Gasparis Aloysii Oderici Genuensis ...Dissertationes et adnotationes in aliquot ineditas veterum inscriptiones et numismata. Accedunt inscriptiones et monumenta quae extant in bibliotheca monachorum Camaldulensium S. Gregorii in Monte Coelio explicat

발행: 1765년

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분류: 로마

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I. Del Gici vitie Claudio Siabino non a peltate, chealcuna cosa io vi dica; E che dir mai vi pol rei, Cheun mero indo vina menio non scisse, d 'una persona di cui nulla ci dice la bioria, e I'Iscrigione niente altroci se fa-pere, se non che ei visse venticinque anni, set me si , et re glorni Ben molio avrei di che ragionare sulla co-stui Limiglia, iunga, e pompos a serie tessendo vi di que-gli Illust ri, e si in guerra , Che in pace valor ii uomini , che la sente de Claudii vaniti ne Secoli Oit repassati. Ventotio Consolati , cinque Dittatur e , set te Coisure , set te Trionii , e due ova Zioni. non sono forse capaci didi rendere una fa glia, se altra mai illustre , e glori se or tanto voi trovere te tiella Claudia . Ma e chi ciassi rura , Che come di tal gloriosa prosapia egi i ebbe ino mi, cosi di pari ne fosse ram pollor Ani he sienga con-tar molto Q lx totale ellingione di questa iam trita fis. sata dat Signor Moreau de Mautour ca) alla morte di Britannico figli uolo di Claudio Imperatore , per pOCO che alc uno sali nelle Romane cose versito, si sis quantosa dissicile impresa , e diibbiosa it definire delia fami-glia di alc uno Galla imi gli anga de' nomi, Che se ne in- Contrano su'm armi ; ove quelii contra segni non portino da torre ogni dubbio, o scuri risiontri non se ne abbiano dati a Stori ac Vero e pur troppo quanto avver

ti it Chiaris. Marche se Scipione Masset onore , e pregio snpoIare delia nostra Italia , L' us promiscuo de' noisi presso gli anxiebi, aver fatio, ebe quando o di Giulii, odi Claudii monumenii incontriamo , noi non δερ- piamo per questi , se eosioro delia e elebrate genti , e res xempo arbitre di Roma j offer rampolIi; o pure se di ba δε sato , e fors anche di sile , e di franiero lignet-gis M: Sippi amo pur anche, che antico vietio fu i introdurii colla semigii anga de' nomi nelle illultri fami-glie , onde lae Romana Storia se ne trovo confusa , e

e prenome di questo collega di Traiano net Consolato di quest anno , ehe it Panuinio . seguito da altri chlamo C. Glutio Africano , m 1 chev I Mummente chiainarsi T. Sessio Africano Q.

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men verittera, coscche OsIervollo Cicerone: Cum homines humiliores in alienum ejusem nominis infunderentur genus . ut F ego me a M. Tullio esse dicerem, qui Patri- eius eum Ser. Sulpicio Cos anno X. pos exactos Reger

fuit a . Forse qualche tenue indigio deli' essere ii nostro Sabino delia nobile Stirpe de ' Claudii , po trebbelirica vare dat saper noi , che fu Costumanga di Ogni Coblegio , e Societa stegliersi per Protet tore de' loro Comuni, alCuno delle piu ragguardevoli famiglie . Se.non che non ardi rei di accertare , che la sepol Crate memoria , ad un Protet tore eriggasi, e non piu verisimit me te ad un Compagno . La verde eta di Sabino , ii notiavedere qui Pulato nome di PATRONO , o la formola OB MERITA conghi et ture sono, che poco Iastiano di probabilita, ali accennato indigio. II. Comunque la cosa sia, non lascero di osservis re, che it preno me di Tiberio su asiai usato dalla fami-glia Claudis , come voi ben potete 'vedere ne' fasti , ein ali re antiche memorie : a' Claudii ancora ben si con-n il cognome di Sabino , che vedeli nella nostra I scri-gione , ne alcuno piu adattato dar se ne potea ad una famiglia, che da Sabini ebbe Ia sua origine. Imper C-che, e Chi non sa , che da Regius pae se de Sabini pasesb a stabilir si in Roma Atta Clauso, che in appresso chia mossi Anio Claudio, Panno appunio Che Consoli furono P. Valerio Publicola per la quarta Yolta, e T. LuCrezio, vale a dire Panno aso. della fondagione di Romat Dion igi d 'Alicarnasso , Tito Livio , Suetonio, Ci anno dicio Conservata illustre , c indubitata memoria . Sabino in farti cognominossi questo siesso Anio Claudio , comeli vcdiamo nel ielle citato Dion igi, ove it ri porta Coinsole con P. Servilio Prisco I anno a39. μὰ . Sisino al- tresi cor nominossi runo, e Paltro de 'due suoi s gliuoli. de' quali Puno prenominato Aspis si trova Console Pan. no 283. con T. Quingio Barbato Capitolino; I altro colprenome di Coo ebbe un s mile onore Panno 29 . conia P. Valerio Poblicola. Anzi non daltra origine, Che Sa

