Saggio sull'origine culto letteratura e costumi degli arabi avanti il pseudoprofeta Maometto dell'abate Simone Assemani ..

발행: 1787년

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teli XXXVI ll3, pero chi amasse d'essere maggiormente informato di questa materia , legga te citate

erudite opere.

Sin qui si e pariato degit Arabi idolatri.

Ma non erano pol tuiti , avanti it Pseudo- prosela Maometto , idolatri ; che aneti classicurano te storie Arabiche , che molle Tribu erano Cristiane, e vi erano di quei, che aveano abbracciato it Giudaismo. Nella

Cristianesimo , ed in parte nella Tribu di Codaa. Il Giudaismo si proses ava nelle Tribu di Hamiar , di Beni Ken ab , di BeniisLHareth , e di Beni Xandab. It celebre Storico Gn Cholican nella Vita dei famoso Poeta Abulola se menalone di tre attre Tribu , nelle quali fioriva la Religione Cristiana , cloe te Tribu di Basea , Tmnuta , e Thaghiab e erano pure Cristiani tuiti gli Hiresi ; ed ii celebre Lessicografo GlauhaWis ci assicura, che in o.

hi di dise e Tribu si fono conGenuti in Hira Hirtha) a professare si Crisiane simor e fori se non fu mai estinia la Religione Cristiananeli' Arabia, dopo che lavvi annungiata dati' Apostolo delle Genti ad Gal. I, 17. . Ce tamente per testimonianaa d' Ismaele Abulse da a

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men vi erano molle Chiele di Cristiani ,ed anche Osul lix, vi rised ano de Ves i. In Medina pol si trovavano molli Cristiani ed Ebrei, come ne fa sede

Selaher Settanio.

Ma la Religione Cristiana si mantenne pura ed illibata neli' Arabia sino ali' Eresio insorte neti' oriente , nelle quali Eresie si

tem di Maometto tuiti gli Arabi Cristiani , erano o Nestoriani , o Giacobili , equesti ultimi, come riserisce Sciaher Settanis, erano in maggior copia. Una gran parte ancora di Arabi prosesso it Sabisino diche vedasi ii d'Herbelot BAL Orient. nella voce Sabi . It celebre Niebitur nella sua descrigione deli' Arabia Felice dice, che intuito ii suo viaggio in quella parte non havedulo alcun Cristiano originatio dei luogo, ma henia molli Ebrei ; per lo che sembrache la sitia di Maometto abbia estinio inquelle parti it Cristiane simo , a segno clienon v' e rimasta neppure una sola famiglia Cristiana .

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q. III.

oelia Scienza e Leueratura degis antichi Arabi.

Ι Moderni Scritiori orientali considerano gli Arabi in due stati; il primo lo chiam, no a LA aia Ha Algi ab aliis, ossia satoae Ignoraneta, e r altro Ausum , cloδdeli' Blam fmo: questo ebbe principio dat Psem doprolata Maometto , e quello comprende ii tempo anteriore. Ma la voce Aliabaliae, vale a dire Ignoroza, qui non significa Uomo senZa lettere , e privo di Scieneta , maselo privo della conolceneta dei vero Iddio; e percio tuiti gli Arabi avanti Maometto si dicono vissuti neli' Ignorona , ostia nelle tenebre deli' Idolatria . Io di questi favelle-rd , poiche delia Scieneta e Letteratura de-gli Arabi dopo Maometto , . offa nello suo destilamimo , molli chiarissimi Vomini hanno dissusamente traitato. Ismaele Abulseda presso it mio Proeticis Chron. Orient. pag. 237 asserisce : Sciem riae eorum cloe degit Arabi antichi ) erane Genealogia, Aptrologia, Chronologia, oe Somni rum interpretatio: e Gregorio Abulsaragio

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lo stato d' IgnoranEa era lo studio della propria lingua , la poesia , e r oratoria : osservavano ancora con assiduith i senomeni della natura , ed ii corso de' planeti. Ecco leste parole tradotte dat Pocockio : - Erudi-- tio autem Arabum , cujus gloriae praeciis pue studiosi erant , haec erat : linguae suaeri peritia , sermonis proprietas , carminum o textura , & orationum compositio. Notiis etiam illis erant stellarum ortus, & Οcis casus ; item quaenam ex illis oppositae,, sint, ut oriente hac, illa occidat , quamis que in pluviis excitandis vim habeant ;is quantum quidem summa attentione , iari diuturna experientia assequuti erant, squod is scilicet hanc rerum istarum cognitionem is vitae ratio illis necessariam faceret non se qua vera scientia acquiritur methodo is a).

