Opera;

발행: 1760년

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Conso i Ti. Semproni , e P. Cornelio , entrando in Italia Annibale su edificata per fronti era olire alPo contro a Galli , o altra ovina che calasse ali Alpi. Per molli abitatori . comodita di fumi , rasi e et , e parent ad det aes , crebbe , e fori da guerredi mori non occa , per e civili infelice. Antonio vergognando si di tanto male , essendo ne gni di piuo diato, and che ni uno tenesti Nigioni Cremonesi.

gia erano pie da Vana , perche tuita Italia 'era c. cordata a non Cler comper Pre com incidro ad esset

ucci I parenti villo cio raccat avara segre id mente. I popolo vanetato torno in Ciemona, e furon ritat titem pii , e tuo glii publici con a bota de citi adini

e fortandone Vespasiano Ma per o fetore ello ammor bato terreno poco potero di mora nelle cui ne delia sepolia citia ore mi glia tu a rimettono gli parsi . e paventati Vitelliani lacuno solio sue in segne me

legioni in te sp rgono per 'illista, 11ine che , stante ancora tu uerru civile , non aves sero oppio quore. Mandano in Brettagna pagna corrieri , e Duo ede se guit in Gallia come duo . Giulio Caleno Tribuno in Germania come Treviro Alpino Montano Prelatio 'una coorte , quasi a mostra , perche ambifur no Vitelliani Chiu sero con ea uardi i passi deli Alpi per sospetto , he a Germania non 'armasse et Vitellio I quale , vendo pediri alla guerra Cecina e poco appresso Fabio Valente , acci avari pensi et i colla buo tempo non a prove der armi , non ser citare . e ammoni soldati, e farsi a tuiti edere Masotto Ι'ombte di beia tardini , alla guis di pigri animali, che quando it ventre e pleno pol triscon , 'era dimenticato gni cosa passata, presente , e V venire

stando ne bosco della Ricci a marcir 'orio Locol sero te novelle , he Lucilio Bassori 'ave va tradito e fati oli ri bellare I 'armata di Ravenna E poco appressisun dolor me scolato con allegre rara che ultres Cecinat 'avea tradit , era 'esercito in catenatolo Petra 'alle gre Zai di sensato non senti a picchiata . torna in Romabdi danZos , e in pleno par lamento n 'esultara' amor de

soldati Ga legat P. Sabino refello de Pretoriani pet

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esset amico di Cecina instituiste Alfeno Varo fecepol pompos diceria in Senato da Padri u me sibin telo con finissime adulaetioni. Contro a Cecina prima L. Vitellio disse atroce parere : gli altri che unConsolo vesse tradito a Repubblica , un Capita nolo Imper adore, uri tanto arricchit , e norato, i 'amico

face vano gli de gnati : dolendo de danno non divitellio , a loro . De 'Capi Flaviani non disssero parolae mensiva ali set citi incolptava d'errore , e poca pruinden Ea il nomina Vel pasiano fuggiva no e circo Derive vanio Romo Regoto impetro a Vitellio in barbagragia i rimanente de Consolato di Cecina , cheera n sol dici ridendos ogia uno di hici die de , e die hi I ricev o. 'ultimo 'Ottobre fece te parole delprenderio . e de renderio. Nota vano i pratichi che Consolo u sol dio anche Canini Rebilo a tempodi C. Cesare et latore , quando si obiecit a vano i premii della guerra civile : a far uovo Consolo . seque che sed eva , non era prima distatio per legge non 'er udito unque. In que di si fece gran diredella morte di iunio Bles , eguit , per quanto

