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In que gior ni L. Vitellio pos ii Campo a Feronia
per ii planta Terracina , ove flava chiis accoltellanti e tur me, he non arti vano scir uori elle mura combattere. Guid avari come dicem mo , t accoltellanti Giuliano , e turnae proti inare , non come Capitani, in licenetiosi is pigri come a lor genta plia : non usa vano colle , non mura de boli fortificat di e nolle poliri reci per i tardini far rombazo : a placeri vagando , attendere non di guerra , se non a d vola r Sionare Apinio Tirone scito uor pochi di innanzia mugnere uelle terre cerba mente , ava piu drico the utile alia parte uno schi avo di Verginio Capitone fuggi a L. Vitelii , e offers , avenco compagni argild 'imboli la occa non uardata. A nolle curia congente pedita fagii ii monte in capo a nimici indi a
Diinimati , o correnti per 'arme , li balacchia, chison nacchios . hi bal orditi dat vj , pavento , ni miche tombe , arida. Pochi accoltellant , he fecertesta, ad dero vendicati . li altricii gittavano a cave eta collo alle navici ou 'era i me desimo terrore , e scom-piglio : me scolativi ae sani , cui come gli altrici Vitel-1iani ammaZavan : et primo tumulto scam paron ei sale con Apollinare Ammiragllo ra' alite o furori preserio assondarono alia fota , e pes di que che vi si get lavano Giuliano fu me nato , frustato , e cannato
dinanti a L Vitellio Fu chi incolpo Triaria sua moglied'avere inta di spada sat superbia , e crudelia fra te miseri della for Eata Terracina. Egli ne mando alfratello a lettera con 'alloio, e domandando gli sedove tornarsen , o fini di doma Terra di avoro it che m a salute non pur della Erte Vespasiana m delia Repubblica perche se que soldati in a lavit toria feroci, per natura ostinati , si di fila vano a Roma; Ia attaglia era rosta , e la ovina delia Cittaci perche L. Vitellio , benche infame , era industrios , e assai valeva non con te virili , comestiuo ni co 'vietii. comes pessimi Mentres Vitelliani face vano queste cos .l'eser cito di Vespasiano partito a Narni, si ava ne
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tem p per spetiar Muciano me manco chi dicesse che Antonio it tace ad arte, perche Vitellio gli scii stes segre tamente che, volendo servi tu , it furia Consolo e suo genero con ricca dote altri dic evano che que ito cardo gli era dato per complacer Muciano inlcunt, che
Roma, non farta : edendo che Vitellio plantato da
sol dati mi gliori, tuti gli a juti avrebbe cedulo I' Imperio Q ma gni cosa aualto cla fretia, e Io ladappocaggine di Sabino, che prest 'armi considerato, non leppe dilandere da a re coorti Campi doglio rocca si cura da grandissimi e serciti. Non pud arsi a unoquella colpa cheria di tuiti perche Muciano con te Iettere di due sensi ri tardavam vincitori. Antonio conubbidire atro vesci , e incolpar ne gli altri , se carico gli altri Capi et crede la guerra finita me die don fine Piu ricorde vole. Anche Petilio Ceriale mandato innanticon mille cavalli ad attraversares it pian, de Sabini per lx via Salaria entrat in Roma , molio pendfnche a fama deli assediato Campi doglio fece de stare
Ogn uno. Antonio per a via Flaminia a molle ore
nolle iun se a Sassi molli juto tardo civi in te se Sabino mort Campido glio arso . Roma in tremito Ogni cosa dolore . e checla plebe , e schia vici' armavano Pet Vitellio : e Petilio Ceriale co' suo cavalli su rottoda pedoni Vitelliani , a quali coiis addosso , come
Vinii , non cauto trovo riscontro combat tessi poco suo di Roma tra uelle a se . orti , e traVerse che note a Vitelliani , e non a nimici gl' imp auri rono
ne ultim cavalli erat χ' accordo , perche alc uni delli arre si a Narni avano a ede chi vincesse L fu reso Tullio Flaviano Capitano 'una compagnia di essi a valli , ali altri suggiron, brutta mente . seguitati non Oltre Fidene. Questo successo accrebbe Ι' affetione delpopolo Ha plebe di Roma presera' armi pochi aveano studo Q i ii dando di pigito et id che se niva loro alle mani , chieggon battagii : Vitellio ii ingratia :Comanda che corrino a di fende Roma o aguna i Se nato mandano Ambascitori pili e serciti a persuadere
latio iret esto della Repubblicari accordo , e pace.
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Questi ebbero fortuna a Iia , que' che in contraron e- tilio Ceritate , furori per capita male , non volendo sol dati di nulla di pace . id ferito Atuleno Rustico Pretore Lil che dispi acque olire ali aver violato uno Ambasci adore e retor per a sua propria de gnita.
