De spectaculis theatralibus dissertationes duae

발행: 1752년

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Da D IssERTATIO PRIMA se obseurat bona per dimostrare la terZa specie di fascinio ,

is chlamato Sonnifero, per cui rimangono ne I loro male addormenis late te costi en Ze,e quasi adoptate . . . . Il solano e una certa immo- bilita, e un certo indormentimento dei senso . E tar e it se nno dio costoro rispello alia sede , chenon opera , e agit spiriti proprj diri una mente Cristiana, che non si inuo von O .... Bensi puo direis di questi letaetici assatturati , che veggono cose vane: vident Pa- is na; perche tro Vano, e tengono per cose vane certe scuse dei tu is to frivole a discol parti . Posita mori duri ea tre capi. Alcunt udenis do frequente mente queste Comedi e scorretie scusano se: altriis sculano Ie Comedie: ed altri peniori di tuiti accusano chi te ,, blasima. M l primi dunque di questi amatori de loro segni sculano se .is affermando che se bene sono assiduamente ne ' Teatri, eodonori queste rappresentationi in degne d essere udite, tuita via non ne is cavano mal veru no, ma se ne vagi tono di irastullo innocente ....is Io credo, che chi parta cosi, sia come un uccello addormentatois Ne lacci .... S. Paolo. volendo nominaria concupiscenZa la

,, chlamo terge : Video otiam Iegem iri membris meis repugnantem I ,, gi memia μμ .... Ma perche dari e uia tal nome e Io credo, cheis a cio l' Apostolo si movesse da due ragioni. La prima: perche la,, legge e inesorabile, e non e come ii Legislatore , che puo udir,, suppliche, e che pii O cambiar sentenaa . Eliae sempresista ad uns modo . Tale ela concupisceneta . Non si ammollisce, non si altera, is ninsen re ad una forma medesima de ita at s ensis it procurare alis possibile ogni placere. L' altra ragione si fu, perche la legge e u is niversale, che strigiae tuiti ugua linente ques, che ha soggetti , ,, seneta accellaZione di persone: e cosi la concupiscen Ea intimis a is tuiti i suoi commandamenti, benche tirannici, ed eguai mente es aggrava tuiti i suci sudditi. E pero come nisi costoro vaniano una ., si strana estnetione da una legge tanto crudele in sieme , e tanto is commune , che iacea gemere sino i 'istes O Apostolo a contraddiriari Ie Epossibile, ch'eli' abbia per loro soli deposta ogni tirannia , is sechepostano e v edere, eudire, e imma inarsi , e pensare , partare in materia tanto lubrica , e con I 'impulsb si degli esse inpj, , csteriori, si degi' interiori mal ' abiti, senZa cadere in errore a ...is I rianti non si tengono per sicuri nepur nelle solitudini inacellibili,

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,, e provano con S. Girolamo fra' Deserti Ie tempeste, ed i turbiniri de' Teatri: E i peccatori darans a credere ancora ad altrio che in D meZEo a i Teatri godono quella quiete, laquai si pena atrovae,, nella solitudine, e che san cambiarsi in un Diserto te scene ξ N-ti mo ad voluptatem Denis sine osse , dice Tertulliano, di nemo afo fectum sime casibus suis patitur. E Salviano dice, che in illis ire is ginibus fornicationum omnis plebs fornicatur. Et qui forte ad pe.

o ctaculum puri venerunt, de rive atro adulteri revertuntur. E da proposZioni si universali vogitono alcuni simere soli se tanto la. ,, cil mente ξ Si vedeben , che'nanosenas modo. Se non che quando te Comedie sono catti ve , questo e bast vole a rendere cattivi voi, che andate ad udirie seneta necessita, ' merce ques peccati, cui per Io meno venite a prestar fomento . . .

' Pariando l' Apostolo delle opere de' Gentili, dille, che digni V sunt morte , non solum qui ea faciunt, sed etiam qui consentiunt