It traggo , cosi. Vitellio Ammalato grave ne glaidinode Servilii vide una noti in una torre vicina moltilumi La agione in te se essere che Cecma Tusco convitava molli ora quali era i principale iunio Bleso. E 'appare cchio, e 'alle gri , 'l baccano, e 'alire

eos gli furon ip in te maggior de vero. Ne vi mancochi dicessse Tusco e gli altri , a Bleso tu dio, tuti , este ggiano e iubbilano mentre it Principes h male. ς Quando quelli che spe colano i quor de Principi veggon Vitellio into bene , da pote dare a Bles lorica cco ne lascia la cara a L. Vitellio , he per astio bligno non pote V a pati re di ederio perta sua gran fama passare innan et a se , macchiatota 'o-gni bruttura A pre a camera deli Imper adore , e colfigliuo di uello in braccio a lui 'ingi nocchia : edomandandoli esto che cio fulle, a Non portar glis, disse lagrinae, e regii per proprio volo , saperi colo , a di suo fratello ni poti Rider dis1Vespasiano , a tante legioni Germaniche , da tanti

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LIBRO TE EZO. Ioa

s, vastalli potenti, e fedet , da tanti paetii di terra

s, mare tenui disco sto ella Citta, in seno veres, it nimico , che si vant de suo avoli iunii , e Antonii , 'ester di schialta Imperiale e mostrasib, dolce , e largo a sol dati. A costui gn'un volgersi. a mentie Vitellio a chi gli nimico, o amico non si badando ira su un emolo , he da avola rim ira is travagi de tu incipe. Eiser bene di si celerata aue s gria facto tristo dare a div edere che Vitellio va vivo, e reggera e , in gni cias , a n gli uolo. Dibat tutos tra a paura e la o glia : per levarsici peti colo de tener Bleso vivo, ' carico di fario mori realia copertaci si gitto a veleno ci che pium crede ite

essendolo an dato a edere con allegre Za grandissima :olire a crude vanio dato riferi rorae parole proprie 'aver pasci ut gli occhi della morte de suo nimico F in Bles olite alla hiare et de sangue , egentile et de costumi , ede ostinata. Cecina ii tento. altri Capi di quella parte com inciati a stuccat si di Vitellio , ancora in uon essere e ei sem pre forte , tanto , quieto si poco de subiti nori non che dei

Principato curante , che poco ne unco a non parer ne de gno, In pnto Fabio Valente con mandri ed 'eunuchi , e concubine camminando tu lento che laguerra non ama , ebbe V vito in est rem diligeneta che Lucilio Basso ave data 'armata di Ravenna. Epotev , se ei fus se scito di passo , tener Cecina in cervello, o effer 'a tempora tio varsi alia gior nata. Ne

manco chi consi gliario 'andar o suo plura dati et

tragetti, cantata Ravenna , a stilia e Cremona altridi chi amat i retoriani a Roma . e passa per forZa. Egli si traiienne is , quando era tempo da fare , sen'ando in consigi : non prese ne 'uno pediente neci 'altro tenne via di meeto he ne pera coli non ei peggio ne a bastan2 avVenturo , ne pro uvide. Scrist e a Vitellio per juto : Vennero re cootti conia cavat leti di Brettagna troppo numero a se dare, poco a foret arma passata. E quantunque Valente avesse a pensa tanto ebbe infamia 'aver voluto

.issare ogni brutta libidine per te case delli alloῖzianti

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avea forZa e danai , Cui illi: ita , vigio che ultimo si parte da chi rovina. Quando I 'ajuto final mente arrivo chiati Ia accheeta de consigito : perche si pochi non pote vano attraversar il nimico quando fustero stati fedelissimici e fidare non se ne pote va, se bene licii tene Vau poco di modestia , e riverenZa a Capitano 1 legami, che non tengono tu che tanto chi rama arbugii e a mandato tu a uisiera pedoni innanai , e cavalli appresso , oppetiandone , mando a Rimini , ede con pochi ne it a vversita non ita utati, volto ne ii Umbriaci indi in oscana ove , intes it calo di Cremona , ii ven ne non basi pensi ero , esse gli riti sciva terribile , di da di pigii alle navici porre in terra inquat unque tuo go delia Provincia Narbone se chium a te

