Antiquitates Italicae medii aevi : sive Dissertationes de moribus, ritibus, religione, regimine, magistratibus, legibus, studiis literarum, artibus, lingua, militia, nummis, principibus, libertate, servitute, foederibus, aliisque faciem & mores itali

발행: 1773년

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era alio egiata,

e starente

Che eanade honore i aranno abire . La cnna esle ancora replicare.

Licenet aliora a te dimandat, non la tolii aliora pia a coltare. π allor in qua is non a vidi mai, Ne a me ebbe eoo ne ambasiata,

Eccerino e ' si te quella fiata Udito di Sordello io partare Lara rella da io su blasmata.

dura morte mori la faria Eccerino a lo Fratello si dire I s che P ho e faggia e per a ente, Ta marit absia sap&ro cernire. D Sorde non o alctino mancametate. Compitii di virtute e di Mntare, Sopra dii altri e guttardo, e valen e . Et cis me di nobi parentate ,

In Manto remoto e heu voluto,

Cortes , arato , e pleno P onsate. ta partare u fine compluto. Torniam a Pier Avogadro Eor saram, Che a Biatrice and con et saluto. lei dic eva A vos aps si faetet Che a Pado mi talis anda res Vos ro vole saper Orria de viaeteto; quello, che per o deuia partare Ii ostri fratelli, e come direr Que che volete obitate ordinare. Beatrice donna di grande ardire Allor a Pietro com inci a partarer Intendete si lene to mi dire. Quando ces m ei fratelli io dare

Grani e grossa, come o mi Cedete, Era rempo di me maritare. Aicti pensero loro mu Uere, Di meritarini Aro non pensa Ur, Conae fantesia tu af me teuere. uando Sordeuo in Pado υ a UaDa,

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U amo di tui in meo se accendia, M innamora di tui, feramente,

Chera e noti l cor a tui tenta. 'u, io si mi ebbi tanto ardimente , Ch per tui se mi messo mandat, Ch a me enisse ui secretamente tamenne d me, ecio con a pariat.

Per volere a Mantoba ritoruare ,

Allo pii forta fucia talia mi , pensior aliora mi si fare

Di Pado allo F feci a partita,

Vbi diret Ar tutio integramente Dei mi animo lor conterete, S che insendan rat a lamia men te. Syni xon 3odo lo terrere , Venga fati , he per marito ' Zetata mino facendo mi contenteret is, intramente rotta arat a trama s

Α Beis , he di moratore facultate Miei Vatelli si mi maritari ,

Ma non Deria la mi volontare.

ne Come Pietro anno a Padoυa, e tanto

UDito Pietro tutiora partare,

Ch Beatrice a lui ebbe contat , Dis' a sua polia di overe fare Tuti uello, che acie si faria grato , In quella facenda gni suo potire, Niente per lui non arebbe mancato. Dati gli ordini fece o partire. Uerso ad ova Pietro cavat cava Con sua compagnia con nor si ire. Giunt a Padova molio ' accella 'λEccerino e ' fratello con onore Di sua venula molio ' allegrava. Sordello, quando tu lo vide ancore , Grande festa con tetro si menoe Entrambi uera partano tra lore. Quel torno eci altro si se riposo e. Postia Pietro con Eccer in partava, eo fratello Albrico recitOe. De' fati di iatrice agionaUM,Com di Sordello era inna morata ;Di queli amore a pleno recitaUa. Eccerino e lo ratello ascollava Toti it alto, che Pietro lor diciari Postia di Sordei locior agi Onava. se a lui alcuna colpa Uenia,

Che per Sordello te fosse invitata E quello che di questo ui sentia. Ε Pietro rispo se allor in quella fiata:

Tenet Sorde te lea ferυitore. Io ' ho et o come a Ua e sata. Lε ha post in Sordei tanto amore, Ch d e noti non pu requiare. Let D rama e marito e Signore. LE bene, che non e de suo fare , Eui altament far a maritata Dico, ' altro non sisti contentare.

se suae parte vi faccis ambasiata . Per marito te si di uole vir , In altra euis saro di perata . e malo

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di questo ira loro rarionava Inanet e indietro pariando libae,

tra loro puro si termitra'.