' facientibus. E come dunque non rimaniam persuasi , chenoi non ' solo sim tenuit a non te operare, ma a te ne mi parimente lontani V da quei, che te operatio ξ Credete voi, che quei Commedianta flacciati torne rebbono tutio di fulle scene a spartare peggio che mai, se mancasse loro ii favore di quei, che vanno h avidi ad a-V scoliarii aut laudant i a die mes, i eir hac exerecrepersu deni, dice S. Giovanni Grisostomo Homil. 6. in Mati. Ne state a replicarini, che tanto senZa voi sortire ono ascollatori , per che cio non e scus a valida. Primieramente, noei ritrovo, che i in Santi abbiano satia mai questa distinetione di quei, che vanno ira primi at Teatro, o di quei che vanno gli ultimi, ma sempm ora hanno ri preti tuiti ad un modo quei , che vivadano. Di midi D temi: Se una conglura ordinata a levare la vita at Prencipe, o se γγ non altro a sollevargit lo stato, a scemargit i sudditi, isse gia in is a termine di sortire ii suo essetto senZa di voi, potete voi concorre-

ν re a favoriria con verun atto di benigna assisteneta Anzi avete tanto a tenervi da let lontani, quanto amate di non esiere annon verati tra quei lationi, che vi dan opera, come rei di Iesa Maesta. a Perche pero non volete che ii simile sia da dirsi nel casci nostro EM Non so, se nella Chiesa riporti Cristo conglura simile a quella , , γε che se gli ordisce net Teatro lascivo. Ben sognano ques, che ivi νε scusano st, quasi nulla rei, perche non sono i primi adandarvi.

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is cor. teuere di pili pericvioso, o anche di pii, pernicio sole anticheis tanto blasimate da'Santi . Cio, che i Santi riprendevano in quelle

ri tulte queste tre parti non sono at pari libere a i di nosti l λ Che disiis si at pari e Piacesse a Dio , che non sieno piu detestabili. Sapete

is uoi quello che nuoce alla causa ξ E' il non potersi da quello Iuogo,, partare con liberta . Nel rimanente che non vi diret di nefando

is veditiosi a nostri di ne' Palchi Cristiani Solae sunt neutrorumis in puritater, quae honese non possunt vel accuseri Ter Iuli. de is

se Ii di tulte ιe infamita, NE PUR UNO DI TALI TITOLI PUO' A NEGARSI A QUE' TEATRI MODERNI, DI CUI RAGI

D NO. . . . . Ad aram luxuriae in neruris quasi victimae trucidantur isse E il non conoscersi queste verita dat Popolo Cristiano non e a ,, gomento di istargo malefico , che P opprime E E il voler dilande-M re tali abusi con rogismi audaci, edassurde non e segnare ρ E ilis prestar credito a si stravolte ragioni non e amare anche i sogni , is come se Mfero verita revelate Eo.Che diremo pol di coloro , che non solo sculano se, scusanoeis Ie Commedie ma accusanodi vantaggio chi te riprende E pure si glugne anche acto Se i Predicatori non lanno da cani muti, si dice che non distinguono tra un Secolare, ed uti Solitario ; cheis no indiscreti, che seno irragionevoli, che λno nimici delia , pubblica ricreaχῖone, benche innocente. I segni de i Febricitanti,dice ii Filolase, later essere mostruosi - Chipuo pero dubitare cheis Iam ostruosita di tali proposietioni non siae hastante a dic hiarare, ,, chemat lannodi sentimenti, chi Ie figura in Braia cosi lonta- na dat conveneuole E primae quanto at non far divario da un se- is colare ad un λlitario, io ve'l faret piuche grande : e 1 timeret cheis uia Mondano douesse di omi tempo guardarsicon maggior curais dat pericolidi peccare , che non sanno gli Macoreti. Luperciocis che quat dei diae pare a voi gium , cta tema i denti d' uia fier Nis malet Quel Cacciatore che haprei posto da uualbero rite Vato,in

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,, quel Occiatore, cheirovasi in plana terra Θ Che se pol sono in- ,, discreti, sono irragionevoli, e sono nimici della pubblica ricreari aione quei Predicatori, i quali riprendono a viso aperto i Tea- ,, tri; converra tra questi indiscreti, tra questi irragionevoli, e trais questi nimici pubblici riporre it meglio de' sagri Dottori da meis gia addotti: converra riporvi i Legislatori dei Mondo, riporvi i,, Conciij, riporvi i Canoni, converra quasi dissi riporvi la Chiosa ,, stesta, laquale condantia espressainente i Teatri fra quelle pompeis diaboliche , a cui fa , che clascun sedete rinunZi net Santo Battesia D mo. Abbiamo da Tertulliano, che anticamente daquesto piucheis da altro riconoscevasi un Cristiano , dati' abbandonare te sceneis pubbliche: mne Ethnici Dei maxime intelligunt factum Chri a- is num de repudio spectaculorum. Che pero riputo queli' uomo Σeis lanie , che fosse quali un rinun Ziare at Battesimo , ii non curare is quei contrasegno, da cui si riconostea. itaque negat manifeste, quin per quod agnoscitur, Iouit. Ne crediate, che cio avvenisse,perche in is quelle scene si das te alcun culto agit Idoli. Dicea egit, che at Crii, si iano era interdetto it Teatro, percheal Cristiano era interdetiari I 'impudiciata. Habes igitur Neatri interdictionem de interdiis Arione impudicitiae in gli stent furono i sensi det ' Vescovo di Mamis sigila, it quale assermo, che inspectaealis apsatatio fidei es. Onde , , ad Ogni fedele soggiun se con vivo ardore. auomodo igitur, storia

