Opera;

발행: 1760년

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Roma paventiandolosem preci 'ultima percossa , e niente pensava ali ultima ovana. Perche quando gli era age-vole passa I 'Appennino con 'esercito inter e forte . eastali re i nimici , morti di fame , ineddo lo spar naro re mando alla lata que ferocissimi soldati pioni si no mori per ui contraddicendo i Centurioni tali chisesimi , he domandati ne ali avrebbero etto la verita ma non et an asciati agi' intrinsichi di Vitellio , chegli ave vano Occonce in modo 'ore cchi , he 'utileti pareva aspro at collando solo it iace vole , e annoso. L 'Armata dimiseno su indotta a ri bellat si a Claudio Faventino Centurione , che Galba con onta casso cilquale ostro lettere contrassat te di Vespasiano , o e rente gr2 pie mi , Cando glisi ; tanto ardi puot emelle discordie civili ancora n solo. ovet navata Claudio Apollinare , ne sede ministro , ne valente traditor Apinio Trione , stato retore , alloia per sorte a Minturno 'omer se apo de ribellantici questi ci tiraro noterre privilegiate , e coloni e Poet uolo era tutio Volto

a Vespasiano, Capua a Vitellio, erae lor gare mesco lavano tra te uerre civili Vitellio mando Claudio Giuliano , stato di de ita armata Ammiragii pi cevole che ad dolcisse que soldati , e con ut una coorte diguardia di Roma , e li accoltellanti , he erano a suo go verno. Accam pati si a incontro , Giuliano steti poco a passar alia parte di Vespasiano , e re sero Terracina; forte di sit , e diiura glia , tu che per loro industria. tale avulso Vitellio lasciata strie elle genti in Narnico Capi re toti an . mando L. Vitellio suo fratello con se coorti, e inque cento cavalli in Terra di avo ro

fortava I a Metion de soldati e de popolo he hie deva I arme , ed ei chlamav eser cito , e legioni quella cana glia valente in parole. Consi gliato a liberti percheali amici , quanto da i , mei se deli erano 'raguna e Tribu a iurare hi si a scit ver soprabbon dando it numero , sparti a cura a Consoli. A' Se

natori pose baletello di schi aut . e Lanar Cavali erio Feriron servigio , e danari , ' me desimo i libertini saceant per aura egi I pistava per Maione,

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molli incresceva , non di Vitellio . ma de eam, edet seggio Imperiale Ne mancava egi di uove compassione , con volt , Parole , lagri me , con largite pro- messe e missi rate , come hi a gran aura tito lodi Cesare , prima ri fiutato , accello per farsene uono augurio , e per cherali paventuti costis dono te vanita delpo polo , comera consigi de favi ma come te impresecon tu impeto che consi glio , ne principio son dilaoco . e pol ras reddano Senatori , e cavali eri

t alch Vitellio ali impressi non tu scibile si tot se iuper ergo gna Questa pauiosa partita di Vitellio acciebbetanto lavore assaite Flavia , quanto furit terrore d'Italia. quando ei prese Bevagna, moitio averat novata tu guerra.

Sannit , Peligni , e Marsi co Capuani rivoliati si prima di loro fac evano in tutia a guerra a chi me servire , come per i nuovo ignore si n. a ne passari 'Appennino a cruda vernata assiissera 'eser cito is quasi eis ordino per te grandissime ne vi vide si a quantori schio si metie va, se a fortuna non face va tornare ad die tro Vitellici; a quale spesso a Flaviani giovo non men chema agione Ris controlli quivi Petilio Ceriale fuggito percia pratica de pae se , alle guar die di Vitellio vestito a villan era parente strόttora Vespasiano, e soldato di conto per fu rice viato tra Capi Anche Flavio Sabino , e Domi Ziano si pote iter fuggire , scri-vono molli ; avendo loro Antonio con varii in gannifatio penetrare messaggi heri mostraron modo a salvarsi ma a Sabino infe imita tot se foret animo Domi Eiano avea uore seu Vitellio gli crebbe uardi pio misero fuggi seco , a non se ne fido Vitellio per amor de proprii parenti non intende largit male. Venner, Capitani a Carsole . ove si ripo saron dicunt gior ni, nche 'eser cito gli agglugnessera pare valuo go in porvici Campo sco priva granaae se, da potervi

