Opera;

발행: 1760년

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bi ad , orti alpesti . solitudine orribile ne men in-umana cola era una parte della stra da a Cremone si parata fronZuta 'Pllor role con altari occiso viosti come a Re , te quali alle greae tornaron o loro

in tanto. Valente, e Cecina gli mostravano i luo ghidella attaglia , , , vici' affronta ron te legionici quindi ustirono i cavalli addo fibri qua circondaron gli a juti. Tribuni , Sergenti, o gn uno dicev Io feci . Io dissici ccole grandi , vere , e false Turbe di soldati saltan uotidi stra da con rida , e allegre Ea rico nosco no veribronte tu me auatano te main deli 'armici te cataste de 'corpi. strabiliano alc uni considerando quanto varia a

fortuna, plange vano , e compativa no Vitellio niente

in teneri , ne si ac capricci di ante mi glia j di citia-dini rimas a coibi : ma iero e gajo alli Id dii delluo go agri si cava non edendo a ovina quasi vicina. Fabio Valente gli fece pol la festa de gladiatori in Eolo-gna , con apparato fati venire da Roma ive quanto pius' appressa vaci tu era i vi aggio unam orbato di mandri ediciti ioni , eunuchi e de te ito della quota di Nerone; perche Vitellio nam ira va ancora lo est a Nerone , eandandoli tetro quando e cantava non per ligno che scus i uoni , a perche et 'era vendulo perischia vo a pappare , e sciat ac quare. Per non tener adis agio Valente , e Cecina deli ono: de Consolato rac corci ii tempo ad altri Maretio Macro , stato Capitano della parte 'Otone , fece villa che non iusseConsolo , e Valerio Marino , destinato a Galba , pro- lungo et non per alc una Ee a , ma per ster dot ceuomo , da non supersen ritentire. Escio in die tro Pedanio Costa , vendolo poco a grado perche contro Nerone congiuro de cito Verginio. a Vitelliotrovo attre agioni a vant aggio cio ingraZiar O, comeusa hi serve Una falsa novella , da principio caldissima, duro pochi torni Uno si dic eva flere Scriboniano Camerino , nascosto si per aura ne tempi di Nerone in

Istria , ove ancora erano creatur e , beni, e lavore delno me antico de Crassi Costui prese per strioni di questa favola schium dioibaldi Aetu Eava si per eguitatio ilpo polo corribo , e qualch soldato in gannato de vero

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o vago di novita. Fu pies , e irae nato a Vitelliis , edomandato hi osse , e edulo che eici'avvolpacchi ava, anae uno lo ricon ob be per suo schi avo fuggit , perno me Geta fu iustitiato da schi avo . e spie di Vitellio in Soria e Giude gli riser irono che 'Oriente gliave a iurato sede ita. Non si vo credere , quanto eine diverine superbo tra colato. Perche tra 'liopolo se bene en 1 certet , si octava di Vespasiano , Vitellio a que nome tutio si risco leva Ora che egit e l'esercito si vide seneta competitore, a die der e lme Zo , a uso de Barbari , ad gni crudelia , libidine e rapina. a Vespasiano an dava considerando lassuerra I 'armi , te foret e vicine , e lontane soldati lier an tanto infervorati , he udiron deitare ii iuramento prega felicita a Vitellio , tuti mutoli. Muciano inclinava a Vespasiano ma in a Tito Alessandro chexeggeva 'Egitio era seco 'accordo et a legio Tereta contava per sua , po iche di oria era passata in Mesia i me desimo sperava di quelle di diri accendendo a tuiti gli serciti collo rara arroganeta de soldati heveni vano a Vitellio , i quali 'aspello terribile , par lare orrido , si id evan de gli altri come a me no Mala macchina della guerra portava di moram e Vespasiano ora era tutio speranga ora consideravam casi avversicio Hocio ad avventurare me di testant anni . e due glo- γα vani figliuoli Potere te private impres cimentarii tu , e me no rimettersi alia fortuna : 'Imperio non aver me Eo mandare in telo, o in precipietio.