is sione, spectraeuia post Eaptismum sequeris, quae opus esse diaboliis confiteris ξ E pol si vogitono accusare i moderni Predicatori, cheis dannano ad alta voce cio, che ad un vero Cristiano disdice tanto eis Si vede ben clidi i dilansori de' Teatri lascivi hanno perduinis poco men che Iasede, o atinen han perduio quel Iume , che da ,, lai ci s'insonde a stimar te cose... I Crisiani moderni hanno per Iois P idea dei Crisiane ο; mentre hanno perduio in buona parte M lo Spirito di Gesu; cloe quello Spirito, che da lui riceverono is nel Battesimo, comeri nati ad una vita totaImente diversata is quella dei vecchio Adamor onde e che appena si riconosco no piuis perquelli, che si prolatano. Si quis autem spiritum Grilli noa ,, Babet, hic non es eius. Pare che non seguano un Dio Croci fissori tra i dolori, ma un Sardanapalo cascante tra Ie delicie, e diportiis E seri ragionad' altro, chedipular il tempo inliete Converson Eloni, nonne capistonostraccio Sc.. P χ ι ,,S

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xis Dis SERTATIO PRIMA

Sono tanto chiare te ragionida me arrecalevi a distacearviis dat te Commedie profane, che chi non te vuole intendere, non sis hasensio. Che inganno dunque e mai questo non darvi mente o Non e uia incantes o, non e unfasino, non e una fatucchieria pis E pol chi sono costoro, da cui vi lasciate con stravolgere Quali,, sono, quali sono, diro cosi, que' Maghi, che vi hanno ammatiatari talantata ξ O infensati, quit vos fascinavit non obedire veritati eis Gol. 4.. Sono clurma di gente vile, che voi steta tenete perinfa-M mi, e per infami sono ten uti dat te Ieggi Imperiali, che Iungamen-- te seguirono ad esiliarii dalle Citta: E per infami si puo dire che is si san tenuit molio piu dalla Chiesa, Ia quale esclude gl' Istrioni , is gI' inabilita a tuiti gi' ordini sagri. Rispondcte per tanto agit ar- ,, gomenti di Tertulliano, ii quale dice a voi, come dicea a' Geninis tili. O la professione de' Commedianti e indegna, ovvero e Ono- ,, rata . Se in degna, come dunque lodate voi chi l' esercita Come,, corrcte ad uvirli Conae gli approvate 3 Comegii amate ξ Comeis late mai loro se vivo applauso λ E se onorata, come pol dunque is negare loro gli onori Come gli escludete dat te cariche pubbliche is Come gli escludete dati a ConversaZione privata Z Come vi ver-

gogne reste di avere commune con essi Ia parenteIap Ionon capiis sco , dice questo Doriore, un modo di procedere cosi perverso ἀμ suanta semersi ori Aman quos mulctant. Artem magnificant ris Artifices notant. Che se di verita questa e gente infame, chi vi haes insegnato ad abbandonare per essa la vera via λ Questa e quella is gent lia, a cui S. Agostino die il litoto non di χχEa, ma soZZisli-M ma. Turpissimi Scenici e.