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di Nerone , con cui si contraditi inse uia ramo d ella famigii a Claudia : Inter eognomina autem , ct N ercnir

ad masit, quo signiscatur lingua Sobina fortis ae pre

nuus . Ma di Sabino basti l'accennatone fia qui , i he ilpiu volerne rice mare, inutile sarebbe, aggiungero sol tanto, Che una tegola , Con entro questi nomi II. CLAUDI. SABINI. ho incontrata presso it Fabretti G, se alnostro, o ad altro Sabino dat nostro diverso ella appar- tenga, Chi potria deciderio rIII. Passiam dunque, se Cosi v 'aggrada, alia terga linea delia nostra Iscrigione . e vedi amo Chi sossero questi Erarii , che la SemlCrale memoria a Sabino inalgarono . l: primi eramente chiunque ess sessero , e di qua-Iunque salta persone , Sodali furono, che e quanto dire, gente in se me unita, in un Corpo , o Collegio, o Soda-ΗΣio- Concios ache ci DCcia sapere Calo antico Giurisconsulto , c he Sodales sunt , qui eis em Collegii sunt: uom Graeci E'τοπίαν vocam b) , Vel esserit cosi chiamati, rapione Ce ne rende Festo Sodales dicti quod una

sederent Θ essent ; vel quod ex suo dapibus vesci fulti sint ; vel quod in er se invicem suaderent quod utile effet se) . Cio supposto io ravulso ne ' Sodali Erarii gli

arie fici lavoratori di Brongo , e di Rame , it cui melli ero assai piu fleso su certamente , che non penso l'Arduino , ii quale ne' Commenti a Plinio G : Aerarii , dice , , qui ex aere Fato monetasAEgillarisque exprimebant, operaque ejusmodi publice Zroponebant: Iidem , ut videtur in vetusis inferistionibus Flaturarii oppellati e La-xori di troppe piu mani e re do vel tero fare colloro, ediversi furono certamente da sonditori di Statue, edi Monete ; seppure v'ebbero a' tempi di Numa monete istis o contate, su che questione non piccola muo ver sipolrebbe at dotio Commentatore, che qui non ha tuo-go: ma quando anche vi lassero state, diversa cosa dat Monetieri sono senea dubbio gli Erarii . Di Alesian dro o Xαλκευς fa mengione i Apostolo nella seconda a Timoleo, Che la Latina versione chiama Aerarius. Aerarii nominansi da Tarunteno Paterno e , tra quegli artesci, Diuiligod by Corale

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ies et , quibus aliquam vacationem munerum graviorum eonditis tribuit . Il Budeo penso che questi sossero colono, che Quintiliano chlama Excusores : Aerarios et eat, quos fuistilianus excusoret anellat si) : altri splega i Aerarii qui faciunt v s ae ea, vel ex aere; mal lamente , a mio giudietio, restringendo ad una sola sp et te di utensiiij un inestiere , che piu attre ne abbraccio. Io ben pero sospetto , che tra gli Erarii una particolar Classe vi avelle, it cui lavoro sosse sottanto di vasi. e questo mi o sospetio, mi Conserma la seguente Iscri-rione riserita dat Cori nelle sue Simbole letterarie . L. NAEVIUS. ELEUTHERET. NAEUIUS. NARCISSUS ET . L. NAEUIUS. THESAEUS. H. L. NAEUIO. HELENO. PATRO SUO. LX. TESTAMENTO. EIUS FECERUNT. SIBI. ET. SUI ISET. LIBERTIIS. LIBERTABUSQUAE. ET POSTERISQUAE. EORUM. ERARI. UASCLII, M. S. S. E. H. NOSTRUM. SEQUETUR