Di voler a Sorella in lier dare

Sordei , cli ella irato di manda V a. tra loro tacean a partare

i ii Italia simi non soror are De suo grau saeti paria gui gente Fel e Veio, ' ar ito, e coit unaat . Fur si mi che si nostro parente per nnstro amore ara pia norato. Noh ea homella ci contenterem , re iera di commet ter peccato. Cfo te ro AOosa iro sis artereno ,

Verso di tetro lor si is a gir

D tal parentato gli agi Onava, che dic tutio Diuo parire Pietro a mello dire non aes arari Io vi conflatio, che V obbiat fare , E di quello molio loro regaVa Tanto lor disse , che lor contemare Per Sordello di presente mandato, Da lor si venta, che non dimorare Per que fratelli Sordello invitato Che a Sorella si ebba accellare Per sua moZliere o alio gli a dato. Sordelio allor si ingraZiare Ch era contento de to parentato, Se lor contenti lo voleva fare. Falto su ne e conclusione dato, tra H Cavali eri eci' altra gente Fu fra loro ' parentato firmato

Poscia a Mantova si fu i presente

Beatrice ambas lata mandato, Checie pori novella allegra mente, Com era fatio uello parentatori

Che in Sordello si era maritata, Contente te parti era firmato. E Beatrice ei in quella fiata EDi grande allegre gra si strangos e , Udendo ch a Sordei et era data. Postia rivenula si se levo . Dio e i suo fratelli ingrariava,

Con attre donne gran festa menoe . Torniam ad Ecce lino, cli' ordin ava,

Che per a sorella sol se mandato. Di questo col fratello agi onava. E con Fietro Avogadro norato Tra loro si pariaua e si dici tTeniam modo ch ordine sa dato

si condo ita v con grande nox a

Man a s u f h lla compaenia Pe' detii dato su ' ordine allore. Pietro vo adro con loro lata Bella metat. di grande valore Tutta a Mantova loro si longi a. Con grande onor luit fur alloggiati. ca di sier granis ita si aut . ancio fur tuiti acti ordini dati E est ita a Donna nobil mente , di partiri erano appreitat , Bella compagna di donne vera mente Fin a ad Oo si ' ac compagnare E heatrice allegra ne a mente Quando per o cammmo ei si an dare ,

Quanto mai tu et si pote va area Dicendo a lui , he si gli ricordava Che 'i e di ei tui ora a agione, Averto por lui si lo putava. D esse retii obbligata avea agi oneri Sempre di uiri averia da odare ,

Ch ave ala tralia da grande pri gione . Venne ii tempo h a ad ova arta Vare. in contro ii ven ne e grande gente. Con grande onor dentro si se entrare. Li fratelli e o Cognato valente Licta mente Biatrice rice tonno tuti te sue donne simit mente. Tulli con nor alloggiati fonno. Eccerino Sordello li me nava la camera , do te Donne sono.

ita trice Sordello si mo strava, Dicendo in eici suem e lo tuo ignore ,

Ch la tua mente tant desideraUa

Biatrice a lo suo fratello aggiore

datome tanto contentamente ,

Marit m aDete dato a valente

Che e re contenta di tui Droe.