Gli era in mali occhi 'eser cito di Germania pode roso, da lui , he deli arte sape va, en conosci uto a Lesue legioni in guerra civile sor ea uelle di Vitelliodi, vinci trici me vini essere tu quere te che forete mellei, discordie . poca sede 'est et into 'armi , e cavalli IIche Valere, se uno, o altro sol dato pud tradiri peris premio mos essere stato mort Scriboniano sottodio Claudi cos Volaginio , chera'am mago , salito di fantaccino a primi gradi delia mitigia r potersi Ie-ο glio pignere tuiti , he vardarsi a cia scheduno xv Tentennandola egi tra queste aure Legati , e amicit' animavano e Muciano prima tra se, tui, posci presenti

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turti parto in questa senteneta Qual unque volgeaal 'animo a grande ina prela , de prima considerare te Mella d uti pubblico gloria sua , age vole , o possibile

Dde divino Agusto que L sagace vecchio di Tiberiora alia fondata casa per ungo Imperio ima j o Claudio

oro Nerone Q e tu anche ulla nobilia di Galba cedesti. α, Lo starii ora a dormire , e lai ci 2 re imbilat id re e peri, de re Repubblica sarebbe troppa vitta hen chea quanto disonesta , tanto ti fuste cura lari eruit . Nona, piu tempo da guardari di non parer 'aspirare ait 'va Imperio ma da corrervi. Ricordat egi comeri uccisos Corbulo neci di angue chia ro tu dimo si ma anchedio Nerone era pili di Vitellio : ait a chlaro es apprest ndi, chi te me colui ch te muto. E che uno Iolla essers, fati, Principe dat tuo ser cito , Vitellio il a , chei, senZa pratica ne nome di soldato G 'odio di Galba ueli, pinis , he oram Zi a latio desiderare tone , comedi buon gran Principe , into non , saperes del nimico , o forZa 'esercito , a troppo tostana dispe- , raetione. Ora parpaglia e legioni , dis arma te coma pagnie , sparge ogni di uoVi semi di guerra me ardo re , e fiere za era ne soldati , te ne a in fumo per les, cucine, i per te olosita imparate a Frincipe Nove,, legioni ha tu in Egitto, Giud ea, e Sori inter , non ,, per i una attaglia scemate, , discordia morroite rubina per esercietio asso date , e de barbari domatrici , forti armate , cavalli tanti, fedet Re pra, tutiora saper tuo. Io solo mi antero di non cedet

M a Cecina, ne a Valente. a Perche tu non dispregiam Muciano per compagno , Iolche non 'hai per con- ,, corrente , t vo dire , che antepongo me a Vitellio

Mae te a me. In casa tua ha trioni, e due figliuoli l 'unos, capace d 'Imperio , melle prime mili Zie ne Germani

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axeserciti tanto chlaro , he proposito saria non cederea PImperio a te , o cui figli uolo addo iter ei, se io impe-

varam Dei bene , o male che ne V verra , non an die in Oa tu e io a una stre gua. Io , se no Vinciam , me nexa torro 'onore che mi ara : de tra vagii, e pericolis, farem a metari an et Omeglio cosici reggi quelli ser- citi tu lascia i rischio de guerreggiure, e com Ut attere a me. Oggi si ego lano i inti me glio che iva vincitorici accende quelli a virili, ira, odio . e desiderios, di vende ita auasta questi, de gno , e di subbidieneta 1 in guerra a glieraci loro en fiat . e edrassi la puta cheman 'esce. Spera men mi anno i inni l 'ignoraneta, , la crudelia di Vitellio, che la tua vigil anza, avi eZa, es, modestiau final mente la guerras permoti tu che la pace. M perche que che cons uitano dicit bellarsi, sonata ri bella dis ii cc Quando Muciano ebbe et to ali altri piu ardita- mente gli stavano intorno es ortando, mostrando icii sponsidelli indo vini, gli aspelli de planetici ne egi erametto dita vanita fatio Imper adore, te neva scopertamente Seleuco male malico per sua guida erandovino. Ricordavansidio ultim suo aguri patiati In villa sua , n grande arci presso a noratio adde , e 'altro di si leto tu chema bello alto , e Verde. Gran cosa parve 'uttini' in do vinanti . e felice promessa di alto chia rore a Vespasiano aliora molio gio vane Le Trion fali , ii Consolato c a gloriosa vittoria di iude pareano averta adem piuta mn vute queste cose 'aspeltavam Imperio Tra Giud ea e Soria cit monte, ' Dio Carmelo cosi chia manora 'uno , e 'altro. Iddio non a tempto , ne