Haeret aqua, die e t 'Editore, in Osee Erari Vasi pro Vmfelum , vel potius Uasellam , ct ita in alia inferisti ne V asellus pro Cineraria urna , ut observat Fabretius A. Legias Dari Vastarii , e t 'acqua aura it suo cor so. It distongo trascurato, e la V lasciata, non ar- reste ranno , chi e nelle antiche Iscrigioni versato ; ol- treche Caslarii potia dirsi , come Saeelum , Uinclum, Poplus. I Uaseularii nominati da Cicerone nella I v. Verrina , e de quali parecchie Istrigioni ancor ci rimangono i) Le parole di Quintiliano ab sono : Si quaeram quae sit. ma teriei, exeusoris, idest eius Fabricae . quam Graeci voeant Xαλκευτι similiter aes esse respondeant: Scalptoris trovo at margine dei mio Quin tiliano , in vece di ex Ioris. a) Gotia syum

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D. 3. s. s. I.

p. is s.

im a , reputanti comune mente, quei Chu iace vano valid 'argento, Come os serva rono ii Budeo b), e ii S almasio ce) . Vascularii , dice questi, qui vincula ex sturo aringenIo faciebant: non veggo, perche questa voce debba a vere una si limitata spiegagione, ma lia pur cosi, gli Erarii Uasularii sar annoque i, che gli face vano di Rame, e di Bron-go . Ma lasciati Costoro torni amo a quei , che a Sabino P sero la Sepol crate I rizione . La voratori fur ono ess dun que di brongo, e rame, in Ogni mani era di lavoro, se monete, e statue sene eccet tu ino . Equi a ragione So-dules s 'inti tolano, e chiam ano , po ic he di cos toro pertet timoni anga di Plutarco , e di Plinio, v 'ebbe in Roma un Corpo , o Collegio sn d 'antichissimo tempo: Arege Numa , cosi Plinio d , Collegio tertio Fabrum aerariarum insisuto : ma piu dissus amente Plutarco , ne l-la vita, che scri s se di quel Savio Principe, narrandocico me questi a togliere ii facile solle varii, e tumultuare dei popolo, in varie classi lo disi in se, e divise, a Cla-scuna sile particolari tergi , e ceri monte di Religione

assegnando. nam cum eivitas, cosi ii Latin tello di Plutarco secondo la moderna edietione di Londra deli 'a no i 729. se Nam cum civitas ex duabus consure gentibus , sicut diximus videretur , vel disaret potius, neque ullo modo eoalescere fustineret, . . . sed certamini ous assiduis partium , ct contentionibus coninctaretur. . . divisit. . . eisitatem per arter Tibicinum auriscum si .

to, tolli vorrebbe dat testo di Plutarco , ii nostro Abramo, ne' suoi Abram. Com. Commenti alia Pisoniana ca) ; strana eos a sembrandogli, ehe di similin Pis . . IX. gente tanta copia . e numero vi avesse in Roma a tempi di Nunia da formarne di clascuna un Collegio. E pereloche agit ore fiet s' ap- partiene osserva i Abramo . come per testimonianeta di Plinio b , per by Plin. H. N. pia di tre Secoli, e meZeto. quanti dalla fondaetione di lei se ne con-κ iii. c. ι. tano fino alta 1 orpresa de' Galli, si scarso fu in Roma poro, che non piu di mille libbre poteronse ne unire in sieme . a comperarsi da Gallita pace : Romae quidem non fuit aurum nise admodum exiguum longo tempore. Certe cηm pax a Gallis emeretur . non piasquam mille pondo