Ecceri si te disse ancora pol. J tu a Sortuo a sua man occare Beatrice a lo fratello ' inclinoe .u uel che volete Oi, si volt fare Lei li rispo se vergognos mente. Sordello verso a Donna scindare . Toccoglicia sua mano allegra mente Polei lor a te donne si partia. Venne in Sala, ou era 'altra gente . Come tu tost que Signo potia ordine ava di gran Corte fare,

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Uenne ' tempoQ gran festa ' ordinare Gios ire, Tomeri grandi si facia Sorde di alte Pinor' acquis lare Era Ha Corte grande Baronia. Sordello eatrice si sposava Grand' allegregga cias cun si facia Venne a nolle. postri' alte ita va Beatrice lo suo amor compli re Di baciare Sorde not si sapiava. Tant era i bene, che a lui volire In occario occando si ramava Q sella noti si s eine suo iacire ἀSordello ancora tui si dirnostra va Beatrice grandissim amore Dei tango bene si se cordavaia In ad ova velli ve ignore Con Sordet is eo Ia a Baronia

Mane aron in si e con grande onere tal. Donne m sala per se si stata Compito che u lo suo desinare ,

Le mense levate e portate Uia,

Signori e donne tuiti lor altare. Erano tanti quelli Sonatori , Che tu ita P aria face an suonare. Eranci di molli uo Cantatori Chi a Versi e chi mangoni ballava;

Sola Tro e placer u da vano tuli oti .

Per tre torni quella Corte durava Passato I tempo cias cun si ornare , casa loro lascia si ira Va Rima se Pier o Donne che ' mea Are , Mantova lui ornar si vollia ;Eccerino e Sordello no lanava. Giorni dieci steti , he non partia. Poseia licen I si se dimandare . A Manto con e Gnne tomis Otia Eccerino licen 1 si gli dare L Donne strande mente ingratia vari Presenti belbi si ila seco fare . Anche ter grande mente presenta VaRingratiandolo quanto lui poma Albrico percio simi gli donavaia L ' un' aI altro stra proferte lacia. Beatrice a Pietro si se an dare , a ta s. Donna molto proferia is Dicondo clara Aro seneta fallare E Pera obbligata per sem pre mae , Cho sempre e dove se comandar . IIo D de ' Eccerino incor si vae Da Pietiro, o a nelle donne si dicta , Prolaron ogli e hoe se pre 2 ia Pietvo eo te sine donne sir partiar Saria Pe Cavalier accompagno

Pensava deli' andata ovea fare. Che volenti eri fait Paveria.

i: Sindello stando in Pado Ua pensavabo praci an flata , che tui far debia Da Re di Francia, che molio ram Ust. In un torno Eccerino e lui stasia; Di molle os lor si agionare. Sordello ad Eccerino si dicta Vbi apete om io debba audare Dot e di Francia per promissione tui fati e Orria mi ono falυare.

Fino a cur a otio inrui andaro allore. Beatrice di de la mi audata Sorae ne che non se contenterae. Conυerra che per si a confortata.

Ecceri disse ch a te parte rae , di questo non obba dubitare, Che et I andata a consolerae. Confortando Sordet, che flebba an dare Quello cli'egli a prome sto attender Uoj iChe magetiore suo no non potria fare. Sordello disse, che gli era eran tota Lo suo ire come tu tost an da Ua , di sua an data teste in uona vota Ecceri disse , he en o forta Pa. Co fhibrico questo fati dicia. Albrico molio en si contentava. Sorde per latrice manda facia. Biatrice tost ii si s veri ut a Le donne ' Ecce no seco via. Per alti loro fu en rice Puta. Sordello aliora si prete a partare. Berarice ne lao cor fur combattuta. Io sono, o ea rice, per an dare Fin' hi g orna mi partiro , Lut o di Francia mi condiene andare.

