Gasparis Aloysii Oderici Genuensis ...Dissertationes et adnotationes in aliquot ineditas veterum inscriptiones et numismata. Accedunt inscriptiones et monumenta quae extant in bibliotheca monachorum Camaldulensium S. Gregorii in Monte Coelio explicat

발행: 1765년

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Nune Saliaribus ornare Pulvinar Deorum Tempus erat dapibus Sodales , a Turneb. Adv. notollo it Turnebo a , seppur non erro . Anzi preteseit Minutolo, che quei soli chlamar si potessero vera mei te Tempi, ne quali vi avea it Pulvinare et Illa vere Templa diei, in quibus Pulvinaria essent ; quare eum Drusiae s L AA. R. Templum confisuit Caligula, facim Pulvinor o Zeu sb) .pat i . . Lo stesso affermo it Fabretri G , presIo cui tergo estersi ' delia Bellona Pulvisensit, per denotar quella it cui Tempto godea it Pulvinare . Che che pero sta di queste osi servagioni, che Pulvinare sia itato uiato per Templo tol 'ho per certissimo , quindi facit mente mi persuado, che Quintiliano, com' i O dicea, non altro in te esse per Puia vinare dei Sole, che it Templo det Sole, Che un antico in Tac. an. V. nlabbe rammentato da Tacito cM , presso it Circo : Propriurique honos Soli, eui es vetus aedes apud Circum, e forse anChe net Circo medesimo una piccola Cappella, o Temit .de Μ di cui parta Tertulliano se : Ciretis Soli principaliter' R 7' eonferatus: cujus aedes medi patio, o effigiei de fas

gis aedis emicat , quod non Rusaverunt consecraudum

sub tecto , quem in aperto habent. M a se cosi e , ii NAvinare notato nulla nostra Iscrizione , tui altra cosa es.ser dee, e non altro per mio avulso, Che quello det Cimc Massimo . Se ian Pulvinare da questo ditiinto vi fosse stato, Tagion volea, che se specificasse ii luogo, e ii no- me, questa omissione inella nostra Lapida non mi lascia

dubitare , che di quello det Circo non si parti, ille solo

essendo in Roma , era bastantemente di segnato anche

che bastantemente v 'abbia pariato . Ueggiam O ora i 'altra delle cose ch 'io mera pressio ei cercare , vale a dire, quat sorta di fabbrica fosse, quale ne sesse i 'uso, e d 'Onde tra esse un tal nome. Imprela assai piu malage

vole,

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vole . che non la prima, pur non pertanto, io mi la a tentaria , non perche mi lusinghi ci accertar nel vero , ma per vagheZEa di e minare con esso voi, quanto imtorno a cio valenti e dotii uomini anno lasciato stritto, e di cui pago non se Chyamarmi . or in primo luogo mi si se innangi l'Argoli . cheillustro con note ii libro dei Panvinio su' giuochi Circensi.Sembra egii abbracciare l'opinione di Coloro, chevoltero essere it Pulvinare un luogo d 'onde s'avviasse Ia Pompa, o come noi diremmo la processione, ehe net Circo si conduceua , ne 'solenni festi vi giorni , e che te Statue degli Dei , che in tali pompe portavansi, qui si fermassero snla tanto, che la Pompa s'incammina va ca) 2 I eοῦ. lud'Sunt qui eredunt Pulvinar Ioeum fuisse, e quo Pomm in eap. 7. Greum allata procederet, vetati enim in Pulvinariis Templorum Dii ibi eonstituebamur , donee Pompa procederet; Deum tamquam πασταγριον dixeris . . . fuem locum Secretarium Paulinus nuncupat ..His Deus es veneranda penur quo conditur quo Ponitur alma Sacri Pompa miniserii. Nostri Saerisiam τοeans cte. Ma se eost fosse ii Ptiis

Iua Velabra solent in C reum dueere Pompar Nil praeter Salices Crassaque Casus fuiς. or se dat Campi doglio partiva la Pompa , sut Campido-glio doueano vnirsi te Statue degli Dei, e quivi in alcutaluom tenersi potate , e serme, snche arrivasse ii punio

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num. 38.