Gallie te genti di Germania De accendere riuo a Suerra. Partito Valente , Cornelio Fusco con 'esercit , e conte gale circonda que che tene van Rimini paventati pigilacia planura deli Umbria e la parte delia Marca cui agna 'Adriatico tra Vespasiano . e Vitelliol'Appennino divide va tuti l 'Italia. Fabio Valente dat laspi aggia Pisana da fortuna di mare , o contrario Vento fu gittat a Monaco ove era vicino Mario Maturo Procuratore deli Alpi maritii me , se dele a Vitellio a cui iuramento con ultim nimici 'intorno non avea linun Ziato. Fece a Valente ac cogitenZa di stol se dati enitare seneta fondamento ne 'Narbonesi. come anche i. io distolse , it edere gli altri alienati; perche Valerio Paulino Procuratore , ravo soldato

in minor fortuna amico di Vespasiano ali ave variatio fare o maggio a popoli vicini , e sommossi a pigliaci 'arme uelli che Vitellio cassoci te neva uardiemella colonia di regius , e altri missi di que mare , e 'aator ita di Paulino vi era grande , perche regius era sua patria r era stimato a Pretoriani , de quali su iaTribuno pae sani per favor ire u de loro , e sp

randone grande Za , aderi vano a uella laetione Pert ut te queste cos provvedule, fermate , baciat mag-giori , e penetrate ne voltabili animi de Vitelliani Fabio Valente con quattro labardieri , re amici, e re .Centurioni se ne torno alle navi, data licen Ea amaturo.

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e pi Eli altri di rima nervi , e iurare a lor post sede ita a Vel passiano. alente era per mare ita sicuro , he per te rivi ere , e citia: ma non se pendo che farti , exedendo pi quello che da fuggire era , che da sperare su portato da temporale alle te cadici sole di Marsilia e quivi res da gale mandate vi a Paulino. Prem Valente gni cosa si volt a vincitor prima in I pagna a legione Prima Aiutrice nimica a Vitellio percia memoria d 'Otone , la quale seco trasse la Decima, e la est a. e Galli non si fecer pregare. Aggiunt e la Brettagna a Vel pasiano , tu gra Eia che vi acquillo go Vernando con tanta gloria turae conda legione datali da Claudio, non enza altera aio deli' bitre, elle quali molli Centurioni, e soldat tirta innanai a Vitellio a malin corpo mutavan Principe Britanni per quella discordia , e tanti romori di uerta civile si soli eva rono messi su a Venusio , omo feroce, nimico delno me Romano , e fieramente acces contio a Cartis

mandua stata sua moglie , di grin sangue , Reina de Brigantici la quale pol che con in ganno prese line Ca-rattaco , e parve ne cngiona si ii trionso a Claudio Cesare , crebbe in potenZa, e felice pompa sprezato Venusio fece Veliocato suo studiere , suo marito, Re , e la sua casa mise subita mente in conquas b. I marito ave va i favor de popolo : 'adultero a libidine della Reina, e la crudelia Venusio ad unque jutato dissiori est Briganticii bellatisi , la condussero ali estremo rella hie deo a Romani dilata molti uomini , e cavallido po varie battagii salva rono larae ina Regno ri-ulas a Venusio , la guerra a not. In Germania in questo tempo si travagii per negligeneta de Capitani , esedietion de soldati. Per forte di uori , e diste altad' allegati , ebbero a farta male te cos nostre. Questa

guerra , perche fu lunga , narrerem di sotto , conciec agioni , e successi. Fecero movimento ancora i Daci, gente sempressenEa sede Gallor senZa aura , te Vatonet 'esercito dilesia Maviavano a edet i primi successi di quest iram per adori. Visio tuti ardere di guerra i 'Italia, tra se nimicarsici ac clarono de gli alloggiamenti RSente a Pie de , e a cavallo e impadroniti di qua e di