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Fabrorum , Tinctorum, Sutorum , AERARIORUM , F gulorum, reliquas artes in unum coegit fecitque ex omnibus

ici potuere: Ne di molio pili abbondante. convien dire , che Esset' Argento. se vero e quanto Iegsesi in A. Gellio O . e in Valerio Massimo b). aver Fabricio Censore rimodo dat Senato, P. Cornelio Rufino perche quelli avea dieci libre aeargento lavorato ; Ne puo gia , dice I Autore. oppossi l'uso delia Bolla d Oro, e degit anelli, effend ehe si una, che gli altri furanci dom Nuina introdotii. La Bolla da Tarquinio Prisco. che al GiOvanetis suo figlio di seroce ne inico vincitore. e inae me uccisare , la diede in premio . come narra Maer bio gli anelli non prima della meta dei V. Secolo comincia pono a uiarii con irequenga seeondo, ehe da Plinio stesso appariste Volerii aggiungere , che sette soli sembrano essere stati i Collegi da Numa Alituiti . contandosi da Plinio per set timo quello de Vasai, che Plutarco novera l' ultimo: propter quae, coel Plinio O, Huma ux Septimum collegium Figulorum instituit: eost WAbramo. Ma per vero dire di troppo debol pesis sembran mi si falle rasis-ni. ne tali, che ci obblighino ad alterare ii testo di Plutareo. La divisione fatia da quel Politico Principe, te diverse arti ebbe in mira.e non la quantita de gli arte fici di ei scheduna . Qua lunque pertanto lasse it loro numero, nulla eio ollasa alle idee d Numa . Se it pie- colo numero avelle dovulo impedire la nrmarione d un Collegio, o non dove ano esserui quei de Pontefici, de Salii , degli Auguri, o in troppo pili numero dove ano e sit effere che non furono . olire di che per quanto ne primi secoli la Romana fruna lita non permet tesse ii far pompa d oro, e d argento, use se ne sece non pertanto in que' primi tempi; Braecialetii o oro, e anelli gemmati a ver usati i Sabini,. molli de' quali passarono col lodo Re a iubilirsi in Roma solio Ro- molo, ei insegna iI fatio di Tarpeia, riserito da T. Livio co, e de pendenti usati dat te donne Romane come d antica usanra lino a tem-pi di Coriolano fassi mengione d a Valerio Massimo cs . Vetustitie orium insignibus novum vitae discrimen adiecit. Percio che rῖguarda ii set timo luogo dato da Plin Io at Collegio de V 4 , di niun peti, puo utar cio, perche set te e non piu sieno itati i Collegi in ilituiti da Numa. potendo. agevol mente risponderit, chequella numerazione riguarda l ordine che essii ebbero tradi loro . e laprecedenaa, che Puno avea avea sul altro. Ma che che sia det Collegio degli Ore fiet . quello de Sonato. ri di Flauto . non vuol certamente escluderii dagii istituiti da Numa ἀLa ragione che reca P Abramo, cioε effer egit ino liati Forellieri per tosti montanta di Giovenale g . Iamρ ridem Drus in Tuberim defl/xιt Orontes Et linguam, cir mores , in cum obicine chordas Obliquas Se

C. S.

II. c. I x. n.

es Maerori satiri

. c. II. n. I.

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nibus eorpus unum, Collegiaque G Concilia, atque Sa-era cuique Sectae decentia attribuit si . Mentre piu frequente mente no i veggiamo nelle Iscrigione, che Corinpi, e Collegi di Arte fici . Vol ben sapete che alla fag-

- gia Se non 8 falsi. E certamente debole, e aini letatera. o Forellieri, o no , che io non voglio enitare in que ila controversa per me inutile. vege i si ii Sigonio, ehe ladia mino, e cerco di comporta a , o Fo- reii ieri. ono the e G sessero, iumno antichissimi in Roma, e prima, ehe questa avelle con la Siria alcun commercio, grandi onori rice verono da Numa Principe delle Sacre Cerimonie , Ove aveano collopogran parte , amantissimo e Magnos illis bonores 2 uma Rex religιonis eausa contulerate dice Plutarco b . Grandissimo fu attrest Pula, ehed, essi fac ea si in Roma. come impariamo da Ovidio Q. Temporibus veterum Tibicinis usus avorum Magnus σ in magno semper bonore fuit cantabat Fanis, cantabat Tibia ludi cantabat moestis Tibia Funeribus. Quinto egi segem Itimati necessari per si satie senetioni dilla superstArione Romana . ben to molira l' impegno, che ebbe ii Senato, perchδda Tivoli, ove Panno I. si erano rit irati per di ulli avuli eon iCensori. ritora affero in Roma: Tibicines. dice Livio γ , quia prohibiti a proximis censeribus erant in aede Iovis vesci, qaod traditum au-tiquitus erat, aegre stas, Tibur uno agmine abierunt; adeo ut nemo in urbe esset qui Sacrificiis praecineret : Eius rei Religio teuuit Senatum legatosque Tibur miserunt, ut darent operam , ut hi homines Romanis re-flituerentur. Grariose Stratagemma m quello de Tiburtini per renderpaghi i desideri dei Senato Romano , e ricondur come secero i Sonatori in Roma, riseriscelo Livio. e Plutarco ce) . ed elegante mente