condurre te vetto vagite alle terre gratie ad die tro erit attar tradimento co' Vitelliani dieci mi glia distanti questo non volevari soldato, a vittoria e non pace; ne per tuti Ria gente aspellare, per aver men compas ni alia reda

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sicura. Antonio glicia undis par lamento, ammonendoli, Che Vitellio aveva ancor delle forZ poco stabili consa 'aver tem p terribili messe in necessita principii,, de e guerre civili lascin alia fortuna : con si lio . effragione conducono la vittoria. ias'era ri bellata I ars, at Milena. la bellissima Tetra di Lavoro; ne a Vitel-s,lio alti rimas a mon do , he quant e tra Terracina να N. rnici 'era ac qui stato ne conabat ter Cremona assai dis gloria me distruggeria tropP odio mon ago gnasset os, Roma ana prela che Alva Uti maggiore, e ornas, mento eccessivo arebbe loro ii conservare a Senato sae Popo Romano sena sangue Da tali e simi-glianti parole rima sero mitigat que gli animi. Cominpaisero te legioni is per la fama , e terrore de cre ictu toe ser cito i soldati di Vitellio vacillavan guerra ni uno confortava molli a passare dira gare ggiando a donare suo tanti e cavalli a vincitore e grato fariosi. Da questi si seppe , ne vicini campi esse Terni guardata

da quat trocerato cavalli Varo mandato vi con gente spe dita, ochi ne nam AZo che coITbdite I Cno i olti gittate

in terra 'iat mi hie deton merc , altri rifuggiti in Campo empie vano di pavento , contando delia virili e numero cle nimici rari miracoli per iste marsi ver-gogna delia perdata Terni Ne erano te alte de Vitellia. ni ianit , arae pagate ali altra parte , alia quale per coim di perfidia a gara passa vano moui Tribuni, Centurioni aer chera sol dati privati tennero duro per Vitellio sino a cheri risco e Alfeno abban donato it campo, e tornati a Vitelli fecero che a ni uno suo ergo gna passare ait 'altra parte. In que 'gior ni Fabio Valente su mor-to ptigione in Urbino. e farti edere in sua testari per torre Ogni per anZ1 a'ioldata Vitelliani, checio face vano an dato in Germania a manda qua serciti vovi, e vecchi re istol moti . si die dero a disperato : ait esei cito Flaviano non pu dir si quanto , nii Valente , par ei Iefinita lassuerra Nacque Valente in Anagni . di famiglia cavalle resca di costumi mari agi , 'in gegno non malo fac evari faceto fu strione a gi uochi Gio venali a tempo di Nerone quasi necessitato : po fece per

gusto ii tui late con tu albo , he ne ita Legatod'una legione favori Verginio , i d 'iniam ora vendo

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corrotto Fonte Capitone a far tradimento , o per non aVer potui corromperto , 'ammaeto tradi Galba

facie dele a Vitellio : ecia fellonia de gli altri lui illustro. soldati di Vitellio , perdui te speran Ze da ogni an

da , volendo passare ali altra parte , t anche cio non fusen et infamia' sce sero ne piano di Narni a bandi cres legate : Uelercito Flaviano si is come per combat tere in ordini metti in suci strada r eoi cev δ in ego Vitelliani in quali Antonio Primo pari umana mente, gli allogo parte a Narni , e parte a mni , e con essi dicune delle legioni vinci trici per esse loto a ridosi se