De hae turpitudinefatii ; ct eum Ter Iliano coneludatur: Co-waediae quewadmodum rei a fonteI sunt innumerabilium flagitiorum, ita Theatrum transmutant in Templum omnibus, vel Iuιιe- ια , quot illuc comeniunt Spectatores, Diabolis dicatum. Tot illuc immundi Spiritus consident, quot homines capit. auoposito quis in fletabitur , Comarcti , qui validiora arma inimicis no tris, Mundo , Curni, ct Daemoni porrigunt, ιοι esse animarum veneflcos , O --disores totidem veneficio infestos . Fastinatio nugantium obscurat

hona is

inscurat bosa : Unde colligimus tertium maleficii geum, dianum Iomniserum, qua conscienIrac osio soporata remanem .... S

inua

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tur Diargicos isos sopitot pana videre. Vident vana , quia ut solidas babent excusationes , quac nudo prorDr modo purgare illos a crimine valent l, quaeque ad trιa revocansur capita. Aιii Comoediarum turpium Auditores excusent: alii fas Comoedias: alii, caeteris pejoret, campunt , qui easdem improbant. Primi Duque ejusnodisomniorum am tores semeti οι excusanteι, adfirmani se a aue Neatris adesse, basque repraesentaIiones indignas ut audianiarspectare, quin aliquamis contrahant maculam ,seo eisdem tamquam innoxio Iolatio uti. . . aris te loquitur, ut mihi videtur, es Desura avis inter laqueos somno ea-pta S. Paulus concupiscentiam legem vocat. Video aliam Ieis gem in membris meis, repugnantem legi mentis meae. Sed cur concupiscentiae Legis nomen imposuis Z Ob duas rationes. Una est, quia ιex non es quemadmodum legitiosor, quisupplicationes audire, mutare sentemiampotes, a uexorabilis perAsit, omni variatione pulso. Talis es concupiscentia , quα numquam mitescit, non mutatur , sed eademforma consi sensensui persuadet, ut omnisurio voluptates Hi eomparet. Altera ratiottiis, quia lex uniorestis es , quae absque personarum exceptione omnelsubdito uestringit: feeoncupiscentia omnibursuil anetitionibus mandala tametsi tyrannica praescribit; omnes eodem modo aggravat. Eua itaque frontespectat res Comoediarum jactant exemptionem adeo influam a lege tam immani simul, eommuni, Eub cujus jugo Apostolus ipse gemere eoactus eidem reluctabatur Fierine potes, ut pro istis iis viris Theatralibus itasuam exueris urannidem, ut isi soti videre, O audire , ct imaginari, cogitare, O loqui de materia adeo lubrisaqueant, ct exemptis exterioribus, ct internis pravis babilibus impellentibus , quin ullum experiantur lapsum Risi Sanctis euros minimes reputant, vel inter ipsarsolitudines inacessas, ct cum S.Hi rondimo in ipsis defertis Neatrorum tempestates, O turbines patiuntur ; ει homines scelesisibi O aliis illudere audebunt, se dfectuum tranquillitate frui, quae vix floret resolitudine, sceno ae ipsas in Desertum ira mari. Nemo ad voluptatem venit sine affectu inquit Ter Iuli. e. 17 despee. de nemo affectum sine suis casibus patitur. A lege adeo universu sie flos eximere scenarum spectatores tam effracte contendunt e Splendide apparet quam profundos

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x18 DIrs ERAT TIO PRIMA uid quod cum Conriae diae tarpes sint, id sat es, ut Spe Iatorer

sonte iant, eum nulla urgente nece μate ad easdem audiendas acci sint, ob illo saltempeccata, quae fuasopem praesentia ... De operibat Ethn eorum Paulus loquens, inquit: Digni sunt morte non solum qui ea faciunt, sed etiam qui consentiunt facientibus. Compertum ergo es, non modo nos agere comaedias non posse, verum etiam ab earumdem

aspectu absinendum nobis esse . An expudorati Mimi in scenas recrutaturi prodiscnt, si Auditorum deest et praesentia e Qui laudant ista dicentes , ipsi eis haec exercere persuadent, inquit Gostomus mil. s. in Mati. Nee reponas te absente Auditores non deesse. Responsum enim ineptum est. Siquidem Doctores Sancti numquam m ninerunt disinctionis eorum, qui primi, ct aliorum, qui ultimi ad

Theatrum accedunt, sed continenter omnes eodem modo reprehendunt. Ptcterca si coniuratio contra Principis vitam, aut ad concitandos in

eumdem subdisos esse ne te executioni Oxima, numquid eidem abs sere, aut sapere ablue crimine posses Immo eo Angius abesse debes, quo ardenIius cupis non recenseri inter tuos rebelles , qui laesae maie- satis res eidem dant operam a Mem ergo in casti nostro dicendum. Vix guippe in Ecclesia adversui Chrisum coniuratis es tui Hii, quam itirpis Neatri Actores, Spectatores in eumdem machiniantur. Aperae ergo delirant, qui iuuepergenter se immunes a culpa reputant , quod primi non accedant f ut Bardi , Ferantinus, & Diana so-anni ant)At non minus delirant illi; qui Comoedias excusant, ides CG MOEDIAS MODERNAS. Cedo: quidperieuissius, aut etiam