cli prendere it polio a loro cestinato , che fu i 'ultimo, come dice Dionigi : Psremum in Pomsta locum obtine- Bavi Deorum Simulacra , quae hominum humeris portabantur , quae tales habebanς formas , quales apud Gras eos fluuntur , ct eumdem habuum , eadem insignia , o

munera , quae ab eorum uuoquoque iuventa, o hominibus data traduntur: Or que ii O luogo non altro a mi ocredere , Che uno di que' parecchi Tempi , che eranosul Campi doglio , e nulla , ha Che fare col Puldinare . det Circo. Dir si pol rebbe per avventura , che Pulvinare laquei luogo, ove te Statue , e Simolacri portati ne i Circo si ripone vano, terminati che fossero i Giuochi . Mano, Che per mio avulso in tuit' altra parte nori det Circo doueano te Statue degli Dei cullodirsi, e riporsi- E

nita non si a di grave autor ita , richi amate vi alia mem lib. m. ria, cio he letto avrete in T. Livio sa), avvenuto lanno 13a. net Consolato di M. Servilio , e Tib. Claudio Nerone, aliorche rigonso, e Crescitato per Ie smi rate pios gie it Te vere , inondo delle sue aeque ii Circo Madimo, cosicche do vendo si celebrare i Giuo hi Apollinari , Convenne altrove intimarii, come segui in fat-ti , ordinandosi, che la Pompa si portasse at Templo di

Venere Ericina posio suori delia Porta Collina . Se non Che com inciata questa appena , te acque inondatrici die-rono volta , e libero lasciando it Circo cola volto lata, Pompa it suo cam minor Ludi sollinares Circo inundato extra Portam Collinam ad aedem Eucinae Veneris parati sunt. Caeterum ludorum i o die serenitate sub to orta Po a duci coepta ad Ponam Couinam , sed revocata deductaque in Circum es , cum deeessisse inde aquam nuntiatum esset: Che in questa Pompa mancassero te Statue , e i Simulacri de' Dei Livio nol dice, ne vi e co-sa , onde posse a s Cura mente argomeniar si ; vi furono dunque. M a se Cio c. sorga e pur dire , Che non net Cir--co , ma suori di esso in altro separato luogo si tenessero ripolie quelle Statue c Simolacri, che in si fatia occasione

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easone si soleano porta se, e sorse quesio luogo ove esses custodi vano , non altro si che ii proprio Templo dictastuna delle Delia, che erano nella Pompa Condolle. Puo citi rica vars da Dione sa) , che partando det C - io, o Thensa , come hiama vania ciella Dea Minerva strive, che net rimndursi dat Circo at Campidoglio, overer teltimoni anga di T. Livio μ),e di Plinio si , ebbetin Templo, si ruppe, e Darasio et Thensa Minervae ex Cireo in Capitolium eum esset redueenda eo racta es. Fuori det Circo dovet te essere ait res i ta Thensa di Gio-πe , tergendo presso Suetonio d): Nuntiabantur oe ex Urbe praesagia , Neronem diebus ultimis monitum per ietem , ut Thensam Iovis Optimi Maximi e Saerario in Domum Ues assant, ct in Cireum deducerer . E conragione avverti ii Cardinat Noris se , Che ni una Statua vi mane va net Circo , suo ri Che quella di Castore, e Polluce . te attre tui te rit orna vano a loro Tempi terminata la Festa IV. Due diverse opinioni porto it Reineso sul Di re nello spiegare che fece la Lapida di Giulio Epasea . E prim ieramente stimo , che it Pulsinare det Circo ii luogo lasse , ove ne' festivi gloria i , e ne' s leno i Giuochi, s e sponessero te Statue degli Dei . Pu vinare intelligi potes, de fugestu, Crepidise, projectura , in qua Deor- inmutaera proponebantur δε- Iemuibus, ad quam supplicationes fieri solebanς cI Al Reinesio si uni lo Schessero ta): Fuit autem Pulvinar Ioeus peculiaris in Circo , ubi ite deductae Deorum imagines solebant in pararis ad id lectis reponi: Sic exponis G abonas ad Suetonii Augustam eap. quinior orcomeche questa Spimaaione polia in qualche modo ap-

porgiar si silli' autor ita di Festo , presso cui leggo sis) r

Thensa vehiculum argenteum , guo exuviae Deorum tu dis Ciseensibus ad Pulvinar veheban ur : Due Cong hietin ture tuit avia, mi si presentano , che la Cottoro opini ne total mente distruggono. E prim ieramente per testimoni anga di Suetonio di sopra recato , solea Augusto,