non steger quieti. Primo , e Varo aliora non mancaronodi manda pia volt a offerire a Vitellio salve za, danari, e te deliti di erra di avor , se egi potatet' armi rimet leva se . eci figliuoli in Vespasiano I me desimo scrisse Muciano rael de Vitellio talor fidandosi , par lava de numero de servi , e de tuo go da eleg gersi. Tanto era ordit , he se gli altri non Ii cordavano che egli era Principe ; ei seri' avrebbe dimenticato primi di Roma egre tamente mette V an su Flavio Sabino relatio a farsi partecipe di questa Vittoria, e fama in Averem sol dati guardiani di Roma

a suo proprii que delia noti non gli ancherieno Micior schiavi, a fortuna della parte , e lascit' ognii cosa a chi vince : a Primo, e Varo non cedesse diso gloria a Vitellio rimanere pochi soldati, e paven--tati alle male uove per tutio mi popolo effer leggieri, e volt exebbe, facendo sene egit apo , Iesanae desime adulationi a Vespasiano Vitellio si caduto non potersi piu reggere quando ella gli andasse bene rata guerra si iconoscerebbe finita da chi pigilasse Roma rsaci convenire a Sabino per salvar 'I inperio at fras,tello ci a Vespasiano per far gli altri cedere a Sabino. Egli de bole per la ecchia j a non ci and avadi uone ambe altri crede vano in segreto che per invidia tardasse a fortuna a fratello , he minor 'et anello stato privato , era vanzato da lui in ripulazione riccheze, e tene vasi che Sabino gli avesse anten utoil credito, preso impegno sua casa e poderi inde te mea si,

che tra loro bollisset occulti umori, enche salvastero

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l 'appareneta Altri a pigilavano tu olce mente , cheque si uomo tuo no abborrisse de crudelia e' sangue per, spesso in casa sua aratio con Vitellio dipolar l 'arme far pace le condietioni , si disse ferino ne tempto 'Apolline con due testimoni Cluvio

Rufo Silio Italico que gli ch 'eron disco sto nota vano i visaggi : Vitellio avxilit , e abbietto : Subino non oltraggioso, volt x comptassione se Vitellio age uot mente disponexa i suo , come gliri' abbio scio I 'esercito di Vespasiano entrava in Roma senZa sangue mari pii sedet a Vitellio , pluali dan navano te conditioni ii quella pace brutta , non si cura , a discreetione de vincitor In quale dic evan non essers, tanto superbo h 'ei patisse . che et vivem Privato sine i inticio pati rieno cosi cla misericordia i arre cherebbe peri colo : sit , ecchio . 1 stucco de aeni ,, de m plici a Germanico tuo figli uolo, che nome. ,, che stato avrebbera offeris conti danari, corte, pa- radisi comes Vespasiano do si ii sella , mons, terrebbe curo se, ne gli amici , ne gli e serciti, si nos, che non ve desse spento it tuo se me emolo. Agrosi lor aput tener vivo per tuti L cai Valente in Mirigione non ches Primo, Fusco di Muciano , , principat di quella parte rave si e licen*a di far altros, di te, che cciderii. Non la per dono Cesare a Pom-,dipeo, non ingusto ad Antonio ; se ia tu alti pii iti, , di loro non porta se spasiano fato cottigiano ii Vitellio , quando gli era Consolo con Claudio Ches, non tu osto voveri come a Censura tre,, Consolati di tuo Iadre . tanti . onori di tua mobil famiglia, ricer cher ebbono . a prendere Valla dispe- , , raetione ardimento soldatio tengono i fermo ,, 'avan et D i favori dei topolo peggio non suci Mavvenirci , he in questo modo gittarci via. O inti, ,, artesi, morti si amo pur me gli con vitali ,, che concistraet , e scherni render I 'ultimo fato. evitellio era sordo a forti consigi , scoppiavagi illa uore persistendo eli armi d 'aver' a lasciare ii vincitote pia crudo a sua moglie , e figliuoli La ecchia ad re pochida prima mori a tempo, he non videri ovi nataria casa Tomo Secondo. L