destri velo οὐ idio cs 3 da que si i impariamo, che di qua ebbe origine it girae elie mi fecero agit Idi di Giugno , i Sonatori di Flauto

in abito donne seo. Or da tutio que ito io ne argomento . che o Fo- restiera, o no elie fosse questa serta di persone, pote Numa aver ra-gione di Ermar dyessa un Collegio come delle ait re arti, e m

literi . Di questo Collegio trovo menalone in Valerio Masiimo g .e in una Lapida Gruteriana b) ; di queste pili d una ve ne sarci probabit mente. ma a me non fa mellieri Candarne in traecia. i A Servio Tullio par che Floro ci attribuisca r institu-etione di questi Collegi ; ma ei non e ch'io sappia . seguito in eicida vemno. Pia antica, e di Servio. e di Numa la pretende ii dot-to e nobile Commentatore de Marmi Pesare si h). Collegiorum iustia tutionem P umae Phuarchus assignat, Servio Tullio Florus: ego utroque

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tla , e prudente mira , che ebbe Numa , uel sormare degli Ariefici corpi separati , e distinii , non semprecorrispost favore vole Pelit O . Si risenti fovente la Republica, delle colloro violen Ee, e mala mente ne restoston volta . Qtiindi a reprimere i tumulti , che eccita- vano , Convenne at Senato sopprimerne una gran par te , que' soli riseibando , che al Pubblico fossero dimaggior utile, e necessita. L Epoca di tal soppressioneci viene adclittata da Asconio Pediano. L. Metello .

Iu. Marcio Constitibus a. 686. S. C. Collegia sublata

funi, quae adversus Rempubi. esse videbamur . Cosi que-lto antico Commentatore di Ci Cerone , ne' Commentialia Pisoniana . Poco pero duro una tale soppressione, concioli ache nove anni dopo, come abbiamo dallo stes.so Asconio , c d allo Storico Dion e viene accen-

nato , rimetsi furono gli aboliti Collegi per legge di P blio Clodio Tribuno della Plebe . che altrinuo vi, a gliantichi ne a retunse , tolli pol e abolai da Giulio si sare, e da Rugulfo , come ra Conta Suetonio b , e rimini , e tolli in appressis da altri Principi , po iche di Claudio leggo in Dione ce) reducta euoque a Crio OI-ιegia dissolvis. Trovo ait resi in Lampridio nella vita di Severo Alessandro cdJ , che questo Principe: Corpor somnium constituit vinariorum , Lupinariorum, Caligari σώω , o omnino ejusdem artium : hisae ex sese defem fores dedit, in ivir , quid ad quod judices pertineret . Io di lingieri mi persuado , che fra que orpi, Che si

mantenneto ad onta deli' accennata soppressione , uno fosse quello de nostri Erari, che troppo era it mestieriorO al pubblico vant aggioso, e necressario . IV. I. Istiiugione fatia da Alessandro, e da me saccemata vi , un altra me ne richiama alia memoria,

antiquiorem Mundi. in ea epissola , quam ad Marcellum Franciarinium dedi de recenti Eustulinarum Tabularem interpretatione. Io non ho p tuto rinvenire la lettera qui citata , e non sapendo quali ragioni si adducono in prova di questo 1 entimento , non scmo in cassi di timeararesa.