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eal XL llis Per la quat cosa gli Arabi non erano iii

questa parte di Scieura e Letteratura inseri ri alle piu colle nazioni antiche . Cib chepol soggiugne ii seddelto Storico Abulfar, gio : si Verum quod ad Philosophiae sciemis tiam, nihil ejus admodum concesserat illisse Deus , nec eos ad haec studia idoneos se

se cerat se - ; si deve intendere delia

Filosofia Greca, che a suo tempo s' insegn, va , di cui gli Arabi non ebbero cogniZi ne, se non se nello stato deli' Blami o , cloe dopo te loro conquiste. Per quello che spetia alia Poesia ed Or,toria , e comune sentenZa de' moderni ScriNtori, che gli Arabi antichi sossem eccelleruti neli' una , e neli' altra . Il S adio presso ii dotio Alberto Schullens dice, che. t L, It x, L. Iss Olc L.

gli Arabi anticamente non means

afferma, che la poesia frema anticamente in Logo di Commentari , per cui s confervor

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sullodato Alberto Schullens dopo aver rim.tracciate molle memorie della Letteratura

degli antichi e moderni Arabi , prorompecin queste parole : in ne quidem foecundissima illa ingeniorum Graecia tantum numerare queat Oratorum , oe Poetarum , quantum Arabia tam ante , quam ps Mubammedem percenset. In Praefati ad Monument. Vetust. Arab. Lugd. Batav. I 4

Due modi di ragionare , dice ii sullod is Gelaloddis , erano in uso presso si ant, chi oratori Arabi; r uno chlamavasi uri Manthur , e l'altro Momum : questo secondo a deita dei Hrduzabadio , era ri s mico, di cui mollissimo se ne diletid Mao- metto nel compone ii suo Alcorano. Ionon mi sermer5 a dimostrare quat sesse la1 loro eloqueneta nel bel dire , perche di es sa , per fatalit1 somma , non ci ἡ rimasto vestigio alcuno ; e sottanto sappiamo it no- me di alcuni de' pili celebri Oratori , come Cosso , e Scibo nisi . ad Ogni modo dati Alcorano si pia giudicare dello stile di que' rempi, cloe , che nori d' una certa elegam

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non areano gli Mabi, ne melodo , ne mgola , ne arte oratoria net loro ragionare . Quindi avviene , che tanto dissicile rendesila versione det Corano in attre lingue ' mitiche non e che un ammasse di scelle par

le , di bellissime fiasi, di proverbj, e semienae degli antichi Arabi ς il tutio messo alla rinsua , senZa metodo , seneta regola , seneta connessione sa). In prova di cib λς giugnero qui uno de' pili eleganti Capitoli det Corano, cloε la Soraxa CXI, che ha per ibtolo AI iamo sit Sola , colla letim rate interpretagione dei celeta P. Marracci .

Diuiti se by Coosid

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Per Noctem cum occultat eum,

Per Caerum , O qui fabricamis illud, Per Terram , ct qui expandis eam, Pre Animam , ct w: adaequavit eam, Et inspiramis illi iniquiratem ejus , o

pietatem ejus 'Iam felix es, purificamis eam, Ε, jam m; ferrimus est, qui corrupit eam. Mendacii in simul erunt Themudaei ob su perbiam suam

Cum accurrit miserrimus eorum, Dixitque eis Legatus Dei a Camela Dei , oe potus ejus 'Et mendacii arguerunt eum , s perem runt eum, o Dominus eorum Ob

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Et non timebit redditionem viris ejus.

or dati' interpretagione di tuita questa Morata ben chlaro si scorge lo sconnesso, e l' i regolar modo di strivere ; con tutio cib unArabo la lene con placere , perche gustat' eleganga delle fiasi , e r armoniosa caden-Za riimica . Ι sette primi versetti sono autrettanti giuramenti , che it Pseudoprosela Maometto is fare a Dio per ii Sole, per laLuna , per il Giorno , per la Notte , peril Gisio , per la Terra , e per r Anima , ossa per r Uomo ; coi quali giuramenti protesta che saranno felici coloro, che avran no P anima pura , ed illibata , ed infelici quelli che l'avranno coi delitri , e peccati macchiata : indi vi aggiunge una semma empieta , cloe , che Italo ispiro ali' animat' iniquit, e la pieth ; e finalmente termina coli' accennare una favolosa istoria tralia dat proverbi degli antichi Arabi , vale a dire , la distrugione dei Temuditi. Questa Leiteratura irregolare termino do-po Maometto , cloe dopo te conquiste de-gli Arabi , come avverte ii nostro chiari Dsimo Casiri. Itaque ei dice ) recentiores Arabes rerum potiti gravissimo huic incommo-

tum Diuitiaso by Cooste

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tum volentes , fludiose conquisitis Graecorum libris , felecta Rhetoricae praecepta in Arabi. cum sermonem transtulerunt, eaque suae lingua indoli accommodarum. Bibl. Estor. Part. Ι , pag. 49. Vengo ora colla stessa brevi ta a favellare delia Poesia antica degit Arabi . It dotio Lessicograso Giauhario fa menZione d'un celebre Foro, dove tuiti gli anni si faceva ilMercato per un mese. A questo vi conco revano non solo i Mercatanti Arabi , maanche i Poeti, i quali improvvisivano a gara provocandosi r un r altro i: Commercia agere oe carminiis bus recitandis alii alios gloriabundi provocare.

Pocock. Specim. Hist. Arab. pag. 139. E percio , dice Firauetabadio , per tali garee sfide poetiche ii detto Foro su chlamato

Kanu lata mun , cloe gloriando certabant.

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