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sua : de Principato et gli uolo non cavo astro hepiant , e nome di bonia. A dici otio di Dicembreudita a rivolt delia legione , e gente date si a Narnis 'usci di Palagio vestito di nero in me et alla me stafamigii co figlio letto in lettighina , che sembravau mortorio. I popolo gli era lusin ghevole suo ditem po soldati chet , e in agnesco. Non e quo reumano che non usse in tenerito a edere ii Romano Principe di anzi adron de mon do , abbando nato iltrono delia sua grande et , per me et delia Citta , e delpo polo, scit deit Imperio : cosa non edula, non udita piu unque Fu Cesare Deitatore di repente ucciso Gajo in occulto tradito : Nerone nascos di noti in villa conosci ut Pisone e Galba cad dero quasi in batta-gliaci a Vitellio in suo par lamento, tra suo sol dati a ista elle donne , opo at cune parole , e a sua foris tuna convenientici , he per in pace , e e publicos, cede vara aves lono a men o di tui memoria, e com ., passione de suo innocenti fratello Moglie , e piccoli

s, figliuolici is ora a tuiti, ora a uno a uno porgendo Germanico . o acco mandava final mente offocato

da plagnere , si rasse a canto it pugnatem e lodie de a Cecilio Semplice Consolo , quasi dando gli

ta podesta sopra a vita , e morte de citi adini. Recusandolo egit , ne consentendo lo gli ditori si parti per portare ne templo della concordia te in segne deit Imperio, e tornar sene a casa de suo fratello. Raddoppiaron te rida Non in casa privata: s, in Palagio hiuser e strade, da quella in uorithe va in Via Sagra aliora egi non inpendo che farsi torno in Palagio Gia era sparso che egli renuneti avat 'Imperio De Flavio Sabino avea sciitto a' ribuni, chetenester i soldati a freno Come se ad unque a Vespasiano uitaria Repubblica fusse ad ut in grembo , primi Senatori, i pia de Cavalieri , tuti i soldati di Roma , e la uardia di noti . empiero la casa di Sabino : ove a riserito deli asseetio de popolo , eo me i soldati Germani minac clavan ma Sabino

a passato tanto olire , he non poteva ornar indie-

iro , lascuno per paura di se e per non esse μ'

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vitelliani assalit sparsi e deboli, o pignevano tardo

e lento ali arme. A come in tali cula avviene , inbuon ogn uno a consigilare , e pochi a ent rar et pericolo. Mendendo Sabino con armati , 'aifrontano dat ago Fondano valorosissimi Vitelliani , i quali do- po pro eduta , e breve cara muccia rima sero a diibia pra Sabino paventato si ritiro per a tu cura inrocca di Campido gli co suo sol dati , e qualche Seianatore , e Cavali ere non posso ire i nomi , per limolli che si fece di quelli , quando Veipasiano ebbeviniora vita inclitu sero in sino delle donne , e per la pia notabile Gracilia Verulana , non per se gutta figliuoli ne parent , macia guerra. 'assedi de Vitelliani furii largo , he Sabino a noti per tuo ghi non gurdati vi fece enitar i gliuoli suo , e Domi Ziano suo ni pote, e stir u me isaggio a Capi Flaviani a chie de soccorso perche te cos erano strette. Non vici quella noti ea more, e pote va scirisne : isendo i soldati di Vitellio feroci ai coivbattere M alle fatiche, vigili poco intenti. Eruna subita vernina pioggia , non gli lasci ava edere . ne dire La attina a et , innan Et che si comin classe a rompere , mando Cornelio a retiale di Primopito a Vitellio a lamentat o che questi nonsa erano de pati , far te iste di lasciar 'imperio pera in gannare ante persone illultri perche altro .. esset siegii sceio di inglii era, e v viato verso cala, ita ratello in testa alta pia 2 a mostrat a popolo. sae non verso Aventinora casa in Oglie , come convesaniva volendo esse privato , e fuggire gni apparenetas,di Principe t ultori contrario aver atto tot nato senem in Palagio, occa deli Imperio mandato indi masnade a a copri laeti calcata contra data Roma di morti inno-vx centi, combuttere Enche Campido glio Demere stato sem-s Pre in toga, e n Senatore, come gli altri mentre Veia sapasiano, Vitellio contendono coni attagite di legioni. Usforet amenti di citia, at rendimenti di soldatici ilatatel- do pur di Vespasiano , quando gia Spagna mermania a Brettagna erano rivoli , esse re trio saldo in se de , sinos, che chlamat fi ait 'accordo la pace e concordia, esset a vini utile ; a vincitori solamente nore vole.

