Io. Baptistae Zannonii r. antiquitatum interpretis in Museo Florentino Inscriptionum liber singularis

발행: 1815년

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it drago che apparue in Aulide in tempo delsacri sigio sa).

Non importa trat tenergi sulla spiegaetione cliene da l' Italin glii, servendo sol risuriri a , perche se ne vena r improbabilita . Secondo esso rappresenta Ia pittura Menelao, OreSte, che porta via Ermione, e la principessa che si dimende

Il Sig. Fontani ne indo vina it terna, mn Shaglia ne i descri ver l'agione delia da mi gella, checrede trat tener i' aggressore , quand' ella pale Semente fugge impalarita , e net dichia rare la figura Scettrata , che interpreta per uno di quei vecchi Troiani, ii quale compassionando la Sorted' Elena sembri di prendere interesse per la di Ieiesisteneta . Se egit avesse avulo soli' occhio il

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citato passo di Quinto Calabro, non avrebbe certo potiato ravulsare in quest' u0m0 altri che

Agamen Done .

lissimo vaso di questa Imperiale Galleria di Fi-renge, pubblicato gia dat Dempstero si) , dat Passeri sa), e ultima mente dat gran Visconti 3). Il dottissimo Langi nella sua bella descrigione di essa Galleria avea spiegato te si-gure Che gono in torno at collo, lasciando te al-tre geriga interpretagione . It Visconti dissentida lui net dichiarar quelle , e vi agglun se ilcomento di queste. Intorno alle prime egit hacerto prodotia opinione piu probabile che none quella dei Langi, ma non par mi che abbia collo ne i segno sulla spie gazione delle seconde, credendo vi rappresentati Ippolito e Fedra. Ec-co Ie sue parole: La Storia si vede compartita in due gruppi, in uno Fedra col crine sparso in alto di irasporto, e di dispera zione dichiara air attonito gisvinetio la sua passione, assistita dalla nudrice . Neg altro e Inolito in abito da caccia , come appunto Son veStiti i cacciatori vel vaso im-

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presso nel Dempstero taυ. 47- con due corte lance O Venabula, e col pileo viatorio gellato die-tro te Spalle, che si sottrae con impeto dalle abominevoli istanete della madrigna , mentre la vecchia nutrice procura viva mente d' impedirnelo. Convienprima di tutio avvertire, Che questa nudri cedet secondo gruppo non Si Osserva punio ne i Va-S0 , e nem me no net disegno det Sig. Visconti. Lo noto perche ii mio lettore non me ne abbia a Chieder conto, se io ne taccio nella interpreta Zi0ne, non gia pel prurito di rite var lieve in av- vertenga nelle opere di que tringegno Veramente stra ordinario. Cogi mentre discordo da ess Onello splegar questa pittura, it D con animo sincero di soli Omettere a tui la mia opinione , Protestandomi, quando non gli fodissi, di ritrat tar-Ia. A me pertanto non pare, Che la figura virile, Cli'egii interpreta per Ippolito in ambi i

dei Passeri.

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piuti0sto di ricorrere a tui suppliche vole . Lam ossa dei pleni, Io svolaeteto delle vesti, i crini

in m0to, che tali sono ne ir originale, mostrario evidentem ente, che la donna e Cola giunt a Correndo. Si rivolge essa in die tro pur fuggendo neIl 'altro grvppo, e la figura colle dueaste Passale. Credo che di qui incominci lastoria, come in altri antichi monumenti, oveuguat mente la rappresentanga procede dat lasinistra alia dritia . Veggo dunque ancorqui e spresso Menelao, che va contr'Elena peris gare ii suo εdegno. Elena stegga a Jui sot-tratia si corre coi preghi ad Agamen none , mentre ai di iei unisce i suoi ta nutrice; ed ecco it goggetto deli' altro grvpp0. Non d raro che in antiquaria si proceda colmet0do di cui valgonsi i mate matici per i scio-gliere i problemi; i quali dat valor certo delle cognite traggon quel delle incognite. Cib or miavviene in dichiarar questo te ma. I 'abbia modi pinio in altro vago hamilt0niano sa); ma in talguisa, che non p0trebbe con probabili ta spiegarosi, seneta it paragone di quei che abbiamo sopi a interpretato. La pit tura e divisa in tre spartimenti. Nel primo, ed e quello a sinistra dello spetiat0re, e it gruppo piu volte Osservato di

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una giovi ne in se gutta da uia uomo con gladiosguainato. Neli' altro alia destra si osserva quellastessa giovine in alto pur di fuggire dalla presenga di una figura barbata vestita di tunica e

stra, a cui nello Spartimento di 1 ne et go una figura alata porge Un elino. Per l' Ibalinglii loduo figure dei se condo gruppo sono Anfiarao coli' abito e col basione da indovino , ed Erifile in alto di decidere a favore d' Adrasto, Che esso Anfiarao cloe vada contro Eteocle a 'reheingieme con gli altri prodi. Nelle ait re due figure dei primo grvpp0 ravulsa Eri sile stessa minacciata dat suo figli uolo Alcmeone, a cui aveail padre commessa la Sua vendetta. Lo Stesso An si arao d quel det mergo c0l Geni0 che glipresenta un elino, e lO fa risolvere a mori r vit-tima della data parola. Questa Splega Zione non pud ammettersi, perche la credula Erifile none certo in atto di giudicare, ina sibbene in queldi spavento e di fuga. Ma dopo cid che ho fat-to sopra osservare at mio lettore, egii ra vvisera Deli'un dei gruppi Elena investita da Mene lao , ne tr altro questa stessa che fugge da Aga men non e sbigottita at venerando ed imponente aspello di tui che te si mostra probabit mente per rim pro veraria; in quel di me ZZO vedra Agamen none Ste Sso, cui si a porto uia elido per