perniciosius aferebant amiguae GMaediae adeo vituperatae a Patrialus Sanctis; aeuod in eisdem improbabant Patres, aut erat argumentum , cuι mos, aut apparisio, seu repraefntatio e An tria haec aeque libere non aguntur in Theatris hodiernis Sed quid dixi, atque Eet linam de esiabiliores nos M. Sed id cause nosse notes, quod ex hoe sico libere Ioqui non licet. Coerum quid nefandi in Chrisianoram Theatris spectatum non proderem p Solae sunt Theatrorum impuritates, quae honeste non possunt vel accusari, inquit Tertuli. e. 7.

Tandem hoe mihi dixisse s sciat. Ex tot νprobrisi titulis, quot

Tertulliantis adscribit Theatris amistiti, quπ voeat nunc Confisorium impudicitiae , nunc Sacrarium Veneris, nunc omnium flagitiorum

astam , NE UNUS quidem, ejusmodi titulorum denegari THEA

TRIS

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op SPECTACu Lis C A p. XIV. TRIS HODIERNIS, DE EUIBUS MIHI SERMO EST, I REPOTEST.

Ad aram luxuriae in Neatris quasi victimae trucidantur. βuod populus Christonus banc veritatem ignoret, inde proficiscitur, quod Ietbargo maιseo Fpres i iaceat. ει quos audacter , ct absurdis ratiunculis tales defendere corruptelas non pude an aperte non de Grant An somnis, ceu Iuculentas veritates nou amant, qui fidem his panis commemis adhibent, uid vero de iis Hemaeum, qui non modost, ct. Comoedias excusant, verum etiam eoa carpunt, qui Comoediar improbant ρ me tamdem malorum dePentum es Praedicatores flant eanea muti, eo

sinuo inclamatur , quod Disos asotitariis viris non disinguant, quo snt iniqui, imprudentes , c, publice recreationis, tametsinnocentis ,hses. Febricitantium somnia mons osa esse Philosophus ait.. Nemo autem non videt iactarum exeastionum portentum uberrime patefac re deliria illorum, qui talia conripiunt monstra Et quod ad Mitarii , cdi mundani hominis attinet disinctionem , magnam essesteor, me quesententia magis vigilare mundanus Bomo se et, uisbi a peeeandi periculo caveat, quam Anactorua -G-doquidem quis duorum feri apri morsus formidare magis afringitur ' Renator ne iue, qui supraeminentem arboremsedet, an alter, qui terram calcat uod F -- prudentet , phanatici, Rigorisac edipublicae quietis hoses tui cincioinnatores, qui Deatra detes antur , nuncupandi sunt: his iniquis , ph natuis, e=publicae tranquillitasis inimicis accensendi sunt primorer Ecclesia Doctores supra laudati, Mundi Legislatores, Coneilia , C nones , sque Ecclesia, ριτα expresse inter uisa Diaboli pompas , quas Heler omnes in Baptismate Uurant reficitia Resatur Tertulιianurnon aliunde magis bominem ciri auum esse Ethnicor agnovisse, quam ex absentia a Neatris- Hinc Ethnici vel maxime intelligunt Christianum factum de repudio spectacu Iorum. Baptisma iuum fere renuntiare exi mat Tertulsianus, qui hane sum praerogaιlaam, qu dignoscitur, non euratia Itaque negat manifeste ,qui,. per quod agno scitur , tollitia Ne qui uam Abi in animum indueat, ut credat id oenisse , quod Molir in Theatro cultus ex iberetur is auoniam, inquit T riuuianus, idcirco CBrisianis interdicta Therura sunt, quia insem dicta illis impudientia ess-Habes igitur & Theatri interdietionem de interdictione impudicitiae . Hoc idem ad mas Ialvianus is In spectin

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Isto D IssERTATIO PRIMA eulis apostatatio fidei est. Quomodo igitur, o Christiane, spectacula post Baptismum s equeris, quae opus esse Diaboli confiteris γ Ba Ioquuntur Patrei: c, audaculi, ignorantesque homines mordere hodiernos Concionatores non dubitant, quod elata voce Meatra cum