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la et Danubio ordinavano anche distare uelli deIla

legionici a Muciano con a legion est a 'oppo se gia a pendo in vittoria di Cremona non volendo chei Daco Germano ci assali si ero a due an de . Favorinne , comeri ess , a fortuna Romana che conduite la Muciano , e te forete 'Oriente , e ci brigd di Cremona. Fonte Agrippa , stato uri anno Viceconiolo in Asia , fu mandato in Mesia , e aggiuntovi forete den'esei cito Vitelliano, che per ista in pace su pruden Zaspargerio per e Provincie , e occupario in guerre difuor i. 'altre naetioni non si avano. In Ponto osse

subito armi uno schi avo barbaro stat ammiraglio delRe Polemone. Questio Aniceto suo liberto , iapotentem e pol che ita idolio ii Regno in vassallaggio non potendo offerire i nuovo overno in nome di Vitellio si te eguit in Ponto , invitando alla redacipia ovinatici e si a Capitano di moltitudine non dis. plerabile, entro subito in Trebi sonda , citia molto antica in capo et a Maggiore edificata a Greci ammazovvi inque cento sol dati de Re , ia nostri ajutici futti pol Citta dini Romani , te nevano in segne .

armi Romane ma Greca negligeri L M, e licenza Arset armata , e corra Zava tutio quel mare , perche Mucia

no avea condotio a Costantinopoli te mi gliori gale , tuti i soldatici e scor reva que naibari conatu dis- pregio , fabbricati repente lor navit chlamati Camere si retti alle bande, o ventre largo , incastrati seneta legatura di ferro , o ranae : quando mar grosso aggiungono avole di sopra se condo i sotti . clitudo n- visi entro, per 'onde si rivoliano , a vendo due prue eguati, e re me ggio a gni mano, e post ori da ognibanda cura mente appro dare. Spin se a cola Vespasiano a pedire Virdio Gemino , sol dato di proua . O'

vestillarii. Il quale assalit it nimico compost , eabandato per vagheta di preda, o rip in se a navit :fabbrico gale a furia , aggluns Anicet alla foce delfium Corbo , sicuro con 'ajuto de Re de Sedochezi, eo cui 'era con danari, e doni collegato. I Re a prima Io di fendeva con armi , e minacce propostogue oti premio, auer rauci Barbarori come son traditor in

Vende

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vend la vita 'Anicet , e te perine de fuggitivi e fini a guerra servile Vespasiano leto delia vitio-tia . an dando gli gni cosa me che non desiderava ebbe in Egitto avviso de succedulo a Cremona Tanto pia sollecit d'andat in Alessandriaci per strignet ora chera 'eser cito di Vitellio era rotto , anche Romacon a fame , lignosa 'ajuto foresti ero , e met-ter' i nimico in caresti , e discordia . chiudendole trat te de viveri di uita 'Assiica , a quale 'appare cchiava di assaltare per mare , e per terra. Stando it mondo in tanto tram bullo , mentre a fortuna deli Imperio si muta , Antonio Primo do pomitatio di Cremona non fu cosi et to pare vagii allaguerra aver id distatio , e Sevole ogni residuo forfera felicita sco per se sua natura Vara , superba, egit altri vi et ii nascosti alpestava Italia come sua pres e tene va te legioni per sue ogni suo detio, fatio tendeva a farsi grande per far licenetiosi isoldati , rimet leva elle legioni ii in re i Centurioni morti inde erano fati in tu scandolosi ne i soldatistavano o Capitani ma questi alla violeneta loro eran tiratici e di tali os seditio se , e guastatrici dellami Iizia fac ea uadagno men 1 temere ei Muciano che 'appressava , che era peggio che vere spre-Σato Vespasiano Venendo ne i verno allagando ilPo a planura , mosse a gente pedita e lasciat in Verona te in segne , 'aquile elle vinci trici legioni ferit , ecchi , e gran parte de sani , parendo gli finitala guerra , basta te coorti e le bande, e elle legionii fore. Unissi ancora a legione Undicesima , stata prima a edere , o dolente di non 'effer ritrovata alia vittoria. E pia semita Dalmati di uovo stritti Poppe Silvano stato Consolo li comanda a Ma perche egit ne sapeva poco tempora fati consu-mava in discorsici Annio Basso Legato 'una legione gli era sem pre appressis , e sotio colore 'ubbid illo fac eva destramente gni cosa Chi edendo i soldati dei: armata di Ravenna 'esse fatii di legioni , se ne scelset i migitori , e 'armata ta applita di Dalmati.