immagine cosi parve a magglorio altare solo , e rive renta : sagrificando vi Vespasiano con 'Imperio elcuore, Basilide sacerdote , si eruate uelle viscere alidisse is, Vespasiano , o patagio , o terreni , o numeIO, di schi avi che tu i ei chi 'accrescere , io veggios, darii si grande ogni cola. queste parole scure lafama subito cor e . e ora te dichiarava non si pari avad' altro tui si dic eva molto piu, come si fain chi spera. Con questa delibera et ione se 'andarono , Muciano in Antiochi , capo di ori , e Vespasiano in Cesarea di Giudex, a prima ossa a d arci'Imperio a Vespasiano

fece Tiberio Alesiandro in Alestandria , doue soli ecit a

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largit iurat sede ita alle sue legioni ii primo di Luglio

celebrato pol per natale di suo Imperio ; enche il se condori iurasseri'esercito dixi ad ea in ana a lui proprio, si ardente, che non spetio che Tito, ii quale portavatra 'l adre . e Muciano i consigi , tornasi di Soria passo it tutio con furor soldatesco non 'aringo nons' accordo i dove , ne ii quando , ne chira oveis effer' i primo a ridario : a che si a molto adagio in similica si che a speraneta ' timore , a ragione ' caso danno a pensare ad gnuno. usti di camera es-pasiano , ochi soldati l si anno a solito in controquasi per salutario Legato salutar Impe Padore. Aliora tuti cor sero , e Cesare , e gusto tuttici titolisti ammassa vano Egli solle vo 'animo alla aura alia

grande Ea. Non Io edesti punio gonflato , non Zrrogante , non in tanta novita nuovo Fermato it pol veriodi tanta tiarba , pari in mani era sol dat esca , e gli farispo sto conarida tete , e favore voti Muciano , checi aspeltava fece suo sol dati volonterosi iura sede ita

a Vespasiano Entro ne te atro ove li Antiocheni contul-tan loro in gran numero concorsi , e adulami parto con bella gratia , e Greca lacondi , e arte propria deli aggrandi re suoi detti . e fatii. Quello cherapae an l 'eiercito pia 'acces di voglia a , 'a Eermate Muciano che Vitellio ave deliberato cli tramutare te legioni Germania in Soria, in quella grassa, ripo satantili et i quelle di Soria a mori di reddo , e fatiche in Germania. Perci ocche a paesani que soldat con cuis 'erano addimesticati, e imparentati eran cari, e i soldatiavveeti tanti anni in quelle Sudrnigioni, teram Evano come casa loro. Avanti me et iuglio tuti a Sor)a ebberitur Cito. congiun se si Soemo con tutio suo rea me di non poche for re Antioco di antica potenZa , e de Re suggetti lpiu ricco Agrippa per occulti me si aggi de suo chi amato da Roma , 'era volato per mare , che Vitellio ancorno sapeva larae in Berenice gio vane , e bella , e alve cchio Vespasiano per gr2 presenti grata , et pia cald Ad tuti in juta questa parte. Ogni Provincia chera marbagna sino ali Asia , era 'Acaja , e tuita terra fer madentro a Ponto , eQ'Armenia Si urb. IIa non vi avendo