commissione di qualche Divinit, ; in quella

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guisa appunto che a richi esta delle lor madr1ebbero armi da Vulcano, Mennone Achille ed Enea si). Non ho nessu no antico scritiore, Cheavvalori l' interpreta Zione di questo e det gruppo antecedente; ma pDiche col paragone dei monumenti di sopra , e parmi Coti sicureZZa, spiegati si viene in chlaro di olascheduna figura; la composigione che paria ali' occhio, Come alla mentelo Acritiore, supplir dee alla mancanga di que-εto; tanto piu che una minima parte di cid chela da gli antichi scritto e a noi pervenuto. Io Sonpago pertanto d'aver m OStrato appartenere ad Elena tanti monumenti sin qui male spiegati, e

vinto dalle mie prove; cui certo da pego la ri-ssessione che i casi di questa mal augurata don-na cantati dat piu grande dei poeti , e da tanti tragici dovean anche richi amare a se Patien-gione dei dotii artisti den' antichita. I, V. Heync. ad Αe. lib. 8. v. 384.

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Menelao dipinte ne i vasi hamiltoniani m' invo-gliai di nuova mente percorrerne in Se Conda raC- colla di essi. Lo feci con molia rapidita ; en ondimeno te spiegazioni che vi agglun sero ichia r. Italinglii e Fontani mi persuasero assai me-no di quelioche fatio n0n avessero anni addietro quando letessi avidamente e Cora 908ategra in sulcominciamento de' mi ei studi antiquarj. Non ech 'io te reputi tuite false; angi non poche vone ho ravulgate delle vere, Spectat mente net ire tonat interpretati dat primo; ma rimpe-gno di voler spiegar tutio; it p0co O niuia paragone coi vagi tra loro, e con te attre antichitugia dichiarate dat dotii; il non molio studio in s0mma, Che da pertuito Chiaramente traluce, laemancanga d' indagini che poteVano, Se non tO-gliere affatio , almeno dira dat te tenebre diquesto difficit ramo d' antichita ; tutio cid e statocagione che l' opera non ha fatio come tante alti edi questa medesima epoca avari Zar 1 antiquaria. Non e gia che io aspiri a cid con questo tenuelibretto; ch'egli e opera di persone di me piu

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tamente illustra it Sig. Militia se) in cui e di-

ij I l Sig. Millin. si e assai distinio modornamente in questo genere di antichita. Molio si attende dat Ch. Sig. Vivenato , che da gran tempo si occupa in queεto

studio.

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61 lustrare. Se ei gli avesse spiegati particolarinen te, avria Certo ben fodissetto gli eruditi; ed ioben volentieri gii di essi taceret. Ma pol che nelia solo accennato r argo mento, e non vi hacompreso it vaso hamiltoniano riportato at tom. 1tav. S. si in che a me serve di chiave per potere interpretar gli aItri, mi permettera ilmi 0 letiore che per alcula poco io io trat bengasu di essi facendoli notare at cune COSe, Che non mi sembrano affatio inde gne d 'esser Considerate. It diiungarsi sulla e spostgione di questa faV0la saretibe uia voler ripetere inutilinente cid chene han det to gli antichi, en han dopo loro riserito con belle ogger vagioni tanti moderni eruditi a). Non p0sso perd dispensarini dati addui re te pa-r0le d'Igino che la riguardano, perChe mi e d 'uOpo far sudi esse breve ragionamento. Narra egit alla Fav. 165. che trovate Margia te tibie getta

te via da Minerva, assidue commeletando, Sonum suaviorem in dies faciebat, adeo ut Apollinem ad Citharae cantum in certamen provocaret: quo ut Apollo venit Musas judices SumpSerunt , et cum

ij Νe fa men Zione alla tav. 9. to m. I. p. 2O. n. 3.ma Sembra non averne ravulsato it terna Chia mando generica mente satiro quello che certamente e Mar8ia.

2, V. Ηeyne observ. ad Apollon pag. 2O. e i dotii cli' egli c1ta e a cui rimanda , come suole per laude 'volissimo costume, it suo lettore.

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jam narvas inde victor discederet, Apollo Citharam versabat, idemque SonuS erat, quod Marva

tibiis jacere non potuit etc. A me par chlaro cheper Ιgino incominciasse Apollo, e seguisse Marsia , e che Apollo Vedulosi vinio rivoliasse lacetra tirandole suo ri uguat su0110; lo che farnon potendo Marsi a colle sue tibie do vesse, Coli esser vivo Scorticato , pagar il fio δ' averes fidato it Nume si) Ma se non tro vero ΟΡ- positori netraver cosi intego Igino, polrd in- contrargit ne lPaver spiegato ii versare citharam per rivoliar la cetra contro ii parere det Salmasio sa) che gl08sa : Apollo citharam verSavit, dum ad aliud modulationis genuS citharam accommodavit, et temperavit. M a se Apollo muto a cosi dire ii registro, come pote dire Igin0: idemque Sonus erat δ Cio non a V verti quel gran letter to e non to avvertirono i dotii Commentatori d 'Igino che ad otia rono Ia gentenZa di tui, sebbene cogi intendesse Igino anche it glos

t unque sembri far plauso uir opinione det Sal

trasto. V. lib. 3. p. I 34. - 5.

2, Exercit. Plin. pag. II9. 3j V. Notas Munckeri ad Hyg. fab. cit. 4, Observat. ad Apollo d. p. 2S.

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