Questo etet cito si sermo a Fano , stando Capitani sospesi

Tomo Se condo.

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mpracla resolutione di tutia 'impresa. Intendevano, Pietoriani esse partiti di Roma crede vano , chel 'Appennino osse uardato oro vavans in aes perta guerra dissatio : pavent avali a caresti , erit hie de re i soldati intolente mente ii lavario, cosi chia mano una sorte di donativo i e non aver pro uvedulo grano , me danarici e se nulla si pote va distribuire , erarapito per a furia e rigor digia Trouo in celebratiscritiori ver atto que vittoriosi si oca ima de Ibuono e on est , he u soldatello a cavallo pro ubd 'aver mo; to in attagii u fratello ne hie se pre mi a Capitani. Non si pote va tale ccisione per ra-gione mana norare , ne per agio di guerra punire dissero che non 'era 1 pr ente a poter o a sum cien et ari meritate que cheloi si eguisse non rovo Nelle tameguerre civili, quando si combpit a Iani colo contro a Cinna, ut calo simile narra Sisennu 'un oldutodi 1 ompeo, che amma et i fratello rico noscita toto , cclte seste si co tanto 1 stimo lavara no ri antichi , sic comenelle boni aes a gloria . cos ne ite celeiate Ee tu coicienΣa. No sem pre che verra a pio posito , ad durrem similiamichi et empi, et insegna mento de bene e per conforto de male. Antonio erili ultri apicii lolverono di manda cavalli u rico noscere tuit ad 'Umbrax, iove fuste piuage vole a passar 'Appennino : a Verona far venire aquile , in segne , e quanti soldati 'era di et lova glia emplere it o. ' mare Alcuni di essi Cupi vole- vano indugiare , perche Antonio et fatio ti oppogrande , e Muci 9 no 'aspeti uva in gliore. At quale si pretia vittoria die de et uot eu e te Roma ta piglia vaseneta tui, non gli parendo aver parte e gloria ella guerra , scitu eva Oppio a Primo , e Via. : in ches 'andasse innan Zi r ora discorrcva 'e' vant agS, de tem pore ggia reci per poter ire in gni evento , se tristo lvietat se uon io 'ordinat. Scrive va bene peii a Ploetio Gris , attora Vespasiano uouo Senatore , Capora' una legione e ultri suo considentici e tuti scri-vevano a Muciano com e volevara della freti di Primo , e Aro , sin illi pia ente egi mancava uelle lettere a Vespasiano , con te quali per chem attid Antonio AE ad dero ii quella simia che ali pare va di

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meritat si ci che Antonio non pote V a tollerare oecandos, da mali unci Muciano i pericoli suo ne par lavasenta rispetto , essendo di lingua troppo libero , e non usato a dichinarsi ci crisse a Veipasiano conor oppo vant , scri vendo a cincipe , o con qualche veleno contro Muciano Ave fatio est o prender i 'armi alle legionis, di Pannonia Oti molatori Capi di est a veni via saper a sua costaneta , aperte si 'Alpi , res Italia abracchiusici Germani juti Reaia : che te legionis, di Vitellio discordanti sparte fossero a tempesta di cavalli , e foreta di pedoni in v d e una nolle Usconfit te . questa essere opera bellissima , e sua il cas di Cremona fruti di guerra Maggior annio, dici ovinate citia ave fatio alla Repubblica te discor die civili antiche. Eis milita percio suo Imper adore