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Mi raciomando ne l. vos, a graet . , che m aph a te eo debito am re .

sono di dolore tanto satia , Che mal mi οὐ bene conliolare. Attribuat ne cor non che faetix-Quelle donne a re se a confortare. Sordello ancora tui si te dici a Che toto si saria o suo ornare. Pur latrice allor si rimettia. Le donne ciet aliora si partire. Sordello co cognati rimania Venna ' giorno a Sordello di partir Eccerino ara dona gli facia

Pa utri or comi at si prendia. Con rigata accompagnare, Biatrice altro che plange non facia- Tolla a Mantava loro si arrivare. Pietro voga dro e tu Cittadini Pti Sordello gran festa si menareia Tuit gli omini e femine vicini Di sua venula face any allegrare. Cosi taceano an corcii fantolini. Sordello di orni: si si pensare, Alcuni compagni tui si trovava, Che seco volonti eri tuiti an dare. Fornit che fuci tui si canam in ava

Lombardi e li Monti si a flava Giunis in Francia a Trois di Campagna. Grande e bella si h quella Cittate, copiosa di gente e di gran famae.

Molli genti luomini a visitare

Loro induci per Olerio edire

Li nobili omini o ingraZiare, ut di loro si s ebba invitato Con sua rigata seco a desinare L altro torno, e questo non si fallato, Sordello di id molio ingraZiava. Era biso che esse lo suo andato.

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Sordello a lui ontradi non sapia.

Se non ne abete assai, ne tror eremo,

Hra attoglia com s debba fare, infra qua temo fare si delia

Giomi sei racior fur deliberate Che ciai cun dicior in punio si sia, Che os sano fare te oro ordinate. tre punt di ancia far tibia;

Alcun dicior non essendo conqui , Pol colle spade combat tuto a.

Chi alia spada restera conquisi Prigio deli altro ellere si deggia , ubi dient colla persona e ' viso Contente te parti che far si estgia, Diuoi caυalli ora arme si ordinava

Cia seu di lor a fatio proveggia Venne to torno, che loro a spetia Ua Ι sui campo classeu dicior venire Gran gente i luogo per edere an dava Quello, che con Sordello combattire Glachetio per suo nomo era chlamato Genti luomo e di grande ardire.

Le lanci in man cavalli speron avari l un ver i altro grande colpo dato. L uti e t altro licia valli volt avari Per uoler o socondo colpo fare. Le lanci in mant cavalli per nava. Vennersi ii Baroni ad incontrare. Gli seudi lari e te lanci speZZonne Lo cava di lachet per terra an dare. Glachetto agitardo in pie si levonne. Sordet iaci et to per terra edia . Gi da cavallo a terra si it tonne.

Gridando Sordei P a Giach et dicia :

E non mostrava punio bigottito, Sordello u colpo grande gli menava Glacheti a Sordeli un altro seria L un oci altro te sue spade adoprava. Sordello ancor vermi achetto si ia. Uno colpo gli die si grande e forte , Ch Grachelio per forZa a terra gia. strangosciat sta va come morte

Sorde tui corpo di iacti et si illare A i comi ag di lachetto dolea Orte. Sordello a Glachetto si ridare. Dicea : renditi, da mige gentile ,

Se tu uoi a me a morte Ichitrare

Ciachetio a Sorde con partare mile

Io mi rendo per tuo vero rigiove Da te conquis non mi tengo vile .

Sordello chiam ii suo compagno ne is Loro dice : Glachetto Uarmati Vedendo it Popolo e assa persone. In preseneta di usi u asu nati

Chia mare si ebbi per mio vigione. Iu gni pari, che ara Almandati Giachetto tutio fece a compigione. Ρolcia a cax alio tuiti si montonno. Con Sordet Pandonno senZa mancagione.

Al loggia mento di Sordei monton ΠΟ, tuti in siem di bella compagnia

Buon in evenno e confecti angi cano.

Sordolio a tuiti lor si proferi . mice a Giachetto, ch'ord debba dare Uuole ch in Francia seco an dare deggia Fornis casi di usi che bisognare. Mena compagni seco si pro veggia , Ch gli ara e regio ed ne re Sia quanto Voglia, ed a questo si veggia. A di che fur fornit te cole allore Sordeli emi achetto comi a prendia Da ciuelli genti luomini e Signore.