Sbaragii ossi sua comitiva il littore che volt largit far largo morio E se non checla guardia che Petilio die loto , ii diis se , 'Ambasceri , lagra anche Di Barbari , era alia rabbia civile , in sude mura della patria violata n concia morte L Ambasti adori ad Antonio ebbero me glio fare, per avere , non tu modestia i soldati , a pia auto litam Capitano Ingeriis trami Ambasci adori Musonio Rufo Cavali ere, filo sola Stoico, sputava sentente de beni delia pace , e mali della guerra se te quadre de soldatici a molli moveva riso, a pi fastidio Daltriclo spigne vano, o calpesta vano tantoche da chi ammonito da chi minacciato , si rimas dique filosofare a proposito. In contraron ancora vergini Vestali con una lettera di Vitellio ad Antonio hie dente so prat tener i combattere u gior no Glora che 'ac concerebbe age uot mente gni cosa. Alle vergini fu dato licen et Ono revole a Vitellio rispo sto, che Sabino ucciso, Campido glio ars non pati vano ac cordi. Nondimen o Antonio parib a' soldati di potat si a Pontemtode pera' altro di entrare in Roma questa di mora tentava per mitigare e soldati ac caniti per deita battaglia , che alpo polo , a Senato , a tempti , e lut ghi agri aves onriguardo. a m 'ogni indugio sospei lavano come nimico delia vitiori le in segne i lucenti per I colli , enche con pleba glia die tro non a uerra
pare van toto nimico sercito. offersi verso Roma intre parti una a via Flaminia , ove si trovava attradalla ripa de Te vereri a terra per via Salaria 'acco D tava a porta Collina : a plebe fu bara gliata a ca- valli. I soldati Vitelliani attres fecero ire riscontriciscara mucce suo di Roma molle , e varie is tu pro
per a Flaviani , me glio capita nati. Que soli ebberche fare che voltaron a sinistra delia Citta alli orti Salustiani per vi stret te , e mollicci che et che i Vi
telliani optaue mura desti otii co facti, e dardi li
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ributia vano , nche vennero verso a sera cavalli da porta Collina , e circondaronti Appi ccossi anche in Campo MarZio grande uisa r favoriva i Flaviani a fortuna , e la tante volt acqui stata vitiori Vitelliani por vati alla disperagione fulminavan cacciat si xat testava no ella Cittaci veg gente i popolo , he quasi una festa ora a questi , ora a quelli con te rida applaudeva quando 'una parte fuggiva nascosti per e
cava loro quasi tu ita la reda : per cheri soldati attende vano a far carne , e I popolo bottino Crudele , eso Za cosa era a ede per uitaria Citta , qui battaglie e ferite r qua stula, e laver ne et sangue , e cadaveri hagasti , e lor simili. Qui vi eramgni abominaetione dilibidinoso et io : gni ceu rate et di foretata citia cacciata pare va esse dat te furi . e a me desima ellem orbi dete notare. Combalterono Si in Roma cone ferciti vittoriosi L. Silla due volt , e Cinna una , concrudelia non minori ora con bestia si curta, e seneta
lasciare u me nomo de placeri , come se alia festa dique giorni nuova letizia 'aggiugnesse ; si alle gravano per i mali pubblici, non per Metione alia parte mantica maggiore fu i gliare ii Campo dilas da mi
gliori per ultima speran Za. o tanto tu studio lamente vincitori , spetiat mentem ecchi soldari , vi plantano quantunque in gegni mal si trovaro a res di fortissime citi adici testu ggini, mangant bastioni , suo chici quant unque fatiche , e pericoli mal opportar no , rida van oversi terminare in quest opera. xx Elier rendulo asta Citta a Senato , e Popolo Romano templi allis Id dii r il Campo proprio note de soldati . lor a
satria, lor casa ovete , non 'entiando subito , staro1 tuita noti in urnae. All in contro i Vitelliani benche non pari di numero . e di fortuna Inquietavanota vitiori , turba vano a pace , imbro dola vano di sangue case , e altari , ultimi conforti de vini : molliso praeto tri, odi se di mura spirarono rabarrate te porte, si volt contro a vincitori uita a sola, e cad-dero con te ferite inanti facce volt a ne mico.