concla spada in pugno , e non con lettere , e m- basciate. Ne scutare lor gloria a coloro che anno ina, questo mentre accomodatari' Asia. Ma sit a pace dis, Mesiaci gli a salve et . e cure et a 'Italia ave pio axo curato , e convertito a Vespasiano e Gallie, e le, Spugne , potentissima parte de Mondo ma gnidi, fatica tu che perduto se a que soli si aranno is, premi de peta coli che ne pericoli non sono stati. e Muciano riseppe Ogni cosa ne ac quero gravi rancori, Antonio alla coperta , Muciano con astu Ziam e percipi implacabit mente , gli fomentava Ma Vitellio coni 'occulta te uox delle cola ovindie a Cremona, scioccamente aliungaxa i rime di , tu tost chera mali perche se gli avessi confessati , e consultatone , ancor 'erat for Ze , e per an Ze co fallo di bene 'ag gravava ne male in cala sua non sentixi parota diguerra : per Roma, perche vietato era , non 'altro sit agiona chi non proibit , avrebbe deito a congiusta , a meite vastu troce per accrescerne ilarido Capitani ne mici me navano te pie di Vitellio presea ede te forZe de vincitor' fercito, e rim Enda vante e Vitellio te e samino in segret , e tui te te fece ccidere. Giulio Agreste Centurione , di serme Za 'animo memor evole , predicato che ebbe sibi in vano a Vitellio per

accende ito Pindusse a mandario a chiari r delle orae

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nimiche, e di tutio ii eguit a Cremonaci non comes pia segret , a libera mente di commission deli Im- Peradore , icerca Antonio di edet it tutio. Fece glimostrare ove si combati , te reliqui di Cremona , e te prese legioni Agreste torna a Vitellio , ilquale negando esse vero ii riserit , e dicendo corrot-to oiche gran testimon angari disse' egliri te ne bilo-ο gna dare, ne in altro mi vita, e morte ii pud pius servire , iociarii aroci re e partito si ucci se Alcuniscrivono che Vitellio ii sece nam aetare di sua sede, cor aggio dicon il me desimo Vitellio quasi de stato dat Onno , mando tuli Prisco , e Alfeno Varo conquattor dici coorti retoriane , e tuitici cavalli a in pa-dronirsi deli Appennino : e appressis una legio deli 'Prmat 3. Tante mi glia j a 'armati stelli a pi e cavallo

avrebbero con altro apo poturo uouer guerra, non

che dilandersici 'altre cooiti die de a Lucio suo fratello per uardia di Roma senga lasciare alc uno delli uiati placeri , cacciato a disside net affiet lava di crearei Consili per molli anni fece niolte legite, e dono citi ad inan Z levo tributi concesse sentioni : membra va in somma 'Imperio seneta pensar a futuro. Alla macca di co tali larghe et cor revam volgo plusci occhi se ii comprava con danarici chi aveva inge-gno , si peVa , cotali cos non poter seneta anno della Repubblica ne dar, ne rice vere Alla per fine, scongi urendo ne to 'esei cito , con gran eguit di Senatori , tr alti molli da ambietione , tu da paura , Venne in Campo otio evagna in Umbria tuti confuso,

preda de falsi consigit. Atingando egi cosa prodigiosa l)gli volo sopra ' cap un nugoto di lai di uccelli , chec Operfecit Sole peggio . he n toro scappo dat altare , e compigliato tutio 'ordine dei agrificio , a amma Eato discosio , ne ove 'osti inglionsi. a Iprodigio maggiore era Vitellio : non ape di guerra :non prende partiti non te ordinare spiare laguerra it Iingete , o aliungare Daltrui ne domandaVa ad gni avulso allibi va ali rem avari te gambe sem pre era ebbro Q stare in Campo gli ven ne a te dio De

udito che 'armata di Miseno 'era ribellata , torno a

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