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Wil VI llis distruiti. Entrato Egli nella Casta vide dice Abulseda, se te statue con essigie di An-- geli , e la figura di Abraamo avente in se mano te fieccie in alto di vibrarie , eis disse : Gli perda Iddio ; hanno fatio coinsi storo ii nostro Vecchio in procinio di vi- ,, brare te freccie; che ha da fare Abraamo, colle fraccie Z Indi comando che sesserose distrutti tuiti quei simolacri : it che fu,, Oseguito a).is Q vel Vecchio colle freccie
non figurava Abraamo , ma ii Dio Hobeι Maometto mi a capriccio, o per qualche sua politica mira, volle chiamulo Abraamo.
Siccome it Templo delia Gaba, come sie detto , era it luogo piu sacro che avessero gli Mabi gentili, quindi Ogni anno datuite te hande ventuano de' pellegrini alia Mecca per visitare ii detio Templo, e i D lubri vicini: per la quat cosa la Citth del. la Mecca divenne famosa , come Delso perr oracolo d'Apolline. La custodia dei Templo era assidata alpiu rispellabile soggetto. Per tanto nella piarimota antichia iurono padroni delia Casta
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Corassici discendente da Ismaele , dalla qualTribu nacque ii Pseudoprosela Maometto , che perb chlamassi Grai cita . La sollia per tanto di Abi Ghabsian pasib in proverbio presso gli Arabi, onde dicono lis far min Abi Ghabsian, per significa. re uno che in vano si pente dopo it mal
in sebbene tuiti gi' idoli sessero stati da Maometto distrutti , non ostante ii culto delia Caata , ossa dei materiale delia Casa, su dallo stesso Pseudoproseia consermalo; con oggetto pero diverto , diretto cloe a Dio , ω ai Patriarchi come amici di Dio;
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culto rimasero net loro vigore , ed at presente con tutio lo scrupolo dat Maometiani si osservano. Maometto medesimo te osservo,
quando r anno X deli' Egira, ultimo di suavita , da Medina venne con gran seguito in pellegrinaggio alla incca. Questo famoso pellegrinaggio di Maometto coia dagii Storici Arabi lo riporta ii P. Marracci nebla Vita di Maometto at cap. 27. si Entrato ei dice ) nella Mecca inoa ,, metto coi pellegrini cammino in giro sella
se volte Sintorno alia Gaba , cloe , tre,, Volte correndo , e quatim volte a passo
se lento . Visito di pol i monti Sala , e,, inrua sa), e la Valle Mina, ed ii monis te Arafat , ove parto at popolo ; indi, visito gli altri luoghi sacri , e sece po-
se scia ritorno alla valle Μina, ove secondo
se ii consueto geliὁ dietto se spalle sette pie is tre , colle quali lapido it Diavolo. Farus to questo immolo gli agnelli , che se-
ω co lui aveva a tal oggetto condotti: se is sinta tre per mano sua , e trenta stite se da Ali strono immolati. Terminato iles sacrificio se ne ritomb alia Caaba , e,, come prima gird intorno d'essa sette voloes te ς bevette poscia dely acqua estratia dat
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se poZZo ZamZam , e ri tornossene alia Val. si te Mina, ove dimord tre giorni, ne' qua-- li Ogni dὶ passeggiando seite volte geti is va contro ii Diavolo ire pietre. Finalis mente sece ritorno alia i Caaba ; giro disi bel nuovo intorno ad essa sette volte , e,, cos1 termino la Visita , e se ne ritornosi col suo seguito a Medina. DLa visita delia Caaba, di Sasa , di Merua , e dei monte Araiat colle descritie cerimonie dei corso or veloce , or tardo ; ilgettar te pietre , l' immolar te vittime , edit bevere deit' acqua dat poZZo Zamzam erali rituale degit Arabi idolatri , quando veni vano in pellegrinaggio alla Mecca per lavisita dei Delubro suddetto, come attesta ilcelebre Storico Abulseda presso it mio Pro. zio Giuseppe Simonio Assemani net Chron.