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so , ma seco Lui, e la Moglie , e i Figliuoli . E' egli credibile, che citi facesse Augusto, ove te Statue , e i Siis molacri degli Dei veni vano poste , e non piu tosto in lilogo separato, e meno ingombrato, da tuiti quegli ar-redi , che colle Statue doueano accompagnarsi per render te piu adorne e maestose t In secondo luogo, se i p chi avvangi , che dei CirCi Romani, Ci rimangono , cine basii ritie vi, o nelle med agite scolpiti; e clat Panvsenio. Fabretti, Mont fauCon , ed altri riportati , i fa

clamo a considerare , no i vedremo ,. Clist Are , Statue ,

Colonnet te SC. t ut te erano distribuite , e Collocate suquel lungo muro, che divi dea it Circo . e a lungo delquale cor revasi , che se duita tapina dat Pan vinio, perche cosi chi amata da Cassi odoro sa) , Come noto ii MaD sei riserito net X. Tomo della Storia Letteraria μὰ .. Quindi puo. argo mentars , con scurra Za , che questo muro , o quella vina era it luogo destinato a porvi te Statue. de' Dei in mostra, e dat citato Massei su ait restosservato . Quindi anche argo mento , Che Festo nelle di angi per me citate parole, nul altro volesie intendere per Pulvinare, che que' ta volati , o basi, ove te Statue collocate eranci sulla Spina . V. Ma ben piu stra vagante si e a mio credere, Iase conda delle Spiegazioni recate dat Reincto . Pretendequesto dotio Antiquario , ma non sem pre nelle sue Spie-gagioni selice, che per Pu inare deI Circo poma intenderit ι' Ara Massina d' Ercole . o anche t 'ara di Giove Inventore: vel etiam de Ara ipsa Herculis, quae o Maxima , ct Vovis Intentoris in Circo Maximo. Io non so, se qui it Reinesio voglia, come pare in . farti , Che unaeon stella si a P ora Mastas , e l' ara di Giope Iuventore. It Salmasio ce) sollenne questa opinione con t 'autoritaprincipalmente deli' Anonimo de Origine Urbis Romae presso cui legges: Tum Recaranus , cloe Ercole, sub Aventivo Inveutori PaIri Aram dedicavit, appellavisque

vit. Io non vo qui sermIrmi a consulare questa , per mi Oavviso , falsa opinione , to patre i sorse age volinente ἔ

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ma non e questo ii mio assunto . Una , o due che scsse ro , queste Are, furono suo ri det Circo, e in Ouali helontananeta da ello ; Ove che it Pulvinare effer do vel tenet Circo medesimo per potervi Vedere agi ata mente si Giuochi. come in fatii ve gli vedea Augusto. Le suppongo dunque divise , e distinie , seCondo la piu Comune , e veraCe opinione, e dico, che in elle non ph:o rav- visarii it Pulvinare, dat quale Augusto godeva de' Circens, perche esse eran Dori det Circo . E per cominciare da quella di Gio ver che Imra dedicata da Ero te a que ito Num e sotio it Titolo d' Inventore , allori heri tro vati si ebbe i huoi rapiti gli , fosse suo ri det Circo, e non dentro di esto, o at medesiimo unita , Ce ne assi- eura Dion igi ca) : Luumque eaedem aqua Iumiuis explosset prope locum eum Aram Iovi Inveritori I MIHI, quae Romae es, ad Portam Trigeminam . Se prelso la Porta Trigemina, Come Ci dice Dion igi seguito dat Martiani. e da altri , fu i 'Ara di Giove Inventore ; ovunque vortia sipolia la porta sud letta , che luogo non e qui di en trare in antica lite , quelia Ara presso di essa fabbricata ,su dat Circo, o poeo. o molio lontana , Come to su laporta ; e conseguente mente in sito da non potervi vedere i Giuochi. It limite v uol dirsi di queli 'Ara , che Mossima si disse , e retia da Trcole a se siesso , se Credi amo a ProperZio bD. Maxima , quae gregibus devota est ara repertis Ara per has inquit Maxima facta mauus

e ad Ovidio se :