Christiana professione pugnantia execrentur. Salis perspicue hinc infertur, comaediarum turpium defensores

ipsam quas fidem amis se, aut tu saltem lumen, quod i a in misit , quo peritates Uumemur. Chrisianismi imaginem , seu notionem

Grisioni hodierni perdiderunt . Euoniam spiritum Iesu Christi,

quem Baptismo receperunt, ut novam agerens vitam ab illa Peteris

Adarei oranino diversam ha magna exparte amisere, ut via digno ei illorum, quam profitemur, Religio queat. Si quis autem Spiritum Jesu Christi non habet, hic non est ejus. Non Christum inter dolores cruci xum ,sed Sardanapalum inter delicias, ct Duilaprofiteri illos apparet. Mon alior percipiunt sermones, nisi Letanter conpipandi, Iudendi, conperfundi. Ario luculenta sunt rarionum momenta adpersus prophana1 O- mordias , ut communi sensu careant oportes, quibus illa non restis dens. An non magna illusio es, animum ad ea non intendere λ Nonne sud apertum fugianum, Penescium, edi exeantatio es Postremum- εqui sunt. a qmbur Chrisiani pervertuntur ρ uisunt, qui sunt Penesci illi, qui mensem vestira asinarum λ O insensati quis vos f fescinavit non obedire veritati e Sumsordidissimum hominum genαι populi sex. Hymeti illor ut infames habetis: ut infames leger Imperiales improbant, quos longo tempore e civitatuus expulere e ut insames Ecclesia habet, quae histriones ut inepsos ad Ordines feros decM-ravit . Tertulliano argumentantiba facite. Aut Comoedorum profespoisse mis es, aut honem . Si primum, eur ejusdem Professeres Iau. datis λ Cur adeo cm audiendos curritis p Cur eosdem amatis p Cur iisdem plauditis p Si alteram ; eur iisdem honores denegasis Z Cur a publiacis dignitatistur, c - eonversutione vesra domesica arenis 3 Cur vos puderet communem euo iisdem habere consanguinitatere uaenam

adeoperversa agendi ratio Θ Quanta perversitast Amant, quos mulctant. Artem magnificant: Artifices notant . Veritatem repudiar, ut

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Nonnullae anmadversiones in recensitam P. PAULI SEGNERUM suitae doctrinam adversur Neatrorum defensores, quor e Iire haud pudet, Geιsiae Patres ob idololatriam ,seeus ob impudicitiam Nearea damnasse.

I. T T Nico Sermone, Attico styIo suo omnia tum antiquorum , tum posterioris aetatis argumenta contra obscoena Theatra complexus est eloquentissimus Segneri. Nemini palmam cedit in , hac exagitanda corruptela , cujus monstruosam pravitatem , &cum Christiana professione hostilem contrarietatem mirifice patefacit . Defensorum Theatralium excusationes, sophismata, tergive sationes in tria digesta capita penitus Iabefactat; & defensores istos perridiculos fidei suspectos, ct sensus communis vacuos evincit. Et cum sint ejus odi , forsitan rancidam cantionem obtrudent. P. Segneri Concionatorum more plus justo Theatrorum usum improbasIe consuetis Rhetorum figuris,ct amplificationibus. At eadem eloquentiae vi Patres celebriores ad versus Theatra invecti sunt. At Patres etiam Rhetorice, non Neologico nec Casublice, inquis, Theatra aggressi sunt.

Il. Qui hoc pacto loquuntur loquuntur autem plurimi ) praecipua ReliLionis nostrae fundamenta Scripturis Sanctis, S Traditi nibus nixa suffodiunt. Quid p Cum Patres, S Sacri oratores ex Evangelica Cathedra fidei, morumque Canones exponunt, exara rant, Rhectorice, non Theologice loquuntur Non ergo adversus Lu- theranos, Calvinianos, aliosque Haereticos confirmare Patrum auctoritate Catholicae Religionis nostrae Dogmata , Smandata posumus. Nam hoc eodem responso utentur Lutherani, Calvinistae, &Sociniani, Patres nempe Rhetorice, Μ Concionatorie locutos esse,duin articulos Trinitatis, Incarnationis, Eucharistiae, Cultus sacrarum Imaginum confirmant. Oratores sacri utique aut vitii gravitatem, aut i irtutis praestantiam in apricum producunt, & tum verborum ,

tum figurarum, S similitudinum essicacitate Auditorum animis imprimere student. At peccant, & quidem gravissime , si doctrinae veritatem adulterant, si plus justo malitiae gravitatem augent, aut

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