Ver Parigi lor cavat cando ia Non ceston no tanto di caualcare,

Che loro a Parigi si sera iungia. mella Terra si fecer o suo entrare A n' stello si furon alloggiati

E in quello torno niente dimosi rare. La attina a la Corte fur an dati Sordet, iachetto e la sua compagnia, Da que Cortigia ni molio uardati

Innangi e in die tro Sor sello si pia Lo Re aspellando , he vortis escesse . Tanto et te che orae si veni a. Con ut si era gran Baron e spesse. Sordello verso o Re uiri an dare Ginocchi a terra e capuccio si tres se. Ad

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Allegramente Io e salutare

Lo Re isse, e era Sordesso Allore Dissis di s . Ancor o di mandava. Sordes sevo senta dimore Volto te palle, e via se 'andava.

Lorae aliora io fece chianrare. Sordello di presente ii ornava. Lo Re allor li prese a partare.

Sordino a ui tale rispo ita fare.

Senta Corona, i o prehentare

ABDE

Presente I Re 'un 'altro promettia. Termi quin dici di ci Re si ava. Lo e Sordello a casa sua tolia E .iceva :li fare tan grand onore lui e a tutia a sua compagni a. Quello Re ignoro di gran valore Cib, ch' Sordello bilogno facta Fe forni tutio come da ignore. Sordet, che uo cavallo non avia, lorae uno ς' ebbe dimandato. Comand allor a che fornito a. Lo Cavalier, che ovea far 'ioitrato Con Sordello, Gris olfo nome avia, Fu a tempod'ogni cosa sua apprestato. In torn a Parigi novella gia Cometri solso si ovi a iostrare Con uti ordo Campio di ombardia. Parigi ias cun si tirare, Per esser a di per voler edire, Quale di loro meglio si portare. Lionei, Corrado, lachetto si dire. Sordello tuti l confortare questo punio ostri suo alire . Sordello a loros che non dubitare: Tal modo di combattere terrae, Ch Gri solso per sem pre vergOgnare. E che ancora si gli ricorderae Di suo ante l'ave va calefato Per gran vergogna che tui gli arae.

Venn to torno, che era ordinato,

Che a battaglia si se deggia fare Ciaseu di loro era bene armato Accompagnati e loro si andare, in sucio campo loro si mostrava; Lo e con grande gente lui si stare Ciai cun dicior de campo pigilava.

Gente grandissima era per Vedire. Le lance in an cavalli speronava. L'un ver altro ardita mente ferire.

Lui ' cava correndo, quanto Onno is Sordei loci suo cavat non caccia Ua. Di passo and ava, presso a ui an doe.

GYi soli con a spada' braccio alZava, Sordello a traverso O iglioe Speron to cava quanto potia Fuor di sella Grilolfo si tirod. Per fora su suo cavat lo mettia Nant a Recio ori a presentare Aline e clascuno gran alto paria. Gris olla di Sorde prigio si chlamare. Fu dilarmato A cavallo montava,

E con Sorde per rigione si andare. Lo

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Sordeli a Gri solio si di mandoe,

Syera corro ociungo lo suo mantello, Dicendo, cli acconcia lociara oe.

Grissi si vergo nava di Sordello,

Perche edea che imo effava; God ea Corrado, Glacheti', e Lionello. la cena orae fiat partava Di questo atto, ch'egli avea edulo, percio simi cias cun ragiona Ua. Dic ea, a fatio ma non avea lauto, che voleva n ornero ordinare ἐAllor ara Sordet tu conosci uto. Tost a Tornero ordine es dare. In ogni parte in torno si scri via. Ch a a termine to Torne si stare. In ordine gran gente si mettia, Per Volere a uel Tor ero venire Pes fama di Sordet, che tanto ia. In Borgoatia, e In ghil terra si sapim. Grandissima gente a presentaVa, Porcio Tornero e per Sordei edire. Lo termin de Tornero 'appressa Ua.

Genti 'in torno mincia Venire, In poc tempo gran gente arri UaVa.