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s, Se si pentiva delle capito laetioni, non perseguitas esilui co ferro , come fatio avea con poca sed , non iis, figli uolo di Vespasiano a pena uor di sanci ullo Ucci--dere Un Vecchio, e n iovanetio che pro ' Alle legioni mostrasse it viso Qui de it Imperio combat - ,,te1 se ii restante arebbe di hi vincesse e Vitelliorispo se timoroso poche parole , incolpando it troppoardi re de soldatici non averto potui tener a mode tia sua : e rimando a retiale per uri scio segreto acciori soldati non 'amma et assero , come meZano dic diata pace. Egli non potendo tu comandare , ne pro ibi re , non era tu Impera dore , a pietra discandolo. Appena ient rato Marziale in Campi doglio, eccoti soldati in furiati senae capo, Ciascun dasse , correre in Dot te in pia et , a tempti , he te anno a cavali ere salire t monte schi erati alle prime porte di Campido glio aia 'erano logge a marritia di chi sale gli assediati eston uora in s quelle te ita con tegoti, e salsi , ne acciano i Vitelliani , he Eltro non ve a noche sp ad , ne tempora manda per angant , o saet-tis me Lanciano ii uoco ella prima parte della log gia , e gli an die tro. Eata ave va arso a porta monpote iter entrare perche Sabino a tur in vece dimuro con te statue , splendori delli antichi , di qua-lunque luogo barbate. Aliora assuliscono per due attreshrovved ut vi et ungo it boschetto deli A sit , eae cento sca glioni onde si sale a Tarpeo. Era improvviso I uno , e altro si alto uello per o boschetto iuda vicino , tu fero , e senZa riparoci montando per licongiunt edifici , aletati per Ia lunga pace at plano di Campido glio. Qui si dubita se ii uoco in messo a que di mori, o pur , come si crede tu , a que di rento per discostar i nimici gla alte costole Parte di quel suo cora' appicco alle log ge di naneti a templo ra fiammas' avvento ait aquile di egna me antico che reggevano it fronte piae ioci e furono esca Marsione , cosi eguit a

porte chius , de Campido glio non difes , non saccheggiato fati di tuitici fati . da che Roma, Roma , dolentissimo, e bruttissimo : non di nimico barbaro i