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rnio proposito cader pol rebbe in acconcio. Si e questa dunque l' ii iiugione di certi Marii , i quali ali' idea , che di essi ci da lo Storico , doueano sopra intendere agi uochi de ' Gladiatori, e delle hestie , che da Latini iurono detii munera, e munerarii , Coloro Che davano tali glucchi ; voce usata da Tertulliano a , e che so- vente incontras nelle Iscrigioni b) . Aerarios, dice Lam pridio ce) instituit, qui de aere Fisci ederem munera , eademque stare lora , ove non solo lIltituκione degit Erarii nor. abbiam O , ma impariamo ait resi , che il lando destinato alte spe se de Giuochi, su ii privato erario dei Principe , che Fisco chiam ossi , a dii tingione dei publi- eo , e deli' Impero, come it Budeo ι0, ed altri doti L

A quelli per tanto sospetiar po trebbe taluno , chela I scri gion nostra fosse dari feririi, a quali altra di certo Vibio Massino Sestro Aa sule riseri it Muratoti se :Ma da cio ait me ragioni mi distolgono , Che vi propo go, g iudicate pol voi se d'al Cun peis esse ita no , ono. E primi amente osservo che dotii uomini per testimo nia a dei Guthero f) , ebbero per sosperio quel hi go di. Lompridio, , e in vece di Aerarios amaron m glio temere incariote Loeum Lampridii eorrigendum p tarunt viri docti , in pro Aerarios , . Luaesores Arearios legendum. Cosi lingono in salti Salmatio, Gul hero ,. e Box horn-Zuerio ; giovar po trebbe la Costoro opinione ii v edere in alcune cille Edigioni di Lampridioche ove te une dicono de Aere Fisi, attre tergono de rea Ffei. Ma quando anche verace si a Ia primi era legione, e gl 'istituiti da Alessandro non gli Arcarii sie, no , ma sib ne gli Erarii come Ct asscureremo nor . .che quelli uia Corpo, ed un Collegio formassero , secondo Che sembra richi edere la voce Sodales Z E qua lora anche m Collegio formato ne avesse Alessandro , cloche non pene rei grAn fatio a Credere, mentre se vla he un tal Collegio di Questori , e ce ne a scura Suetonio nella vita di Claudio la) Collegio maestorum pro fractura viarum manat isdixis et Degli Marii attres lche

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che a Questori molio erano simili, nella qualita de' loro impie ghi , vi polea aver Corpo, o Collegio ; qualor anche dissi , cio loro s' accordi , rotra egit pol rationrendersi , che probabit sa, deli aver notato nella I scri-gione nostra ii luogo di loro abit agione , avanti it Pu vinare et Ante Pulvinar conforme io lcggo nella IV. Linea Io lascio a voi il giudicarne, vi piaccia pero prima udi re, quat sondamento io m'abbia , di porto in dubbio . Che i Gollegi , e Sodaligi Case avessero ove tener loro assemblee, ed e sercitare te loro fungioni , ne ii voglio , ne it polio negare , Conciosacosache , Chiaramente stimi dedursi da parecchie Istrigioni, come daquelle degli Arvati, che ci ha conservato it tempo- Hsual altro piu natural senso puo darsi a quelle parole , in luco , ct DOMO, O DOMI, Che nelle medeli me pi.d' una fiat a s' incontrano t Sarrum indiesum Deae Diae praeeunte L. Maeeio Posuumo in diem VI. Vtin. DOM.trovo in Muratori a): eonfumabitur DOMI , lepgo in ta Murae. Instrualtra presso it medesimo co. Se questa Casa fosse stabile, o si v vero , volta per volta si sci liesse io non saprei a firmario . Che talora quella sesse dei loro Capo, o Maeliro it veggio in alcune delle Isctigioni He' testε nominati Arvati. Cosi in quella che riporta ii Murat ri o leggesi : III. Kal. Iun. IN. DOMO . L. VENU- ωλε p. x rur. LEI. APRONIANI . MAG. ad peragendum SaerisDium

per Fratres Arvales , cost in altra dat medesimo cM: m Mur. pag. 3 a.

K. IUN. IN. DOMUM LICINI NEPOTIS . MAG. Fratres ArvaIes praetextati Saeri seium Deae Diae Thure, ct vino feeeraut . Ne' Sacri figi sol tanto , ma conviti erano usi di fare nelle sudetie case de' loro Maestri, con forme pilossi osservare da una Iscrigione det Κircheri no stam pata net Museo Veronese b), nella cui settima D Muc Verno.

linea legges: disCUMBENTES APUT. EGNATIUM. P ιδ νη- CAPITONE M. MAG. EPULATI. SVNT . Ut ciosum

Posto negare io non voglio , che un abit agione o Casa a Ver potessero anche gli Erarj di Alessandro , ove ra-gunarsi , e tener loro conserenΣe; negliero iobensi, che

Melle Iscrigioni , e Memorie da essi inauate , seppure

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