Consiluisque sibi, quae Maxima dieitur , Aram , His ubi pars urbis de bove nomen habet. o angi ad Ercole, e retia da Potigio secondo Uirgilio cd Primurique Potitius auctor ' β' Hane Aram Deo jΤatuit, quae Maxima semper Dicetur nobis ct eris quae Maxima se er. o da Evandro secondo Dion igi: Evander primas Heremiam divinis honoribus pisavis , aramque , strae nimia festinaxione ex tempore factam , las erexit . ct supra hanc

diuvencum indomitum mactavis, . . . Hercules Pero Leu

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m. b. 413

iis illius hostialitatem admiratus epulo populum exeυtἔmactutis aliquot bobus , ct decimis ex reliqua straeda exemptis .... Ara Bero supra quam Heν les Decimas obtulis , a Romanis Maxima voeatur , esque prope Forum quod Bourium appellatur: Cominique si a di queita variet a d 'opinioni, ly a Mase a o su ne i Foro Mario, Co- me virole ovidio , o prelio at Foro , Comedice Dion igi, viCino, se si vuole, ma non pertanto suo ri det Circo, e da ego separata , contro a quanto pretendea it Rein so, che olire a eio, non risset te per a entura , la sco ei a cosa sere e stata, che Augulto, dati Arae O di Gio v

o di Ercole , con Ia Moglie, e co' figliuoli scisse peltatore de Giuochi, quando anche quella lassero state uel

Circo a

VI. Ma tempo e ormai , che doro Ie strui omnioni , alauna cosa io vi dica , di quello, che io siesrine penso . Vero e , Che quanto secit cosa fovente egit Eimpugnare te altrui sentenge, ei de la sondamenti ap- palustre, se cui esse si appoggiam, attret tanto e dissicile, Io stahil ire it proprio sentimento, e dargli unae CO-tal sembi anga di probabilit, , onde regger possa a fronte deli' impugnato, principalmente qualora , turto ii Lb-hricare, che iam e sopra di conghietture: Vtinam, diceagia M. Tullio; sa , tam facile vera invenire possim , quam

falses contineere. Tuttavolt a glacche impegnato mi s no a pur dirui alcuna rosa; ij Pulvinare det Cirea nullae e che lare co' Dei , ne Colle Costoro Statue, per quan to io vado conghi et turando δ Fabbrica fu questa eret tada Cesare Augusto , per godere M' Giuochi , e degli Spettacoli det Circo, de 'quali su quel Principe olire

modo vago , cd amante , Come Ce ne assicula Suetonione ita vita, che di essis struse b ἔ questo, non altro ne se nussi . E ben dovea esset ella a cio sommamente adat-tata, pol che impariamo dae Augusto flesio , che chi dat Pulvinare era Deitatore de Giuochi , si trovava e* sto aliae vitta di tutio ii popolo. Quindi e , che ei nocivolle, che Claudio , quello, che su pol Imperatore, ni-

pote di Livia sua Consorte , da questo luogo osservase

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se 1 Circenti, per non e sporre questo Gio vine , Che pDaea mente atto , alla pubblica derisione 2 vectare euvia, Greenses ex Pulvinari non plaeet nobis.. Expostus evira in prima fronta vectaculorum conspicietur : cosi scri-veva Augusto a Livia in una sua lettera riserita da Suetonio, nella vita di Claudio ca). La Fabbrica dovea do a M v. Culti . minare, e t 'interna parte det Circo, e testema attresI, ς ε perche gli Maria, che diconii lituat i innanai σι Pulsis re non aveano Certa mente lae bollega dentro ii Circomedesimo; ma suori di esto, avariti , e dirimpello al Isinare, cloe a quella Loggia , o Meniano, o altrata cotu fabbrica fatia da Augusto , per godere da esia i Ci censi. Ma donde a lei Colai nome Perche chiam ossi e la Pulsinare qui si, .che altro che indo vina menti io non ho da rispondere . Forse perche in esia Augusto ,. ela Cesarea FamlgIia , quasi allaret tante Divinita su i loro Pulsinari , risi edeano maestosi, e sublimi sopra sofici, ericchi custini , che Pulvini , Pulvilli ,. e Pulvinari a Cora si dissero . de' quali faceano uso gli Spellatori ne lCirco . or come Tui di tali Cuscini net Circo su negliuomini ci posteriore ad Augusto , concios che i Sen