ri quando ci eranori se meritato avestimon propitii

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plantato da nostri aggiori con uoni augurii pegno sicuro de nostro Imperio , cui ne Porsena , quando laCitta si rele , ne i Galli , quando a re sero , avreb ber potiato contam mare , a furor de Principi pro- fondalle toris anche prima Campi doglio ella guerra civile ma per in ganno privato : ora alta coperta assediat . at a scoperta abbruciato , e qua guerra a Sion , qua pregio di tanto male t Salva lapatria tot se t et tonne per boto i fondamenti it e Tarquinio Prisco ei a guerra Subina . non dice voliatiora alle de boli foret di Roma , a ri vardo lasperan et de ita futura graendeza. At Zaronio Servio Tullio con Pajuto cie colle gut Tarquinio Superbo resa Sue si a Pome Zia con te poglie ne miche. Ma laal otia deli averto compluto su et bata a Roma libera. iac-ciat i e . laetio Pulvillo ne suo Consolato se condolo dedico con a magnifice neta che pol a mili rata poten et det Popol Romano lo pol adornare , non accrescere. Quattro cento inlic inque anni a pol et Consolato di L. Scipione , e C. Norbano ars diluovo e fa ritatio sopra a me desima planta. Sulla vitio-rioso ri'ebberia cura , e non to dedico. id solo alia sua felicit fu negato ma Lutagio Catulo , i cui nometra ante memori di Cesare vi si esse in sino a Vitellio. Si alto templo aliora ardeva conatu aura elli asse-diati , he de Vitelliani forti ne peta coli , e astuticidove in quelli eranori didati timidi ci Capo dappoco che non trovava pedunt da se , ne prende va que 'd' altrim correva quam e la , alle rida de nimici

comanda va que che ave va vietato , e vi et avari comandato que chemelle os disper die avviene, gn unco mandava ni uno sequiva ali ultimo Sittate glui 'armi vardavano , ove , e come fuggire. En triano con furore i Vitelliani , e metton ogni cosa a ferro

e uoco . e sangue pochi di que soldati cli arditon combattere , tra' quali Cornelio Martiale , milio Pa cense , Casperio Nigro , Didio Sceva , tu segnalatii 'an daron in eat. Accerchiano Flavio Sabino , he eradi sarmatori e non fuῖSiva Quintio Attico Consolo

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che si Beeva conosce per i 'ombra de grado, per i sciocchi bandi mandati ne popolo pleni 'onori di Vespasiano, vituperi di Vitellio : gli altri per varii modi capparono travestiti da schiavi ora fugati da loro creati ora Ie so me nascostici alc uni aput uiso me . e contrasse gno de Vitelliani , o clava no , e chie devan , e sotio tale audacia coperti pasta vano. Donii Ziano alla prima furiasi nascos in cella de templere accorto liberto limis la cotta , .mescolato tra a turba de Sacerdoti passo via conosci ut O in sino a Velabro . e a casu Cornelio Primo , creatura di suo ad re qua suo ad repo regnando , eis Domi Elano ooVinata a casa , vi fece u templetio con 'ultare a IOVE CONSERVA DOR , ' suo caso vi criti in marmo fatio Imper adore agro u gran templo a IOVE CUSTODE con se in grembogii Sabino , e Attico in caten furon me nati a Vitellio , he non fece loro mal viso , nec altive parole , ad irando sene que che retende vanoa gione 'amma et arti, e chie devano premi di loro opere.

Conarida cominciat da piu vicini 'infima plebe minacciando adulando in siem , hie deva Sabino Isupplietio : cominciando Vitellio in surae scale de Pa lagio a acco mandario mi fecer chetare. Aliora in Sabino ferito macerato , di capitat , rastinato alle Gemonieci tronco. a fine fece quest uomo certo da non dispreetare. Trent ac in qu anni milito per a Repubblica , suori , e dentro chiar non to a presti dirreo , ne inglusto favet lava troppora i solo gli uappost in et te anni che go verno a Mesia, e do dici Roma . in queli ultimo it tenne hi 'appoco , chi moderato , e non sanguigno ogn uno , i perno di casa sua innangi che Vespasiano lasse Principe. do che a Muciano questa morte a cara, e uona per la pace perche conoscendo si 'uno fratello 'Imperador . 'altrone id Imperio compagno , si arebbero invidiati Gridando it popolo uoj ii Consolo , Vitellio nol consenti placato seco , e quasi per gratitudine deli aver Attico interrogato , chioni se uoco ne templo is post , io fui , e con tal confessione, o bugia opportuna scol

Pato di si gran fallori Vitelliani , Mirato si tutiori 'odio.

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