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Vespasiano mandate ancora te legioni di Cappadocia reggeva quelli stati per Legati lenZ armi Fecesi consigito generale di tuita a guerra in Berito Venne vi Muciano con Legati , Tribuni , Centurioni, e soldati principalissimi is deli e sercito di Giudea cellissimo fore , e tanto apparato di fanti, e cavalli e pompo si Re gare ggianti

che parea bene esserui Corte 'Imper adore La prima cura della guerra a fare vovi soldati; hi amarem vec-chi : abbricar elle mi gliori citia uoue armi in Antiochia battere monet a d 'arient , e 'oro tuti si face per ministri otii mi, ne tuo glii alii , e con solle-citudine. Vespasiano in perisonari soldati trovava, sor-tavari valenti concio de , i pigri conci 'es empto , ita incitando , he ri prendendo di isti , non te virili, degliamici dissimulando. Molli noro di refellure, e Procuratori , tu fece Senatori , tuti prodi omini , cheto sto a sommi gradi saliro ad at cuni inivi per viridia fortuna. De donativi a sol dati , e Muciano ne primoaringare ando cars , e Vespasiano ostieri me no ella civi guerra, che gli altri non usavano nella pace col tener forta di non largheggiare a sol dati , 'eser cito fac eva mi gliore Con Ambal cludori sermo it arto , et 'Armeno . per non aver molestia alle palle , gnude diser Ze , occupat in guerra civile Purve che ito oves se tener la tu dea e Vespasiano la chiave 'Fgitto e chead astronta Vitellio astasse parte elle sorΣ , Muciano capo, i nome di Vespasiano, e ii destino, che tutiopuote. Si crisse a tuti gli serciti, e Leglati , he actast uno dei Pretoriani da Vitellio cassi , eis e si is merita sero ii soldo Μuciano con gente spe dita , a gutta di compagno deli Imperio , non ministro , marciava ne adagio, Per ni una aura ostrare , ne rati , per da tempoalla fama di crescere : a pendo 'aver poche for Ze , creder si te cos lontane est e maggiori. Ma die tro gli ventuaria legion est con grande quadra di re dici mila vessiliarii ci armata ave variatio venire de mari aggiorea Costantinopolici e tava in dubbi di lasciat lamesa e concluttici cavalli , e fanti undar a Duraet , e con legale chludere it mare verso Italia , e die tro assi curari'Acaja est 'Asiadi sarmat ea che non siluar dando andrie no

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in occa a Vitellio cit quale ancora non a prebbe qualpat tela 'Italia si di fendere , se tuitici liti di Brindisi , Ta-

tanto , Basilicata , e Calabria 'infeli assero a uitratio. Erano ad unque per te Provincie , tan romori di navi armi e uomini. 'importara Ea era trova danarici questi dicendo Muciano est et 'il nerbo della guerra civile, non guardava ne gludi et ii o torto , o diritto , ma a chi mu

iniquit in tollerabili , matella guerra sculabili , rima- sero ella pace. Vespasiano ne principio di suo Imperio 'andava a ri lento tam poscia per latu ona fortuna, da maestri pravi te imparo ardi. Ajuto la guerra Muciano, anche o suo, per ri farsi di questa largite Ea privata in molli doppi dalla Repubblica Daltricio volt ero imitare . a pochissimi ebbero quella licen Ea ne Priavere. Accellero 'impres di Vespasiano I 'esercito 'Illiri ve- nuto dat suo. a legio Teret. insegno ait attre dirae si queste eranori 'Ottava Ia Settima Claudiana.che ave an Otone et uore se bene non furori nellagi Ornata. Le quali si a pastate in Aquile , scacciatiquelli che 'Otone portavano te novelle , traccintel 'in segne col nome di Vitelli , rubati, e divitisi i danari. procedevano da ni miche onde ebber timore , e quinciri solvero no di metiet a conto a Vespasiano uello diche con Vitellio conveni v scol par cos le te legionidi estia per lettere alleltava no Ι'eser cito di Pannonia,