Sordello allor lui si se fornire, Lionen Corra, lachetto in compaJnia, Anco Grisolla seco uolovire. una In segna tuiti inque forma, Ma tui da loro 'era divisatori Uno parviero in sucia veste via.

In due parti l orne la divisato. Lo Re se che tuti gli orditi fur dati. Ogni parte a suo lato stasia, Aspetiando li Tro etti sonati.

Lo Re , che tutio in ordine edia Leo rombe et Passalto se sonare. Cias cuna parte a ferire si gia. Sorde tra gli altri uno Leon pare,

Dando di qua di a chi ii tene. Quelli suo colpi gnun gli schi vera suoi pristio si porta molt hene,

Faticandos per aves o re,

Non parendo olers ne te rene. Grande bat timento di spade allore Inphiles molio e si portava. Sordet ava Scud ero e Signore Tutti' ferivan, n gli perdo Va.

Per o simile lui a lor facia; Ma trappa gente Sorde col gglava. Cias cun di non vogliacio feria Percti aveVa nome di Campione,

Per que iras Iali ordo compaguoiae, Grande mente lotati alia gente. Son la tromba Cias cun a i Ennone. Sordello pensa ella sua mente, A se condo affalto oler ostrare , S c sata isto, o e e sara valente. Mi suo prigioni molio confortare. Che accian uel che ponno di pulsan Za, Cheri' onor de Tomer debba atqui stare. Lor promettono, che senZa lallaneta Lo suo poter 'in tutio ad Opperia. Di questo si n' abbia ferma speranga. L altio assalto lo Re sona facia. Le parti arditamen te combattire. Lo Re a Sordello mente si mettia.

' deva lui di a di qua ferire, Et i suo colpi si grand Qui dare, Ch om uom da I suoi colpi fuggire.

BOrgogno e Frances si portare Ardita mente in a rotta seria Sordolio at cuni ven pono a tro Vare. Di grandi otte loro a lui assia. Erano molli tuiti 'un olire, Che 'l uos Sordello verilogna liliis suo prisioni, che questo edire Contra color seria ardita mente, Si che da largo i secer partire. Sordello e pro senZa Tancam n te Feria color', e gran colpicior ava, Che tuiti lor di suggi non son Sordello perses uendo li an flava, Come Lione quando e furiolo, Di qua dicia ferendo loro ava.

Un Cavali ere, che era an inios , Cercando a e Sordello tro vavari D averto trovato a molt tot olo. Lo Re che senarie Sorde to uardava, Lui id e t Cavalier, che conabat ita Gran iacere in suo an irino si ila Ua L uno e altro fera mente facia.

Ma Sorde to Cavali ere traecare, Ch gli mancava a forra e talia. Lo Cavalier a Sordello partare. Non posis pia Io sono istaec e lasso,

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eo indugiare allore, Da lo e med e a tui si diciar L esto a te omar, is uore. Lo Re presente comano facia

Clie o terro allatio si si lonato Che uello li 3 uello deli Onore. Ambe te parti ne o campo intrato Sordeir in meIIo a uisa di ratione, spada in mano forte a ripi gliato. Cridando ruggia a modo di ione:

Teate a ferire Cariatser valente.

Lo Re' puar lava con gli altri Barone. Lo Torne si in lorZa grande mente. La parte di Ordet 'altra acclava. Sordello a face ea gliarda mente. Ferendo forte di qua diu and ava. Cui ava n colpo, pili non ne volia A poco a poco gli uomini mancava. Lorae, che que ito latio si edia, Dicea con que Baroni: C he i parest

rili isti οἱ uom di grande scurenda Motui co a se a he='ado orare. Non vete uom a lui pari di fortineta. Donore des orner Iti s de dare, Com si persona P haram atqui'aio. Os s e vero, eri aut gli si Aee are. Uaroni, che' Re anno scollato, Tulli per una voce a Re dicia, Irono de Tornes a Voraeel si dato. Lo Re allor sona si facia. Le parti in die tro ut te si tirava. Sordello in m eZZo et attento stasia.

duo Baroni loro si ordinava, Chera premio a Sordello fosse dato,Perche molio bene to merita va.