Tanto inlaIon 'onore essu morire. Vitellio quando
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a prela Ronna, 'asci di a Iagio alla parte didie tro, e secesi portar in seggiola a casa i moglie in Aventino
per Ascondervisi , eo noti fuggir sene a Terracina alii atello e a sol dati. a come era Volta hil , ei
tura Melli paventat , dispiacendo Sti gni partito
ni assima mente I 'ultimo ; torno in Palagio rimalo una
spilonca i essendo partici in sino alli infimi schia vi , offuggendo di riscontrario. Arriccia gli uel silenetio
capellici cerca e Emere non ' anima nata: a Dconde si ii misero iracco , e per perduio in tuo go schiso Ciulio Placido Tribuno di coorte ne trae uore , e conma legate di die tro , e veste stracciata a me nato anaostra : molli gli diceano male ni uno i plange a axealo privo di misericordia si foeto fine Avventossi alui uno de soldati di Germania per ira per levario tost da uello Icher no , gli tit u colpo , e colla ilTribuno fors tiro a tui De gli ag ua recchio re subito su amm Ezato Vitellio con te putate elle spade era fatio ora letatem viso porgerio alli scherniciora uat arte sue statue cadenti, o I ring hiera, o illuo go ove a morio Galba final mente to rotolarono alte Gemoni , dove era stato sitiatori corpora Sabino. Una sola parola 'asci da animo grande , quundo alΤribuno chera stra etia vaci disse , a Io pur sono stato
π tu imper adore. . . e quivi . addoppiat elici ferite mori. II popolacci lo perseguit ava scia gurat Amente morto , come 'dueva lavorito vivo Suo ad re su L.
Vitellio : niva inquanete ite annici ebbe Consolato Sacerdoetii, nome , Quo go tra principali , non per suo im eriti , a per lo splendore paterno Debberi Principato da chi no conosceva ochi acquista rono i 'amor dellie ser citi concie virili , come questi co pol trCneggiare. Era non dimen bonario e liberale che conduce chi
con largo donare , non con salde et di costumi , piumerito , he non ebbe Che Vitellio per dei se , si fecesenta dubbio percla Repubblica Non percio post o coloro che tradi rono Vitellio a Vespasiano , metiere a questo conto lator perfidia , vendo em scit loci simile a Galba.
I sole tramontava Masistrati, e Senatori Perla
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paura 'erano sciti di Roma , o nascosti et I eas diloro creaturem per non si pol raguriar' i Senato. Domi Eiano, cessat i pericolo , se 'ando a Capidella parte salutato Celare da molli soldati Rrmati accompagnato a casa suo adre.
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L - ORTO Vitellio , manc piu tosto a guerra che com in classe la pace vincitor armati per la Cittacon fellonissimo animo avano addo isso a vini : erante vie plene di morti, a piaete, e templi di sangue uccisi qualunque presentava a sorte crescendo 'insolenta , si avano alia cerca , e strasci cava mora in ascostici se ede vano vn grande , tant , erat OVane ii agitavano a peet , o sol dato , O citia dino cia qualcrudelia ne id ira tesca si s gava o sangue , poscia passo in avarieti frugavano gni ripo stigii fingendo di cercare i Vitelliani. Quindi si cominci a fondar sdis , ammazando hi 'oppone v et la cadaῖlia motaa
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di fame jutava pessimi schiavi in segnava no i icchipadron altri 'eran mostrati da amici Per tutiogrida , e lament , e sacci di foretata citiari alchela ia odiata insolen et de soldati 'Otone, e di Vitellio si benediva DCapi della puri fieri accenditori della
civile guerra . non potevano temperare a Vittoria
conciossi ache elle discordi , e arbugii vagi tono pessimi ma pace , e quiete ogli no vi Itu Domi Eiano pres di Cesare ii nome , e la residen 2 et non ancora volio a nego et ii , solo concit is et ginamenti adulteri simo strava figliuo de Principe. l refello et retora oera Arrio Varo. Antonio Primo poteva gni cosa ilquale spo glia vacia casa de Principe di danari, e schi avi quasi iussero preda Cremone se : gli altri per lor modestia, o ignobilia , quasi non si iusser fati conoscere in suerra,
non ebber nulla Roma paurit , e a servire ac concia
chi edeva che si agri assecla via a L. Vitellio , che tornaVacon sua gente da Terracina tron casse quest racio moto di guerra Furo mandati cavali innanet alla
Ricci r a battaglia elle legioni si et mo di qua a