e ricu Endo , 'ordina vano ulla forZa. In questo movi mento Aponio Saturnino Go vernatore delia Mesia pi-glia bruti ardi re manda un Centurione a ucciderΤettio tuliano Legato delia legion Settim , nimico suo . otio spe et te che fui e di parte contraria Gl qualene u avvertito , e con uone uide suo di strade per lamesia fuggi di ta dat monte Emo verso Vespasianos 'incam mino, traitenendo per la via pium me no se condo gli avulsi tanto che a guerra civile fu finita. In Pannonia a legion redicesima , e la Settima Galbiana

non potendo QOZIre uella giornata di Bedriaco , 'ac costar ono a Vespasiano incontanente is igate principal- mente da Antonio Primo Quelli uomo eo , era an nato

tempora Nerone per falsario aifatio Senatore Psopra

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gli altri mali della guerra in a Galba, e capo delia

legion Settim , crede ite che a tone 'osserisse per lettere capo di sua parte V spreχω, ne mairi 'od opero. Αndando te cos di Vitellio ali ingiti , prese a servire Vespasiano, cui fu grande Ajuto quest uomo fero di mano. lingua , maestro di me iter odii , e scandoli , potentenelle sedi zioni , rapace , donat ore , in pace pessimo , inguerra da non dii preetare. I due ser citi di Mesiaci Pannonia, congiunt seco trassero i soldati di Dalma et iaci non si movendo i Legati Consolari , residenti T. Ampio Flaviano in Pannonia , in Dalmaeti a Pompe Silvano ricchi , e vecchici a 'era Procuratore Cornelio Fuscod 'et vigor osa , e chiar sangue iovanetio renunZio a Senato per fuggir riga go verno per Galba a Colonia sua 'acquistori' esse fatio Procuratore. Pres laparte di Vespasiano 'su gran fiamma a questa guerra: go deva tu de 'peri coli , he de lor premi lasci ava Ieco se certe , e gia ac qui state , per te uoue , in ari , eperi colose com incio dunque a sinuoVere , e quo te reci che vacillava. Si strisse alia legion uultor dicesima in Britannia , alia Prima in spagna per aver 'una et 'Altra tenui da tone contro a Vitellio : si sparsero lettere per te Gallie , e gran guerra in un attimo Ardea . Gli serciti 'Initia gia 'erano dic hiarati trili altri terrebbero a chi vincesse Mentre che queste cose a Vespasiano is a suoi si face vano per te Provincie , Vitellio gni di piu dis preet evole , e lento , bal occandosi intorno ali amen ita 'ogni terrari e villa , se 'anda va Roma con gravos a moltitudine. Sessanta mila armatilo eguit avano licenetiosissimici tu numero di agaglioni, ea ualteri anche in compara et ione elli sthi avi per natura insolentissimi, senet i gran traino de Legati e cortigiani non atti a bbidire , ancorche con somma severita retti ci Senatori , e Cavali eri ven ut da Roma ad incontrario per aura , per dulare molli . anet a poco a poco , tuiti per non rimane solici seneta tisi ullari,

strioni, cocchi eri, et isonesti ei vigi notis inae bati checli Vitellio , e carissime. Tanta moltitudine acco Eatasaccheggiava uastava non pure te citia e terre

mari contudi Isendo aia cla It colla matura , come

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pae se nimico la discordia cominciata a Pavia , ond erani eguit molli crudeli ammazumenti, rarae legioni e gli

unitici a strage grande egui et te mi glia uori di Roma iove Vitellio divide varii angi a re a sol dati, quasi avesse

avulo a in grassare gladiatorici a plebe vi cor se , e me Dcolo is per tutio ii Campo alcunt con villano scheret acerti soldati bal occhi agit uno bella mente la intura , eridendo domandavano se era ben inti que gli animi non soliti esset effati , conci spade ignude anno ad-dosso a popolo senχ' arme , e vi su morio tra gli altridi adre 'un soldato trovando col blivolo. rico nosci ut il caso divolgato atten ne a furia controgi 'innocenti. a Roma and soZopra , correndo vi et Lutto sol dati di primo lancio a foro , a edere ii luo godove fidi ites Galba orribili erano a edere essi ve-