Assor li Trombelli fer o ridato, Che 'l regio de Tornero dato si a Sordello, checi' hacten uad agnato. Tuit i Torneatori si dicia. is Di dar il preret a Sordeli e ragioneo tu ch'altro, hyal ornero stato sta, Lodandolo per u grande Campione. Lo Re e 'altra gente l'ac compagna Ua. Fugii latio un onor, come a Barone. Tutterae genti a casa lor tornava. Sordet, Compagni, coline remanire , Lo qua con grande onore li trat lava. Stati atquanti torni a vero dire, Sorde di ornar' a casa pensava.

Ma ea negliciosa cherio impedire. . XVII.

STando Sorde eo Re a solaZZare,

Lo Re a tui grand 'onore facia. Molto spesso seco a cena e pransare. Percio simile ancora si volia, Che a suo prigioni o I fatio nore. una camera a mangia loro talia Sordello si pensava lui tutiore ,

Come poteli prendere Omiato. Di domandario flava con timore Pure u giorno Vera deliberato , Licen et a Re voleua di mandare Due mes era ch a Tomer' era fato. Que d Inahil terra, quando tornare,

Gran partare di Sordello facia, Ch uomo 'armi mi glior non si trovare.

I simi que di orgogna dicia,

Cho non credean α'al mondo simit a. Que'd' Inghil terra, che questo ascohare, Edi orgo gna che ' sit nil facta Di a partare si maravi gliare. In mente ad ui ' Inghil terra venia E di orgogna 1 somi gliante, Voler pro var Sordei di ombardia In ordi si miser notabit mente D arm e cavalli loro si forni re

Ben accompa nati a Parigi ire Ad un stello loro si arrivava. et di orgognaci altro di venire. uelli tremi ovant in se me partava La sua faccenda in t altro dicta . Udito qui sto, inseme 'accordava. Que' ' Inghilaerra per suo nome avia Lis pard un, 'altro ilichin chi amator

me di orgo natauia sat si dicta

Di partare a Sorde pensi e facia. Presente irae Io volean invitare Di far attaglia, Paccetiar voti

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sera enuta piace gra demente , .

Se iuno di vo non ον, conqciis , CO te pari poscis combatterem . ilichino uard Sorde ne viso Rispondea che cili, non era a fare Perche Sordello liti saria conquissi: Come Otria contra re durare ZTroppo grande Dantaggio a tui faria,

aver combriter conore, e non restare,

Μ che termine et Re posta fia, Quanti giorni Sorde debba ofare, Prima tis seconda battaglia fia. Se per casta Sorde conquis restare Da primo G seconue o terZo compagno, Non e bilog eue Nili attaglia farct.

Sordello allor dicia : uso agno

Lasciate par a me, mi comentare Di combat te di compagno in compagm. In altra formacio non vos Ito fare. Se iis iace, reudete o partito , CN altramente non vo batta lia fare.

Zilichin e compagno enne s in Vit , Perche vide che questo a tui iacia. Sordeli accet id, non punio marrit L ordi de termine loro asia. Fin a diste di si debban forni re L Re lor comandamento facia Ciascuu di questo fatio ave a dire Che Sorde mal partito avo pigliat. Manche o Re si lo ri prendire.

elli re dacio Re e la compagnia, Quando lo Re face va que partato. prigiosi di Sordet ire dici a Che ui ave va res mal partito

Ciaseun a tempo fornito di vasta. Purcii rigio di Sorde dubita re . Ch ei non perdesse, avans tra vagii a. uella attagira, che si ovea fare, Era i divolgata in gni parte A qua tem p ta sit ove variare. cia scano se condo te sue arte, Onor evol mente uel di venire Per ede come si larebbe Marte . Non

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