tori , che i primi certamen te esser dove itero ad usarii, uir tal distin tivo, e comodo non ebbero , se non. se sotto Caligo la , Come afferina Dione : Tunc etiam primum Senatoribus , ne nudis asseribur Izederent , Pulvinaria

subdita : P anticipato adoperari, , che nella sua Loegia do velle fare Augusto, ad essa attribui per avventura laden omina gione di Pulsinare . Cosi gli Arsenali delle Navi Fulsinaria furono det i i da Uauto M: Ibo intro, uisu b Pime. Casin eam Navim rursum in Pulvinarium, ove noto ii Gro. ' ε*s no vio : Bene Navalia dicantur Pulvinaria, Ood ibi Na

ci Dissi dedi Uomini . pote he te mane sembra , che molio

prima godessem Ponore , e ii commodo dci Custino , come pue, rite

varii da Ovidio sa .

Nec te Vobilium fugiat emtamen equorum Multa capax populi commoda Circus habet. Parva leves eapiunt animos . fuit utile multis

Pulsinam faciti composuisse manu .

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eter quiescerent in Pulvinis , Cloe tu que' legni, quibus substratis, subductae Naves a terrena Iube δε ense quiescebant. Ma forse piu assai verisimit munie, Ebbe uia talno me questa fabbri Ca, da ita figura sua ilesia. Cosi, per arret arvi un qualche e sempio, tro vo , Che PuItinuit si dissero da Vitruvio sa) i capitelli Ionici , ides , comespi ego it Filandro , subcumentes in circulum , flve delumbata ebeinatione rotundi. Cosi da Plinio cbὰ , GIsin is si d i l se la hoccia delle Nocte Nuces Iuglandes . . . . Pulvinati primum eatieis. Or perche non pol ea per limit cagione dirs Pulvinar quella Lorgia , o Meuiano, o cheche altro si fosse sabbricato da Hugusto net Circo per godere piu comoda mente di que' bpeti acoli ZMa det Pulvinare io v 'ho gia ballante mente scrit to , e sorse anche piu , che hali ante mente . e gia parenti, che m 'intoniate ait 'o recchio l 'antico proverbio de Beoti riseri loci da Plutarco e) Λει-ι και Mηδoιs. Finia- mola dunque. Io non piu parota , e solo da voi a spet-t , che at Cuna cosa vi piaccia dirmi su quanto ho v vidissus amente e sposto , gli abbagii corrergendo , in cui non Puo a me no . che Caduto non sa. Vi asscuro, hel'auro in conto di gragia r Iuid enim laboro, nisi ut is omni quaestione veritas explicetur Q.

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DISSERTATIONE V

A L ME DESIMO ..

ri Cordo aver letao in non sis quat vostra lettera , che Chi intraprende a dar raccolle di antiche Iserigionia ver do urebbe l'agio, e la pagien Zadi riscontrarie in persona sit' in armi. Ove clo avvenisse, non si vedrebbo---no te tante , e si mo struose alteragioni , .che di questi pregiosi avangi deir antichila veggiamo anche net libri di coloro , che in si fit te scienge ipiu esatti , e i piu diligenti sono merita mente stimati. Due Iscriaioni det Κircheriano ho io trovato ne' scorsigi orni malamente guaite , l'una net Museo Veronese sa) ca Mus Ucton. t 'altra nella Raccolla dei Muratori. Prodigiosa Metam omissi faita si e delia prima, cangiandola di Donna in Uomo , e P. Giulio Olivio, chia mando it soggetto detri scri-gione, a dispelto dei Poriginale , in cui tergesi chiara- mente P. Iuliae Olimpiadi. Per colpa di chi si a cio av-

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