indugio non a. Ottonet loci volonta si cresse D'andare tosto, per vole sapim, Temen d colla, che nota facesse. Era apprestato con e grande ardire, to alaret vecchio argii morte. Come su iunio, e senet api altro dire,
Serrato su tra meZZo a te due porte.
Lui e ' famigii furon cavalcati . Com era 'ordin, data lici morte. Pinamonte a gli famigii ordinati corpicior si fece sepelire, Come di loro gli ordini eran dati. per un altro Messo mand a dire la casa 'Ottone Zani callo, Che restamente si deggia venire. La