1liti di pelli di era con grandi pie di, he non sapendo

forar a calca , se aerucciolando , o urtati ad evnno veni vano alte villanie , alle pugna , di ferro Mette vano ancora pavent i tib uni e Maestri di Campo in armate Dot te ron Zando. I. persona di Vitellio da ponte Molle sopr a superbo corsi ero in sopra vve ita Imperiale , di brando into, o Senato , e Popolo Romano innanzi per non parere 'entrar in Roma res per for Ea , per

consigito 'amici, si ve siticia prete ita , e osse ad agi in tale ordinaneta Quattro aquile di legioni in fronte con qua tiro gon saloni 'altre legioni in torno odi

ci di cavalli e do po te te della anteria, cavalli

pol XXXIV. coorti 'δjuti separate se condo lori ingue , e armi. Stavano Maestri di Campo , Tribu ni , e principali Centurioni innanai alle loro aquile in veste candida ; gli altri elle lor centuri ris plenis de vano con bella ostra 'amat, doni, collane , e ab-biglia menti. Superba ista eser cito de gno 'altro Principe che Vitellio Cos entro in Campido glio : ove abbraccio suam adre, e onorona di tit olo 'Agusta Lodi eguente a Senato , e Popolo come iussero 'un

ditra citia con magnifica diceria scior in te laudidi se ste 'induitii a la temper anza et sapendo si lesue sceleratere da chiunctio 'era , ei tuit Italia , per

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dove lasci ii segno delia sua gola, e sonno , e disonesta

Vergo gnose E pure it popolo ci operato altava alle stellele solite adulazioni imparate , vere , o false non lataci an dolo vivere , he accellasse lotiolo 'Agusto , netrasse uni , vano com fuci riculario La Citta , cheritrovava 'ogni cosaria quinta essenχ prese a maturi ache Vitellio fati Ponte fice Massimo an disse te cerimoni pubbliche per i dici otio di Lugii . torno infelice

per te antiche roti a Cremera , e Alli : si era ignoranted 'ogni ragione mana . e divina , e involio tra liberti e famigliari bal ordi e come ebbri. A ne far de Con- soli , hie deva come gli altri candidati civit mente ne Ite atroci come spetiatore, et Cerchio , come partigiano, cercava placer ali infima plebe arate um Anit ad . venendo a virilici a sapendo chi gli era , erano in-degnita di , e vili ad i. Veniva in Senato a dire etiandio caule leggieri. Avvenne cherat vidi Prisco e letto Pretore,

non senten1io a suo modo , che Vitellio primara' altero atquanto , e chia mori Tribuni in juto della preetata sua

podesta. Alli amici che , credendo lo molio plura dir Ato i mitigavano , disi e , o Non esse cosa nuo vario intens, de re due Senatori te cole pubbliche diversa mente Maver' fato Anch egi contraddire a rasea semosseri socia sua facciat aggine 'agguagliar a Trasea : altrilodarono 'avere stello lui', e non qualch potente . Pere sempio cli vera gloria. Fece P. Sabino generale de Pre- tori. ni Giulio Prisco di Centurione Colonnello 'una coorte potenti ambo , Prisco per o favore di Valente Sabino di Cecina Gera discordi. Vitellio niente potev aue Cecina e Valente governa V n. l 'Imperiora lata odia- vano ali odii mal si nasconde vano nella guerra ,

ne padigi ionici te male lette , e la Citta , se conda ma-dre cli nimici zie, te alti Eo , e miserambo in gara d 'onori, di codaeti, turbe di salutanti, mos trando si Vitellio varia- mente inclinato or ali uno , or ali altro. a grandea a non cina si cura , quando eli e troppa Decio steti o Vitellio , he or veniVa in repentina collora, o face va propositate care et , spre Zavano, e temeVano. Non perci ci

conatu lente et rapivano te case, i giardini , e te ricchezς doli Imperio , mentre in latice e compactione vo turba

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