Orientaler Peregrinabantur ad damum Μαω-
nam , eamque vistabant , oe circumibant , currebant , o conssebant in locis omnibus ,
ubi id fieri flet , lapides quoque iaciebant ,
dic. or questo rito medessimo teste destri t. to , coi massimo scrupolo si offerva at pre, sente da quel numero immenso di pellegrini che vanno alla Mecca. Qui per tanto sese giugnem una breve descrigione di deita Citata, e dei Templo tralia dat celebre Geogra
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is ob ata Caicaan . Le fabbriche delia Cit- ,, tu sono in parte di pietra lagitata , eis trasportata dat suddelti monti, ed in pa ,, te di loto. Ha poche piarae. Nel meraciis delia Citi, emesi la grande Moschea diis serma circolare , net di cui mrago eis siluata la tanto celebre Crata. E' questa is una Casa quadrata, Iunga at di suori dais oriente ed incidente a 4 cubiti, e la is ga da Settentrione e Mezmgtomo agis cubiti , ed alta a 7 cubiti . Dalla parteis orientale e r ingresso, ma la porta ε abis ta , o per dir meglio e distante dallari terra quanto l'alteam d'un uomo ; nelis di cui angolo ἡ siluata la famosa Pietrari nera. Nella parte mi di Mezzogiorno is contiguo alla Casa seddelta, ossia allais Caata, ε una fabbrica rotonda iunga Io,, cubiti , dentro la quale si custodisce conis Emma gelosia la Pietra bianca , che peris tradigione i Μaometiani credono effere
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se Non riuovasi nella Mecca altr' acqua corrente , che quella salta condurre da una vena molto lontana dat Caliis Almoctader Abbasida : per altro e plena laCitia di poetat, di cui perd I acqua e salsa es amara , e la meno ingrata si ἡquella dei poetao Zamram, che si beve solo per divogione . In tutia la Cita di Mecca non si vede in Albero di buonisrutti , ma bensi molli Alberi silvatici ;pero i luoghi vicini la provvedono dilutis it bisognevole, ed anche di formem
to, ed altri grani, e legumi o .is
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4ῖll xxxIII la to infelice ; laonde , soggiugne ii seddelto Autore , it Principe della Mecca ha fabbricato un Castello tre miglia distante dalla Citta, ove per P ordinario risiede, e doveha fatio trapiantare delle Palme , ed altri Alberi stultiferi sa).Ιl culto degit Arabi non ristringevasi sol- tanto at Templo delia Caaba , e de'luoghi vicini sepra destritti, ma clascheduna Tribuancora avea , come asseriste Gregorio Abul.
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Pseudoprosela Maometto di varj idoli ad rati dagii Arabi fia egiandio menZione net suo Corano. Nella Sorata LIII, che ha pertitolo: Nogem, cloe sella , vers. I9, dice: Che vi fembra di Allata, di Al-Οgra,e di Manata b)ὶ Di Allis si1 e favellatodi sopra : Ozea significa potente, robusa r anat pol benche sosse dagii Arabi adorato col nome di semmina , e perd ii mede-smo che meni I nume che si adorava neli Armenia, e nella Frigia at riserir di Strabone , e di Iamblico nella vita di Pilagora, presso il Groetio in S=nostis Criticorum , citato dat mio Proetio Gluseree Simonio ne lGron. Orient. pag. a 3 3: ed e quel desso per mio avulso, di cui paria Isaia Proseta alcap. 63, ove si legge: si Et vos derelinque
ca 'dasi Assem. Chron. Orientale pag. 2 3.
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εθI xxxv liis is tes Dominum , obliviscentes montis san-h ctitatis meae , m utina inibo 'fi met priis 3 CU uo, parantes Gad mensam, & imis plentes Meni libamen. L' Interprete latinopero traduce: βui ponitis Fortunae mensam , libatis super eam. Gad , che S. Giroi mo interpreta Fortuna , lo splega Rabbi Moseli presso it Pagnini per Gime. Nella Sorata-Noe LXXI , vers. 23, senis