Boville. Non a steti Vitellio a pensare misein mano de vincito ieci se est soldati m quali per non minor rabbia che aura sca glia rono in terra te infelici armi passavano per Roma in lunga fla in mea od 'armati : villa ne lor visaggi non era ma mani Π- conos fiereza. Saldi alli scherni, e alle schiate delvolgo ochi cli ardirono cappar et forZa, surono circondati e oppressici gli altri incarceratici pares nonusci da loro non degna benche in avversita, sal varon viri e fama. Postia L. Vitellio fu mort Vietioso quantoci fratello , et Principato dici uiti desto per te cui felicit ad non 'aleto, quanto per te miserie precipito. In quelti giorni tu mandato Lucilio Basso con cavalleria leggier a quietar in Terra di avorogli animi de popoli discordanti tra loro pi tost , chedi subbidienti a Principe. Ved uti i soldati , 'accomo. daron alle coloni minori u perdonato cla legionΤeret fu messa in Capua a vernare res famigii nobilimal traitate ; ne ebbero ait in controci Terracine si
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che I bene fietio : stimandon aggravio it uider done ,e' vendi caryguadagno Consolaicnsi dei ve de croci fissoquello schi avo di Verginio Capitone che tradi , comedicem mo , Terracina , con que gli anelli in dit che ite dio gli dono. In Roma I en to decreto a Vespasiano tuti gli onori sati a Principi liet , e como sicuro. Perci occhera armi civili prel e elle Gallie , Spagne , i solle vaticii ermani, postia 'Illitia' essendo scorte eli Egitto , Giude , e Sori , in ulterae Provincie , in tuti gli serciti , quasi purgato tutiora 'uniis
verso pare vano aver osa Accrebbero 'alle greza sue lettere critie , in prima appareneta , come se a guerra durasse ; ma in effetio partava come Principe , conmodestia di se , magnifice neta della Repubblica cit e
nato ren d a tui si eruanta celo Consolo con Tito suo figli uolo : Domi Eiano retor con podesta di Consolo Anche Muciano crisse a Senato, e die de chedire se est era privato , perche fare ficio publico Avera I tuto tra pochi di uelle cos dire in voce , come Senatore is que lacerares Vitelliani suo di tempo non era zelo ma que vant arsi che avea 'Imperio in pugno , e lo don a Vespasiano , era superbia verso a Repubblica, cingi uria a Principe maci 'odio verso luier a nascollo est 'adulatione coperta Con molia pompadi parole furono date a Muciano te inlegne Trioniali rin verita della guerra civile ma in nome della spe dietion ne Sarmati. Ad Antonio Primo te Consolari a Cornelio Fusco . e Arrio Varo te retorie. oscia ri
ri facesse ordinate furori ut te queste cos per sentena ad Valerio Asiatico letto Consolo ali altri te appro- vavano per cenni di volt O , o man pochi de piusegnalati, o pratichi ne ii adulare , con diceri pensate. Quando occo a luidio Prisco , letto retore , pr nuneti cola nore voli a buo Principe . lente adulatrici , lauatissime a Senato uel gior no gli fugran gloria . e principio di suo gran anno. 'avere nominato due volt questo memor evole uomo , ichi edech'io occhi ut quanto di sua vita . professione , e sorte.
Nacque in Terracina, terIx municipale di Cluvio
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in gegno in filosofi non comesi piu , per i vere di sutile otio questo nonae amplo per Iovernare a Repubblica, ben tetragono a colpi di ventur a Seguito imae stri che tengono, ester beni te sol co se oneste malite brutte Potengari nobilia , e iocche, Dori dei nostro animo ; ne beni ne mali. Non ancora stato tu che Questore, su a Trasea Peto atto generora dat uoceroniente appres , tu che effer libero citi ad ino. Senatore , marito , genero, amico sem pre non eguai mente , spretator di ricchez costante ne giustori dapaura curo Appon evangli alcunt troppa ooglia dis amara macla gloria ε 'ultima vesta che lascin anchei filosofi Per la ovina de suo cero su acciato rimessoda Galba , prese ad accusare Marcello Eprio accusatoredi Trasea questa vende ita dubbia quat fossessi trari iusta,
grande, divise ii Senatori perche se Marcello ad eva sisn- gellavau mondo dici ei. Conte sero prima con in Acce
e belle diceri di qua e dicia tapoi , perche alba non si
lasci ava intendere, molli Senatori ne i pregavano, Prisco se ne tot se gilici hi dic eva per moderana ; hi se condo cervelli, per de bole et a Ildior no che in Senato si avat 'Imperio u Vespasiano fuat soluto mandargi Ambusti adori. Qui furacerba contesa alvidio Oleva checli nominasser i Magistrati col iuramento Marcello clips' amborsasser come ave va pro nunetiat, ii Consoloel et to dic eva cos acci oche se alti fosse letto, egi non par esse lasciato in die tro Vennero da queste
dispute a di molle e male parole. H Perche tanta aura,
si dic eva Et vidi ave Marcello dela iudicio de Ma-s,gistrat L Est aver moneta , ver eloque net da pass arx, molli, i ii iaco elle aristi zi non do rodesse zaborta e sorte non discerner bonia dici ii passare et les, fit 1ere elli qui itini esse 'rovato per i prova dellas vita fama di ci a scheduno a an darne 'utile delia
,, Repubblica I 'onore di Vespasiano, che i Senato glis, mandi in contro stellissimi omini , he gli ore cchio, emplano teli Impera dore di sunt issimi ragionari ο, essere stati Trasea , Sorano, e Senetio amici di Vese spasiano , non overset i loro accusatori, an cor clieno n